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Dissertations / Theses on the topic 'Reclutamento'

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Frasca, Francesco Corvisier André De Rosa Gabriele. "Reclutamento e guerra nell'Italia napoleonica /." Padova : Ed. Programma, 1993. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb36703410j.

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Abstract:
Texte remanié de: Th. Doctorat--Histoire moderne--Paris--Sorbonne, 1988. Titre de soutenance : Les Italianes [sic] dans l'armée française (1796-1814) : recrutement et encadrement.
Notes bibliogr.
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Dondi, Nicolò. "Reclutamento di invertebrati bentonici in una grotta sottomarina del Mar Mediterraneo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5030/.

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Abstract:
Le grotte marine sono habitat molto particolari che presentano situazioni molto diverse da quelle riscontrabili nell’ambiente esterno. La variabilità nella struttura geomorfologica, la topografia, la profondità, l’orientamento e l’idrodinamismo rappresentano una vasta gamma di situazioni che consentono la presenza di popolamenti caratteristici, la cui unicità determina l’importanza della loro salvaguardia. La composizione delle comunità dipende fortemente dall'arrivo dei propaguli dall'esterno, e non solo dalla riproduzione di adulti presenti. Quindi, per determinare la struttura e la dinamica delle popolazioni marine, è di fondamentale importanza comprendere i processi che agiscono sul reclutamento. In particolare per gli organismi sessili la fase larvale rappresenta l'unico stadio di dispersione. Lo scopo di questo lavoro è analizzare il reclutamento dei popolamenti bentonici sulle pareti laterali e sulla volta della grotta sottomarina della Colombara, nell’area marina protetta di Portofino (Genova), per valutare la loro diversità specifica, abbondanza e distribuzione. Per far ciò sono stati posti 14 pannelli quadrati in forex PVC all’interno della grotta (8 sulla volta e 6 sulle pareti laterali) per un periodo di tempo di venti mesi. L’abbondanza degli organismi è stata stimata in termini di ricoprimento percentuale utilizzando un reticolo di 400 sottoquadrati da 1 cm². Le possibili differenze tra le strutture dei popolamenti, l’abbondanza delle specie e gli indici di diversità tra parete e volta della grotta sono state testate con l’analisi della varianza basata su permutazioni (PERMANOVA) utilizzando il software PRIMER 6. Dai risultati ottenuti sono emerse differenze qualitative e quantitative nella distribuzione dei popolamenti fra la volta e le pareti della grotta. Analizzando le singole specie, è possibile osservare come molte di queste tendano a reclutare maggiormente sulla volta rispetto alle pareti. In generale, la distribuzione degli organismi dipende, oltre che dai più conosciuti gradienti ambientali (idrodinamismo, luce ecc) dai processi ecologici. Considerando che i fattori ambientali ed ecologici interagiscono nel definire la struttura dei popolamenti e sono interdipendenti tra loro, possiamo ipotizzare che le distribuzioni spaziali osservate per le diverse specie dipendano in gran parte dall’ecologia larvale, che porta ad un più elevato tasso di reclutamento sulla volta piuttosto che sulle pareti della grotta.
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Ceccarel, Rossella Valeria <1992&gt. "L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE APPLICATA AL RECLUTAMENTO E ALLA SELEZIONE DELLE RISORSE UMANE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15314.

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Abstract:
Nel contesto economico attuale i cambiamenti sono caratterizzati da una velocità mai registrata prima, e l’innovazione ne è il motore. Come riportato da Gartner, tra le tendenze in fatto di tecnologie strategiche, l’Intelligenza Artificiale ricopre la prima posizione. Con Intelligenza Artificiale viene intesa la capacità data ai calcolatori di compiere attività considerate solitamente di pertinenza umana. Si trova anche tra le tendenze individuate da LinkedIn nel recruiting, mettendo a disposizione sistemi predittivi, strumenti di analisi della mimica facciale, del tono di voce, robot-recruiter, chatbot, algoritmi ecc. Nella “battaglia” dei talenti dove le aziende cercano di conoscere al meglio le caratteristiche dei candidati in fase di selezione, e di offrire ad esse un'esperienza di candidatura positiva, l’IA promette di rendere più efficiente la gestione del volume di dati e di aumentare le capacità umane. L’intenzione non è quella di sostituire il selezionatore, ma di lasciare ad esso i compiti a maggior valore aggiunto. Ulteriore aspetto coinvolto è la gestione dei bias tipici della selezione, che i sistemi di recruiting AI-enhanced promettono di eliminare, ma che d’altro canto rischiano di venire rafforzati dalla programmazione. Per portare l’elaborato su un piano pratico, anche se le applicazioni sono recenti, vengono esposti dei casi aziendali di implementazione di modelli e sistemi di Intelligenza Artificiale a determinate fasi di ricerca e selezione. In conclusione vengono riportate delle considerazioni sull’effettiva efficacia riscontrata, le potenzialità e criticità, e l’eventuale scalabilità di tale tendenza tecnologica nel campo del recruiting.
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Mottura, B. M. R. "Reclutamento dei funzionari pubblici in Cina oggi : i testi e le parole." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/30429.

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De, Luna Cristina. "Pratiche istituzionali di reclutamento di interpreti in ambito giuridico-giudiziario: Il caso del regno unito." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9930/.

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Abstract:
Il percorso del riconoscimento legislativo del diritto all’equo processo affonda le sue radici nel 1215, anno di promulgazione della Magna Charta Libertatum, e culmina, in ambito europeo, nel 1950, con la firma della Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali (CEDU). In questo documento viene sancito che un prerequisito essenziale per garantire a tutti gli individui il diritto al fair trial è il servizio di assistenza linguistica gratuita, le cui specificità vengono descritte nella direttiva 2010/64/EU.Nel Regno Unito, già nei primi anni ’90 furono introdotte le prime misure per garantire la qualità e la competenza degli interpreti e dei traduttori in ambito giuridico-giudiziario: nel 1994 fu istituito il National Register for Public Service Interpreters (NRPSI), il registro nazionale a cui erano iscritti tutti gli interpreti per i servizi pubblici che erano in possesso di determinate qualifiche. Per assicurare che solo gli interpreti del NRPSI fossero impiegati in ambito penale, nel 1997 fu introdotto il National Agreement, un accordo non vincolante che regolava l’uso dei servizi linguisti nel Criminal Justice System. La prima versione fu modificata nel 2002 e nel 2007. In seguito ad alcune revisioni per conto del Ministero della Giustizia, nel 2010 fu avviato il processo di esternalizzazione dei servizi linguistici, che si concluse nel 2011 con la stipula del National Framework Agreement tra il Ministero della Giustizia e l’azienda Applied Language Solutions (ALS), che poco prima dell’avvio fu acquisita da un’azienda più grande, CAPITA TI. La scarsa esperienza del Ministero in questo settore, unita alle promesse poco realistiche e alla mancanza di trasparenza di ALS furono le cause principali dei numerosi problemi all’avvio del nuovo contratto che si ripercossero notevolmente sul funzionamento del sistema di giustizia. Dopo l’avvio di un piano di emergenza e un monitoraggio del Ministero, la situazione ha iniziato a ristabilirsi, senza raggiungere però i livelli pre-riforma. A Novembre 2015 è stata indetta la nuova gara di appalto: le minacce di nuovi tagli ai tariffari degli interpreti da una parte, e la partecipazione del NRPSI alla gara d’appalto come candidato al ruolo di ente supervisore della qualità dei servizi linguistici dall’altra, ci pongono di fronte a due scenari futuri molto diversi. L’elaborato è strutturato in quattro capitoli: il primo tratterà del percorso storico che ha portato al riconoscimento del diritto al processo equo, e degli strumenti comunitari a garanzia dell’assistenza linguistica gratuita. Nel secondo capitolo parleremo della situazione inglese, quindi la nascita del NRPSI e del National Agreement e le varie revisioni. Nel terzo prenderemo in esame la riforma del 2011 del Ministero della Giustizia britannico, analizzando diversi documenti: il rapporto della Commissione giustizia della Camera dei comuni 2013, quello del National Audit Office 2012, il sondaggio Involvis 2013, il rapporto indipendente OPTIMITY-MATRIX 2014.
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Lanzafame, Concetta. "Valutazione della qualità degli ambienti lagunari: confronto tra popolamenti bentonici residenti e reclutamento su pannelli artificiali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4595/.

