Academic literature on the topic 'Riflettometria nel dominio del tempo'

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Journal articles on the topic "Riflettometria nel dominio del tempo"

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Tekavčić, Pavao. "Franz Rainer, I nomi di qualità nell'italiano contemporaneo, Wiener romani­." Linguistica 30, no. 1 (December 1, 1990): 218–23. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.30.1.218-223.

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Abstract:
La formazione delle parole (FP), che per lungo tempo è stata Ia Cenerentola della grammatica (e non soltanto italiana), è un dominio che concerne tutti i livelli di descriiione linguistica ed è nel contempo anche il banco di prova delle teorie lingui­stiche dal tradizionalismo alia grammatica generativo-trasformazionale (GT) post­ chomskyana. Nell'ambito delle recenti teorie GT si situa anche lo studio del romani­ sta austriaco Franz Rainer, docente all'Università di Salisburgo e autore di diversi studi (sull'intensificazione in italiano, sulla formazione delle parole ed altri ancora). Lo studio Citato nel titolo è oggetto della presente recensione.
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Alessandrini, M., A. Micarelli, A. Viziano, I. Pavone, G. Costantini, D. Casali, F. Paolizzo, and G. Saggio. "Body-worn triaxial accelerometer coherence and reliability related to static posturography in unilateral vestibular failure." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 231–36. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1334.

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Abstract:
Poichè le alterazioni della funzione vestibolare possono essere causa di disequilibrio, i principali reperti sviluppati ad oggi per misurare il controllo posturale e l’integrazione sensoriale nel danno vestibolare sono stati ottenuti grazie alla posturografia. Tuttavia, al fine di superare i problemi legati a tale genere di tecnologia, sono stati proposti gli accelerometri indossabili (ACC) come un’alternativa portatile e a basso costo per la misurazione dell’oscillazione corporea in ambienti confortevoli. D’altro canto, nessuno studio ad oggi ha dimostrato la validità sperimentale delle misurazioni ottenute con ACC - rispetto a quelle derivanti dalla posturografia - in soggetti affetti da deficit vestibolare. Pertanto, l’obiettivo del presente lavoro è stato quello di i) sviluppare e validare una strumentazione pratica che potesse consentire la misurazione dei disordini dell’oscillazione corporea nell’ambito della valutazione otoneurologica attraverso gli ACC e ii) fornire un’analisi delle oscillazioni affidabile ed automatica, che potesse implementare in modo sensibile ed accurato la possibile discriminazione di pazienti affetti da deficit vestibolare unilaterale (UVF). A tale scopo, un gruppo di 13 pazienti (sette femmine, 6 maschi; età media 48.6 ± 6.4 anni) affetti da UVF da almeno 6 mesi e un altro omogeneo di 13 soggetti sani sono stati invitati a mantenere la posizione eretta durante l’esecuzione della posturografia statica (FBP) mentre indossavano a livello lombare - vicino al centro di massa - un sensore Movit® (by Captiks) costituito da accelerometri 3-D. La correlazione ‘product-moment’ secondo Pearson ha dimostrato un elevato livello di corrispondenza di quattro misure, estratte da ACC e da FBP, nel dominio del tempo e di tre in quello della frequenza. Inoltre il t-test ha evidenziato che due parametri nel dominio del tempo e due in quello della frequenza si sono dimostrati affidabili nel discriminare i soggetti affetti da UVF. Tali aspetti, nel loro complesso, dovrebbero focalizzare l’attenzione in ambito clinico e di ricerca su tale tecnica di registrazione, considerato l’arricchimento quantitativo e qualitativo di informazioni utili nella discriminazione, diagnosi e trattamento di pazienti affetti da UVF. In conclusione, noi riteniamo che la misurazione basata su ACC offra un’alternativa confortevole, affidabile, economica ed efficiente utile, assieme ai test clinici di equilibrio e mobilità, in molteplici circostanze così come negli studi implicati nella diagnosi, controllo e riabilitazione di pazienti affetti da UVF.
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Bellini, Amedeo. "Il monumento alle Cinque giornate di Milano." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 21–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132002.

