Academic literature on the topic 'Rischi cardiovascolari'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Rischi cardiovascolari.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Rischi cardiovascolari"

1

Petricciuolo, Serena, and Paolo Caravelli. "Un caso di cardiomiopatia da stress post-partum indotta da feocromocitoma." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (September 30, 2020): 133–47. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-5.

Full text
Abstract:
La cardiomiopatia peripartum e la cardiomiopatia Takotsubo durante il peripartum presentano caratteristiche cliniche simili. Entrambe le patologie si presentano con scompenso cardiaco acuto e disfunzione ventricolare sinistra nel pe-riodo peripartum in donne che non hanno precedenti cardiovascolari. È importante una corretta diagnosi differenziale per migliorarne l’approccio terapeutico e il follow-up. L’imaging cardiovascolare influenza in maniera fondamentale la definizione diagnostica, l’indirizzo terapeutico e il follow-up di tali pazienti. Sono necessari ulteriori studi che de-finiscano meglio l’eziologia e la diagnosi differenziale tra queste due patologie, la cui prognosi è sostanzialmente dif-ferente. In particolare, pazienti che hanno avuto una cardiomiopatia peripartum devono essere messe a conoscenza dei potenziali rischi associati ad una successiva gravidanza. Parole chiave: Cardiomiopatia peripartum; Cardiomiopatia Takotsubo; Imaging cardiaco; Feocromocitoma.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Carcagnì, Addolorata. "Obesità, infiammazione e rischio cardiovascolare: la genesi dell’ateroma." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 30–40. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-5.

Full text
Abstract:
Le malattie cardiovascolari associate all’aterosclerosi sono la prima causa di mortalità e morbilità. Diversi studi evidenziano che il tessuto adiposo viscerale ha un ruolo importante nello sviluppo di uno stato infiammatorio sistemico che contribuisce al rischio cardiovascolare e allo sviluppo della patologia ischemica. I mediatori circolanti dell’infiammazione partecipano ai meccanismi del danno vascolare. Nei pazienti obesi tali sostanze sono secrete direttamente dagli adipociti e dai macrofagi del tessuto viscerale e dagli epatociti e contribuiscono all’insorgere dell’insulino-resistenza. Questa rassegna mostra come lo stato infiammatorio si associa ad insulino-resistenza e come questo agisca nella formazione della placca ateromasica. Inoltre, descrive come l’insulino-resistenza potenzia altri fattori di rischio cardiovascolare associati all’obesità; e suggerisce importanti raccomandazioni nella pratica clinica per i pazienti cardiovascolari con obesità viscerale
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Inno, Alessandro. "Terapia radiante: quando e perché interessa il cardiologo." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 191–94. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-9.

Full text
Abstract:
La radioterapia toracica può determinare un ampio spettro di complicanze cardiovascolari a lungo termine (versamento pericardico, pericardite costrittiva con compromissione emodinamica, disfunzione diastolica progressiva, cardiomiopatia restrittiva con scompenso cardiaco, valvulopatie, coronaropatia, ipertensione polmonare, anomalie del sistema di conduzione e disfunzione autonomica). Malattie cardiovascolare pre-esistenti e fattori di rischio cardiovascolari possono aumentare il rischio di cardiotossicità da radioterapia. Il cardiologo dovrebbe svolgere un ruolo cruciale nel follow-up a lungo termine allo scopo di correggere i fattori di rischio cardiovascolari, ottimizzare la terapia cardiologica nei pazienti con cardiopatia nota, eseguire indagini di screening nei pazienti asintomatici, avviare l’appropria
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Messina, A., A. P. Casani, M. Manfrin, and G. Guidetti. "Italian survey on benign paroxysmal positional vertigo." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 4 (August 2017): 328–35. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1121.

Full text
Abstract:
La vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB) è il tipo più comune di vertigine periferica. Frequentemente dopo il primo episodio la VPPB presenta recidive, con un tasso di ricorrenza tra il 15% ed il 50%. Ad oggi non vi è chiarezza sui processi eziopatogenetici che portano al distacco degli otoconi né su quali siano i fattori che rendono la VPPB una patologia recidivante, ma recenti studi epidemiologici hanno evidenziato una possibile associazione con fattori di rischio cardiovascolari. Lo scopo del presente studio (Sesto Senso Survey) è stato quello di valutare nella popolazione italiana, attraverso un’indagine osservazionale, le principali caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti con VPPB (primo episodio o ricorrente), con particolare attenzione ai potenziali fattori di rischio cardiovascolare. L’indagine è stata condotta in 158 centri di Vestibologia in tutta Italia su 2.682 pazienti (età media 59,3 ± 15,0 anni; 39,1 maschi e 60,9% femmine) affetti da VPPB, da gennaio 2013 a dicembre 2014. I risultati hanno mostrato in questi pazienti l’alta prevalenza di fattori di rischio cardiovascolari come ipertensione arteriosa (55,8%), ipercolesterolemia (38,6%) e diabete (17,7%), oltre ad una elevata familiarità per malattie cardiovascolari (49,4%). In un’elevata percentuale di pazienti si è inoltre registrata la presenza di ipoacusia (42,9%), acufeni (41,2%) o entrambi (26,8%). Significativamente correlata agli episodi di recidiva di VPPB è risultata la presenza di ipertensione arteriosa, dislipidemia e comorbidità cardiovascolare accertata (range OR tra 1,84 e 2,31). Rilevanti anche le associazioni con diabete e patologie tiroidee e autoimmuni (range OR tra 1,73 e 1,89). I risultati dell’indagine confermano la significativa associazione tra comorbidità cardiovascolari e VPPB recidivanti e le identificano come importante potenziale fattore di rischio per le recidive di VPPB nella popolazione italiana, aprendo la strada alla valutazione di nuove strategie terapeutiche nel trattamento di questa patologia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Lillo, Adele. "Consapevolezza del rischio cardiovascolare nella donna." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 39–42. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-9.