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MAGNI, Francesco Emmanuele (ORCID:0000-0003-2322-4747). "Il reclutamento dei docenti della scuola secondaria: tra evoluzione storica, quadro comparato e prospettive di riforma." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/61977.

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Lo, Basso Luca. "Uomini da remo: gestione delle galere e reclutamento dei galeotti nel Mediterraneo moderno: modelli a confronto." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/10579/85.

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Abstract:
La guerra ed il commercio mediterraneo nell'età moderna furono contraddistinti dall'uso di un particolare mezzo navale: la galera. Si trattava di un'imbarcazione dotata di propulsione mista a vela e a remi, caratterizzata dalla folta ciurma, la cui presenza era fondamentale per il corretto svolgimento della navigazione. Per i diversi Stati del Mediterraneo, nel corso del Cinquecento, il reclutamento dei galeotti, all'epoca tutti uomini liberi, divenne via via sempre più complicato, cosicché nacque l'esigenza di adottare nuove soluzioni. Inoltre, nello stesso periodo, il cambio del sistema di remeggio, dalla voga alla sensile, effettuata cioè con un remo per ogni vogatore, alla voga a scaloccio, eseguita con un unico grande remo mosso da più rematori, fece aumentare enormemente il numero dei galeotti presenti a bordo, acuendo i problemi relativi al loro reclutamento. Perciò ogni Stato cercò una soluzione a questo problema. Si voluto in questo lavoro analizzare le diverse scelte in materia di gestione e reclutamento dei galeotti effettuate nel corso dell'età moderna, comparando tra loro i diversi modelli, elaborati dai governanti dell'epoca. Si è privilegiata l'analisi del sistema veneziano perché esso costituì un unicum rispetto agli altri. Si trattava di una flotta statale, al cui interno però vi era una delega di potere e una richiesta di investimenti ai comandanti delle galere, che rispetto ai loro colleghi di Ponente, erano non solo dei capi militari, ma anche degli amministratori. Questo sistema, che abbiamo definito misto, fece si che le ciurme libere fossero di proprietà dei singoli comandanti e che questo si ripercuotesse sul costo di ogni singolo rematore libero, inferiore, a Venezia, rispetto al forzato. Nelle marinerie di Ponente, invece, tutte le flotte optarono per un sistema basato sulla triade: forzati, schiavi e buonavoglia, ma poi ogn'una adattò questo unico modello alle proprie esigenze politiche ed economiche. Nella parte occidentale del Mediterraneo inoltre si svilupparono sistemi di delega del potere marittimo, messi in opera per abbattere i costi di gestione delle flotte. Ecco quindi che dappertutto si sviluppò il sistema dell'appalto, definito in area spagnola asiento. Ecco invece che i Genovesi inventarono il sistamadell'asiento-noleggio, nel quale le galere rimanevano di proprietà privata dei loro comandanti, che a quella maniera ottenevano dagli Stati noleggiatori, non solo la delega della gestione economica, ma anche la delega del potere marittimo, che permetteva loro di intraprendere qualsiasi traffico lecito e illecito, immuni da qualsiasi controllo. Al centro di questi sistemi stavano i galeotti, una massa di individui "senza storia" e spesso senza nome, la cui importanza però contraddistinse l'intera storia marittima del Mediterraneo moderno. The Mediterranean war and commerce in the Modern period were caracterized by the using of a peculiar nautical tool: the galley. It was a double propulsion ship using both sails and oars with a packed crew which was necessary for the correct navigation. During the XVI Century for all the Mediterranean Nations the galley-slaves' recruitment became more and more difficult so new solutions were required. In the same period there was also a changing in the way of oaring, from the sensile (one oar for a single man) to the scaloccio (a bigger roar used by more men), which produced a great growing in the number of slaves necessary for the galley. In fact every State looked for a solution to the problem of a bigger number of men recruited for war at sea. This work deals with the recruitment and management of the galley-men in the Modern period comparing different models created by the ancient State rulers. The Venetian model was principally analized because it had to be considered as an unicum in the scenery. It was a statal fleet whose leaders were required to command in the name of the Repubblica and at the same time to invest in the financial effort becoming not only military commanders, but also administrators of the res publica. Opposite to the system of the Ponente countries the Venetian pattern imposed free crews owned by the comites. This system produced in Venice a lower cost of the free galley-man than the prisoner. The Western countries instead chose a mixed system based on three figures: galley-men, slaves and buonavoglia (freemen). Often the countries of the Western Mediterranean area let out on contract the management of the public fleet to reduce their costs and in the Spanish area this was called asiento. The Genoise invented a new formula the asiento-charter in which the ships (galleys) remained in the property of the owner. The charterer received from the State not only the delegation of the economical administration of the ships but also the maritime power. This situation caused both legal than illigal traffics without any statal control. Centre of this system was the figure of the galeotti, men without history and often without a name too, who were really an important part of the Mediterranean maritime history.
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De, Zan Elena <1993&gt. "Web 2.0 e processo di assunzione: integrazione dei social media nelle tradizionali attività di reclutamento e selezione del personale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10681.

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Abstract:
L’elaborato intende analizzare le modalità attraverso le quali il Web 2.0 sta attualmente influenzando in modo sempre più evidente le attività di gestione delle risorse umane condotte nelle realtà organizzative – sia italiane che internazionali – e le implicazioni che tale fenomeno comporta, in particolare, in sede di svolgimento del processo di assunzione del personale. Vengono quindi singolarmente esaminate le fasi di cui questo procedimento si compone, con particolare enfasi sulle operazioni di reclutamento e selezione dei potenziali dipendenti, alla luce del ruolo che la piattaforma Web ed i social media assumono nell’efficientamento tecnologico di tali attività. In applicazione a tali considerazioni, la seconda parte della trattazione procede a presentare quattro differenti casi aziendali empirici in forma di analisi comparata, allo scopo di rilevare quanto diverse organizzazioni italiane – tali per nazionalità di fondazione oppure frutto dell’espansione internazionale di realtà produttive estere – risultino essere adeguate allo sfruttamento ottimale delle funzionalità offerte dagli emergenti strumenti digitali e dalle tecnologie più avanzate in relazione alle procedure esaminate. Attraverso la conduzione di apposite interviste somministrate ad alcune personalità afferenti alla funzione HRM e piuttosto influenti nel proprio ambito lavorativo, infatti, l’analisi empirica intende comparare il livello di evoluzione raggiunto dagli aspetti appena introdotti presso quattro differenti organizzazioni di respiro internazionale: Microsoft Italia, Adecco Italia, UniCredit e Ferrovie dello Stato Italiane. Per ognuna di esse, infine, è previsto di fornire alcune considerazioni riguardanti le relative opportunità di miglioramento auspicabili, coerentemente con quanto rilevato nel corso dell’analisi.
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Covato, Gaia. "Variabilità dei popolamenti epibentonici della riviera del Conero." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il presente studio è stato svolto per valutare la variabilità spaziale e temporale delle specie epibentoniche appartenenti all’habitat costiero roccioso della zona di Portonovo, nell’Adriatico centrale. Tale studio è stato svolto in un arco temporale di 3 anni, dal 2011 al 2013. L’area del presente studio si trova all’interno dal Parco regionale del Conero, il primo parco regionale marchigiano per data d’istituzione. Per ogni sito di campionamento e per ogni data sono stati analizzati i popolamenti epibentonici attraverso campioni fotografici che permettono la stima della percentuale di ricoprimento delle specie presenti. Il presente studio mette in evidenza i pattern di differenziamento spaziale e temporale dei popolamenti presenti sui substrati rocciosi naturali di questo tratto di costa calcarea. I popolamenti naturali sono stati confrontati con i popolamenti che possono insediarsi su nuovi substrati. A questo scopo sono stati utilizzati dei pannelli sperimentali in travertino. I risultati ottenuti costituiscono le basi per la pianificazione di strategie per la conservazione di questo habitat costiero, anche tenendo conto della capacità di reclutamento delle diverse specie, in particolare del mitili di particolare interesse commerciale per l’area di studio.
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Russo, Ennio. "Stima della dispersione degli stadi planctonici (uova e larve) dell'alice europea, Engraulis encrasicolus, mediante l'utilizzo di modelli matematici. Possibili relazioni con il reclutamento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/4878/.

