Academic literature on the topic 'Rischio idrogeologico'

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Journal articles on the topic "Rischio idrogeologico"

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Palmieri, Walter. "Natura, uomini e dissesti: le alluvioni di Nola agli inizi dell'ottocento." SOCIETÀ E STORIA, no. 126 (March 2010): 615–33. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126002.

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Abstract:
Nonostante l'importanza dei dati storici per le odierne politiche di prevenzione e di mitigazione del rischio idrogeologico, la storiografia raramente si č occupata di questi argomenti; anche se, dopo la catastrofe di Sarno del 1998, si č assistito ad una breve stagione di studi storici su frane e alluvioni verificatisi in quell'area nei secoli precedenti. Partendo da queste considerazioni, l'autore, dopo essersi soffermato sulle cause naturali che rendevano (e rendono) la pianura campana particolarmente esposta a fenomeni franosi ed alluvionali, ricostruisce ciň che avvenne nella pianura di Nola, negli anni Venti dell'Ottocento. La violenta eruzione del Vesuvio del 1822, infatti, aggravň enormemente i precari equilibri idrogeologici dell'area generando, negli anni seguenti, numerosi eventi catastrofici. Particolare attenzione viene dedicata all'individuazione delle attivitÀ antropiche - generate a loro volta da spinte di natura economica - che, sommandosi agli agenti naturali, contribuivano ad aggravare l'instabilitÀ dei versanti. Attraverso l'ausilio di fonti archivistiche, vengono inoltre analizzate le modalitÀ con cui le istituzioni dell'epoca intervennero per tentare di arginare questi fenomeni.
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De Pascale, Francesco, Loredana Antronico, and Roberto Coscarelli. "La percezione del rischio idrogeologico in Calabria: il caso studio della Costa degli Dei." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 124 (April 2019): 171–99. http://dx.doi.org/10.3280/asur2019-124008.

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3

Corongiu, Manuela, Lorenzo Bottai, Massimo Perna, Bernardo Zanchi, and Guido Lavorini. "Il rischio idrogeologico connesso al "disuso" del suolo in ambito collinare montano della Toscana settentrionale." Rendiconti Online della Società Geologica Italiana 39 (March 2016): 16–18. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2016.36.

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Gatti, Filippo, Claudio Bonetti, Giacomo Cappellini, Marco Deligios, Paolo Locatelli, Nicola Pasetti, Giancarlo Vismara, Debora Voltolina, Marco Zazzeri, and Simone Sterlacchini. "Il Progetto Mappa Italia: proposta di una Metodologia GIS per la definizione di un "Indice di Rischio" Idrogeologico a scala nazionale." Rendiconti Online della Società Geologica Italiana 48 (July 2019): 54–60. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2019.38.

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Consiglio Nazionale Geologi, Commissione Risorse Idriche. "Legge 464/1984 e conoscenze geologiche a scala nazionale." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 8, no. 3 (September 30, 2019). http://dx.doi.org/10.7343/as-2019-408.

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Abstract:
Nel febbraio scorso è stato presentato nelle sedi deputate il Piano nazionale denominato Proteggitalia (Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, adottato con DPCM 20 febbraio 2019, con successiva approvazione, con Delibera CIPE 24 luglio 2019, del Piano stralcio degli interventi immediatamente cantierabili individuati dal Ministero dell’Ambiente), Piano la cui continuità dovrebbe essere garantita dal nuovo governo. Il Piano si prefigge di mitigare e prevenire il dissesto idrogeologico mediante azioni atte a favorire la messa in sicurezza del nostro Paese, ovvero la realizzazione di opere di manutenzione del territorio e di prevenzione del rischio. Particolare attenzione, oltre agli interventi riconducibili alla gestione delle emergenze e alle azioni di prevenzione dei rischi e manutenzione del territorio, viene dedicata alla semplificazione e rafforzamento della governance. Il piano si configura, dunque, come un riordino, una combinazione e un’integrazione dei vari aspetti, norme, interventi e risorse che nel tempo si sono avvicendate in tema di sicurezza del territorio [...].
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Dematteis, Antonio, Marco Barla, Alessandro Boscaro, Alessandro Gargini, Maria Governa, Fabrizio Grosso, Alessandra Insana, et al. "Linee guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 9, no. 4 (December 22, 2020). http://dx.doi.org/10.7343/as-2020-486.

