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Dissertations / Theses on the topic 'Risarcimento'

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1

FERRERO, ANTONELLA. "CAUSALITÀ, RISARCIMENTO E SCELTA DEL DANNEGGIATO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/612964.

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Abstract:
The work aims to analyze the problem of the importance of human choices in the field of civil liability assessment. The case law examined allows to detect that there are cases in which, in the presence of an offense, the personal choice of the victim causes further damage. Therefore, the study intends to evaluate the relevance of this choice in the ascertaining the causal link between the illicit and the greater damage suffered. Two main issues drive the investigation and are closely related to each other. The first refers to the presence in the damaged person of characteristics, even psychic, that make it necessary (even if necessary only for him, and not according to average person’s standards) to have that specific reaction connected to that particular illicit fact. The second, on the other hand, concerns the specific damage that results from a choice, which is undoubtedly caused by the illicit fact, but that the victim still has a substantial freedom to make. The research is conducted by investigating what should be understood with personal idiosyncrasy, and then clarifying in which cases the behavior of the damaged person can be considered “reasonable” and, as such, worthy of protection.
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2

Tine', Caterina <1989&gt. "Risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6758.

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Abstract:
La tesi tratta il risarcimento del danno nei suo vari aspetti facendo una panoramica del danno patrimoniale e del suo risarcimento, approfondendo con più attenzione il danno non patrimoniale fino ad arrivare al risarcimento del danno in caso di morte. La prima parte approfondisce l’evoluzione del danno non patrimoniale con il susseguirsi delle sentenze e delle varie opinioni giuridiche che nel corso degli anni hanno rivoluzionato la disciplina fino ad arrivare alla concezione attuale. La seconda parte esamina il caso del danno da uccisione/ morte esponendo la disciplina che regola tale materia anche qui evidenziando i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni fino ad oggi.
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3

Buoso, Anna <1986&gt. "Il risarcimento diretto nel Codice delle assicurazioni private." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2417.

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Abstract:
Il risarcimento diretto, introdotto con il d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209, consiste in una nuova procedura di gestione e liquidazione del sinistro. Il presente lavoro esamina, inizialmente, l'evoluzione normativa nel sistema assicurativo e procede con un'analisi del funzionamento e delle caratteristiche del risarcimento diretto. Viene inoltre approfondito il tema della qualificazione giuridica del rapporto che si instaura tra l'assicurazione del danneggiato e quella del responsabile civile. Infine si fornisce una disamina della CARD (Convenzione tra gli assicuratori per il risarcimento diretto) e vengono affrontate le novità introdotte dalla Legge liberalizzazioni n.27 del 24 marzo 2012 in materia di risarcimento diretto.
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4

Favero, Mila <1992&gt. "Il risarcimento del danno nel diritto della concorrenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13384.

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Abstract:
Il fine delle normative a tutela della concorrenza risiede, in prima approssimazione, nel pervenire all’armonizzazione tra gli Stati membri garantendo un funzionamento dei mercati che porti ,attraverso una giusta pressione competitiva, al massimo benessere perseguibile per la collettività. Le condotte delle imprese dotate di potere di mercato che alterano la competizione dando luogo ad operazioni di concentrazione, abusi di posizione dominante e intese restrittive della concorrenza vengono vietate dal diritto antitrust in quanto ritenute ostacolanti, a quel processo di rivalità tra le imprese che sta alla base dell’efficace funzionamento dei mercati. Oggi, le norme antitrust sono poste al centro dei sistemi di regolazione dell’attività d’impresa, così come le disposizioni relative al risarcimento del danno subito dai soggetti danneggiati.
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5

Cevolani, Nicolo' <1991&gt. "Tre statuti del prodotto vaccinale. Prevenzione, risarcimento e indennizzo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9869/1/Tre%20statuti%20del%20prodotto%20vaccinale.%20Prevenzione%2C%20risarcimento%20e%20indennizzo.pdf.

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Abstract:
L’ordinamento del prodotto vaccinale distribuisce regole su tre piani: prevenzione, risarcimento e indennizzo. Il farmaco immunologico, infatti, attiva norme in materia di sicurezza del prodotto, responsabilità civile e previdenza sociale.
The regulation of the vaccine product unfolds its rules on three grounds: prevention, compensation and indemnification. The immunological drugs, indeed, triggers rules on product safety, civil liability and social security.
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6

Sirto, Roberta <1991&gt. "I crimini di guerra giapponesi e la politica del risarcimento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10445.

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Abstract:
Lo spettro della guerra dell’Asia e del Pacifico (1931-1945) continua ad influenzare il Giappone e la sua politica estera. Fu durante questo periodo che avvennero i crimini di guerra perpetrati dai militari giapponesi contro i prigionieri di guerra e i civili nelle zone occupate. Nella prima parte della tesi vengono affrontate le tematiche che portarono alla commissione di tali crimini. A metà Ottocento il Giappone si aprì alle relazioni con le potenze occidentali e cercò di attuare una politica che lo portasse ad ottenere un ruolo paritario a queste nazioni intraprendendo una politica di conquista in Asia Orientale. Per fare questo si dotò di un esercito moderno che sostituiva al tradizionale codice samurai, fondato sugli antichi valori di fedeltà e coraggio, un sistema militare sempre più rigido e violento che culminò con il comportamento dei soldati giapponesi durante la guerra. A seguito della sconfitta giapponese le forze alleate istituirono il Tribunale di Tokyo che, assieme a tribunali minori, si occupò di sottoporre a processo i criminali di guerra giapponesi. Nell’arco del processo alcune questioni vennero tralasciate e le vittime dei crimini non ottennero giustizia né i dovuti risarcimenti. A partire dagli anni Novanta le vittime asiatiche dimenticate cominciarono a richiedere al governo giapponese scuse ufficiali e le dovute riparazioni, mettendo nuovamente il governo giapponese dinanzi alle proprie responsabilità della guerra dell’Asia e del Pacifico.
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7

Mariottini, C. M. G. "INADEMPIMENTO CONTRATTUALE E RISARCIMENTO DEL DANNO NEL DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/153107.

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Abstract:
The topic of my dissertation is Breach of Contract, Remedies and particularly Damages in Private International Law. Therefore my attention shall be focused on the conflict-of-law issues, nonetheless paying as well due attention to the comparative issues, as a necessary preliminary study to my analysis. The undisputed and ever increasing relevance of international contracts in both private and business transactions, together with the differences detectable in the substantive laws in the many legal orders, justify the attention paid to this topic, due to the possible diverse outcomes of the same dispute in the different jurisdictions. Among these differences, for instance, the several possible remedies available against breach of contract (specific performance, reduction of the price of purchase, termination of the contract, damages) and their pre-requisites. Civil law orders, on one side, show a preference for specific performance or reduction of the price as a result of their moral approach to breach of contract and in fact generally require fault of the breaching party in order to assess damages, whereas common law systems, on the other side ‒ implementing an economic approach ‒ favour damages, regardless of fault. The aforementioned differences in substantive law show the importance of studying the conflict-of-law rules in breach of contract and its consequences, in order to assure – inasmuch as possible – the quest for the “best governing law” and uniformity in the final outcome of the dispute. And although international uniform law conventions, such as the 1980 Vienna Convention on International Sales of Goods or soft-law tools, such as UNIDROIT Principles or the Principles of European Contract Law, have undoubtedly contributed to harmonization, they cannot assure uniformity. The Vienna Sales Convention, for instance, has not been ratified by every country (UK, Brazil, Portugal and India, among others, have not ratified it and Japan only recently has) and it only applies “to contracts of sale of goods between parties whose places of business are in different States” (Art 1(1)), therefore leaving out of its scope private transactions as well as business transactions other than the aforementioned ones (for instance, disregarding contracts whose international character is borne out of the place of performance being other than the one in which both parties happen to have their place of business). Furthermore, it states the right to interests on damages (Art 78), but it does not provide for any criteria in order to calculate them. This shows, once again, that uniform law conventions do not necessarily or thoroughly prevent conflict-of-law issues from arising. Therefore, the question to be addressed states as follows: dealing with the breach of a contract bearing multi-state connections, which shall be the law governing the breach of contract and the remedies against it? Shall all these issues be governed by the law applicable to the contract or should there be exceptions? From a general point of view it may be assessed that the law applicable to the contract applies, with a few exceptions. As far as the law applicable to damages is concerned, for example, the issue of the possible concurrence of the lex fori with the law governing the contract arises. The matter concerning the law applicable to damages has traditionally been split into two separate issues, the first one pertaining to the remoteness (i.e. forseeability) and the heads of damages and commonly governed by the law applicable to the contract in light of the fact that such issues play no role in the correct carrying out of the process and the enforcement of the lex fori is therefore ruled out. The second one is related to the measure and quantification of damages and, as stated in case-law concerning extra-contractual liability which may nevertheless be addressed to as for breach of contract as well, a restricted enforcement of the lex fori should be justified, but only as far as aspects pertaining to the proper functioning of the judicial mechanism are concerned, such as, for instance, the manner of assessment of damages. Some legal orders, for instance, will require a jury to assess the measure and quantification of damages, in which case, the lex fori applies. As for the matter concerning interests, relevant differences may once again be pointed out from both the substantive and the PIL point of view. From the substantive-law point of view some legal orders, such as the Italian and the Swiss ones, do not allow compound interest and others, such as the Islamic ones, do not allow the assessment of interests at all, although providing for alternative means of compensation. And while common law orders usually characterize interests as a matter of procedure therefore applying the lex fori, in the civil law countries the same issue is considered as a matter of substance and thus governed by the lex contractus. These differences, once again, underline the possible different outcomes of the same dispute and the importance of the detection of the proper applicable law. I nevertheless wonder if, as far as international transactions by privates and small business firms (and not by big corporations, which entail different issues and mechanisms) are concerned, the different rule of governing interests by means of the law of the domicile of the non-breaching party shouldn’t be stated, instead. If interests are assessed to protect the economic power of the non-breaching party, such party being a private or a small firm, this party will probably see its own economic power better safeguarded by the enforcement of the law applicable in the economic and legal context in which he commonly lives and does his business, rather than the lex fori or the law applicable to the contract, which might have been simply chosen by the parties or have no connection with the environment he usually deals with. One last relevant issue must be borne in mind: whereas two States provided not only for the same substantive rule, but also for the same conflict-of-law rule, uniformity would still not be necessarily assured, due to possible discrepancy in the characterization of the same issue. As far as contractual obligations are concerned, characterization problems may in fact arise in connection with pre-contractual liability, but also donations as well as maintenance obligations. Therefore, in order to implement, insofar as possible, harmonization in the outcome of an international dispute, uniformity in both conflict-of-law rules and jurisdiction criteria should be pursued. Just like uniform PIL rules do not – themselves – assure uniformity, harmonized jurisdiction rules will never – alone – ensure uniformity in the outcome of the same dispute due to the possibility of multiple forums being competent at the same time in international contractual matters. Under the Brussels I regulation, for instance, the forum of the defendant’s domicile (Art 2(1)), but also the one of the place of performance of the obligation in question (Art 5(a)), as well as the one possibly agreed upon by the parties by means of a choice of court agreement (Art 23 – prorogation of jurisdiction, which shall be exclusive unless the parties have agreed otherwise), may each have jurisdiction over the same contractual issue. The same rules have been adopted between EC Member States (including Denmark), Switzerland, Norway and Iceland with the New Lugano Convention, signed on October 30th 2007.
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Festanti, Federico. "I metodi per la valutazione della proprietà intellettuale: contraffazione e risarcimento danni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Teoria generale sui metodi di protezione della proprietà intellettuale: marchi, brevetti e diritto d'autore. Valutazione economica assets nel mercato. Contraffazione brevetti e plagio di diritto d'autore. Il risarcimento del danno secondo la legge. Metodi di quantificazione del risarcimento: danno emergente e lucro cessante. Analisi di alcune sentenze giuridiche in materia di contraffazione e risarcimento.
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Ricciardi, Angela. "Dall’illecito efficiente ai punitive damages. Il risarcimento del danno da illecito antitrust." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4286.

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Abstract:
2016 - 2017
The research originates from problems mentioned during the debate on the “efficient tort”. The term refers to the category of those actions, normally characterised by high levels of infringement, likely to produce a profit for the damaging part much greater than the loss incurred by the injured party. Therefore, the attention focused particularly on the most appropriate remedy for the identification of the right classification of this surplus value. Having excluded the other ways, the instrument has been found in the civil responsibility. More specifically, the research confers, to this responsibility, a sanction value, beyond the compensatory one, distancing itself from the traditional opinion. On these bases, the attention focused on the new regulation of the private enforcement in the field of “illecito antitrust”. The reference is to the latest D.Leg 19 January 2017 n. 3 intervened in the implementation of the Direcrive 2014/104 UE. This new regulation, maintaining the prohibition of overcompensation, in a field like the one in question, where the needs of deterrence are evidently revealed, exposes itself to various censures from the point of view of the constitutional legitimacy. Hence the attempt to provide a costitutionally oriented interpretation of the law in question that, hopefully, will be able to enlighten the future activity of the law and the legislator. [edited by Author]
XXX ciclo
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10

Ruggiero, Perrino Claudia. "Intollerabilità della convivenza. Dalla violazione dei doveri coniugali con addebito della separazione al risarcimento del danno." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1940.