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Pratelli, Elena. "L'emigrazione italiana in Belgio (1946-1956)." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14161/.

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Abstract:
In questa tesi prenderò in esame l’emigrazione degli italiani in Belgio nel decennio 1946-1956, rispettivamente l’anno della stipulazione dell’accordo italo-belga e della catastrofe di Marcinelle: in questo periodo 140.100 uomini italiani, talvolta raggiunti dalle loro famiglie, presero la via per le miniere belghe. La tesi è divisa in due capitoli: partenze e arrivi. Nel primo capitolo, mi propongo di ripercorrere le tappe che hanno segnato la partenza dei lavoratori italiani: partendo da una breve panoramica sulla situazione europea nel secondo dopoguerra, passo a definire le dinamiche che hanno portato i due paesi a stringere l’accordo italo-belga del 1946 e a illustrare come siano state realizzate le operazioni di reclutamento in Italia. Concludo il capitolo con una breve analisi dei flussi migratori. Nel secondo capitolo, tratto i traumi che hanno subito gli emigrati italiani una volta arrivati in Belgio, in particolare il lavoro nelle miniere e gli alloggi in cui si ritrovarono a vivere, a proposito dei quali apporto la testimonianza di Girolamo Santocono. Passo poi ad analizzare l’integrazione dei nostri connazionali con la popolazione locale, tenendo conto dell’influenza dei ricongiungimenti familiari; tratterò brevemente anche la partecipazione politica degli emigrati italiani. Inoltre, visto il mio percorso di studi, mi è sembrato interessante almeno accennare alle difficoltà linguistiche incontrate dagli espatriati italiani e all’istruzione dei loro figli. La catastrofe di Marcinelle nel 1956, di cui parlerò nella conclusione, rappresentò la fine di flussi costanti di minatori provenienti dall’Italia ma non l’arresto definitivo delle emigrazioni verso il Belgio che, seppur non più destinate al lavoro nelle miniere, sono un fenomeno ancora attuale e, oggi come ieri, motivato dalla speranza di trovare un futuro migliore.
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CASTAGNINO, FRANCESCO. "I MILITES E I VETERANI: CONDIZIONE GIURIDICA E PRIVILEGI NELL'ETA' DEL PRINCIPATO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/621248.

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Abstract:
Questa tesi si propone di affrontare alcune specifiche questioni riguardanti il ius militare, ovvero quello specifico ius singulare, che, a partire da Augusto, disciplinò le esistenze dei soldati e dei veterani dell’esercito romano. Nello specifico, l’indagine si concentra unicamente sulle norme regolanti la condizione di milites e veterani nell’età del Principato. La ricerca si divide in quattro parti. Nella prima si propone una breve descrizione della storia istituzionale dell’esercito, a partire dalla riforma di Caio Mario fino agli interventi di Augusto in ambito militare. Con riguardo alla riforma militare augustea ci si è soffermati, innanzitutto, sull’istituzione del servizio militare professionale e, in secondo luogo, sull’istituzione dei premi di congedo (i cosiddetti praemia militiae) e dell’aerarium militare (ovvero della cassa specificamente preposta al pagamento dei praemia). Nella seconda parte si prendono in esame le norme che disciplinavano il procedimento di reclutamento e le condizioni di accesso ai differenti corpi dell’esercito, vale a dire le legioni, le truppe ausiliarie, le coorti pretorie e urbane, le coorti dei vigiles, gli equites singulares Augusti e le flotte pretorie e provinciali. Oltre ai requisiti fisici e a quelli giuridici, previsti per accedere a tali corpi, si è approfondito lo studio dello status civitatis attribuito ai milites di alcuni reparti (segnatamente i classiarii delle flotte pretorie e gli equites singulares Augusti), al momento della loro iscrizione nei ranghi dell’unità. La terza parte approfondisce un tema molto controverso, quello del divieto di matrimonio dei militari. Dopo un’analisi approfondita delle differenti opinioni formulate su questo problema, la mia tesi si rivolge ad alcuni nodi mai sciolti dagli studiosi, chiarendo che esso, certamente introdotto prima di Claudio, fu revocato soltanto da Settimio Severo nel 197. L’indagine ha poi affrontato due questioni tra loro connesse: da un canto la natura giuridica delle unioni che i soldati intrattenevano con le donne conosciute durante la ferma, dall’altro la condizione dei figli concepiti in tali relazioni. Quanto a quest’ultimo aspetto mi sono soffermato in particolar modo sui contenuti della nota epistula di Adriano a Ramnius Martialis, la quale concesse ai figli dei soldati di alcuni reparti (in particolare a quelli dei legionari) la bonorum possessio unde cognati. Nella quarta e ultima parte si affronta il tema dei privilegi concessi con il congedo ai veterani e alle loro famiglie. L’indagine si incentra sull’esame dei formulari dei diplomata militaria, ovvero di quei documenti consegnati, al momento dell’honesta missio (congedo onorevole), agli auxiliares, ai classiarii delle flotte pretorie e provinciali, ai pretoriani, agli urbaniciani e agli equites singulares Augusti. L’esame del loro formulario ha permesso di definire la specifica condizione giuridica dei veterani di questi differenti reparti dell’esercito. Lo studio dei diplomata propone, inoltre, altre spinose questioni: occorre comprendere, in primo luogo, perché essi, salvo alcuni casi eccezionali, non furono mai consegnati ai veterani delle iustae legiones. La tesi si chiude con un’indagine sulla natura giuridica delle cosiddette leges veteranorum, vale a dire quelle constitutiones poste a fondamento del rilascio dei singoli diplomi. A tal riguardo l’indagine tenta di individuare le ragioni per le quali le leges veteranorum concernenti gli ausiliari, i classiarii e gli equites singulares Augusti, si differenziavano, anche sul piano diplomatico, da quelle dei pretoriani e degli urbaniciani.
This dissertation aims to deal with some particular questions about ius militare, namely the specific ius singulare, which regulated the condition of Roman soldiers and veterans from the age of Augustus. In particular, the study focuses solely on the rules regulating the condition of milites and veterans in the period of the Roman Principate. The research is divided into four parts. In the first part there is a short description of the institutional history of the Roman army, from the reform of Caius Marius up to the interventions of Augustus in military affairs. With regard to the Augustan military reform, I have concentrated first on the creation of the professional military service and, secondly, on the foundation of the awards of discharge (the so-called praemia militiae) and of the aerarium militare (namely the treasury that would specifically finance the praemia). In the second part, I examine the rules pertaining to the procedure of recruitment and the conditions of access to the different units of the Roman army, namely the legions, the auxiliary units, the Praetorian Guard, the urban cohorts, the vigiles, the equites singulares Augusti, and the praetorian and provincial classes. In addition to the physical and legal requirements, necessary for access to these units, I examine in depth the status civitatis that was conferred to the milites of some units (in particular the classiarii of praetorian classes and the equites singulares Augusti), at the moment of their enrolment in the military. The third part examines a very controversial issue, namely the marriage ban for the soldiers. Following a detailed examination of the different opinions on this question, my dissertation investigates some complex issues which are still to be resolved, clarifying that the ban, certainly introduced befor Claudius, was withdrawn only by Septimius Severus in 197 AD. Furthermore, the research deals with two other related matters: namely, the legal status of the relationships maintained by the soldiers with the women that they met during the service, and, the condition of the children conceived in these relationships. As far as the latter is concerned, I particularly concentrate on the content of the well-known epistula of Hadrian to Ramnius Martialis, which conferred to the children of some milites (in particular those of the legionaries) the bonorum possessio unde cognati. In the fourth and last part, I examine the issue of the privileges conferred to the veterans and their families upon discharge. The research focuses on the analysis of the formularies of diplomata militaria, namely the documents delivered upon the honesta missio (the honorable discharge) to the auxiliares, to the classiarii of the praetorian and provincial fleet, to the praetorians, to the urbaniciani and to the equites singulares Augusti. The examination of their formularies has allowed us to clarify the specific legal condition of the veterans from these different military units. Furthermore, the study on diplomata proposes other thorny questions: firstly it must be understood why they, apart from some exceptional cases, were never delivered to the veterans of iustae legiones. The dissertation ends with a research on the legal nature of the so-called leges veteranorum, namely the constitutiones on the basis of the delivery of each diploma. In this regard, the study attempts to identify the reason why the leges veteranorum concerning the auxiliaries, the classiarii, and the equites singulares Augusti, are different from those of the praetorians and of the urbaniciani, also as regards their diplomatic structure.
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GUIDDI, PAOLO. "Donazione di sangue, dono di vita. Fattori personali, familiari ed organizzativi connessi all'azione donativa." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1022.