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Abstract:
Questo documento presenta le Linee Guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie, elaborate dal Gruppo di Lavoro GESTAG (GEstione SosTenibile delle Acque nelle Gallerie), istituito il 20/06/2012 dal Comitato Italiano dell’Associazione Internazionale degli Idrogeologi. Il documento affronta e descrive obiettivi, metodi e casi di studio, ciascuno dei quali richiede di adottare misure tecniche di vario tipo, illustrate nei capitoli seguenti, come studi idrogeologici, modelli predittivi degli impatti, soluzioni tecnologiche di contenimento del drenaggio e di captazione, recupero e valorizzazione delle risorse intercettate, monitoraggi. Sono affrontati anche i così detti temi non tecnici, come la comunicazione, poiché è ormai noto che l’accettabilità sociale di una galleria influenza direttamente la sua sostenibilità economica e finanziaria, per gli effetti che può avere sui tempi di realizzazione e sui costi delle compensazioni. Sulla base delle diverse esperienze dei componenti del Gruppo di Lavoro GESTAG, si è optato per una suddivisione in 11 temi principali, in particolare, in ciascuno dei capitoli successivi a quello introduttivo vengono trattati rispettivamente: Capitolo 2: l’importanza del ritorno di esperienza proveniente da gallerie già scavate, le banche dati disponibili e i criteri di analisi dei dati pregressi; Capitolo 3: come realizzare lo studio idrogeologico di una galleria, la relazione con il modello geologico, le metodiche da adottare nelle differenti fasi del progetto, che sono state distinte in ante-operam, in corso d’opera e post-operam; Capitolo 4: il tema degli impatti che il drenaggio in galleria può avere sull’ambiente circostante, le analisi che devono essere svolte e gli strumenti da adottare per la gestione del rischio, infine gli interventi per la mitigazione degli impatti; Capitoli 5 e 6: le metodiche di progettazione per la valorizzazione rispettivamente delle acque drenate in galleria e del calore; Capitolo 7: i prodotti chimici che vengono utilizzati in fase di scavo per il sostegno e il miglioramento del terreno, e la loro compatibilità con l’utilizzo delle acque drenate; Capitolo 8: i criteri di monitoraggio delle acque in un progetto di galleria; Capitolo 9: la comunicazione, il rapporto con i territori e l’analisi di casi pregressi, nonché una guida sulle buone pratiche da adottare; Capitolo 10: una panoramica sulla normativa europea ed italiana in tema di valutazione di impatto ambientale, monitoraggio e scarichi delle acque drenate; Capitolo 11: la bibliografia ragionata inerente l’argomento trattato, che include pubblicazioni tecnico scientifiche, normative di riferimento e risorse web.
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Page, James. "RIVERBED, BANKS AND BEYOND: AN EXAMINATION OF ROMAN INFRASTRUCTURE AND INTERVENTIONS IN RESPONSE TO HYDROLOGICAL RISK IN THE PO–VENETIAN PLAIN." Papers of the British School at Rome, November 18, 2021, 1–30. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246221000258.

