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Dissertations / Theses on the topic 'Recupero energetico'

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1

PICONE, Calogero. "RECUPERO ENERGETICO ALL’INTERNO DELLE RETI ACQUEDOTTISTICHE MEDIANTE MICROTURBINE IDRAULICHE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/568782.

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Baldi, Francesco. "Tecnologie per il recupero energetico da motori a combustione interna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2070/.

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3

Passeri, Federico. "Progettazione di un impianto orc per il recupero energetico da fumi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9375/.

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Abstract:
Il crescente fabbisogno energetico mondiale, dovuto essenzialmente al rapido incremento di popolazione originatosi nel secolo scorso, unitamente alla necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica, porta a ricercare continuamente nuove fonti primarie di energia nonché metodi innovativi per il recupero di quest’ultima da materiali di scarto. I Cicli Rankine a fluido Organico (Organic Rankine Cycle) rappresentano in questo senso una tecnologia emergente capace di rivoluzionare il concetto di risparmio energetico. In questa tesi viene effettuato uno studio dettagliato della tecnologia ORC, che mira ad identificarne i principali vantaggi e le maggiori problematiche, con particolare riferimento ad un caso di studio concreto, riguardante l’installazione di un impianto di recupero energetico da fumi di combustione all’interno di uno stabilimento di produzione di nero di carbonio. Il cuore della tesi è rappresentato dall’individuazione e dall’analisi dettagliata delle alternative impiantistiche con cui il recupero energetico può essere realizzato. Per ognuna di esse, dopo una breve spiegazione, viene effettuato il calcolo dell’energia elettrica prodotta annualmente con l’ausilio un simulatore di processo. Successivamente vengono esposte le proposte ricevute dai fornitori interpellati per la fase di progettazione di base dell’impianto di recupero energetico. Nell’ultima parte della tesi viene presentata la simulazione fluidodinamica del camino di una delle linee di produzione dell’impianto di Ravenna, effettuata utilizzando un codice CFD e mirata alla verifica dell’effettiva quantità di calore recuperato dai fumi e dell’eventuale presenza di condense lungo la ciminiera. I risultati ottenuti mostrano che la tecnologia ORC, utilizzata per il recupero energetico in ambito industriale, possiede delle grosse potenzialità. La massimizzazione dei vantaggi derivanti dall’utilizzo di questi sistemi è tuttavia fortemente condizionata dalla capacità di gestire al meglio l’integrazione degli impianti di recupero all’interno dei processi produttivi esistenti.
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4

Carboni, Cherolain. "Studio e realizzazione di un prototipo di pavimentazione a recupero energetico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12349/.

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Abstract:
L'obiettivo del seguente progetto di Tesi è la realizzazione di un prototipo di pavimentazione che recupera l’energia dissipata derivante dalle sollecitazioni meccaniche del calpestio umano, tematica in forte sviluppo tecnologico nell'ambito dell'Energy Harvesting. Ai fini della scelta del materiale che possa meglio essere implementato nella realizzazione del dispositivo, sono stati studiati polimeri che esibiscono un comportamento da piezoelettrete, ovvero hanno la peculiarità di poter trasdurre un impulso meccanico in una risposta elettrica. In particolare, sono state realizzate membrane polimeriche nanofibrose con caratteristiche da piezoelettrete utilizzando una tecnologia innovativa eco-friendly e low cost: l'elettrofilatura, che permette la produzione di fibre continue a partire da un getto elettrostaticamente carico di una soluzione polimerica. In seguito alla caratterizzazione elettrica e morfologica, le membrane realizzate in laboratorio sono state confrontate con un elettrete commerciale: le prime presentano efficienze di conversioni limitate, ma mostrano ampi margini di ottimizzazione in seguito a studi maggiormente approfonditi. Poiché la membrana commerciale ha prestazioni più elevate, è stata implementata nella realizzazione del dimostratore, in seguito a prove di caratterizzazione elettrica, test di invecchiamento termico e analisi morfologiche. Il dispositivo è stato realizzato mediante una stampante 3D per velocizzarne la fase di prototipazione ed è stato sottoposto a diverse prove sperimentali al fine di valutarne le prestazioni energetiche e i parametri che necessitano miglioramenti per ottenere un'ottimizzazione prestazionale. Il pavimento a recupero energetico è una tecnologia che permette di generare energia pulita promuovendo lo sviluppo di sistemi innovativi per ridurre i consumi.
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5

Pagliarani, Matteo. "Repowering e soluzioni avanzate per sistemi di recupero energetico da rifiuti." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5555/.

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6

Losi, Lorenzo. "Dispositivi di recupero energetico: la valvola di regolazione GreenValve del Politecnico di Milano." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Oggetto della trattazione è il recupero di energia da parte di una valvola idraulica durante il processo di regolazione del flusso di corrente in un impianto. Questa valvola di regolazione, detta GreenValve, è un brevetto del Politecnico di Milano, ad opera del Prof. Ing. Stefano Malavasi coadiuvato da un gruppo di ricercatori e tesisti, tra i quali spicca il nome di Cecilia Paris. Cecilia ha incentrato il proprio lavoro sull’analisi teorica e sperimentale della “Valvola Verde”, ed è dalla sua Tesi che il suddetto elaborato trae ispirazione.
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7

Diodati, Giulia. "Realizzazione e caratterizzazione di materiali polimerici elettroattivi per lo sviluppo di un sistema di pavimentazione a recupero energetico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi è stato svolto presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi” della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, nel Laboratorio di Innovazione Tecnologica. Le attività svolte si sono focalizzate sulla realizzazione e caratterizzazione di materiali polimerici elettroattivi al fine di sviluppare un prototipo di pavimentazione a recupero energetico, cioè in grado di generare energia elettrica in seguito alla sollecitazione meccanica del passo umano. Questa tecnologia è un idea innovativa e rientra nella più ampia materia dell’Energy Harvesting, cioè lo studio di soluzione alternative in grado di sfruttare fonti di energia che altrimenti andrebbero dissipate, come appunto il calpestio umano.
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LOGGIA, CLAUDIA. "Il recupero sostenibile nelle 3 scale: alloggio, edificio, quartiere. 3 diversi approcci progettuali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2007. http://hdl.handle.net/11584/265878.

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Abstract:
Sono stati messi a confronto tre modelli energetici di riferimento europei: il modello Passivhaus tedesco, il modello Minergie svizzero e il modello Casa Clima italiano e di questi si sono studiate alcune tra le più note realizzazioni. E’ stato, inoltre, affrontato il tema del risparmio energetico in edilizia dal punto di vista del Regolamento edilizio, che rappresenta, senz'altro, lo strumento più efficace per indirizzare il settore edile verso prestazioni energetiche superiori e per raggiungere l'obiettivo di riduzione dei consumi fissato dall'Unione Europea con la Direttiva 2002/91/CE. Come esempio di regolamento edilizio sostenibile è stato analizzato il caso di Carugate (MI), che fissa i requisiti di prestazione termica deglielementi costruttivi e di fabbrica costituenti l'involucro, confrontabili con quelli già in uso in molti paesi europei ed inoltre incentiva il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili. Tale regolamento è stato utilizzato come base di partenza per lo studio sperimentale di integrazione del regolamento edilizio della Comunità Montana del Barigadu, presentato dal nostro gruppo di ricerca2 per il progetto COMBALOS3 (aprile 2005). Si è poi trattata la tematica della sostenibilità dal punto di vista del recupero, che ha assunto ormai un’importanza fondamentale, giacché la stragrande maggioranza del costruito, in Italia come nel resto d’Europa, risale agli anni ’50 - ’70 e necessita dunque di una revisione complessiva. Gli interventi di recupero sono volti ad innalzare la qualità funzionale-spaziale ed architettonica del costruito e, intendendoli alla scala più ampia del quartiere, comprendono la riqualificazione sociale e quindi la rottura della monofunzionalità che, molto spesso, porta il quartiere ad una marginalizzazione totale. Processi di questo tipo si sono manifestati in numerosi grandi quartieri di città francesi e tedesche, ma anche in quelli più ridotti delle città italiane, cavie della prefabbricazione pesante. I deficit più frequentemente riscontrati in questi insediamenti residenziali sono di carattere tecnico-costruttivo (degrado delle facciate, delle coperture, dei serramenti), termico (bassa resistenza termica dell’involucro), impiantistico (impianti fuori norma) e tipologico spaziale (sottodimensionamento degli ambienti, assenza di aree verdi e di aree comuni, monotonia delle facciate etc…). Gli interventi di recupero ricostruzione leggera hanno, da un lato, migliorato le prestazioni energetiche dei singoli edifici, altresì trasformando e riadattando gli spazi, e, dall'altro, hanno operato, alla scala del quartiere, la cosiddetta riqualificazione sociale, migliorandone l'accessibilità e le connessioni urbane ed aggiungendo aree collettive, servizi, spazi verdi comuni. Questa è una corretta concezione di recupero sostenibile, che non si limita ad intervenire sul singolo alloggio o edificio, ma “rianima” il quartiere, ricostituendo il tessuto di relazioni che lo legano al resto della città. Sono stati dunque studiati i deficit riscontrati nel recupero alle tre diverse scale: dell’alloggio, dell’edificio e del quartiere, analizzando, nel concreto, tre esempi progettuali: il recupero della casa Serra a Samugheo, il recupero di un edificio appartenente all’edilizia economico-popolare a Cagliari e il recupero di un quartiere residenziale popolare, sempre a Cagliari. Dall’analisi dei primi due casi sono emerse tutte le problematiche connesse al recupero dell’edificio, come il miglioramento dell’efficienza energetica, l’integrazione degli impianti e gli accorgimenti tecnico-costruttivi da seguire. Per quanto concerne il terzo caso, invece, è stata sviluppata un’indagine a scala più ampia, che interessa, oltre agli aspetti tecnici e funzionali, anche gli aspetti più prettamente sociali e dinamici del quartiere, arrivando ad un approccio di tipo integrato. Tale studio si è basato sull’applicazione di una metodologia francese chiamata HQE2R, già sperimentata in quattordici grandi quartieri europei, che rappresenta uno strumento diagnostico per lo sviluppo sostenibile del quartiere. Sono stati, infine, elaborati i dati raccolti dall’analisi di un quartiere di edilizia popolare di Cagliari per definire un database di indicatori specifico per il caso sardo e un modello spaziale e d’uso del quartiere sostenibile. Si ritiene, infatti, che il caso di un piccolo quartiere sardo, come quello preso in esame, con caratteristiche molto differenti rispetto ai grandi quartieri europei, possa offrire un modello di riferimento per il recupero sostenibile di molte periferie locali sarde.
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Di, Nardo Andrea. "I veicoli a fine vita: il recupero energetico del materiale proveniente dalla frantumazione (ASR)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2918/.

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10

Picchiolutto, Elena. "Fattibilità economica della rigenerazione urbana: il risparmio energetico come misura per il recupero dell'esistente." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424819.

