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Dissertations / Theses on the topic 'Rischio finanziario'

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1

Zanetti, Rosita. "Misurazione del rischio finanziario." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2519/.

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Tamai, Elena <1994&gt. "Rischio finanziario e comunicazione della performance ambientale aziendale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15929.

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Abstract:
L’elaborato si pone l’obiettivo di indagare il legame esistente tra rischio finanziario e comunicazione della performance ambientale dell’azienda. Nella prima parte viene presentato uno dei più rilevanti rischi ambientali che caratterizza il nostro pianeta, il cambiamento climatico, e si cerca di comprendere come è stato affrontato a livello internazionale e a livello europeo. Nel secondo capitolo, si analizza come le questioni ambientali siano entrate a far parte dell’ordinaria gestione aziendale, modificandone le logiche di organizzazione e di funzionamento. L’attenzione viene poi indirizzata verso la comunicazione aziendale (terzo capitolo) con riferimento prima alla divulgazione non finanziaria di aspetti ambientali, sociali e di governace e poi alla risk disclosure finanziaria. Nel quarto capitolo viene condotta un’analisi empirica volta a verificare il legame tra rischio finanziario e la comunicazione sulle performance ambientali. Per fare ciò sono stati messi a confronto, attraverso lo strumento statistico della regressione, i giudizi forniti dall’organizzazione “Carbon Disclosure Project” (CDP) sulle performance ambientali aziendali con le variabili di rischio finanziario. Analizzando una correlazione tra questi due aspetti, si vuole verificare se una migliore comunicazione della performance ambientale viene realizzata da aziende più rischiose finanziariamente o se, al contrario, è propria di imprese meno rischiose.
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3

BARZANTI, MARCO. "Progetti di riforma delle garanzie finanziarie del settore assicurativo: valutazione del rischio finanziario in una compagnia ramo vita." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/129.

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Abstract:
Il sistema delle garanzie finanziarie del mercato assicurativo è, allo stato attuale, oggetto di processi di riforma comunitari (c.d. progetto Solvency II). Le ipotesi fino ad ora elaborate, nonostante siano lontane dal potersi definire conclusive, prevedono l'apprezzamento del margine di solvibilità relativo al rischio di tasso d'interesse (IRR) assumendo che la struttura per scadenza sia oggetto di shift paralleli della curva. Noti i limiti dell'approccio deterministico ed in forza dei principi fino ad ora consolidati, il presente elaborato si propone l'obiettivo di quantificare il requisito di capitale di una compagnia operante nel ramo vita, a fronte dell'IRR, ipotizzando che la dinamica dei tassi sia governata da un processo stocastico nella forma del modello Cox Ingersoll e Ross (CIR). Le simulazioni sono state sviluppate sugli equilibri patrimoniali di una teorica compagnia, al fine di apprezzare in maniera asettica il contributo dell'impostazione promossa.
Nowadays, the financial guarantees system of insurance market is being interested by a Community reform process (Solvency II project). Even if the current hypothesis are far to be definitive, the present guidelines state that the Solvency Capital Requirement (SCR) related to Interest Rate Risk (IRR) has to be quantified assuming deterministic shocks to the yield curve. The aim of the thesis is to improve the assessment of SCR connected to IRR, calculating interest rates according to Cox, Ingersoll and Ross (cir) stochastic model. Simulations are developed on the asset liability equilibria of a theoretical life insurance company, in order to better appreciate the SCR algebra sensitivity to changes in CIR model parameters.
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BARZANTI, MARCO. "Progetti di riforma delle garanzie finanziarie del settore assicurativo: valutazione del rischio finanziario in una compagnia ramo vita." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/129.

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Abstract:
Il sistema delle garanzie finanziarie del mercato assicurativo è, allo stato attuale, oggetto di processi di riforma comunitari (c.d. progetto Solvency II). Le ipotesi fino ad ora elaborate, nonostante siano lontane dal potersi definire conclusive, prevedono l'apprezzamento del margine di solvibilità relativo al rischio di tasso d'interesse (IRR) assumendo che la struttura per scadenza sia oggetto di shift paralleli della curva. Noti i limiti dell'approccio deterministico ed in forza dei principi fino ad ora consolidati, il presente elaborato si propone l'obiettivo di quantificare il requisito di capitale di una compagnia operante nel ramo vita, a fronte dell'IRR, ipotizzando che la dinamica dei tassi sia governata da un processo stocastico nella forma del modello Cox Ingersoll e Ross (CIR). Le simulazioni sono state sviluppate sugli equilibri patrimoniali di una teorica compagnia, al fine di apprezzare in maniera asettica il contributo dell'impostazione promossa.
Nowadays, the financial guarantees system of insurance market is being interested by a Community reform process (Solvency II project). Even if the current hypothesis are far to be definitive, the present guidelines state that the Solvency Capital Requirement (SCR) related to Interest Rate Risk (IRR) has to be quantified assuming deterministic shocks to the yield curve. The aim of the thesis is to improve the assessment of SCR connected to IRR, calculating interest rates according to Cox, Ingersoll and Ross (cir) stochastic model. Simulations are developed on the asset liability equilibria of a theoretical life insurance company, in order to better appreciate the SCR algebra sensitivity to changes in CIR model parameters.
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Rigoni, Ugo. "La misurazione e la gestione del rischio finanziario nell'economia della banca." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1996. http://hdl.handle.net/10579/506.

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6

Bincoletto, Emanuele <1991&gt. "Un nuovo indicatore previsionale di rischio finanziario: proposta operativa ed applicazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9697.

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Abstract:
Il concetto primario su cui si sviluppa la nostra analisi è che il rischio non è solo nell’esito finale di un investimento ma anche in quello che succede durante. Considerando che il rischio viene definito generalmente come la possibilità di sbagliare sostanzialmente una previsione di rendimento, ci si focalizza sul risultato finale senza alcun riguardo per ciò che succede nel mezzo. La previsione sulla quale si costruiscono le strategie deve invece essere bi-dimensionale: risultato finale e modo in cui ci si arriva. E da qui prende le mosse la nostra domanda: è possibile costruire un canale previsionale di prezzo capace di descrivere in anticipo e con buon margine di sicurezza il range prossimo futuro? Da dati giornalieri si può prevedere cosa succederà verosimilmente il prossimo giorno? E se è così, fino a che limite temporale è possibile estendere le proprie previsioni? Rispondiamo a queste domande analizzando il comportamento di venti attività finanziarie ben diversificate fra loro, fatto registrare dalle stesse negli ultimi diciotto anni. Infine, ci poniamo un ultimo quesito: i risultati che otteniamo ci permettono di sfruttare a nostro vantaggio una tra le più famose strategie a cui solitamente ricorrono i trader di opzioni?
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Florian, Giovanni <1988&gt. "Analisi del rischio di contagio finanziario con modelli a correlazione dinamica: evidenze sui CDS Spreads degli Stati sovrani." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3172.

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Abstract:
Lo scopo dell’analisi empirica condotta in questa tesi è quello di investigare il livello di contagio tra i mercati dei Credit Default Swap sovrani attraverso i modelli GARCH multivariati a correlazione dinamica (DCC). Un’analisi preliminare è stata effettuata con il test basato sui coefficienti di correlazione aggiustata proposto da Forbes e Rigobon (2002). La novità di questa analisi consiste nell’applicazione sequenziale nel tempo del test Forbes e Rigobon, che consente l’individuazione di episodi di contagio senza che vi sia indicazione a priori delle date in cui vi è un sospetto di contagio. Il “model pooling approach” di Geweke e Amisano (2008) è stato implementato al fine di confrontare quale delle tre specificazioni utilizzate per la stima del modello DCC-GARCH è più appropriata. I risultati stabiliscono che è più appropriata la modellizzazione congiunta ottenuta filtrando le serie con un modello VAR. Un altro contributo originale di questo lavoro di tesi è l’applicazione del modello DCC per cogliere il contagio graduale e l’utilizzo del DCC come metodo di Early-Warning. Dopo aver stimato il modello VAR DCC-GARCH e verificato la significatività dei parametri, effetti di contagio sono stati ricercati analizzando l’andamento della correlazione dinamica e confrontando le date che presentano evidenza di contagio con la time-line della financial crisis. Identificando l’effetto contagio come un temporaneo incremento nelle correlazioni condizionali dinamiche, dai risultati per macroaree sono emersi con intensità diverse effetti di contagio causati da annunci relativi a pacchetti di salvataggio per la Grecia del 2 Maggio 2010 e del 27 Ottobre 2011. L’analisi a livello disaggregato ha confermato per tutti gli Stati Europei considerati l’effetto contagio in un intorno di tempo del primo, del secondo e del terzo annuncio di pacchetti di salvataggio per la Grecia.
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8

GURGONE, ANDREA. "SAGGI IN ECONOMIA FINANZIARIA E COMPLESSITA'." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/37195.