Full text
Abstract:
Le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano il maggior killer delle donne a livello globale: solo nel 2019, a 275 milioni di donne è stata diagnosticata una patologia cardiovascolare, e di queste 9 milioni sono decedute. La causa di questo è da ricercarsi nel fatto che a tutt’oggi le donne sono sottostudiate, sottoriconosciute, sottodiagnosticate, sottotrattate, sottorappresentate nei trials clinici. Nonostante le evidenze, la consapevolezza del rischio cardiovascolare femminile è bassa non solo tra le donne ma anche nel personale sanitario. Per fare il punto sulla consapevolezza femminile in Italia ed individuare modalità e topics di intervento, l’ARCA (Associazione Regionale Cardiologi Ambulatoriali) ha condotto una survey tra l’inizio del 2020 e novembre 2021, arruolando 5600 donne, intervistate presso ambulatori di cardiologia. Nonostante la conoscenza dei fattori di rischio tradizionali fosse alta, la consapevolezza del rischio di andare incontro ad eventi cardiovascolari è risultata bassa: il 50% delle donne non ha risposto correttamente, e solo il 13% ha ritenuto che il rischio di eventi per una donna fosse più alto rispetto all’ uomo. Anche riguardo lo stile di vita i dati non sono incoraggianti: solo il 7% delle donne ha dichiarato di avere corrette abitudini alimentari, e meno del 20% di svolgere un’attività fisica regolare. Il 91% necessita di ulteriori informazioni riguardo al RCV e oltre il 60% vorrebbe che fosse il medico di famiglia a fornirle. In conclusione, la consapevolezza delle donne sul proprio rischio CV è ancora non ottimale e le intervistate ritengono che debbano essere informate soprattutto dal medico di famiglia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Carcagnì, Addolorata. "Aspetti metabolici ed aterotrombosi nella donna." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 25–30. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-6.

Full text
Abstract:
Gli eventi cardiovascolari maggiori associati all’aterotrombosi sono la principale causa di morbilità e mortalità nella donna. La comparsa dell’obesità centrale, dovuta alle variazioni ormonali, si associano spesso ad uno stato dismetabolico/ infiammatorio soprattutto dopo la menopausa potenziando l’effetto negativo delle alterazioni ormonali sul sistema cardiovascolare. Questa rassegna evidenzia in che modo le alterazioni metabolico/infiammatorie portano alla comparsa dei principali fattori di rischio cardiovascolari (FRC), ai fenomeni aterotrombotici e agli eventi cardiovascolari maggiori. Pertanto, è importante limitare lo stato dismetabolico/infiammatorio controllando l’insorgenza dell’obesità centrale dopo menopausa. L’aumento della mortalità per eventi vascolari nella donna dipende spesso anche da un ritardo del trattamento, anche per eventi acuti è necessario quindi sensibilizzare con campagne di prevenzione le donne in menopausa a riconoscere i sintomi associati ad eventi cardiovascolari per ricorrere più velocemente al trattamento e migliorare la prognosi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Rivera, Rodolfo F., Costanza Casati, Paolo Vercelloni, Antonio De Pascalis, Fulvio Floccari, Alberto Santoboni, and Luca Di Lullo. "Anomalie cardiovascolari in pazienti con malattia renale policistica autosomica dominante." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (November 26, 2014): 389–97. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.948.

Full text
Abstract:
La malattia autosomica dominante policistica renale (ADPKD) è la malattia genetica più comune in nefrologia. Due geni sono stati implicati nello sviluppo della malattia: PKD1 sul cromosoma 16 (85%) e PKD2 sul cromosoma 4 (15%). La ADPKD è clinicamente caratterizzata da coinvolgimento renale ed extrarenale espresso con la comparsa di manifestazioni cistiche e non cistiche. Dal momento che le complicanze cardiovascolari sono la principale causa di morbilità e mortalità, questa revisione si propone di analizzare il coinvolgimento cardiaco e vascolare in ADPKD. L'ipertensione è uno dei sintomi più frequenti e comune e si verifica in circa il 60% dei pazienti prima della comparsa di disfunzione renale. L'effetto dell'ipertensione sulla progressione verso stadi terminali della malattia renale, rende tale fattore di rischio uno dei più importanti e potenzialmente trattabili in ADPKD. L'ipertrofia ventricolare sinistra, spesso rilevata in questi pazienti, rappresenta un altro importante fattore di rischio indipendente per morbilità e mortalità cardiovascolare nella ADPKD. Altre anomalie come la disfunzione diastolica biventricolare, la disfunzione endoteliale e l'aumento dello spessore intima-media carotideo sono presenti anche in giovani pazienti con ADPKD con normale pressione sanguigna e la funzione renale ben conservata. Gli aneurismi intracranici, quelli extracranici e i difetti valvolari cardiaci sono altre manifestazioni cardiovascolari di comune riscontro nei pazienti con ADPKD. Il trattamento precoce dell'ipertensione mediante l'uso di agenti bloccanti del sistema renina-angiotensina-aldosterone potrebbe svolgere un effetto nefroprotettivo e ridurre l'insorgenza di complicanze cardiovascolari nei pazienti con ADPKD.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Bosso, Giorgio, Mariarosaria De Luca, and Ugo Oliviero. "SGLT2 inibitori: dalla prevenzione al trattamento dello Scompenso Cardiaco." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 23–29. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-4.