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Abstract:
Contemporary city development follows deeply different patterns compared to those of the XXth century. The trend of urban expansion has changed. Current juncture is towards urban “regeneration”, from a social, urban, economic and technological point of view. There is no unique approach towards urban regeneration: “smart” features intertwine on the basis of economic, territorial and environmental variables. The aim of this study is to identify, evaluate and test approaches and models of sustainable urban regeneration, mostly on the economic point of view. This research moves from the reasons of the present “introvert” city pattern. The outline of its social and economic reasons makes allows to relate them back to modernity, by means of variables able to influence the sustainability of regeneration processes. The rationale of present trend of urban development towards regeneration was outlined, and the variables of urban planning necessary to appraise the economic convenience of such projects were identified. A quantitative model was developed in order to analyse the feasibility of drastic regeneration processes. Terms of demolition and reconstruction are now convenient only in few cases; otherwise, it is mostly necessary to think of a re-use of the existent. Retrofit process of the existent was analysed, at a national and international level, in order to elaborate an explorative scenario for urban regeneration in Italy. Comprehensive strategies of planning, evaluation and management are necessary for Deep Energy Retrofit at a urban scale.<br>La città contemporanea si sviluppa secondo dinamiche profondamente diverse dallo scorso secolo. La tendenza all’espansione urbana ha subito un’inversione, e le attuali contingenze sociali, urbane, economiche e tecnologiche, hanno determinato l’orientamento verso la c.d. “rigenerazione” urbana. Non esiste un unico approccio alla rigenerazione, nella quale le tematiche “smart” si intrecciano sulla base di variabili economiche, territoriali ed ambientali. Lo scopo del presente studio è identificare, valutare ed applicare approcci e modelli di rigenerazione per la città che siano sostenibili, soprattutto sul piano economico. Il lavoro di ricerca muove dalle origini della attuale “introversione” urbana, identificandone le ragioni socio-economiche, da riportare alla contemporaneità in variabili che influenzano la sostenibilità dei processi di trasformazione. Dopo aver estrapolato le motivazioni dell’attuale tendenza di sviluppo urbano alla rignerazione, sono state identificate le variabili urbanistiche necessarie per valutarne la convenienza economica. Mediante un modello di carattere quantitativo, è stato possibile valutare come processi di rigenerazione radicale, in termini di demolizione e ricostruzione, siano ora sostenibili in pochi casi, mentre prevalente sia un orientamento necessario al riuso dell’esistente. Forme di retrofit, tradizionale e innovativo a livello nazionale ed internazionale, sono state analizzate, al fine di elaborare un primo scenario esplorativo per la rigenerazione urbana in Italia mediante modelli di pianificazione, valutazione e gestione di interventi di Deep Energy Retrofit a scala urbana.
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Aldrovandi, Aba <1977&gt. "Ottimizzazione dei processi depurativi di reflui ad elevato carico organico a fini di recupero energetico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2723/1/Aldrovandi_Aba_tesi.pdf.

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Abstract:
L’attuale condizione che caratterizza il settore energetico richiede un necessario processo di riconversione che, oltre a favorire il risparmio energetico, riduca la dipendenza dai combustibili fossili ed accresca l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, dando un contributo fondamentale alla riduzione delle emissioni di gas serra come diversi accordi internazionali richiedono. Si rende pertanto necessario accelerare i processi che da alcuni anni stanno favorendo l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Tra queste, le fonti legate ai processi di trattamento biologico dei reflui stanno avendo un interessante sviluppo. Esistono numerosi processi biologici che consentono la produzione di energia in maniera indiretta, quali ad esempio i processi di digestione anaerobica finalizzati alla produzione di biogas e/o produzione biologica di idrogeno. In tale contesto si inserisce la tecnologia delle Microbial Fuel Cell, che consente la produzione diretta di energia elettrica, finalizzata al recupero energetico inteso al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione dei costi d’esercizio di impianti di trattamento biologico dei reflui. Il presente lavoro di Tesi di Dottorato sperimentale, svoltosi in collaborazione al laboratorio PROT.-IDR. della sede ENEA di Bologna, riporta i risultati dell’attività di ricerca condotta su una MFC (Microbial Fuel Cell) a doppio stadio biologico per il trattamento di reflui ad elevato carico organico e produzione continua di energia elettrica. E’ stata provata l’applicabilità della MFC con entrambi i comparti biotici utilizzando elettrodi di grafite non trattata ottenendo, con un carico organico in ingresso di circa 9 gd-1, valori di potenza massima prodotta che si attestano su 74 mWm-2, corrente elettrica massima generata di 175 mAm-2 ad una tensione di 421 mV, ed una conversione di COD in elettricità pari a 1,2 gCODm-2d-1. I risultati sono stati molto positivi per quanto riguarda le prestazioni depurative ottenute dalla MFC. L’efficienza di depurazione misurata ha raggiunto un valore massimo del 98% di rimozione del COD in ingresso, mentre e la concentrazione di azoto ammoniacale nell’effluente raccolto all’uscita del sedimentatore è sempre stata inferiore a 1 mgN-NH4+l-1. Tra gli obiettivi posti all’inizio della sperimentazione si è rivelata di notevole interesse la valutazione del possibile utilizzo della MFC come sistema per il monitoraggio on-line del COD e degli acidi grassi volatili (VFA) prodotti all’interno di un digestore anaerobico, attraverso la definizione di una correlazione tra i dati elettrici registrati in continuo e le concentrazioni di CODanaer e VFA misurate in diversi periodi della sperimentazione. L’analisi DGGE della biomassa catodica ha fornito uno strumento analitico utile allo studio della diversità della comunità microbica sospesa ed adesa al catodo e ha confermato la forte similarità delle specie batteriche riconosciute nei campioni analizzati. In particolare, le bande di sequenziamento ottenute sono affiliate ai gruppi batterici Firmicutes, -Proteobacteria,  -Proteobacteria, -Proteobacteria e Bacteroidetes. Da quanto emerso dalla sperimentazione condotta si può pertanto concludere che ad oggi le MFC sono in fase di evoluzione rispetto ai primi prototipi utilizzati per lo studio delle comunità microbiali e per la comprensione dei meccanismi di trasferimento elettronico. Sfruttarne la potenza prodotta in maniera commerciale diviene una grande sfida per il futuro, ed è opinione comune che le prime applicazioni pratiche delle MFC saranno come fonte di recupero energetico per i dispositivi utilizzati per il monitoraggio dell’ambiente e per il trattamento delle acque reflue.
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Aldrovandi, Aba <1977&gt. "Ottimizzazione dei processi depurativi di reflui ad elevato carico organico a fini di recupero energetico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2723/.

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Abstract:
L’attuale condizione che caratterizza il settore energetico richiede un necessario processo di riconversione che, oltre a favorire il risparmio energetico, riduca la dipendenza dai combustibili fossili ed accresca l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, dando un contributo fondamentale alla riduzione delle emissioni di gas serra come diversi accordi internazionali richiedono. Si rende pertanto necessario accelerare i processi che da alcuni anni stanno favorendo l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Tra queste, le fonti legate ai processi di trattamento biologico dei reflui stanno avendo un interessante sviluppo. Esistono numerosi processi biologici che consentono la produzione di energia in maniera indiretta, quali ad esempio i processi di digestione anaerobica finalizzati alla produzione di biogas e/o produzione biologica di idrogeno. In tale contesto si inserisce la tecnologia delle Microbial Fuel Cell, che consente la produzione diretta di energia elettrica, finalizzata al recupero energetico inteso al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione dei costi d’esercizio di impianti di trattamento biologico dei reflui. Il presente lavoro di Tesi di Dottorato sperimentale, svoltosi in collaborazione al laboratorio PROT.-IDR. della sede ENEA di Bologna, riporta i risultati dell’attività di ricerca condotta su una MFC (Microbial Fuel Cell) a doppio stadio biologico per il trattamento di reflui ad elevato carico organico e produzione continua di energia elettrica. E’ stata provata l’applicabilità della MFC con entrambi i comparti biotici utilizzando elettrodi di grafite non trattata ottenendo, con un carico organico in ingresso di circa 9 gd-1, valori di potenza massima prodotta che si attestano su 74 mWm-2, corrente elettrica massima generata di 175 mAm-2 ad una tensione di 421 mV, ed una conversione di COD in elettricità pari a 1,2 gCODm-2d-1. I risultati sono stati molto positivi per quanto riguarda le prestazioni depurative ottenute dalla MFC. L’efficienza di depurazione misurata ha raggiunto un valore massimo del 98% di rimozione del COD in ingresso, mentre e la concentrazione di azoto ammoniacale nell’effluente raccolto all’uscita del sedimentatore è sempre stata inferiore a 1 mgN-NH4+l-1. Tra gli obiettivi posti all’inizio della sperimentazione si è rivelata di notevole interesse la valutazione del possibile utilizzo della MFC come sistema per il monitoraggio on-line del COD e degli acidi grassi volatili (VFA) prodotti all’interno di un digestore anaerobico, attraverso la definizione di una correlazione tra i dati elettrici registrati in continuo e le concentrazioni di CODanaer e VFA misurate in diversi periodi della sperimentazione. L’analisi DGGE della biomassa catodica ha fornito uno strumento analitico utile allo studio della diversità della comunità microbica sospesa ed adesa al catodo e ha confermato la forte similarità delle specie batteriche riconosciute nei campioni analizzati. In particolare, le bande di sequenziamento ottenute sono affiliate ai gruppi batterici Firmicutes, -Proteobacteria,  -Proteobacteria, -Proteobacteria e Bacteroidetes. Da quanto emerso dalla sperimentazione condotta si può pertanto concludere che ad oggi le MFC sono in fase di evoluzione rispetto ai primi prototipi utilizzati per lo studio delle comunità microbiali e per la comprensione dei meccanismi di trasferimento elettronico. Sfruttarne la potenza prodotta in maniera commerciale diviene una grande sfida per il futuro, ed è opinione comune che le prime applicazioni pratiche delle MFC saranno come fonte di recupero energetico per i dispositivi utilizzati per il monitoraggio dell’ambiente e per il trattamento delle acque reflue.
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Dalpozzo, Lorenzo. "Interventi di efficientamento energetico nell’industria ceramica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Questa tesi di laurea si occupa di valutare degli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica per un’industria ceramica. In coerenza con gli impegni assunti nel pacchetto Clima Energia, il Decreto legislativo n° 102 del 4 luglio 2014, stabilisce l’obiettivo nazionale di risparmio energetico che consiste nella riduzione, entro il 2020, di 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio dei consumi di energia primaria, conteggiati a partire dal 2010. Inoltre tale decreto stabilisce un regime obbligatorio di efficienza energetica costituito dal meccanismo dei certificati bianchi, il quale dovrebbe contribuire al raggiungimento del 60% dell’obiettivo. Sulla base di queste direttive è stato effettuato presso uno stabilimento ceramico uno studio di fattibilità che si articola nelle seguenti fasi: 1.Analisi energetica del sistema attuale finalizzata all’identificazione delle richieste energetiche in termini di produzione e consumi. 2.Analisi impiantistica finalizzata alla scelta delle macchine e delle soluzioni tecniche di dettaglio. 3.Analisi economica finalizzata alla valutazione del costo di generazione di energia elettrica e termica relativamente ai sistemi oggetto di studio. 4.Valutazione della sostenibilità dell’investimento per ogni opzione considerata, mediante l’applicazione del metodo economico del valore attuale netto (VAN), per ottimizzare il tempo di rientro dall’investimento. Le tipologie di intervento proposte sono: 1)Recupero dell’aria di raffreddamento del forno, che scaldandosi a contatto con la piastrella, ha un contenuto entalpico elevato e quindi può essere utilizzata nel reparto di essiccazione. 2)Sostituzione dei bruciatori esistenti ed obsoleti del forno di cottura bicanale con 192 nuovi kit di bruciatori "autorecuperativi". 3)Implementazione di un impianto di cogenerazione costituito da un motore a combustione interna, recuperando i gas esausti e parte dell’acqua del circuito di raffreddamento ad alta temperatura.
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Moschini, Matteo. "Studio dell'integrazione di un ciclo combinato con un inceneritore." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/571/.