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Abstract:
2013 - 2014
Nell’ambito dei rapporti familiari e della tutela dell'individuo si sono presentate nuove problematiche e questioni con riferimento alle quali si assiste alla predisposizione tanto sul piano legislativo, quanto in sede di interpretazione ed applicazione giurisprudenziale, di strumenti di tutela sempre più incisivi. Certamente superato un presunto principio generale di “immunità” − che, invero, a differenza di quanto avvenuto negli Stati Uniti d’America a partire dalla fine del XIX secolo, non risulta mai essere stato né codificato né affermato negli ordinamenti europei – anche le relazioni familiari si confrontano oggi con l’espansione, talvolta prorompente, della responsabilità civile e impongono all’interprete il delicato compito di delineare i limiti al rimedio risarcitorio connaturali alla peculiarità di una relazione interpersonale caratterizzata non soltanto da diritti o doveri reciproci, ma soprattutto dal fondamento naturale del vincolo affettivo e/o biologico. La giurisprudenza italiana manifesta sempre maggiore consapevolezza della necessità di rendere le condotte poste in essere in violazione degli obblighi coniugali e genitoriali oggetto di valutazioni giuridiche compiute sul piano dell’ “ingiustizia” del danno e della necessità di garantire l’adeguato ristoro ai pregiudizi della personalità dei singoli componenti della famiglia. Con specifico riferimento ai rapporti tra coniugi, la tassatività degli effetti dell’addebito fa sì, nella pratica, che il coniuge economicamente più debole (non obbligato, pertanto, al mantenimento dell’altro), pur in presenza di gravi violazioni degli obblighi coniugali, preferisca alla richiesta di addebito la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale ex art. 2059 c.c. L'obiettivo della ricerca - nel corso della quale verrà privilegiato l'approccio comparatistico - consiste pertanto nell'individuazione e nell'analisi delle ipotesi di responsabilità civile, che, nell'ordinamento italiano ed in quelli stranieri, risultano collegate all'esistenza e all'esercizio delle situazioni soggettive inerenti ai rapporti familiari. Inoltre, la ricerca si propone di verificare quali siano i mutamenti, strutturali e funzionali, verificatisi nell'ambito della responsabilità civile in relazione al diritto di famiglia... [a cura dell'Autore]
XIII n.s.
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CENICCOLA, Enrico. "Risarcimento per equivalente e reintegrazione in forma specifica nella materia degli appalti pubblici." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2010. http://hdl.handle.net/11695/66371.

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Abstract:
La materia degli appalti pubblici costituisce la principale palestra per l’elaborazione di nuovi e più efficaci strumenti di tutela. Infatti, con la legge n. 142/92 era stata prevista per la prima volta in Italia la tutela risarcitoria per le imprese concorrenti alle gare pubbliche. Il riconoscimento della risarcibilità degli interessi legittimi, affermato dalla Cassazione nel 1999 con la sentenza numero 500 ha determinato, tra l'altro, una radicale trasformazione del sistema di tutela per le imprese concorrenti alle gare, in quanto alla tradizionale tutela conseguente all'annullamento dell'aggiudicazione è venuta ad affiancarsi la tutela risarcitoria. Alla luce del quadro normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione, la tesi analizza il tema dei rapporti tra la tutela reintegratoria e risarcitoria, muovendo da una sintetica analisi dei rapporti tra queste forme di tutela nella disciplina codicistica, per esaminare poi «l’adattamento» dei principi enucleati alla fattispecie dei contratti pubblici. In particolare, lo studio si sofferma sulle teorie che giurisprudenza e dottrina hanno avanzato circa la natura giuridica della responsabilità della P.A., superando l'iniziale ricostruzione della Cassazione, che aveva ritenuto di inquadrare tale responsabilità nell'ambito della responsabilità extracontrattuale, per avvicinarla alla responsabilità contrattuale, attraverso la rielaborazione della risalente teoria dei rapporti contrattuali di fatto, ovvero attraverso una ricostruzione originale che valorizza le peculiarità dell’interesse legittimo pretensivo. Ulteriore questione esaminata - incidente sui rapporti tra tutela per equivalente ed in forma specifica - è quella della pregiudiziale amministrativa. Lo studio evidenzia il contrasto tra la giurisdizione ordinaria e quella amministrativa. Detto contrasto sembra aver trovato una soluzione a livello normativo, orientata dai principi contenuti nella nuova direttiva ricorsi – di cui vengono considerate le principali innovazioni tese a valorizzare l’effettività delle tutela attraverso un’applicazione più ampia del risarcimento in forma specifica - attraverso l'attribuzione al giudice amministrativo di una giurisdizione esclusiva (anche sul contratto). Quindi, la possibilità per il giudice amministrativo di fornire una effettiva tutela reintegratoria passa attraverso il riconoscimento della possibilità per lo stesso giudice di condannare l’amministrazione ad un facere specifico, ovvero condannare l'amministrazione a stipulare il contratto con il legittimo aggiudicatario. Sotto questo profilo si osserva che negli ultimi anni dottrina e giurisprudenza si sono confrontate attribuendo poteri più incisivi al giudice amministrativo fino al punto di configurare nel nostro ordinamento una azione di adempimento. Detta posizione dottrinaria sembra essere stata recepita dal legislatore che ha introdotto nello schema del nuovo codice amministrativo al fianco delle tradizionali azioni anche l'azione di adempimento.
The topic related to public procurements is a valid exercise in order to elaborate new and more effective tools of protection. In fact, for the first time in Italy the law n. 142/92 provided for the damages protection on behalf of enterprises involved in public competitive biddings. The Cassazione in 1999 with the decision n. 500 recognized on behalf of the enterprises involved in public competitive biddings damages as protection of the class having a common interest, apart from the adjudication annulment. Being in a continuous evolution the legislative and jurisprudential framework, the essay analyzes the relationship between specific compensation and damages, starting from a synthetic analysis of the relationships between those two forms of protection provided by the Civil Code, analysing also the “adaptation” of principles of the public contracts. In particular, the thesis outlines theories that doctrine and jurisprudence created on the P.A. liability, overcoming the initial Cassazione’s reconstruction, organizing the liability within the tort liability in order to draw it up to the contractual liability, using the old theory of the factual contractual relationships, or analysing the original theory appreciating the peculiarities of the “pretensivo” class having a common interest. Further question examined – having a relevance on the relationships between damages and specific compensation – is the administrative preliminary, analysing the contrast between the ordinary and administrative jurisdiction. The contrast seems to have a legislative solution, based on the principles contained in the new directive on the petitions – of whom the most important innovation are considered that appreciate the protection effectiveness trough a wide application of the specific compensation – attributing to the administrative judge an exclusive jurisdiction (also concerning the contract). Therefore, the possibility for the administrative judge to provide effective protection “reintegratoria” through the recognition of the possibility for the court to order the administration to a specific positive act, or order the administration to contract with a legitimate contractor. In this regard it is noted that in recent years doctrine and the case has been compared by giving stronger powers to the administrative judge to the point of a set in our legal action compliance. This doctrinal position seems to have been implemented by the legislator who introduced the scheme of the new administrative code alongside the traditional measures of performance also action.
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COLOMBI, CIACCHI AURELIA. "IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI NEL RISARCIMENTO DEL DANNO AMBIENTALE: L'ESPERIENZA ITALIANA, TEDESCA E STATUNITENSE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 1997. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12714.

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Calzolari, L. "RISARCIMENTO DEL DANNO DA ILLECITO ANTICONCORRENZIALE E TECNICHE ALTERNATIVE DI APPLICAZIONE PUBBLICA DELLA NORMATIVA ANTITRUST." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/345986.

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Abstract:
The dissertation focuses on the relation between antitrust damages’ actions and the “alternative techniques” of public enforcement of Articles 101 and 102 TFEU (i.e., commitment and cartel settlement decisions).
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Fittante, Anna. "La restituzione del profitto illecito tra responsabilità civile e arricchimento." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2021. http://hdl.handle.net/11385/205900.

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Abstract:
L’ammissibilità dei danni punitivi nel nostro ordinamento. I rimedi tipici previsti dall’ordinamento tra risarcimento, sanzione e restituzione: alla ricerca di un minimo comun denominatore. Il danno antitrust tra private e public enforcement.
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Francisetti, Brolin Matteo <1981&gt. "Profili problematici del risarcimento del danno non patrimoniale da inadempimento: il nuovo diritto tedesco delle obbligazioni." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/671.

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Gaiba, Vanessa. "La valutazione della proprietà intellettuale: il calcolo dei danni da violazione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
La trattazione si propone di affrontare, in una prospettiva economico-aziendale, la questione relativa alla quantificazione del corretto risarcimento per reintegrare i danni economici conseguenti a violazioni dei diritti di proprietà industriale. L’obiettivo della tesi è, in particolare, quello di individuare le principali metodologie di valutazione degli intangibile assets, con particolare riferimento ai casi di loro contraffazione e indebita appropriazione da parte di terzi. Tra le diverse categorie di intellectual property, nel lavoro è affrontata con un maggior grado di dettaglio quella specifica del marchio, il bene intangibile più violato. L'indagine teorico-concettuale svolta nei primi capitoli trova un riscontro empirico nei diversi casi di violazione relativi a sentenze dei tribunali delle imprese italiani, presi in esame nell’ultima parte della tesi. L'analisi effettuata ha permesso, in particolare, di comprendere l'iter logico effettivamente adottato per la quantificazione del danno in sede di giudizio.
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SPADARO, NADIA SIMA. "Inerzia della pubblica amministrazione e tutela risarcitoria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/40193.

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Abstract:
The thesis addresses a topic that has been matter of discussion and dissertations in the administrative law doctrine and in the decisions of the Courts for a long while. Even though most of the Courts had taken a clear position on it, many authors, probably more attentive to the effectiveness of the individual rights protection, have suggested different solutions. The issue refers to the possibility of compensating the individual that has not received a response from the Public Authority at the deadline provided by the procedure established by the law. The Courts generally admitted this possibility only in the case of late satisfactory measures. Therefore, the compensation granted to the individual was related to the damage caused by the delay in taking advantages of the good of life requested and lately granted. The delay in receiving an unsatisfactory measure or the simple lack of action of the Public Authority was not compensated. This standing is based on the ground that the compensation of the legitimate interest needs the preliminary check of the possibility to attribute the requested good of life. Nevertheless, and this is the thesis argued in the present work, this standing can be met even admitting the compensation for delay in receiving an unsatisfactory measure for the simple lack of action by the Public Authority. Time in itself, in fact, can be considered a good of life, essential in the enterprises’ business planning, and a fundamental component in the investment choice. This assumption is confirmed by the analysis of the relevant rules of International law (especially article 6 of the CEDU under the European Court’s interpretation), as well as the European Union law and the internal law (especially the Italian Constitution). Once demonstrated that time is considered a value in our legal system, the work concentrates in examining the specific components of the delay damage.
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ZAPPATORE, FRANCESCO. "Missed chances and reflections: a research on punitive damages." Doctoral thesis, Università di Siena, 2022. http://hdl.handle.net/11365/1205938.

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Abstract:
L'elaborato, redatto in lingua inglese, rappresenta l’esito della ricerca condotta con riguardo al tema dei danni punitivi. Esso si svolge attraverso quattro punti principali. Nella premessa, si enunciano i piani di osservazione dai quali il fenomeno dei danni punitivi può essere osservato e, attraverso questi, si giustificano i motivi di attuale interesse del tema. Si procede, poi, ad una breve descrizione dello stato dell’arte, dottrinale e giurisprudenziale, precedente alla novità rappresentata dal principio sancito dalle Sezioni Unite nel 2017. Per spiegare, quindi, i motivi che hanno condotto, da ultimo, la nostra giurisprudenza (e non solo) ad un atteggiamento di apertura nei confronti dell’istituto dei danni punitivi, si muove dall’esame dei principali fattori che hanno favorito tale processo, e che trovano le loro radici nel fertile laboratorio degli anni Settanta della responsabilità civile. Infine, nella consapevolezza del pur cauto atteggiamento di apertura mostrato dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite del 2017, dei limiti posti per un eventuale riconoscimento di risarcimenti punitivi e delle esigenze di salvaguardia sottese, si cerca di trovare un fondamento ‘interno’ per l’istituto, aldilà del riconoscimento di sentenze straniere che comminino condanne di tal genere.
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Miceli, Carla Maria. "Il danno da perdita di chance." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1362.

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Abstract:
Oggetto del mio lavoro di ricerca è la controversa figura del danno da perdita di chances. Nella tradizione giuridica italiana, a differenza di quella francese, la chance è stata per lungo tempo intesa quale figura analoga al lucro cessante. Tuttavia, alcune voci isolate sotto la vigenza del vecchio Codice e, in particolar modo, nei primi decenni del XX secolo hanno suggerito un approccio al tema radicalmente diverso in cui, da un lato, vengono riscritte le regole sul nesso causale, accordandosi tutela ai danneggiati anche in presenza di danni incerti, e, dall altro, si assicura la compatibilità di questa soluzione coi principi che reggono il nostro ordinamento mediante la costruzione (ricostruzione) della chance quale autonomo bene giuridico. Messa in campo con successo l idea della chance quale entità autonoma, economicamente e giuridicamente rilevante, la figura del danno da occasioni perdute è stata ben presto utilizzata al differente scopo di rideterminare e di ridefinire le condizioni di nascita della responsabilità. In considerazione di questi dati ho scelto di strutturare la mia riflessione intorno alla figura del danno da perdita di chances dando, anzitutto, conto degli orientamenti e delle diverse posizioni emerse in giurisprudenza ed in dottrina per poi riprendere i passaggi salienti e gli aspetti più significativi delle costruzioni via via esaminate nella parte finale dell elaborato, dedicato alle conclusioni. Anticipando in qualche modo i risultati cui sono pervenuta e che condivido con parte della dottrina, rilevo sin d ora come la categoria oggetto della mia ricerca, generalmente presentata come mera tecnica di quantificazione del danno, si appalesi in realtà come una vera e propria riscrittura delle regole consegnateci dalla tradizione circa l accertamento e la ricostruzione del nesso causale.
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Griffoni, Anna <1984&gt. "Assicurazione nel trasporto aereo, marittimo e ferroviario di persone: responsabilità del vettore in caso di morte o lesione dei passeggeri ed entità del risarcimento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6168.