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Abstract:
Water poses a particular challenge to the cities and settlements of the Po–Venetian plain. The region has some of the highest levels of precipitation in Italy and is criss-crossed by dozens of rivers, including the Po, Adige and Tagliamento. Throughout history, there was considerable hydrological risk to the well-being of riparian communities from hazards such as flooding and lateral channel movement, yet local residents did not sit idly by. This article synthesizes the available evidence for Roman responses to hydrological risk in the Po–Venetian plain from the first century BC to the sixth century AD, examining their workings and the hazards they sought to counteract, integrating them into wider discussions on risk in the Roman world. The responses are divided into the categories of defensive works (embankments and dykes) and channel interventions (channel rectification, channel diversion and dredging). While the effectiveness of these methods is questioned, in particular their potential to cause unintended changes to the watercourse, the decision by riparian communities to undertake them suggests a degree of local success. Nevertheless, an examination of the archaeological and palaeoclimatic evidence suggests a discrepancy between peak intervention and peak risk, implying increasing vulnerability and risk acceptance amongst riparian communities during late antiquity. L'acqua pone una particolare sfida alle città e agli insediamenti della pianura padano-veneta. La regione è caratterizzata da alcuni tra i più alti livelli di precipitazioni in Italia ed è attraversata da molti fiumi, tra cui il Po, l'Adige e il Tagliamento. Nel corso della storia, le comunità rivierasche hanno dovuto affrontare un notevole rischio idrologico legato a inondazioni e instabilità dei canali laterali. Gli abitanti dell'area non sono certamente rimasti a guardare. Questo articolo propone una sintesi delle evidenze disponibili relativamente alle risposte romane al rischio idrologico nella pianura padano-veneta dal I secolo a.C. al VI secolo d.C., esaminando il loro funzionamento e i pericoli che hanno cercato di contrastare, integrandole in più ampie discussioni sul rischio nel mondo romano. Le soluzioni individuate per arginare il rischio idrogeologico sono suddivise nelle categorie di opere difensive (argini e fossati) e interventi di canalizzazione (modifiche e deviazioni dei canali e dragaggio). Sebbene l'efficacia di questi metodi sia stata messa in dubbio, in particolare la loro possibilità di causare cambiamenti non intenzionali al corso d'acqua, la decisione delle comunità rivierasche di adottarli suggerisce un certo grado di successo locale. Tuttavia, un esame delle testimonianze archeologiche e paleoclimatiche suggerisce una discrepanza tra il picco di intervento e il picco di rischio, implicando una crescente vulnerabilità e un'accettazione del rischio tra le comunità rivierasche durante la tarda antichità.
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Dissertations / Theses on the topic "Rischio idrogeologico"

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Pedini, Matteo. "Determinazione e analisi del rischio sismico e idrogeologico nelle reti di distribuzione acqua." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
In questo elaborato si è focalizzata l’attenzione sulla determinazione del rischio simico e idrogeologico per una rete di distribuzione acqua. Partendo dalle caratteristiche di ogni singolo elemento si sono valutati la vulnerabilità, l’esposizione e la pericolosità per ogni condotta. In conclusione si è analizzato il rischio al fine di individuare quegli elementi maggiormente compromessi su cui concentrare l’attenzione per possibili interventi futuri.
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Zani, Martina. "Il dissesto idrogeologico in Emilia-Romagna: un esempio di mitigazione del rischio da frana." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11727/.

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Abstract:
L’elaborato si concentra sull’analisi della geologia e della geomorfologia nell’area in cui è situata la località di Libiano, nel Comune di Novafeltria, in Provincia di Rimini e sull’analisi dell’intervento proposto dalla regione Emilia-Romagna a seguito di un evento franoso verificatosi nel febbraio 2015, che aveva evidenziato l’inefficienza dell’opera in gabbioni precedentemente costruita. Sono inoltre state proposte ed analizzate tre soluzioni alternative alla progettazione dell’opera muraria con funzione di sostegno, in quanto la morfologia e la situazione attuale del terreno suggerivano un possibile scenario di frana attiva o quiescente. Queste configurazioni sono poi state sottoposte a verifica seguendo le direttive presenti nelle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008 ed è risultato che solo una delle tre soddisfa le verifiche a flessione e a taglio. È stata inoltre effettuata tramite un software la verifica di stabilità del versante oggetto di studio, privo di opere di sostegno, che ne ha confermato l’instabilità.
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Folchi, Vici d'Arcevia Clemente. "Implementazione e sperimentazione di una banca dati in ambiente GIS per l'analisi del rischio idrogeologico." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242103.