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Abstract:
Dal 1879 si svolge un concorso per la realizzazione del monumento alle "Cinque Giornate" di Milano: l'insurrezione armata che per un breve periodo, nel 1848, aveva liberato la cittŕ dal dominio austriaco. Il desiderio dell'amministrazione municipale era quello di costruire un monumento architettonico utilizzabile, un porta o un grande portico presso i caselli daziari della Porta Vittoria che giŕ aveva quel nome perché presso di essa si erano svolte le fasi principali della battaglia. Si voleva risolvere cosě anche il problema urbanistico dell'accesso alla cittŕ lungo una direttrice in espansione. Le discussione dei critici e degli amministratori sui progetti presentati in un primo e poi in un secondo concorso offrono un quadro chiaro della lettura storica e simbolica dell'architettura, caratteristica della cultura italiana del tempo, ma infine, soprattutto per pressione dell'opinione pubblica, si abbandonerŕ il progetto per realizzare un grande monumento scultoreo.
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Origgi, D., L. T. Mainardi, A. Falini, G. Calabrese, G. Scotti, S. Cerutti, and G. Tosi. "Quantificazione automatica di spettri 1H ed estrazione di mappe metaboliche da acquisizioni CSI mediante Wavelet Packets." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 1 (February 2000): 31–36. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300106.

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Abstract:
La quantificazione dei picchi spettrali del segnale di spettroscopia 1H in risonanza magnetica, utile per un'analisi metabolica dei tessuti in-vivo, richiede un tempo di elaborazione elevato, soprattutto quando si tratta di acquisizioni CSI dove ad essere elaborata è un'intera matrice di dati. Inoltre, la sovrapposizione dei picchi, maggiormente marcata negli spettri con tempo di eco breve (20 ms), rende spesso difficoltosa la separazione dei singoli contributi metabolici. Si propone pertanto un metodo automatico per la quantificazione dei metaboliti, che utilizza l'algoritmo delle Wavelet Packets per scomporre il segnale nel dominio del tempo (FID) in sottobande. La stima dei parametri di ampiezza, fase, frequenza e smorzamento viene quindi eseguita nelle sottobande, dove cadono i picchi di interesse, mediante metodi di predizione lineare basati sulla scomposizione a valori singolari (LPSDV). L'ampiezza stimata dei picchi viene infine utilizzata sia per il calcolo dei rapporti metabolici sia per l'estrazione di mappe metaboliche. Il metodo di quantificazione proposto è stato messo a punto su fantocci e poi applicato alle acquisizioni di volontari sani e infine su alcuni pazienti. L'elaborazione automatica dei dati spettroscopici con il metodo proposto offre la possibilità di studiare in modo efficace ed affidabile i metaboliti cerebrali nonché di rappresentare la loro distribuzione spaziale mediante mappe metaboliche.
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Mihaljcic, Rade. "Mljet kao bastina kotorske vlastele." Zbornik radova Vizantoloskog instituta, no. 41 (2004): 387–97. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0441387m.