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Abstract:
L'obiettivo della tesi è lo sviluppo e nell'analisi di un modello macro-finanziario con aspetti reali e finanziari dell'economia, nell'ottica di ottenere un quadro comprensivo per l'analisi del rischio sistemico e delle instabilità. Il primo capitolo verte sulla costruzione di un modello ad agenti che si caratterizza per la presenza del mercato dei beni, del credito, del lavoro e interbancario. Il modello riproduce fluttuazioni endogene ed è in grado di replicare alcuni fatti stilizzati riguardanti i cicli economici e creditizi, mentre il mercato interbancario ha un ruolo importante dal punto di vista della stabilità e dell'efficienza. In particolare la regolazione prudenziale combinata con le aspettative adattive può esacerbare il comportamento precauzionale delle banche durante una recessione, inducendo a trattenere liquidità anche le banche solide. Inoltre la connettività del mercato interbancario ha un duplice effetto: da un lato favorisce l'accesso al credito nell'economia reale, dall'altro accresce l'accumulo di liquidità. Il secondo capitolo si concentra su un insieme di esperimenti condotti tramite il modello precedentemente sviluppato. Lo scopo è di confrontare tra loro politiche macro-prudenziali in cui le banche sono soggette a requisiti minimi di capitale derivati da misure di rischio sistemico. Nello specifico gli indicatori di rischio sistemico sono suddivisi in misure di mercato e di rete. Ogni categoria è ulteriormente scomposta in misure di vulnerabilità e misure di impatto. I risultati rivelano che le politiche costruite su indicatori di vulnerabilità sono migliori di quelle basate sull'impatto, dato che riducono i fallimenti da contagio senza peggiorare la performance macroeconomica.
The purpose of the thesis is to develop and analyse a macro-financial model with real and financial aspects of the economy to obtain a comprehensive framework for the analysis of systemic risk and instabilities. The first chapter concerns the construction of an agent-based-model, whose characteristic is the presence of goods, credit, labour and interbank markets. The model reproduces endogenous business cycles and it is able to replicate some stylized facts about business and credit cycles, while the interbank market has an important role for stability and efficiency. In particular prudential regulation, combined with adaptive expectations can exacerbate the precautionary behaviour of banks during a recession, inducing liquidity hoarding by sound banks. Furthermore connectivity of the interbank market has a twofold effect: on one side it supports credit to the real economy, on the other it increases liquidity hoarding. The second chapter is focused on a set of policy experiments performed performed on the model previously developed. The aim is to compare different macroprudential policies where banks are subject to minimum capital requirements derived from systemic risk measures. In detail systemic risk indicators are divided in market-based and network based measures. Each class is further decomposed in measures of vulnerability and measures of impact. The results reveal that policies based on vulnerability indicators perform better than those based on impact, reducing contagious defaults without worsening the macroeconomic performance.
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GURGONE, ANDREA. "SAGGI IN ECONOMIA FINANZIARIA E COMPLESSITA'." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/37195.

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Abstract:
L'obiettivo della tesi è lo sviluppo e nell'analisi di un modello macro-finanziario con aspetti reali e finanziari dell'economia, nell'ottica di ottenere un quadro comprensivo per l'analisi del rischio sistemico e delle instabilità. Il primo capitolo verte sulla costruzione di un modello ad agenti che si caratterizza per la presenza del mercato dei beni, del credito, del lavoro e interbancario. Il modello riproduce fluttuazioni endogene ed è in grado di replicare alcuni fatti stilizzati riguardanti i cicli economici e creditizi, mentre il mercato interbancario ha un ruolo importante dal punto di vista della stabilità e dell'efficienza. In particolare la regolazione prudenziale combinata con le aspettative adattive può esacerbare il comportamento precauzionale delle banche durante una recessione, inducendo a trattenere liquidità anche le banche solide. Inoltre la connettività del mercato interbancario ha un duplice effetto: da un lato favorisce l'accesso al credito nell'economia reale, dall'altro accresce l'accumulo di liquidità. Il secondo capitolo si concentra su un insieme di esperimenti condotti tramite il modello precedentemente sviluppato. Lo scopo è di confrontare tra loro politiche macro-prudenziali in cui le banche sono soggette a requisiti minimi di capitale derivati da misure di rischio sistemico. Nello specifico gli indicatori di rischio sistemico sono suddivisi in misure di mercato e di rete. Ogni categoria è ulteriormente scomposta in misure di vulnerabilità e misure di impatto. I risultati rivelano che le politiche costruite su indicatori di vulnerabilità sono migliori di quelle basate sull'impatto, dato che riducono i fallimenti da contagio senza peggiorare la performance macroeconomica.
The purpose of the thesis is to develop and analyse a macro-financial model with real and financial aspects of the economy to obtain a comprehensive framework for the analysis of systemic risk and instabilities. The first chapter concerns the construction of an agent-based-model, whose characteristic is the presence of goods, credit, labour and interbank markets. The model reproduces endogenous business cycles and it is able to replicate some stylized facts about business and credit cycles, while the interbank market has an important role for stability and efficiency. In particular prudential regulation, combined with adaptive expectations can exacerbate the precautionary behaviour of banks during a recession, inducing liquidity hoarding by sound banks. Furthermore connectivity of the interbank market has a twofold effect: on one side it supports credit to the real economy, on the other it increases liquidity hoarding. The second chapter is focused on a set of policy experiments performed performed on the model previously developed. The aim is to compare different macroprudential policies where banks are subject to minimum capital requirements derived from systemic risk measures. In detail systemic risk indicators are divided in market-based and network based measures. Each class is further decomposed in measures of vulnerability and measures of impact. The results reveal that policies based on vulnerability indicators perform better than those based on impact, reducing contagious defaults without worsening the macroeconomic performance.
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GRASSELLI, FRANCESCA. "L'Analisi e la Previsione delle Insolvenze: Lo Studio del Caso Italiano." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/132.

Full text
Abstract:
A causa delle conseguenze che il fenomeno comporta, sia sul piano finanziario sia sul fronte dell'economia reale, l'analisi e la previsione delle insolvenze societarie continua a rappresentare un argomento attuale nell'ambito della ricerca economica. I recenti sforzi condotti dal Comitato di Basilea verso la diffusione di criteri di valutazione del rischio di credito più precisi ed oggettivi, hanno ulteriormente accresciuto l'importanza della materia. L'obiettivo del presente studio è l'analisi del fenomeno del fallimento sul territorio italiano, al fine di valutare quali variabili sono più efficaci nell'individuazione di una situazione di dissesto dell'impresa. Per l'analisi si sono sviluppati dei modelli di previsione delle insolvenze in grado di individuare i segnali early warning di dissesto finanziario. L'analisi econometrica è basata su un campione ampio ed originale di fallimenti rilevati negli anni 2003 e 2004: a tal fine sono stati costituiti dei campioni comparabili di imprese fallite e non fallite ed è stato verificato, mediante l'applicazione di una metodologia logit, il potere previsivo di diversi indici di bilancio e di variabili di tipo non finanziario. I risultati ottenuti sono stati validati su un campione hold-out. L'analisi si evidenzia l'importanza delle caratteristiche del settore di attività nel determinare la forma del processo di fallimento: i modelli sector specific ottengono risultati migliori rispetto ai modelli generali stimati. Inoltre, alcuni fattori comuni ai diversi settori di attività si dimostrano particolarmente efficaci nella previsione dei dissesti aziendali: l'età, il livello di leverage e la composizione del debito d'impresa, così come la sua redditività.
Due to the consequences that the phenomenon entails both on the financial and real sides of the economy, the analysis and prediction of corporate failures continue to be a current topic in economic research. The recent efforts laid by the Basel Committee towards the diffusion of more precise and objective ways of assessing credit risk have further increased the importance of this matter. The purpose of the study is to analyse the bankruptcy phenomenon among Italian firms, in order to assess what firm-specific and industry variables are more important in determining corporate failure events. We develop a bankruptcy prediction model that aims at detecting early signals of financial distress. The econometric analysis is based on a wide and unique sample of recent failure events: comparable sets of bankrupt and non-bankrupt firms are identified and several prior balance-sheet and economic indicators are tested for their power in predicting failure probabilities in a logit modelling framework; model performances are cross-validated on hold-out samples. The analyses provide evidence of the importance of industry membership in determining and shaping corporate failure processes: sector-specific models produce a better assessment of financial distress than general ones. Also, some common factors emerge as important predictors of corporate collapse across different industries: age, gearing and the composition of a firm's debt, as well as its capability of generating profits.
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GRASSELLI, FRANCESCA. "L'Analisi e la Previsione delle Insolvenze: Lo Studio del Caso Italiano." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/132.