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Abstract:
Si è implementata, sviluppata e sperimentata una banca dati in ambiente GIS finalizzata al corretto controllo, gestione e pianificazione del territorio per l’analisi del cosiddetto rischio idrogeologico. Dopo aver ricordato la drammatica situazione italiana, in cui fenomeni quali frane, alluvioni e inquinamenti popolano quotidianamente la stampa e i mezzi di comunicazione più in generale, richiamando l’attenzione sull’assoluta necessità di una corretta pianificazione ed uso del territorio, si è evidenziato come la necessità di gestire da un lato una notevole quantità di informazioni multidisciplinari, dall’altro quella di poterle integrare e confrontare tra loro in vari modi per ottenerne ulteriori informazioni richieda lo sviluppo di adeguati sistemi di controllo utilizzando le funzionalità tipiche dei Sistemi Informativi Geografici. In prima istanza, preso atto dell’estrema disomogeneità nel settore dello studio del rischio idrogeologico, sia da un punto di vista disciplinare che per quanto riguarda l’organizzazione dei dati nell’ambito di un Sistema Informativo Geografico, con gravi conseguenze sull’effettiva interscambiabilità dei dati, si è quindi effettuata un’analisi delle terminologie utilizzate in ambio internazionale. Si è anche evidenziato che, più che di rischio idrogeologico, termine per certi versi non corretto, per un concreto controllo delle principali pericolosità di un bacini si deve parlare di alcuni tipi di pericolosità naturale ed antropica. Sulla base di ciò, si è elaborato un modello concettuale di banca dati, evidenziando le relazioni intercorrenti tra i vari ambiti disciplinari. Successivamente, si è progettata ed implementata una banca dati alfanumerica relazionale in ambiente GIS finalizzata ad integrare i vari aspetti del territorio afferenti le problematiche di natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, idrologica e antropica. Tale struttura è stata quindi sperimentata su di bacino campione, inserendo dapprima i dati storici disponibili ed integrandoli con i dati delle stazioni di monitoraggio presenti in sito, per le quali sono stati sviluppati appositi moduli di importazione dei dati. Successivamente, sono stati sviluppati una serie di esempi analitici che hanno messo in luce le interrelazioni tra le componenti geologiche, idrogeologiche, geomorfologiche, idrologiche ed antropiche del bacino nella costituzione di situazioni di rischio. Il sistema sviluppato risulta innovativo per la multidisciplinarietà delle cause trattate, costituendo un tentativo di superamento dell’estrema frammentarietà e specificità esistente nel settore delle banche dati GIS sul tema.
database has been implemented, developed and tested in a GIS environment designed for control, management and planning of the hydrogeological risk analysis. There is in Italy a dramatic situation, in which phenomena such as landslides, floods and pollution populate daily press and media, calling attention to the absolute necessity for the proper planning and land use. It has shown that the need to manage a considerable amount of multidisciplinary information and integrate and compare them with each other for more information requires the development of appropriate control systems using the typical functionalities of Geographic Information Systems. Firstly, noted the extreme heterogeneity in the geological risk, both from a disciplinary point of view both for the data organization within a Geographic Information System, with serious consequences on the actual interchangeability of the data, it was necessary to analyze the terminology used in international context. For a real control of the main hazards of a basin it was also emphasized that, rather than hydrogeological risk studies, it is more correct to use the terms of natural and anthropic risk. On this basis, a conceptual model of database has been developed highlighting the relationships between the various disciplines. Later, an alphanumeric relational database in GIS environment was designed and implemented to integrate the various aspects of land issues related to geological, geomorphological, hydrogeological, hydrological, and anthropical fields. This structure was tested on a sample drainage basin, entering first the available historical data and integrating them with other data from the monitoring stations of the area for which special forms have been developed to import data. Then a series of analytical examples was developed showing the interrelationship between the geological, hydrogeological, geomorphological, hydrological and anthropical components of the basin in the establishment of hydrogeological risk situations. The system here developed is innovative in an attempt to overcome the considerable fragmentation and specificity existing in the field of natural and anthropic risk and GIS databases.
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Rosini, Michele. "Valutazione del rischio sismico e idrogeologico nelle reti di distribuzione acqua e attuazione dei possibili interventi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’obbiettivo ultimo di questo elaborato è quello di valutare il rischio per un evento sismico e un evento idrogeologico di tre reti di condotte per la distribuzione dell’acqua, per poter assegnare ai vari gradi di rischio un opportuno intervento. Le condotte delle reti sono identificate con: ID, materiale, pressione nominale, diametro nominale, portata, spessore, tipologia di giunti, rivestimento, protezione catodica, anno di posa, collocazione. Noti i dati, si possono calcolare le classi dei fattori vulnerabilità, esposizione e pericolosità, relativa ad ogni singola condotta e all’intera rete. La vulnerabilità valuta i fattori di suscettibilità e resilienza di una condotta, l’esposizione valuta i costi ad essa associati e la pericolosità valuta la possibilità degli eventi scelti in base alla collocazione fisica della condotta. Le classi sono successivamente combinate per conoscere il rischio della condotta rispetto l’intera rete. Valutato il livello di rischio abbinato al livello di vulnerabilità della condotta, si ottiene l’intervento opportuno per la condotta analizzata.
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Sarti, Emanuele. "Cantieri sociali: Struttura temporanea per detenuti in semiliberta impegnati in lavori di mitigazione del rischio idrogeologico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6135/.

