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Dissertations / Theses on the topic 'Recupero acque'

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Torlai, Giacomo. "Recupero e riuso delle acque meteoriche all'interno dell'edificio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3736/.

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Martinelli, Andrea. "Valorizzazione di acque reflue mediante recupero di fosfati per adsorbimento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19238/.

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Abstract:
Visto l’attuale fabbisogno di fosforo, è fondamentale, in un’ottica di sostenibilità ambientale, mettere a punto un trattamento che consenta di ottenere un efficiente recupero del fosforo. Il seguente lavoro di tesi si pone come obbiettivo quello di caratterizzare la prestazione di un adsorbente utilizzato in un impianto pilota presso l’università di Cranfield per il recupero del fosforo da acque reflue municipali dopo 2 anni di utilizzo, corrispondenti a 66 cicli di adsorbimento/desorbimento. In particolare sono state confrontate le prestazioni ottenibili dalla resina usata rigenerata con la procedura standard (mediante NaOH 2%) e con una procedura di ricondizionamento mediante un trattamento più forte (mediante NaOH 2% + NaCl 5%) con quelle della resina vergine. Le due tipologie di soluzione rigenerante serviranno a valutare il contributo all’adsorbimento totale delle nanoparticelle di HFO e dei gruppi funzionali presenti sulla resina. I test sono stati condotti sia in soluzioni sintetiche di fosfato (acqua demineralizzata a cui viene aggiunto un determinato quantitativo di sali di fosfato), sia in soluzioni reali (wastewaters, fornite dalla multiutility HERA). Lo studio è stato condotto mediante isoterme di adsorbimento e test in continuo (curve di breakthrough). I risultati ottenuti confermano che la resina, dopo due anni, mantiene ottime prestazioni, molto simili alla vergine. Il materiale ha mostrato una ottima resistenza meccanica, durabilità e facilità di rigenerazione, dimostrandosi un eccellente adsorbente per gli ortofosfati anche alle basse concentrazioni tipiche degli effluenti secondari di scarto. I test in continuo hanno inoltre mostrato come, alle tipiche concentrazioni delle acque reflue, la rigenerazione dei gruppi funzionali della resina mediante sodio cloruro non porti ad un significativo miglioramento delle proprietà adsorbenti. Dai dati ottenuti si può affermare con certezza che il ciclo vitale della resina risulta essere ben oltre i 2 anni.
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Galli, Leonardo. "Valorizzazione di acque reflue mediante recupero di ammonio per adsorbimento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20687/.

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Abstract:
Lo studio rappresenta uno screening primario di vari adsorbenti riguardo la loro capacità di rimuovere e recuperare l'ammonio dalle acque reflue urbane in base alla capacità e alla selettività. Sono state analizzate le prestazioni di diverse resine polimeriche e zeoliti e l'effetto di variabili come la temperatura, il pH, la concentrazione del mezzo adsorbente e la concentrazione iniziale di ammonio sull'efficienza di rimozione dell‘ammonio da acque sintetiche e da acque reflue urbane. Si tratta di uno dei primi tentativi di collocare un processo basato sull'adsorbimento all'interno di un impianto di trattamento delle acque reflue esistente per rimuovere e recuperare l'ammonio (NH4) dalle acque reflue urbane di scarico secondarie (MWW). Il processo proposto è stato caratterizzato da 4 aspetti importanti: I) Impiego di una resina a scambio ionico disponibile in commercio; II) Impiego di una zeolite naturale a basso costo e selettiva per il recupero dell'ammonio. III) Studio approfondito sulla selettività e la capacità di adsorbimento dei materiali adsorbenti in esame. IV) Realizzazione di un test di breakthrough completo per la rimozione dell'ammonio in modo continuo. V) Rigenerazione del materiale adsorbente e recupero dell'ammonio tramite test di desorbimento. I test su scala di laboratorio, che includevano due colonne in PVC per la rimozione di N-NH4 impaccate con la resine polimerica Amberlyst 15WET (disponibile in commercio) e la zeolite naturale (Cabasite-Phillipsite), sono andati con successo dopo 1 ciclo di adsorbimento/desorbimento trattando 40L di MWW effettivi (concentrazione media in ingresso di 45±1 mgNH4-N/L). La concentrazione di ammonio alla fine del desorbimento per la zeolite naturale era il doppio di quella di Amberlyst 15wet dimostrando che questa resina è una resina promettente nel processo di recupero dell'ammonio e sono necessari ulteriori sviluppi e ottimizzazioni.