Full text
Abstract:
Gli inibitori del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2 (SGLT2i) o gliflozine rappresentano i farmaci più innovativi nel trattamento del Diabete Mellito di tipo 2. Sono attualmente disponibili quattro molecole: Canagliflozin, Dapagliflozin, Empagliflozin and Ertugliflozin. La loro azione è basata sul blocco del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2, che aumenta l’escrezione renale di glucosio, con conseguente natriuresi e diuresi, proporzionali ai livelli di glicemia plasmatica, ma indipendenti dall’azione insulinica. Il principale effetto collaterale è l’aumentata incidenza di infezioni del tratto urogenitale. Le gliflozine hanno mostrato straordinari benefici nei grandi trials di outcome cardiovascolare in pazienti con documentata malattia cardiovascolare o multipli fattori di rischio, con una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Questo effetto è stato confermato anche in pazienti affetti da scompenso cardiaco, con e senza diabete, collocando gli SGLT2i nell’armamentario terapeutico dei pazienti con insufficienza cardiaca. Diverse teorie sono state proposte per spiegare gli effetti benefici cardiovascolari degli SGLT2i eppure il preciso meccanismo d’azione non è ancora ben definito.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Chiuini , Emilia. "Cocaina e rischio cardiovascolare." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (January 21, 2020): 164–72. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2019-3-2.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Farilla, Cosima, Sante Minerba, Salvatore Scorzafave, Giulia Stola, Vito Guerra, and Gregorio Colacicco. "La resilienza del sistema cardiologico nella pandemia SARS-CoV-2 e le proposte riorganizzative nella ASL Taranto." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 4 (March 22, 2022): 10–238. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-4.

Full text
Abstract:
Le malattie cardio-cerebrovascolari, nonostante la diminuzione della mortalità registrata negli ultimi anni, continuano a rappresentare in Italia una delle principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% ad eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne). Le Malattie Cardiovascolari sono tuttora anche la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia (14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno). L’impatto della pandemia da coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta severa (SARS-CoV-2) in ambito cardiovascolare è stato particolarmente rilevante con un drastico calo di circa il 30-40% dei ricoveri per sindrome coronarica acuta (SCA) e scompenso cardiaco con conseguente grave ritardo nel ricorso alle cure. Si sono più che dimezzate anche le attività ambulatoriali penalizzando i follow-up dei pazienti post-SCA e di quelli con scompenso cardiaco, il monitoraggio dei pazienti con fibrillazione atriale ed in trattamento anticoagulante. L’impatto della Pandemia da SARS-CoV-2 nella ASL di Taranto è stato evidente con una riduzione degli accessi per eventi acuti e ricoveri (– 24%), e calo delle indagini cardiologiche (– 34%). Da un’analisi dei ricoveri in area cardiologica si è evidenziato un incremento degli exitus in età < 60 anni. La valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari degli assistiti ha indicato la necessità di un territorio organizzato per la prevenzione di eventi acuti cardiovascolari. Tutto ciò ha reso necessario dei cambiamenti sugli assetti strutturali, organizzativi e tecnologici.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
More sources

Dissertations / Theses on the topic "Rischi cardiovascolari"

1

CALAMANTI, CHIARA. "Development of a New Medical Device to Detect the Endothelial Dysfunction." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2019. http://hdl.handle.net/11566/263698.