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Abstract:
L’oggetto di questa tesi è la progettazione di una struttura temporanea destinata ad ospitare detenuti in semilibertà impegnati nell’esecuzione di lavori di prevenzione del dissesto idrogeologico in aree difficilmente raggiungibili. L’idea che sta alla base del progetto è quella di sfruttare alcune peculiarità di due condizioni critiche quali il sovraffollamento delle carceri e il rischio di dissesto idrogeologico, con lo scopo di ottenere un beneficio comune.
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Bandecchi, Anna Elisa <1982&gt. "Il trasferimento delle conoscenze scientifiche per il miglioramento della resilienza in ambienti ad alto rischio idrogeologico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7825/1/TESI%20BANDECCHI%20ANNA%20ELISA.pdf.

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Abstract:
L’Italia è uno dei paesi del mondo a più elevato rischio idrogeologico; ciò è dovuto sicuramente alle caratteristiche geologiche e geomorfologiche della nostra penisola, ma soprattutto all’utilizzo scorretto che è stato fatto del nostro territorio. Dalla ricerca bibliografica è emerso che l’origine più profonda del problema risiede nell’atteggiamento culturale della società nei confronti dei rischi geologici. Per la parte sperimentale, ai fini del miglioramento della resilienza, è stato sviluppato un lavoro di ricerca nel campo l’educazione al rischio. In particolare è stato elaborato il primo esempio di strumento didattico per gli insegnanti della scuola primaria italiana che riguardi in modo specifico il rischio di frana con un'ampia scelta di contenuti e tipologie didattiche. Durante i Laboratori pedagogico-didattici del corso di Elementi di Fisica e Didattica della Fisica, del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Bologna, il materiale didattico è stato strumento sia di lavoro per gli studenti, sia di ricerca e raccolta dati per l’autore. Lo stesso materiale successivamente è diventato anche oggetto di un progetto didattico in una classe IV di scuola primaria, come tirocinio di una studentessa di Scienze della Formazione e, nella stessa occasione, oggetto di una ricerca-azione. Nella seconda parte sperimentale della tesi, sono descritte le caratteristiche e i contributi personali della dottoranda all’interno di due progetti del gruppo di ricerca in Geologia Applicata del Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze, che hanno permesso di ampliare la prospettiva dell’autrice della tesi sul problema del miglioramento della resilienza nei confronti del rischio idrogeologico.
Italy is one of the world higher hydrological hazards countries. This is certainly due to the geological and geomorphological features of our peninsula, but mainly to the incorrect use made of our territory. From the literature research is emerged that the root cause of the problem lies in the cultural attitude of the society toward the geological hazards. For the research experimental part, for the improvement of the resilience, a research work has been developed in the field of risk education. More in detail, the work that was developed constitutes the first example of educational tool for Italian Primary School teachers that concerns specifically the landslide risk with a wide choice of contents and