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Sorini, Michele. "Analisi di un impianto di incenerimento di rifiuti dell'industria orafa e valutazione di un possibile recupero energetico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Il recupero energetico riveste da sempre un ruolo importante nell’industria di processo e negli impianti industriali in generale. Le possibilità di recupero sono molteplici e riguardano soprattutto l’aspetto termico dell’impianto: si sfruttano differenze di temperature per recuperare energia termica e produrre vapore da utilizzare in altre parti dell’impianto oppure da convogliare in turbine per la produzione di energia elettrica. Ci sono impianti in cui si sfrutta solo la produzione di energia elettrica, altri invece dove viene fatta sia la produzione di energia elettrica che di vapore: si parlerà in questo caso di cogenerazione. Obiettivo di questo elaborato di tesi è quello di verificare la fattibilità del recupero energetico per un impianto che si occupa dell’incenerimento di rifiuti e scarti provenienti prevalentemente dall’industria orafa. L’impianto è formato da due linee parallele e uguali costituite dalle stesse apparecchiature ovvero: forni, post-combustore, scambiatore di calore, filtro a maniche e da un camino unico per le emissioni. La parte dell’impianto dove è stata considerata la possibilità di poter avere un recupero energetico è quella all’uscita dei post-combustori. Si è pensato di poter sostituire gli scambiatori di calore con delle caldaie a recupero in cui potesse essere prodotto vapore acqueo da poter impiegare in un ciclo Hirn, per la produzione di energia elettrica; si è quindi proceduto andando a calcolare la potenza scambiata alla caldaia poi, si è calcolata la quantità di vapore prodotto nelle condizioni termodinamiche scelte. Infine si è calcolata la potenza elettrica che sarebbe possibile produrre e come potrebbe essere impiegata. Dal punto di vista dell’impianto esistente, sono stati fatti dei calcoli di verifica per le aree dei filtri a maniche utilizzati, per vedere quale è la portata massima di fumi filtrabile. E’ stato fatto cenno anche alla normativa a cui l’impianto è soggetto soprattutto per le emissioni gassose.
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Sacco, Valerio. "Il trattamento integrato anaerobico/aerobico e recupero energetico dell'impianto di compostaggio di Salerno: soluzioni migliorative e potenziamento dell'impianto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8485/.

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Abstract:
La tesi mira ad affrontare le problematiche relative al potenziamento e all'adeguamento migliorativo di alcune sezioni dell’esistente impianto di trattamento finale della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, sito nel Comune di Salerno. Si è analizzata, in prima istanza, la gestione dei rifiuti in Campania negli ultimi anni: dall'inizio dell’emergenza negli anni ’90, fino ai giorni odierni con la stesura del “Piano Regionale per la Gestione dei rifiuti Solidi Urbani”. Si è posto, poi, l’accento sul modello che caratterizza la città di Salerno: una corretta gestione integrata dei rifiuti, contraddistinta da una raccolta “porta a porta” spinta e dalla realizzazione di un moderno impianto di compostaggio e produzione di biogas. Si è descritto l’impianto nella sua interezza, andando ad analizzare le singole sezioni che lo contraddistinguono: durante il periodo di funzionamento, dall'apertura dell’impianto, si sono riscontrate alcune criticità, che si è ritenuto di affrontare al fine di migliorarne l’efficienza. Si è elaborato, così, un progetto di potenziamento ed adeguamento migliorativo di alcune sezioni. In particolare, si è cercato di determinare quale fosse il sistema di depurazione dei reflui più adatto a questo tipo di realtà e si proceduto, quindi, al dimensionamento delle varie sezioni del sistema depurativo scelto. Si è ritenuto utile effettuare, anche, un confronto economico con il sistema attualmente in uso, che consiste nella depurazione dei liquami presso impianti terzi.
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Bernabei, Luca. "La rinascita dei borghi storici. Recupero del borgo di San Giovanni Lipioni ed applicazione su un caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Nell’ultimo decennio il recupero edilizio ha acquisito un’importanza sempre più rilevante in seguito alla necessità di mettere in sicurezza e rendere maggiormente fruibile il patrimonio edilizio storico italiano, prediligendone il riutilizzo alla nuova costruzione. A ciò si accosta l’esigenza di dare nuova vita ai borghi antichi, sempre più spopolati a causa della lontananza delle comodità della vita moderna e dalle scarse condizioni di conservazione delle abitazioni. In questo contesto si inserisce il presente lavoro di tesi, che si occupa del recupero e della valorizzazione del patrimonio edilizio del comune di San Giovanni Lipioni, borgo storico in provincia di Chieti, che negli ultimi anni ha subito uno spopolamento sempre più evidente. Attraverso l’analisi di tipologie edilizie, tecniche costruttive ed elementi caratteristici delle abitazioni del borgo, sono stati individuati gli attributi ricorrenti di questi edifici con la finalità di conservarli e ripristinarli, valorizzandone in questo modo l’aspetto caratteristico e la tradizione costruttiva. Questa analisi è stata poi tradotta operativamente nel recupero di un edificio del borgo, preso come caso di studio. Partendo da una fase conoscitiva del fabbricato, composta da rilievi, restituzioni grafiche e calcoli di verifica sugli elementi costruttivi, sono stati individuati gli interventi necessari da eseguire, in particolare in ambito di sicurezza sismica ed efficientamento energetico, ricercando le soluzioni più adatte al presente caso di studio. Si è arrivati quindi alla redazione di un progetto architettonico e strutturale accompagnato dalle necessarie verifiche strutturali, sia statiche che dinamiche, e da verifiche di tipo energetico. Infine, è stato redatto un computo metrico estimativo dell’intervento, comprendendo nell’analisi anche gli incentivi previsti dalla normativa vigente, per meglio evidenziare le lavorazioni necessarie e i loro relativi costi.
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Mascioli, Marco. "Analisi di un sistema energetico per il recupero di cascami termici a medio-alta entalpia di tipo "dual-loop"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18653/.

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Abstract:
Lo studio descritto in questa tesi riguarda l’analisi di diverse soluzioni di layout per lo sfruttamento di un cascame termico, al fine di produrre potenza elettrica. Questa sorgente di calore è rappresentata da una corrente di prodotti di combustione emessa da una turbina a gas, con temperatura superiore a 550 °C. Tale condizione ha indotto a prendere in considerazione innovative applicazioni della tecnologia ORC (Organic Rankine Cycle), da tempo impiegata nel mercato del recupero di calore, ma che trova il suo principale limite nella massima temperatura di esercizio dei fluidi di lavoro. Infatti, tradizionalmente gli impianti ORC sono adottati in abbinamento a sorgenti di calore con temperature inferiori a 500 °C, quindi il caso proposto in questo studio rappresenta una sfida per la tecnologia ORC e per i fluidi impiegati. Pertanto, all’interno di questa tesi viene mostrato un confronto, sia dal punto di vista prestazionale sia dal punto di vista di parametri attinenti al costo e alla complessità impiantistica, tra un sistema energetico di nuova concezione configurato con due cicli in cascata, che implementa la cosiddetta tecnologia VHT-ORC (Very High Temperature ORC), e altre soluzioni da più tempo disponibili sul mercato.
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Niro, Elisa. "Sviluppo di una metodologia per l'identificazione dei siti idonei al recupero energetico dalle acque reflue: rete fognaria della citta' di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Questo elaborato di tesi ha come obiettivo quello di individuare i siti più idonei al recupero del calore dalle acque reflue attraverso lo studio di quei parametri che risultano più incidenti sulla variazione della temperatura del refluo e che caratterizzano il sito e la rete fognaria. Il caso di studio è la rete fognaria del quartiere Fossolo di Bologna, sulla quale verrà studiata e sviluppata la metodologia che porterà all’identificazione dei siti migliori in cui recuperare il calore per poi andare ad applicare la metodologia sull’intera rete di Bologna al fine di poter apprezzare i risultati in un quadro più ampio. L’elaborato è diviso in diverse fasi: -Ricerca dei parametri più influenti sulla temperatura del refluo attraverso il software di simulazione TEMPEST; -Ricerca dei dati sul suolo dell’Emilia-Romagna; -Sviluppo della metodologia dopo un’attenta analisi dei dati e dei parametri che producono una variazione della temperatura del refluo; -Applicazione, visualizzazione e verifica della metodologia sulla rete del Fossolo attraverso il software QGIS; -Applicazione della metodologia a reti fognarie più estese: caso della rete di Bologna. -Il software TEMPEST verrà utilizzato al fine di individuare i parametri più significativi e più influenti nello studio dell’energia contenuta dal refluo; SWMM, attraverso simulazioni di tempo secco, restituisce come output le portate di ogni collettore; QGIS, che rappresenta il fulcro di questo lavoro di tesi, verrà utilizzato come database per tutte le informazioni utili alla definizione della producibilità energetica delle condotte della rete e come calcolatore attraverso l’uso del calcolatore di campo. Si può affermare che QGIS è il punto d’incontro tra i risultati ottenuti da TEMPEST e SWMM attraverso la combinazione di tutte quelle grandezze che influiscono sulla potenzialità energetica del sistema.
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Girasoli, Maria Teresa. "METODOLOGIA PER IL RECUPERO ENERGETICO E FUNZIONALE DELL'EDILIZIA RURALE. Definizione di linee guida per la riqualificazione di edifici rurali in Piemonte." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2388966.

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Abstract:
Retrofitting interventions on existing rural buildings are frequently associated with new functional requirements consequently causing changes in intended use. Rural architecture is intrinsic to human needs and environmental specifics and it is characterized by long periods of product testing and modifications to reach the optimal among building techniques, materials and environment. The process of upgrading and enhancing the traditional rural landscape should be oriented towards environmental sustainability; it should recognize the typical characteristics of the natural environment and built up surroundings. For this reason, the energy redevelopment project of existing rural buildings should take into consideration the purpose for which the technological solution was envisioned. Adapting the building techniques to the new constructional needs and the new redistribution of space is essential. The proposed intervention methodology is driven by the desire to acquire a broader approach in respect to the one tied to the mere renovation of a country house. The aim is to employ a modern interpretation of using space, once dedicated to common activities, and now the subject of renewed interest. Research is therefore aimed at providing the tools you need to fully characterize both the refurbishing of rural buildings and any possible activities that can be done, highlighting the potentialities of the territory on which these buildings lie. Measures not separating the building from its territorial context are taken, while maintaining the close relationship that binds the architectural form to its use. A careful conversion is pursued, allowing the subject of intervention to remain a vital resource for the community. Creating a full scale investigation of these rural buildings in our national territory is not easily achievable. Therefore the study is limited to rural housing in Piemonte: the hilly and mountainous area are taken into account to assess the performance characteristics for different weather conditions. The proposed methodology, in addition to identifying the steps required to correctly accomplish the energy redevelopment building interventions, provides guidelines able to support professionals and technicians complying with the indications provided by the local authorities. An in-depth and complete documentation of each step incorporating accurate input and output data will be provided throughout the working process. Guidelines for the energy recovery of rural buildings provide a practical professional resource in designing technological solutions, in order to improve the energy efficiency of rural architectural heritage. This is accomplished through the analysis of building components and the critical constructive joints.
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Ravaglia, Francesco. "Analisi numerica del recupero energetico mediante micro-turbine nella rete di acquedotto di Langhirano (PR) al variare degli scenari di domanda idrica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5804/.