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Morelli, Claudia. "Recupero del fosforo dalle acque reflue: stato dell’arte e prospettive future." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16993/.

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Abstract:
L’obiettivo della presente tesi di laurea è analizzare l’attuale situazione del ciclo di vita del fosforo in Europa, comprese le tecniche fino ad ora sviluppate per il suo recupero da fonti secondarie, e considerare possibili sviluppi futuri. Per questo nel primo capitolo si fornisce un quadro completo dell’utilizzo di P, dall’estrazione mineraria, alla produzione industriale e commerciale, al suo impatto sull’ambiente, fino ad un’analisi delle inefficienze che caratterizzano la produzione alimentare globale, e delle perdite sostanziali di questa risorsa attraverso di essa. Viene, poi, fornita una descrizione dettagliata della gestione delle acque reflue negli impianti di trattamento convenzionali, attraverso lo studio dei processi più frequentemente adottati, e, successivamente, una revisione dei principali metodi e tecnologie esistenti e già funzionanti in scala industriale per il recupero del fosforo. Queste tecnologie vengono studiate dal punto di vista tecnico, considerando anche casi reali di funzionamento in diversi impianti di trattamento, per comprenderne al meglio le possibilità di recupero. Infine, segue un’analisi socio-economica di una gestione sostenibile di questa risorsa, per comprendere al meglio la situazione attuale e identificare i fattori e i possibili cambiamenti che ne permetteranno uno sviluppo e un’accettazione a livello globale.
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Ibba, Dino. "Recupero di polifenoli contenuti nelle acque di vegetazione provenienti da oleifici mediante adsorbimento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6548/.

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Abstract:
I problemi ambientali legati alla tossicità delle OMW e l’impossibilità del loro utilizzo diretto come acque di irrigazione, a causa dell’elevato contenuto di composti fenolici, spingono verso lo sviluppo di un processo di separazione che permetta la decontaminazione e valorizzazione delle acque di scarto e il recupero dei composti fenolici ad alto valore aggiunto. Lo scopo del lavoro è stato quello di studiare la fattibilità di un processo in continuo per il recupero dei composti fenolici contenuti nelle acque di vegetazione di due differenti oleifici, mediante adsorbimento in fase solida su una resina polimerica.
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Donati, Lucio. "Valorizzazione di acque di vegetazione provenienti da oleifici tramite recupero di polifenoli per adsorbimento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8412/.

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Abstract:
The environmental problems associated to the disposal of the olive oil wastewater (OMW, Olive Mill Wastewaters), and the difficulty in the recycling because of their polyphenolic content, led to propose the separation of their polyphenols. The recovery of polyphenols from olive mill wastewaters (OMWs) provides the double opportunity to obtain high-added value biomolecules and to reduce the phytotoxicity of the effluent. The separation can be obtained by a continuous flow extraction process of adsorption and desorption, this process is characterized by the possibility to recycling the adsorbing phase and the extraction solvent. The present work is part of a project aimed to the development of pilot scale process based on the use of the AMBERLITE XAD16 as adsorption resin. The adsorption stage is preceded by a wastewater filtration pretreatment, and a final desorption process is added to recover the polyphenols using acidified ethanol as the solvent.