Full text
Abstract:
La tesi esamina, sulla base della normativa internazionale, comunitaria e interna al nostro ordinamento, la responsabilità del vettore aereo, marittimo e ferroviario in caso di incidente che causi decesso o lesioni personali al passeggero. L'elaborato, sviluppato principalmente in tre capitoli, approfondisce i settori di trasporto menzionati, analizzando nello specifico il concetto di evento dannoso, costitutivo o meno della responsabilità del vettore e, di conseguenza, il risarcimento per i passeggeri che hanno subito, a seguito dell'incidente, lesioni fisiche o mortali. Per una maggiore chiarezza e completezza il testo è stato integrato, per i vari settori, da casistiche che aiutano il lettore a focalizzare meglio i concetti trattati.
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DE, LUCA GIULIA. "L’EFFICACIA DEL PROVVEDIMENTO DELL’AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO NEI GIUDIZI DI RISARCIMENTO NELLE CONTROVERSIE DEL GIUDICE CIVILE IN MATERIA DI TUTELA DELLA CONCORRENZA." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1459412.

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DE, LUCA GIULIA. "L’EFFICACIA DEL PROVVEDIMENTO DELL’AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO NEI GIUDIZI DI RISARCIMENTO NELLE CONTROVERSIE DEL GIUDICE CIVILE IN MATERIA DI TUTELA DELLA CONCORRENZA." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1459408.

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Mazzoletti, E. "NULLITA', LA TRADIZIONE, IL NUOVO SISTEMA:DAL RISPETTO DELLA PAROLA DATA AL CONSENSO INFORMATO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/156618.

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Abstract:
The paper discusses a subject which in recent years has gained a high profile due to the provenance of its regulations of reference, to the sectors in which it is developing and also due to its protagonists – special nullities or protective nullities. Such nullities rather often originate in the purview of the European Community and are then implemented into Italian law thus becoming available to the internal operator. After a brief outline of the characteristics distinctive of traditional nullity, an overview of the many specific regulations pinpoints the various sectors and domains of law where cases of invalidity occur that may be covered by the definition of special nullity or that can be more or less explicitly linked thereto. This recognition lays the foundations for ascertaining and analysing the underlying principles of these juridical cases and for setting forth the salient aspects: initial effectiveness or lack thereof of the invalidated contract, justification of the action of enforcing invalidity, necessary partiality and term of prescription. The results of the study made reveal a continuity of the discipline and a uniformity of the essential elements of the case that lead to the conviction that this is not a traditional juridical type nor can it be associated tout court with what is described in articles 1418 and following of the Italian Civil Code but it is, rather, a veritable set of autonomous dispositions which - although they may not be the exact opposite of the type of traditional nullity but are in a manner complementary to it – culminate in creating a veritable system.
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Picciau, C. "LA RESPONSABILITÀ DELLE AGENZIE DI RATING PER DIFFUSIONE DI GIUDIZI INESATTI SUL MERCATO FINANZIARIO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/250280.

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Abstract:
Since excessive liability can force reputational intermediaries out of the market, it is very important to balance liability restrictions with investor protection. To determine which level of liability the agencies actually face, given the current European regulatory regime, and whether this level could be justified looking at the trade-off between free market dynamics and little regulation of rating services, on one hand, and investor protection, on the other hand, the thesis analyzes two main problems: rating agencies' prospectus liability and the applicability of art. 2055 of the Italian Civil Code. In fact, the extent of liability highly depends on whether the agencies are jointly and severally liable for the misconduct of the issuer, its management, its auditors and other operators of the market.
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Picunio, Maria Laura. "Le conseguenze indennitarie del licenziamento illegittimo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425805.

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Abstract:
Nell’elaborato si affronta il tema delle conseguenze economiche del licenziamento illegittimo, con riferimento sia alla tutela reale che a quella obbligatoria. Si muove, quindi, dall’esame dell’evoluzione delle tutele, analizzandone l’andamento, che sembra descrivere una parabola il cui apice è costituito dalla tutela prevista tradizionalmente dall’art. 18 St. Lav. ed il punto più basso dalla disciplina di cui al d. lgs. n. 23/2015. Considerate le particolarità della disciplina, in ragione delle quali si attribuisce tradizionalmente una pluralità di funzioni alle indennità, si analizzano successivamente i principi in tema di risarcimento del danno, soffermandosi sulle sue diverse funzioni: compensativa, sanzionatoria e dissuasiva, anche al fine di verificare elementi di continuità e discontinuità tra diritto del lavoro e diritto civile. Vengono quindi affrontate le problematiche connesse all’indennità spettante nelle ipotesi di tutela reale: segnatamente si trattano le conseguenze connesse all’attribuzione di una funzione di coazione indiretta rispetto all’obbligo di reintegra, nonché i riflessi sui diritti dei lavoratori derivanti dalle limitazioni previste all’indennità. Con riferimento alla tutela meramente obbligatoria si esaminano i criteri di determinazione dell’indennità previsti nelle diverse norme di legge, ed in particolare ci si sofferma sui motivi che hanno portato la Corte costituzionale a dichiarare illegittimo il sistema previsto nell’art. 3, co. 1, d. lgs. n. 23/2015 in modo tale da formulare un’ipotesi su come vada riempito il vuoto normativo lasciato dalla sentenza e ad indagare sui riflessi di tale sentenza. Infine si esamina la compatibilità con la Costituzione della tutela indennitaria, con particolare riferimento al valore costituzionale del diritto al lavoro, alla legittimità delle limitazioni al risarcimento del danno ed alle conseguenze che ne derivano in termini di adeguatezza della tutela attualmente prevista dalle diverse disposizioni legislative.
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RUGGIERO, ALESSANDRO. "Le Clasuole penali nel diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1439.

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Abstract:
La questione del risarcimento del danno e delle sue possibili declinazioni sia in rapporto alla fonte – se contrattuale (art. 1218 cod. civ.) o extracontrattuale (art. 2043 cod. civ.) – sia in rapporto alla natura – a seconda che si invochi un danno patrimoniale (artt. 1223 ss. cod. civ.) ovvero non patrimoniale (art. 2059 cod. civ.) – sia, ancora, in relazione alle modalità di quantificazione dello stesso ed alle conseguenti ricadute sul piano processuale – con i relativi oneri di allegazione e prova a carico di chi ne pretenda il risarcimento – rappresenta un aspetto molto importante dei rapporti giuridici ed è stata, perciò, largamente esplorata sia in dottrina che in giurisprudenza alla luce delle norme del diritto positivo. Le implicazioni legate al tema sono infatti molteplici, anche in ragione dell’impossibilità di circoscrivere la questione del risarcimento, nella sua più ampia accezione, ad un solo campo d’indagine o, potremmo dire, ad una sola materia quale può essere il diritto civile piuttosto che il diritto penale o il diritto amministrativo. L’esigenza di tutela del soggetto che subisca un danno, piuttosto, concerne tutte le possibili relazioni umane che l’ordinamento giuridico è in grado di ricomprendere al proprio interno, in rapporto alle quali la legge è talora indotta a prescindere persino dal tipo di illecito (come nel caso della responsabilità aquiliana), salvo poi a bilanciare questa apparente incertezza con la necessità sul piano processuale di un rigoroso onere della prova in relazione all’invocata responsabilità risarcitoria. All’esigenza di garanzie per il soggetto danneggiato il nostro legislatore ha risposto attraverso la previsione di tecniche risarcitorie – o, sarebbe più corretto dire, categorie sanzionatorie – in grado non soltanto di rafforzare il vincolo giuridico nascente dal contratto o dalle norme dell’ordinamento, in ragione dell’indubbia forza dissuasiva legata alla prestazione risarcitoria, ma soprattutto di riparare la violazione del diritto leso imponendo al danneggiante una prestazione in grado di colmare la perdita patrimoniale subita dal danneggiato o, laddove ciò sia possibile e non risulti eccessivamente gravoso per il debitore, di rimuovere gli effetti dell’inadempimento al precetto sostanziale. In entrambi i casi, comunque, la finalità perseguita dall’ordinamento è meramente risarcitoria, mentre sembrerebbe doversi escludere sia un fine prettamente punitivo della disobbedienza alla norma imperativa, sia l’adempimento in natura della prestazione principale rimasta ineseguita: il primo in quanto non vi è riparazione del pregiudizio sofferto dal titolare del bene nello scopo afflittivo, tanto che in generale il beneficiario delle pene di diritto privato è sempre un soggetto terzo rispetto al danneggiato e al danneggiante; il secondo in quanto la prestazione accessoria garantita con il risarcimento non è mai quella principale oggetto, ad esempio, del rapporto giuridico corrente tra creditore e debitore, ma un suo surrogato la cui determinazione è strettamente dipendente dalla perdita cagionata nella sfera giuridica del danneggiato. Lo stesso è a dirsi per la clausola penale, quantunque l’analisi della funzione assolta da quest’ultima abbia diviso i contributi dottrinali in due indirizzi apertamente antitetici, l’uno sulla funzione risarcitoria della penale e l’altro sulla funzione punitiva della stessa, solo in seguito ricomposti da un’autorevole dottrina attraverso la teorizzazione di una funzione dualistica dell’istituto, il cui contenuto non si identificherebbe né con il risarcimento forfettario del danno (di difficile individuazione nell’ambito di un’obbligazione la cui caratteristica è di prescindere dalla prova in giudizio non soltanto dell’esistenza di quest’ultimo ma, altresì, dell’entità dello stesso), né con la mera afflizione del danneggiante nell’ottica della punizione pura dell’inosservanza dell’obbligo alla stregua delle pene private, ma con entrambe tali finalità congiuntamente, proprio in quanto – teorizza detta dottrina – esaustive della struttura obbligatoria della penale. Sarebbero quindi le due funzioni, ciascuna in sé esclusiva rispetto all’altra, a tipizzare la sanzione dell’obbligazione penale indifferentemente di fonte negoziale o legale, unificandola sotto una struttura comune e consentendo così di individuare nel sistema di diritto positivo «una autonoma ed originale sanzione a «struttura obbligatoria» ed a «funzione penale»». Sia nel caso delle forme di risarcimento tipizzate dalla legge, sia in quello delle clausole penali, comunque, si tratterebbe di categorie preventivamente compulsorie dell’adempimento e successivamente sanzionatorie, in ragione dell’attitudine di entrambe a sollecitare il rispetto della norma scoraggiando condotte illecite e, al momento in cui si determini invece la lesione del bene, a sanzionare tale condotta. Sul piano invece della coazione all’adempimento in natura, occorre osservare come anche nel caso della penale non sembrerebbero potersi rinvenire i caratteri dell’esecuzione in forma specifica della prestazione principale. La clausola penale, infatti, al pari del risarcimento per equivalente o in forma specifica, interviene quando l’inadempimento (o il ritardo nell’adempimento) si è ormai verificato e da ciò sia scaturito l’interesse succedaneo del titolare del bene alla riparazione della lesione sofferta. L’esecuzione in forma specifica, invece, non sostituisce all’obbligazione principale un’obbligazione accessoria ma si struttura sui caratteri della stessa prestazione dovuta, della quale assume la forma allo scopo di garantire la realizzazione proprio di quanto dovuto al titolare del diritto sostanziale. Eppure, specialmente nella materia del lavoro, è possibile individuare almeno un caso in cui la prestazione accessoria garantita dalla penale di fonte legale assume tutti i connotati dell’adempimento coattivo della prestazione principale rimasta ineseguita. Si tratta dello strumento apprestato dall’art. 18 Stat. lav. in risposta al licenziamento irrogato dal datore di lavoro in violazione dei precetti legali. Si tratta, nella specie, di un rimedio contro il licenziamento non soltanto ingiustificato, ma anche privo del requisito della forma scritta o nullo ai sensi della medesima legge, come nelle ipotesi in cui il recesso sia discriminatorio o sia stato irrogato a causa di maternità o matrimonio. In questi casi, la prestazione indennitaria non è determinata in modo forfetario. Al contrario, essa è volta a risarcire in forma specifica il danno patrimoniale subito dal lavoratore per effetto del licenziamento e della susseguente perdita sofferta sia sotto il profilo retributivo, sia sotto quello contributivo, con conseguente assimilazione dell’indennità stessa ad uno strumento di adempimento coattivo dell’obbligazione, gravante sulla parte datoriale, rimasta ineseguita, piuttosto che ad una penale in senso stretto. La reazione dell’ordinamento, in particolare, è l’invalidazione del provvedimento espulsivo e l’integrale travolgimento dei suoi effetti, con i conseguenti diritti del lavoratore alla reintegrazione nel precedente posto di lavoro – a sua volta giustificata dalla persistenza del rapporto, mai interrottosi per effetto del licenziamento rispettivamente illegittimo, inefficace o nullo – e al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata proprio alle retribuzioni perdute a far data dal momento del licenziamento. Al riguardo, è stato osservato come la tecnica risarcitoria qui applicata consenta di compensare integralmente appunto gli effetti patrimoniali dell’illegittima condotta datoriale, incidendo non soltanto sul piano retributivo attraverso la garanzia del sostegno alimentare che al lavoratore derivava dal reddito, ma altresì sul piano previdenziale e assistenziale scongiurando il rischio che dalla cessazione illegittima del rapporto possa ad esempio risultare pregiudicato il diritto del lavoratore stesso al conseguimento in futuro del trattamento pensionistico; rischio tanto più concreto oggi in ragione della sempre maggior durata dei processi del lavoro, del resto incentivata – e non scongiurata – dal sempre crescente contenzioso. Vi sono poi numerosi altri casi, nel diritto del lavoro, di categorie sanzionatorie e, soprattutto, di penali di fonte legale o negoziale a tutela del lavoratore, a testimonianza dell’attenzione e sensibilità del legislatore per quello che storicamente viene definito come il contraente debole del rapporto in ragione del fine prettamente alimentare che egli soddisfa attraverso la relazione con il datore di lavoro e la sua impresa. Si pensi ad esempio all’indennità prevista nella tutela obbligatoria dall’art. 8 della legge n. 604 del 1966 o all’indennità supplementare contemplata in favore dei dirigenti dai contratti collettivi di lavoro o, ancora, alla misura coercitiva indiretta contemplata dall’ultimo comma del ricordato art. 18 in favore dei dirigenti di R.S.A. illegittimamente licenziati, nonché a quella disciplinata dall’art. 28 dello Statuto dei lavoratori in risposta alla condotta antisindacale della parte datoriale; mentre sul piano del rapporto individuale è possibile ricordare, altresì, le clausole penali nei patti di stabilità relativa la cui funzione è di garantire che il vincolo giuridico discendente dal rapporto costituito dalle parti contraenti non possa essere sciolto prima di un determinato lasso di tempo. In tutti questi casi, peraltro, a differenza che nella tutela reale di cui si è detto sopra, il modello rimediale della penale, se agevola fortemente il soggetto a favore del quale sia posto giacché prescinde dalla dimostrazione in giudizio non soltanto dell’esistenza del danno, ma altresì del suo ammontare ai fini della liquidazione del danno medesimo, torna a svolgere una funzione prettamente risarcitoria attraverso una prestazione forfetaria che poco o nulla ha in comune con l’adempimento in natura, ormai superato dalla prestazione accessoria assicurata appunto dalla clausola di fonte legale o negoziale.
From the legal point of view The compensation for damage is a very important subject, in relation to the contract conditions (art. 1218 Civil Code), Extra-contract conditions (art. 2043 Civil Code), property damage (artt. 1223 ss. cod. civ), no property damage (art. 2059 cod. civ.) or in relation to the quantification and procedural analysis, the penal clauses have been much studied both in doctrine or in jurisprudence or in positive rights. There are many legal factors in the damage analysis and it is impossible make a study only trough civil law, criminal law or administrative law. Human relations are The most important fact to consider, the law has led to neglect the type of abuse to protect the person who has suffered damage, this is the “aquiliana” responsibility circumstance, in a legal case must be considered only the evidence to identify responsibilities and the compensation. The legislature has provided sanctions categories in relation to the contract, to quantify the economic loss, suffered by the victim without too much weight for the tortfeasor. Regulations provide only a financial penalty. In private law the compensation beneficiary is a third person between the aggrieved and the tortfeasor. Instead in the case where the injured must fulfill in consideration of the damage, this has never The main object of the contractual relationship but a surrogate chosen by the court in relation to the injury. regarding the performance kind , The penal clauses (P.C.) are not executive, the penalty clause begins when the damage was did, in that case the damaged receives an Economic compensation for the damage. the specific performance, not replace principal obligation with an ancillary, It takes the form for to ensure substantive law to the realization of what had. On the work matter, there is a case in which the ancillary service provided by the penalty clause, takes on the character of performance enforced to the main service not performed. Article 18 (italian art.18 stat. lav.) case, the dismissal by employer without just cause as to marriage or motherhood or discrimination. The penalty clause provides not only financial compensation but also patrimonial and contributions, paid by the employer. The law invalidates decision of expulsion and obliges the employer to take on again the worker, considering the dismissal illegal, unenforceable or void. The employer must pay just compensation, in order Unpaid salaries. Compensation technique allows full compensation for the illegitimate dismissal, the employee gets a salary; So he can buy food for himself and his family, get pension support and welfare support, A worker who gets the job again, will not lose these benefits. The legislature has decided to protect through criminal law or juristic the weaker person in an employment contract, the worker is well protected. As in the following examples: Art. 8 of Law No 604 of 1966 or supplementary allowance provided for managers from collective bargaining agreements or the indirect coercive measures contemplated by the last paragraph of Article 18 in favor of managers R.S.A. unlawfully dismissed and those governed by art. 28 of the Statute of workers in response to anti-union conduct of the employer. The case of penalty clauses in individual relationships, where is not possible close the employment before a certain time. In conclusion, I can say that the penalty clause has a compensation function, using a benefit flat-rate that has nothing in relation with their performance in nature. Thanks to the ancillary performance through negotiation or legal clauses.
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PROVENZANO, KATIA ELISABETTA. "IL DANNO PSICHICO ALLA PERSONA DEL LAVORATORE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/645.

