Academic literature on the topic 'Risanamento'

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Journal articles on the topic "Risanamento"

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Saitta, Pietro, and Luigi Pellizzoni. "Lo chiamavano "sviluppo": il complicato rapporto di Gela con l'Eni." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 96 (September 2010): 158–88. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096007.

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Abstract:
Anni Cinquanta: il petrolio affiora in Sicilia e le popolazioni accolgono tripudianti l'arrivo degli stabilimenti petrolchimici. "La Sicilia come il Texas", č quello che molti pensano. Mezzo secolo dopo il conto del sogno č servito: malformazioni, malattie da industrializzazione, risorse idriche devastate e sottratte ai territori, criminalitŕ organizzata. Gela č una delle capitali italiane della petrolchimica: inizia da qui la resistenza ai padroni dell'oro nero. Gli autori discutono il tema del risanamento e descrivono l'impatto socioeconomico dell'industria petrolchimica.
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Oteri, Annunziata Maria. "Messina l'italianissima. Il volto della cittŕ post-risorgimentale (1847-1880)." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 323–65. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132012.

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Abstract:
Per il numero di vittime e i danni materiali subiti durante i moti rivoluzionari del 1848, Messina dopo l'Unitŕ d'Italia, si č meritata l'appellativo di "Italianissima" e il riconoscimento di "benemerita del Risorgimento nazionale". A una cosě appassionata partecipazione alla causa italiana non sono seguiti, perň, una volta entrata la cittŕ a far parte del nuovo regno, segni evidenti di tale adesione. A differenza che in molte altre cittŕ, anche emotivamente meno coinvolte, gli iniziali ambiziosi programmi di celebrazione, nel vivo dell'impianto urbano, di fatti e eroi del Risorgimento si esauriscono nel giro di pochi anni e sono assorbiti da un indolente processo di crescita urbana che, come altrove, nasce da esigenze di ampliamento e risanamento. Č altrettanto indicativo, che a Messina, né prima né dopo il terremoto del 1908, si siano celebrati nelle trame urbane, gli eroi del Risorgimento.Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Cavour, Mazzini sono infatti ricordati soltanto nella toponomastica o in qualche busto di modeste dimensioni eretto in un angolo disperso di un giardino comunale o del cimitero. Il saggio analizza le ragioni di tali insolvenze in particolare i condizionamenti di una classe politica ancora agganciata ai vecchi sistemi e la scarsa incisivitŕ delle forze progressiste all'opposizione.
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Regalsky, Andrés. "Un progetto di risanamento per una grande metropoli: Obras Sanitarias de la Nación nella cittŕ di Buenos Aires, 1900-1930." MEMORIA E RICERCA, no. 36 (April 2011): 61–75. http://dx.doi.org/10.3280/mer2011-036005.

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Annese, Mariella, Antonio Labalestra, and Marco Pietrosante. "Landscape transformation and territorial marketing. The Noi Techpark restoration project in Bolzano: a remarkable case of territorial branding." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 135–48. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223009.