Full text
Abstract:
L'endotelio è il più grande organo del corpo umano e ricopre tutti i vasi del sistema cardiovascolare (cuore, arterie, vene, capillari e sistema linfatico). Considerato in passato come semplice tessuto, svolge invece un ruolo di primaria importanza nella modulazione del tono vasale e del flusso ematico, oltre ad altre numerose funzioni come la regolazione dei processi infiammatori ed immunitari e la permeabilità vascolare. Un'alterazione dell'endotelio comporta una condizione patologica caratterizzata da una ridotta vasodilatazione, contribuendo a diverse alterazioni cardiovascolari come l'aterosclerosi, l'ipertensione e la trombosi. Tale condizione, prende il nome di disfunzione endoteliale ed è e alla base di numerosi fattori di rischio cardiovascolare come il fumo, la dislipidemia, il diabete, l'obesità, il sedentarismo, oltre ad essere presente in alcune patologie cardiovascolari come la cardiopatia ischemica e lo scompenso cardiaco. La diagnosi precoce della disfunzione endoteliale, può giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione di eventi cardiovascolari. Ad oggi la metodica gold standard, oltre ad essere costosa ed altamente operatore dipendente, richiede l'impiego di personale specializzato, limiti che la rendono molto lontana dall'essere considerata una metodica di screening. Partendo da questa premessa, questa tesi mira a sviluppare un nuovo dispositivo di screening per valutare la funzione endoteliale. L'ambizione finale è quella di rivolgere l'utilizzo del dispositivo a tutta la popolazione, così da agevolare le azioni di prevenzione nel ridurre gli eventi cardiovascolari, rendendo quindi l'esame più accessibile alla pratica clinica. L'attenzione è stata rivolta allo sviluppo del dispositivo con tecnologia affidabile e riproducibile e allo sviluppo di algoritmi sofisticati per valutare la funzione endoteliale. Questo lavoro intende fornire uno strumento medicale da poter testare e validare in un ambiente ospedaliero, anche in campi ad oggi sconosciuti. Proprio rispetto a quest'ultimo punto, un'applicazione altamente innovativa è l'utilizzo del nuovo dispositivo sui pazienti oncologici per monitorare l'effetto dei farmaci chemioterapici. Questo aspetto è stato affrontato nel contesto di un progetto regionale chiamato Intelligent Oncology Telecare (IOT), dove il dispositivo in questione svolge un ruolo centrale del sistema di monitoraggio del paziente oncologico. Per la progettazione del dispositivo medicale sono stati eseguiti i seguenti passaggi: (a) studio delle tecnologie normalmente adoperate per lo studio della disfunzione endoteliale, (b) scelta della tecnologia, (c) definizione di tutte le specifiche a livello hardware, software e di design, (d) sviluppo di un sistema di supporto alle decisioni con applicazione basate su tecniche di "Machine Learning" (f) sviluppo degli algoritmi per rilevare dal segnale pletismografico biomedico la disfunzione endoteliale. Contestualmente, è stata seguita tutta l'attività di ricerca relativa al dispositivo nel contesto del progetto IOT, che ha permesso lo sviluppo del primo prototipo che verrà testato e validato presso l'ospedale di Fabriano. Parte dell'attività di ricerca presentata in questa tesi è stata svolta presso il Dipartimento di Ingegneria Biomedica dell'Università di Lund. I due contributi scientifici prodotti da questo lavoro sono stati presentati uno a conferenza internazionale ed uno è in revisione in una rivista internazionale. Altri risultati saranno presentati una volta tutelata la proprietà intellettuale di questo progetto, a questo scopo il progetto è patent pending. Per questo motivo è stato richiesto, per un periodo di 18 mesi, la non divulgazione di questo lavoro. Tutto il lavoro descritto in questa tesi è stato supervisionato dalla Strumedical s.r.l. che ha cofinanziato questo progetto di ricerca.
The endothelium is the largest organ in the human body and covers all the vessels in the cardiovascular system (heart, arteries, veins, capillaries and lymphatic system). It plays a role of primary importance in the modulation of vessel tone and blood flow, as well as other numerous functions such as the regulation of inflammatory and immune processes and vascular permeability. The alteration of this organ leads to and endothelial dysfunction is known to be implicated in the pathogenesis and clinical course of all known cardiovascular diseases (CVDs). CVDs refer to several disorders of the heart and blood vessels and include coronary, cerebrovascular, rheumatic-heart diseases and other conditions that could lead to heart attacks and strokes, with consequent premature death. A possible strategy to prevent premature deaths is identifying the individuals at highest risk of Cardiovascular Diseases (preventive healthcare) to ensure that they receive appropriate treatment. The aim of this thesis it is develop a new medical screening device to detect the endothelial dysfunction. • The main contributions of this Thesis can be summarised as follows: • Design and development of a new medical device for ED screening; • Design and development of data-driven approaches for the analysis of signals acquired with the new device; • Design and development of a new Clinical Trial Study and Protocol for the ED device in the oncology context (IOT project). • The new Clinical Decision Support Systems for ED clinical evaluation The device design and development has been a complex process rife with regulations, specifications, application requirements, and end user needs and all of which are balanced and adhered to for a successful product. Results prove the correctness of the design intuition trough the real device implementation, the effectiveness of the biomedical data processing technique and of the Clinical Decision Support System applied to a real dataset and real patients, using the proposed device. The application to Oncology Telecare is suitable and the use of the overall approach on real clinical trials will apply the proposed device and methodology to the oncological care follow-up. Part of the research presented in this thesis was carried out at the Department of Biomedical Engineering of the University of Lund. The scientific contributions of this work have been presented at an international conference and one is being reviewed in an international journal. Other results are not presented because has been protected the intellectual property of this project, indeed the project is patent pending. For this reason, the non-disclosure of this work was requested for a period of 18 months. All the work described in this thesis was supervised by Strumedical s.r.l. who co-founded of this research project.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Agnoletti, Davide. "Nouvelles approches du risque cardiovasculaire et métabolique (Nuovi approcci al rischio cardiovascolare e metabolico)." Paris 13, 2013. http://scbd-sto.univ-paris13.fr/secure/edgalilee_th_2013_agnoletti.pdf.

Full text
Abstract:
Notre travail de recherche de ces dernières années a été caractérisé par deux thématiques principales : l’étude de la mécanique vasculaire et des problématiques associées à la mesure des paramètres hémodynamiques centraux ; l’intérêt de l’hémodynamique pour les maladies métaboliques. Le système cardiovasculaire est caractérisé, d’une part, par les ondes de pression et de flux qui représentent la propagation de l’énergie pulsatile du coeur aux tissus ; et d’autre part par la relation complexe entre les deux (pression et flux), qui est le dialogue permanent entre le ventricule gauche et les vaisseaux. Les ondes de pression peuvent être mesurées par différentes techniques, mais la calibration des ondes, permettant d’obtenir les valeurs précises de pression artérielle, comporte des approximations et des contraintes qui ne sont pas encore résolues. Notamment, des calibrations différentes peuvent aboutir à des valeurs de pression très différentes. Notre travail montre que l’étude de l’amplification de la pression pulsée permet de dépasser les problèmes liés à la calibration, et aurait une importance non négligeable en matière de stratégies d’évaluation et de réduction du risque cardiovasculaire. Nos résultats suggèrent que l’hémodynamique centrale est un outil permettant d’étudier les modifications physiopathologiques artérielles occasionnées par les maladies cardiovasculaires et métaboliques. Chez les patients porteurs de ces maladies, la mesure de la rigidité aortique semble être capable de quantifier le degré de l’atteinte artérielle et donc le sur-risque cardiovasculaire, indépendamment et au-delà de l’hypertension artérielle.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Vignini, Arianna. "Sindrome metabolica e rischio cardiovascolare: un nuovo approccio allo studio degli effetti a livello molecolare." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2007. http://hdl.handle.net/11566/242476.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Dardi, Fabio <1986&gt. "Strategia terapeutica nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare a rischio intermedio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9679/1/Tesi%20Dottorato.pdf.