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Currado, Antonio. "Analisi comparativa di sistemi di recupero delle acque meteoriche attraverso la metodologia Life Cycle Assessment." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
A causa della crescita della popolazione urbana, ad un improprio consumo umano e all'effetto di variazioni climatiche, la scarsità idrica è un problema sempre più discusso. Le aree urbane sono tra i sistemi più vulnerabili in quanto sopportano grandi pressioni ambientali, dipendono da acque provenienti da fonti spesso distanti trasportate da infrastrutture a volte fatiscenti. Le attenzioni si stanno spostando su fonti alternative che consentano un risparmio idrico potabile, tra cui il recupero e il riutilizzo delle acque grigie e delle acque piovane per fini non potabili. Più della metà dell’acqua potabile usata nell'ambiente domestico non necessiterebbe in realtà di questo standard di qualità, e per ciò il riutilizzo di queste può mitigare il problema. Le tecnologie sono ormai efficienti e disponibili, la loro applicazione all'interno delle abitazioni è un problema di informazione e di accettabilità economica ed ambientale. In un contesto di gestione sostenibile delle risorse, l’applicazione di un criterio ambientale per lo studio di questi sistemi può essere utile nel processo decisionale relativo al loro utilizzo su scala maggiore, ed è qui che rientra la metodologia LCA, utilizzata per quantificare gli impatti ambientali associati al loro intero ciclo di vita. Ponendo l’attenzione sui sistemi di recupero delle acque meteoriche, si è visto che l’implementazione di questi su singole unità abitative fornisce le maggiori criticità in termini di impatto ambientale. Ma su alcune considerazioni sulla durezza delle acque in gioco, è apparso che destinare queste acque al lavaggio del bucato possa far rientrare nel ciclo di vita il risparmio di detergente che un’acqua dolce, come quella piovana, consente rispetto a quella che scorre nelle nostre case, spesso dura: si ha una minima inibizione del potere detergente, consentendone risparmi superiori al 50%. Gli impatti ambientali risultano così fortemente ridotti, rendendo così la loro l’installazione non più molto critica.
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Dibello, Genny. "Studio di processi di recupero dell'ammonio da acque reflue tramite adsorbimento: materiali e strategie innovative." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21703/.

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Abstract:
Questo studio di tesi magistrale nasce dall’esigenza di contrastare il fenomeno dell’eutrofizzazione, accelerato dalla presenza di azoto ammoniacale (NH4+-N) nei fiumi e nei laghi. I processi biologici utilizzati per rimuovere l’ammonio dalle acque, ossidandolo a N2, sono ad alta intensità energetica e hanno difficoltà a raggiungere le concentrazioni di effluenti richieste inferiori a 1 mg∙L-1. Un obiettivo del recupero dell’ammonio è quello di trasformare questo nutriente in altri composti e fertilizzanti a partire da materiali di scarto, riducendo così significativamente la dipendenza dal processo Haber-Bosch per l'ottenimento di ammoniaca e urea, il quale utilizza ogni anno l’1-2 % della fornitura di energia mondiale. L’adsorbimento per scambio ionico è risultato un metodo interessante per la rimozione dell’ammonio dalle acque reflue a bassa concentrazione. Sono stati valutati diversi materiali adsorbenti tramite il confronto tra gli esperimenti riportati in letteratura, ovvero test in batch (isoterme), in continuo (breakthrough) e tramite la rielaborazione dei dati sperimentali con il modello cinetico di Thomas. Le zeoliti naturali e sintetiche, tra cui rispettivamente la Cabasite e la MesoLite, hanno mostrato le migliori proprietà come adsorbenti, ovvero buona capacità di adsorbimento ma soprattutto selettività, abbondanza, basso costo, resistenza a NaOH, resistenza meccanica e a compressione. La rigenerazione rappresenta un grande ostacolo per l’utilizzo del trattamento delle acque reflue a base di zeolite su vasta scala e in modo economicamente fattibile: alternative valide discusse sono lo stripping con membrana e la precipitazione tramite struvite. I possibili futuri candidati come materiali adsorbenti, sui quali si sta focalizzando la letteratura più recente, sono i materiali ceramici e in particolare i compositi di geopolimeri, che vantano proprietà di scambio ionico molto vicine a quelle delle zeoliti, data anche la somiglianza delle loro strutture.