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Abstract:
(italijanski) L'isola di Mljet, ehe si trovava all'interno dello stato dei Nemanji?, apparteneva, comunque, al Comune di Dubrovnik durante la seconda meta del XIV secolo. Prima l'isola era considerata corne patrimonio d?lia nobilt? di Kotor. Lo zar Uros il 10 aprile 1357 aveva concesso Mljet alla nobilt? di Kotor ossia a Basilio Barincelo Bivolicic e Trifone Michovic Bucic. Due settimane dopo in base ad una richiesta degli ambasciatori di Dubrovnik, lo zar Uros eman? un altro editto per Mljet. L'editto dello zar Uros alla nobilt? di Kotor ? stato tradotto all'inizio del XVII secolo nella lingua italiana dell'epoca. Questi documenti dello zar Uros sono stati pubblicati in raccolte famose di fonti original!. Ecco perch? ? strano ehe questi documenti non siano stati presi in considerazione da Branimir Gusic, Vinko Foretic e Ivo Dabelic, ehe hanno svolto ricerche dirette sul fatto come Mljet avesse cambiato il proprio signore supremo. I due nobili di Kotor non erano in grado di realizzare i diritti di patrimonio su Mljet. Con la cessione della penisola di Peljesac e di Ston al comune di Dubrovnik nel 1333, Stefan Dusan determine il successivo destino dell'isola. II governo serbo veniva ancora riconosciuto, ma i legami con 1'isola lontana diventavano sempre pi? rari e il controllo debole. L'abate del monastero benedettino di Mljet era sottoposto all'arcivescovo di Dubrovnik, mentre la popolazione dell'isola si sentiva parte integrata all'immediato entroterra ehe, dal 1333, si trovava nell'ambito del comune di Dubrovnik. Questi fattori dimostrano come Mljet appartenesse territorialmente, economicamente e religiosamente al comune di Dubrovnik, mentre politica, mente all? stato serbo. Dal momento dell'annessione di Peljesac e di Ston, gli abitanti di Dubrovnik hanno approfittato di ogni occasione per confermare la propria influenza su Mljet. II Comune, per?, non aveva fretta per estendere il proprio dominio sull'isola. Era solo una questione di tempo. II regno serbo era attraversato da lotte intestine per la successione, mentre attacchi esterai minacciavano le regioni vicine ai confini. D'altra parte, attendendo una conferma dei benefici per lo svolgimento d?lie proprie attivit? economiche in Serbia, il Comune espresse la propria fedelt? a Stefan Uros. Signore, Mljet ? il tuo regno, e non a casa sua abbiamo dei problemi, affermarono gli ambasciatori di Dubrovnik due settimane dopo ehe Mljet era diventata patrimonio della nobilt? di Kotor. Nel frattempo la situazione reale intravedeva una guerra tra il gran nobile serbo Vojislav Vojnovic e Dubrovnik. Attendendo un attacco a Peljesac e Ston, il Comune mobilit? 25 persone di Mljet e nel luglio 1361, la Grande Assemblea decise de accipiendo insulam Melite...et accipere totum ius sclavorum. Comunque nel complesso gioco diplomatico il comune si comport? corne se niente fosse successo. Con la pace di Onogost nel 1362, il Comune si impegno di restituire al signore di Kotor i territori presi. La rendita reale sull'isola Mljet, fu realizzata da Stefan Uros the anni pi? tardi. Nel maggio del 1366 a Mljet si menzion? il soldato del regno Maroje Milosevic. II governo locale a Mljet era organizzato nello stesso modo del governo locale interne. Il monastero benedettino di Santa Maria a Mljet aveva il proprio celnic come il monastero Decani. Pi? di 2 secoli dopo la scomparsa del governo serbo sull'isola, la questione di Mljet era ancora attuale. La stessa Repubblica di San Marco, ehe governava Kotor nel 1420, dimostr? un notevole interesse nei confront! di questi documenti della nobilt? di Kotor riguardanti 1'isola di Mljet.
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Zambianchi, Manuela, and Bitti Pio Enrico Ricci. "Benessere psicologico e prospettiva temporale negli adolescenti e nei giovani." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2012): 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002005.

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Abstract:
Lo studio ha analizzato la relazione tra il benessere psicologico e la prospettiva temporale in un gruppo di adolescenti (etŕ media 16,65 anni) ed un gruppo di giovani-adulti (etŕ media 22,57 anni). Gli adolescenti sono stati suddivisi in due gruppi, media adolescenza e tarda adolescenza. Nei giovani-adulti si osserva un punteggio piů alto nella dimensione del futuro rispetto ai due gruppi di adolescenti, mentre il presente riporta un punteggio piů basso rispetto sempre agli adolescenti. Il benessere psicologico presenta anch'esso un punteggio piů elevato nei giovani-adulti rispetto agli adolescenti di entrambe le fasce d'etŕ. Sono state condotte tre analisi correlazionali separate per i tre gruppi mentre l'analisi della covarianza ha verificato l'influenza dell'etŕ sulle relazioni tra prospettiva temporale e benessere nei tre gruppi. Negli adolescenti il presente č positivamente correlato con le Relazioni Positive con gli altri e negativamente con lo Scopo di Vita e con il Benessere Psicologico generale. Nei giovani-adulti esso correla negativamente con il benessere psicologico generale. Negli adolescenti il futuro č correlato positivamente con l'Autoaccettazione, le Relazioni Positive con gli Altri, lo Scopo di Vita, ed alla Crescita Personale. Nei giovaniadulti il futuro č correlato positivamente con lo Scopo di Vita, il Dominio Ambientale, la Crescita Personale, l'Autoaccettazione, ed il benessere psicologico globale. Lo studio evidenzia la rilevanza della prospettiva temporale centrata sul futuro per lo sviluppo e l'attualizzazione delle risorse e delle potenzialitŕ nel passaggio dall'adolescenza all'etŕ di giovani-adulti e del tempo presente per la costruzione di relazioni significative unicamente nei due gruppi di adolescenti.
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De Nicola, M. "La TC della regione orbitaria." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 115–20. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s321.