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Abstract:
La tesi analizza il tema del danno alla salute psichica e in particolar modo il mobbing. Il filo conduttore della tesi è dato dall’art. 2087 c.c. norma non solo di riferimento, ma anche punto di partenza della ricerca. Da questa infatti si diramano tanto la teoria della responsabilità contrattuale quanto i vari orientamenti offerti delle scienze non giuridiche. Si affronta il tema della salute non intesa solo nella sua dimensione fisica, ma anche psichica. Alcuni capitoli sono dedicati al fenomeno del mobbing ed ai rapporti con altri istituti codificati, di legislazione speciale e con la contrattazione collettiva del settore cooperativo. Infine, un capitolo è dedicato ai danni, alle conseguenze derivanti dalla violazione del bene salute e alle tipologie di risarcimento possibili nell’ambito della bipartizione danno patrimoniale e danno non patrimoniale: per infine ricondurre il fenomeno del mobbing in particolare e del danno alla salute psicofisica in generale nell’ambito del danno non patrimoniale.
The thesis analyzes to the topic of the damage to the psychical health and in particolar way the mobbing. The thread conductor of the thesis is given from art. the 2087 c.c norm not only of reference, but also point of departure of the search. From this in fact the guidelines are circulated as well as the theory of the contractual responsibility how much several offers of not legal sciences. The topic of the single health is faced not understanding in its physical dimension, but also psychical. Some understood them are dedicate you to the phenomenon of the mobbing and to the relationships with other institutes it codifies to you, of special legislation and with the counterfeit of the cooperative field. At last, understanding it is dedicated it to the damages, to the consequences deriving from the violation of the good health and to the possible tipologie of compensation in the within of the bipartition it gives patrimonial and it gives not patrimonial: in order at last to lead back the phenomenon of the mobbing in particular and the damage to the psicofisica health in general terms in the within of the not patrimonial damage.
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PROVENZANO, KATIA ELISABETTA. "IL DANNO PSICHICO ALLA PERSONA DEL LAVORATORE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/645.

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La tesi analizza il tema del danno alla salute psichica e in particolar modo il mobbing. Il filo conduttore della tesi è dato dall’art. 2087 c.c. norma non solo di riferimento, ma anche punto di partenza della ricerca. Da questa infatti si diramano tanto la teoria della responsabilità contrattuale quanto i vari orientamenti offerti delle scienze non giuridiche. Si affronta il tema della salute non intesa solo nella sua dimensione fisica, ma anche psichica. Alcuni capitoli sono dedicati al fenomeno del mobbing ed ai rapporti con altri istituti codificati, di legislazione speciale e con la contrattazione collettiva del settore cooperativo. Infine, un capitolo è dedicato ai danni, alle conseguenze derivanti dalla violazione del bene salute e alle tipologie di risarcimento possibili nell’ambito della bipartizione danno patrimoniale e danno non patrimoniale: per infine ricondurre il fenomeno del mobbing in particolare e del danno alla salute psicofisica in generale nell’ambito del danno non patrimoniale.
The thesis analyzes to the topic of the damage to the psychical health and in particolar way the mobbing. The thread conductor of the thesis is given from art. the 2087 c.c norm not only of reference, but also point of departure of the search. From this in fact the guidelines are circulated as well as the theory of the contractual responsibility how much several offers of not legal sciences. The topic of the single health is faced not understanding in its physical dimension, but also psychical. Some understood them are dedicate you to the phenomenon of the mobbing and to the relationships with other institutes it codifies to you, of special legislation and with the counterfeit of the cooperative field. At last, understanding it is dedicated it to the damages, to the consequences deriving from the violation of the good health and to the possible tipologie of compensation in the within of the bipartition it gives patrimonial and it gives not patrimonial: in order at last to lead back the phenomenon of the mobbing in particular and the damage to the psicofisica health in general terms in the within of the not patrimonial damage.
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PISANI, ANDREA. "IL PROBLEMA DELLA RESPONSABILITÀ CIVILE COMPENSATIVA. STUDIO COMPARATO PER UN RIMEDIO RISARCITORIO EFFETTIVO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/259328.

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Abstract:
Lo scopo del lavoro è quello di studiare criticamente le funzioni e le regole strutturali della responsabilità civile italiana (R.C.), con le metodologie e gli apporti della comparazione giuridica. Si vuole comprendere se il sistema di R.C. vigente, per come esso realmente è e viene interpretato dai diversi operatori giuridici, sia in grado di assolvere adeguatamente ai suoi obiettivi funzionali. Il primo capitolo si concentra sulle diverse funzioni della R.C. e analizza criticamente il problema di un approccio esclusivamente riparatorio. Si passa poi ad analizzare il deficit di effettività rimediale che ciò comporta nel sistema e le strade, tortuose, percorse dalla giurisprudenza per soddisfare un bisogno di tutela (“si fa ma non si dice”). Constatata la desiderabilità di un rimedio generale ultra-compensativo, il capitolo proporrà, sistematicamente, i diversi razionali giustificativi, chiudendo con un innovativo parallelismo con il sistema immunitario umano (base per un futuro modello matematico per la misurazione della risposta). Nel secondo capitolo viene presentato un inquadramento sistematico della risposta di R.C. basata su tre paradigmi: risarcimento puro, indennizzo e risarcimento punitivo: in grado di abbracciare le molteplici sfumature della condotta e dell’elemento soggettivo del danneggiante. Vengono puntualmente censite le fattispecie di indennizzo e quelle speciali punitive, analizzandone in dettaglio un campione scelto per la loro importanza sistemica e applicativa. Il terzo capitolo è dedicato alla comparazione giuridica. Si premettono le ragioni della scelta dei sistemi target (Stati Uniti e Francia). Si analizzano le funzioni e la struttura dei punitive damages statunitensi e il percorso di costituzionalizzazione ivi avviato a partire dagli anni ’90 del secolo scorso. Particolare attenzione è prestata alle decisioni delle corti statale dopo le rigide prese di posizione della U.S. Supreme Court. In relazione alla Francia, si analizza l’evoluzione della riforma del settore di R.C. (ancora in cantiere) che vede gli interpreti discutere sulla nuova figura dell’amende civile. Infine, nel quarto capitolo, si propone la costruzione nel sistema italiano di una fattispecie generale ultra-compensativa azionabile a diritto positivo invariato, con l’identificazione dei relativi presupposti applicativi e dei limiti. Si valuta, infine, il tenore di un’eventuale riforma del codice civile per l’introduzione dei danni punitivi per via legislativa.
The present work aims to investigate the function and the structural rules governing the Italian Civil Liability (CL) by using the tools of comparative law. We focus on assessing whether the CL system currently in force and its implementation by the law makers is capable to fulfill its functional purpose. The first chapter focuses on the different purposes and rationales of the CL and critically evaluates the risk of an only-compensatory approach. Follows the analysis of the implications of such lack of remedial effectiveness and the intricated pathways of the courts to overcome said limitations.Noted the significance of a general remedy “punitive damages”- like, the chapter gives and discusses the reasons. Finally, the chapter introduces a novel and promising similitude between the human immune system reaction against diseases or potential threats and the CL reaction to a tort/breach of contract. That analogy, where appropriately developed and implemented into a numerical model, seems to have the potential to quantify the “effective response” from the CL. In the second chapter, a systematic analysis and classification of the current CL responses is performed based on three paradigms capable to fully catch the behavioural pattern and the subjective element of the tortfeasor: (1) compensatory damages, (2) indemnification, and (3) punitive damages; The cases of indemnification and “special” punitive damages are surveyed and a subgroup is analyzed in detail. The third chapter focuses on the comparative law, and a rationale is provided for the systems that have been identified for the comparison (United States and France). With regards to U.S., functions and structure of the punitive damages are analyzed; as well as the “constitutionalisation path” started from the early 90’of the last century. Emphasis is paid on the decisions of the state courts after the strong stance of the U.S. Supreme Court. With regards to France, the evolution of the reformation of the CL, (still in progress and discussed by the Parliament) is analyzed. Of interest is the character of the new “amende civile” that is being discussed among the French law makers. Lastly, in the fourth chapter, we propose a new layout of overcompensation for the Italian system; applicable within the boundaries of the positive law, identifying the associated operational hypothesis and limitations. We furthermore discuss the implications of an associated amendment of the Italian Civil Code that introduces said layout by law reform.
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SAN, MARTIN NEIRA LILIAN CECILIA. "Del deber del acreedor de evitar o mitigar el daño." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1281.