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Zanca, Caterina. "Separazione e recupero di ammonio da acque reflue municipali: sviluppo di un processo a scambio ionico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Lo sfruttamento efficiente delle acque reflue municipali (MWW), generalmente considerate solo come un rifiuto, consentirebbe di far fronte all’importante crisi idrica globale in atto. L’ammonio è il composto azotato più presente nelle MWW, dalle quali deve essere rimosso perché causa di eutrofizzazione degli ambienti acquatici. Allo stesso tempo, l’ammonio è alla base della produzione della maggior parte dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura, la cui filiera è responsabile di enormi consumi energetici ed emissioni di gas serra. Il presente lavoro di tesi si concentra su una tecnologia non convenzionale di rimozione ma anche di recupero dell’ammonio dalle MWW, il processo a scambio ionico. Data l’ampia varietà di materiali a scambio ionico disponibili, questa ricerca si focalizza sulla valutazione delle prestazioni della zeolite naturale (NZ) Cabasite/Phillipsite, condizionata in forma potassio e utilizzata nel trattamento di una MWW a forte concentrazione salina. La sperimentazione a piccola scala ha previsto prima l’esecuzione di test in batch per determinare la capacità di adsorbimento all’equilibrio della zeolite: i risultati sono stati interpolati tramite i modelli di Freundlich e Langmuir e confrontati con quelli relativi alla stessa NZ ma condizionata in forma sodio. La NZ è stata poi sottoposta a test in continuo in colonna, con lo scopo di definire le curve di breakthrough degli ioni presenti nella MWW trattata e il comportamento del materiale quando sottoposto a cicli ripetuti di adsorbimento/desorbimento. Il prodotto desorbito è una soluzione concentrata di NH4+, utilizzabile come base per la produzione di fertilizzanti, e K+, che rispetto al sodio non crea salinità nel suolo. Un altro materiale, il geopolimero G13, è stato testato con prove in batch, per verificare che le sue prestazioni fossero tali da giustificare un proseguimento della sperimentazione, quindi un confronto con la NZ e un’analisi economica del processo più approfondita.
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Monari, Luca. "Analisi di un Impianto per il Recupero di Fanghi Ceramici di Scarto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tendenza dell'industria ceramica è quella di ridurre al minimo gli scarti di produzione e i rifiuti da smaltire. Per soddisfare quest'ultima esigenza, varie aziende hanno cominciato a praticare la reintroduzione dei fanghi, provenienti dagli impianti di trattamento acque, all'interno dell'impasto ceramico. Questa semplice operazione a livello concettuale presenta, nella pratica, una grossa difficoltà nel realizzare un dosaggio accurato. È infatti fondamentale utilizzare materie prime a concentrazione il più possibile costante per la produzione di formati maggiori, richiesti ultimamente dal mercato. Di fronte a questa esigenza, l'azienda CAMI Depurazioni di Fiorano, propone una soluzione impiantistica in cui viene realizzato un sistema automatizzato di dosaggio, preparazione e invio al mulino di una miscela di fanghi di scarto ceramici. L'elaborato si propone pertanto di studiare questo impianto, analizzandone la struttura ed il funzionamento. Verrà poi realizzata una valutazione economica di costo e di redditività dell'investimento, basandosi su dati forniti da una azienda che ha adottato la soluzione proposta.
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Laaouaj, Khadija. "Sviluppo e ottimizzazione di un processo di scambio ionico per il recupero di ammonio da acque reflue municipali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’aumento della popolazione e la conseguente intensificazione della produzione di fertilizzanti che dipende dall’uso di energia non rinnovabile hanno richiesto lo sviluppo di tecnologie per il loro recupero. I fertilizzanti a base di azoto sono vitali per la crescita agricola ma il loro uso incontrollato porta all’inquinamento da sostanze nutritive che colpisce specialmente gli ecosistemi acquatici; per questo motivo le normative sugli scarichi idrici prevedono un controllo del contenuto di azoto nelle acque reflue municipali (MWW). Il presente lavoro di tesi ha l’obiettivo di illustrare un processo di scambio ionico indirizzato alla rimozione e recupero selettivo di ammonio dalle MWW per un riutilizzo agricolo come fertilizzante. È stata inizialmente testata una zeolite naturale Cabasite/Phillipsite (CP) condizionata in forma potassio in test batch (prove cinetiche e isoterme d’adsorbimento) per valutarne la capacità di adsorbimento verso l’ammonio. Tutte le prove sono state condotte sia in soluzione sintetica di ammonio che in una MWW ad alto contenuto salino per confrontare le prestazioni della CP in assenza e in presenza di ioni competitori e determinare quanto diminuisce la capacità d’adsorbimento del materiale. Confrontando i dati ottenuti con quelli della CP condizionata in forma sodio non sono risultate particolari differenze ma la sperimentazione è proseguita con la CP in forma potassio dato l’utilizzo agricolo che si vuole fare del prodotto desorbito ricco di ammonio, che necessariamente deve contenere il minor sodio possibile per non aumentare la salinità del terreno e ridurne la fertilità. Sono stati poi condotti test in continuo, sottoponendo la CP a cicli di adsorbimento/desorbimento ripetuti per monitorarne le prestazioni. È stato infine testato il Geopolimero G13, anch’esso attivato in forma potassio, eseguendo test in batch per confrontarne i risultati con la CP e determinare il materiale adsorbente più promettente per la rimozione di ammonio.
