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Dissertations / Theses on the topic 'Restauro archeologico'

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Pietroni, Camilla, and Margherita Memè. "Sentinum: conservazione, restauro e valorizzazione del parco archeologico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15838/.

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Abstract:
La tesi "Sentinum: conservazione, restauro e valorizzazione del parco archeologico" ha come oggetto lo studio del sito archeologico romano situato all'interno del comune di Sassoferrato (AN). In seguito ad una ricerca storica/bibliografica, si è proceduto con un rilievo in sito e con una successiva analisi del materiale reperito riguardante i due manufatti principali: le Terme Urbane e le Terme Extra - urbane. Parallelamente è stato condotto uno studio a scala territoriale riguardante il contesto paesaggistico. Alla fase di analisi ha fatto seguito l'elaborazione progettuale che si è concentrata sulla conservazione e valorizzazione dei due complessi termali, sulla risistemazione e integrazione del sistema dei percorsi e sulla progettazione di un deposito per i resti archeologici in vista di scavi futuri.
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2

Ferroni, Chiara Micol, and Stefania Visaggi. "Il Parco archeologico di Saturo: proposte per la conservazione e la valorizzazione archeologica e paesaggistica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23108/.

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Abstract:
Questo elaborato di tesi ha in oggetto il Parco Archeologico di Saturo e si compone di due parti: la prima, in cui il sito viene analizzato e compreso in tutte le sue stratificazioni storiche e nella sua composizione paesaggistica; la seconda in cui viene presentato un progetto di restauro, rivalutazione e adeguamento a parco archeologico che propone la realizzazione di un percorso e di due edifici: un volume di ingresso che prevede reception bookshop, visitor center e spazi laboratoriali ed un padiglione che ha lo scopo di tesaurizzare i lacerti di mosaico presenti nel sito.
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3

Battini, Francesca, and Giorgia Sgroi. "Cardo et decumanus: un progetto per Veleia Romana. Conservazione programmata, restauro e valorizzazione di un sito archeologico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20641/.

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Abstract:
Studiare, comprendere, avere cura. Rileggere un luogo dimenticato e valorizzarne i caratteri. Avere coscienza di ciò che è stato, di ciò che è per scrutarvi nuove possibilità. Questi gli obiettivi che ci siamo posti nel progetto di conservazione programmata, restauro e valorizzazione del sito archeologico di Veleia Romana. Il sito, oggi, è il risultato di scavi e restauri, di scelte che hanno privilegiato solo alcune zone e di poca manutenzione. Il progetto intende proteggere e restituire ai visitatori l’antico municipio romano
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4

Maioli, Eleonora, Margherita Mazzarini, and Federica Bartoloni. "TRAMANDARE LA CITTA' Proposte per la conservazione e la valorizzazione del Parco Archeologico di Forum Sempronii." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20645/.

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Abstract:
Progetto di valorizzazione e conservazione dell'area archeologica di Forum Sempronii, che prevede il restauro delle strutture archeologiche, la copertura dell'area delle piccole terme e il progetto di un nuovo ingresso sito in via Brettole.
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Gasparini, Federica, and Nicolas Terenzi. "Parco archeologico di Urbs Salvia. Proposte per una nuova gestione e fruizione del Parco." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18307/.

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Abstract:
La città romana di Urbs Salvia emerge a fatica dal terreno che la ricopre, consentendo a stento di comprenderne le parti, in pessimo stato di conservazione, annebbiate dalla polvere e dal fitto intreccio della vegetazione, che tenta di riappropriarsi della nuda pietra che ne rimane. La leggibiltà alterata dei resti porta alla mancata comprensione del luogo e alla perdita della sua storia. È necessario, perciò, restituire una linea narrativa a tali frammenti, con l’intento di recuperare un’unità perduta e legare nuovamente insieme le parti. È importante che la città antica accolga la città moderna e si crei uno scambio continuo tra le due, all’interno di un sistema culturale più ampio. Queste cosiderazioni hanno posto le basi per lo sviluppo di un progetto che ha come scopo il potenziamento delle connessioni e delle relazioni con l’intero territorio. Il progetto si è fatto carico di tutti quei temi caratteristici di un Parco Archeologico definendo un nuovo approccio, mirato alla risoluzione di problematiche di fruizione, gestione e valorizzazione del luogo. Il legame, ormai inscindibile, tra rudere e natura e il fascino di questa unione spontanea, ha indirizzato l’azione progettuale verso la conservazione di tale armonia, tramite interventi di salvaguardia della materia archeologica e del sistema ecologico-ambientale. Le risposte alle innumerevoli problematiche del sito hanno trovato una sintesi nell’area templare, fulcro ed origine dell’antico insediamento, oltre che monumento cardine e peculiare del panorama archeologico marchigiano. Il tema principale ha riguardato la valorizzazione dei resti archeologici scavati, prevedendo una musealizzazione diffusa che consentisse una piena comprensione e consapevolezza di tale luogo. I frammenti delle mura e delle strade basolate, divengono le parole mancanti che ricompongono il brano antico, da resti marginali e dimenticati diventano gli interpreti principali dell’azione progettuale, elementi chiave di rilettura della città.
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6