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Abstract:
A causa delle conseguenze che il fenomeno comporta, sia sul piano finanziario sia sul fronte dell'economia reale, l'analisi e la previsione delle insolvenze societarie continua a rappresentare un argomento attuale nell'ambito della ricerca economica. I recenti sforzi condotti dal Comitato di Basilea verso la diffusione di criteri di valutazione del rischio di credito più precisi ed oggettivi, hanno ulteriormente accresciuto l'importanza della materia. L'obiettivo del presente studio è l'analisi del fenomeno del fallimento sul territorio italiano, al fine di valutare quali variabili sono più efficaci nell'individuazione di una situazione di dissesto dell'impresa. Per l'analisi si sono sviluppati dei modelli di previsione delle insolvenze in grado di individuare i segnali early warning di dissesto finanziario. L'analisi econometrica è basata su un campione ampio ed originale di fallimenti rilevati negli anni 2003 e 2004: a tal fine sono stati costituiti dei campioni comparabili di imprese fallite e non fallite ed è stato verificato, mediante l'applicazione di una metodologia logit, il potere previsivo di diversi indici di bilancio e di variabili di tipo non finanziario. I risultati ottenuti sono stati validati su un campione hold-out. L'analisi si evidenzia l'importanza delle caratteristiche del settore di attività nel determinare la forma del processo di fallimento: i modelli sector specific ottengono risultati migliori rispetto ai modelli generali stimati. Inoltre, alcuni fattori comuni ai diversi settori di attività si dimostrano particolarmente efficaci nella previsione dei dissesti aziendali: l'età, il livello di leverage e la composizione del debito d'impresa, così come la sua redditività.
Due to the consequences that the phenomenon entails both on the financial and real sides of the economy, the analysis and prediction of corporate failures continue to be a current topic in economic research. The recent efforts laid by the Basel Committee towards the diffusion of more precise and objective ways of assessing credit risk have further increased the importance of this matter. The purpose of the study is to analyse the bankruptcy phenomenon among Italian firms, in order to assess what firm-specific and industry variables are more important in determining corporate failure events. We develop a bankruptcy prediction model that aims at detecting early signals of financial distress. The econometric analysis is based on a wide and unique sample of recent failure events: comparable sets of bankrupt and non-bankrupt firms are identified and several prior balance-sheet and economic indicators are tested for their power in predicting failure probabilities in a logit modelling framework; model performances are cross-validated on hold-out samples. The analyses provide evidence of the importance of industry membership in determining and shaping corporate failure processes: sector-specific models produce a better assessment of financial distress than general ones. Also, some common factors emerge as important predictors of corporate collapse across different industries: age, gearing and the composition of a firm's debt, as well as its capability of generating profits.
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Parisi, Domenico <1985&gt. "Comunicazione finanziaria e profili di rischio nella consulenza finanziaria indipendente." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9621.

Full text
Abstract:
Scopo di questa tesi è quello di individuare le criticità della comunicazione finanziaria, descrivendo i profili di rischio della clientela retail, secondo gli obblighi di legge, descrivere le differenze fra promotore finanziario e consulente finanziario indipendente, e i vantaggi e svantaggi nel rivolgersi a queste figure professionali. In seguito, nel secondo capitolo, verrà affrontato il tema della comunicazione on-line del professionista, attraverso i social network e di come viene gestita la pubblicità on-line. Nel terzo capitolo invece si analizzeranno i vari indici utilizzati per la creazione di portafogli di investimento, individuando i punti di criticità.
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PIFFER, MICHELE. "Saggi sul Credito e la Macroeconomia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1268.

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Abstract:
In questa tesi si sostiene che il meccanismo di trasmissione della politica monetaria nasconde un canale di trasmissione del rischio, e che una politica monetaria espansiva non solo aumenta l’offerta di credito ma anche la propensione delle banche a prendere rischio. I modelli macroeconomici esistenti non sono adatti ad identificare questo meccahismo, visto che o non incorporano un settore bancario, oppure si concentrano sull’amplificazione finanziaria dopo una crisi piuttosto che sulla presa del rischio prima delle crisi. La tesi propone un semplice modello in cui il rischio di credito e di insolvenza e’ modellato endogenamente. Il modello mostra l’esistenza di un trade-off tra quantita’ e qualita’ del credito, il che puo’ avere importanti ripercussioni per la gestione della politica monetaria. Successivamente, la tesi sviluppa un paper empirico e di policy che studia la leva finanziaria delle banche. Si sostiene che le misure tradizionali della leva non possono mostrare un importante peggioramento della qualita’ del capitale delle banche prima della crisi del 2007. Si mostra che la qualita’ di tale capitale e’ progressivamente peggiorata prima della crisi, in particolar modo per le banche commerciali. Viene proposta una misura alternativa della leva finanziaria.
This dissertation argues that the transmission mechanism of monetary policy hides a risk taking channel, as loose monetary policy not only increases credit supply but also increases the propensity of banks to take risks. The existing macroeconomic models are ill-designed to identify the forces of this mechanism, as these models either do not have an explicit banking sector, or they focus on ex-post amplification mechanism rather than ex-ante bank risk taking. A simple model is developed, where credit and solvency risk is determined endogenously. The model shows that a trade-off exists between credit quality and credit quantity, and this trade off impacts on the effectiveness of monetary policy. Subsequently, the dissertation develops an empirical, policy paper that investigates banks leverage ratios. It is argued that traditional measures of leverage cannot detect an important decline in bank capital quality before the 2007 crisis. The dissertation shows that capital quality has declined progressively before the 2007 crisis, particularly for commercial banks. A new leverage ratio is proposed.
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PIFFER, MICHELE. "Saggi sul Credito e la Macroeconomia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1268.

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Abstract:
In questa tesi si sostiene che il meccanismo di trasmissione della politica monetaria nasconde un canale di trasmissione del rischio, e che una politica monetaria espansiva non solo aumenta l’offerta di credito ma anche la propensione delle banche a prendere rischio. I modelli macroeconomici esistenti non sono adatti ad identificare questo meccahismo, visto che o non incorporano un settore bancario, oppure si concentrano sull’amplificazione finanziaria dopo una crisi piuttosto che sulla presa del rischio prima delle crisi. La tesi propone un semplice modello in cui il rischio di credito e di insolvenza e’ modellato endogenamente. Il modello mostra l’esistenza di un trade-off tra quantita’ e qualita’ del credito, il che puo’ avere importanti ripercussioni per la gestione della politica monetaria. Successivamente, la tesi sviluppa un paper empirico e di policy che studia la leva finanziaria delle banche. Si sostiene che le misure tradizionali della leva non possono mostrare un importante peggioramento della qualita’ del capitale delle banche prima della crisi del 2007. Si mostra che la qualita’ di tale capitale e’ progressivamente peggiorata prima della crisi, in particolar modo per le banche commerciali. Viene proposta una misura alternativa della leva finanziaria.
This dissertation argues that the transmission mechanism of monetary policy hides a risk taking channel, as loose monetary policy not only increases credit supply but also increases the propensity of banks to take risks. The existing macroeconomic models are ill-designed to identify the forces of this mechanism, as these models either do not have an explicit banking sector, or they focus on ex-post amplification mechanism rather than ex-ante bank risk taking. A simple model is developed, where credit and solvency risk is determined endogenously. The model shows that a trade-off exists between credit quality and credit quantity, and this trade off impacts on the effectiveness of monetary policy. Subsequently, the dissertation develops an empirical, policy paper that investigates banks leverage ratios. It is argued that traditional measures of leverage cannot detect an important decline in bank capital quality before the 2007 crisis. The dissertation shows that capital quality has declined progressively before the 2007 crisis, particularly for commercial banks. A new leverage ratio is proposed.
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La, Torre Piercarlo <1987&gt. "RISCHIO SISTEMICO: il collegamento tra istituzioni finanziarie." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5045.

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Abstract:
Questa tesi ha l'obiettivo di indagare il concetto di rischio sistemico, partendo da una rivisitazione della letteratura in merito, per poi calarsi nell'analisi dei componenti dei mercati finanziari. Si esplicherà come tale rischio abbia influito sulla crisi finanziaria del 2007-2009, con riguardo alle modalità di diffusione dello stesso. Nella seconda parti si procederà poi all'analisi dei legami tra le diverse istituzioni del sistema finanziario; verrà proposto un modello econometrico di studio che mira a identificare quantitativamente la relazione tra banche, compagnie assicuratrici e hedge fund, per chiarificare come il rischio sistemico veda tra le sue component principali proprio tali relazioni.
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SANCHEZ, ARJONA IRENE. "Saggi su Retti Finanziarie e Rischio Sistemico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18927.

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Abstract:
L'ultima crisi nanziaria ha evidenziato il ruolo decisivo delle connessioni nel mercato interban- cario come canale e strumento ampli catore dei shock nanziari, e di conseguenza del rischio sistemico. In questa tesi presentiamo delle metodologie teoriche ed empiriche per analizzare il potenziale rischio sistemico in una rete bancaria interconnessa. La tesi comprende due saggi sulle reti nanziarie e il rischio sistemico ed e organizzata in due capitoli. Nel capitolo I analizziamo e modelliamo alcune delle complesse interazioni all'interno di una rete nanziaria, con l'obiettivo di approfondire nella interrelazione fra la fragilit a dell'eco- nomia reale e quella del sistema bancario. A questo scopo, forniamo una descrizione qualitativa e quantitativa delle dinamiche della leva nanziaria. Nel capitolo II, sfruttiamo un set originale di dati su 15 banche europee classi cate come G-SIB per valutare se l'espansione nei mercati esteri aumenta la loro rischiosit a, e attraverso quali canali si materializa.
The last global nancial crisis clearly illustrated the crucial role of interbank linkages in channel- ing and amplifying shocks hitting the system and, therefore, in the emergence of systemic risk. In this thesis, we present theoretical and empirical methodologies for analysing the potential for systemic risk in a interconnected banking network. The dissertation comprehends two essays on nancial networks and systemic risk and is organ- ised in two chapters. In chapter I, we analyse and model some complex interactions and feedback relationships within a nancial network, with the objective of delving into the linkages between fragility in the real economy and in the banking system. For this purpose, we provide a qualita- tive and quantitative description of leverage dynamics. In chapter II, we exploit an original dataset on 15 European banks classi ed as G-SIBs by the BIS to assess whether expansion in foreign markets increases their riskiness, and through which channels that eventually happens.
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SANCHEZ, ARJONA IRENE. "Saggi su Retti Finanziarie e Rischio Sistemico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18927.