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Abstract:
Di fronte al mancato adempimento dell’obbligazione o, più in generale, del fatto lesivo, sorgono per il creditore/danneggiato due potenziali alternative: rimanere fermo davanti alla situazione di danno, oppure far in modo che questa rimanga nei limiti del danno inevitabile. Davanti a queste alternative, certamente, il danneggiato è libero per decidere se agire o meno, ma è legittimo chiedersi se in certa misura la sua attuazione non sia doverosa, o quando meno, se non abbia il bisogno di agire, in modo di no poter trasferire al responsabile per il fatto lesivo i danni che la sua attuazione era in grado di evitare. Questa ultima è la soluzione espressamente accettata da alcuni ordinamenti giuridici, in specifico: ABGB (1811) § 1304; BGB (1900) §254; Codice delle obbligazioni svizzero (1911), art. 44; Codice civile italiano (1942), art. 1227; Codice olandese (1992), art. 6:101; Codice del Quebec (1994), art. 1479; così come Principi UNIDROIT, art. 7.4.8, Principi di diritto europeo dei contratti (PECL), art. 9.505 e la Convenzione di compravendita internazionale (CISG), art. 77. In America Latina, invece, una tale regola non è stata espressamente adottata dalla maggioranza degli ordinamenti (ne fanno eccezione il Peru, Cc. art. 1327, e la Bolivia, Cc. art. 348), in conseguenza, il quesito in anzi proposto rimane essenzialmente senza risposta. In conformità a tale ragionamento, lo scopo principale di questo lavoro di tesi è stato determinare se, di fronte alla mancanza di una regola espressa in materia, negli ordinamenti del Sistema giuridico romanista, più specificamente del Sottosistema latinoamericano, siano o meno risarcibili i CD “danni evitabili”, cioè i danni materialmente attribuibili all’inadempimento del debitore, o più in generale al fatto lesivo, ma che il creditore/danneggiato avrebbe potuto evitare. In altre parole, si tratta di rispondere il quesito se nel Sottosistema giuridico latinoamericano, esiste o meno il dovere del danneggiato di evitare o mitigare il danno. La risposta a questa domanda è stata affermativa. In effetti, si è giunti alla conclusione che il Sistema giuridico romanista riconosce l’esistenza di un dovere (nella sottocategoria di onere) di evitare o mitigare il danno, in grado di operare persino lì dove non è stato sancito con un’apposita norma di legge. Nel stabilire la suddetta conclusione i punti più rilevanti, che a sua volta costituiscono degli spunti originali di questa tesi, sono stati i seguenti: 1) l’origine di tale dovere, individuato nel diritto romano classico, 2) il suo fondamento teorico, cioè la “culpa della vittima”, 3) il suo percorso storico, 4) la sua sopravivenza in America Latina, 5) l’estensione dell’onere fino all’ “sforzo ragionevole”.
When the breach of contract takes place, normally that situation cause damages to the creditor, and if the breach is imputable to the debtor he has to compensate the damages. Although the clarity of this legal maxim, is not always clear that the debtor has to respond for certain damages derived from the breach. That happens, for example, when the creditor has suffered damages but they have been deferred in time. On the other hand, it is not absolutely clear what attitude the creditor must adopt when he becomes aware about the break of the contract; the possibilities are: he must take no further action, that is to say, to let things take their natural course or act in a way that prevent further damages than the strictly inevitable. Before that dilemma, the answer seems to be evident; we should opt for the second alternative. In fact, the German (§ to it 254) and 1942’s Italian codes (article 1227) specifically say that the debtor does not respond for damages that the creditor had been able to avoid using the ordinary diligence. In this way are also UNIDROIT Principles, the Principles of European Contract Law (PECL) and the Convention for the International Sales of Goods (Vienna Convention). It is worthy to say that these norms are applied not only in case of contract liability, but also in case of liability outside the contract. Contrary to what happens in Europe and in the International contractual law, in Latin America nearly all civil codes don’t enshrines a disposition containing the duty of the victim to avoid or mitigate the damages; however, that does not necessarily mean that in a practical case, it cannot be applied at all; but in such a case, it is necessary to have a further study that allows our judges to apply the principle at issue with foundation. In conformity to such reasoning, the purpose of this job has been to determine if, in front of the lack of an express rule in subject, in the arrangements of law of the Civil law System, more specifically of the Latin American Subsystem, are or no refundable the "avoidable damages", that’s the damages materially attributable to the breach of the debtor, or in general to the injurious fact, but that the damaged part would have been able to avoid. In other words, it deals with answering the question if in the Latin American juridical Subsystem, exists or no the duty of the damaged part to avoid or to mitigate the damage. The answer to this question has been affirmative. In fact, the authoress has reached the conclusion that the Civil law system recognizes the existence of a duty (in the category of burden) to avoid or to mitigate the damages, capable of operate even where it has not been enacted with a special norm of law. In to establish the aforesaid conclusion, the most remarkable points have been the followings: 1) the origin of such duty, individualized in the classical Roman law, 2) its theoretical base, individualized in "the victim's negligence", 3) its historical course, 4) the survival of the such duty in Latin America, 5) the extension of the burden until the "reasonable effort."
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BELINGUIER, RAIZ SARAH. "La réparation des dommages causés par le dirigeant social en droit français et italien des sociétés." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/170939.

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Fucile, Sandro. "Stabilità e condizioni di rivedibilità degli atti impositivi nell'evoluzione del sistema tributario." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423852.

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Abstract:
This thesis deals with an in-depth analysis of the causes that have an influence on the finality of a tax assessment. Chapter I of this dissertation explores the different paths by which a final tax assessment can be reached (e.g.: by failing to file an appeal within the time specified by law; by adhering to a tax amnesty, by the taxpayer’s consent); it also describes, on a comparative approach, the solutions enforced in other legal systems. Chapter II deals with the limits of the powers of internal review of decisions made by a Revenue. Chapter III focuses on the grounds and procedures by which a Revenue decision may be deemed null and void. Chapter IV examines the connections between an appeal in front of the tax commissions and a damage claim in front of the civil courts. Finally, Chapter V outlines the complex relations between a final tax assessment and the ability to pay principle, as outlined in the Constitution of the Italian Republic
Lo scopo del presente lavoro é quello di offrire un quadro approfondito degli aspetti che incidono sulla stabilità del provvedimento di imposizione tributaria, evidenziando i principi ispiratori del sistema, per come essi sono attualmente riconoscibili. Muovendo dallo studio delle forme in cui la definitività si estrinseca (definitività da omessa impugnazione, da condono, derivante dal consenso del contribuente) senza trascurare di vagliare, sul piano comparatistico, le soluzioni adottate in altri ordinamenti (capitolo I), la ricerca prosegue effettuando una disamina dei possibili strumenti di tutela avverso il provvedimento di imposizione definitivo, considerando, in particolare, i profili di rivedibilità degli atti delle agenzie fiscali (capitolo II), la configurabilità di un’azione di nullità nel processo tributario (capitolo III); il rapporto tra azione di annullamento e tutela risarcitoria (capitolo IV). Da ultimo, nel capitolo V, é preso in considerazione il rapporto, connotato da forte tensione sistematica, tra la definitività dell’atto impositivo e il principio di capacità contributiva
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MURARO, BONATTO Fernanda. "L’illecito civile, i pregiudizi non patrimoniali e i danni esistenziali nei sistemi italiano e brasiliano: un’analisi comparata." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388922.

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Abstract:
The following PhD thesis purposes to examine, under a legal comparison perspective, the different paths took by Brazilian and Italian doctrine and jurisprudence throughout the XXth century until now, to establish the possibility of compensation for non-patrimonial damages, including the so called “existential damages”. So, considering the historical development of the non-patrimonial damage in both countries, the thesis assignment is to identify the similarities and differences between the Italian and Brazilian civil liability systems, in order to improve and enhance both legal orders.
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LIBRICI, Pietro. "L’ILLECITO ANTITRUST DOPO LA DIRETTIVA 2014/104/UE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/400297.

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Abstract:
Tradizionalmente, tanto a livello nazionale quanto a livello comunitario, la tutela della concorrenza si è caratterizzata per l’impiego di strumenti di enforcement pubblicistico. Dopo un lungo iter, il 26 novembre 2014 è stata pubblicata la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio UE 2014/104 relativa a determinate norme che regolano le azioni per il risarcimento del danno ai sensi del diritto nazionale per violazioni delle disposizioni del diritto della concorrenza degli Stati membri e dell'Unione europea. In Italia il recepimento della Direttiva è avvenuto il 19 gennaio 2017 con il d.lgs. n. 3/2017. Sebbene la normativa in parola intervenga a colmare il vuoto creato dall’assenza, sia ambito nazionale che comunitario, di norme di diritto positivo dirette a prevedere esplicitamente la possibilità di promuovere un’azione per il risarcimento del danno sulla base di una violazione delle disposizioni antitrust, essa lascia irrisolte problematiche di notevole importanza. L'obiettivo che ci si propone di raggiungere, pertanto, è quello di verificare i tratti fondamentali della disciplina dell'azione di risarcimento del danno conseguente alla violazione di norme antitrust alla luce della stratificazione di dottrina, giurisprudenza e prassi createsi intorno alla private litigation antitrust in anni recenti. Ciò anche al fine di offrire un contributo utile a fornire le coordinate atte a propiziare un corretto approccio ai tanti risvolti problematici che la nuova disciplina lascia insoluti.
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SARACENI, BARBARA. "La revoca dell’amministratore di s.r.l. a confronto con l’ordinamento tedesco." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2011. http://hdl.handle.net/2108/202141.