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Abstract:
Il progresso tecnologico è impietoso: inizialmente nobilita certe metodiche e successivamente con l'avvento di nuove le mette da parte. Così accade anche per la tomografia computerizzata: diversi settori della patologia, una volta suo dominio incontrastato, sono oggi di pertinenza della RM come ad esempio la fossa cranica posteriore o la regione spinale. La regione orbitaria rimane a tutt'oggi di competenza pressoché esclusiva della TC, infatti la RM a tale livello non ottiene risultati migliori. La tecnica di esame TC prevede l'esecuzione di un «pacchetto» di scansioni sottili (1,5 – 2 mm) e contigue, eventualmente ingranate, di numero sufficiente a comprendere tutto il volume in esame, vale a dire l'intera regione orbitaria. Le scansioni vengono orientate di preferenza secondo il piano neuro-oculare che passa per il nervo ottico quando è in posizione di sguardo all'infinito, tuttavia la possibilità di rielaborare i dati relativi alle scansioni di base e quindi di ottenere ricostruzioni bidimensionali secondo altri piani (ad esempio secondo i piani di maggior sviluppo delle strutture intraorbitarie, come il nervo ottico ed i muscoli del cono) ci consente di scegliere, quale piano originale di scansione, anche un piano diverso da quello neuroculare. Sembra opportuno ribadire la priorità della TC a livello orbitario sia per motivi di ordine tecnico che diagnostico. Tuttavia è evidente la complementarietà di altre metodiche quali la RM in alcune situazioni patologiche ed è facile prevedere come nel tempo l'inesorabile progresso tecnologico consentirà alla RM di guadagnare terreno sulla TC soprattutto in relazione ad una maggiore specificità. Naturalmente entrambe non rappresentano l'unico strumento per risolvere tutte le problematiche cliniche: esse vanno correttamente utilizzate nell'ambito di un processo clinico diagnostico globale.
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Fiorani, Valeria Piacentini. "OMAN AS POLE OF CULTURAL, MERCANTILE AND ECONOMIC BUSINESS BETWEEN EAST AND WEST." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, July 13, 2017. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2017.276.

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Abstract:
Per capire l’importanza dell’Oman come polo culturale e mercantile e, allo stesso tempo, come perno politico e strategico nelle relazioni fra Oriente e Occidente, non si può prescindere dalla sua configurazione geografica e dal habitat umano che caratterizzano questa regione, di cui si accenna brevemente in questo discorso e in quello che segue. Si tratta di peculiarità che hanno avuto un profondo impatto sulla vita e la storia della regione per oltre cinque millenni, facendone un unicum nel contesto culturale dei mari che lo circondano e della stessa Penisola Arabica. Le evidenze archeologiche che stanno venendo alla luce confermano il ruolo dell’Oman come crocevia delle vie di terra e di mare. Per quanto riguarda l’Occidente europeo, fino a circa il secolo diciannovesimo viaggiatori ed esploratori descrivevano l’Oman come uno scatolone di sabbia, sassi e rocce – quanto più di inospitale potesse esserci – sprofondato nella nebbia delle leggende Bibliche della Regina di Saba e delle miniere di Re Salomone. Tuttavia, riesaminando alcuni documenti dagli archivi Italiani, e la ricca letteratura contemporanea in lingue Araba e Persiana (essenzialmente cronache, resoconti di viaggiatori e geografi, e codici commerciali), emerge un’immagine ben diversa, e le fonti, anziché contraddirsi, si integrano perfettamente. Da questi emerge l’importanza della posizione strategica dell’Oman all’imboccatura del Golfo, una posizione che, anziché dar vita a una florida pirateria, evolvette in una oculata politica di intese e alleanze matrimoniali con i paesi gravitanti sui mari circostanti, quali i potentati della fascia costiera Iranica e del Balochistan meridionale, l’India e l’Asia sud-orientale, e le coste orientali dell’Africa. E quando le relazioni fra popolazione delle coste omanite e comunità del hinterland si strutturò in equilibri sociopolitici e complementarità di servizi, allora l’Oman divenne il vero e proprio perno di nuove realtà politiche che diedero vita a veri e propri sistemi di terra e di mare. Nel discorso che segue, si esaminano alcune fasi ben precise della storia Omanita, quali il periodo del dominio Buyide (X secolo CE), il sistema politico costruito dai turchi Selgiuchidi (XIXIII secolo CE), e il regno di Hormuz fino all’arrivo dei Portoghesi (XVI secolo CE). Questi si distinguono per alcune realtà ben puntualizzate dalle fonti letterarie e le evidenze archeologiche, realtà che – si può dire –costituiscono l’identità dell’Oman fino ai giorni attuali. Ad esempio: l’interazione fra le genti del mare e le genti del hinterland, basata su una complementarità di rapporti e “servizi”; l’abilità di alcuni sovrani di evitare di essere coinvolti “a favore” o “contro” in caso di conflitti regionali, e di perseguire una politica basata sulla “inclusività” e non sulla “esclusività”; donde anche, la vitalità e il cosmopolitismo che regnò in determinate corti, e il dinamismo della popolazione che le circondava, fatta di comunità che convivevano attivamente fra loro in un vivace rapporto inter-religioso, inter-culturale e inter-etnico. Una realtà ben viva ancora oggi. Se poi si paragonano questi aspetti con determinate tradizioni del pensiero Islamico, è possibile rapportare queste realtà all’influenza del pensiero Ibadita sulle comunità Omanite, come verrà esplicitato nel discorso che segue.
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Dissertations / Theses on the topic "Riflettometria nel dominio del tempo"