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Abstract:
L'ultima crisi nanziaria ha evidenziato il ruolo decisivo delle connessioni nel mercato interban- cario come canale e strumento ampli catore dei shock nanziari, e di conseguenza del rischio sistemico. In questa tesi presentiamo delle metodologie teoriche ed empiriche per analizzare il potenziale rischio sistemico in una rete bancaria interconnessa. La tesi comprende due saggi sulle reti nanziarie e il rischio sistemico ed e organizzata in due capitoli. Nel capitolo I analizziamo e modelliamo alcune delle complesse interazioni all'interno di una rete nanziaria, con l'obiettivo di approfondire nella interrelazione fra la fragilit a dell'eco- nomia reale e quella del sistema bancario. A questo scopo, forniamo una descrizione qualitativa e quantitativa delle dinamiche della leva nanziaria. Nel capitolo II, sfruttiamo un set originale di dati su 15 banche europee classi cate come G-SIB per valutare se l'espansione nei mercati esteri aumenta la loro rischiosit a, e attraverso quali canali si materializa.
The last global nancial crisis clearly illustrated the crucial role of interbank linkages in channel- ing and amplifying shocks hitting the system and, therefore, in the emergence of systemic risk. In this thesis, we present theoretical and empirical methodologies for analysing the potential for systemic risk in a interconnected banking network. The dissertation comprehends two essays on nancial networks and systemic risk and is organ- ised in two chapters. In chapter I, we analyse and model some complex interactions and feedback relationships within a nancial network, with the objective of delving into the linkages between fragility in the real economy and in the banking system. For this purpose, we provide a qualita- tive and quantitative description of leverage dynamics. In chapter II, we exploit an original dataset on 15 European banks classi ed as G-SIBs by the BIS to assess whether expansion in foreign markets increases their riskiness, and through which channels that eventually happens.
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Travagin, Dario <1990&gt. "Il rischio sistemico: l'incidenza dei principali intermediari finanziari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6879.

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Abstract:
L’obiettivo del lavoro consiste nell’individuare in quale misura gli intermediari finanziari quali, le banche, gli hedge funds e le assicurazioni incidano sul rischio sistemico sia in Europa che negli Stati Uniti attraverso il metodo del Conditional Value at Risk
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PAGNOTTONI, Paolo. "Interconnessione, Reti e Tecnologie Finanziarie: dal Rischio Sistemico all'Investment Management." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/185933.

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Abstract:
Il crescente interesse della ricerca in metodi econometrici per l’analisi del rischio sistemico ha favorito un rapido sviluppo di modelli di network e spillover econometrici per monitorare il rischio sistemico nei sistemi finanziari e migliorare le pratiche di investment management. La tesi contribuisce alla letteratura sulle misure d’interconnessione e sull’investment management tramite lo sviluppo di nuove tecniche per costriuire modelli capaci di studiare le relazioni complesse che sussistono nei sistemi economico-finanziari. Da un punto di vista metodologico, la tesi contribuisce alla letteratura statistico-econometrica sulle misure d’interconnessione e a quella finanziaria sulla gestione del portafoglio. Da un punto di vista empirico, le applicazioni finanziarie sono condotte sia nell’ambito dei mercati finanziari, che in quello delle criptovalute, la cui importanza nel sistema finanziario globale è attualmente in crescita. I contributi di questa tesi rispetto alla letteratura sono sviluppati in sette capitoli. Il capitolo 2 propone un misure di spillover basate su modelli Vector Error Correction per monitorare l’interconnessione nei rendimenti e la relazione lead-lag delle piattaforme di scambio di Bitcoin – e, più in generale, di strumenti finanziari. Il capitolo 3 estende il precedente studio per mezzo di un’analisi di dati intra-day. Il Capitolo 4 propone una metodologia per costruire, da un paniere di valute, uno stablecoin il cui valore sia stabile nel tempo e resiliente da shock nelle valute. Il capitolo 5 esamina la relazione lead-lag tra i CDS sovrani dei paesi europei e il mercato obbligazionario tramite la metodologia dell’effective transfer entropy. Il capitolo 6 introduce un modello di rete neurale artificiale per il pricing di opzioni sottoscritte sul Bitcoin. Il capitolo 7 propone una metodologia di allocazione del portafoglio capace di tenere in considerazione il rischio sistemico derivante dalle metriche di network, applicata al contesto delle criptovalute. Il capitolo 8 propone una metodologia basata sul concetto di caos e sulla teoria dei sistemi dinamici complessi per la predizione di serie temporali non stazionarie e l’investment Management.
The growing interest of research in econometric methods for systemic risk analysis fostered a rapid development of econometric spillover and network models to monitor the systemic risk in financial systems and improve investment management practices. The thesis contributes to the literature on econometric interconnectedness and investment management by developing new techniques for building models capable to reveal insights on the complex relationships in economic and financial systems. From a methodological viewpoint, the thesis mostly contributes to the statistical and econometric literature on interconnectedness measurement and to the financial one on portfolio management. From an empirical viewpoint, financial applications are offered for both traditional financial markets and the cryptocurrency one, whose relative importance in the global financial system is growing over time. The contributions of this thesis to the literature are developed in seven self contained chapters. Chapter 2 proposes a Vector Error Correction model based spillover methodology to monitor return connectedness and lead-lag relationships of Bitcoin - and more generally financial - market exchanges. Chapter 3 extends the previous study by means of an in-depth analysis of intra-day data. Chapter 4 proposes a methodology to construct a basket based stablecoin whose value is stable over time and resilient to shocks in the currency market. Chapter 5 examines the lead-lag relationship between the European countries’ sovereign CDS and bond market by means of the effective transfer entropy methodology. Chapter 6 introduces an artificial neural network framework for Bitcoin option pricing. Chapter 7 proposes an asset allocation methodology capable to take into account for the systemic risk impounded into network metrics when dealing with portfolio management, applied to the cryptocurrency space. Chapter 8 proposes a methodology based on chaos and dynamical systems theory for non-linear time series forecasting and investment strategy development.
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COLAVITO, FABIO. "La gestione finanziaria del rischio meteorologico attraverso l'utilizzo dei derivati." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2005. http://hdl.handle.net/2108/30.