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Abstract:
Scopo della presente ricerca è quello di esaminare la materia della revoca dell’amministratore di s.r.l., regolata, dopo la riforma societaria del 2003, dall’art. 2476 c.c. Tale norma è stata oggetto di numerose interpretazioni da parte di dottrina e di giurisprudenza, in quanto solleva una serie di problematiche, non ancora risolte. L’art. 2476 c.c., infatti, rappresenta uno dei punti più controversi del diritto societario italiano, ove il legislatore della riforma, a fronte dell’autonomia della s.r.l., ha voluto in una medesima norma concentrare più istituti giuridici, con l’intento di incrementare il rilievo attribuito alla persona del socio nell’ambito del contratto sociale, nonché all’organizzazione e alla gestione dell’impresa societaria. Facendo un parallelismo con la medesima disciplina dell’ordinamento tedesco, più dettagliata e più sistematica di quella italiana, si possono notare alcune differenze fondamentali e, così, trarre possibili spunti per eventuali riforme future. La tesi si compone di sei capitoli. Al primo capitolo (“Contesto storico e normativo”) è dedicata la parte introduttiva della nascita della s.r.l. e della GmbH. Dopo un breve excursus storico, vi è un confronto generale fra i due tipi societari dei diversi ordinamenti, con l’analisi dei caratteri salienti della riforma societaria italiana del 2003 e della riforma societaria tedesca, relativa alla GmbH, del 2008 (la c.d. legge MoMiG), fino ad arrivare al quadro normativo relativo alla responsabilità e alla revoca dell’amministratore in entrambi i sistemi giuridici di riferimento. Oggetto dell’indagine del secondo capitolo (“Doveri e responsabilità degli amministratori”) è il tema della responsabilità gestoria, che gioca un ruolo fondamentale nella governance delle società di capitali, sia italiane che ESTRATTO II tedesche, ed è prodromica alla rimozione dall’incarico dell’organo gestorio, che si sia macchiato di atti di mala gestio. Si passa in rassegna l’art. 2476, comma 1, c.c., per quanto riguarda la s.r.l., e il § 46 GmbHG per l’ordinamento tedesco, analizzando i doveri in capo agli amministratori, la diligenza nell’eseguirli e le conseguenze giuridiche della loro violazione. Il terzo capitolo (“Diritti di controllo del socio”) è dedicato ai diritti di informazione e di consultazione attribuiti ai soci di s.r.l. e di GmbH, rispettivamente dall’art. 2476, comma 2, c.c. e dal § 51a GmbHG. Emblematica per il diritto italiano è la collocazione della disposizione nel quadro normativo della disciplina concernente la responsabilità e la revoca degli amministratori. Per la s.r.l. una novità è rappresentata non solo dalla maggiore incisività di cui si compongono i prefati diritti di controllo, ma soprattutto dalla titolarità attribuita a ciascun socio, indipendentemente dalla quota di capitale posseduta. Si è affidato il nuovo assetto di controlli prevalentemente all’iniziativa individuale del socio, avvicinando la s.r.l. al modello delle società personali. Vengono qui analizzate le modalità di esercizio dei diritti di informazione e di consultazione sia del quotista di s.r.l. che di GmbH, anche tramite professionisti di fiducia. Si esamina, poi, la possibilità per gli amministratori di opporre un rifiuto al rilascio delle informazioni richieste, al fine di salvaguardare l’interesse sociale alla non divulgazione di dati societari ritenuti sensibili. Al quarto capitolo (“L’azione sociale di responsabilità e la revoca dell’amministratore di s.r.l.”) si analizza l’azione di responsabilità nei confronti dell’amministratore, colpevole di cattiva gestione, in rapporto all’azione cautelare di revoca, ai sensi dell’art. 2476, comma 3, c.c. In tale fattispecie il legislatore ha abolito il rinvio prima esistente alle s.p.a. ed ha introdotto “altresì” la possibilità di revocare il singolo amministratore in via cautelare. Ampio esame è dedicato al tema della diligenza dell’amministratore e all’esenzione di responsabilità, specialmente per quanto riguarda la manifestazione del dissenso. Nel medesimo capitolo si valuta la questione, non così pacifica, della sostituzione processuale, ovvero se il singolo socio di s.r.l., nell’esperire l’azione sociale, agisce in nome proprio per conto della società, che, così, diventa litisconsorte necessario nel giudizio di ESTRATTO III responsabilità. Vengono, poi, presi in esame ulteriori aspetti di natura processuale dell’azione di responsabilità, quali la possibilità per la società di rinunziare o transigere l’azione intrapresa, il rimborso delle spese di lite spettanti al singolo socio agente e la prescrizione. Con il quinto capitolo (“La revoca cautelare dell’amministratore di s.r.l.) si vagliano le numerose problematiche riguardanti lo strumento cautelare di revoca dell’amministratore di s.r.l., ex art. 2476, comma 3 c.c. La revoca del manager di s.r.l., in realtà, è stata concepita dalla riforma del 2003 solo per via cautelare, mentre il legislatore è silente sulla possibilità di revocare l’organo gestorio attraverso vie extragiudiziarie, che, comunque, vengono analizzate all’interno della ricerca. Durante la trattazione si nota come l’art. 2476, comma 3, c.c. sia una delle disposizioni più controverse, sulla quale si sono affannate dottrina e giurisprudenza, evidenziando i vuoti legislativi lasciati aperti dalla norma. Nel medesimo capitolo si passano in rassegna i presupposti del cautelare di revoca, ovvero del periculum in mora e del fumus boni iuris. Successivamente si analizza la possibile strumentalità tra il rimedio cautelare della rimozione dell’organo gestorio e l’azione sociale di responsabilità introdotta nel merito, questione che ha generato varie linee di pensiero, fra loro discordanti. Inoltre, si valuta la possibile introduzione del rimedio cautelare ante causam, prima che sia esperita l’azione sociale di responsabilità. Infine, si accenna alla ormai remota possibilità di revocare l’amministratore per via giudiziaria (ai sensi dell’art. 2409 c.c.), dopo la nota pronuncia della Corte Costituzionale n. 481/2005, che ha escluso categoricamente l’applicabilità di detta disposizione alle s.r.l., anche a quelle provviste di organi di controllo. L’ultimo capitolo, il sesto, (“La revoca degli amministratori di GmbH e riscontro con la disciplina italiana) ha ad oggetto la rimozione dell’organo gestorio nell’ordinamento tedesco, così come disciplinato dal § 38 GmbHG, raffrontandola con il diritto italiano. Il principio cardine del legislatore tedesco in tema di revoca è quello della libera revocabilità degli amministratori in via stragiudiziale, salvo restrizioni contenute nello statuto societario. Si analizzano i presupposti e le modalità del procedimento di revoca, ponendo l’accento sui casi pratici di possibile accadimento. Anche l’ordinamento ESTRATTO IV tedesco, come quello italiano, conosce la revoca cautelare, che è regolata dalle disposizioni generali della ZPO riguardanti i provvedimenti cautelari. Per quanto concerne l’arbitrato, si analizza la possibilità direttamente per gli arbitri di revocare per via cautelare l’organo gestorio. Infine, sempre sulla scorta dell’esperienza comparatistica, si evidenziano le lacune del diritto italiano sul tema della revoca dell’amministratore, mettendo in luce analogie e differenze con la corrispondente disciplina tedesca. In conclusione, si richiama l’attenzione, attraverso alcuni esempi, sulle possibili modifiche della legislazione italiana in tema di s.r.l. conformemente alla GmbHG, in modo da rendere effettiva la tutela del socio e dei creditori sociali, attrarre investitori e così evitare la temuta fuga generalizzata verso altri modelli societari, sia italiani che stranieri.
The purpose of this legal research is the examination of the discipline of the director’s revocation of Italian limited Company “s.r.l.”, regulated by art. 2476 Italian Civil Code, after the corporate reform of 2003. Such a matter has been subject of numerous interpretations by the Doctrine and Jurisprudence, as it raises many systematic problems not yet resolved. The Art. 2476 c.c. is one of the most controversial points of Italian corporate law; the legislator of the reform, in order to maintain the s.r.l. autonomy, has joined more legal institutions in the same article, with the intention of emphasizing the partner’s figure in the social contract, the organization and management of company. Making a parallel with the same German rules, more detailed and more systematic than the Italian ones, it is possible to notice some key differences and thus take any possible ideas for future reforms. The thesis consists of six chapters. The first chapter (“Historical and normative context”) is dedicated to the introduction of the birth of “s.r.l.” and the “GmbH”. After a brief history, there is a general comparison between the company types of two different systems, analyzing the salient features of both the company reforms: the Italian one, relative to s.r.l., in 2003; the German one, relative to the GmbH, in 2008 (the so-called Law MoMiG), with particular care of the responsibility in both the legal systems. The topic of the second chapter (“Directors’ duties and responsibilities”) is the issue of legal responsibility management activity, which plays a key role in the governance of Italian and German limited liability company and it is prodromal to remove the director from his office, if he’s soiled himself with acts of mismanagement. There is an overview of the ABSTRACT II Art. 2476, comma 1, c.c. with respect s.r.l. and § 46 GmbHG of the German system, analyzing the directors’ duties, diligence executable and the legal consequences of their violation. The third chapter (“Partner’s control rights”) is dedicated to information and consulting rights granted to the s.r.l. and GmbH partners, respectively by art. 2476, comma 2, c.c. and by § 51a GmbHG. Italian law sets the topic “Partner’s control right” in the rule with regard to the responsibility and to the removal of the director, who is guilty of acts of maladministration. For s.r.l. a novelty is represented not only by the more wideness of the aforesaid control rights, but above all by the title attributed to each member, regardless of the share capital owned. Therefore the new arrangement of controls predominantly is left to the partner’s individual initiative, approaching the s.r.l. to the model of the individual companies. Here the procedures are analyzed to the exercise of the right to information and consultation of both the partners, s.r.l. and GmbH, even by trusted professionals. The directors’ power, then, is examined to withhold the release of the requested informations, in order to protect the social interest from the disclosure of corporate data deemed private. In the fourth chapter (“The action of social responsibility and the removal of the s.r.l. director”) the liability action is analyzed towards the director, guilty of misconduct, in relation to precautionary action of removal, in conformity with the Art. 2476, comma 3, c.c. In this case the legislator has abolished the previous reference to the s.p.a. and he has introduced “also” the possibility to remove the individual director by a preliminary injunction. Extensive review is dedicated to the director’s diligence and to his exemption of liability, especially with regard to the manifestation of dissent. The same chapter examines the not so peaceful question of the procedural substitution, or if the individual s.r.l. partner acts in the proceedings in his own name, but for a right of the company, that becomes necessary joinder in the liability action. Then, other procedural aspects of the liability action are examined, such as the company possibility to disclaimer or to settle the action, the repayment of the costs of litigation due to the individual partner claimant and the limitation of actions. ABSTRACT III The fifth chapter (“The precautionary action of the s.r.l. director’s removal”) examines the many issues surrounding the precautionary action of the s.r.l. director’s removal, in conformity with the Art. 2476, comma 3, c.c. The s.r.l. director’s removal, in fact, has been inserted by the 2003 reform only as a precautionary measure. In fact, the legislator is silent about the possibility of the director’s removal through extra-judicial remedies, which, however, are analyzed in the search. During the essay one notes that the Art. 2476, comma 3, c.c. is a much debated issue by the doctrine and the jurisprudence, which have highlighted the gaps left open by the provision. In the same chapter there is the review of the conditions of the precautionary action of removal, that is periculum in mora and fumus boni iuris. Then one analyzes the possible relationship between the precautionary action of the s.r.l. director’s removal and the subsequent action for liability, an issue that has generated several lines of thought, conflicting with each other. In addition, there is the examination of the possible introduction of the precautionary measure ante causam, before introducing the action for liability. Finally, one mentions the remote possibility of the director’s removal through the Judge (in conformity with the Art. 2409 c.c.), disappeared after the famous judgment of the Constitutional Court n. 481/2005, which has categorically excluded the applicability of that provision to s.r.l., even to those ones supplied with board of auditors. The last chapter, the sixth (“The GmbH directors’ removal and feedback with the Italian legislation”), relates to the director’s removal in the German law, as regulated by § 38 GmbHG, comparing it with the Italian law. The cardinal principle of the German legislature in terms of the company director’s removal is the directors’ extra-judicial free revocability, with the exception of the restrictions contained in the articles of association. One analyzes the assumptions and mode of the removal procedure, with an emphasis on practical cases. Even the German legal system, like the Italian one, knows the precautionary action of the director’s removal, which is governed by the general provisions regarding the precautionary measures of the ZPO. With regard to arbitration, one analyzes the arbitrators’ power to removal the director with a precautionary measure. Finally, completing the ABSTRACT IV comparison with the German legal system, there are the gaps of the Italian law in terms of director’s removal, highlighting analogies and differences with the matching German rules. In conclusion, attention is drawn, through some examples, to possible changes in Italian legislation regarding s.r.l. according to the GmbH, in order to make effective the protection of partner and creditors of the company, to attract investors and to avoid the dreaded generalized drain to other company models, whether Italian ones or foreigner ones.
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Pisani, Federico. "Knowledge workers management. Concorrenza e invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato: il modello statunitense." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425914.

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Abstract:
Il presente studio affronta gli argomenti della concorrenza e delle invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato statunitense. L’attività di ricerca è stata svolta in parte presso la School of Law della Boston University, USA, sotto la supervisione di Micheal C. Harper, professore di diritto del lavoro. L’argomento presenta una crescente rilevanza, considerato che nella nuova organizzazione produttiva, fondata in gran parte sulla conoscenza globalizzata, al lavoro dipendente si chiede ormai sempre maggiore professionalità, innovazione e creatività. La scelta di esaminare questa tematica dalla prospettiva del “laboratorio USA”, è dovuta al primato di cui tale nazione gode a livello internazionale sul piano economico, scientifico e dell’innovazione dei processi lavorativi, che fanno emergere criticità in altri Paesi probabilmente ancora non avvertite. Al fine di inquadrare gli istituti giudici menzionati nel modello statunitense, si è reso opportuno dare conto del sistema delle fonti normative negli USA, con particolare focus sul Restatement of Employment Law, cioè la raccolta di principi fondamentali elaborati negli anni dal common law in materia di rapporto di lavoro. All'esame delle fonti segue la definizione del concetto di lavoratore subordinato (employee) e lavoratore autonomo (independent contractor), necessario per l’inquadramento del campo di applicazione degli obblighi scaturenti dal rapporto di lavoro subordinato, tra cui il duty of loyalty, implicato nel rapporto fiduciario. In tale ambito, si è osservata l’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all'adozione dei criteri relativi alla distinzione in esame, prevalentemente concernenti il giudizio sulla rilevanza degli elementi fattuali determinanti per l’accertamento della subordinazione. Delineati i contorni della fattispecie di lavoro subordinato, il presente studio affronta la tematica della tipica forma del contratto di lavoro statunitense, il c.d. employment-at-will, cioè il rapporto a libera recedibilità. Tale peculiarità scaturisce dal principio fondamentale per cui le parti non sono vincolate ad alcun obbligo di fornire la motivazione per il licenziamento. La terza parte del lavoro ha ad oggetto la disciplina della concorrenza del lavoratore effettuata sulla base delle conoscenze acquisite, legalmente o illegalmente, durante il rapporto e le relative tecniche di tutela del datore di lavoro, a fronte della violazione del duty of loyalty, quale obbligo del lavoratore subordinato di esecuzione della prestazione lavorativa nell'interesse esclusivo dell’imprenditore e, conseguentemente, di astensione dal porre in essere condotte pregiudizievoli nei confronti di quest’ultimo. Quanto alle tecniche di tutela esperibili in caso di violazione degli obblighi esaminati, vengono illustrati i rimedi legali e equitativi che il diritto statunitense offre al datore di lavoro. La parte finale del presente studio si occupa della disciplina relativa alla titolarità dei diritti scaturenti dalle invenzioni sviluppate dai dipendenti nel corso del rapporto di lavoro. In questo senso si sono esaminate le definizioni di “invenzione” e “brevetto” ed il loro rapporto nel contesto della regolamentazione giuslavoristica; si è posta in rilievo la differenza tra invenzione come opera di ingegno e proprietà intellettuale tutelata dal diritto d’autore. Inoltre, si sono osservati i meccanismi sottesi alle norme fondamentali che regolano la materia e la loro convivenza con la libertà contrattuale delle parti e il loro potere di disporre dei suddetti diritti.
This work addresses the issues of competition and inventions in the U.S. employment relationships. The research was carried out in part at the Boston University School of Law of, under the supervision of Micheal C. Harper, professor of Labour Law. The selection of the topic is justified in the light of its importance, given that in the new production organization, based largely on globalized knowledge, employees are now increasingly being asked for professionalism, innovation and creativity. The decision to examine this issue from the perspective of the "U.S. laboratory" is due to the primacy that this nation holds at international level on the economic, scientific and innovation of work processes, which bring out critical issues that in other Countries probably have not yet been raised. In order to frame the above-mentioned topics, it has become appropriate to give an account of the system of regulatory sources in the USA, with particular focus on the Restatement of Employment Law, i.e. the collection of fundamental principles developed over the years by common law in the field of employment relationships. The examination of the sources is followed by the definition of the concept of employee and self-employed worker (independent contractor), necessary for the assessment of the application of the obligations arising from the employment relationships, including the duty of loyalty, involved in the fiduciary law. In this context, the evolution of the case law has been observed, as well as the examination of the criteria relating to the distinction between employees and independent contractors, mainly concerning the judgement on the relevance of the factual elements determining the assessment of the existence of an employment relationship. Subsequently, this study addresses the issue of the typical form of the U.S. employment contract, the so-called employment-at-will. This peculiarity is originated from the principle that the parties are not bound by any obligation to provide reasons for termination. The third part of the work has as its object the discipline of competition of the worker carried out on the basis of the knowledge acquired, legally or illegally, during the relationship and the relative legal remedies for the employer, against the violation of the duty of loyalty, intended as an obligation of the employee to perform the work in the exclusive interest of the entrepreneur and, consequently, to refrain from engaging in prejudicial conduct against the company. About the remedies available in the event of breach of the obligations examined, the legal and equitable remedies that U.S. law offers the employer have been explained. The final part of this study deals with the rules governing the ownership of rights arising from inventions developed by employees in the course of their employment. The definitions of "invention" and "patent" and their relationship in the context of employment law has been examined and the difference between invention as a work of genius and intellectual property protected by copyright has been highlighted. In addition, the mechanisms underlying the basic rules governing the subject matter and their coexistence with the contractual freedom of the parties and their power to dispose of these rights have been observed.
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ZILIOLI, Chiara. "Il risarcimento del danno derivante da incidenti industriali transnazionali." Doctoral thesis, 1992. http://hdl.handle.net/1814/4828.

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Abstract:
Defence date: 16 October 1992
Examining board: Prof. Hans Ulrich Jessurun d'Oliveira, I.U.E., supervisore ; Prof. Tullio Treves, Università di Milano, supervisore esterno ; Prof. Tullio Scovazzi, Università di Genova ; Prof. Henry Smets, O.C.S.E. ; Prof. Christian Joerges, I.U.E.
PDF of thesis uploaded from the Library digitised archive of EUI PhD theses completed between 2013 and 2017
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Romanò, Silvia. "Pena e risarcimento nel danno alla persona. Origini, strutture, funzioni." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11562/1068346.

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Abstract:
La ricerca si confronta con il problema della quantificazione del danno alla persona, con speciale attenzione alle ipotesi nelle quali la condanna può servire a un intento sanzionatorio, proponendosi l'indagine del problema nel diritto vigente e la ricostruzione delle origini storiche della questione. La tesi di dottorato analizza i casi nella cui liquidazione confluiscono variabili di calcolo che non pertengono al danno occorso: dette variabili si pongono al di fuori di una logica compensativa in quanto, non essendo pertinenti al danno, neppure lo compensano. La ricerca mira a trovare quali siano queste variabili e che cosa significhino nel sistema della responsabilità civile.
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Tocci, Mario. "Il danno punitivo tra ordinamento giuridico comunitario ed ordinamenti giuridici statali." Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/854.

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MIGHELA, Consuelo. "Il risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla violazione dei doveri familiari." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11562/567755.