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Galassi, Daniele, and Luca Ferrari. "Moduli sostenibili - retrofit energetico e funzionale di un complesso edilizio residenziale pubblico a bologna, quartiere bolognina." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9983/.

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Abstract:
In uno scenario in cui il tema dell’emergenza abitativa recita un ruolo da protagonista nelle politiche europee per la casa, il recupero del patrimonio edilizio esistente si pone come una delle strategie più efficaci per rispondere alla problematica dell’abitare sociale. Nel contesto di grave crisi economica ed emergenza energetica che caratterizza la società contemporanea, il valore del retrorfit sta rapidamente trasformando l’approccio progettuale tradizionale, definendo un concetto basilare per la sostenibilità del domani: “fare meglio con meno”. L’oggetto di questa tesi è la riqualificazione energetica e funzionale di un edificio popolare situato a Bologna, nel quartiere Navile, zona Bolognina. Il fabbricato si innesta in un isolato a corte che contraddistingue questa zona, caratterizzato da una pianta ad “L” e da sistemi costruttivi tipici della ricostruzione del primo periodo del secondo dopoguerra. L’ipotesi presentata è il risultato dell’interazione di strategie progettuali mirate alla risoluzione delle problematiche di tipo funzionale ed energetico che affliggono il complesso. L’intervento è caratterizzato dall’ampio impiego di tecnologie leggere a “secco”, utilizzate sia per l’integrazione dell’edificio con aggiunte volumetriche, che per la realizzazioni di elementi progettuali ex-novo.
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Ostapyuk, De Pretto Oleksandr. "Efficientamento energetico di un impianto per l’essiccamento dei fanghi di cartiera." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
In questa tesi si sono analizzate le principali fonti di recupero termico della cartiera di Mantova del gruppo Pro-Gest e si sono analizzati i possibili punti di immissione di energia termica. Si sono studiate due alternative di integrazione: la prima con una pompa di calore ad alta temperatura (HTHP) e la seconda con dei pannelli solari termici. Entrambe le soluzioni sono state usate per potenziare il calore di scarto in uscita dalla cartiera. Si sono analizzati i processi della cartiera per comprendere le fasi che compongono il ciclo di produzione della carta riciclata: la preparazione degli impasti, la fabbricazione del foglio ed i trattamenti superficiali con l’allestimento. Si è posta l'attenzione anche sulle attività ausiliarie che si svolgono in una cartiera come la produzione dell’energia elettrica e termica e la depurazione delle acque di scarico. Successivamente si sono selezionate le principali fonti di recupero termico, esse riguardano l’acqua di scarico, le fumane di vapore, ed i circuiti di raffreddamento delle turbine. Per quanto riguarda le utenze termiche invece, si sono analizzate la Cassa Vapore, lo scambiatore degli impasti, gli aerotermi di riscaldamento dello stabilimento e l’essiccatore dei fanghi. Si è scelto di proseguire con lo studio dell’integrazione della pompa di calore o dei pannelli solari termici per alimentare l’essiccatore dei fanghi. Si è approfondito quindi lo stato dell’arte delle tecnologie di produzione dell’energia termica con la pompa di calore e con i collettori solari termici e si è proseguito lo studio svolgendo un’analisi economica calcolando il Valore Attuale Netto (VAN) ed il Periodo di Ritorno dell’Investimento (PbP) per entrambe le alternative. Infine, si è sviluppata un’Analisi di Sensitività variando parametri come il rapporto tra i costi dell’elettricità e del metano, il coefficiente di performance (COP) della pompa di calore, le ore di funzionamento dell’impianto ed il costo dell’investimento.
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Candini, Lorenzo. "Studio di un sistema per il recupero di calore dai fumi in uscita da un atomizzatore." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La prima parte dell’elaborato si concentrerà sulla presentazione dell’impianto oggetto di ottimizzazione energetica, illustrandone il principio di funzionamento e descrivendone i gruppi funzionali. Verranno, inoltre, definite le principali problematiche dal punto di vista energetico ed operativo e saranno individuati quelli che sono gli obiettivi dello studio. L’elaborato proseguirà con la presentazione della teoria sulla trasmissione di calore per chiarire le relazioni analitiche utilizzate e le ipotesi semplificative assunte nei diversi ragionamenti seguiti, oltre alla descrizione delle principali tipologie di scambiatori di calore esistenti e delle tecniche per il loro dimensionamento presenti in letteratura. Successivamente, saranno proposte le soluzioni operative considerate, compatibilmente con i vincoli progettuali imposti dall’azienda, per il conseguimento degli obiettivi prefissati. Si partirà dalla valutazione delle soluzioni più semplici ricorrendo alla trattazione analitica, per poi passare a quella delle soluzioni più complesse attraverso un approccio numerico che, tramite l’ausilio del calcolatore, permetterà di condurre simulazioni di fluidodinamica computazionale. L’approccio numerico sarà, in generale, sempre utilizzato come strumento di verifica dei risultati analitici più significativi. Oltre al dispositivo di recupero energetico, saranno dimensionati anche i sistemi di tubazioni e le macchine di ventilazione necessari alla movimentazione dei fluidi, attori dello scambio termico. L’ultima parte dell’elaborato avrà come oggetto la determinazione dei consumi energetici, in termini sia di energia elettrica che di quantitativo di combustibile, e la valutazione economica dell’investimento derivante dall’installazione del dispositivo di recupero energetico, considerando tutte le voci di costo che quest’ultima comporta. Si determinerà, infine, il periodo di recupero dell’investimento che permetterà di quantificare la convenienza economica del progetto.
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Berti, Beatrice. "Analisi del ciclo di vita del processo di pirolisi di rifiuti industriali e confronto con scenari alternativi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14381/.

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Abstract:
Per il presente lavoro di tesi sono stati analizzati attraverso la metodologia del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) diversi sistemi di recupero di due rifiuti industriali, ossia pneumatici fuori uso (PFU) e compositi polimerici rinforzati con fibre di carbonio (CFRC), con lo scopo di individuare quelli più virtuosi. Per quanto concerne i PFU, sono stati studiati quattro pretrattamenti (single cut, grinding, crushing e pulverisation), il processo di pirolisi dell’azienda Curti S.p.A, la termovalorizzazione, la co-combustione in cementificio e tre scenari di recupero di polverino da PFU. Dalla valutazione degli impatti dei pretrattamenti è emerso che il single cut è la tecnologia con il minor carico ambientale, mentre tra i processi termici quello più vantaggioso è la pirolisi. Il confronto tra la pirolisi e i tre scenari di recupero di materia ha invece evidenziato i punti di forza del riciclo del ferro e del polverino, quest’ultimo sempre più apprezzato sul mercato per la sua versatilità di utilizzo (può sostituire la sabbia, la gomma sintetica e naturale nelle superfici antitrauma o il bitume negli asfalti bituminosi). Per quanto riguarda invece i CFRC, sono stati messi a confronto tre scenari: la pirogassificazione dell’azienda Curti S.p.A, la termovalorizzazione e lo smaltimento in discarica (adottato fino all’emanazione del D.lgs 36/2003). Dall’analisi è emerso che il primo processo è quello più virtuoso, mentre presenta un impatto quasi nullo la discarica (vietata per questo rifiuto dal 2007). Lo scenario meno favorevole è risultato essere invece la termovalorizzazione. Per testare la robustezza del metodo e confermare i risultati ottenuti, sono stati sottoposti all’analisi di sensibilità gli scenari con i carichi ambientali più simili. Tale analisi, effettuata attraverso il metodo Monte Carlo, ha confermato quanto ottenuto durante la valutazione degli impatti, avvalorando lo studio LCA effettuato per il presente lavoro di tesi.
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Zaro, Cristiana. "Il processo parametrico nella progettazione di sistemi integrati di involucro finalizzati alla riqualificazione energetica e architettonica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il progetto di Tesi è finalizzato a fornire un metodo operativo innovativo, sviluppato per mezzo di un software parametrico, ai progettisti che operano in ambito di riqualificazione architettonica ed energetica degli involucri edilizi. A partire dai risultati emersi dall’analisi critica svolta circa lo stato dell’arte attuale, viene formulata una soluzione progettuale per il recupero dell’involucro edilizio. L'algoritmo elaborato permette di progettare soluzioni di involucro customizzabili, flessibili, ed ecocompatibili composte da elementi modulari prefabbricati valutandone al contempo le prestazioni energetiche nel rispetto delle normative vigenti. Il metodo viene poi applicato su varie stratigrafie estratte dal progetto Tabula, calcolandone le prestazioni energetiche e la compatibilità. L'ultima parte affronta il tema dell’ottimizzazione del processo di tassellazione geometrica delle superfici di facciata per diverse tipologie edilizie residenziali. A questo proposito viene utilizzato il risolutore genetico Galapagos, presente all’interno dell’area di lavoro di Grasshopper, che permette di individuare la dimensione ottimale dei pannelli di facciata in base a precisi parametri che vengono individuati a monte del processo.
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Marzocchi, Chiara. "Efficientamento energetico di un impianto di recupero della frazione organica del rifiuto da raccolta differenziata, mediante processo misto anaerobico/aerobico, con produzione di biogas e ammendante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tematica dell’efficienza energetica e lo sviluppo delle energie rinnovabili sono, al giorno d’oggi, al centro delle politiche energetiche di molti Paesi. In tale ottica, lo studio realizzato si propone di esaminare i possibili interventi di efficientamento energetico, processuali ed impiantistici, realizzabili in un impianto di recupero della frazione organica del rifiuto da raccolta differenziata, in cui, mediante processo anaerobico/aerobico vengono prodotti biogas e ammendante. L’impianto preso in esame è l’impianto di digestione anaerobica e compostaggio sito in località Ca’ Baldacci nel comune di Rimini. A tal fine, si è ragionato, nella prima parte dello studio, in termini di ottimizzazione della produzione di biogas per aumentare l’energia elettrica prodotta nell’impianto stesso, in parte destinata all’ autoconsumo. Nella seconda parte dello studio, si sono cercate soluzioni che consentissero di ridurre i consumi di energia elettrica legati alle attività del processo; per fare ciò si sono individuate le sezioni impiantistiche e le utenze più energivore e, sulla base dei risultati ottenuti, si sono esaminati alcuni interventi di efficientamento di tipo impiantistico e processuale, realizzabili nell’ impianto ed i relativi risparmi energetici, in termini di energia elettrica. A conclusione dell’analisi fatta, si è stimato che, grazie all’ efficientamento energetico ipotizzato, si potrebbero risparmiare complessivamente 1.180 MWh/ anno di energia elettrica, proveniente dalla rete locale.
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Martellini, Marcello. "Dispositivo ad elettreti per la raccolta di energia dal calpestio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il progetto riguarda la realizzazione di un dispositivo per una pavimentazione a recupero energetico dal calpestio attraverso l'uso di film di elettreti. Si inserisce dapprima una sezione introduttiva dedicata ad una comparazione con i diretti rivali: i materiali piezoelettrici. Si prosegue con la giustificazione della scelta del materiale elettroattivo commerciale adoperato, una sua caratterizzazione morfologica ed una descrizione accurata dello stesso. Oltre a prove termiche per la determinazione della massima temperatura di esercizio, si pongono prove qualitative di capacita' e prove sulla quantita' di carica: statiche e dinamiche. Le prove riguardanti la generazione di carica massima generata a seguito di sollecitazioni meccaniche son fatte riferendosi alla sensitivita' nominale del materiale al fine di stabilire la configurazione di utilizzo: connessione elettrica degli strati, numero di strati, tipologie di elettrodi, formato dei provini... La realizzazione di un dimostratore secondo la tecnica di prototipazione rapida conclude il progetto di tesi mettendo in atto quanto capito e testato. Valutazioni economico energetiche e considerazioni per uno sviluppo futuro fanno da contorno per una futura ultimazione e ottimizzazione.
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Nicoletti, Monica. "Studio sull’evoluzione temporale degli impatti dell’inceneritore di Coriano (Rimini) mediante Life Cycle Assessment." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4248/.