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Abstract:
In questo lavoro viene analizzato l’effetto del rischio meteorologico sulle imprese ove per rischio meteorologico si intende indicare tutti quegli eventi climatici (quali caldo, freddo, neve, pioggia o vento) inattesi rispetto alle aspettative stagionali, di natura non catastrofica, che possono generare incertezza sui risultati finanziari di quelle imprese esposte. In particolare si pone l’attenzione sui nuovi strumenti di gestione (weather derivative) in grado di trasferire il rischio meteorologico dalle imprese esposte al mercato dei capitali. Obiettivo specifico del lavoro è quello di valutare i campi d’applicazione di questa nuova tipologia di strumenti e le relative criticità e punti di forza che possono limitare o trainare l’utilizzo dei weather derivative all’interno della più complessa gestione dei rischi aziendali. Il lavoro si sviluppa in quattro parti distinte quanto a finalità specifiche e a strumenti d’indagine. Nella prima parte il rischio meteorologico è analizzato sotto il profilo degli effetti che può produrre sulle economie e sulle organizzazioni di determinate attività che presentano un alto grado di correlazione tra i propri ricavi o costi e l’andamento di alcune variabili climatiche. La seconda parte del lavoro è dedicata allo studio dei principali approcci sviluppati in letteratura e dagli operatori del mercato circa l’attuazione di strategie di speculazione e di copertura dal rischio meteorologico. Con questo scopo la seconda parte individua le caratteristiche determinanti di un generico contratto weather derivative e analizza le formule contrattuali maggiormente adoperate dagli operatori del mercato e le diverse strategie di copertura e di speculazione. Nella terza parte vengono passati in rassegna i principali metodi di determinazione del prezzo di questi strumenti partendo dall’assunto che presentano caratteristiche differenti dai derivati tradizionali e che quindi le metodologie classiche di determinazione dei prezzi in alcuni casi sono inutilizzabili ed in altri casi invece necessitano di essere integrate ai supporti metodologici offerti dalle scienze di natura “fisica” come la meteorologia. Inoltre nella fase finale della terza parte sono analizzate le implicazioni derivanti dall’introduzione dei derivati meteorologici in un generico portafoglio di mercato in termini di diversificazione e di relativo innalzamento della frontiera efficiente. La quarta parte presenta un possibile processo di gestione del rischio meteorologico per un’impresa sensibile alle variazioni climatiche. L’analisi è tesa ad individuare le singole fasi che caratterizzano un processo di gestione del rischio meteorologico mutuando gli strumenti offerti dalla letteratura classica in materia di gestione dei rischi finanziari in capo alle imprese. Le fasi del processo si basano principalmente sulle modalità di utilizzo degli strumenti di misurazione del rischio e sull’analisi delle determinanti utilizzate per la costruzione di soluzioni di trasferimento tramite l’utilizzo dei derivati. Nello specifico viene proposto un processo di gestione del rischio meteorologico per un’impresa di distribuzione del gas nella provincia di Bari. Ciò al fine di dimostrare l’elevato impatto del clima sui risultati di alcune imprese (come quella presa ad esempio) e valutare la convenienza economica del trasferimento di questo tipo di rischio. I risultati dell’analisi e le considerazioni sulle criticità e le potenzialità di questi strumenti sono commentati nella parte conclusiva del lavoro. Nel complesso questi nuovi strumenti presentano delle potenzialità di sviluppo e di ricerca di applicazioni ai diversi settori anche se tuttora rimane un fenomeno circoscritto a causa della scarsa conoscenza di questo rischio e della relativa gestione, delle problematiche legate alle organizzazioni dei mercati a supporto di questi strumenti e a causa della mancanza di standardizzazione dei contratti e dei dati meteorologici a supporto della corretta valutazione. Si impone quindi da un lato la ricerca di metodologie di negoziazione e di trattamento dei dati meteorologici comunemente accettate. Da un altro lato si dischiudono nuove prospettive di ulteriore utilizzo di questi strumenti da parte di un sempre maggior numero di operatori congiunta alla crescita di metodologie di studio sulle modalità organizzative per il trasferimento di questi rischi.
In this document is analyzed the effect of weather risk on business results. It is considered weather risks all the non catastrophic unexpected climatic events (such as warm, cold, rain, snow and wind) that can produce uncertainty on business results. In particular the attention is focus on weather derivatives, new financial instruments that allows to manage and transfer the meteorological risk from some activities to the capital market. Specific purpose of this document is to value different ways to apply these instruments and to analyze limits and qualities that can obstruct or drive the use of weather derivatives inside the risk management. The analysis is divided in four parts regard specific aims and investigation instruments. In the first part the weather risk is analyzed regard the impact of its effect on those activities that have some part of cost or revenue related with some climatic variables. The second part is on the study of principle approaches developed by literature and by market players about the hedge and speculative strategies application. In particular the second part concentrate its attention on most used weather derivative contracts and the combination of them to apply a weather strategy. In the third part there are described the principle methodologies to value weather derivative pricing, under the assumption that the traditional derivatives methodology of pricing in some cases are not applicable while in other cases need to integrate into other “physical sciences” like meteorology. In addition there are analyzed the implications linked to weather derivatives introduction in the market portfolio regard diversification and efficient frontier. The fourth part present an ideal meteorological risk management process for an activity exposed to unexpected climatic variations. The analysis tend to identify the phases of a meteorological risk management process borrowing the procedures offer by the classical literature about financial risk management. The process phases are based on meteorological measurement instruments and on the construction of weather derivatives for weather risk management strategies. It is proposed a meteorological risk management process for a gas utility located in Bari to demonstrate the impact of weather on the utility and to value worth and limits. The analysis results are annotated in the conclusion. These new instruments seem to be a potential development vector for scientific research and for a lot of activities even if now weather risk management is still unknown by a large part of businesses exposed to weather risk. The causes of missed development can be reached into the problems linked to market organization and into the lack of standardized contracts and standardized meteorological data
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Carnelos, Nicola <1992&gt. "Comunicazione non finanziaria, rischio e performance: Un'analisi delle quotate italiane." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12741.

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Abstract:
La tesi tratta il tema della comunicazione non finanziaria e come questa è correlata al rischio. La prima parte dell’elaborato è dedicata alle diverse tipologie di comunicazione (finanziaria e non finanziaria ) di cui le organizzazioni e le imprese si avvalgono, dando particolare enfasi alla sfera della comunicazione volontaria. A partire da questa, viene sviluppato nel secondo capitolo il concetto di reportistica integrata, argomento piuttosto attuale che prefigura il report integrato come un nuovo strumento informativo addizionale al bilancio d’esercizio, in grado di trasmettere ciò che i numeri non dichiarano, creando un valore aggiunto per gli stakeholder in quanto possono così adoperare valutazioni di investimento più mirate. Nel terzo capitolo viene rappresentata l’evoluzione dal TRM (Traditional Risk Management) all’ERM (Enterprise Risk Management) con una breve spiegazione delle varie tipologie di rischio intrinseche nell’ERM. Infine l’ultima parte dell’elaborato scaturisce dalla connessione delle tematiche affrontate; si andrà così ad analizzare in che misura il rischio viene divulgato nelle relazioni sulla gestione (documento non finanziario), attraverso una Content Analysis, cercando di comprendere se c’è correlazione fra divulgazione del rischio e performance. Il campione è composto dalle aziende rientranti nell'indice FTSE MIB e STAR di Borsa Italiana.
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Zornetta, Andrea <1991&gt. "Misurazione, gestione e monitoraggio del rischio di credito nelle istituzioni finanziarie." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8791.

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Abstract:
Il rischio di credito rappresenta la causa della maggior parte delle perdite subite dalle istituzioni finanziarie poiché riguarda la quasi totalità delle transazioni sul mercato. La rilevanza del rischio di credito non si arresta alla sola dimensione relativa alle dinamiche di mercato: esso ha un peso notevole anche dal punto di vista della vigilanza sugli intermediari, poiché concorre in modo determinante al calcolo del requisito patrimoniale minimo richiesto. Da qui la necessità di derivare modelli in grado di rispondere alle esigenze operative degli intermediari medesimi. Queste ultime non si limitano solamente al rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa di vigilanza, ma derivano prima di tutto dall'aumento del livello di complessità dei mercati. Tale processo, infatti, ha fatto emergere l'urgenza di sviluppare un migliore controllo dei rischi, nonché un adeguamento della normativa al fine di incorporare i nuovi standard, elevandoli a requisito minimo di struttura per i soggetti vigilati. Dal punto di vista gestionale, infine, il rischio di credito ha progressivamente ampliato la propria sfera di rilevanza fino a comprendere anche aspetti quali la pianificazione strategica, l'allocazione e l'approvvigionamento di capitale, nonché la selezione ed il controllo delle controparti. Ciò ha fatto emergere la necessità di sviluppare modelli sempre più articolati per rendere possibile una migliore gestione del rischio di credito, per la quale resta comunque imprescindibile l'implementazione di adeguati presidi organizzativi, nonché l'intervento umano guidato dalle conoscenze e dall'esperienza professionale di tutti i soggetti coinvolti.
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RUJIRARANGSAN, Kamonchai. "Modelli Finanziari per il Rischio di Credito e l'Ottimizzazione di Portafoglio." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/207568.

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Carraro, Michele <1991&gt. "RISCHIO SISTEMICO: UN CONFRONTO TRA I MERCATI FINANZIARI EUROPEO ED AMERICANO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8151.

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Abstract:
Questa ricerca si pone l’obiettivo di analizzare il rischio sistemico nei mercati finanziari, attraverso lo studio delle interconnessioni che sussistono tra gli operatori. La rete di relazioni tra i diversi intermediari è alla base del concetto di rischio sistemico, infatti quest’ultimo nasce e si diffonde all'interno del sistema finanziario nel suo complesso. Di conseguenza, si ritiene possibile che al momento di una crescente integrazione tra le istituzioni sia molto più probabile che la crisi di un soggetto si possa diffondere a tanti altri. L’indagine qui condotta coinvolge le banche, ma anche altri intermediari quali: assicurazioni, hedge fund e brokers. Inoltre, la determinazione storica a cui si fa riferimento è la crisi finanziaria del 2008 ed i momenti che l’hanno preceduta e l’hanno seguita. L’analisi delle diverse connessioni si determina attraverso la teoria delle reti sociali, sia per il mercato europeo che per quello americano. Tale metodologia permette di rappresentare con indici e grafici i legami degli svariati operatori finanziari e di analizzare se siano significativi. In questo primo approccio, per ottenere la stima dei legami vengono utilizzati i test di causalità alla Granger, i quali sono in grado di definire la presenza di una connessione ed anche la sua direzione. Questa analisi è ulteriormente approfondita grazie all'utilizzo del Multidimensional Scalling, un metodo che consente di rappresentare graficamente le distanze ottenute dalle correlazioni tra i rendimenti dei diversi intermediari analizzati. I risultati ottenuti da entrambe le metodologie sono conformi e permetto di concludere che nei periodi anteriori alla crisi e durante la stessa, le istituzioni tendono ad essere molto più interconnesse tra loro. Pertanto, si potrebbe utilizzare lo studio delle relazioni come strumento in grado di prevedere, quando sia più probabile il manifestarsi di una crisi sistemica.
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Egbon, Osarugue <1987&gt. "Relazione tra Rischio e Volatilità e la Previsione degli Asset Finanziari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9437.