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Abstract:
Dopo una prima parte del lavoro concernente in generale la questione della risarcibilità del danno non patrimoniale, la tesi esamina specificatamente il problema della risarcibilità dei danni non patrimoniali derivanti dalla violazione dei doveri nascenti dal vincolo del matrimonio. Per lungo tempo in Italia il problema è stato risolto dalla giurisprudenza e dalla dottrina in senso negativo per varie ragioni, che possono essere ricondotte principalmente alla previsione normativa di specifiche sanzioni riconducibili alla violazione di questo tipo di doveri (per esempio, si veda l'articolo 151, comma 2 c.c.) e alla incoercibilità dei doveri coniugali di contenuto non patrimoniale, oltre che alla tendenza a risolvere i problemi sorti all'interno della famiglia senza fare ricorso all'autorità giurisdizionale. Allo stesso modo, in Germania, dove già dagli anni ‘50 la giurisprudenza e la dottrina si sono interessate di questo problema, la Suprema Corte (Bundesgerichtshof) ha sempre rigettato le domande di danni fondate sull'applicazione del § 823 del BGB, giacché tale disposizione è stata tradizionalmente interpretata come riferibile unicamente alla tutela di diritti assoluti, mentre alla violazione dei doveri coniugali si è ritenuto debbano ricollegarsi in via esclusiva le conseguenze previste, tipicamente ed esaustivamente, dal diritto di famiglia. In considerazione della crescente attenzione rivolta alla tutela dei valori della persona anche in ambito familiare, negli ultimi 10 anni la giurisprudenza italiana ha modificato il proprio orientamento, riconoscendo che la violazione dei doveri coniugali o genitoriali possa comportare l’applicazione, oltre che delle specifiche sanzioni giusfamiliari, anche del rimedio generale risarcitorio di cui agli artt. 2043 e 2059 c.c., quando, per la sua gravità, tale violazione abbia comportato una lesione dei diritti fondamentali del coniuge o della prole. A tale riguardo, all’interno del lavoro viene affrontata la questione della natura della responsabilità riconosciuta in capo al coniuge responsabile, e, in particolare, viene analizzata la possibilità di applicare analogicamente nella materia di cui si tratta la disciplina della responsabilità da inadempimento, dal momento che i danni di cui si discute traggono origine dalla violazione di specifici obblighi intercorrenti tra soggetti determinati. Dopo l’esame dei singoli doveri coniugali, nel secondo capitolo un apposito paragrafo ha ad oggetto la tematica della responsabilità del terzo che si sia reso complice della violazione di uno dei doveri coniugali (in particolare, del dovere di fedeltà). La questione è stata generalmente risolta, sia in dottrina che in giurisprudenza, nel senso dell’esclusione della responsabilità del terzo, per via della sua estraneità rispetto ai doveri coniugali, vincolanti unicamente inter partes. Tale soluzione pare peraltro stridere con la riconduzione della responsabilità del coniuge nell’alveo della responsabilità extracontrattuale per lesione di diritti fondamentali facenti capo all’altro coniuge, trattandosi di diritti ai quali si riconosce tradizionalmente una tutela erga omnes. Con riguardo all’ulteriore questione del risarcimento del danno nell’ambito dei rapporti tra genitori e figli, alla quale è dedicato l’ultimo capitolo del presente lavoro, è analizzato, innanzitutto, il problema della risarcibilità del danno discendente dalla violazione dei doveri genitoriali, con particolare attenzione ai casi certamente più ricorrenti nella pratica, relativi alla violazione del dovere di mantenimento. La privazione dell’assistenza materiale può infatti comportare delle ripercussioni non solo nella sfera patrimoniale della vittima ma anche delle gravi ripercussioni nella sua sfera personale. Si è poi cercato di dar conto degli spazi di operatività del rimedio risarcitorio in materia di affidamento della prole. In relazione a tale profilo si è ritenuto opportuno analizzare separatamente due distinte questioni. La prima attiene alla risarcibilità del danno derivante dalla violazione del diritto - dovere di visita, in particolare nei casi in cui il genitore affidatario (o collocatario) abbia impedito con il proprio comportamento ostruzionistico l’esercizio di tale diritto all’altro genitore. La seconda questione riguarda invece l’analisi della disciplina di cui all’art. 709-ter c.p.c., norma introdotta dalla L. 8 febbraio 2006, n. 54, che ha attribuito al giudice il potere di disporre il risarcimento del danno a carico di un genitore, nei confronti dell’altro o a favore del figlio, quando ricorrano “gravi inadempienze” od atti che “ostacolino il corretto svolgimento delle modalità di affidamento” o che, più in generale, comunque arrechino pregiudizio al minore. L’applicazione di tale disposizione ha sollevato molteplici problemi, alla cui disamina è dedicata l’ultima parte della trattazione, con particolare riguardo al profilo della natura giuridica del rimedio previsto dalla norma, e della sua riconducibilità, o non, al paradigma risarcitorio quale delineato dal combinato disposto degli artt. 2043 e 2059 c.c.
After a first part of the work concerning, in general, the matter of compensation for non-pecuniary damages, the thesis examines specifically the problem of the admissibility of the compensation for non-pecuniary damages resulting from the breach of the duties arising from the bond of marriage. For a long time in Italy the problem has been solved from the courts and the legal literature in a negative sense for various reasons, that can be related primarily to the specific sanctions provided by law for the breach of such obligations (for example, see the art. 151, comma 2 of the italian Civil Code) and to the unenforceability of marital duties with non-pecuniary content, as well as to the tendency to solve problems arising within the family without recourse to the court. Similarly, in Germany, where since the ‘50s the case law and doctrine have interested in this issue, the Supreme Court (Bundesgerichtshof) has always rejected claims for damages grounded on the application of § 823 of the BGB, since such provision has been traditionally interpreted as referring only to the protection of absolute rights, and it was considered that the violation of marital duties has to be reconnected exclusively to the consequences set, typically and exhaustively, by family law. In accordance with the increasing attention turned to the protection of the human rights, in the last ten years Italian case law has changed its opinion, recognizing that the violation of marital duties can lead to the application of the general remedy of compensation under articles 2043 and 2059 of the Civil Code, if the violation, due to its severity, has resulted in an infringement of fundamental rights of the spouse. In this regard, a part of the work is specifically addressed to the question of the nature of the liability of the spouse; in particular, it is analysed the possibility to apply analogically the discipline of contractual liability, since the damages at issue stem from the violation of specific obligations existing between certain subjects. After the examination of individual marital duties, a specific paragraph in the second chapter relates to the issue of liability of the third party who has been complicit in the violation of one of the conjugal duties (in particular, the duty of loyalty). The issue was generally resolved, both in doctrine and in jurisprudence, in the sense of the exclusion of liability of the third, because of his non-involvement in the conjugal relation, as the marital duties bind only the two parties of it. This solution has to deal with the idea that the liability of the spouse is a tort that arises from the infringement of fundamental rights of the other spouse, that are rights to which traditionally is recognized a protection towards everyone. With regard to the issue of damages in the relations between parents and children, to which is dedicated the last chapter of this work, I have examined, first of all, the problem of the damage descending from the breach of parenting duties, with particular attention to cases most common in practice, alleging breach of the duty to maintain the children, understood as deprivation of material assistance that may result in an impact not only on the pecuniary sphere of the victim but also on his personal life. I tried then to give an account of the possible areas of application of the tort law relating to the custody of children. In relation to this profile it was considered appropriate to separately analyse two distinct issues. The first relates to the indemnifiability of damage resulting from the violation of the right - duty to visit, especially in cases where the custodial parent prevents with his obstructionist behaviour the exercise of this right by the other parent. The second question concerns the discipline of art. 709-ter of the Civil Procedure Code, a provision introduced by Law n. 54 of 8 February 2006, which has attributed to the judge the power to order to a parent the compensation of damages suffered by the other parent or by the son, whenever "serious breaches" or acts that "hinder the proper performance of the mode of custody" or that, more generally, however compromise the minor. The application of this provision has raised many problems, examined in the last part of the thesis, with particular regard to the character of the remedies provided by the law.
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COLANGELO, Margherita. "Accordo e risarcimento del danno: un confronto tra diritto civile e disciplina antitrust." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/1814/7072.

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Bolognesi, Umberto. ""Il risarcimento nella perdita di chance da improbabile responsabilità, una nuova quadratura del cerchio"." Tesi di dottorato, 2009. http://www.fedoa.unina.it/3637/1/Bolognesi.pdf.

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Vornicu, Roxana. "TRAVELLING WITH DAMAGES, OUT OF THE PUBLIC PROCUREMENT REMEDIES AND INTO COMPARATIVE PUBLIC LIABILITY. FOCUS ON THE ELEMENT OF FAULT." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11562/906182.

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Abstract:
La tutela risarcitoria a favore del concorrente che è stato illegittimamente escluso dalla procedura di gara è stata introdotta, nell’ambito degli appalti pubblici Europei, dalle Direttive Ricorsi, ie 89/665/CEE e 92 /13 /CEE. Questi strumenti legislativi hanno creato un complesso sistema di ricorsi, coordinato in tutti gli Stati Membri. A differenza di altri strumenti di tutela, l’azione risarcitoria non presenta una disciplina armonizzata/coordinata: ciò deriva, innanzitutto, dal fatto che le Direttive Europee non hanno dettato sul punto una disciplina puntuale e dettagliata. In questo scenario, la CGUE anziché chiarire il meccanismo dello strumento risarcitorio, sembra averlo reso ancor più complesso, rendendo la responsabilità sottesa assimilabile a un’ipotesi di responsabilità oggettiva. In un simile contesto è intervenuta la dottrina, nel tentativo di individuare la natura giuridica, il regime e la procedura specifica applicabile. Si confrontano da un lato la dottrina di matrice Eurounitaria, che ritiene applicabile la teoria della ‘Responsabilità degli Stati Membri ‘di cui alla sentenza Francovich, e dall’altro la giurisprudenza domestica, che ritiene invece applicabile l’azione risarcitoria così come delineata nei diversi ordinamenti. Questo lavoro si sofferma sull’attuazione del rimedio in due diversi ordinamenti, quello Francese e quello Inglese, cercando innanzitutto di capire quale dei due approcci sopraesposti debba prevalere, ossia se quello Eurounitario oppure quello di diritto interno, aderendo sin da subito a quest’ultimo. Tale indagine speculativa spiega in dettaglio come questi due ordinamenti abbiano offerto una tutela risarcitoria differente ai danneggiati derivante da procedure di gara illegittime, in materia di appalti pubblici, tenendo conto delle rilevanti differenze strutturali tra i due sistemi con riferimento alla responsabilità della pubblica amministrazione. Lo studio in esame sottolinea le marcate differenze tra le procedure applicate nei due ordinamenti per il risarcimento del danno e si propone di evidenziare la necessità di un’armonizzazione tra tutti i sistemi legislativi degli Stati Membri dell’Unione Europea.
Bidders aggrieved through decisions issued by public authorities during contract award procedures have a right to be awarded damages if the prejudice they suffered was the result of a breach of EU public procurement rules. This is provided under the Directives applicable to remedies in the field of public procurement law. The Remedies Directives created a compact, complex and coordinated system of remedial instruments applicable throughout the Member States. Despite that and unlike all the other remedies, damages are insufficiently regulated and very little coordinated. The remedy’s legal nature and regime are also quite controversial; damages are looked at by EU scholars as an ancillary remedy whose structure and regime should only be of EU law origin and by national judges as a remedy in tort or a classical claim for damages for the administration’s extra contractual liability. In such a complicated scenario, the CJEU, rather than clarifying the nature of the remedy and its exact mechanism, seems moreover to have complicated it by establishing a strict standard of liability. Since the remedy is scarcely regulated and there are no coordinated procedures applied by Member States in order to compensate aggrieved bidders, there have been suggested some sources of inspiration regarding the applicable law. The main one was the doctrine of Member States’ liability for breach of EU law. The study looks at the remedy’s construction at the EU law level and from there, shifts to the domestic legal reality, inquiring both its conceptual framing in the French and English legal orders as well as the way in which French and English national judges integrate and assess such claims. Our inquiry tries to understand which of the two approaches mentioned above should prevail, the EU or the national law approach and it almost immediately suggests the second one and then describes the framing of the claim in the French and the English legal realities. France and the United Kingdom have always had an enormous structural as well as philosophical difference of approach when granting damages for maladministration. These differences seem to suggest that the harmonization in this field is indeed an immense challenge. The very domestic realities framing such mechanisms of redress for damages caused through illegal public procurement decisions impose that effectiveness of the remedy is looked at from within the general national schemes of compensation for illegal administrative action. Still, irrespective of whether equivalence and effectiveness are complied with through the French and the English national mechanisms of redress, the substantial differences of approach from one legal order to another show that a coordination/harmonization intervention is becoming more and more necessary.
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SCARAMUZZINO, Fabio. "Die Zusendung unbestellter Ware. Vertrag, Rückgabe und Schadensersatz." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11562/341154.