Fusco, Roberta. "Il Museo Civico Archeologico di Bologna e il progetto di Coriolano Monti nell'ex Ospedale della Morte. Linee guida per una revisione consapevole dell'impiantistica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il lavoro di tesi si pone l'obiettivo di analizzare criticamente e filologicamente il manufatto oggetto di studio, conosciuto come “Ex Ospedale della Morte”, attuale Museo Civico Archeologico di Bologna. Tale edificio deve la sua immagine architettonica principalmente ai radicali lavori di trasformazione condotti da Coriolano Monti, nella seconda metà dell’Ottocento. Nel periodo immediatamente successivo all'Unità d’Italia, Monti esprime la sua mirabile perizia grafica nello studio di diversi interventi urbanistici, progetti che modificarono ampiamente il tessuto urbano del centro storico della città di Bologna. Il progetto relativo all'ex Ospedale della Morte si configura come centrale per “l’abbellimento” della città e, per questo motivo, si è scelto di verificare e analizzare gli effettivi interventi eseguiti dall'Ingegnere Capo e quale fosse la concezione unitaria che egli aveva predisposto per i vari locali destinandoli alla nuova grandiosa funzione di Museo Civico. La perfetta corrispondenza tra disegni di progetto e costruzione è stata utilizzata come base per analizzare il metodo operativo di Monti e la logica economica regolatrice dei suoi progetti. Tale lavoro di tesi, si pone infine come obiettivo conclusivo un approfondimento sulle tematiche impiantistiche ed energetiche per ricercare un possibile compromesso tra restauro, adeguamento funzionale e sostenibilità dell’intervento, ponendo sempre al primo posto le necessità di conservazione. In particolare, è stata studiata una proposta di climatizzazione delle sale del primo piano del Museo che garantisse un giusto confort termico, all'interno dell’area di progetto, e che allo stesso tempo preservasse la bellezza e le peculiarità delle sale espositive. Secondo una logica di riconoscimento e conservazione degli edifici storici e artistici, si è cercato di proporre una soluzione progettuale che mirasse il più possibile alla pura e semplice mimetizzazione visiva del sistema tecnologico prescelto.
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7

Piscaglia, Giada, Beatrice Enti, Sara Arlotti, and Eleonora Melandri. "Il Parco Archeologico di Urbs Salvia: proposte per la conservazione e la valorizzazione del Teatro e dell'Edificio a Nicchioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17418/.

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Abstract:
Questa Tesi verte su un approccio conservativo dei ruderi del Parco Archeologico di Urbisaglia (MC) e approfondisce il processo di indagine e tutela dell’area del Teatro romano e dell’Edificio a Nicchioni. L’obiettivo del progetto è quello di restituire ai cittadini un luogo vivibile, liberandolo dalle barriere di accesso attuali, e far riscoprire ai turisti un importante area museale richiamando i valori estetici e storici ormai persi. La riorganizzazione degli spazi monumentali che caratterizzavano questa fiorente colonia del Piceno romano è alla base di tutto il progetto. Un ulteriore scopo è quello di permettere la comprensione delle geometrie e delle dimensioni dell’antica città romana attraverso interventi puntuali ed evocativi a scopo didattico. La tutela delle emergenze architettoniche avviene mediante operazioni di restauro riproponendo le tecniche antiche, di consolidamento strutturale date da un’attenta analisi dei meccanismi di cinematismo in atto nei manufatti, di valorizzazione attraverso l’inserimento di nuovi percorsi di visita e di conservazione della struttura verde attraverso un piano programmatico di manutenzione.
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Luppino, Angela. "Raffaele Gargiulo e la sua collezione di vasi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli : ricerche sul restauro dei vasi antichi nella prima metà del XIX secolo a Napoli : tecniche e materiali." Thesis, Paris 10, 2017. http://www.theses.fr/2017PA100020.