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Abstract:
Il rischio è la possibilità che si verifichi un evento danoso futuro e incerto mentre la volatilità e il grado di variazione di un prezzo nel tempo. Larelazione esistente tra di loro è di tipo positivo. Maggiore è la volatilità, maggiore è il rischio e quindi maggiore sarà il rendimento associato al asset.
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Speranza, Antonio Giuseppe <1994&gt. "COVID-19: come l'epidemia ha modificato il rapporto tra Rischio Corporate e Rischio Sovrano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18990.

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Abstract:
Obiettivo della tesi è rilevare l'impatto che l'epidemia di Covid-19 ha avuto sul rischio sovrano e sul rischio corporate. Utilizzando dati sui Credit Default Swap (CDS) di cinque Paesi europei (Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Italia) come indicatori della percezione del rischio da parte del mercato, si andrà a misurare il rischio sovrano di questi Paesi prima e dopo l'arrivo del virus in Europa. Punto d'interesse è verificare com'è cambiata la correlazione tra questo rischio e il rischio associato alle aziende appartenenti ai Paesi sopracitati (rischio corporate).
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Battaglin, Chiara <1988&gt. "Il rischio reputazionale nelle banche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3134.

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Zanioli, Alberto <1993&gt. "Rischio sistemico: definizione e misurazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11891.

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Perissinotto, Dennis <1994&gt. "Rischio catastrofale e Cat bonds." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16551.

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Abstract:
L’elaborato si propone di analizzare il rischio catastrofale e gli strumenti per la sua gestione. Nel primo capitolo ci si concentra sul rischio catastrofale, fornendo innanzitutto una definizione di catastrofe, e sulla regolamentazione della gestione delle catastrofi in Italia, nell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo. Il secondo capitolo verte sulla gestione del rischio catastrofale da parte delle imprese di assicurazione; quindi, viene illustrato il processo che porta alla creazione dei cosiddetti modelli catastrofali e i loro limiti. Il terzo capitolo analizza le diverse forme di copertura di questo rischio, dalla riassicurazione tradizionale, che consente di ridurre la quantità di capitale necessaria all’impresa, alla cartolarizzazione, per arrivare ad altri strumenti di copertura meno diffusi. Nel quarto ed ultimo capitolo infine, ci si sofferma su un particolare strumento di copertura, i Cat bonds, e sulle loro principali peculiarità, fornendo anche cenni relativi all’origine, gli sviluppi e il pricing di tali strumenti e su come questi rappresentino un interessante investimento, che contribuisce a migliorare il profilo rischio-rendimento di un portafoglio finanziario grazie alla bassa correlazione con le altre attività finanziarie.
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Gasparini, Enrico <1987&gt. "Il rischio sistemico nel settore assicurativo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2042.

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Abstract:
Nei primi anni del nuovo millennio, il sistema finanziario internazionale è stato artefice della più dirompente Crisi Finanziaria di tutti i tempi. La struttura del lavoro proposta si pone l’obiettivo di analizzare se a cinque anni di distanza dallo scoppio della Crisi Finanziaria, istituzioni finanziarie quali intermediari non bancari: compagnie assicurative, abbiano svolto un ruolo attivo nella bagarre riguardante il rischio sistemico nel sistema finanziario prima e nell’economia reale a livello globale poi. L’elaborato, dopo aver presentato i fattori conclamanti la Crisi Finanziaria concentra il proprio focus dapprima sul rischio sistemico in via assoluta, quindi sulle modalità di contagio quali mercati finanziari, sistemi dei pagamenti e il settore bancario. Successivamente confronta attività bancarie ed attività assicurative, ponendo particolare attenzione alle peculiarità del settore assicurativo come fonte di instabilità del sistema finanziario soprattutto in conseguenza della debacle AIG.
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Albertini, Francesca <1994&gt. "La gestione dei rischi in un istituto finanziario non vigilato: l’adeguamento volontario e progressivo alla vigente normativa di vigilanza per gli intermediari finanziari. Il caso del gruppo ETC Export Trading Cooperation." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14369.

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Abstract:
La tesi affronta il tema della gestione dei rischi di un istituto finanziario non vigilato. Il primo capitolo si sofferma sulle finalità e metodologie del processo di gestione dei rischi, sulle tipologie di rischi e sulla loro relativa regolamentazione finanziaria. Il secondo capitolo affronta il tema della vigilanza sugli intermediari finanziari in termini di esponenti aziendali, governance, controlli interni e accantonamenti di capitale con riferimento alla vigilanza prudenziale. Il terzo ed ultimo capitola analizza un istituto finanziario non vigilato (NOSU), ETC Group, che ha deciso di aderire volontariamente alla disciplina degli intermediari finanziari vigilati. Si tratta di un’analisi in ottica attuale e prospettica dei processi e sistemi adottati dalla società per la gestione ed il monitoraggio dei rischi.
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Cusin, Francesco <1988&gt. "Misure di rischio sistemico e connettività nei mercati finanziari: analisi del mercato Europeo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1941.

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Abstract:
Le connessioni tra i soggetti che operano nei mercati finanziari sono diventate negli ultimi anni sempre più intense e numerose, comportando un aumento del rischio che una situazione di tensione di uno o pochi intermediari si propaghi a livello sistemico. Applicheremo delle misure econometriche di connettività e di rischio sistemico ad alcune istituzioni finanziarie dei principali mercati europei, per analizzare la situazione che sussiste nelle relazioni tra le istituzioni stesse e cercheremo di capire se tali misure hanno anche un potere predittivo, ossia fungono da "early warning indicators", sulle possibili crisi sistemiche.
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Amato, Carlo <1991&gt. "ANATOMIA DEL RISCHIO REPUTAZIONALE NEL SETTORE BANCARIO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10690.

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Abstract:
La reputazione, in uno scenario finanziario in continua evoluzione, risulta essere una variabile di fondamentale importanza. I processi di innovazione e l’obiettivo strategico di crescita, al fine di aumentare la reddittività, hanno spinto gli istituti di credito ad utilizzare nuove tipologie di strumenti e ad aumentare progressivamente la diversificazione degli asset, dei settori e dei mercati in cui operano. La principale implicazione della ricerca della reddittività è l’incremento dell’esposizione delle banche ai rischi, in particolar modo quelli difficilmente quantificabili. Il rischio reputazionale, vista la sensibilità della collettività al tema degli intermediari finanziari, deve essere individuato, gestito e mitigato. Sottovalutare i processi atti a ridurre l’impatto di un danno reputazionale può comportare un’amplificazione delle perdite derivanti da altre tipologie di rischio oppure, nel peggiore dei casi, l’interruzione del business. Non risulta possibile racchiudere tale rischio in una definizione, vista la vastità del tema e le implicazioni trasversali dei fattori reputazionali. Obiettivo del presente elaborato di tesi è delineare il rischio reputazionale, analizzando tutte le sue sfaccettature nella prima parte, per poi analizzare empiricamente il legame tra i flussi generati all’interno di un istituto di credito e le notizie, diffuse dalle principali testate giornalistiche, che lo riguardano.
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Emanuelli, Martina <1991&gt. "Il rischio di riciclaggio nell'utilizzo delle criptovalute." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12088.

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Abstract:
Il Bitcoin nasce in un periodo di crisi finanziaria e bancaria, un periodo più che favorevole per far maturare un sistema decentralizzato quindi a sé stante ed indipendente da quello tuttora conosciuto. Il sistema è la realizzazione di un sogno anarchico di poter eliminare i confini delineati dalle Autorità governative sfruttando la rete Internet. La caratteristica principale del Bitcoin è l’anonimato ed è il motivo per cui ha un riconoscimento sempre crescente. Dà la possibilità a chiunque di trasferire somme di denaro minime o elevate in modo del tutto anonimo senza dover rivelare la propria identità: per chi lo usa è un vantaggio ma per chi è chiamato a seguire i flussi di denaro sospetti è uno svantaggio. A tal proposito entriamo nel caso qui analizzato delle Autorità ed in particolare della Guardia di Finanza chiamata ad impedire che il denaro non sia utilizzato per finanziare il terrorismo o altre attività illecite. Verrà a tal proposito analizzata la disciplina dell’antiriciclaggio per comprendere su quali fronti agiscono le Autorità nell’esercizio delle proprie funzioni. In realtà l’anonimato del sistema è uno pseudo-anonimato e ciò dà un aiuto anche se marginale per fronteggiare eventuali crimini. In conclusione saranno poi riportati degli esempi in cui le Forze dell’Ordine hanno portato alla chiusura di attività i cui pagamenti avvenivano per mezzo dei bitcoin.
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Davanzo, Martina <1994&gt. "Cambiamento climatico e Climate Finance: rischi ed opportunità d’investimento per il mondo finanziario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14505.