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Abstract:
Lo scopo del progetto di tesi è stato quello di indagare come è variato nel tempo l’impatto dell’impianto di incenerimento situato a Coriano, in provincia di Rimini, a seguito dell’introduzione di soluzioni tecnologiche sempre più evolute al fine di una maggiore tutela ambientale. Lo studio è stata condotto utilizzando la tecnica del Valutazione del Ciclo di Vita (LCA, Life Cycle Assesment), che consente di quantificare gli impatti utilizzando indicatori precisi e di considerare il processo in tutti i suoi dettagli. I risultati evidenziano una progressiva diminuzione dell’impatto complessivo dell’impianto, dovuto sia alle operazioni di adeguamento relative alle attività di incenerimento, sia all’introduzione di un sistema sempre più efficiente di recupero energetico. I confini del sistema sono infatti stati ampliati per poter includere nello studio l’energia elettrica generata dal recupero del calore prodotto durante la combustione. Sono stati valutati rapporti causa-effetto tra i risultati ottenuti ed alcune informazioni correlate al processo, quali composizione dei rifiuti e variazione temporale del mix energetico in Italia. Sono infine state effettuate valutazioni relativamente alla comparazione dell’impianto studiato con altre realtà territoriali ed impiantistiche e sono state prese in esame alcune tra le tecnologie più innovative applicabili al processo, soprattutto per quel che riguarda la depurazione dei fumi.
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Kimpinde, Manga Sandro. "Modellazione matematica per studi di fattibilita’ economica su un impianto pilota di pirolisi dei fanghi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi è incentrato sullo sviluppo di un modello matematico tale da garantire la quantificazione dell’energia ricavabile da un rifiuto tramite pirolisi, una volta caratterizzato il rifiuto solido (fango) in entrata. Inoltre, tale modello dovrà essere in grado di fornire una stima del quantitativo di energia termica richiesta dal sistema per fare avvenire il trattamento desiderato. Tali valutazioni vanno considerate nell’ottica di una valutazione preliminare sulla fattibilità e della convenienza economica dell’operazione stessa, pertanto un prerequisito aggiuntivo sarà relativo alla flessibilità e alla semplicità del modello stesso, al fine di renderlo applicabile alle più disparate tipologie di fanghi industriali. L’approccio su cui si è fondato il modello sviluppato e testato in questo lavoro di tesi, non poteva che fondarsi sui principi basilari dell’equazioni di bilancio di materia ed energia. La caratterizzazione dei fanghi in entrata ha come principale scopo la determinazione dell’umidità relativa; quantità sostanza organica alimentata e quantità sostanza inerte alimentata. La quantità di ogni elemento presente nel rifiuto è stata individuata mediante un’analisi elementare. Dall’analisi dei dati ricavati da diverse matrici alimentate, si è arrivati a concludere che la quantità materiale da portare eventualmente in discarica può essere tre volte più piccola di quella iniziale, con conseguente abbassamento dei costi di smaltimento. Tale riduzione volumetrica deve andare a pari passo con un bilancio energetico positivo. Per concludere si può dire che le variabili importanti da tenere in conto per un’analisi di fattibilità sono l’umidità relativa del rifiuto, il PCI in alimentazione, il PCI del char e il PCI del syngas. Si può arrivare a tali conclusioni mediante l'uso del modello matematico ricavato.
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Severo, Gianluca. "“Diagnosi e certificazione, efficienza energetica ed implementazione di sistemi di produzione da fonti rinnovabili: da rudere a masseria passiva”." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4695/.

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Abstract:
Dopo aver introdotto l'argomento della certificazione energetica attraverso l'analisi delle direttive europee in materia, delle legislazioni nazionali, dei regolamenti regionali e delle procedure di calcolo (ITACA, LEED, etc.) si passa poi allo studio di un caso reale, la Masseria Sant'Agapito. All'inquadramento della masseria e delle attività connesse, segue un focus sull'edificio attualmente adibito a b&b, del quale si esegue la diagnosi sperimentale (termografia all'infrarosso, test di tenuta, etc.) e la certificazione con l'ausilio del software DOCET di ENEA. Si delineano quindi interventi atti alla riqualificazione energetica e alla riduzione dei consumi per tale edificio. In seguito si ipotizza un progetto di recupero funzionale, da attuarsi secondo i criteri della conservazione dell'esistente e della bioedilizia, impiegando materiali naturali e con un ciclo di vita a basso impatto ecologico. Alla progettazione d'involucro, segue la progettazione dell'impianto termico alimentato a biomassa, degli impianti solare termico (autocostruito) e fotovoltaico (inegrato in copertura) e del generatore mini-eolico. Tali tecnologie consentono, attraverso l'impiego di fonti di energia rinnovabile, la totale autosufficienza energetica e l'abbattimento delle emissioni climalteranti riferibili all'esercizio dell'edificio. La certificazione energetica di tale edificio, condotta questa volta con l'ausilio del software TERMUS di ACCA, consente una classificazione nella categoria di consumo "A".
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Zapparrata, Sergio. "Tecnologie di separazione e recupero del compound di PVC da cavi elettrici a fine vita." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15904/.

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Abstract:
Nel presente studio sono stati considerati parametri costruttivi e di processabilità dei cavi a fine vita e parametri identificativi delle loro plastiche. Del primo insieme, i dati sulla tipologia del conduttore, sul numero di anime del cavo e sul loro diametro, hanno dimostrato la possibilità di recuperare gli spezzoni di cavo attraverso granulazione. La tipologia di isolante e le sigle di designazione, ove possibile, hanno permesso di definire la composizione media polimerica dei campioni di cavi a fine vita. Il dato utilizzato di composizione media polimerica, è riferito alla presenza di tali materiali in almeno una delle componenti strutturali di cavo a fine vita, di cui siano disponibili dati forniti direttamente dal produttore o tramite decifrazione delle sigle di identificazione. Il compound di PVC, è la tipologia prevalente nei tre campioni rappresentativi della popolazione di cavi elettrici a fine vita (77.8%; 45% e 80%). Per motivi anche ambientali, se ne è studiato il recupero definito dalle attività R3-R13. Tecnologie elettrostatiche basate sull’effetto corona e triboelettrico, dimostrano la possibilità di separare i granuli di compound di PVC, rispettivamente da granuli di conduttori (rame e alluminio) e di plastiche (PE e gomma) costituenti gli isolamenti e le guaine dei cavi elettrici a fine vita. Con l’applicazione di tali tecniche, si è ottenuto il 50.3% del compound di PVC al 95%. Il suo riciclo meccanico, può completarsi con la Melt Filtration combinata alla sua miscelazione col polimero vergine. Con la metodologia basata sul Livello di Maturità Tecnologica (TRL- Technology Readiness Level), si è dimostrato che il riciclo meccanico, combinato alla filtrazione del polimero fuso, costituisca un’alternativa fortemente competitiva al riciclo operato attraverso processo Vinyloop®. Allo stato attuale, costituisce un’alternativa tecnologicamente più qualificata e matura rispetto al riciclo chimico operato attraverso incenerimento convenzionale.
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Briani, Giulia. "Ottimizzazione delle prestazioni energetiche di un impianto di condizionamento multi-generatore adottato nel recupero post-sisma di un edificio residenziale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
In questo lavoro di tesi sono state simulate le prestazioni energetiche di un edificio residenziale situato a Novi di Modena tramite due software di simulazione: Edilclima (di tipo quasi-stazionario) e TRNSYS (di tipo dinamico). L'immobile è stato ricostruito a causa dei danni causati dal terremoto del 2012 che ha colpito l'Emilia Romagna, si sviluppa su tre piani ed è caratterizzato da un involucro edilizio isolato e molto performante. Nella prima fase del lavoro è stato implementato il modello dell'edificio e dell'impianto sui due software simulativi. Successivamente, è stato deciso di calibrare il modello di simulazione dinamica sui dati reali riguardanti i consumi elettrici, disponibili grazie ad una campagna di monitoraggio avvenuta tra il 25/04/17 ed il 31/10/17: in questo periodo, infatti, gli utenti si sono prestati a fornire le letture dei contatori elettrici a cadenza settimanale. Sul modello simulativo calibrato sono state fatte poi delle analisi annuali sui consumi. Successivamente, sono stati studiati degli interventi migliorativi al fine di migliorare le prestazioni dell'impianto attualmente installato: installazione di una batteria di accumulo per il fotovoltaico; potenziamento del campo fotovoltaico tramite l'installazione di ulteriori 2.16 kWp; combinazione dei due precedenti interventi. Per valutare la fattibilità economica degli interventi ipotizzati, è stata eseguita un'analisi economica tramite lo strumento del VAN (Valore Attuale Netto) tenendo in considerazione i tassi di inflazione, di interesse e di aumento del costo dell'energia elettrica, nonché di costi di manutenzione, di sostituzione dei componenti degli impianti ed infine dei benefici derivanti da detrazioni fiscali e scambio sul posto.
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Nuzziello, Michela. "Sistemi di conversione energetica ibridi termo-fotovoltaici." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3547/.

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Di, Domenico Simone. "Analisi delle fognature e relative applicazioni energetiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1339/.