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Abstract:
La tesi si focalizza sui donatori di sangue.Obiettivo del lavoro è quindi la trattazione del fenomeno donazione di sangue al fine di cogliere, nella complessità plurale delle variabili che incidono su questo gesto, la rilevanza degli elementi personali, familiari ed organizzativi connessi all’azione donativa. L’impianto di ricerca è stato costruito procedendo in particolare da un’intuizione di Ferguson (2005): la donazione di sangue dev’essere studiata come un processo di stadi sequenziali. Questo approccio deriva dalla revisione del Transtheoretical Model di Prochaska e collaboratori (1982) sulla donazione di sangue (Ferguson, 1996; Ferguson e Chandler, 2005)e dal Volunteer Process Model di Omoto e Snyder (1995, 2000). L’azione donativa è quindi studiabile come un processo che, dall’avvicinamento iniziale, può portare alla nascita dell’Identità di Ruolo di donatore (Piliavin et al., 1999), alla ripetitività cadenzata del gesto e, quindi, alla fidelizzazione. Alla luce dell’obiettivo generale e della scelta di questi approcci, la popolazione di interesse del lavoro è ampia e varia: i primi studi si incentrano, infatti, su neodonatori; il terzo studio confronta neodonatori e donatori fidelizzati; il quarto studio, incentrato su donatori fidelizzati. La logica sequenziale “a scatole cinesi” con cui gli studi sono costruiti ha seguito anche l’altro elemento rilevante dell’obiettivo generale di questo lavoro: l’affondo sulle variabili personali, familiari ed organizzative connesse alla donazione di sangue.Il 1 studio, il cui obiettivo era Identificare tipologie specifiche di persone alla luce delle variabili della Scala Stadi di Cambiamento, mostra come coloro che si avvicinano a donare non possano essere considerati un gruppo omogeneo rispetto alla loro “prontezza” a donare. Evidente, allora, la necessità di costruire strategie di accoglienza differenziate.Il 2 studio, il cui obiettivo era Testare un modello Predittivo dell’Intenzione a Donare sangue con neodonatori, ha la peculiarità di contribuire a comprendere quali variabili intervengono nell’Intenzione a donare per i NEODONATORI.Il 3 studio conferma l’influenza della famiglia di impegnarsi in questo gesto, ed approfondisce le costellazioni motivazionali che avvicinano e che sostengono questo gesto nel tempo.Il 4 studio evidenzia, forse per la prima volta in modo chiaro, il ruolo delle variabili organizzative nell’influenzare non solo l’integrazione in associazione, ma anche la soddisfazione percepita per l’atto della donazione.La donazione di sangue, pur essendo un atto personalmente scelto, quindi, deriva da una costellazione di variabili personali, familiari ed organizzative complementari e mutualmente intersecantisi, che necessitano di essere approfondite e studiate nella loro globalità al fine di arrivare alla creazione di strategie di reclutamento e di fidelizzazione che portino alla soddisfazione totale del bisogno di scorte di sangue.
This work is focused on blood donors. This research’s purpose is the discussion of the blood donation’s phenomenon in order to grasp the complexity of plural variables affecting this gesture, the significance of personal, family and organizational action related gifts. The research starts by the revision of the Transtheoretical Model by Prochaska and colleagues (1982) on blood donation (Ferguson, 1996, Ferguson and Chandler, 2005) and the Volunteer Process Model by Omoto and Snyder (1995; 2000). The donation action has been studied as a process: by the approach, the birth of Role Identity of donor (Piliavin et al., 1999), the rhythmic repetition of the gesture, and therefore loyalty. Participants are wide and varied: the first studies focus, in fact, on neodonors; the third study compares neodonors and retained donors, the fourth study, is focused on Retained donors. The thesis is composed by four research studies. The first study’s aim is to identify genders of people on the basis of the variables of the Stages of Change Scale. It shows how the subjects who donate cannot be considered as a homogeneous group considering their "readiness" to donate. It is evident, then, the need of building strategies for different reception. The second study develops a model of the explanatory factors determining the predisposition to donate blood in neodonors will. The third study confirms the influence of the family to engage in this act, and explores the motivations that substained this act. The fourth study shows clearly, maybe for the first time, the role of organizational variables in influencing not only the integration in Avis, but also the perceived satisfaction for the act of donation. The blood donation, in spite of being a personal choice action, derives from a constellation of personal variables, complementary and mutually intersecting. this complex systems here studied in its entirety in order to create more proper recruitment and maintaining strategies that can lead to the total satisfaction of blood supply needs.
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GUIDDI, PAOLO. "Donazione di sangue, dono di vita. Fattori personali, familiari ed organizzativi connessi all'azione donativa." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1022.