learning variety. During the laboratory sessions of the course Elements of Physics and Physics Teaching, of the degree course in Primary Teacher Education of Bologna, the teaching material was at the same time a work tool for students, and a research tool and data collection tool for the author. After that the same material later became the subject of an educational project in a 4th primary class, as a stage for a Primary Teacher Education student of and in the same occasion, as an action research. The second experimental part of the thesis, deals with the features of the PhD student projects and her personal contributions within two projects of the Engineering Geology research group of the Earth Sciences Department of Florence. Those projects allowed to widen the author's outlook toward the problem of the resilience improvement toward the hydrological hazards.
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Galeazzi, Sara. "Applicazione di un modello semi-fisicamente basato per la definizione di soglie pluviometriche nella Regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
La tesi descrive l’applicazione di un modello previsionale per l’innesco dei fenomeni franosi in Emilia-Romagna. Il modello in questione, PRESCCA (PREvisione Soil Slips e Contenuto d’Acqua), è un modello semi-fisicamente basato finalizzato alla definizione di soglie di innesco per frane superficiali. Il modello prevede soglie del tipo grado di saturazione - pioggia cumulata, basate non solo sul parametro della pioggia ma anche sulle condizioni di umidità del suolo precedenti alla data di innesco. Dopo un primo inquadramento generale sul sistema di allertamento nazionale e regionale e sui principali modelli previsionali attualmente in uso nella Regione Emilia-Romagna, è descritta la metodologia del sistema PRESSCA con riferimenti alla sua applicazione nella Regione Umbria dove è stato implementato per la prima volta. La metodologia viene poi applicata, seppur con qualche modifica, al caso di studio dell’Emilia-Romagna. A tale scopo, sono stati selezionati dall’Archivio storico delle frane della Regione, 152 eventi franosi avvenuti fra il 2001 e il 2017, la cui causa di innesco fosse imputabile alla pioggia. Per ognuno di questi siti di frana, sono stati estratti i dati orari di pioggia e temperatura dell’aria dal 2001 al 2019 e le informazioni riguardanti la tessitura dei suoli. Utilizzando questi parametri come dati di input del Modello di Bilancio Idrologico del Suolo MOBIS, è stato simulato l’andamento orario del contenuto d’acqua della parte superficiale del terreno per tutti i siti di frana dal 2001 al 2018. Attraverso una specifica operazione di picking manuale. eseguita valutando l’andamento di umidità del suolo e pioggia nell’intorno della data di attivazione delle frane, è stata individuata per ogni ognuna di queste, la coppia di valori necessaria alla definizione della soglia di innesco. Infine, è stata eseguita un’analisi di validazione dei dati di umidità, confrontando i valori stimati dal modello MOBIS con quelli ottenuti dal satellite ASCAT.
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Sartini, Antonio. ""Bombe d'acqua" ed eventi estremi: integrazione di metodi tradizionali con tecniche GIS in un piccolo bacino pedecollinare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8437/.