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Abstract:
La recherche a analysé la figure éclectique de Raffaele Gargiulo, marchand d'antiquités célèbre en Europe, collectionneur, personnage complexe et controversé de l'histoire du Musée de Naples, dans le monde des Antiquités napolitaines de la première moitié du XIXème siècle. À partir de sa collection d’objets provenant de la Grande-Grèce; l'une des plus riches du Musée de Naples, et en examinant en particulier les vases peints, nous avons analysé ses méthodes de travail ainsi que ses techniques de restauration, les matériaux qu’il a utilisés et les choix qu’il a faits pour reconstruire et comprendre les critères qui ont guidé la pratique de la restauration des vases du musée Royal Bourbon dans la première moitié du XIXème siècle. La recherche a analysé les événements historiques qui ont conduit le Musée Royal à acheter l’intégralité de la collection de Raffaele Gargiulo et, en particulier, sa collection de vases. Le travail effectué est accompagné de documents d'archives qui illustrent les longues négociations concernant l'achat des matériaux, commencé en 1852 et achevé en 1855 et renseignent sur les tendances et les choix effectués par le Musée Royal de Naples en étroite collaboration avec la Commission des Antiquités et des Beaux-Arts. L’enquête a permis d’en savoir plus sur le restaurateur-marchand qu’était R. Gargiulo et sur les relations qu’il entretenait avec les personnes impliquées dans ces affaires. En partant des sources bibliographiques, des anciens inventaires et des documents d’archives, nous avons identifié les vases de la collection Gargiulo (environ 481 vases) et tous les “vases Gargiulo" achetés par le Musée de Naples. Nous avons compilé le catalogue des vases, en les classant par type de céramique et en rédigeant une fiche pour chacun d’eux. À travers le catalogage des vases, qui a permis la reconstruction de la collection, nous avons cherché à identifier et à mettre en évidence les goûts du collectionneur R. Gargiulo mais aussi des personnes impliquées dans les choix (ministre, directeur du Musée, experts), qui ont déterminé un certain style pour les collections du Musée de Naples
The research focuses on the eclectic figure of Raffaele Gargiulo, who was a dealer, an expert, a restorer, a collector, a controversial figure in the history of the Naples Museum and Neapolitan antiques market in the first half of the nineteenth century. Starting from his collection of antiquites, one of the richest coming from Magna Graecia and which arrived in the Naples Museum, we have primarily examined the vases and have tried to analyze the restoration methods, the materials used and the choices made to reconstruct the criteria that guided the practice of the vases restoration in the Royal Bourbon Museum in the first half of the nineteenth century. The research analyzes the historical events that led to the purchase, by the Museum, of Raffaele Gargiulo’s collection, focusing mainly on the study of the vases collection. The research, enriched by archival documentation aimed at illustrating the long negotiation in the acquisition of the objects, which began in 1852 and ended in 1855, has shown the judgements and the choices made by the Neapolitan Museum in cooperation with the Commissione di Antichità e Belle Arti. Furthermore, it has contributed to define the figure of the restorer-dealer Gargiulo and his relationship with the people interested in the deal. A combination of archival documentation, old inventories and surveys in the Museum’s stores has allowed us to identify the Gargiulo’s vases collection (about 481 vases) and all the "Gargiulo’s vases" in the Museum. The vases catalogue has been created, in order to classify them according to type of ceramic, with an individual file for each vase. Thanks to the catalogue, which has aimed to the reconstruction of the collection, we have been able to highlight the aspects related to the criteria and to the taste of the collector Gargiulo and of the figures involved (Minister, Director of the Museum, experts, etc.). They have all contributed to the enrichment of the collections of the Naples Museum through the variety of artifacts and provenance from different locations in the Naples Kingdom.The research has also investigated the figure of the restorer Gargiulo, his "career" and his activities at the «Officina dei Vasi Italo-greci» of the Naples Museum. The restoration methods have been analyzed on some vases that still preserve the ancient interventions, focusing on a comparative study between old photos and archival documentation
La ricerca ha analizzato l'eclettica figura di Raffaele Gargiulo, commerciante, abile restauratore, collezionista, figura controversa nella storia del Museo di Napoli e dell’antiquaria napoletana nella prima metà del XIX secolo. Partendo dalla sua collezione, una delle raccolte più ricche di materiali di provenienza magnogreca mai giunte nel Museo di Napoli, esaminando in particolare i vasi, si è cercato poi di analizzare i metodi di restauro, i materiali adoperati e le scelte attuate per ricostruire e comprendere i criteri che guidarono la pratica del restauro dei vasi del Museo Borbonico nella prima metà dell'Ottocento. La ricerca ha analizzato le vicende che hanno portato all’acquisizione da parte del Museo Borbonico della collezione di Gargiulo nella sua totalità e, in particolare, della collezione vascolare. Il lavoro, corredato da documenti archivistici volti ad illustrare la lunga trattativa nell'acquisizione dei materiali, iniziata nel 1852 e conclusa nel 1855, ha messo in evidenza le valutazioni, le tendenze e le scelte operate a Napoli presso il Museo in stretto rapporto con la Commissione di Antichità e Belle Arti e ha contribuito a delineare la figura del restauratore-commerciante Gargiulo e il suo rapporto con le figure che, più o meno appassionatamente, si interessarono alla vicenda.Sono stati individuati, sulla base delle fonti, degli antichi inventari e dei documenti archivistici, i vasi della collezione Gargiulo (481 vasi ca.) e tutti i “vasi Gargiulo” immessi nel Museo. Si è redatto il catalogo dei vasi, diviso per classi ceramiche e con la redazione di singole schede per ogni vaso. Attraverso il catalogo e quindi la ricostituzione della collezione, si sono potute individuare, nella sua varietà di classi ceramiche e di provenienze, gli aspetti relativi ai criteri e al gusto di Gargiulo e delle figure coinvolte (Ministro, Direttore del Museo, esperti, etc.) che hanno determinato anche una scelta di gusto e di rappresentatività per le collezioni del Museo di Napoli. La ricerca ha anche preso in esame la figura del restauratore Gargiulo, la sua “carriera” e la sua attività presso «l’Officina dei Vasi Italo-greci» del Museo di Napoli. Si sono esaminati i metodi di restauro su alcuni vasi che ancora conservano gli interventi antichi, anche attraverso uno studio comparativo tra le foto antiche e i documenti di archivio
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Caruso, Matilde. "Memorie della Gubbio romana. Proposte per la conservazione e la valorizzazione dell'area archeologica, del teatro, della Domus del banchetto e il Mausoleo di Pomponio Grecino." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15075/.