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Abstract:
La tesi si focalizza sui donatori di sangue.Obiettivo del lavoro è quindi la trattazione del fenomeno donazione di sangue al fine di cogliere, nella complessità plurale delle variabili che incidono su questo gesto, la rilevanza degli elementi personali, familiari ed organizzativi connessi all’azione donativa. L’impianto di ricerca è stato costruito procedendo in particolare da un’intuizione di Ferguson (2005): la donazione di sangue dev’essere studiata come un processo di stadi sequenziali. Questo approccio deriva dalla revisione del Transtheoretical Model di Prochaska e collaboratori (1982) sulla donazione di sangue (Ferguson, 1996; Ferguson e Chandler, 2005)e dal Volunteer Process Model di Omoto e Snyder (1995, 2000). L’azione donativa è quindi studiabile come un processo che, dall’avvicinamento iniziale, può portare alla nascita dell’Identità di Ruolo di donatore (Piliavin et al., 1999), alla ripetitività cadenzata del gesto e, quindi, alla fidelizzazione. Alla luce dell’obiettivo generale e della scelta di questi approcci, la popolazione di interesse del lavoro è ampia e varia: i primi studi si incentrano, infatti, su neodonatori; il terzo studio confronta neodonatori e donatori fidelizzati; il quarto studio, incentrato su donatori fidelizzati. La logica sequenziale “a scatole cinesi” con cui gli studi sono costruiti ha seguito anche l’altro elemento rilevante dell’obiettivo generale di questo lavoro: l’affondo sulle variabili personali, familiari ed organizzative connesse alla donazione di sangue.Il 1 studio, il cui obiettivo era Identificare tipologie specifiche di persone alla luce delle variabili della Scala Stadi di Cambiamento, mostra come coloro che si avvicinano a donare non possano essere considerati un gruppo omogeneo rispetto alla loro “prontezza” a donare. Evidente, allora, la necessità di costruire strategie di accoglienza differenziate.Il 2 studio, il cui obiettivo era Testare un modello Predittivo dell’Intenzione a Donare sangue con neodonatori, ha la peculiarità di contribuire a comprendere quali variabili intervengono nell’Intenzione a donare per i NEODONATORI.Il 3 studio conferma l’influenza della famiglia di impegnarsi in questo gesto, ed approfondisce le costellazioni motivazionali che avvicinano e che sostengono questo gesto nel tempo.Il 4 studio evidenzia, forse per la prima volta in modo chiaro, il ruolo delle variabili organizzative nell’influenzare non solo l’integrazione in associazione, ma anche la soddisfazione percepita per l’atto della donazione.La donazione di sangue, pur essendo un atto personalmente scelto, quindi, deriva da una costellazione di variabili personali, familiari ed organizzative complementari e mutualmente intersecantisi, che necessitano di essere approfondite e studiate nella loro globalità al fine di arrivare alla creazione di strategie di reclutamento e di fidelizzazione che portino alla soddisfazione totale del bisogno di scorte di sangue.
This work is focused on blood donors. This research’s purpose is the discussion of the blood donation’s phenomenon in order to grasp the complexity of plural variables affecting this gesture, the significance of personal, family and organizational action related gifts. The research starts by the revision of the Transtheoretical Model by Prochaska and colleagues (1982) on blood donation (Ferguson, 1996, Ferguson and Chandler, 2005) and the Volunteer Process Model by Omoto and Snyder (1995; 2000). The donation action has been studied as a process: by the approach, the birth of Role Identity of donor (Piliavin et al., 1999), the rhythmic repetition of the gesture, and therefore loyalty. Participants are wide and varied: the first studies focus, in fact, on neodonors; the third study compares neodonors and retained donors, the fourth study, is focused on Retained donors. The thesis is composed by four research studies. The first study’s aim is to identify genders of people on the basis of the variables of the Stages of Change Scale. It shows how the subjects who donate cannot be considered as a homogeneous group considering their "readiness" to donate. It is evident, then, the need of building strategies for different reception. The second study develops a model of the explanatory factors determining the predisposition to donate blood in neodonors will. The third study confirms the influence of the family to engage in this act, and explores the motivations that substained this act. The fourth study shows clearly, maybe for the first time, the role of organizational variables in influencing not only the integration in Avis, but also the perceived satisfaction for the act of donation. The blood donation, in spite of being a personal choice action, derives from a constellation of personal variables, complementary and mutually intersecting. this complex systems here studied in its entirety in order to create more proper recruitment and maintaining strategies that can lead to the total satisfaction of blood supply needs.
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MOCHI, FRANCESCA. "Creatività individuale e di team: Esperimenti riguardo gli effetti degli stili di leadership e delle pratiche di gestione delle risorse umane." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39858.

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Abstract:
La tesi approfondisce alcune delle risorse strategiche che permettono la sopravvivenza e il miglioramento delle organizzazioni. Essa si divide in tre articoli, il fil rouge è l’utilizzo degli esperimenti come metodologia di ricerca. Riconoscendo la creatività dei lavoratori come una competenza strategica e una misura di performance sia a livello individuale che di gruppo, il primo articolo confronta gli effetti di tre stili di leadership – trasformazionale, transazionale e laissez-faire – sulla creatività individuale e mostra quale di essi sia più appropriato per il suo incremento. I mood positivi e negativi sono stati inclusi nel modello di ricerca come mediatori e la motivazione intrinseca è stata inclusa come moderatore. Il secondo articolo estende il primo e indaga le medesime relazioni a livello di team. Non solo i leader, ma anche i follower sono rilevanti per le organizzazioni: i talenti sono la linfa vitale delle organizzazioni e il loro comportamento deve essere indagato in modo da attrarli, trattenerli e gestirli. Il terzo articolo indaga quindi il comportamento dei talenti nella ricerca di una posizione lavorativa e nella scelta del datore di lavoro tramite l’utilizzo di social media e l’analisi delle pagine sui social network.
The purpose of the thesis is to provide an in-depth understanding of some strategic resources that allow organizational survival and improvement. The thesis is divided into three papers and the fil rouge is the use of experimental design as research methodology. Recognizing creativity as a strategic competence and a measure of individual or team performance, the first paper compares the effect of three leadership styles – transformational, transactional and laissez-faire – on individual creativity, thus showing which leadership behavior is the most suitable for enhancing it. Positive and negative moods are included in the research design as mediators and individual intrinsic motivation is included as moderator. The second paper is an extension of the first one and investigates the same relationships at a team level of analysis. Furthermore, not only leaders are relevant for the organizations, but followers too. Talents are the life-bloods of organizations and their behaviours have to be detected for attracting them, but also for retaining and managing them. The third paper untangles the job seekers’ behaviors in looking for a job and choosing a company rather than another one basing their choice on the screening of social media and social network pages.
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MOCHI, FRANCESCA. "Creatività individuale e di team: Esperimenti riguardo gli effetti degli stili di leadership e delle pratiche di gestione delle risorse umane." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39858.

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Abstract:
La tesi approfondisce alcune delle risorse strategiche che permettono la sopravvivenza e il miglioramento delle organizzazioni. Essa si divide in tre articoli, il fil rouge è l’utilizzo degli esperimenti come metodologia di ricerca. Riconoscendo la creatività dei lavoratori come una competenza strategica e una misura di performance sia a livello individuale che di gruppo, il primo articolo confronta gli effetti di tre stili di leadership – trasformazionale, transazionale e laissez-faire – sulla creatività individuale e mostra quale di essi sia più appropriato per il suo incremento. I mood positivi e negativi sono stati inclusi nel modello di ricerca come mediatori e la motivazione intrinseca è stata inclusa come moderatore. Il secondo articolo estende il primo e indaga le medesime relazioni a livello di team. Non solo i leader, ma anche i follower sono rilevanti per le organizzazioni: i talenti sono la linfa vitale delle organizzazioni e il loro comportamento deve essere indagato in modo da attrarli, trattenerli e gestirli. Il terzo articolo indaga quindi il comportamento dei talenti nella ricerca di una posizione lavorativa e nella scelta del datore di lavoro tramite l’utilizzo di social media e l’analisi delle pagine sui social network.
The purpose of the thesis is to provide an in-depth understanding of some strategic resources that allow organizational survival and improvement. The thesis is divided into three papers and the fil rouge is the use of experimental design as research methodology. Recognizing creativity as a strategic competence and a measure of individual or team performance, the first paper compares the effect of three leadership styles – transformational, transactional and laissez-faire – on individual creativity, thus showing which leadership behavior is the most suitable for enhancing it. Positive and negative moods are included in the research design as mediators and individual intrinsic motivation is included as moderator. The second paper is an extension of the first one and investigates the same relationships at a team level of analysis. Furthermore, not only leaders are relevant for the organizations, but followers too. Talents are the life-bloods of organizations and their behaviours have to be detected for attracting them, but also for retaining and managing them. The third paper untangles the job seekers’ behaviors in looking for a job and choosing a company rather than another one basing their choice on the screening of social media and social network pages.
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PINNA, MARIA SILVIA. "Biology and conservation status of Juniperus macrocarpa Sm. in Sardinia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266221.