Full text
Abstract:
Le attuali linee guida stratificano il rischio dei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare (IAP) in basso, intermedio e alto (rispettivamente con mortalità a 1 anno <5%, 5-10% e >10%). La maggior parte dei pazienti è però classificata nella categoria intermedia. Per stratificare ulteriormente questi pazienti, abbiamo valutato il ruolo prognostico dello stroke volume index (SVI) misurato al cateterismo cardiaco destro (CCDx) in 725 pazienti naïve da terapia con IAP idiopatica/ereditaria, associata a malattie del tessuto connettivo o cardiopatie congenite. I pazienti sono stati valutati al basale e 3-4 mesi dopo l'inizio della terapia (1° F-UP) con CCDx, livelli plasmatici di peptide natriuretico cerebrale (BNP), test dei 6 minuti (T6M) e classe funzionale OMS. Abbiamo applicato una tabella di rischio semplificata utilizzando i criteri: classe funzionale OMS, T6M, pressione atriale destra o livelli plasmatici di BNP e indice cardiaco (IC) o saturazione di ossigeno venoso misto (SvO2). Le classi di rischio sono state definite come: basso= almeno 3 criteri a basso rischio e nessun criterio ad alto rischio; alto= almeno 2 criteri ad alto rischio inclusi IC o SvO2; intermedio= tutti gli altri casi. Lo SVI, mediante la regressione di Cox, stratifica la prognosi dei pazienti a rischio intermedio al 1° F-UP [p=0.008] ma non al basale [p=0.085]. Considerandone l’ottimale cut-off predittivo (38 ml/m2) i pazienti a rischio intermedio sono ulteriormente classificabili in intermedio-basso e intermedio-alto. Considerando l'effetto dei 3 principali farmaci che agiscono sulla via della prostaciclina in aggiunta alla duplice terapia di combinazione con inibitori della fosfodiesterasi-5 e antagonisti dell'endotelina, i pazienti trattati con epoprostenolo e.v. hanno ottenuto un maggiore miglioramento rispetto ai pazienti trattati con selexipag; col treprostinil s.c. vi è stata una risposta intermedia. Abbiamo quindi proposto un algoritmo di terapia con selexipag in pazienti a rischio intermedio-basso e con prostanoidi parenterali in pazienti a rischio intermedio-alto.
Current guidelines stratify the risk of patients with pulmonary arterial hypertension (PAH) in low, intermediate and high-risk categories (respectively 1-year mortality <5%, 5-10% and >10%). Most patients anyway are classified in the intermediate risk category. In order to further stratify this group of patients we evaluate the prognostic role of stroke volume index (SVI) measured during right heart catheterization (RHC) in 725 treatment naïve patients with idiopathic/heritable PAH and PAH associated with connective tissue disease and congenital heart disease. All patients were assessed at baseline and 3-4 months after starting PAH-specific therapy (1st F-UP) with RHC, brain natriuretic peptide (BNP) plasma levels, 6-min walking distance (6MWD) and WHO functional class. We applied a simplified risk assessment strategy using the following criteria: WHO functional class, 6MWD, right atrial pressure or BNP plasma levels and cardiac index (CI) or mixed venous oxygen saturation (SvO2). Risk strata were defined as: Low risk= at least 3 low risk and no high-risk criteria; High risk= at least 2 high risk criteria including CI or SvO2; Intermediate risk= definitions of low or high risk not fulfilled. SVI, according to Cox regression analysis, can stratify the prognosis of intermediate-risk patients at 1st F-UP [p=0.008] but not at baseline [p=0.085]. According to the best predictive cut-off value (38 ml/m2) intermediate risk patients were further stratified in intermediate-low and intermediate-high. Considering the effect of the 3 main drugs acting on the prostacyclin pathway on top of the dual combination therapy with phosphodiesterase-5 inhibitors and endothelin receptor antagonists patients treated with i.v. Epoprostenol obtained a higher improvement than the patients treated with Selexipag while the patients treated with s.c. Treprostinil presented an intermediate response. According to these results we propose a therapeutic approach with Selexipag in intermediate-low risk patients and with parenteral prostanoids in intermediate-high risk patients.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Turchi, Federica. "Rischio cardiovascolare e alterazioni metaboliche nell'iperaldosteronismo primario: valutazione clinica e potenziale ruolo patogenetico del tessuto adiposo." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242154.