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Abstract:
Gubbio, città umbra nota per la sua fisionomia medievale, cela in sé preziose tracce del suo passato romano. Sebbene rimangano poche evidenze topografiche di questa fase storica numerosi sono stati i ritrovamenti di reperti e strutture ad essa legate verificatisi durante l’espansione urbana del secolo scorso. In particolare tre aree a ridosso della città storica ospitano alcuni dei maggiori monumenti romani pervenuti ai nostri giorni, affetti da problemi di conservazione e disconnessi all’interno del tessuto urbano a causa dell’edificazione post bellica. Questa tesi ha preso in esame il Teatro, la Domus del Banchetto ed il Mausoleo di Pomponio Grecino, principali monumenti ad oggi accessibili, con l’obiettivo di studiarli ed analizzarli per comprenderli e formulare dei piani di conservazione e manutenzione programmata. A livello urbano-paesaggistico, inoltre, sono state ipotizzate delle strategie progettuali volte a favorire la valorizzazione delle aree oltre che la fruizione e la conservazione delle strutture archeologiche.
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Pompignoli, Fabio. "Restauro e rifunzionalizzazione ex deposito S.I.T.A. mcmxxxv - Forlì." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3627/.

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Abstract:
La mia tesi propone un progetto di restauro e rifunzionalizzazione dell’Ex Stabilimento SITA di Forli costruito nel 1935. Attualmente l’edificio, al confine fra centro storico e tessuto urbano moderno, crea un grande vuoto urbano. L’obiettivo principale del progetto è il restauro e il consolidamento del manufatto, nonché una sua successiva rifunzionalizzazione. L’obbiettivo è la creazione di un centro culturale pubblico, di aggregazione e di incontro, che stimoli un nuovo impulso vitale ed economico nella zona circostante. La nuova funzione è quella di un centro culturale polifunzionale, gestito da una fondazione che fornisca spazi di utilizzo ampi, flessibili ed intercambiabili. Nello specifico si intende: spazi per conferenze cittadine, spettacoli teatrali temporanei, fiere, mercatini, mostre con particolari esigenze di dimensioni, concerti e festival organizzati sia dal privato che dalla pubblica amministrazione. Concludendo la parola chiave e il fine di questa tesi sono il restauro e la conservazione, e gli strumenti che si utilizzeranno per raggiungerli sono il consolidamento e la rifunzionalizzazione. Per questo motivo gli spazi e la struttura subiscono i minimi cambiamenti necessari per le nuove funzioni, seppur nei limiti imposti dal preesistente.
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Scappin, Luca <1967&gt. "Il consolidamento strutturale in archeologia: 1945-2005: metallo e pietra fra tradizione ed innovazione tecnologica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/703.

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Spadoni, Cristiano. "Suasa senonum: Ipotesi di restauro per i ruderi dell'anfiteatro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8678/.