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Abstract:
I cambiamenti climatici stanno sempre più influenzando l’assetto territoriale ed ambientale della nostra società. Questo fatto si evince da eventi che riescono a sconvolgere le opere atte alla loro mitigazione; tali sistemi vengono progettati tenendo conto delle competenze acquisite in campo teorico e archivistico, ovvero la serie dei dati storici sui quali costruire dei modelli probabilistici che permettano di determinare il massimo grado di intensità che l'evento di interesse potrà generare. Questi database, però, conseguentemente ai cambiamenti ambientali cui stiamo avendo testimonianza diretta, risultano essere sempre meno affidabili allo scopo di impostare questi studi di tendenza. Esempio di quanto detto sono le alluvioni, generate da eventi meteorologici fuori dall'ordinario: queste situazioni, sempre più frequenti sul nostro territorio, oltre che subire l'influsso dei cambiamenti climatici, trovano un substrato favorevole nel quale attecchire, dovuto dall'alto grado di antropizzazione del territorio. In questo ambito, rientrano quegli eventi che i media chiamano "bombe d'acqua", le quali scaricano su un piccolo territorio una massiccia quantità di acque di precipitazione in un arco di tempo estremamente limitato. L'effetto principale è quello di mettere in crisi la rete idrologica della zona colpita, la quale non è stata progettata per sopportare eventi di tale magnitudo. Gli effetti avversi sul territorio possono essere importanti e vantano una vasta gamma di effetti. Inondazioni ed allagamenti in primis, poi i conseguenti da danni economici, ma anche smottamenti o colate di fango ed il collasso dei sistemi fognari. In questo lavoro di tesi, queste problematiche saranno trattate col fine ultimo di valutare delle soglie di precipitazioni, tali per cui, in caso di eventi meteorologici fuori dall’ordinario, sarà possibile allertare la popolazione localizzata nella zona soggetta a rischio idro-geologico. Questa analisi è stata condotta grazie ai dati reperiti per un piccolo bacino pedecollinare del Comune di Rimini.
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Bianchi, Leonardo. "Studio degli interventi di mitigazione del rischio da frana in localita' S.P. Diga Salto - Bivio Rocca Vittiana (RI)." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6029/.