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Abstract:
The Noi Techpark project in Bolzano has substantially transformed a portion of the Bolzano surroundings, localizing university and management functions in an area characterized by the presence of a dismissed industrial settlement built between the two World Wars by the Montecatini group. The project was pursued through the creation of a technology park, renovating the structures of the old factory which was in a state of abandon and then acquired by the Autonomous Province of Bolzano. This allowed the establishment of a pole of new public- private structures for technology transfer. The present paper intends to retrace the history of this intervention, describing its main characteristics in terms of urban form, functions and presence of public spaces in relation to the achievement of the objective of re- evaluating an entire urban area. including the relevant residential zone. But at the same time the ambition of the essay lies in the attempt to represent how, in the assessment of the complexity of local policies of territorial development, a significant role is played by the ability to contribute to economic growth in terms of birth of new businesses, improvement of competitiveness of existing ones, enhancement of financial resources, human and material present in the area and, finally, the ability to attract new productive factors in the area. In this sense, the Noi Techpark project is emblematic. Il Progetto Noi Techpark a Bolzano ha trasformato in maniera sostanziale una porzione consistente della periferia di Bolzano, localizzando funzioni universitarie e direzionali in un’area caratterizzata dalla presenza di un insediamento industriale dismesso realizzato, negli anni tra le due guerre mondiali, dal gruppo Montecatini. L’intervento è stato perseguito mediante la realizzazione di un parco tecnologico che, attraverso il risanamento delle strutture del vecchio opificio – acquisito al patrimonio della Provincia autonoma di Bolzano dopo il suo abbandono – ha permesso l’istituzione di un polo di nuove strutture pubblico-private destinate al trasferimento tecnologico. Il presente contributo intende ripercorrere la storia di questo intervento, soffermandosi nel descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici in relazione al raggiungimento dell’obiettivo di rivalutare un’intera area urbana. Ivi compreso quella occupata dal tessuto residenziale di pertinenza. Ma allo stesso tempo l’ambizione del saggio risiede nel tentativo di rappresentare come, nella valutazione della complessità delle politi- che di sviluppo locale di un territorio, un ruolo rilevante sia ricoperto dalla capacità di contribuire alla crescita economica nei termini di nascita di nuove imprese, di miglioramento della competitività di quelle esistenti, di valorizzazione delle risorse finanziarie, umane e materiali presenti in loco e, infine, dalla capacità di attrarre nuovi fattori produttivi sul territorio. Proprio in questo senso Il progetto del parco tecnologico Noi Techpark sembra emblematico. Nell’aver perseguito, oltre al risanamento di un’area industriale di smessa, l’obiettivo della creazione e della diffusione dell’innovazione per mezzo di un brand territoriale. In questo modo, al vantaggio di arginare la perdita di valore del contesto edilizio dell’intera area, si aggiunge il risultato prestigioso di aver messo in contatto i laboratori di ricerca, da un lato, e il tessuto imprenditoriale, dell’altro. L’intera operazione restituisce, dunque, un contesto entro cui è stato possibile sviluppare la capacità di trasferire know-how, di diffondere informazioni tecnologiche sul territorio, di creare un network di relazioni che stanno alla base della diffusione e della creazione della conoscenza e dello sviluppo di un ambito territoriale. Tutti elementi, non immediatamente quantificabili in termini economici nel breve periodo, ma che ci sembra debbano essere presi in considerazione nelle valutazioni complessive del vantaggio dell’opportunità di portare a termine questo tipo di iniziative.
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Piluso, Giandomenico. "Una scelta per l'Europa, una scelta per lo sviluppo? La Banca d'Italia, il Piano Pandolfi e lo Sme (1977-1979)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 302–33. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa2.

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Abstract:
Tra il 1977 e il 1979, la creazione del Sistema monetario europeo (Sme) introdusse, per l'Italia, un elemento che sarebbe divenuto centrale nella strategia di aggiustamento agli shock macroeconomici degli anni Settanta, il "vincolo esterno", uno strumento politico di matrice tecnocratica cui si affidava il risanamento della finanza pubblica e il rilancio della competitività dell'economia del paese. Le riforme dell'ambizioso programma concepito da un economista della Banca d'Italia, Tommaso Padoa-Schioppa, nell'estate del 1978 per consentire all'economia italiana di recuperare competitività, noto come "Piano Pandolfi", delinearono i tratti essenziali dell'ingresso della lira nello Sme esattamente quale "vincolo esterno", sulla scorta di indicazioni del direttore generale della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, nonostante le obiezioni di merito manifestate dal governatore Paolo Baffi. In quei frangenti la Banca d'Italia assunse consapevolmente quel ruolo di supplenza che ne avrebbe caratterizzato l'azione nel decennio seguente, motivando e orientando le scelte politiche del paese a favore di una sempre più stringente integrazione economica e monetaria dell'Europa, in quella direzione che si sarebbe infine precisata con il Trattato di Maastricht. Il vincolo esterno delineato da Padoa-Schioppa con il Piano Pandolfi, coerentemente con l'impianto dello Sme, si spostava ai vincoli di cambio connessi alla finanza pubblica e ai fenomeni di fiscal dominance che ancora caratterizzavano la politica monetaria in Italia, si trasformava cioè in un vincolo di politica fiscale che il cosiddetto divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro del luglio 1981 avrebbe formalmente riconosciuto. Il classico vincolo esterno di conti e cambi con l'estero sarebbe rimasto verso il resto del mondo come tale, ossia di natura economica e non "giuridica", per usare la categoria impiegata da Guido Carli nei primi anni Novanta.
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Ceschi, Ivo. "II risanamento pedemontano castanile nel canton Ticino: 1956-1992: un bilancio di politica forestale | Program to Re-Establish Chestnut Forests in the Ticino (Switzerland): 1956-1992: a Forest Political Assessment." Schweizerische Zeitschrift fur Forstwesen 150, no. 1 (January 1, 1999): 3–10. http://dx.doi.org/10.3188/szf.1999.0003.