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Gozzi, Lisa. "Impianti per il recupero ed il riuso delle acque e verde pensile: modellazione numerica di tecnologie combinate in Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’attività di tesi si inserisce all’interno del progetto di ricerca regionale GST4Water volto a promuovere un uso più consapevole ed una migliore gestione della risorsa idrica. In particolare, tale progetto intende ottimizzare l’utilizzo di sistemi per il recupero ed il riuso delle acque negli edifici ai fini di garantire un risparmio nei consumi di acqua potabile e una maggiore sostenibilità ambientale; è inoltre di supporto alla realizzazione dei tetti verdi che rappresentano un forte contributo alla realizzazione di città sempre più resilienti. Il caso di studio, volto a valutare le due tecnologie combinate, prevede la modellazione numerica, tramite il codice di calcolo EPA SWMM, di un impianto di recupero e riuso delle acque meteoriche a partire da una superficie di captazione verde. Dopo l’analisi dei dati di pioggia e temperatura degli ultimi 12 anni delle principali città dell’Emilia Romagna, sono stati simulati differenti scenari combinando tra loro diverse variabili (città, area di captazione, volume del serbatoio e numero di utenti) per un totale di 902 simulazioni. I risultati ottenuti hanno permesso la realizzazione di abachi di dimensionamento dei serbatoi caratterizzati da grandezze specifiche funzioni dell’area di captazione. Si è inoltre potuto valutare il beneficio ambientale legato all’utilizzo combinato delle due tecnologie e ottenere informazioni sul comportamento del verde pensile. La modellazione numerica è stata inoltre di supporto nella valutazione del comportamento dell’impianto di recupero e riuso delle acque meteoriche e grigie installato nel complesso residenziale “Il Trifoglio” di Via Gamberini a Bologna: dopo l’analisi dei consumi registrati si è potuto valutare l’efficienza dell’impianto e analizzare scenari che permettano un migliore utilizzo del sistema. L’attività di tesi è finalizzata allo sviluppo di software di supporto a progettisti e enti pianificatori per il dimensionamento e la verifica dei serbatoi di accumulo.
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Sacco, Valerio. "Il trattamento integrato anaerobico/aerobico e recupero energetico dell'impianto di compostaggio di Salerno: soluzioni migliorative e potenziamento dell'impianto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8485/.

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Abstract:
La tesi mira ad affrontare le problematiche relative al potenziamento e all'adeguamento migliorativo di alcune sezioni dell’esistente impianto di trattamento finale della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, sito nel Comune di Salerno. Si è analizzata, in prima istanza, la gestione dei rifiuti in Campania negli ultimi anni: dall'inizio dell’emergenza negli anni ’90, fino ai giorni odierni con la stesura del “Piano Regionale per la Gestione dei rifiuti Solidi Urbani”. Si è posto, poi, l’accento sul modello che caratterizza la città di Salerno: una corretta gestione integrata dei rifiuti, contraddistinta da una raccolta “porta a porta” spinta e dalla realizzazione di un moderno impianto di compostaggio e produzione di biogas. Si è descritto l’impianto nella sua interezza, andando ad analizzare le singole sezioni che lo contraddistinguono: durante il periodo di funzionamento, dall'apertura dell’impianto, si sono riscontrate alcune criticità, che si è ritenuto di affrontare al fine di migliorarne l’efficienza. Si è elaborato, così, un progetto di potenziamento ed adeguamento migliorativo di alcune sezioni. In particolare, si è cercato di determinare quale fosse il sistema di depurazione dei reflui più adatto a questo tipo di realtà e si proceduto, quindi, al dimensionamento delle varie sezioni del sistema depurativo scelto. Si è ritenuto utile effettuare, anche, un confronto economico con il sistema attualmente in uso, che consiste nella depurazione dei liquami presso impianti terzi.