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Abstract:
Tema principale del progetto è il restauro di questo luogo (in particolare l’anfiteatro): restauro inteso sia come conservazione della materia esistente, sia come progettazione di “nuovo”, costruito in stretta relazione con i resti antichi, per dare significato e soprattutto continuare l’uso di questo edificio. Il riuso dell’anfiteatro con funzione di “contenitore” di attività teatrali è diretta conseguenza della volontà di continuare ad utilizzare un edificio per lo stesso motivo per cui è stato costruito in antichità, chiaramente considerando le differenze e le evoluzioni che lo spazio teatrale ha avuto nel corso dei secoli. Il restauro dell’anfiteatro non può prescindere da una più ampia progettazione del parco archeologico, elemento fondamentale per la fruizione della città dal punto di vista didattico e ricreativo. Il progetto, quindi, cerca di studiare il sottile rapporto tra tempo e luogo, attraversando la storia, l’analisi, le potenzialità e i vincoli che danno forma al nuovo.
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Verdier, Nicolas. "Conservazione e Valorizzazione dell'area archeologica di Santa Croce a Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’area archeologica della chiesa di Santa Croce a Ravenna, risulta essere una diretta testimonianza del passare del tempo. Ha una densa storia e una serie di stratificazioni e, trasformazioni architettoniche che si possono distinguere in cinque sequenze di cui la prima è rappresentata dalla presenza sottostante la chiesa di alcuni ambienti di una domus romana databile al III sec d.C., di cui alcuni reperti - essenzialmente pavimenti musivi - sono stati riportati alla luce durante le molteplici e successive campagne di scavo del XX sec. La seconda fase corrisponde alle origini proprie del complesso della chiesa dedicata alla S. Croce, fatta edificare dall’imperatrice Galla Placidia, circa nel 425 d.C. Originariamente la chiesa era composta da una aula unica orientata seconda l’asse Ovest/Est, presentava un nartece, l’abside era di forma quadrata e comprendeva due bracci orientati secondo l’asse Nord/Sud. Poi, circa nel 450 d.C. un ampiamento delle dimensioni della chiesa venne realizzato, con due portici colonnati aggiunti a Nord e Sud dell’aula unica. Appartengono sempre a questa fase anche due sacelli ad ogni estremità del nartece - tra cui il mausoleo Galla Placidia -.In seguito, la chiesa di S. Croce subirà ulteriori modifiche, in primo luogo, durante il XII sec., una cripta sarà costruitta e nel XVI sec., la facciata principale fu arretrata per lasciare spazio alla via G. Placidia. Fu anche realizzato durante il XVI sec., un abside semicircolare ed un campanile. Durante il XX sec., numerose campagne di scavo si sono succedute per provare ad identificare meglio qual’era la storia di questo complesso. Una condizione idraulica singolare molto vincolante, ha contribuito a rendere questa area archeologica sempre più soggetta ad invasioni di moltiplici speci vegetali. In questa tesi proveremo ad affrontare le problematiche esistenti nell’intenzione di valorizzare il complesso, cercando di renderlo parte integrante di un unico sistema storico conoscitivo.
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Bonesso, Giorgia <1982&gt. "L’analisi dei rischi delle collezioni museali. “Applicazione del metodo CCI-ICCROM-NCHA al museo di Storia Naturale ed Archeologia di Montebelluna”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1587.

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Prati, Davide. "L'invisibile agli occhi. Proposte per la valorizzazione dell'area archeologica di Villa Clelia ad Imola (BO)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23076/.

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Abstract:
Progetto di valorizzazione e conservazione dell’area archeologica di Villa Clelia, Imola (BO). Il sito, che allo stato di fatto presenta dei manufatti che versano allo stato di rudere, gode di un importante riconoscimento nell’immaginario locale, in quanto presunto luogo di sepoltura delle antiche spoglie del santo martire Cassiano, patrono della città. Attorno ad esso si sarebbe presumibilmente eretta la “Basilica Beati Cassiani”, edificio per eccellenza dell’omonimo episcopio, citato dalle fonti storiche con il toponimo “Castrum Sancti Cassiani”. L’area presenta numerose criticità dovute alla sua conformazione: su tutte, la scarsa leggibilità nei confronti del tessuto urbano, a discapito della portata del valore storico e culturale dei beni presenti in situ. Obiettivo principale, nonché scopo di questa tesi, è quello di ridare identità ad un luogo attraverso un progetto di valorizzazione e conservazione attiva del palinsesto archeologico, affrontando tematiche legate al restauro, con altre a carattere urbanistico. Un’unità introduttiva, a supporto di un ‘testo’ che il visitatore dovrà comprendere successivamente, sarà la chiave di volta per la custodia della memoria del luogo.
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Sarasini, Federica <1976&gt. "Storiografia dei restauri musivi e architettonici relativi al battistero neoniano di Ravenna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/627/1/Tesi_Sarasini_Federica.pdf.

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Sarasini, Federica <1976&gt. "Storiografia dei restauri musivi e architettonici relativi al battistero neoniano di Ravenna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/627/.