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Abstract:
La lotta al cambiamento climatico rappresenta la più importante e delicata sfida globale. Questo elaborato è nato con lo scopo di fornire un quadro il più possibile completo su quello che, per alcuni, è il più grave fallimento di mercato della storia umana analizzando il tema della “finanza climatica”. Essa consente di indirizzare l’azione climatica verso un futuro sostenibile, ma si vedrà quanto la stabilità finanziaria globale sia al tempo stesso minacciata dal cambiamento climatico. Iniziando con la presentazione del contesto politico internazionale, in particolare della COP21, e delle attività di mitigazione e adattamento, si passa nel vivo del lavoro: se vogliamo rimanere all’interno della soglia limite del +1,5°C, gli investimenti per queste attività devono notevolmente aumentare. Il problema non è dunque solo ambientale, ma anche economico e finanziario e sempre di più investitori, leader politici, istituzioni e il mondo in generale sono consapevoli di questo. Se da un lato il global warming è una minaccia per la nostra società e per le nostre realtà economiche, in ottica invece finanziaria si vedrà che da esso possono emergere delle opportunità di crescita e sviluppo sostenibile sfruttabili attraverso iniziative e strumenti finanziari innovativi (portafogli verdi e green bonds). Si parlerà inoltre dell’importanza di ottenere una maggiore trasparenza e diffusione delle informazioni legate agli impatti ambientali per stimolare gli investimenti “verdi”. L’ultimo capitolo invece concentra l’attenzione sul caso Italia e contestualizza i temi trattati antecedentemente sia sul piano pubblico che privato. Si presenterà quanto svolto da questi due settori e si analizzeranno le opportunità e il mercato italiano dei green bonds.
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Businaro, Alessandro <1993&gt. "Analisi dei covenants legati al profilo di rischio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13654.

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Abstract:
L'elaborato ha il fine di descrivere e analizzare le caratteristiche fondamentali del profilo di rischio delle controparti (debitori) nei principali contratti di debito e indagare come la presenza di specifiche pattuizioni chiamate comunemente "covenants" possano influenzare le componenti del rischio di credito del cliente affidato andando a modificare il suo profilo di rischio.
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Visentin, Sebastiano <1994&gt. "RISCHIO DI LIQUIDITÀ Gestione e misurazione nelle banche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16495.

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Abstract:
La Crisi dei mutui sub-prime Americana del 2007 e la successiva Crisi del Debito Sovrano (2010-2011) in Europa hanno determinato una svolta epocale dal punto di vista regolamentare in tema di gestione dei rischi finanziari nelle banche. Le Crisi, in particolare quella Americana, evidenziarono i limiti della normativa vigente in quel periodo (Basilea II), per la sua inadeguatezza nel limitare gli effetti dell’instabilità e per la sua incapacità di prevenire una crisi di dimensioni sistemiche. Allo stesso tempo furono il punto di partenza con il quale i Regolatori crearono un assetto normativo più robusto noto come Basilea III, con l’obiettivo di rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche. In particolare Basilea III, attualmente in vigore, focalizza l’attenzione sul rischio di liquidità in precedenza poco regolamentato e considerato secondario introducendo criteri qualitativi e quantitativi per una sua corretta gestione nel sistema bancario. A tale scopo il liquidity risk diventa così uno degli elementi innovativi e principali di tale riforma che pone come principio regolamentare di base la sana e prudente gestione dell’intermediario, non solo a livello microprudenziale, ma soprattutto a livello sistemico. Sulla base di questo scenario il mio progetto di tesi ha l’obiettivo in primo luogo di definire il concetto di rischio di liquidità nella banca, analizzandolo in ogni sua dimensione ed evidenziando la sua relazione con gli altri rischi finanziari tipici dell’attività bancaria. In seguito verrà illustrata l’evoluzione normativa, con particolare riferimento alle nuove regole quantitative introdotte da Basilea III. Nella terza parte sarà affrontato il tema della gestione del rischio (Liquidity Risk Management) nella prassi degli Istituti di Credito sulla base di criteri qualitativi definiti dalla regolamentazione vigente. Infine verranno rappresentate le principali forme di misurazione di tale rischio, distinguendo tra il funding liquidity risk e il market liquidity risk.
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Picco, Ilaria <1988&gt. "Analisi del rischio sistemico attraverso i modelli a rete." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1733.

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Covre, Martina <1988&gt. "Profili normativi del governo del rischio di liquidità nelle banche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3885.

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Abstract:
L'elaborato si divide in due macro argomenti. La prima parte si occupa degli aspetti propri del rischio di liquidità nelle sue diverse sfaccettature in relazione all'attività svolta dagli istituti di credito. Particolare attenzione è stata posta al nuovo accordo di Basilea III in merito alle norme innovative introdotte e ad i vincoli imposti alle banche in risposta alla recente crisi finanziaria. nella Seconda parte dell'elaborato è stata posta l'attenzione alla governance del rischio di liquidità ed al ruolo fondamentale rivestito dagli organi aziendali nella gestione e governo di tale rischio. In particolare oggetto d'attenzione rilevante è stato l'art.53 del TUB considerata norma cardine in ambito del contenimento del rischio nelle sue diverse sfaccettature e in tema di organizzazione amministrativa - contabile e controlli interni.
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VALZER, AMEDEO. "Gli "ibridi finanziari": critica ad una categoria concettuale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/92.

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Abstract:
L'autore contesta la classificazione degli strumenti finanziari partecipativi e non partecipativi nella categoria concettuale degli ibridi finanziari (o strumenti finanziari ibridi ). Rimarca le differenze tra l' investimento nella società e il finanziamento della società. dimostra che gli strumenti finanziari partecipativi (art. 2346 ult. comma c.c.) possano esser emessi solo a fronte di apporti di patrimonio non imputati a capitale sociale e che gli strumenti finanziari non partecipativi (quasi obbligazioni ex art. 2411 ult. comma c.c.) non possano esser dotati di diritti amministrativi.
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VALZER, AMEDEO. "Gli "ibridi finanziari": critica ad una categoria concettuale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/92.

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Abstract:
L'autore contesta la classificazione degli strumenti finanziari partecipativi e non partecipativi nella categoria concettuale degli ibridi finanziari (o strumenti finanziari ibridi ). Rimarca le differenze tra l' investimento nella società e il finanziamento della società. dimostra che gli strumenti finanziari partecipativi (art. 2346 ult. comma c.c.) possano esser emessi solo a fronte di apporti di patrimonio non imputati a capitale sociale e che gli strumenti finanziari non partecipativi (quasi obbligazioni ex art. 2411 ult. comma c.c.) non possano esser dotati di diritti amministrativi.
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Colle, Elisa <1992&gt. "BOARD DIVERSITY E ASSUNZIONE DI RISCHIO: un'analisi empirica sulle banche europee." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12780.

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Abstract:
Il tema della governance bancaria negli ultimi anni ha riscontrato molto interesse da parte di giuristi, economisti e studiosi in generale collocandosi al centro di numerosi dibattiti, soprattutto in seguito all’acuirsi della crisi economica del 2008, la quale ha messo in luce l’instabilità e l’alto grado di rischio assunto dalle banche. Il presente lavoro si propone di indagare circa l’influenza che una maggior diversità nel board di una banca – in termini di età, istruzione, esperienze, sesso e provenienza dei membri del board – può avere sui livelli di assunzione di rischio. Prendendo in esame un campione di 25 banche europee nel periodo che va dal 2005 al 2016, si è dapprima proceduto al computo dei BLAU INDEX al fine di ottenere un indicatore sintetico di diversità delle caratteristiche dei membri del board delle banche; successivamente sono state calcolate le misure di rischio: ROA, ROA VOLATILITY, EQUITY RATIO, EQUITY VOLATILITY, LN (Z-SCORE), VAR ed Es. Tramite l’impiego di una regressione lineare si è cercato di capire se dopo la crisi economia le banche con board diversity maggiore abbiano assunto meno rischi.
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Didone', Mattia <1994&gt. "IFRS9: Il nuovo modello di impairment basato sul rischio di credito." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12848.

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Abstract:
L’elaborato si suddivide in tre capitoli e ha come tema l’analisi del nuovo principio contabile internazionale Ifrs 9, applicabile dal 1° gennaio del 2018. Il primo capitolo ha la funzione di introdurre l’argomento partendo dai motivi per cui lo IASB ha deciso di sostituire il vecchio IAS 39, ponendo in risalto i pesanti impatti della crisi finanziaria del 2007 sui bilanci delle banche. In seguito si ripercorrono i vari passaggi che hanno portato alla definizione e all’approvazione dell’Ifrs 9. Il secondo capitolo fa un riassunto del nuovo principio contabile seguendo la sua struttura originaria. Si parla del suo obbiettivo e del suo ambito di applicazione, della classificazione e valutazione delle attività e delle passività finanziarie. Si introduce la nuova metodologia di impairment. Si fa cenno alle forme di hedge accounting descritte nel principio, facendo riferimento allo scopo della copertura, ai requisiti per metterla in pratica, agli strumenti finanziari usati e alla contabilizzazione delle coperture. Infine vengono fatte alcune considerazioni sul possibile impatto dell’applicazione dell’Ifrs 9 sulla gestione delle banche e sulla concessione del credito. Il terzo capitolo si concentra sulla svalutazione per perdite di valore cioè l’impairment. Viene posta l’attenzione sull’analisi del rischio di credito e sulla rilevazione e quantificazione delle perdite per il peggioramento del merito creditizio della controparte e si definisce il concetto di perdita attesa.
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Salatin, Martina <1993&gt. "L'utilizzo dei prodotti derivati a copertura del rischio nelle imprese assicurative." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14168.