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Di, Grazia Matteo. "Diagnosi e proposte di riqualificazione energetica di una piscina coperta con tensostruttura ad uso pubblico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tesi ha come oggetto la diagnosi e la riqualificazione energetica di una piscina coperta tramite tensostruttura. L’impianto natatorio è parte di un complesso sportivo, situato nella città di Terni. La particolarità di tale struttura risiede nella stagionalità d’uso poiché viene coperta esclusivamente durante il periodo invernale tramite una tensostruttura in materiale plastico. L’iniziale fase di audit energetico ha consentito di misurarne i parametri ambientali interni e di rilevare gli schemi impiantistici dello stato di fatto. In seguito si è proceduto alla modellazione termo-energetica del sistema edificio-impianto, effettuando delle analisi in regime dinamico con l’ausilio del software EnergyPlus. Tali analisi hanno permesso di effettuare la calibrazione del modello sulle temperature misurate e sui consumi energetici fatturati, al fine di poterlo validare. Nella fase progettuale si è data priorità ai recuperi energetici con il tentativo di massimizzare gli apporti gratuiti di energia. A tal fine è stato utilizzato tramite il software GenOpt un algoritmo di ottimizzazione per il progetto della struttura d'involucro. Parallelamente, le proposte d'intervento sull'impianto si ponevano l'obiettivo di introdurre fonti di energia rinnovabile e di aumentare l'efficienza energetica dei componenti impiantistici.
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Garimberti, Giovanni. "Modellazione dinamica di sistemi per il recupero termico di sorgenti a bassa entalpia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Negli ultimi anni, a causa delle sempre maggiori preoccupazioni per l’impatto ambientale e la reperibilità dei combustibili fossili, è andato aumentando l’interesse per l’efficientamento energetico e i sistemi a fonte rinnovabile. I sistemi ORC (Organic Rankine Cycle), in particolare, emergono in questo contesto come una delle tecnologie più mature per il recupero di calore da sorgenti a bassa entalpia. Questo elaborato di tesi si colloca nella campagna di studio in corso presso il laboratorio DIN dell’Università di Bologna, dove è stato installato un banco prova ORC sperimentale di piccola taglia (la potenza elettrica nominale è pari a 3 kW, con un rendimento termodinamico del 10%). Si sono voluti approfondire in particolare gli aspetti legati al comportamento dinamico e al controllo di questi sistemi, con l’obiettivo di migliorare un modello dell’impianto di laboratorio realizzato in un precedente lavoro di tesi. L’analisi dinamica, una volta che un sistema è stato dimensionato e caratterizzato dal punto di vista termodinamico, risulta un elemento fondamentale per prevedere il comportamento in condizioni diverse da quelle di progetto e per studiare la logica di controllo più adeguata. Naturalmente questo richiede la costruzione di modelli più accurati, in grado di tenere conto anche delle inerzie dei vari componenti. La prima parte dell’elaborato riporta i principali risultati emersi dallo studio della letteratura, in cui si sono indagati sia gli aspetti matematici che quelli legati alla regolazione. La seconda parte è dedicata invece alle prove fatte per estendere la validazione di un modello realizzato in precedenza in ambiente AMESim. Oltre a testare il modello in diverse configurazioni riconducibili a prove sperimentali realizzate in laboratorio si è usato lo strumento informatico per simulare una logica di controllo automatico, di cui il banco prova è attualmente sprovvisto.
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VIGLIANI, ELISA. "Interventi di efficienza energetica nel settore industriale e relativi meccanismi di incentivazione: cogenerazione e recuperi termici." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2015. http://hdl.handle.net/11583/2608179.

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Abstract:
La tesi è incentrata sull’analisi degli interventi di efficienza energetica nei settori industriali e sull’applicazione di soluzioni tecnologiche efficienti a casi studio reali. Tra le “Best Available Techniques” per l’efficienza energetica in ambito industriale, i temi della cogenerazione e dei recuperi termici da cascami industriali di processo ricoprono un ruolo di primaria importanza e vengono perciò approfonditi nell’ambito della tesi. La cogenerazione (CHP), produzione combinata di energia elettrica e calore, permette di ottenere risparmi di energia, savings economici ed ambientali ma richiede investimenti considerevoli e quindi un’analisi dettagliata degli incentivi previsti dalla normativa può risultare rilevante al fine di valutarne la fattibilità economica. Nella tesi viene infatti presentata un’analisi tecnica, economica e normativa di undici impianti cogenerativi al servizio di stabilimenti industriali italiani, per dimostrare l’effetto dei recenti cambiamenti normativi e di incentivazione sulle performance tecno-economiche degli impianti cogenerativi. A differenza degli impianti CHP alimentati a combustibile, i sistemi di recupero termico da processi industriali non sono ancora molto diffusi, nonostante la notevole potenzialità di sviluppo presente nelle industrie energivore, quali ad es. cementifici, vetrerie, fonderie. Tra le tecnologie disponibili per la valorizzazione del calore di scarto, è stata data maggior importanza ai moduli Organic Rankine Cycle di cui sono state approfondite le caratteristiche tecniche, impiantistiche ed economiche; è stato realizzato un modello energetico, exergetico ed exergoeconomico del sistema di recupero basato sui dati operativi di un impianto esistente. Tale modello permette di valutare le performance del sistema di recupero e la sensitività alle variazioni nella progettazione dello stesso.
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Spadoni, Luca. "Studio di un sistema di recupero del gas di boil-off da serbatoi LNG per veicoli stradali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’evaporazione del gas (Boil-Off) all’interno dei serbatoi criogenici è un fenomeno del tutto normale, ed avviene a causa del calore trasmesso dall’esterno verso il prodotto stoccato all’interno. Sulle LNG carriers e nei serbatoi di superficie la gestione del gas da boil-off (BOG) è stata ottimizzata, ma non si può dire lo stesso però per i serbatoi criogenici montati sugli autoveicoli. In questo caso il BOG viene completamente immesso in atmosfera, creando un danno ambientale, energetico ed economico. Ambientale perché il metano (maggior componente del BOG) è un gas serra estremamente dannoso; energetico, perchè la perdita energetica corrispondente sarebbe di 13.89 kWh per ogni chilogrammo di BOG immesso in atmosfera; economico in quanto il BOG sfiatato rappresenta una perdita netta in termini di autonomia su strada dell’automezzo. Benché attualmente questo problema possa essere trascurato per via della piccolissima quota di veicoli LNG presenti sulle strade mondiali, ben presto però, nell’ottica di un trasporto sostenibile, si assisterà ad un rapido aumento di questi mezzi di trasporto, di conseguenza, prima o poi il problema dovrà essere affrontato. Lo scopo di questo elaborato, dunque, è quello di studiare i componenti principali (compressore, scambiatore di calore e bombola di recupero) di un sistema di recupero del gas da Boil-Off, che verrà montato su veicoli stradali alimentati ad LNG. Dopo aver selezionato un potenziale compressore utilizzabile, sono state analizzate due possibili configurazioni del sistema: nella prima è stato considerato un singolo scambiatore di calore; nella seconda, invece, sono stati presi in considerazione due scambiatori, uno dei quali posto tra il primo e il secondo stadio di compressione, in modo da effettuare un’inter-refrigerazione. Infine, in accordo con i risultati delle analisi, è stata effettuata un’analisi energetica per capire se l’installazione di tale sistema sul veicolo fosse conveniente o meno.
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Fragai, Marco. "Analisi e simulazione di un ciclo Rankine organico per il recupero di energia a bassa entalpia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10691/.

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Questo lavoro è incentrato sull'analisi e la simulazione di un ciclo Rankine a fluido organico (ORC) per la produzione di energia da calore a bassa entalpia. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con l'università di Gent, in Belgio, in particolare grazie al Prof. De Peape e all' Ing. Steven Lecompte; il lavoro in Italia è stato coordinato dal Prof. De Pascale. L'obiettivo principale della tesi è stata la creazione un modello computazionale in grado di descrivere le prestazioni dell'impianto a carico parziale. Ogni elemento dell'impianto è stato analizzato e modellizzato secondo un approccio di simulazione originale in Matlab. I componenti ottenuti sono stati poi combinati a formare la simulazione dell'intero sistema; questa è in grado di prevedere la potenza prodotta ed il rendimento del ciclo al variare delle condizioni esterne. I risultati ottenuti dalle simulazioni sono stati poi confrontati con i dati sperimentali raccolti sull'impianto di prova dell'Università. Questo confronto dimostra un buon accordo dei risultati previsti con quelli misurati. L'errore relativo massimo ottenuto per la potenza elettrica è sotto il 7%, così come quello sul rendimento; Gli errori relativi a pressione ed entalpie sono in genere sotto il 5%. Il modello può perciò dirsi validato e rappresenta un valido strumento di analisi per comprendere la risposta ai carichi parziali anche al di fuori del range di calibrazione. Il modello è stato infine utilizzato per costruire delle mappe del carico parziale e analizzare l'influenza delle variabili del ciclo. Ulteriori applicazioni delle mappe prodotte sono proposte a fine del lavoro.
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NOVARA, LIVIO. "Individuazione e valorizzazione delle peculiarità delle costruzioni del dopoguerra in Italia. Ipotesi di linee guida per l'intervento di recupero e di miglioramento della prestazione energetica: il caso di studio delle Vallette in Torino." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2012. http://hdl.handle.net/11583/2496951.

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Abstract:
Il quartiere della Vallette di Torino nasce sulla spinta del piano INA-Casa, varato con la legge del 28 febbraio 1949, fortemente voluto dall’allora Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Amintore Fanfani. Gli obiettivi primari del Piano erano la costruzione di case per lavoratori e nel contempo rilanciare l’economia partendo dall’edilizia, in un periodo difficile come quello del dopo guerra. A Torino il piano INA-Casa ha realizzato due grandi interventi, il primo, terminato nel 1954, ha portato alla costruzione del quartiere della Falchera, nella zona Nord di Torino. Il secondo intervento, ben più consistente dal punto di vista della cubatura, ha visto la nascita del quartiere delle Vallette, nell’arco di tempo compreso tra il 1958 e il 1967, nel secondo settennio del piano INA-Casa. Il quartiere occupa un’area di 337.975 m3 nella zona Nord-Ovest di Torino, compresa tra i corsi Ferrara, a Nord, via delle Primule ad Ovest (prospiciente la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”, o più semplicemente Carcere delle Vallette), via dei Gladioli a Sud e via delle Pervinche, ad Est. L’area si attesta su una zona che fino al 1957 era prettamente agricola su cui sorgeva una cascina detta appunto Vallette, insieme ai numerosi “ciabot” che gravitavano attorno, formando una comunità di circa un centinaio di persone. La forte esigenza di costruire case per i lavoratori, dovuta alle immigrazioni sia dal Sud Italia che dal Veneto (in seguito all’alluvione del Polesine nel 1951), ha portato all’esproprio di questa zona ancora rurale della città e che per tale connotazione viveva ai margini dell’abitato. Come per Falchera, anche il quartiere delle Vallette non riuscirà mai del tutto a rientrare all’interno del tessuto cittadino a causa dell’isolamente rispetto al resto della città e malgrado gli interventi che si sono susseguiti negli anni, non si è mai riusciti a ricucire lo strappo ancora esistente. Si ricorda per esempio la costruzione della prima linea della metropolitana leggera, la linea “3”, con capolinea alle Vallette, inaugurata nel 1989. Questo intervento però ha ulteriormente accresciuto il senso di isolamento del quartiere, riuscendo a spaccarlo a metà sull’asse di viale dei Mughetti. La sede tranviaria è infatti di tipo protetto per tutta la lunghezza del percorso e di fatto costituisce un limite invalicabile, tanto che si è reso necessario costruire negli anni tre sovrappassi pedonali per il superamento della linea tranviaria al di fuori dei normali incroci viabili. Questo fatto è però connesso anche all’urbanistica della zona e al superamento del classico isolato chiuso, in favore di una distribuzione più libera degli edifici nei vari lotti. Osservando la pianta dell’area delle Vallette, si possono riconoscere infatti una grande isola centrale insieme ad altre tre che gravitano attorno, che definiscono la viabilità principale. All’interno di queste “isole” è presente poi una viabilità secondaria per l’accesso ai caseggiati più interni. Dal punto di vista architettonico la situazione è molto varia e questa varietà è stata proprio ricercata e voluta dal momento in cui sono stati scelti 9 diversi raggruppamenti di professionisti, ognuno con un lotto diverso in cui poter declinare il tema della casa popolare in maniera differente. Questo concetto era alla base delle richieste del comitato INA-Casa, la precisa volontà di non dare delle case meramente seriali, ma che fossero riconoscibili, con propria identità. Da questo punto di vista il quartiere delle Vallette porta con sè una grande varietà di stili e tipologie edilizie che rendono il tutto molto variegato, suddividendo il quartiere in sottoquartieri diversi. Dalle torri verso corso Ferrara, alle schiere, dei veri e propri serpentoni che occupano variamente la zona interna, il paesaggio non ha quella unitarietà che si osserva nel quartiere de La Falchera vecchia, ma sicuramente questa disomogeneità contribuisce a dare un ritmo nuovo alle vie. Gli edifici analizzati In questo contesto sono stati scelti degli edifici giudicati rappresentativi delle varie tipologie edilizie presenti in questa area e sono così riassumibili: • Renacco – schiere basse a tre piani fuori terra, tipiche dell’area centrale a ridosso della chiesa e del centro commerciale “Verbene”. • Levi-Montalcini – complesso di torri da sette piani fuori terra accostate tra loro a creare una sorta di cortina verso corso Ferrara. • Cavallari Murat – in un lotto ora prospiciente la casa circondariale, si esce dagli schemi della tipica casa popolare e si trova il gusto di riproporre gli stilemi delle cascine piemontesi, creando due tipi di edifici, la testata, un palazzotto di cinque piani fuori terra, e la manica, struttura estesa in lunghezza di tre piani fuori terra. • Decker – torri isolate da 11 piani fuori terra, dalla grande volumetria e dal forte impatto visivo, sull’asse viario di Viale dei Mughetti. L’analisi Sulla base dei documenti d’archivio e sulla base dei sopralluoghi, sono state analizzate le criticità architettoniche, energetiche ed acustiche degli edifici in oggetto, stilando delle linee guida per futuri interventi di manutenzione che ne possano migliorare la resa energetica, cercando però di non modificarne l’aspetto formale, per mantenere inalterate l’identità e il ricordo dei luoghi.
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Nasti, Emma. "Rapporto sulle agevolazioni fiscali per gli interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano: un'esperienza di autotraduzione nel campo della bioedilizia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17558/.