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Bassi, Sara. "Applicazione di processi di separazione a membrana su effluenti dell'impianto di depurazione della azienda CAVIRO Distillerie per il recupero delle acque." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La presente tesi si è sviluppata sul lavoro condotto presso l’azienda Caviro Distillerie, lavoro che è nato dall'interesse dell’azienda verso le tecnologie a membrana come possibile soluzione al crescente fabbisogno di acqua per processi produttivi e al contempo per far fronte al progressivo esaurimento della falda acquifera. Da qui la necessità di verificare l’applicabilità di tali tecnologie sull'impianto di depurazione dello stabilimento attraverso il trattamento dei reflui con due impianti pilota di ultrafiltrazione e nanofiltrazione/osmosi inversa. I test condotti attraverso tali impianti forniti dall'azienda Me.Te., sono stati effettuati in punti strategici dello stabilimento per trattare diverse tipologie di reflui e dunque sulla base della variazione delle prestazioni delle membrane e della qualità degli effluenti prodotti, individuare la soluzione impiantistica più opportuna tale da garantire maggiori vantaggi in termini di: recupero e riuso del maggior quantitativo di acque di scarto, riduzione dell’emungimento di acqua da pozzi e dello scarico in pubblica fognatura, riduzione del carico alle vasche del biologico con abbattimento a monte di ammoniaca, riduzione delle quantità di cloruri allo scarico. A valle di queste analisi verrà delineata una stima preliminare dei costi sia d’impianto che d’esercizio, per poter valutare, sulla base del risparmio economico ottenibile anche il possibile rientro temporale dell’investimento.
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Niro, Elisa. "Sviluppo di una metodologia per l'identificazione dei siti idonei al recupero energetico dalle acque reflue: rete fognaria della citta' di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Questo elaborato di tesi ha come obiettivo quello di individuare i siti più idonei al recupero del calore dalle acque reflue attraverso lo studio di quei parametri che risultano più incidenti sulla variazione della temperatura del refluo e che caratterizzano il sito e la rete fognaria. Il caso di studio è la rete fognaria del quartiere Fossolo di Bologna, sulla quale verrà studiata e sviluppata la metodologia che porterà all’identificazione dei siti migliori in cui recuperare il calore per poi andare ad applicare la metodologia sull’intera rete di Bologna al fine di poter apprezzare i risultati in un quadro più ampio. L’elaborato è diviso in diverse fasi: -Ricerca dei parametri più influenti sulla temperatura del refluo attraverso il software di simulazione TEMPEST; -Ricerca dei dati sul suolo dell’Emilia-Romagna; -Sviluppo della metodologia dopo un’attenta analisi dei dati e dei parametri che producono una variazione della temperatura del refluo; -Applicazione, visualizzazione e verifica della metodologia sulla rete del Fossolo attraverso il software QGIS; -Applicazione della metodologia a reti fognarie più estese: caso della rete di Bologna. -Il software TEMPEST verrà utilizzato al fine di individuare i parametri più significativi e più influenti nello studio dell’energia contenuta dal refluo; SWMM, attraverso simulazioni di tempo secco, restituisce come output le portate di ogni collettore; QGIS, che rappresenta il fulcro di questo lavoro di tesi, verrà utilizzato come database per tutte le informazioni utili alla definizione della producibilità energetica delle condotte della rete e come calcolatore attraverso l’uso del calcolatore di campo. Si può affermare che QGIS è il punto d’incontro tra i risultati ottenuti da TEMPEST e SWMM attraverso la combinazione di tutte quelle grandezze che influiscono sulla potenzialità energetica del sistema.
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Orecchia, Cristina. "Recupero, elaborazione e interpretazione dei parametri idrochimici delle acque sotterranee della pianura Padana dai database delle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23363/.