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Abstract:
Since 1956, the canton of Ticino has carried out an extensive program to re-establish chestnut forests damaged by chestnut blight (Cryphonectria parasitica). This program was concluded in 1992 when the new federal forest law came into effect. Its realization has met difficulties of all kinds and was marked by a drastic change of sylvicultural methods. Various objectives have not been achieved; however, the project went hand in hand with many other realizations such as the professional training of forest workers, the creation of new forest enterprises, forest research within the chestnut region, the improvement of accessibility and the combatting of forest fires.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Abstract:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Cossu, Monica. "Piani Attestati Di Risanamento E Contratti Di Ristrutturazione Del Debito. La Riorganizzazione Stragiudiziale Della S.R.L. In Crisi (Renovation Plans and Debt Restructuring Agreements)." SSRN Electronic Journal, 2012. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2173333.

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Dissertations / Theses on the topic "Risanamento"

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MUZZONIGRO, ANDREA. "Crisi di impresa e modelli di risanamento: possibili tassonomie." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2019. http://hdl.handle.net/11566/263475.

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Abstract:
Lo scopo della tesi è approfondire gli aspetti tipici della vita dell’impresa caratterizzata dall’alternarsi di fasi di successo e di crisi. Negli anni è stata sempre più riconosciuta la centralità della crisi e della sua gestione dagli aziendalisti. Con analisi approfondita della letteratura si sono esaminate le cause di crisi e i fattori che costituiscono gli strumenti da utilizzare e le strategie da realizzare per risanare l’azienda. Si inizia con l’analisi della fase di declino, che necessita di una serie di interventi correttivi per avviare un processo di risanamento, e di quella di crisi, caratterizzata invece dalla progressiva riduzione del valore dell’impresa, che può sfociare nel fallimento. Nella parte successiva della tesi si incentra l’attenzione sugli interventi nel risanamento quali le strategie strutturali, organizzative e finanziarie dell’impresa. Un ulteriore elemento di studio riguarda le ragioni che portano l’impresa a decidere tra una strategia di ridimensionamento con la vendita di alcuni dei propri asset aziendali o di crescita con la vendita dei beni non stumentali per la prosecuzione del core business. Inoltre si analizzano gli strumenti da adottare per l’attuazione del piano di risanamento, partendo dalla nozione giuridica di crisi, fino a quella attuale. Si esaminano le procedure stragiudiziali e concorsuali finalizzate alla soluzione delle crisi d’impresa, liquidatoria, di continuità in base alla finalità prefissata. Si analizza una combinazione di eventi che si possono verificare a cui corrisponde un possibile strumento di risanamento. In conclusione, allo stato attuale si formulano soluzioni per superare lo stato di crisi riguardanti l’aspetto patrimoniale, l’accesso al credito e le previsioni sui ricavi, proponendo un modello generale di riferimento per l’utilizzo dei progetti di risanamento attraverso i diversi istituti giuridici. La materia in oggetto va incontro a variazioni in base al divenire della situazione giuridico- economica.
The thesis aims to investigate the typical aspects of a company life cycle, usually characterised by a continuous intertwining between phases of success and phases of crisis. Over the years, it has been acknowledged the growing importance of crisis phases and how businesses can manage them. Through an analysis of the existing literature, this study investigates the main causes of business crisis as well as the instruments and strategies that companies can implement to reorganise the business. The first part of the thesis analyses the decline phase and the actual crisis phase. It is argued that, while the decline phase needs a series of corrective actions in order to let the reorganisation process begin, the crisis one is instead characterised by a progressive reduction of the company value, which might eventually lead to bankruptcy. The second part of the study will focus on the main company reorganising actions such as structural, organisational and financial strategies. A further element of analysis relates to the reasons which might lead a business to decide between a downsizing strategy, through the selling of some of its business assets, or a growing strategy, through the selling of goods not related to the core business. Additionally, starting from the legal concept of crisis, the thesis analyses what are the main instruments needed to undertake a reorganizational plan. The thesis also examines the main extra-judicial and insolvency procedures of liquidation and business continuity based on the company purpose. A series of possible events, to which correspond a possible reorganizational instrument, are analysed. The thesis concludes by providing some possible solutions to overcome the state of crisis. In particular, by focusing on patrimonial aspects, on the access to credit and revenues forecasts, the thesis will propose a theoretical framework of reference which could be used by legal institutions to address reorganizational projects. The topic of analysis tough is subject to variations based on possible future changes of the economic and legal environment.
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Dall'Olmo, Ilaria. "Gli intonaci macroporosi per il risanamento dell'umidità nelle murature storiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Nella tesi si analizza il problema dell'umidità di risalita capillare nelle murature, esaminando in particolare, tra le varie tecniche di risanamento esistenti, gli intonaci macroporosi. Vengono analizzati i principi di funzionamento delle varie tipologie di intonaci, identificandone i requisiti, anche alla luce della normativa esistente, piuttosto limitata. Inoltre vengono esaminati i casi di applicazione di tali intonaci in laboratorio e in situ, per valutarne l'efficacia. Al termine vengono analizzati alcuni intonaci commerciali, in termini di caratteristiche dichiarate e anche alla luce dei requisiti più sopra individuati.
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Paganelli, Michele. "Progetto di recupero e risanamento dell'ex villaggio minerario di Formignano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25314/.