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Abstract:
The present Ph.D. thesis aimed to provide a better understanding of Juniperus macrocarpa and the habitat that it characterizes (Juniperus spp. habitat; European priority habitat) in Sardinian coastal dunes, as well as to achieve results useful to support in situ and ex situ conservation actions. In particular, the specific aims of the thesis were: (1) to analyse morphological variation in seeds of Mediterranean Juniperus taxa (at inter- and intraspecific level) and morphometric differences in J. macrocarpa seeds collected in different populations, seasons and sources; (2) to evaluate the effect of the collecting season, source, laboratory pre-treatments and temperatures on seed viability and germination of J. macrocarpa; (3) to investigate factors affecting seedling emergence, survival and growth of the species; (4) to explore the floristic variability of the habitat in Sardinia in relation to geographic, climatic and human variables, as well as the potential effect of human disturbance and sampling period on key plant parameters; and finally (5) to assess the conservation status of this habitat in Sardinia. In the first chapter, a statistical classifier for Mediterranean Juniperus taxa based on seed morphometric parameters analysed by image analysis techniques, was tested at interspecific, specific and intraspecific levels. Analysed seeds came from galbules of Juniperus taxa collected from different regions of the Mediterranean Basin and galbules of J. macrocarpa collected in 2010 from four Sardinian populations, in two seasons and in plants and soil. Two taxonomic treatments for Juniperus genus (Flora Europaea and The Plant List) were compared and inter-population, seasonal and source variability in seed morphology were analysed. High percentages of correct identification were reached for both taxonomic treatments at specific and intraspecific level and from the comparison among taxa of the J. oxycedrus, J. communis and J. phoenicea complexes. Moreover, this statistical classifier discriminated J. macrocarpa seeds collected in spring better than those collected in autumn, but it seemed not to be able to discriminate those seeds collected from plants and soil, nor those ones collected in different populations from the same geographical region. In the subsequent chapter, seed viability and germination phenology of J. macrocarpa were investigated. For this purpose, ripe galbules in four localities and in two seasons, both from plants and soil, were collected. In order to verify the presence of physiological dormancy, warm (W) and cold stratification (C), two combinations of them (W+C and C+W), and no pre-treatment (control) were applied. After pre-treatments, seeds were incubated in a range of constant (10–25°C) and alternating (25⁄10°C) temperatures. Seed viability was low (ca. 40%) and the source (plant or soil) had not a significant effect on it, but it varied significantly according to season, showing lower percentages for seeds collected in autumn than in spring. Seed germination was low (ca. 10%), the control and W were the most effective on stimulating germination, while C negatively affected germination. The best temperatures for germination were 15 and 20°C and seeds collected in spring showed higher germination percentages (ca. 11%) than in autumn (ca. 7%). Seeds of J. macrocarpa are dormant and the results of this study suggested the presence of secondary dormancy induced by cold stratification. The germination phenology all along the dispersal season (from autumn to spring) was illustrated, as well as the potentiality of this taxon to create a soil seed bank. In the third chapter, factors affecting emergence, survival and growth of J. macrocarpa seedlings, were investigated. For this study, permanent plots were placed and periodically monitored. Within them, besides seedling parameters (emergence, survival and growth), several biotic and abiotic variables (solar radiation, tree cover, herbaceous plus scrub cover, distance from the closer J. macrocarpa female, number of galbules on the soil and event number of herbivore trace) were measured. Linear mixed-effects models were used to test the relative importance of different groups of explanatory variables on seedling parameters. A total of 536 seedlings were marked, most of which emerged in winter. The "microclimate" was the best fit model explaining emergence, highlighting the positive relation between the number of emerged seedlings and tree cover. Survival was very low and most of the seedlings died in the first months from emergence, reaching the highest mortality rate in the first summer. High values of both herbivory and solar irradiation increased mortality risk. Our results confirmed that J. macrocarpa is a slow growing species, and no seedlings reached the subsequent size class. Moreover, growth depended on suitable microhabitats, and in particular it was positively related to tree cover, hours of sunlight, and herbaceous plus scrub cover. Despite these relevant results, long-term studies are needed to identify key issues in the life cycle of J. macrocarpa (e.g. germination, fitness, and recruitment). In the last chapter, the floristic variability of Juniperus spp. habitat in Sardinia in relation to geographic, climatic and human variables was explored. Two data sets were created: the first one by inputting phytosociological relevés available in literature and our own relevés; the second one by including for each relevé geographic, climatic and floristic variables, as well as sampling period and human disturbance as categorical variables. The floristic composition differed among sites and this variation was mainly ruled by a latitudinal gradient linked to a climatic gradient. Regarding the results of key parameters in the evaluation of the habitat quality, floristic richness was positively influenced by low and medium level of human disturbance; the endemic taxa cover was positively related to a medium level of human disturbance, while the alien taxa cover was positively related to recent samplings. The conservation status of Juniperus spp. habitat in Sardinia following the IUCN protocol we also assessed. Preliminary results showed that this habitat should be considered as endangered (EN) at a regional level. In conclusion, our results gave new findings for the recovery and conservation planning of the species and the habitat under study. Specifically, we found that spring was the best season for seed collection. We also suggest: autumn as the period for planting or sowing, with planting being preferable to sowing; shielding plants from solar radiation under canopy; the application of techniques such as organic blanket when sowing is the selected option. In addition, in order to improve the conservation status of Juniperus spp. habitat, we advise management measures such as the eradication of alien taxa, as well as interventions aimed to reduce human impact on the dune systems.
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Tonon, Alessia. "Assessment of large wood budget in two different rivers located in Alpine and Andean environment." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422757.