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Abstract:
Per la realizzazione di questo studio sono stati cercati i dati riguardanti le caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee raccolti dalle ARPA di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna nel 2018. I dati ottenuti sono stati elaborati per costituire un unico database e, per ottenere questo risultato, è stato necessario omogeneizzare il più possibile i dati originali, che erano eterogenei in termini di parametri analizzati, completezza dei dati, coordinate geografiche dei punti di campionamento e limiti di rilevabilità individuati per ciascun elemento. Sono stati stabiliti sei gruppi di campioni, distinti in funzione della tipologia di acquifero in cui circolano le acque (freatico, semiconfinato, confinato) e della stagione di campionamento (primavera-estate, autunno- inverno). I campioni sono stati classificati in funzione della temperatura, del pH, della durezza e della conducibilità elettrica. Le acque sono state classificate in funzione degli ioni dominanti tramite diagrammi di Langelier-Ludwig e sono stati analizzati, tramite cartografie, i principali ioni disciolti, per valutare l’origine delle acque. Sono state valutate anche le concentrazioni di NO3-, NH4+, Fe2+, Mn2+, As3+, Crtotale, Cr VI, Ni2+, Zn2+. Le acque sono state classificate prevalentemente come Ca-HCO3 e Ca-Mg-HCO3 (90%). A livello locale sono state rilevate acque Na-HCO3, Mg-HCO3, Ca-SO4, Na-Cl e Ca-Cl. Negli acquiferi freatici sono state riscontrate contaminazioni da NO3- ed elevate concentrazioni di Na+, K+ e NH4+ attribuibili a fonti antropiche. Negli acquiferi confinati sono stati rilevati valori superiori ai limiti normativi di NH4+, Fe2+, Mn2+, As3+, riconducibili a processi naturali di degradazione della materia organica. Lo stesso è stato riscontrato per il cromo e il nichel, rilevati in concentrazioni elevate in corrispondenza di affioramenti ofiolitici. Non sono state trovate giustificazioni per gli elevati valori di Zn.
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Altobelli, Margherita. "Dimensionamento dei serbatoi negli impianti di recupero e riuso delle acque meteoriche in Emilia Romagna attraverso la modellazione numerica di serie storiche pluviometriche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Questo studio si basa sui consumi idrici in ambito residenziale e sulle serie storiche pluviometriche della regione Emilia Romagna al fine di ottenere degli abachi per il dimensionamento efficiente dei serbatoi di accumulo degli impianti per il recupero e il riuso delle acque meteoriche. Si inserisce all'interno del progetto di ricerca regionale GST4WATER, finanziato nell'ambito dei progetti POR-FESR 2014-2020, per l'uso sostenibile della risorsa idrica. Dopo un'accurata analisi dei consumi e dei dati reperiti relativi all'altezza di precipitazione degli ultimi 26 anni di 12 città della regione, vengono fissate le variabili (serie pluviometrica, area di captazione, domanda d'acqua, capienza serbatoio) al fine della modellazione numerica. Attraverso l'uso del software EPA SWMM 5.1 si procede con la simulazione delle 720 combinazioni diverse. Le informazioni così ottenute vengono sintetizzate in grafici suddivisi in funzione della domanda idrica da soddisfare per poi essere riassunti in un unico abaco attraverso l'uso di grandezze specifiche (funzioni dell'area di captazione). Questi abachi permettono il dimensionamento, in funzione del livello di efficienza, dei serbatoi di accumulo delle acque meteoriche. Altri dati importanti forniti dalla modellazione numerica riguardano il livello di beneficio ambientale derivante dall'installazione di tali manufatti. Vengono, inoltre, valutati i costi e i tempi di ammortamento relativi all'installazione di questi impianti per il recupero e il riuso delle acque meteoriche. L'intero lavoro svolto permette lo sviluppo di un foglio di calcolo per il dimensionamento dei serbatoi di accumulo attraverso l'inserimento di pochi dati di progetto.
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Scarmozzino, Anna Maria. "Analisi dell'impatto di scenari di riuso di acque non potabili in ambito domestico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17890/.

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Abstract:
L'obiettivo della tesi è stato mettere in evidenza l'impatto sulla rete fognaria ed il risparmio nel consumo delle risorse idriche che si ottiene con l’applicazione di dispositivi che si ottengono con l’utilizzo di acqua non potabile per usi in cui il suo utilizzo non comprometta la salute dell’utenza. Prendendo come sito di prova un isolato del quartiere Fossolo a Bologna, sono stati investigati 7 scenari. Nell’analisi di queste soluzioni si sono considerate come possibili fonti di approvvigionamento le acque meteoriche e quelle derivanti dagli scarichi di acque grigie. Lo studio è stato approfondito, nei casi di studio che comprendono la raccolta delle acque piovane, con l’applicazione di soluzioni Low Impact Development. Le valutazioni sulle prestazioni sono state eseguite a scala di quartiere, cercando di dare rilievo alle conseguenze di applicazioni in percentuali inferiori e di confrontare i risultati ottenibili dai diversi impianti analizzati. Il comportamento idrologico dell’isolato, negli scenari con recupero di acqua piovana, è stato simulato in modo continuativo su 10 anni di dati, utilizzando il software EPA SWMM. Si è riscontrato un aumento della produttività negli edifici con un numero di abitanti maggiore di 20. Negli scenari con recupero di acque meteoriche i serbatoi sono dimensionati per ottenere un un’efficienza del 70%. Sono ottime le prestazioni dei sistemi di recupero delle acque grigie, anche con serbatoi di volumi minimi. Risultano rilevanti i benefici ambientali nella gestione delle risorse idriche urbane che comporta l’installazione di sistemi di riuso di acque non potabili combinati con superfici filtranti nelle aree di captazione, a partire dai contributi che si ottengono nella diminuzione dei guasti da piena e del sistema di drenaggio, la riduzione degli sversamenti quindi delle quantità da trattare prima di essere immesse nei corpi idrici ricettori fino alla riduzione dei consumi di acqua potabile
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Cavina, Mattia. "Processo multistadio per la valorizzazione di acque di vegetazione dalla produzione di olio di oliva: recupero di composti fenolici, digestione anaerobica e valutazione economico-ambientale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17970/.