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Palagano, Rosa. "Influenza della conservazione delle olive sulla qualita dell'olio vergine prodotto." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6171/.

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Abstract:
Il primo scopo di questo progetto sperimentale è stato quello di valutare la qualità chimica e sensoriale di oli vergini d’oliva ottenuti da olive conservate per tempi diversi prima della loro lavorazione. Spesso, infatti, quando le olive arrivano in frantoio, la loro trasformazione può essere ritardata a causa della ridotta capacità di lavorazione degli impianti rispetto alla quantità di prodotto da lavorare. Il tempo e le modalità di conservazione delle drupe risultano fattori molto importanti ai fini della qualità organolettica dell’olio prodotto. Per questa finalità sono state acquistate olive di due diverse varietà (Correggiolo e Canino) e divise in due aliquote. La prima aliquota di ogni partita di olive è stata franta al momento della consegna (tempo 0), la seconda invece è stata stoccata in condizioni non ideali di conservazione ed umidità per 7 giorni (varietà Correggiolo) e 15 giorni (varietà Canino), quindi franta. Per tutti i campioni sono stati valutati i parametri di qualità stabiliti dal Reg. CEE n. 2568/91 e successive modifiche: acidità libera e numero di perossidi con valutazioni titrimetriche, estinzioni specifiche nell'ultravioletto mediante spettrofotometria, determinazione gascromatografica degli alchil esteri degli acidi grassi ed analisi sensoriale secondo “Panel test”. Sono stati inoltre valutati parametri compositivi che attualmente non sono contemplati nei regolamenti ufficiali: il profilo qualitativo e quantitativo gascromatografico in digliceridi e quello in componenti volatili (SPME). I risultati ottenuti per i campioni ottenuti da olive “fresche” e da olive conservate per tempi diversi sono stati comparati con i limiti di legge che definiscono l'appartenenza alle categorie merceologiche degli oli di oliva vergini (extravergine, vergine o lampante) e, per i parametri non normati, sono state valutate le principali differenze in relazione alla qualità del prodotto. Il secondo scopo del progetto è stato quello di valutare la possibilità di una rapida discriminazione di oli d’oliva caratterizzati da differenti concentrazioni di alchil esteri degli acidi grassi mediante Riflettometria nel Dominio del Tempo (TDR, Time Domain Reflectometry). Il metodo chimico proposto dal Reg. UE n. 61/2011 risulta, infatti, lungo e dispendioso prevedendo una separazione preparativa seguita da analisi gascromatografica. La TDR si presenta, invece, come un metodo alternativo rapido, economico e non distruttivo per la valutazione e discriminazione degli oli d’oliva sulla base di questo parametro qualitativo.
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Book chapters on the topic "Riflettometria nel dominio del tempo"

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Giua, Alessandro, and Carla Seatzu. "Analisi nel dominio del tempo dei modelli ingresso-uscita." In UNITEXT, 45–85. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1484-8_3.

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2

Giua, Alessandro, and Carla Seatzu. "Analisi nel dominio del tempo dei modelli ingresso-uscita." In UNITEXT, 45–85. Milano: Springer Milan, 2006. http://dx.doi.org/10.1007/88-470-0436-5_3.

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3

Giua, Alessandro, and Carla Seatzu. "Analisi nel dominio del tempo delle rappresentazioni in variabili di stato." In UNITEXT, 87–133. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1484-8_4.

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4

Giua, Alessandro, and Carla Seatzu. "Analisi nel dominio del tempo delle rappresentazioni in variabili di stato." In UNITEXT, 87–130. Milano: Springer Milan, 2006. http://dx.doi.org/10.1007/88-470-0436-5_4.

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