Full text
Abstract:
L’iperaldosteronismo primario (PA) è una patologia caratterizzata da ipertensione arteriosa e da una serie di complicanze che coinvolgono cuore, vasi, rene e metabolismo. I meccanismi patogenetici che sottendono la relazione tra PA e lo sviluppo delle sue complicanze non sono ancora noti e il tessuto adiposo potrebbe avere un ruolo chiave. Lo scopo del lavoro è stato: 1) valutare il rischio cardiovascolare (CVR) secondo le Linee Guida ESH-ESC su 102 pazienti affetti da PA alla diagnosi e dopo terapia, confrontandolo con 132 ipertesi essenziali (EH) di pari età, sesso e durata di malattia; 2) studiare l’espressione di geni coinvolti nel metabolismo glico-lipidico e nell’infiammazione nel tessuto adiposo omentale di pazienti con adenoma aldosterone secernente (APA) sottoposti a surrenectomia. Per lo studio clinico, oltre al grado di ipertensione, abbiamo valutato l’assetto lipidico, la glicemia a digiuno e dopo carico, la circonferenza vita, la funzionalità renale, la familiarità, il fumo, le comordità ed eseguito ecocardiogramma e ecodoppler vasi epiaortici. Per lo studio molecolare abbiamo effettuato un'analisi microarray seguita poi da real time-PCR su adipe di 16 pazienti con APA e di 10 pazienti con adenoma surrenalico noniperfunzionante, per quantificare l’espressione di alcuni geni selezionati (esochinasi 1, IL-1R1, IL- 6, colesterolo-25-idrossilasi, lipoprotein lipasi, omentina, visfatina). Il CVR è risultato essere più elevato nei PA rispetto agli EH per la presenza di più elevati valori pressori, maggiore prevalenza di iperglicemia, sindrome metabolica, abitudine tabagica e ipertrofia ventricolare sinistra. Dopo terapia, il CVR si è ridotto in entrambe le popolazioni ed è diventato sovrapponibile tra PA ed EH, nonostante i PA presentassero valori di pressione arteriosa più alti, grazie ad una riduzione di alcuni fattori di rischio ed una parziale regressione del danno d’organo. E’ stata inoltre rilevata un’aumentata espressione del gene dell’interleuchina 6, una citochina proinfiammatoria coinvolta nello sviluppo di insulino-resistenza e di patologie vascolari, a livello del tessuto adiposo omentale di pazienti con APA, che potrebbe, almeno in parte, contribuire alla patogenesi della sindrome cardiometabolica e all’elevato rischio cardiovascolare che caratterizza questi soggetti.
Primary aldosteronism is an endocrine disease characterized by hypertension and several cardiovascular, renal and metabolic complications. The pathogenetic mechanisms that explain the relationship between PA and the development of such complications are still unknown but adipose tissue could play a key role. The aims of this study were: 1) to evaluate the cardiovascular risk (CVR) according to the ESH-ESC Guidelines in 102 patients with PA at diagnosis and after treatment, and compare it with the CVR of 132 patients with essential hypertension (EH) matched for age, sex and duration of hypertension, 2) to study the expression of genes involved in glucolipid metabolism and inflammation in adipose tissue of patients with aldosterone- producing adenoma (APA) who underwent adrenalectomy. For the clinical study, in addition to the grading of hypertension, we evaluated the lipid profile, fasting glucose and glucose tolerance test, waist circumference, renal function, family history, smoking habit, comorbidities and we performed echocardiographic and carotid ultrasound studies. For the molecular study we performed microarray analysis followed by real-time PCR on adipose tissue samples of 16 patients with APA and 10 patients with non-functioning adrenal adenoma, to quantify the expression of selected genes (hexokinase 1, IL- 1R1, IL-6-25-hydroxylase cholesterol, lipoprotein lipase, omentin, visfatin). The CVR was higher in PA patients than in EH for the presence of higher blood pressure values, higher prevalence of hyperglycemia, metabolic syndrome, smoking habit and left ventricular hypertrophy. After treatment, the CVR was reduced in both populations and became comparable between PA and EH, although the PA group presented higher blood pressure levels, due to the reduction of several risk factors and a partial regression of organ damage . We also found an increased gene expression of interleukin 6, a proinflammatory cytokine involved in the development of insulin resistance and vascular disease, in omental adipose tissue of patients with APA, which can be likely claimed, at least in part, as contributor to the pathogenesis of the cardiometabolic syndrome frequently observed in these subjects.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Persici, Elisa <1975&gt. "La Restless Legs Syndrome aumenta il rischio cardiovascolare e la mortalità a breve termine nei pazienti emodializzati." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3648/1/Persici_Elisa_Tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Abstract Restless legs syndrome (RLS) is a sensori-motor neurological disorder characterzed by paraesthesia, dysaesthesia and irresistibile urge to move the legs especially at night. Its prevalence is much higher among dialysis patients at 12 to 62% compared to 3 to 9% in the general population. In our study we investigated the association between RLS and cardiovascular events risk and laboratory parameters in End-stage kidney disease (ESKD) patients on dialysis. We studied 100 ESKD patients undergoing hemodialysis that were enrolled in an 18-months prospective observational study. The main outcomes were the association of RLS with new cardiovascular events and cardiovascular mortality. RLS affected 31% of the study population. It was associated with female gender, gradual reduction in residual dieresis, lower albumin (P=0.039) and inflammation, but not the dialysis parameters spKt/V and URR. During observation, 47% of patients experienced new cardiovascular events (64.5% with and 39.1% without RLS; P=0.019). Mortality was 20.0% in all patients, 32.3% in those with and 14.5% in patients without RLS (P=0.04). This study confirmed the high prevalence of RLS among dialysis patients and the associations between the severity of RLS and the risk of new cardiovascular events and higher short-term mortality. Abstract Restless legs syndrome (RLS) is a sensori-motor neurological disorder characterzed by paraesthesia, dysaesthesia and irresistibile urge to move the legs especially at night. Its prevalence is much higher among dialysis patients at 12 to 62% compared to 3 to 9% in the general population. In our study we investigated the association between RLS and cardiovascular events risk and laboratory parameters in End-stage kidney disease (ESKD) patients on dialysis. We studied 100 ESKD patients undergoing hemodialysis that were enrolled in an 18-months prospective observational study. The main outcomes were the association of RLS with new cardiovascular events and cardiovascular mortality. RLS affected 31% of the study population. It was associated with female gender, gradual reduction in residual dieresis, lower albumin (P=0.039) and inflammation, but not the dialysis parameters spKt/V and URR. During observation, 47% of patients experienced new cardiovascular events (64.5% with and 39.1% without RLS; P=0.019). Mortality was 20.0% in all patients, 32.3% in those with and 14.5% in patients without RLS (P=0.04). This study confirmed the high prevalence of RLS among dialysis patients and the associations between the severity of RLS and the risk of new cardiovascular events and higher short-term mortality.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Persici, Elisa <1975&gt. "La Restless Legs Syndrome aumenta il rischio cardiovascolare e la mortalità a breve termine nei pazienti emodializzati." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3648/.