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Li, Qi, and Lorenzo Mazzi. "La Rocca Malatestiana di Verucchio: proposte per un nuovo utilizzo del manufatto e una diversa fruizione dei resti archeologici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
L'oggetto del progetto di restauro è la Rocca Malatestiana di Verucchio, antica fortezza da cui si ipotizza sia nata la famiglia Malatesta. A seguito di un’approfondita campagna di rilievo si è elaborato un progetto i cui obbiettivi sono la ridefinizione delle zone esterne alla rocca, la valorizzazione dei resti archeologici presenti, rendendoli partecipi dell'esperienza museale, e della sala principale trasformandola in uno spazio polifunzionale flessibile che si adatti a diverse possibili destinazioni d’uso.
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Canuti, Gaia. "Conoscere, conservare, valorizzare. Progetto per l'anfiteatro di Urbs Salvia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6475/.

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Abstract:
La tesi si inserisce nell'odierno dibattito sulla vegetazione all'interno delle aree archeologiche. L'anfiteatro dell'antica Urbisaglia nelle Marche costituisce un eclatante esempio di quanto sia rilevante considerare anche la vegetazione all'interno di un progetto di conservazione. Cercando di affrontare in maniera sistematica il problema dell'interazione tra le strutture vegetali ed il manufatto, il progetto è stato concepito sulla base di un piano di manutenzione programmata per la salvaguardia della struttura archeologica ma anche della particolare vegetazione presente nel parco. Il tutto inserito in un ampio progetto di valorizzazione dell'intera area archeologica.
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LIMONCELLI, MASSIMO. "Hierapolis Virtuale: Metodologie informatiche integrate per lo studio della trasformazione urbana di una città dell’Asia Minore tra età romana e protobizantina." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10485.

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Abstract:
La ricerca illustra i risultati del progetto Hierapolis Virtuale, svolto nell’ambito delle attività di scavo e restauro della MAIER- Missione Archeologica Italiana a Hierapolis di Frigia, nella Turchia sud-occidentale, e propone lo studio delle trasformazioni della topografia urbana tra IV e VI sec. d.C. L’obiettivo è la restituzione dell’immagine della città romana e bizantina attraverso metodologie proprie dell’Information and Communication Technology (ICT). Il contributo illustra le modalità di acquisizione dei dati, eseguite con un approccio multidisciplinare, finalizzati alla ricostruzione virtuale dei monumenti (46 in totale) secondo i metodi di restauro virtuale. Inoltre, verrà presentata la piattaforma interattiva di fruizione in QTVR-based finalizzata alla visualizzazione della città. Pertanto, sarà possibile visitare virtualmente il sito attraverso la tecnica di visualizzazione dello “street view”, nelle differenti fasi di vita. Interlacciando due o più immagini panoramiche visibili dal medesimo punto di vista è possibile ricostruire visivamente l’evoluzione volumetrico-spaziale dei complessi architettonici all’interno della città in quei determinati punti in cui la ricerca archeologica ha consentito di evidenziare maggiormente le trasformazioni.
The research shows the results of the project Virtual Hierapolis, played into the excavation and restoration of MAIER- Italian Archaeological Mission in Hierapolis of Phrygia, in southwest Turkey, and proposes the study of the transformations of the urban topography between IV and VI sec. A.D. The goal is to return the image of the Roman and Byzantine methodologies through Information and Communication Technology (ICT). The paper illustrates the methods of data acquisition, carried out with a multidisciplinary approach, aimed at the virtual reconstruction of monuments (46 in total) using the methods of virtual restoration. In addition, it will present the interactive platform of enjoyment in QTVR-based display aimed at the city. Therefore, you can virtually visit the site through the visualization technique of the "street view", in different stages of life. By interleaving two or more panoramas visible from the same point of view, you can visually reconstruct the evolution of the spatial and volumetric architectural complexes within the city in those specific areas where archaeological research has enabled us to highlight more transformations.
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Casa, Alessandro, and Giulia Tomaselli. "Uno sguardo sull'antico. Progetto di conservazione programmata e valorizzazione della villa romana di Russi e del parco annesso." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12521/.

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Abstract:
La villa romana di Russi si situa nella pianura ravennate, all'estremità settentrionale del comune da cui prende il nome. Il primo rinvenimento di materiale archeologico ebbe luogo nel 1938 durante le operazioni di scavo effettuate dalla fornace Gattelli all'interno della propria cava di argilla. Nei decenni successivi il terreno venne acquisito dallo Stato e trasformato in un'Area di Riequilibrio Ecologico. Oggi la villa si trova immersa nella vegetazione ad una quota di 11 metri inferiore rispetto a quella della città contemporanea. La presente tesi si è soffermata in particolare sulla ricostruzione, tramite materiale d’archivio, degli interventi di restauro effettuati sui resti archeologici dopo il loro rinvenimento e su come questi influenzino l’odierno stato di conservazione della villa. Dal punto di vista progettuale sono stati affrontati i temi della conservazione e della valorizzazione dell’area archeologica e del suo parco.
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Amici, Michela, Elena Ceccaroni, and Lorenzo Salina. "Il castello di pianetto. Strategie per la conservazione attiva di un manufatto allo stato di rudere." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7938/.