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Raimondo, Nicole <1994&gt. "IFRS 9: la nuova metodologia di valutazione del rischio di credito." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15379.

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Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di analizzare gli impatti che il principio contabile IFRS 9 ha sia dal punto di vista contabile sia dal punto di vista prudenziale. Analizzando tale principio da due prospettive diversi infatti si possono evidenziare delle similitudini nell’approccio ma anche dei punti di differenza. Dopo la crisi finanziaria del 2007, i regulators hanno voluto porre mano ai principi contabili, con l’obiettivo di far registrare in maniera più tempestiva il deterioramento della qualità del credito. Il meccanismo studiato prende il nome di IFRS 9, quadro contabile che dal primo Gennaio 2018 sostituisce il precedente IAS 39. Il passaggio dallo IAS 39 all'IFRS 9 è sicuramente la variazione contabile più dirompente degli ultimi anni. 1. Nel primo capitolo vengono descritte le principali critiche emerse sul principio IAS 39 prima e dopo la crisi finanziaria, che sono state fondamentalmente le ragioni del cambiamento e dell'adozione dell'IFRS 9. Segue poi un'analisi dei più importanti elementi innovativi introdotti dall'IFRS 9, in vigore da Gennaio 2018. L'intervento dello IASB è focalizzato su tre aree: classificazione, impairment e hedge accounting. 2. Nel secondo capitolo verrà trattato invece il principio contabile IFRS 9 del punto di vista prudenziale evidenziando analogie e differenze rispetto all’approccio contabile del capitolo precedente. L’Expected Loss Previsioning sui crediti è da sempre un'area di attenzione per le autorità di vigilanza a causa del significativo effetto che esso ha sulle condizioni finanziarie delle banche. La determinazione di ciò che costituisce un livello adeguato di accantonamenti per assorbire le perdite di credito è spesso oggetto di dibattito tra le banche e le autorità di vigilanza, poiché i cambiamenti nelle stime di dotazione incidono immediatamente sugli utili della banca e, infine, sul capitale regolamentare. I principi di impairment delle attività finanziarie nell’ International Accounting Standards (IAS) 39 sollevavano una serie di preoccupazioni. Innanzitutto, basandosi sul concetto di perdite sostenute piuttosto che previste, il principio non rifletteva adeguatamente il valore attuale delle attività finanziarie detenute al costo ammortizzato, come i prestiti e i crediti. In secondo luogo, l'approccio delle perdite sostenute rende il valore contabile dichiarato delle attività e, di conseguenza il Conto Economico, eccessivamente pro-ciclico. Per tenere conto delle carenze prudenziali dello IAS 39, Basilea II ha richiesto a tutte le banche di adottare gli approcci basati sui Rating Interni (IRB) alla misurazione del capitale di rischio di credito per confrontare le loro riserve contabili con la perdita totale regolamentare attesa (EL), con eventuali deficit da dedurre da capitale regolamentare. Secondo gli approcci IRB, l'EL totale regolamentare è calcolato dalle banche come la somma della probabilità di default per il tempo di default prestabilito per l'esposizione al default. Il passaggio dagli accantonamenti per perdite su crediti attesi alle perdite attese (ECL) secondo l'International Financial Reporting Standard (IFRS) 9 rappresenta un miglioramento significativo. L'IFRS 9 entrato in vigore nel Gennaio 2018, fornisce agli operatori di mercato informazioni più utili sulle valutazioni delle attività segnalate e sulle relative perdite attese su crediti. In questo capitolo verranno esaminati quindi una serie di problemi di politica prudenziale che devono essere considerati dalle banche nel momento in cui fanno riferimento al provisioning ECL in base all'IFRS 9. Inoltre, verranno identificate le considerazioni politiche basate, in parte, su una revisione delle linee guida pertinenti del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BCBS) e l'International Accounting Standards Board (IASB). 3. Nel terzo e ultimo capitolo invece sarà esaminato un caso pratico.
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Barison, Roberto <1993&gt. ""Rischio e rendimento degli investimenti sostenibili. Un'analisi del mercato azionario europeo"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15486.

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Abstract:
La finanza sostenibile sta ricevendo una crescente attenzione da parte delle principali società di gestione di fondi e da parte dei consulenti finanziari, ma non è chiaro se vi sia un vantaggio finanziario per il cliente oppure quale sia il costo che deve affrontare. L’obiettivo di questa tesi è individuare se vi sia un beneficio oppure uno svantaggio derivante dal tenere in considerazione gli aspetti non finanziari delle società in cui si investe o dei fondi che vengono acquistati; inoltre viene comparata la scelta di acquistare direttamente pacchetti di azioni di società sostenibili con un l’acquisto di un portafoglio di fondi comuni di investimento. Il punto di vista tenuto in considerazione è quello di un consulente indipendente interpellato da un cliente facoltoso per la costruzione di un portafoglio di investimento. La tecnica utilizzata è la minimizzazione della perdita cui l’investitore potrebbe incorrere in media nel dieci percento peggiore dei casi, ossia l’Expected Shortfall, con un rendimento minimo soddisfacente pari al rendimento medio conseguito dai principali Exchange-Traded Funds replicanti il mercato azionario europeo.
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Paquola, Mattia <1994&gt. "La gestione del rischio nelle imprese di assicurazione: l'Enterprise Risk Management." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16854.

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Abstract:
l'obiettivo della presente tesi è quello di riassumere le attuali tecniche di gestione del rischio nelle imprese di assicurazione esaminando le metodologie proposte in letteratura, nella prassi e le disposizioni normative.Dopo aver definito le caratteristiche dell'Enterprise Risk Management si cercherà di capire come tale strumento influenzi le imprese di assicurazione nella gestione del rischio​
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Palmas, Lorenzo <1996&gt. "Gli accordi di Basilea, l’evoluzione della vigilanza e il rischio di credito." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21348.

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Abstract:
La banca è l’impresa autorizzata all’esercizio dell’attività bancaria, la sua crescente rilevanza a livello economico-sociale ha reso sempre più necessaria una continua evoluzione e integrazione del complesso normativo, che ne regolamentasse il funzionamento nonché il perimetro di azione, senza intaccare la “libertà di iniziativa economica” garantita dall’art.41 della costituzione. Nel corso dei decenni, il legislatore è andato ad affinare le norme su cui tutto il sistema è fondato, ponendo massima attenzione ai rischi sopportati dagli istituiti bancari che, a più riprese, hanno messo il sistema in difficoltà. Il presente lavoro si propone di esaminare nel dettaglio le varie componenti del metodo di stima del rischio di credito, nonché proponendo delle possibili modifiche rispetto ai criteri standard che tengano in considerazione gli impatti dei recenti eventi sul sistema economico-finanziario. In particolare, verranno esposte in maniera sintetica le principali tipologie di rischio, soffermandosi soprattutto sul rischio di credito e sulle sue componenti costitutive. Saranno presentate le strutture degli accordi di Basilea (le linee guida in materia di requisiti patrimoniali e prudenziali delle banche), le loro implementazioni e le conseguenze che hanno avuto nel mercato italiano. Inoltre, saranno esaminati gli effetti della crisi economico-sanitaria iniziata nel corso del 2020 e gli interventi fino ad ora adottati.
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Vitaliano, Alessandra <1987&gt. "Modelli a rete per il rischio di controparte con un'applicazione al settore automobilistico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3369.

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Abstract:
La misurazione del rischio di controparte risulta fondamentale nella valutazione delle esposizioni creditorie tra due o più soggetti. Sono stati analizzati diversi modelli proposti in letteratura, riguardanti il calcolo del rischio di controparte. I modelli a rete proposti da diversi autori, ed utilizzati per definire la struttura delle relazioni tra imprese appartenenti allo stesso mercato e identificare l’intensità degli scambi economici che collegano i soggetti considerati, sono stati il punto di partenza per un'applicazione al settore automobilistico. Per definire la rete vengono considerati i primi cinque produttori automobilistici europei, per poi procede ad una calibrazione dei legami tra tali imprese ed analizzare le relative esposizioni.
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Solivo, Matteo <1989&gt. "Profilo di rischio dei prodotti di investimento non-equity: aspetti tecnici e regolamentari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3780.

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Abstract:
La tesi affronta la problematica della trasparenza informativa dei prodotti di investimento non-equity. In particolar modo vengono presi in considerazione gli aspetti regolamentari in vigore e le possibili dinamiche future della normativa. Si analizzano inoltre i documenti contenenti le informazioni chiave destinate agli investitori previsti per i fondi di investimento regolamentati a livello europeo e per i fondi strutturati, concentrandosi sulla presentazione degli scenari futuri di performance. Si mettono in luce gli aspetti positivi e le principali criticità dell'approccio metodologico di presentazione degli scenari di disclosure scelto a livello europeo, detto approccio "what-if". Si propone, inoltre, una metodologia alternativa rappresentante gli scenari probabilistici. La parte finale della tesi è dedicata all'analisi di due case studies attraverso il confronto tra le due diverse metodologie di rappresentazione degli scenari futuri di performance, facendo ricorso a simulazioni numeriche sviluppate attraverso il software matlab.
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