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Abstract:
In forested river basins, Large Wood (LW) is a key component responsible for the geomorphological and ecological aspect of fluvial systems but, at the same time, is a source of hazard for sensitive places. Given its dual role, the analysis and quantification of LW in rivers, as well as understanding its mobilization and deposition, are crucial steps in order to ensure an appropriate management of riverine areas. This study attempts to increase knowledge in the main LW-related processes, such as the lateral recruitment from bank erosion, fluvial transport and the presence of buried LW, assessing the LW budget in two rivers. The study was conducted in two different fluvial environments. A 3.7 km-long reach was selected along the middle course of the Italian Piave River, a human impacted gravel-bed river typified by wandering and island-braided morphologies. In addition, three 80 m-long reaches were selected along the lower course of the Chilean Blanco River, a natural river with a morphology that drastically changed because of a recent volcanic eruption. The three considered items of the budget were analyzed by field activities conducted during the three years of the PhD. The lateral recruitment of LW was analyzed only in the Piave River for an over-bankfull flood (RI~7yr) by measuring, positioning and tagging all standing trees (D≥ 0.1m) within a 20 m buffer wide along the floodplain banks and island perimeters. A similar methodology was used to investigate, in both rivers, the fluvial transport of LW by considering all woody elements (D≥0.1m and L≥1m) within the active channel. In this way, during post-event surveys it was possible to identify the input (deposition) and output (mobilization) elements. Because the sediments from the volcanic eruption caused the burial of several standing trees and LW, the presence of buried LW was explored only in the Blanco River by Ground Penetrating Radar (GPR) testing. In the Piave River, the LW budget was assessed for very low floods (RI<1yr), whereas in the Blanco River ordinary (RI~1yr) and not-ordinary floods (RI 10-25yr) were considered. The results highlighted that, in the Piave River, the recruitment from bank erosion is a common process for the supply of LW. Volumes of recruited LW were found to vary according to the extension of the eroded surface, type of eroded morphological unit and riparian vegetation characteristics. Larger volumes (25.1 m3∙km-1) are recruited from both the floodplain and fluvial islands during not-ordinary floods (RI~7yr), whereas for ordinary events (RI<1yr) small amounts of LW (0.21 m3∙km-1) are recruited just from the floodplain. Furthermore, flood magnitude was found to be an important factor controlling the temporal fluctuations of LW storage, resulting in decreases and increases of LW abundance during ordinary and not-ordinary events, respectively. The increase in wetted area results in a greater inundation of fluvial bars that allows, at the same time, the mobilization and deposition of LW. In addition to the role of flood magnitude, the local-scale morphology of the river appeared to be another factor influencing the changes in LW abundance, with greater variations in multi-thread than single-thread channels, where the larger and faster increase in the inundated area increases the amount of in-transport LW. In particular, the budget for the Piave River featured negligible variations in LW storage (-9.7%) and a very low mobility rate (1.43%) reflecting the low magnitude of occurred events. By contrast, a higher dynamicity of LW was found in the Blanco River also during ordinary events, with mobility rates ranging from 41 to 94% and LW storage increasing up to 179%, because of the considerable input volumes (highest input of 285.35 m3∙ha-1). The complexity of LW dynamics in the Blanco River is also due to the presence of buried LW (1.65 m3∙ha-1) that can be easily exhumed and, thus, increase the amount of in-transport LW. This volume was obtained as a first approach with the GPR that proved to be a valid and non-destructive method to bridge this gap. The results obtained in this study can be considered useful advances in understanding the three main LW-related processes (recruitment, mobilization, deposition), knowledge of which is essential in order to ensure the positive contributions of wood to river ecosystems, and minimize potential hazards adopting correct management plans.
In bacini fluviali boschivi, il materiale legnoso è considerato un elemento chiave responsabile dell’aspetto geomorfologico ed ecologico dei sistemi fluviali ma, allo stesso tempo, anche un elemento di pericolo per alcune strutture sensibili. A causa di questo duplice ruolo, l’analisi e la quantificazione del legname nei corsi d’acqua, così come la comprensione dei processi di mobilizzazione e deposizione, sono step cruciali per assicurare una corretta gestione delle zone fluviali. Questo studio valuta il bilancio del materiale legnoso in due corsi d’acqua, al fine di incrementare le conoscenze riguardanti i principali processi in cui il legname è coinvolto, come il reclutamento laterale dovuto ad erosione spondale, il trasporto fluviale e la presenza di legname sepolto. Lo studio è stato condotto in due diversi ambienti fluviali. Un tratto fluviale di 3.7 km è stato selezionato lungo il corso mediano del fiume Piave (Italia), un fiume antropizzato a fondo ghiaioso con morfologie principali wandering e a canali intrecciati con presenza di isole fluviali. Inoltre, tre tratti fluviali con lunghezza di 80 m sono stati selezionati lungo il corso finale del fiume Blanco (Cile), un fiume naturale che ha subìto un drastico cambiamento nella morfologia a causa di una recente eruzione vulcanica. Le tre componenti del budget che sono state considerate, sono state analizzate attraverso attività di campo condotte durante i tre anni di dottorato. Il reclutamento laterale è stato analizzato solamente nel fiume Piave a seguito di una piena superiore alla bankfull (TR~7anni) misurando, geo riferendo ed identificando tutti gli alberi (D≥ 0.1m) posizionati all’interno di un buffer di 20 m di larghezza lungo le sponde della floodplain e lungo il perimetro delle isole. Una metodologia simile è stata applicata per analizzare, in entrambi i fiumi, il trasporto fluviale del legname considerando tutti gli elementi legnosi (D≥0.1m e L≥1m) presenti all’interno dell’alveo. In questo modo, durante i rilievi post-evento è stato possibile identificare gli elementi di input (deposizione) e quelli di output (mobilizzazione). Dal momento che i sedimenti vulcanici causarono la sepoltura di numerosi alberi e materiale legnoso, la presenza di legname sepolto è stata analizzata solamente nel fiume Blanco, testando l’efficacia di un georadar. Il bilancio del legname è stato analizzato, nel caso del fiume Piave, per piene ordinarie (TR<1anno), mentre per il fiume Blanco sono state considerate sia piene ordinarie (TR~1anno) che non ordinarie (TR 10-25anni). I risultati hanno evidenziato come, nel fiume Piave, il reclutamento per erosione spondale sia un processo importante per la fornitura del legname in alveo. I volumi di legname reclutato variano a seconda dell’estensione delle superfici erose, della tipologia di unità morfologica erosa e a seconda delle caratteristiche della vegetazione ripariale. Durante piene non ordinarie (TR~7anni) sono stati reclutati volumi maggiori (25.1 m3∙km-1) per erosione della floodplain e delle isole fluviali, mentre durante piene ordinarie (TR<1anno) il reclutamento di legname (0.21 m3∙km-1) è avvenuto solo per erosione della floodplain. Inoltre, la magnitudo degli eventi di piena è risultata essere un fattore importante per il controllo delle fluttuazioni temporali dello storage di legname causando una riduzione ed un aumento della quantità di legname in alveo a seguito, rispettivamente, di piene ordinarie e non ordinarie. Per piene non ordinarie, l’aumento dell’area bagnata determina una maggiore inondazione delle barre fluviali e questo permette, allo stesso tempo, la mobilizzazione e deposizione del legname. Oltre alla magnitudo delle piene, un altro fattore responsabile delle variazioni del legname in alveo è riconducibile alla diversa morfologia locale dei tratti analizzati. Maggiori variazioni sono state riscontrate in corrispondenza di morfologie a canali multipli, dove, rispetto alle morfologie a canali singoli, il rapido e maggiore aumento dell’area bagnata aumenta la quantità di legname potenzialmente trasportabile. In particolare, il budget del legname nel fiume Piave si caratterizza per variazioni quasi trascurabili (-9.7%) ed un tasso di mobilità molto basso (1.43%) che rispecchiano la bassa magnitudo degli eventi verificatisi. Diversamente, il fiume Blanco presenta una maggiore dinamicità del legname anche durante eventi di piena ordinari, con tassi di mobilità variabili tra 41 e 94% ed un aumento nello storage di legname fino al 179% dovuto ai notevoli volumi di input (volumi massimi 285.35 m3∙ha-1). La complessità delle dinamiche del legname del fiume Blanco è avvalorata anche dalla presenza di legname sepolto (1.65 m3∙ha-1) che può essere facilmente riesumato ed aumentare la quantità di legname in transito. Tale analisi ha permesso di dimostrare l’utilità del georadar come un metodo valido e non distruttivo che potrebbe essere utilizzato per colmare questa lacuna inerente il legname sepolto. I risultati ottenuti in questo studio possono essere considerati come dei progressi utili per la comprensione dei tre principali processi legati al legname (reclutamento, mobilizzazione, deposizione) le cui conoscenze sono essenziali al fine di mantenere i benefici del legname per il sistema fluviale e minimizzare i potenziali rischi attraverso l’adozione di corretti piani di gestione.
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Pons, i. Portolés Josep. "Cork oak regeneration: an approach based on species interactions at landscape scale." Doctoral thesis, Universidad de Alicante, 2009. http://hdl.handle.net/10045/13877.

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Acosta, López Alejandro. "Los voluntarios españoles en la Legión Extranjera francesa durante la Primera Guerra Mundial." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2021. http://hdl.handle.net/10803/671852.