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Abstract:
Questa tesi affronta il tema di un possibile progetto di restauro e di valorizzazione del paesaggio per i ruderi del Castello di Pianetto. La tesi si confronta così con diversi temi (in primis la conservazione dei manufatti superstiti, gli interventi sulla struttura vegetale, il progetto di fruizione dell’area) che, dato lo stato prolungato e persistente di abbandono del castello, si presentano come correlati l’uno all’altro, ponendo una serie di interrogativi. Tra questi, uno dei più importanti deriva dal fatto che il castello non sia mai stato oggetto di una campagna di scavo archeologico tesa a esplorarne l’eventuale deposito sepolto: come, dunque, coniugare un progetto di fruizione e di interventi sulla struttura vegetale con l’eventualità futura che il sito venga sottoposto ad una campagna di indagine archeologica?
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Paganelli, Michele. "Progetto di recupero e risanamento dell'ex villaggio minerario di Formignano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25314/.

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Abstract:
Il villaggio minerario di Formignano è un luogo dimenticato dai più, nascosto nell’appennino cesenate. Il sito è abbandonato da quando furono spenti gli impianti nel 1962 e dopo sessant’anni di incurie, i fabbricati all’interno del villaggio sono oramai allo stato di rudere e il bosco circostante si sta lentamente riappropriando di quegli spazi che l’attività mineraria gli aveva sottratto. Alla fine degli anni Ottanta un gruppo di appassionati fondò la Società di Ricerca e Studio della Romagna Mineraria, con lo scopo di raccogliere, studiare e proteggere i ricordi legati alle miniere di Romagna. La società ha svolto e svolge tutt’ora un ruolo fondamentale nel salvataggio della memoria di questo luogo, ma senza un intervento concreto e sostanziale il destino del villaggio è segnato. Il presente elaborato di tesi ha l’obiettivo di riaccendere una speranza per Formignano, trasformando il sito in un polo di interesse culturale e antropologico, partendo dal restauro degli edifici esistenti. L’inserimento di funzioni dedicate all’accoglienza e al ristoro dei visitatori permetterà al villaggio di avere un bacino di utenza più ampio, anche grazie alla fitta rete escursionistica presente nel parco. L'interesse turistico non dovrà, tuttavia, mettere in secondo piano l’importanza culturale del sito, infatti, l’obiettivo del progetto è far convivere il presente e il passato in simbiosi, in maniera tale che il nuovo valorizzi il vecchio e viceversa. Nel progetto di restauro dei fabbricati si è tenuto conto delle differenti condizioni di conservazione dei manufatti, analizzandone la consistenza materica e lo stato di conservazione. L’evidenza fisica dei segni del tempo sugli edifici e i ruderi dei fabbricati, lasciano trasparire il passato del villaggio; la contrapposizione dei materiali originari e dell’acciaio e del vetro delle nuove strutture porteranno l’osservatore a farsi domande sulla trasformazione dell’edificio, mantenendo viva la storia del villaggio minerario.
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Emanuelli, Beatrice, Giovanni Pulcinelli, and Claudia Zavalloni. "La rocca di Fossombrone. Progetto di conservazione e valorizzazione della rovina." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3602/.

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Abstract:
L'oggetto della tesi è la rocca feltresca di Fossombrone, cittadina in provincia di Pesaro-Urbino, in parte attribuita a Francesco di Giorgio Martini. Dopo un'approfondita analisi storica ed evolutiva dell'oggetto, si sono studiati attentamente i suoi sistemi costruttivi, al fine di delineare un progetto di restauro principalmente conservativo. Il progetto propone anche la realizzazione di una copertura che abbia lo scopo sia di contribuire alla conservazione e protezione dei resti di murature antiche, sia di consentire un'accesso protetto in una ritrovata fruibilità della rocca.
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Pittui, Ilenia <1991&gt. "Ritratti gioviani : un "nodo sapiente" tra parola e immagine." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19530.