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Abstract:
Olive mill wastewaters (OMWs) are an environmental concern due to their high organic load and phytotoxic activity, but they are rich of phenolic compounds (PCs) and their recovery is interesting, thanks to their antioxidant and antimicrobial properties. The anaerobic digestion of the resulted dephenolized water (D-OMW), in order to produce methane and to obtain a treated water for irrigation, is an additional advantage. The goal of this work is to propose an integrated process of PCs recovery through an adsorption step (evaluated also with LCA-CBA) and anaerobic digestion of D-OMW. Two resins (XAD16 and IRA958 in OH form) were compared with semicontinuous-flow adsorption/desorption tests conducted in a 1-m packed column. A test was also conducted with a mixed bed of the two resins. The D-OMWs resulted from the previous tests were then used for anaerobic digestions. The LCA confirms the possible decreasing of the environmental impact of the process through the addition of an anaerobic digestion step for the production of irrigation water from dephenolized OMW, while the PC market price needed for a positive business case is reasonable. The results indicate that the proposed PC adsorption/desorption technology, if integrated with an anaerobic digestion step, which has an optimal methane yield, represents a promising solution for the treatment and valorisation of OMWs.
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Di, Domenico Simone. "Analisi delle fognature e relative applicazioni energetiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1339/.

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Bosso, Francesca. "Valutazione di Impatto Ambientale di un Impianto Innovativo per il Trattamento ed il Recupero dell’Acqua nell'Industria Food & Beverage." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
In un contesto di continuo sviluppo industriale e di mutamenti climatici e del territorio, interrogarsi sulla sostenibilità dello sfruttamento delle risorse ambientali diventa di primaria, nonché impriscindibile, importanza. In particolare, il consumo dell’acqua dolce, risorsa scarsa sempre più difficilmente accessibile, deve essere necessariamente rallentato non solo attraverso un utilizzo più consapevole e controllato da parte delle industrie e della popolazione, ma anche grazie al supporto di tecnologie avanzate ed innovative per il trattamento ed il recupero dell’acqua di scarico, nel rispetto dei vincoli vigenti in materia di salute e tutela del territorio. In questa cornice si inserisce il progetto Niagara, lanciato da ADUE S.p.A, in collaborazione con CVAR LTD, il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna e co-fondato dall’Unione Europea tramite l’iniziativa Eco-Innovation. L’obiettivo è quello di integrare un classico impianto di riempimento dell’industria del Food & Beverage con un sistema integrato ed innovativo per il trattamento e recupero dell’acqua di scarico di processo prodotta e, normalmente, rigettata in ambiente. L’elaborato punta a sostenere il progetto Niagara proprio dal punto di vista dell’impatto ambientale, per comprovarne i considerevoli vantaggi derivabili rispetto allo scenario AS-IS attualmente adottato, di scarico diretto dei flussi d’acqua in ambiente. La quantificazione di tali vantaggi ambientali viene calcolata attraverso la metodologia di Life Cycle Assessment, dettata dalla norma ISO14040, che definisce gli stadi di valutazione dell’impatto del ciclo di vita di un qualcunque prodotto/servizio dalla fase di produzione ed assemblaggio, sino allo stadio di smaltimento, attraverso indicatori che stimano i danni apportati nei confronti dell’ambiente, delle risorse e dell’uomo.
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