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Abstract:
Nell’invio di merce non ordinata la spedizione d’un bene mobile perviene, da parte d’un soggetto ad un altro, senza che quest’ultimo ne abbia fatto alcuna richiesta. Occorre chiedersi se, quando e a quali condizioni possa addivenirsi alla conclusione di un contratto e, in medio tempore o qualora non sia definitivamente questo il caso, quali obblighi e diritti sussistano reciprocamente tra le parti o sorgano nei confronti dei terzi. La problematicità dei quesiti posti attiene ai profili contrattuali, a quelli restitutori e a quelli risarcitori dell’invio di merce non ordinata, ed è resa ancora più attuale ove la si incroci col divieto che il codice del consumo pone al professionista di fornire prodotti non richiesti al consumatore, esigendone il pagamento, la restituzione o la custodia, e con l’esonero in tali casi e per quest’ultimo da ogni prestazione corrispettiva. La fattispecie che ne risulta, indicata colla locuzione peraltro recente di fornitura non richiesta, lungi dal coincidere col più ampio fenomeno delle prestazioni non richieste, non ne esaurisce tantomeno quello in oggetto e più ristretto dell’invio di merce non ordinata. Dà così non solo rilancio all’importanza pratica dell’indagine che intende condursi, ma ne suggerisce e stimola l’interesse teorico: si tratta di vedere sino a che punto possa darsi una trattazione unitaria delle varie ipotesi di cose non ordinate ricostruendone, tra codice civile e codice del consumo, un regime disciplinare quanto più possibile coerente. Dei profili problematici su delineati si è dato separatamente conto: per quelli contrattuali (cap. II) come pure per quelli restitutori e risarcitori (cap. III) si rivelano decisive nella trattazione l’esperienze giuridiche d’oltralpe e, più d’ogni altra, quella tedesca, che conosce del fenomeno dell’invio di merce non ordinata da prima ancora che il legislatore comunitario spingesse quelli nazionali ad occuparsene, e la cui letteratura presenta un tale grado di approfondimento, altrove sconosciuto, dal renderne irrinunciabile, per ogni studio sul tema, il contributo.
The subject of "invio di merce non ordinata" (unsolicited goods) involves the situation in which a party (the sender) delivers goods to another party (the recipient) without the recipient having ordered such goods. The burning question here is whether a contract has been concluded, and if so, under what conditions, or if not, what rights and duties exist between the parties or vis a vis third parties.
The issues above relate to the branches of contract, restitution and tort. In fact, they assume even more topical significance when one considers the fact that the Italian Consumer Code prohibits a trader from supplying unsolicited goods to the consumer and demanding that the consumer pay for them, return them or hold them in safekeeping. In such a case the consumer is also exempted from having to provide any consideration.
The latter circumstances (in the context of the Italian Consumer Code), recently given the name "fornitura non richiesta" (inertia selling), do not correspond to the wider phenomenon of the "prestazioni non richieste" (unbestellte Leistungen), which goes far beyond the restricted scope of unsolicited goods, which forms the subject-matter of the present study. This not only serves to enhance the practical importance of the present research, but it also whets the academic appetite: the objective here is to verify whether it is possible to conduct a uniform study on the different cases of unsolicited goods in order to try to forge a robust link between the Italian Civil Code and Consumer Code, and hence make this area of the law as coherent as possible.
The above-mentioned cases were taken into account on an individual basis: the experiences of the legal systems “beyond the Alps” are crucial for contractual issues (Chapter II) as well as for questions of restitution and tort (Chapter III). In particular, the experiences of the German legal system are of importance here. In Germany the subject of unsolicited goods was studied even before the European Union forced the hands of all Member States in regulating this area. The matter was so thoroughly investigated in German doctrine that it makes it impossible for a study on this topic not to take into account the German contribution to this area.
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D'IPPOLITO, MARIA GABRIELLA. "Le fasi costruttive di Porta Appia e i risarcimenti altomedievali delle Mura Aureliane." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1018349.

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Abstract:
La tesi è stata finalizzata all'individuazione delle varie fasi costruttive di Porta Appia e di risarcimenti altomedievali nelle Mura Aureliane. La ricerca su Porta Appia è stata condotta tramite la lettura stratigrafica basata su grafici di un'ampia porzione della torre occidentale (sia internamente che esternamente). L'apparato grafico di supporto in dwg è stato ottenuto con l'utilizzo della stazione totale e ad esso sono stati accostati rilievi diretti, foto storiche e documenti d'archivio interpretati alla luce della letteratura anche molto recente sull'argomento. Affondi con taglio tecnico sono stati poi dedicati alle strutture murarie riferibili ai diversi periodi storici in cui il circuito nel suo insieme è stato oggetto di restauri. Particolare attenzione è stata riservata allo studio del sistema di sovrapposizione delle murature per la soprelevazione dell'originaria struttura aurelianea eseguita ad opera di Onorio e in parte di Massenzio. Quest'ultimo punto si è avvalso dell'osservazione diretta di diverse sezioni delle mura con un approfondimento specifico della torre M7.
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LENOCI, Alessandro Emanuele. "Tutela costitutiva e tutela risarcitoria a sei anni dall'entrata in vigore del Codice del processo amministrativo." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/954190.

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Abstract:
La tesi affronta il tema dei rapporti tra la domanda di annullamento e quella risarcitoria nel processo amministrativo, a sei anni dall’entrata in vigore del d.lgs. 2 luglio 2010, n. 104, recante il Codice del processo amministrativo (c.p.a.). Si tratta, in altri termini, dell’annosa questione della c.d. “pregiudizialità amministrativa”, in passato oggetto di un vivace dibattito giurisprudenziale e dottrinale ed oggi ancora al centro dell’attenzione degli interpreti. La giurisprudenza amministrativa riteneva, invero, che, a fronte di un fatto illecito commesso dall’Amministrazione, il privato che intendesse agire in sede risarcitoria, avrebbe dovuto primariamente chiedere ed ottenere l’annullamento giurisdizionale del provvedimento dannoso, in omaggio all’esigenza di stabilità dell’azione amministrativa. Per converso, la giurisprudenza del giudice civile avallava la diversa regola dell’autonomia tra i suddetti rimedi, sostenendo che condizionare la proposizione dell’actio damni all’utile esperimento della domanda di annullamento, avrebbe comportato un’inammissibile compressione delle esigenze di tutela del cittadino. A dirimere il contrasto interpretativo, è intervenuto il legislatore del 2010, il quale, non senza suscitare ulteriori dubbi e perplessità, disciplina, in modo alquanto articolato, i rapporti tra la tutela costitutiva e la tutela risarcitoria nel processo amministrativo. In dettaglio, il comma 1 dell’art. 30 c.p.a. prevede espressamente che l’azione risarcitoria per lesione di interessi legittimi possa essere proposta anche autonomamente dall’impugnazione. Il successivo terzo comma, invece, oltre a sottoporre la domanda risarcitoria ad un insolito termine di decadenza di centoventi giorni, impone al giudice amministrativo di escludere il risarcimento di quei pregiudizi che il privato non abbia evitato usando l’ordinaria diligenza, anche attraverso l’esperimento degli strumenti di tutela previsti; formulazione, quest’ultima, che riecheggia il disposto dell’art. 1227, comma 2, c.c. Il lavoro si concentra, dunque, sia sulla previsione del suddetto termine decadenziale, ritenuta da chi scrive in contrasto con diversi precetti costituzionali, che sull’onere di diligenza incombente sul danneggiato, ponendosi, in particolare, il quesito se tra gli strumenti di tutela che il cittadino è tenuto ad attivare rientri o meno l’impugnazione degli atti illegittimi. Nell’affrontare la questione, non si può, inoltre, prescindere dall’analisi della giurisprudenza più recente, la quale, assecondando il noto pronunciamento dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, 23 marzo 2011, n. 3, ritiene che la proposizione della domanda di annullamento, pur non costituendo un requisito di ammissibilità dell’azione di danno, assuma rilevanza sul piano sostanziale della medesima, dal momento che l’omessa impugnazione può condurre l’organo giudicante ad una diminuzione del quantum risarcitorio. Sicché, ci si chiede se quella accolta dal Codice del processo sia, davvero, la regola della autonomia, o piuttosto, quella della c.d. “pregiudizialità mascherata”. All’interrogativo cerca di rispondere il presente contributo, il quale, dopo aver espletato un confronto con le altre esperienze europee ed aver studiato il dictum dell’art. 1227, comma 2, c.c., giunge ad una soluzione interpretativa, al contempo, innovativa ed in linea con lo spirito, eminentemente compromissorio, della riforma del 2010.
The thesis deals with the theme of the relationship between the action for annulment and the claim for damages in the administrative process, six years after the entry into force of the Legislative Decree No. 104 of 2 July 2010 laying down the Code of Administrative Procedure. It is, in other words, the age-old question of the so–called “administrative prejudicial”, in the past it was the subject of a lively jurisprudential and doctrinal debate and currently still the focus of attention of experts. The Administrative law held, indeed, that in view of a tort act committed by the Administration, the private citizen who wished to act with claim for damages would primarily have to seek and obtain the judicial annulment of the damaging measure, in tribute of the need for stability of administrative action. Conversely, the case law of the civil judge endorsed the different autonomy rule between those remedies, arguing that conditioning the proposal of the actio damni for the experiment of the claim for annulment, would have resulted in an unacceptable compression of needs to protect the citizen. The legislator of the 2010 intervened to settle the conflict of interpretation, who raising additional doubts and misgivings, disciplines in very articulate manner the relationship between the action for annulment and the claim for damages in the administrative process. In detail, the paragraph 1 of article 30 of the Code of Administrative Procedure expressly provides that the claim for damages for infringement of legitimate interests can also be initiated independently from the appeal. The next third paragraph, besides submitting the claim for damages to an unusual limitation period of one hundred and twenty days, requires the administrative judge to exclude the compensation of those prejudices that the private citizen has not avoided using due diligence, even with the experiment of the instruments for protection provided; this last wording echoes the provision of art. 1227, paragraph 2, of the civil code. The dissertation focuses, therefore, both on the prevision of the deadline considered by the writer as opposed to different constitutional precepts, and the burden of diligence that weighs on the one who gets the damage. It especially poses the question whether the appeal of unlawful acts belongs to the instruments for protection that the citizen is required to enable. In addressing the issue you can not, moreover, disregard the analysis of the most recent case-law which, supporting the well-known pronouncement of Plenary Assembly of the Council of State, 23 March 2011, No. 3, believes that the proposal of the claim for annulment, although it is not a requirement for the admissibility of actio damni, becomes relevant from a substantial standpoint of the same one , since the failure to challenge can lead the judge to a decrease in the quantum of compensation for damages. So, the question is whether the rule accepted by the process code is, indeed, the rule of autonomy, or rather, that of the so-called "concealed prejudicial " To this question tries to answer this thesis, which after having completed a comparison with other European experiences and having studied the dictum of art. 1227, paragraph 2, of the Civil Code, reaches an interpretative solution which is at the same time, innovative and in line with the spirit eminently of compromise of the 2010 reform.
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URSO, ELENA. "Danno morale e danno non patrimoniale. Problemi per una comparazione fra il diritto italiano e il diritto anglo-americano." Doctoral thesis, 1995. http://hdl.handle.net/2158/592002.

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Abstract:
Composizione della Commissione valutatrice: Prof. Giulio Ponzanelli, Prof. Gianmaria Ajani, Prof. Roberta Aluffi Beck Peccoz. Data di consegna della tesi: febbraio 1995. Il titolo di dottore di ricerca è stato conseguito nel mese di dicembre 1995. La tesi tratta , in chiave comparatistica, il tema della risarcibilità del danno non patrimoniale, in un confronto fra l'esperienza inglese, quella statunitense ed italiana. Dopo un'ampia ricognizione delle soluzioni legislative e giurisprudenziali, si propone una lettura critica delle fonti, basata sull'idea dell'ampiezza della categoria del danno non patrimoniale, comprensiva di voci distinte di danno alla persona (come il danno morale o biologico). Infine, si formulano alcune riflessioni circa gli orientamenti prevalenti, sino ai primi anni Novanta, in tema di punitive damages, auspicando un mutamento, nelle soluzioni giurisprudenziali accolte dalle Corti Supreme, nei due ordinamenti di common law considerati, mutamenti intervenuti negli anni seguenti (v. Gore v. BMW of North America, per gli USA, 1996; Kuddus v. Chief Constable of South Leicester Police, per il Regno Unito, 2001). Quanto al diritto italiano, l'impostazione accolta nella tesi ha trovato conferma nelle note sentenze gemelle della Corte di Cassazione italiana del maggio 2003, seguite dalla sentenza dell Consulta n. 233/2003 e, in seguito, in alcune delle principali pronunce successive alla nota decisione delle Sezioni Unite (n.26972/2008).
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IAMMARINO, Debora. "Danno ambientale e responsabilità nella gestione dei rifiuti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251115.

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Abstract:
La disciplina del danno ambientale è stata oggetto di diverse e numerose modifiche nel corso degli anni, sia a livello nazionale che europeo. Regolata in Italia, per la prima volta, dalla L. 349/1986 che, all’art. 18, prevedeva la risarcibilità del danno ambientale indipendentemente dalla violazione di altri diritti individuali come la proprietà privata o la salute. In ambito Europeo il primo intervento si è avuto con l’adozione della Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale. La Direttiva è stata poi recepita in Italia con il D.Lgs. n. 152/2006, che nella Parte Sesta si occupa puntualmente di responsabilità per inquinamento ambientale. Tuttavia, le principali novità della normativa comunitaria con riferimento al regime di responsabilità per attività inquinanti nei confronti dei beni ambientali, non sono state immediatamente riprese in modo adeguato dalla normativa italiana, motivo per cui sono state emanate due procedure di infrazione nei confronti del Governo italiano che, per correre ai ripari, in un primo momento, ha approvato il D.l. 135/2009 introduttivo di nuovi criteri per il ripristino del danno ambientale e successivamente il legislatore è intervenuto con la Legge n. 97/2013 in materia di misure di risarcimento del danno e in materia di criteri di imputazione delle responsabilità. Tuttavia, l’assetto dei criteri di imputazione delle responsabilità è stato più volte oggetto degli interventi interpretativi della giurisprudenza che hanno delineato un quadro molto più rispondente alle istanze di origine comunitaria e ai principi del diritto europeo. All’interno di questo quadro più ampio si inserisce la questione della Gestione dei rifiuti, anch’essa oggetto di svariate modifiche normative volte sempre di più ad una tutela ambientale maggiore e prioritaria, attraverso metodi e tecniche in grado di ridurre la produzione dei rifiuti, l’introduzione del concetto di riduzione, prevenzione e recupero, riciclo e solo in ultimo lo smaltimento. Ruolo centrale assume in questo ambito l’attribuzione delle relative responsabilità in capo ai vari soggetti che si occupano della gestione dei rifiuti, pertanto nell’ultimo capitolo, si analizzeranno le diverse forme di responsabilità degli stessi e si darà conto dei principali interventi giurisprudenziali e della diverse interpretazioni dottrinali che hanno interessato la materia negli ultimi anni.
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