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Abstract:
Il presente elaborato, frutto dell’adesione al progetto Language Toolkit, ha come oggetto la redazione in lingua italiana e relativa traduzione in inglese di un rapporto aziendale, commissionato dall’impresa bioedile Bloomfield S.r.l. in vista della sua partecipazione all’iniziativa europea Pro-GET-onE. Pro-GET-onE è un progetto finanziato dall’Unione europea al fine di promuovere lo sviluppo di un nuovo metodo di ristrutturazione edilizia per la messa in sicurezza antisismica e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare europeo. Per poter prendere parte all’iniziativa, la Commissione europea ha richiesto alle imprese di ogni paese aderenti al progetto l’elaborazione, in lingua inglese, di un rapporto contenente un’analisi descrittiva e valutativa del proprio sistema nazionale di norme, bonus e detrazioni per gli interventi di recupero e riqualificazione edilizia. La produzione in lingua italiana e successiva resa in inglese di questo rapporto hanno costituito l’incarico aziendale oggetto della presente dissertazione, che prende in esame i processi di redazione e autotraduzione dell’elaborato in tutte le loro fasi costitutive. Dopo una panoramica teorica volta a definire il “rapporto” il quanto genere testuale, la tesi si focalizza sulla descrizione del metodo di produzione dell’elaborato, dall’analisi dei documenti adoperati a supporto della rendicontazione alle tecniche di scrittura adottate, fino al processo di revisione finale da parte dell’azienda. In ultima analisi, la dissertazione ripercorre l’iter traduttivo volto alla ricodifica funzionale dell’elaborato in questione, descrivendo l’approccio adottato, i processi finalizzati alla creazione di risorse linguistiche e terminologiche (corpora e glossari), nonché i casi più interessanti ed esemplificativi delle strategie messe in atto in fase di traduzione ai livelli del testo, della morfosintassi e delle scelte lessicali e terminologiche.
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Puca, Gennaro. "Studio di modellazione termodinamica di un sistema ORC per il recupero da motori a combustione interna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25085/.

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Abstract:
In uno scenario climatico sempre più preoccupante e nel panorama di una nuova crisi energetica, la ricerca tecnologica spinge nella direzione di metodi per aumentare l’efficienza dei sistemi energetici. Ad oggi, un motore alternativo a combustione interna converte in energia meccanica e/o elettrica il 30-45% dell’ energia disponibile nel carburante. Il resto è scartato sotto forma di calore, nella maggior parte nei gas esausti e nell’acqua di raffreddamento. Prendendo in esame un veicolo pesante, il 30% dell’energia disponibile al carburante è persa nei gas esausti. Oltre questo, i veicoli pesanti sono responsabili del 5.6% delle emissioni totali di gas ad effetto serra nell’UE. L’energia di scarto può essere recuperata tramite le tecniche di recupero di energia (Waste Heat Recovery). Obiettivo di questo lavoro di tesi è uno studio di modellazione termodinamica di un ciclo ORC (Organic Rankine Cycle) per il recupero di calore di scarto da un motore Diesel per applicazioni heavy-duty. Per valutare il potenziale del calore contenuto nei gas esausti, le condizioni operative di un reale motore Diesel pesante sono state utilizzate per definire le condizioni al contorno. Un modello GT-Power di tale motore è stato precedentemente sviluppato ed integrato, in questo studio, con un modello di sistema di post-trattamento dei gas esasusti in uscita dal turbocompressore. I tre componenti del PT (DOC, DPF, SCR), calibrati da lavori precedenti, sono stati utilizzati per lo scopo di questa tesi. Successivamente è stato modellato il ciclo ORC analizzando il comportamento e le performance di esso utilizzando tre fluidi organici diversi: due appartenenti alla famiglia dei refrigeranti (R245fa e R123) e un silossano MDM. I risultati ottenuti dalle simulazioni hanno evidenziato come è possibile arrivare ad una riduzione rispettivamente del 1.5%, 1.6% e 0.8% del BSFC del motore calcolati in un punto operativo stazionario a 2400 RPM per i tre fluidi considerati.
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Scola, Luigi. "Analisi comparativa e sistematica del ciclo ORC e del ciclo a CO2 supercritica in applicazioni di recupero termico da turbogas commerciali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi ha lo scopo di studiare ed analizzare la possibilità di incrementare le prestazioni termodinamiche e la produzione elettrica di gruppi turbogas di piccola e media taglia, non adatti all’utilizzo in ciclo combinato con gruppi a vapore, mediante l’accoppiamento con il ciclo ORC e il ciclo a CO2 supercritica, che sfruttano l’elevato contenuto entalpico dei fumi espulsi dalla turbina a gas per generare un’ulteriore aliquota di energia. Il tema centrale, su cui si concentra il presente elaborato, riguarda l’analisi sistematica dei cicli termodinamici citati in precedenza, da impiegare come bottomer di un elevato numero di turbogas commerciali, di taglia inferiore a 100 MWe. Si è proceduto, dunque, alla realizzazione dei layout d’impianto e alla definizione dei parametri di input da impiegare, sia per la simulazione dell’impianto in condizioni di design, sia per la simulazione in off-design. I risultati ottenuti, in termini incremento di prestazioni e complessità impiantistica, dalle numerose simulazioni effettuate sono stati analizzati in un’ottica comparativa, tra le due soluzioni impiantistiche proposte, al fine di caratterizzare il funzionamento dell’impianto nelle condizioni di design e la capacità di adattamento in off-design. Si sono riscontrati valori di rendimento totale maggiori per la configurazione impiantistica con ciclo sCO2, rispetto alla soluzione impiantistica con ciclo ORC, soprattutto per impianti caratterizzati da gruppi turbogas di taglia inferiore a 10 MWe, in cui, mediamente, i valori di rendimento totali raggiunti dalla configurazione con ciclo sCO2 superano del 6,5% i valori di rendimento raggiunti con la configurazione con ciclo ORC. Infine, è stata realizzata un’analisi economica, ristretta a due impianti turbogas rappresentativi, per definire il beneficio economico, a parità di energia elettrica prodotta, derivante dall’installazione dei bottomer proposti e, di conseguenza, il massimo investimento economico attuabile.
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Foroni, Lucia. "Analisi e miglioramento prestazionale della palazzina ex Frigerio nel complesso di Ingegneria a Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tesi svolta ha come oggetto lo studio e il miglioramento in termini sismici ed energetici della Palazzina ex Frigerio, uno degli edifici facente parte l’area universitaria della facoltà di Ingegneria. Parte fondamentale della tesi è dedicata alle indagini sulla struttura. La conoscenza del manufatto è stata resa possibile, oltre che dall’osservazione di fori di carotaggi precedenti, che mostrano diverse stratigrafie di murature, anche da indagini con termocamera e con endoscopio, le quali ci hanno permesso di definire l’edificio come una struttura in muratura non armata, la cui struttura portante consiste in elementi puntuali in mattone pieno Bolognese, per quanto riguarda gli elementi in elevazione, e solai latero-cementizi per quanto riguarda gli orizzontamenti. Una volta valutato il livello di sicurezza sismica dell’edificio è stato fatto un progetto di miglioramento prestazionale, sia in termini strutturali che impiantistici. Il progetto prevede inoltre l’introduzione di un sistema a cappotto esterno su tutto il perimetro dell’edificio che, insieme ad altri interventi riguardanti gli impianti, consente di migliorare l’edificio anche dal punto di vista energetico.
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Torrisi, Martina. "Analisi di fattibilità e progettazione di un impianto di trigenerazione a servizio di uno stabilimento industriale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
L’elaborato illustra la fattibilità e la progettazione preliminare di un impianto di trigenerazione in un contesto industriale dedito alla produzione di imballaggi flessibili. A partire dall’analisi dei consumi energetici dello stabilimento, è stata definita la taglia dell’impianto e individuata la tecnologia di cogenerazione più opportuna, ossia il ricorso a due motori a combustione interna. Per soddisfare le richieste termiche si è deciso di recuperare il calore presente nel circuito di raffreddamento delle camicie del motore e nei suoi gas di scarico. All’impianto cogenerativo è stato affiancato un gruppo frigorifero ad assorbimento al fine di soddisfare le esigenze di energia frigorifera. Lo studio di fattibilità è stato concluso valutando il risparmio economico apportato dalla trigenerazione, nonché gli incentivi ottenibili grazie alla qualifica CAR. Si è quindi proceduto al dimensionamento termico ed elettrico dell’impianto, che ha permesso di stilare alcuni degli elaborati grafici di base per la descrizione tecnica dell’impianto stesso, ossia il PFD, lo Schema unifilare elettrico e il Layout delle apparecchiature. Si è inoltre guardato all’impatto ambientale che l’impianto comporta, confrontandone le emissioni inquinanti con quelle dello stabilimento attuale. Per ultimo, si è pensata una variante di progetto che consiste nel recuperare il calore reso disponibile dal circuito di raffreddamento LT dei motori e inviarlo a una pompa di calore. La variante è stata analizzata sia nell’ipotesi di usare il calore ottenuto dalla pompa di calore per esigenze di riscaldamento, che nell’ipotesi di mandarlo all’assorbitore. Tra tali due modalità di utilizzo del calore, solo la prima è risultata di reale e significativo interesse e solo qualora l’energia elettrica necessaria al funzionamento della pompa di calore fosse fornita dalla cogenerazione.
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Calbucci, Laura, and Eleonora Venzi. "Ri-abitare il margine urbano - Strategie di riqualificazione per il social housing: un edificio residenziale "ACER" come modello di intervento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2143/.

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Abstract:
La tesi individua alcune strategie di rigenerazione urbana e di riqualificazione edilizia, al fine di ottenere una serie di linee guida per l’intervento sul patrimonio di edilizia abitativa situata nelle periferie urbane. Tali principi sono stati poi applicati ad un edificio ACER collocato nella prima periferia di Forlì, per sperimentare l’efficacia delle strategie individuate. Dalla ricerca svolta sulle strategie di intervento volte alla riqualificazione sociale delle periferie, in particolare la teoria del “Defencible space” di Jacobs, si evidenzia l’importanza di accentuare nei residenti il sentimento di territorialità, ovvero la consapevolezza di far parte di una comunità specifica insediata in un particolare spazio, alimentata attraverso la frequentazione e l’appropriazione percettivo-funzionale degli spazi pubblici. Si è deciso quindi di allargare il campo di intervento alla rigenerazione dell’interno comparto, attraverso la riorganizzazione degli spazi verdi e la dotazione di attrezzature sportive e ricreative, in modo da offrire spazi specifici per le diverse utenze (anziani, giovani, bambini) e la definizione di un programma funzionale di servizi ricreativi e spazi destinati a piccolo commercio per integrare le dotazioni carenti dell’area. Dall’analisi approfondita dell’edificio sono emerse le criticità maggiori su cui intervenire: - l’intersezione dei percorsi di accesso all’edificio - la struttura portante rigida, non modificabile - la scarsa varietà tipologica degli alloggi - l’elevato fabbisogno energetico. La riqualificazione dell’edificio ha toccato quindi differenti campi: tecnologico, funzionale, energetico e sociale; il progetto è stato strutturato come una serie di fasi successive di intervento, eventualmente realizzabili in tempi diversi, in modo da consentire il raggiungimento di diversi obiettivi di qualità, in funzione della priorità data alle diverse esigenze. Secondo quest’ottica, il primo grado di intervento, la fase 1 - riqualificazione energetica, si limita all’adeguamento dello stato attuale alle prestazioni energetiche richieste dalla normativa vigente, in assenza di adeguamenti tipologici e spaziali. La fase 2 propone la sostituzione degli impianti di riscaldamento a caldaie autonome presenti attualmente con un impianto centralizzato con pompa di calore, un intervento invasivo che rende necessaria la realizzazione di un “involucro polifunzionale” che avvolge completamente l’edificio. Questo intervento nasce da tre necessità fondamentali : - architettonica: poter ampliare verso l’esterno le superfici degli alloggi, così da intervenire sulle unità abitative rendendole più rispondenti alle necessità odierne; - statica: non dover gravare in ciò sull’edificio esistente apportando ulteriori carichi, difficilmente sopportabili dalla struttura esistente, assicurando il rispetto della normativa antisismica in vigore; - impiantistica/tecnologica: alloggiare i condotti del nuovo impianto centralizzato per il riscaldamento, raffrescamento e acs; La fase 3 è invece incentrata sull’ampliamento dell’offerta abitativa, in modo da rispondere anche a necessità legate ad utenze speciali, come utenti disabili o anziani. L’addizione di nuovi volumi si sviluppa in tre direzioni: - un volume parassita, che aderisce all’edificio nel fronte sud/est, indipendente dal punto di vista strutturale, ruotato per sfruttare al meglio l’orientamento ottimale. - un volume satellite, indipendente, connesso all’edificio esistente tramite un elemento di raccordo, e nel quale sono collocati alcuni alloggi speciali. - un’addizione in copertura, che non appoggia direttamente sul solaio di copertura esistente, ma grava sull’elemento di chiusura del’involucro realizzato nella fase 2 Completano il progetto le addizioni volumetriche a piano terra, destinate a servizi quali un centro diurno, un micronido e un bar, i quali costituiscono la traduzione alla scala dell’edificio delle strategie applicate nel progetto di comparto. Questi interventi hanno consentito di trasformare un edificio costruito negli anni ’80 in un complesso residenziale moderno, dotato spazi accessori di grande qualità, tecnologie moderne che ne garantiscono il comfort abitativo, servizi alla persona disponibili in prossimità dell’edificio.
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Bucella, Teresa. "Sviluppo di un banco prova per la caratterizzazione sperimentale di un sistema di recupero termico basato su generatori termoelettrici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
L’attualità del settore tecnologico e le potenzialità dei generatori termoelettrici sono stati il punto di partenza per condurre un approfondimento mirato alla caratterizzazione sperimentale dei 6 moduli a base di bismuto di tellurio e di modello TEG2-126LDT. È stata effettuata un’analisi preliminare dei moduli in modo da comprendere al meglio condizioni operative, potenzialità, proprietà termoelettriche, parametri caratteristici e approfondire il principio di funzionamento della generazione termoelettrica. Per la raccolta dei dati sperimentali è stato allestito un banco prova che si compone di una struttura di supporto, quattro elementi riscaldanti collegati in parallelo per simulare la sorgente di calore, due ventole per il raffreddamento ad aria e Arduino Mega 2560 come sistema di acquisizione delle misure di temperatura e tensione. Le misure di interesse sono state effettuate attraverso il modulo DC0-25V per la tensione generata da ogni modulo in regime di carico disaccoppiato e le termocoppie di tipo “K” per la misura delle temperature sul lato riscaldato e raffreddato del TEG. Il modello di TEG analizzato è impiegato nella conversione di calore alle basse temperature, cioè fino a 200°C a cui corrisponde una tensione a vuoto generata pari a 8.6 V. Sulla base delle curve caratteristiche ottenute è stato calcolato il coefficiente di Seebeck. L’analisi sperimentale è stata approfondita a sua volta ricercando i parametri prestazionali, ossia il valore della figura di merito ZT e dell’efficienza di conversione del calore in potenza elettrica. I risultati ottenuti attestano le scarse efficienze raggiunte dai generatori termoelettrici che attualmente non presentano caratteristiche competitive nella sostituzione dei principali sistemi di produzione dell’energia. Si è ipotizzato infine il funzionamento dei moduli nella condizione più favorevoli, cioè di massima generazione di tensione quando è applicata una differenza di temperatura pari a 170°C.
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Torricelli, Noemi. "Metodologie per l’analisi dei dati sperimentali e delle prestazioni di un sistema per il recupero di calore con espansore volumetrico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’elaborato presenta l’attività svolta nell’arco degli ultimi mesi sul banco prova ORC presente al laboratorio di micro-generazione al dipartimento DIN della sede di ingegneria di via Terracini a Bologna. Il primo scopo di questa tesi è quello di presentare un metodo efficiente per l’individuazione automatica degli intervalli stazionari, fondamentali per ricavare punti di funzionamento dell’impianto. A partire dai valori medi che assumono le variabili sugli intervalli stazionari, si ricavano i dati sperimentali necessari per l’analisi del sistema, che compongono le curve caratteristiche di impianto. Il problema dell’individuazione automatica degli intervalli stazionari è stato trattato in letteratura da diversi autori; in questo lavoro sono stati studiati ed applicati tre diversi metodi, per valutarne l’efficacia e scegliere il migliore per il caso studio. Il metodo di individuazione automatica degli intervalli stazionari deve essere preciso, veloce nell’individuare i transitori e possibilmente applicabile in real-time. Una volta ricavato un certo numero di punti di funzionamento, si possiedono i dati sperimentali utili alla modellazione dei componenti di impianto. La seconda parte dell’elaborato tratta appunto la modellazione numerica dell’espansore volumetrico a pistoni, a partire da modelli di riferimento proposti in letteratura. I modelli vengono applicati sui dati sperimentali a disposizione, ricavati su intervalli di funzionamento stazionario e validati, confrontando i dati ottenuti numericamente con quelli sperimentali. I modelli investigati vengono confrontati in base all’accuratezza di calcolo e al livello di dettaglio nel descrivere i vari contributi di perdita. L’intento della modellazione è quello di prevedere il comportamento dell’espansore ed ottenere informazioni utili in merito alle sue prestazioni, al variare delle condizioni operative o di progetto.
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Mazzoli, Cecilia. "Sistemi tecnologici innovativi di involucro per il recupero del patrimonio edilizio recente : l’edilizia scolastica nel comune di Bologna." Thesis, Paris Est, 2015. http://www.theses.fr/2015PEST1082/document.

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Abstract:
Le projet de doctorat vise à présenter une nouvelle approche intégrée en support des opérateurs dans la gestion du processus de conception d'interventions de rénovation énergétique et architecturale du patrimoine bâti récent, grâce à l'emploie de solutions technologiques d'enveloppe innovantes. La recherche se fonde sur la collection d'un répertoire sélectionné des solutions architecturales et constructives d'enveloppe, nécessaire pour constituer une base valide sur laquelle étudier des solutions technologiques novatrices pour la réhabilitation énergétique des écoles dans l'après-guerre, en béton armé, généralement préfabriquées. Le projet identifie des processus constructifs éco-durables pour la conception des composants de façade “active”, adaptable et efficace, à assembler à sec, en conformité avec les exigences de performance requises par la réglementation actuelle. La recherche est finalisée à la gestion de l'ensemble du processus, soutenu par des systèmes de relevé géométrique, connectés aux logiciels de programmation paramétrique pour la modélisation des surfaces capables de s'adapter aux différentes morphologies du patrimoine existant. Ces outils informatisés CAO-FAO sont reliés aux machines à contrôle numérique CNC pour la fabrication des éléments de façade “sur mesure”. À démonstration de l'approche innovante proposée, deux possibles solutions d'enveloppes ont présentées, dans la ligne droit des principes de durabilité, comprise comme modularité, rapidité de mise en œuvre, réversibilité, récupération et réutilise des matériaux. En particulier, les solutions innovantes sont réunies par l'application d'une technique basée sur l'assemblage d'éléments préfabriqués, l'adoption d'un pavage hexagonal pour le dessin de la nouvelle surface d'enveloppe, et l'utilisation du même matériau isolant thermique, plastique et inorganique, recyclé, éco-durable, à faible impact environnemental (AAM - Alkali Activated Materials).Les solutions proposées, développées dans les sièges de cotutelle (Université de Bologne, Université Paris-Est) sont envisagées selon un protocole scientifique qui prévoit: conception du système constructif, analyse mécanique et thermique, expérimentation constructive, validation des techniques de mise en œuvre et des performances<br>The research is aimed at presenting a new integrated approach to aid operators and designers to manage the design process as a whole in refurbishment interventions of recent existing building stock, through the use of innovative technological envelope solutions. The study requires the acquisition of a selection of typological and constructive envelope solutions, as a starting point for the development of design solutions to be used for architectural renovation of schools built after the Second World War, in reinforced concrete and mostly prefabricated. The project identifies sustainable construction processes for the design of “active”, adaptive, efficient and dry assembled envelope components, in accordance with the performance requirements prescribed by current regulations. The purpose of the research is to manage the whole design process with the support of geometrical survey, connected to parametric programming software for modelling surfaces which can be adapted to the morphology of existing buildings. These computerized CAD-CAM tools are connected to CNC machines for “customized” industrialized production. To illustrate this innovative approach, two envelope solutions are proposed, according to the research paradigms and the principles of sustainability, meant as modularity, speed of setup, reversibility, recycling and reuse of materials with low environmental impact. In particular, the innovative solutions have in common the application of a technique based on the assembly of prefabricated components, the adoption of hexagonal patterns for the tessellation of the new surface of the façade, and the use of the same plastic and inorganic, recycled and sustainable, thermal insulation material (AAM-Alkali Activated Materials).The design solutions proposed are developed at the two sites involved in the joint
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