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Abstract:
L’area posta a monte della strada provinciale Diga Salto – Bivio Rocca Vittiana del comune di Varco Sabino (RI), è stata risanata dopo che l’Amministrazione Provinciale di Rieti ha indetto un appalto concorso esteso a tutto il territorio nazionale nel 1990. A seguito degli interventi di bonifica e consolidamento della zona suddetta, nonché di protezione e presidio del sottostante tratto di S.P. (Figura 50) con le relative proposte di manutenzione ad oggi non pervenute, si è voluto intraprendere questo studio, mostrando le soluzioni adottate in passato e confrontandole con lo stato dei luoghi al 2013. Tutto ciò è nato dalla consapevolezza e conoscenza del territorio reatino e dalla sua propensione al dissesto, che già dall’età romana e dalla metà del ‘900, ha subito profondi cambiamenti a seguito di considerevoli opere di bonifica e sistemazioni territoriali come la realizzazione dei bacini artificiali del Salto e del Turano per rendere più agevole l’insediamento e la colonizzazione dei terreni della Piana di Rieti, anticamente occupata dalle acque del Lacus Velinus. Proprio dove fu eretta la diga del Salto sotto Rocca Vittiana di Varco Sabino, corre la strada provinciale e quel Suo sciagurato tratto di 500 m bersaglio di massi in caduta libera dal monte sovrastante. Le frane per crollo appaiono tra i dissesti maggiormente pericolosi e frequenti e, nel contempo, i meno considerati negli studi geologici. Nella Provincia di Rieti sono ricorrenti i fenomeni di questo tipo di frana...
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Priori, Marco. "Il debris flow di Punta Nera (Cortina d’Ampezzo, BL): caratterizzazione del bacino e analisi delle soglie di innesco." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15825/.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi riguarda lo studio delle colate detritiche in area Dolomitica, dove le interazioni tra questi fenomeni,infrastrutture e persone diventano ogni anno più significative e pesanti. Studiare i debris flow consente da un lato di ampliare le conoscenze scientifiche sull’argomento e dall’altro permette una corretta pianificazione e gestione del territorio finalizzata alla prevenzione del rischio. Questo lavoro si è focalizzato sulla caratterizzazione del bacino di colata di Punta Nera (Cortina D’Ampezzo, BL), da un punto di vista geomorfologico, morfometrico ed idrologico ed ha avuto come obiettivo quello di indagare quali elementi hanno portato il fenomeno ad evolversi in maniera così rapida e massiccia negli ultimi anni. L’analisi del bacino di Punta Nera è avvenuta con metodi sia diretti, attraverso il rilevamento in campo, dove con l’ausilio di opportuna strumentazione sono state prese le misure delle sezioni del canale, che indiretti, tramite piattaforme GIS utilizzando e confrontando i DEM del 2011 e del 2015 con le misure prese in campo. Verranno quindi condotte analisi di caratterizzazione morfometrica per il bacino di alimentazione e per il relativo canale e saranno per quest’ultimo esaminate le dinamiche di evoluzione e quantificate le superfici coinvolte in termini di erosione e deposito. Sarà inoltre definita la risposta idrologica nella zona d’innesco attraverso l’utilizzo dei dati pluviometrici della stazione di monitoraggio installata lungo il canale,ricavando delle soglie pluviometriche che verranno confrontate con quelle presenti in letteratura. Verrà infine calcolato l’indice di accuratezza bilanciata per la soglia definita. I risultati ottenuti hanno permesso di individuare la dinamica evolutiva che ha coinvolto il fenomeno nell’arco temporale che va dal 2011 al 2017,rendendo chiaro come questo bacino abbia subito un’evoluzione estremamente rapida nell’arco di pochi anni ed abbia interessato elevatissime quantità di materiale.
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Books on the topic "Rischio idrogeologico"

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Rosa, Giuseppe Di. Rischio idrogeologico. [Palermo]: D. Flaccovio, 2001.

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Gisotti, Giuseppe. Il dissesto idrogeologico: Previsione, prevenzione e mitigazione del rischio. Palermo: Dario Flaccovio editore, 2012.

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Forli, Antonella. Il rischio idrogeologico in Italia: Adempimenti e tecniche operative di intervento. Napoli: Esselibri Simone, 2009.

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Lincei, Accademia nazionale dei. Il rischio idrogeologico e la difesa del suolo: Roma, 1-2 ottobre 1998. Roma: Accademia nazionale dei Lincei, 1999.

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Perago, Alessandro. Erosione e dissesto idrogeologico: Categorie di rischio, metodologie di valutazione, tecniche di intervento. Santarcangelo di Romagna (RN) [i.e. Rimini]: Maggioli, 2005.

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Alessandro, Togna, and Gravino Salvatore, eds. Rischio idraulico: Perimetrazione e classificazione delle aree a rischio di inondazione : metodologie e linee guida per la prevenzione ed il controllo del rischio idrogeologico. Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 2006.

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Berruti, Giuseppe. Levandosi i fiumi sopra le rive: Per una mappa storica del rischio idrogeologico nel bresciano. Brescia: Grafo, 1998.

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Secondini, Piero. Reti idrografiche e strutture urbane: I bacini fluviali della Romagna nel sistema insediativo : contributi e linee di indagine delle dinamiche evolutive per una efficace mitigazione del rischio idrogeologico. Firenze: Alinea, 2008.

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Ortolani, Franco. Il sistema ambientale italiano nel contesto del bacino mediterraneo: Monitoraggio, analisi, studi, idee e proposte innovative mirate alla salvaguardia dei territori a rischio idrogeologico, antropico e ambientale : "biodiversità una ragione per vivere". Terme Vigliatore (ME): Giambra editori, 2014.

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