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Abstract:
La presente tesi si focalizza sul tema del ritratto, considerato a partire dal Museo, la villa fortemente voluta dallo storico comasco Paolo Giovio. In esso, la dinamica mnemotecnica sottesa alla costruzione dell’edificio si esplica mediante due principali elementi: le imprese, quali “ritratti dell’anima”, e i ritratti fisici, fisiognomici, quali volti della storia universale di cui il Giovio si fece acuto interprete e narratore. Entrambi caratterizzati da un “nodo sapiente” che lega vicendevolmente parola e immagine, essi diventano, quindi, occasione per indagare l’Alterità Musulmana entro l’opera gioviana. In particolare, l’attenzione è circoscritta a un nucleo di ritratti di Sultani Ottomani inclusi negli Elogia virorum bellica virtute illustrium veris imaginibus supposita, quae apud musaeum spectantur (Firenze 1551) del Giovio. Essi sono immagini di Ottomani la cui identità viene, tuttavia, definendosi grazie al “contrappeso” persiano. Considerazioni finali, queste, ancora volte a un mondo cavalleresco e a un Islam di cui Giovio riconosce opportunamente la pluralità.
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ERCOLINO, Maria Grazia. "Studio del processo di formazione di un ambito urbano: la piazza Traiana a Roma." Doctoral thesis, 2004. http://hdl.handle.net/11573/184222.

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Abstract:
Tesi di Dottorato in Conservazione dei beni architettonici, (contiene un'app. documentaria di CXXXIX tavv.) Lo studio dell’area archeologica del Foro di Traiano, delle sue trasformazioni nel corso dei successivi due millenni, oltreché della sua attuale sistemazione, oggetto della tesi di dottorato della dottoressa Ercolino, è stato ulteriormente sviluppato con nuovi approfondimenti che tengono in conto dei continui aggiornamenti dello stato dell’arte sulla questione, in funzione della prossima, prevista pubblicazione, da parte della stessa, di una monografia sull’argomento. Lo studio, basato sul reperimento dei rilievi della maggior parte degli isolati componenti il tessuto urbano e su un’ampia documentazione archivistica, in parte inedita, ha prodotto risultati originali, contribuendo a ricomporre le fasi diacroniche di sviluppo dell’area dal momento dell’abbandono delle imponenti strutture imperiali sino alle demolizioni dovute alla politica del Governatorato durante il Ventennio. In questo modo si è potuto fare luce su un’area urbana, di notevole interesse storico-artistico, le cui testimonianze furono cancellate senza essere adeguatamente indagate.
The historical area of Trajan’s Forum presents all of the complexity of historical stratifications and, in parallel, the damages suffered by an area of significant archaeological and urban importance, resulting from numerous interventions undertaken with little or no care, and often without precise programmes or suitable projects. The campaign of excavations, carried out between 1998 and 2000, redirected attention to a number of overlapping, post-classical structures of significant historical interest, built over the course of the centuries and demolished during the previous century in the name of excavations or the isolation of monuments. While this intervention maintained the Via dei Fori Imperiali, it completely eroded the areas adjacent to it, further reducing the connective fabric between the few surviving ‘modern’ monuments, drawing attention to the vaster issue related both to the future use of these enormous ‘gaps’, and their connection with the historical city.
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TARQUINI, OMBRETTA. "Applicazioni innovative di procedure sperimentali a raggi X per lo studio di reperti archeologici di scavo." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918796.

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Abstract:
The present thesis is the result of a close collaboration with the Sovrintendenza Speciale dei Beni Archeologici di Roma (SSBAR), who had raised the issue of the study of archaeological excavation, prior to the conservation and restoration. The modus operandi can be shared into three steps. First, a working procedure was defined. The working procedure is the application of analytical techniques to X-ray radiography first, and then to the digital image processing, X-ray fluorescence and diffraction In the second step, we made changes and improvements to the utilised instrumentation. For radiography experiment, it was realised a radiographic bench, equipped with an experimental X-ray generator whose management program in VB was written on my own (.net language). For the instrumentation utilised for XRF, it was achieved an handling system XYZ, equipped with a tracking system that allows to document the measuring point owing to a portable microscope. Concerning the diffraction instrumentation, a reading system of the detector of type IP diffractometer was improved and upgraded. Finally, the procedure was applied on different types of findings provided by the superintendent, using the previously described instrumentation. We analyzed about 50 soil blocks from Crustumerium (IX sec. BC) containing iron- and copper alloy- metallic objects, about one hundred Roman coins (from 50 BC) from excavations of the Palatine Hill in Rome, those Pompeii Porta Stabia and those of the Villa Medici in Rome, two Etruscan mirrors and finally the Fragments necklace from Khirbet al-Batrawi (Jordan) (III millennium BC.) The results were presented in several national and international conferences, and they were also used by restorers and archaeologists of supervision in order to decide the best conservative intervention. In some cases, it was chosen not to proceed with the restoration, because it would have caused an irreversible loss of information already extracted with the procedure.
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