Full text
Abstract:
Abstract Restless legs syndrome (RLS) is a sensori-motor neurological disorder characterzed by paraesthesia, dysaesthesia and irresistibile urge to move the legs especially at night. Its prevalence is much higher among dialysis patients at 12 to 62% compared to 3 to 9% in the general population. In our study we investigated the association between RLS and cardiovascular events risk and laboratory parameters in End-stage kidney disease (ESKD) patients on dialysis. We studied 100 ESKD patients undergoing hemodialysis that were enrolled in an 18-months prospective observational study. The main outcomes were the association of RLS with new cardiovascular events and cardiovascular mortality. RLS affected 31% of the study population. It was associated with female gender, gradual reduction in residual dieresis, lower albumin (P=0.039) and inflammation, but not the dialysis parameters spKt/V and URR. During observation, 47% of patients experienced new cardiovascular events (64.5% with and 39.1% without RLS; P=0.019). Mortality was 20.0% in all patients, 32.3% in those with and 14.5% in patients without RLS (P=0.04). This study confirmed the high prevalence of RLS among dialysis patients and the associations between the severity of RLS and the risk of new cardiovascular events and higher short-term mortality. Abstract Restless legs syndrome (RLS) is a sensori-motor neurological disorder characterzed by paraesthesia, dysaesthesia and irresistibile urge to move the legs especially at night. Its prevalence is much higher among dialysis patients at 12 to 62% compared to 3 to 9% in the general population. In our study we investigated the association between RLS and cardiovascular events risk and laboratory parameters in End-stage kidney disease (ESKD) patients on dialysis. We studied 100 ESKD patients undergoing hemodialysis that were enrolled in an 18-months prospective observational study. The main outcomes were the association of RLS with new cardiovascular events and cardiovascular mortality. RLS affected 31% of the study population. It was associated with female gender, gradual reduction in residual dieresis, lower albumin (P=0.039) and inflammation, but not the dialysis parameters spKt/V and URR. During observation, 47% of patients experienced new cardiovascular events (64.5% with and 39.1% without RLS; P=0.019). Mortality was 20.0% in all patients, 32.3% in those with and 14.5% in patients without RLS (P=0.04). This study confirmed the high prevalence of RLS among dialysis patients and the associations between the severity of RLS and the risk of new cardiovascular events and higher short-term mortality.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Farioli, Andrea <1981&gt. "Malattie cardiovascolari tra i lavoratori dei servizi di emergenza. Fattori di rischio personali e professionali, impatto e strategie preventive." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7663/1/Farioli_Andrea_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Introduzione. La morte cardiaca improvvisa (MCI) è una delle principali cause di morte in servizio tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Il nostro progetto di ricerca mirava a : 1) valutare l’incidenza della MCI; 2) identificare i trigger occupazionali di MCI; 3) descrivere la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolari personali tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Metodi. Sono stati condotti studi indipendenti tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Abbiamo consultato delle banche dati gestite da agenzie federali statunitensi e condotto ad hoc sondaggi nazionali (USA). Risultati principali. Tra il 1998 ed il 2012, il tasso di incidenza di MCI tra i vigili del fuoco in carriera è stato pari a 18.1 eventi per 100.000 anni-persona. La causa sottostante di morte più comune è stata la malattia coronarica. Tra i giovani vigili del fuoco (≤ 45 anni), il 63% delle MCI è stato osservato tra soggetti obesi. Questo dato è in linea con lo studio della dieta dei vigili del fuoco, che ha rivelato la necessità di condurre interventi per migliorare le abitudini alimentari in questa popolazione per diminuire la prevalenza dei comuni fattori di rischio cardiovascolare. Due studi hanno dimostrato che l’esecuzione di compiti fisicamente ed emotivamente intensi (ad esempio, lo spegnimento di incendi e le colluttazioni con sospetti) sono trigger importanti (rischi relativi superiori a 30) di MCI tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Conclusioni. La riduzione dell’incidenza di MCI tra i lavoratori dei servizi di emergenza rappresenta una priorità assoluta. L’alto carico di malattia è imputabile alla prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali superiore a quanto comunemente pensato e all’esposizione a fattori di rischio professionali. Sono necessarie strategie di prevenzione primaria (es. variazioni delle abitudini alimentari) e secondarie (valutazione dell’idoneità alla mansione).
Background. Sudden cardiac death (SCD) is a major cause of on-duty death among US emergency workers. We conducted a research project aimed to: 1) assessing the incidence of cardiovascular diseases; 2) identifying occupational triggers of SCD; 3) describing the prevalence of personal cardiovascular risk factors among US emergency workers. Methods. We performed separate investigations among firefighters and law enforcement officers. We obtained data on cardiovascular deaths from national databases maintained by federal agencies and we conducted a series of nationwide surveys. Main results. Between 1998 and 2012, the incidence rate of SCD among US career firefighters was 18.1 per 100,000 person-years. Coronary heart disease was the leading underlying cause of death. Among young firefighters (≤ 45 years), 63% of deaths were observed among obese subjects. This observation is in line with our study on firefighters’ diet, which highlighted the need for dietary intervention in order to decrease the extremely high prevalence of traditional cardiovascular risk factors in a cohort of active firefighters. Two independent studies showed that stressful duties (e.g. fire suppression or restraints and physical altercation) are important trigger of SCD (relative risks>30) among firefighters and law enforcement officers. Conclusions. The burden of sudden cardiac death among emergency workers is a major concern. On the one hand, emergency workers showed an unacceptably high prevalence of traditional risk factors, which were the main contributors of the observed incidence of coronary artery disease. On the other hand, law enforcement and firefighting involve extremely strenuous duties with may trigger cardiovascular events among susceptible individuals. The primary prevention of cardiovascular diseases in these populations must be considered a priority. In particular, dietary intervention might be particularly effective in decreasing the burden of SCD among emergency workers. As a secondary prevention strategy, emergency workers should receive sufficient evaluation to exclude underlying heart disease.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Farioli, Andrea <1981&gt. "Malattie cardiovascolari tra i lavoratori dei servizi di emergenza. Fattori di rischio personali e professionali, impatto e strategie preventive." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7663/.