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Abstract:
Il villaggio minerario di Formignano è un luogo dimenticato dai più, nascosto nell’appennino cesenate. Il sito è abbandonato da quando furono spenti gli impianti nel 1962 e dopo sessant’anni di incurie, i fabbricati all’interno del villaggio sono oramai allo stato di rudere e il bosco circostante si sta lentamente riappropriando di quegli spazi che l’attività mineraria gli aveva sottratto. Alla fine degli anni Ottanta un gruppo di appassionati fondò la Società di Ricerca e Studio della Romagna Mineraria, con lo scopo di raccogliere, studiare e proteggere i ricordi legati alle miniere di Romagna. La società ha svolto e svolge tutt’ora un ruolo fondamentale nel salvataggio della memoria di questo luogo, ma senza un intervento concreto e sostanziale il destino del villaggio è segnato. Il presente elaborato di tesi ha l’obiettivo di riaccendere una speranza per Formignano, trasformando il sito in un polo di interesse culturale e antropologico, partendo dal restauro degli edifici esistenti. L’inserimento di funzioni dedicate all’accoglienza e al ristoro dei visitatori permetterà al villaggio di avere un bacino di utenza più ampio, anche grazie alla fitta rete escursionistica presente nel parco. L'interesse turistico non dovrà, tuttavia, mettere in secondo piano l’importanza culturale del sito, infatti, l’obiettivo del progetto è far convivere il presente e il passato in simbiosi, in maniera tale che il nuovo valorizzi il vecchio e viceversa. Nel progetto di restauro dei fabbricati si è tenuto conto delle differenti condizioni di conservazione dei manufatti, analizzandone la consistenza materica e lo stato di conservazione. L’evidenza fisica dei segni del tempo sugli edifici e i ruderi dei fabbricati, lasciano trasparire il passato del villaggio; la contrapposizione dei materiali originari e dell’acciaio e del vetro delle nuove strutture porteranno l’osservatore a farsi domande sulla trasformazione dell’edificio, mantenendo viva la storia del villaggio minerario.
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Baggio, Francesca <1993&gt. "Crisi e risanamento aziendale. Il caso dell’azienda Orv Manufacturing Spa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12794.

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Abstract:
Tale progetto di tesi vuole trattare il tema del risanamento aziendale come soluzione alla crisi d’impresa, focalizzandosi in particolare sullo strumento del concordato preventivo in continuità aziendale. Nel primo capitolo si definisce il concetto di crisi e sono descritte le cause principali nonché le tipologie e gli indicatori utilizzati per prevederla. Nel secondo capitolo si affronta il tema del risanamento aziendale, descrivendo il ventaglio di possibilità a disposizione dell’azienda per fronteggiare la crisi e, in particolare, soffermandosi sulla procedura concorsuale del concordato preventivo. Nella parte finale dell’elaborato si cerca di approfondire le tematiche trattate in precedenza nell’azienda Orv Manufacturing Spa, indagando sulle cause e sul procedimento che l’hanno portata a richiedere ed utilizzare con successo tale procedura concorsuale.
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5

Libralesso, Marco <1991&gt. "La negoziazione della crisi ed il piano attestato di risanamento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15608.

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Abstract:
Il presente elaborato si propone di illustrare la disciplina del piano attestato di risanamento ex art. 67, comma 3, lett. d) della Legge Fallimentare (R.D. 16 marzo 1942, n. 267), strumento previsto per risolvere e superare la crisi d’impresa in via stragiudiziale, cercando di garantire la continuità aziendale. L’analisi verrà inoltre effettuata approfondendo anche le norme che regolano l’istituto del piano attestato all'interno dell’ultima Riforma, che ha introdotto il “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” (d. lgs. 12 gennaio 2019, n. 14), che entrerà in vigore il 15 agosto 2020.
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Becherini, Federica <1973&gt. "Potenzialità del ferro zerovalente nanoscopico per il risanamento di siti contaminati." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/6508.

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Abstract:
Nanoscale Fe0 particles are a promising technology for in situ remediation of tricholoroethylene (TCE) DNAPL source areas, but the efficiency of this process is hindered by the rapid aggregation of the iron nanoparticles due to their reactivity . The aim of this study was to evaluated the properties different formulation of nanoparticles (coated, added with metals, emulsified.) and the influence in the surface properties and particles size. The present work includes also kinetic studies of the rate of dechlorination and the kinetic constant of the reductive dechlorination of TCE. The potential of using these formulation of nZVI and the problems linked with technology are investigated in the present work.
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Primo, Giovanna <1988&gt. "IL RISANAMENTO DELLA CRISI AZIENDALE IL PIANO ATTESTATO E L'ASSEVERAZIONE DEL PROFESSIONISTA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1978.

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Abstract:
La crisi d'impresa è un fenomeno complicato e molto frequente nell'attuale contesto competitivo caratterizzato da incertezza e instabilità. Con la riforma della legge fallimentare, iniziata nel 2005, il legislatore ha voluto predisporre degli strumenti di risoluzione della crisi aziendale ispirati ad una logica concordataria tra debitori e creditori, dove i primi propongono una soluzione e i secondi controllano l'esito della stessa. La riforma delle procedure concorsuali ha cercato di agevolare la conservazione dei valori aziendali, enfatizzando il ruolo del professionista chiamato a gestire la crisi. Con questo elaborato si è voluto tracciare un quadro generale del fenomeno della crisi d'impresa, inividuando gli strumenti stragiudiziali che sembrano più adatti a gestirla, concentrando l'attenzione sul "Piano Attestato di Risanamento", previsto dall'art. 67, comma3, lettera d) della legge fallimentare, e sul ruolo del professionista chiamato ad asseverare l'idoneità del piano al superamento della difficile situazione aziendale. L'analisi di questo strumento, sia nella fase della predisposizone del piano, sia nella fase delle verifiche effettuate dal professionista, è accompagnata dalla presentazione di un reale caso aziendale.
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Petenò, Veronica <1996&gt. "CRISI E RISANAMENTO DELLE IMPRESE: ANALISI DI ALCUNI CASI PRATICI DI TURNAROUND." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17615.

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Abstract:
Il presente elaborato approfondisce il tema della crisi d’impresa e delle strategie che possono essere implementate con lo scopo di risanare la stessa. Ci si è concentrati in primis sulla definizione del termine “crisi” e sullo studio delle varie fasi in cui si sviluppa il fenomeno; sono stati poi approfonditi la classificazione delle tipologie di crisi sulla base delle cause scatenanti le stesse, l’analisi dei metodi di previsione del default e lo studio degli indicatori di bilancio ritenuti utili per la valutazione della situazione aziendale. Proseguendo si analizza il tema del risanamento aziendale: si definisce il termine “turnaround” e si esaminano i fattori chiave determinanti il successo della procedura e il Turnaround Index. Si definisce poi il processo di risanamento, le fasi che caratterizzano lo stesso e gli interventi che devono essere attuati per raggiungere l’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale; per concludere si esamina il contenuto del piano che deve essere predisposto per l’attuazione del risanamento. Nella seconda parte della tesi ci si dedica invece allo studio di alcuni casi pratici di turnaround: si analizzano l’attività svolta dall’azienda e le cause che hanno condotto alla crisi, per poi procedere con la descrizione degli interventi implementati al fine di risanare l’impresa; in concomitanza con la parte qualitativa si realizza una breve analisi di bilancio, esaminando gli indicatori utili alla valutazione dello stato di salute dell’azienda.
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9

Spolverato, Gianmarco <1995&gt. "Crisi d'impresa e risanamento. Analisi empirica del settore alberghiero di Abano Terme." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18786.

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Abstract:
Con il presente elaborato si è voluto approfondire un tema molto attuale nell’economia, ovvero la crisi d’impresa. Dal 2007 ad oggi questo tema purtroppo è trattato quotidianamente sia da fonti scientifiche-economiche che giornalistiche. Quando si parla di crisi di impresa si intende generalmente il momento in cui l’impresa stessa non riesce più a far fronte ai propri impegni, aggravando così la situazione finanziaria, patrimoniale ed economica. Per poter affrontare in maniera esaustiva l’argomento, oltre che riuscire a dare una corretta definizione della crisi di impresa, bisogna saper indicare quali sono le cause. Importante risulta anche utilizzare i metodi di allerta che segnalano l’entrata in crisi dell’impresa. Ogni realtà, per uscire da un periodo di crisi, deve mettere in atto un processo di risanamento, che richiede uno studio approfondito per definire la strategia da poter applicare, e la successiva consegna di un piano di risanamento ai propri stakeholder, i quali lo dovranno approvare. Il presente elaborato comprende inoltre un’analisi giuridica che ha il compito di mettere in evidenza le diverse tipologie di procedure concorsuali disposte dal Codice della Crisi e dell’Insolvenza. Lo studio di questi aspetti teorici è diretto ad un’analisi del settore alberghiero italiano, la quale metterà in luce il caso specifico di Abano Terme. L’analisi del caso sarà svolta mediante l’utilizzo degli indicatori forniti dal Codice della Crisi d’impresa e tramite l’applicazione del modello Z-score di Altman; con un conseguente rapporto tra le due metodologie si effettuerà un’analisi finanziaria che dimostrerà se i risultati tra i due sono concordi e l’effettivo andamento finanziario del caso analizzato.
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10

Barichello, Federico <1988&gt. ""Il piano di risanamento attestato ex art. 67 co. 3 lett. d) L.F."." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5383.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di mostrare attraverso un esempio concreto quali potrebbero essere le effettive potenzialità del piano attestato di risanamento e contemporaneamente di dimostrare come il ruolo dei professionisti possa costituire un plusvalore di indubbia importanza al raggiungimento dell’obiettivo del risanamento aziendale e possa essere una risposta efficace all’atteggiamento dell’imprenditorialità che demonizza il fallimento, oltre che un’alternativa valida al cambiamento culturale per il momento tarda ad arrivare.
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Books on the topic "Risanamento"

1

Ciampi, Carlo Azeglio. Dalla crisi al risanamento. [Rome, Italy]: Treves, 2005.

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2

Lamanna, Luigi Franco. Tecniche di risanamento degli edifici. Roma: Carocci, 2000.

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3

Guatri, Luigi. Crisi e risanamento delle imprese. Milano: A. Giuffrè, 1986.

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4

Carlo, Gaetani. I napoletani prima e dopo il risanamento. Napoli: Stamperia del Valentino, 2011.

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5

Zaccaria, Francesco. Conti pubblici: Analisi di un risanamento difficile. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1998.

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6

Consigli e progetti dell'architetto per i rustici. Milano: DVE Italia, 1999.

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7

Giorgio, Vittoria, ed. Po e Adriatico, risanamento e sviluppo sono compatibili! Come? Bologna: Cappelli, 1985.

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8

Laghi, Enrico. Crisi e risanamento delle aziende di trasporto pubblico locale. Padova: CEDAM, 2001.

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9

Manca, Enrico. La politica economica negli anni del risanamento (1983-86). Milano, Italy: F. Angeli, 1987.

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10

Nicola, Sartor, ed. Il risanamento mancato: La politica di bilancio italiano : 1986-90. Roma: Carocci, 1998.

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Book chapters on the topic "Risanamento"

1

Vanore, Margherita. "Tra risanamento e cura." In #CURACITTÀ VENEZIA, 25–38. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3x3r.6.

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