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Abstract:
Esta tesis doctoral pretende profundizar en uno de los aspectos más desatendidos en la historiografía sobre la relación de España con la Primera Guerra Mundial como es la participación de españoles como voluntarios en las filas de la Legión Extranjera francesa. Para ello, la tesis se vertebra en base a dos grandes ámbitos generales. Por un lado, a través de una labor de recopilación documental que incluye la incorporación por primera vez de una parte importante de las fuentes oficiales de la Legión en Aubagne, la tesis pretende avanzar de manera científica en aspectos como la cuantificación de los combatientes españoles o el porcentaje de bajas, así como en otros aspectos que contribuyen a describir el perfil de los combatientes y pueden ayudar a comprender su trayectoria, su experiencia y sus motivaciones. Por otra parte, la tesis analiza el desarrollo de la atención hacia los voluntarios españoles y su utilización política, poniendo una especial atención a las gestiones ministeriales y al núcleo aliadófilo cercano al liberalismo y al reformismo y con centro de actuación en Madrid que acabó conformando en 1918 el Patronato de Voluntarios Españoles, un organismo impulsado por José Subirà Puig y que pese a su corta vida acometió un intento de fijar y hegemonizar un relato sobre los voluntarios en disputa con el discurso elaborado desde los sectores aliadófilos catalanistas. Finalmente, esta tesis doctoral también se pregunta por la construcción y pervivencia de una memoria sobre aquellos combatientes y su utilización, no exenta de vicisitudes, en los intentos de reescribir el pasado de España y Cataluña durante la Primera Guerra Mundial desde la inmediata posguerra hasta nuestros días. Con todo ello, se pretende ofrecer una visión amplia que ayude a resolver muchos interrogantes hasta ahora pendientes de respuesta y a una mejor comprensión de la compleja relación entre el voluntariado armado y la movilización política y cultural sostenida por algunos grupos en la España neutral de 1914-1918.
La présente thèse de doctorat vise à approfondir l’un des aspects les plus délaissés de l’historiographie des rapports entre l’Espagne et la Première Guerre mondiale, à savoir la participation de volontaires espagnols dans les rangs de la Légion étrangère française. À cette fin, la thèse s’articule autour de deux grands axes généraux. D’une part, à travers un travail de compilation de documents qui, pour la première fois, comprend l’incorporation d’une part importante des sources officielles de la Légion à Aubagne, la thèse vise à avancer, de manière scientifique, dans des aspects tels que la quantification des combattants espagnols ou du pourcentage de victimes, ainsi que dans d’autres aspects qui contribuent à une description du profil des combattants et à une meilleure compréhension de leur expérience et de leurs motivations. D’autre part, la thèse analyse le développement de l’attention portée aux volontaires espagnols et son utilisation politique, en se penchant plus particulièrement sur les démarches ministérielles et sur le secteur de la population favorable aux Alliés avec liaisons avec le libéralisme et le réformisme dont le centre d’action était situé à Madrid et qui finit par former en 1918 le Patronato de Voluntarios Españoles (désigné ci-après sous le sigle PVE), une organisation crée par José Subirà Puig qui, malgré sa courte vie, tentera d’établir et d’hégémoniser un récit sur les volontaires en conflit avec le discours élaboré par les secteurs catalanistes favorables aux Alliés. Enfin, cette thèse de doctorat s’interroge aussi sur la construction et la survivance d’une mémoire sur ces combattants, ainsi que sur son utilisation, non exempte de vicissitudes, dans les tentatives de réécriture du passé de l’Espagne et de la Catalogne pendant la Première Guerre mondiale, de l’après-guerre immédiate à nos jours. Cette thèse vise ainsi à offrir une vision large qui aide à résoudre de nombreuses questions restées jusqu’ici sans réponse et à mieux comprendre la complexité du rapport entre le volontariat armé et la mobilisation politique et culturelle soutenue par certains groupes dans l’Espagne neutre de 1914-1918.
This doctoral thesis aims to delve into one of the most neglected aspects in the historiography of Spain’s relationship with the First World War, which is the participation of Spaniards as volunteers in the ranks of the French Foreign Legion. For this, the thesis is structured on the basis of two broad general areas. On the one hand, through a documentary compilation work that includes the incorporation for the first time of an important part of the official sources of the Legion in Aubagne, the thesis aims to advance scientifically in aspects such as the quantification of the Spanish combatants or the percentage of casualties, as well as other aspects that help to describe the profile of the combatants and can help to understand their trajectory, their experience and their motivations. On the other hand, the thesis analyzes the development of attention to Spanish volunteers and their political use, paying special attention to ministerial efforts and the alliadophile nucleus close to liberalism and reformism and with a center of action in Madrid that ended up forming in 1918 the Patronato de Voluntarios Españoles, an organization promoted by José Subirà Puig and that despite its short life undertook an attempt to establish and hegemonize a story about the volunteers in dispute with the discourse prepared from the Catalanist pro-allied sectors. Finally, this doctoral thesis also asks itself about the construction and survival of a memory about those combatants and their use, not without its vicissitudes, in the attempts to rewrite the past of Spain and Catalonia during the First World War from the immediate postwar period to present days. With all this, it is intended to offer a broad vision that helps to solve many questions so far pending answer and a better understanding of the complex relationship between armed volunteering and the political and cultural mobilization sustained by some groups in neutral Spain in 1914- 1918.
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NANNELLI, TIZIANA. "“Progetto NINFEA Nascita e Infanzia: gli Effetti dell’Ambiente” L’esperienza di uno studio di coorte con reclutamento on-line in regione Toscana." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/860494.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi 20 anni si sono aperte nuove frontiere d’indagine che hanno portato ad attestare come l’insorgenza di alcune condizioni e malattie croniche, quali ad esempio l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, le malattie respiratorie, possano avere un origine molto precoce, già nel grembo materno. Pioniero di questo nuovo campo di studi è stato David J.P. Barker (Barker DJ, Godfrey KM, Gluckman PD, Harding JE, Owens JA, Robinson JS, 1993) che assieme ad altri colleghi, ha avvalorato quella è che riconosciuta come “Fetal Origins Hypothesis” di alcune malattie. Lo studio di questa area si presenta complessa per tutta una serie di ragioni come le tipologie di analisi richieste e la necessità di un approccio metodologico rigoroso e duraturo nel tempo, che permetta di avere dati adeguati per la valutazione di queste relazione. Anche sulla base di queste premesse, in Europa e non solo, si sono costituiti alcuni studi di coorte di nuovi nati che seguono nel tempo i bambini dal momento del concepimento sino all’età adulta, raccogliendo informazioni sui fattori di rischio o protettivi per l’insorgenza di condizioni patologiche e malattie durante l’arco dell’intera vita. (Enrieco Project – ENvironmental health RIsks in European birth COhorts, 2009; CHICOS developing a CHIld COhort research Strategy for europe, 2010). La nascita di collaborazioni europee, (dove anche il Progetto NINFEA è presente ed attivo), permetterà di analizzare congiuntamente alcune informazioni raccolte dalle diverse coorti, in modo da poter investigare anche l’ esposizioni a fattori di rischio e malattie rare, difficilmente indagabili con un singolo studio, favorirà inoltre le scelte decisionali di coloro che sono in grado di decidere quali interventi mettere in atto per garantire la salute dei cittadini di oggi e di domani. Come in Europa, anche in Italia sono in corso diversi studi di coorte di nuovi nati, che collaborano con ricercatori di tutti i paesi: GASP II (Genetica e Ambiente: Studio Prospettico dell’Infanzia in Italia), Co.N.ER (Bologna birth cohort), MUBISCO (MUltiple BIrthS COhort study), Trieste child development cohort, Piccoli più e il “Progetto NINFEA” (Progetto Ninfea - http://www.progettoninfea.it , 2005). Il progetto NINFEA è uno studio di coorte di nuovi nati iniziato nel 2005. Lo studio è stato ideato ed è gestito a livello nazionale dalla SCDU di Epidemiologia – AO Città della Salute e della Scienza di Torino - PO Molinette e Università degli Studi di Torino. In Toscana il progetto è coordinato dal 2010 dalla Unità di Epidemiologia dell’AOU Meyer e dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Firenze e si è realizzato attraverso la collaborazione attiva delle Aziende Sanitarie: ASF di Firenze, ASL 8 Arezzo e ASL 12 Versilia e da quest’anno anche dalla ASL 2 Lucca. Il progetto, che si connota come un’indagine multi-purpose e si è realizzata adottando sistemi web-based research per il reclutamento della popolazione che sarà seguita nel tempo. Gli obiettivi sono orientati all’indagine delle relazioni tra alcuni i fattori di rischio o protettivi, a cui può essere esposto il feto durante la gravidanza o il bambino dal momento della sua nascita (come ad esempio: l’ambiente domestico e lavorativo della madre, l’utilizzo di farmaci, le abitudini di vita ecc.) e i primi anni di vita (ad esempio: l’allattamento e la dieta, l’esposizione a fumo) e la successiva insorgenza di alcune condizioni e malattie che si presentano dall’infanzia all’età adulta. L'innovazione di questo studio di coorte, oltre all'ampia gamma di variabili osservate, è l'utilizzo di sistemi internet-based research per la sua realizzazione, rappresentando il primo studio di coorte nati web-based research attualmente presente in Italia.
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