Full text
Abstract:
Introduzione. La morte cardiaca improvvisa (MCI) è una delle principali cause di morte in servizio tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Il nostro progetto di ricerca mirava a : 1) valutare l’incidenza della MCI; 2) identificare i trigger occupazionali di MCI; 3) descrivere la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolari personali tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Metodi. Sono stati condotti studi indipendenti tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Abbiamo consultato delle banche dati gestite da agenzie federali statunitensi e condotto ad hoc sondaggi nazionali (USA). Risultati principali. Tra il 1998 ed il 2012, il tasso di incidenza di MCI tra i vigili del fuoco in carriera è stato pari a 18.1 eventi per 100.000 anni-persona. La causa sottostante di morte più comune è stata la malattia coronarica. Tra i giovani vigili del fuoco (≤ 45 anni), il 63% delle MCI è stato osservato tra soggetti obesi. Questo dato è in linea con lo studio della dieta dei vigili del fuoco, che ha rivelato la necessità di condurre interventi per migliorare le abitudini alimentari in questa popolazione per diminuire la prevalenza dei comuni fattori di rischio cardiovascolare. Due studi hanno dimostrato che l’esecuzione di compiti fisicamente ed emotivamente intensi (ad esempio, lo spegnimento di incendi e le colluttazioni con sospetti) sono trigger importanti (rischi relativi superiori a 30) di MCI tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Conclusioni. La riduzione dell’incidenza di MCI tra i lavoratori dei servizi di emergenza rappresenta una priorità assoluta. L’alto carico di malattia è imputabile alla prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali superiore a quanto comunemente pensato e all’esposizione a fattori di rischio professionali. Sono necessarie strategie di prevenzione primaria (es. variazioni delle abitudini alimentari) e secondarie (valutazione dell’idoneità alla mansione).
Background. Sudden cardiac death (SCD) is a major cause of on-duty death among US emergency workers. We conducted a research project aimed to: 1) assessing the incidence of cardiovascular diseases; 2) identifying occupational triggers of SCD; 3) describing the prevalence of personal cardiovascular risk factors among US emergency workers. Methods. We performed separate investigations among firefighters and law enforcement officers. We obtained data on cardiovascular deaths from national databases maintained by federal agencies and we conducted a series of nationwide surveys. Main results. Between 1998 and 2012, the incidence rate of SCD among US career firefighters was 18.1 per 100,000 person-years. Coronary heart disease was the leading underlying cause of death. Among young firefighters (≤ 45 years), 63% of deaths were observed among obese subjects. This observation is in line with our study on firefighters’ diet, which highlighted the need for dietary intervention in order to decrease the extremely high prevalence of traditional cardiovascular risk factors in a cohort of active firefighters. Two independent studies showed that stressful duties (e.g. fire suppression or restraints and physical altercation) are important trigger of SCD (relative risks>30) among firefighters and law enforcement officers. Conclusions. The burden of sudden cardiac death among emergency workers is a major concern. On the one hand, emergency workers showed an unacceptably high prevalence of traditional risk factors, which were the main contributors of the observed incidence of coronary artery disease. On the other hand, law enforcement and firefighting involve extremely strenuous duties with may trigger cardiovascular events among susceptible individuals. The primary prevention of cardiovascular diseases in these populations must be considered a priority. In particular, dietary intervention might be particularly effective in decreasing the burden of SCD among emergency workers. As a secondary prevention strategy, emergency workers should receive sufficient evaluation to exclude underlying heart disease.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Antonucci, Angela <1977&gt. "Valutazione dello spessore intima-media carotideo come fattore di rischio cardiovascolare nei pazienti affetti da psoriasi moderato-severa." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3503/1/antonucci_angela_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Evaluation of carotid artery intima-media thickness in patients affected by psoriasis Psoriasis is associated with an increased risk of atherosclerosis. This study compared subclinical atherosclerosis, evaluating intima-media thickness the of the carotid in psoriasis vulgaris patients and healthy controls using high-resolution ultrasonography and the correlation of this parameter with other cardiovascular risk factors, like insulin resistance and dyslipidemia, METHODS: We will study 40 psoriasis patients, asymptomatic for cardiovascular diseases, and 40 healthy controls matched for age and sex. Intima-media thickness of the common carotid arteries will be measured ultrasonographically. Diabetes mellitus, hypertension, renal failure, a history of cardiovascular or cerebrovascular disease will be exclusion criteria. Subjects who are receiving lipid-lowering therapy, antihypertensive or anti-aggregant drugs, nitrates or long-term systemic steroids will be also excluded. Objective of this study is the evaluation of carotid artery intima-media thickness and its correlation with other blood cardiovascular risk factors in patients affected by psoriasis but asinptomatic for coronary comparing this data with the healthy control subjects. Considering that the presence of psoriasis is an independent risk factor for subclinical atherosclerosis, we want to consider this method of evaluation of cardiovascular risk and to control this risk to prevent IMA.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
More sources

Books on the topic "Rischi cardiovascolari"

1

Gensini, Gian Franco, and Augusto Zaninelli, eds. Progetto RIARTE. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-906-1.

Full text
Abstract:
Le malattie cardiovascolari rappresentano un’area clinica in cui maggiormente si avverte la necessità dello sviluppo di risposte assistenziali efficaci e sostenibili, nel cui ambito lo specialista deve svolgere un ruolo determinante, contribuendo a mettere in atto strategie gestionali condivise dalle diverse professionalità sanitarie e sostenute a livello istituzionale. I 200 casi clinici riportati dal progetto RIARTE sono, senza dubbio, una fotografia fedele, reale e pratica della realtà clinica in Italia per quanto attiene alle due categorie osservate: pazienti con rischio cardio e cerebrovascolare superiore al 20% secondo le tabelle del rischio SCORE e pazienti con ipertensione di difficile controllo. In entrambi i casi clinici l’adozione, nelle misure farmacologiche, della terapia a base di calcio-antagonisti diidropiridinici è apparsa efficace, sicura, di facile associazione con altre terapie e caratterizzata da un rapporto costo-efficacia particolarmente favorevole.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Book chapters on the topic "Rischi cardiovascolari"

1

Salvi, Paolo. "Pressione centrale e rischio cardiovascolare." In Onde di polso, 91–108. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2424-3_7.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Compare, Angelo. "L’azione moderatrice della relazione di coppia sul rapporto tra depressione e rischio cardiovascolare: un modello evidence-based." In Relazione di coppia e malattia cardiaca, 93–123. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2303-1_6.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography