Academic literature on the topic 'Rischio per la salute'

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Journal articles on the topic "Rischio per la salute"

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Pellegrino, Ferdinando. "Il rischio per la salute per gli operatori della salute mentale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2015): 131–45. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2015-003009.

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Di Pietro, Maria Luisa. "L’educazione alla salute in adolescenza: strategie di intervento e risposte individuali." Medicina e Morale 46, no. 5 (October 31, 1997): 861–84. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.865.

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Abstract:
Si sta verificando negli ultimi anni un incremento dei cosiddetti “comportamenti a rischio”(taking-risk behaviors) tra gli adolescenti. Si tratta di comportamenti che sono, in modo diretto o indiretto, responsabili di danno per la salute e/o per la vita di chi li agisce e dell’aumentata incidenza di morbilità e di mortalità in un’età della vita, che è meno esposta alla malattia e alla morte. Questa aumentata incidenza di patologie secondarie a comportamenti a rischio ha interpellato ed interpella, in senso preventivo, sia gli educatori sia quanti sono responsabili della salute pubblica che hanno proposto diverse modalità di intervento: dalla cosiddetta “riduzione del rischio” alla “strategia della paura” all’educazione alla salute. Questo articolo cerca di valutare le ricadute delle diverse strategie di intervento sul comportamento degli adolescenti, al fine di individuare se gli eventuali fallimenti o successi dipendano dai contenuti dei programmi di prevenzione o dalla personalità degli educandi. Tale valutazione è preceduta dall’analisi del perchè gli adolescenti agiscono, con elevata frequenza, comportamenti a rischio: infatti, la conoscenza del “perch锂 è elemento fondamentale per stabilire il “come” (intervenire).
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Grassi, Aldrigo, and Maria Cristina Falzoni. "Employment/unemployment and psychological discomfort. A survey among young people living in an Italian industrial area." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 2 (August 1996): 136–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004085.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Mettere a confronto la prevalenza di stati di disagio psichico in quattro gruppi di giovani di diversa condizione sociale (operai metalmeccanici esposti e non esposti a rischi occupazionali per la salute mentale, disoccupati o in cerca di prima occupazione e studenti a tempo pieno); lo studio inoltre valuta tra gli stessi gruppi, a distanza di sei anni, i cambiamenti di stato e le variazioni del disagio psichico. Disegno – I soggetti, selezionati attraverso accurate procedure di randomizzazione, sono maschi, in età compresa tra 20 e 29 anni, residenti da almeno 10 anni nella stessa area geografica e ancora conviventi con il nucleo famigliare originario. Sono stati reclutati 157 giovani, suddivisi nei seguenti gruppi: metalmeccanici esposti a rischi occupazionali specifici per la salute mentale (n° = 30); metalmeccanici non esposti (n° = 57); disoccupati (n° = 40); studenti a tempo pieno (n° = 30).La prevalenza degli stati di disagio psichico è stata confrontata nei quattro gruppi; a distanza di sei anni, sono stati valutati, nei 116 soggetti che hanno partecipato allo studio di follow-up, i cambiamenti di status e i livelli di disagio psichico.Setting – L'indagine è stata condotta a Cento (Ferrara), una zona economicamente ricca e con tassi di disoccupazione molto bassi. Le interviste sono state effettuate nel 1987 e nel 1993; i giovani, dopo essere stati contattati telefonicamente, sono stati intervistati nella propria abitazione, sempre dallo stesso psicologo. Principali misure utilizzate – Nel 1987 a ciascun soggetto sono stati somministrati una scheda «Posizione sociale e salute» (PSS) e un questionario, precedentemente validato, per la determinazione dell'indice di disagio psichico (IDP).Inoltre gli operai metalmeccanici, mediante il «Questionario di rischio lavorativo» (QRL), sono stati suddivisi nei due gruppi «a rischio» e «non a rischio» occupazionale per la salute mentale.Nel 1993, nello studio di follow-up, è stato nuovamente somministrato il questionario per la rilevazione dell'IDP ed è stata fatta compilare una scheda (Scheda per la posizione sociale e occupazionale) per raccogliere dettagliate informazioni sui cambiamenti lavorativi o di stato sociale intervenuti nei sei anni precedenti.Risultati – Nel 1987 si sono riscontrate situazioni di disagio psichico significativamente più frequenti e di maggior rilevanza negli operai metalmeccanici esposti a rischi occupazionali per la salute mentale (mentre nulla di significativo è emerso negli altri gruppi, in quello dei disoccupati in particolare). Dallo studio di follow-up si sono potuti rilevare miglioramenti significativi, per quanto riguarda il disagio psichico, negli operai metalmeccanici che sono passati dal lavoro manuale ad un altro tipo di impiego; si è inoltre riscontrata la tendenza, nei giovani disoccupati che hanno trovato, nei corso dei sei anni, un lavoro fisso, ad un peggioramento del grado di disagio psichico.Conclusioni – L'aspetto piu interessante della nostra ricerca sembra essere rappresentato dall'analisi delle relazioni tra prospettive occupazionali e salute mentale di giovani che vivono in un'area economicamente forte. Ulteriori ricerche dovranno tuttavia approfondire le problematiche specifiche connesse con le possibili prospettive occupazionali di studenti e giovani disoccupati e/o in cerca di prima occupazione.
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Di Cesare, Gianluigi, and Rosalia Giammetta. "Prevenire e promuovere salute in adolescenza: la Peer Education." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2010): 135–53. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001010.

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Abstract:
Gli Autori discutono i molteplici modelli di intervento relativi alla psicologia della salute e delineano un quadro teorico-operativo per la Peer Education, strategia di intervento elettiva nell'ambito adolescenziale e centrata sul presupposto che i giovani siano essi stessi una risorsa per la loro crescita e non un problema. Particolare attenzione č rivolta al tema dei comportamenti a rischio, descritti come strategie di gestione dei compiti di sviluppo. Viene fornita una esemplificazione applicativa con riferimento al contrasto del bullismo e alla promozione delle abilitŕ prosociali.
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Sanza, Michele. "I nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2011): 75–86. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001006.

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Abstract:
Il profilo dei nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici si pone all'incrocio tra i cambiamenti avvenuti nel campo dell'epidemiologia dei disturbi psichici e i risultati delle ricerche sul rapporto tra psicopatologia e comportamento violento. Questo approccio va ulteriormente riportato all'evoluzione del quadro normativo di riferimento che, avendo modificato importanti aspetti teorici della non imputabilitŕ e altrettanto importanti aspetti pratici delle misure di sicurezza per i pazienti rei non imputabili, ha determinato nuovi fabbisogni organizzativi e di competenza tecnica nei Dipartimenti di Salute Mentale. Il quadro di lettura che si propone, tende a trovare la definizione del profilo dei nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici nelle prospettive epidemiologica, clinica, giuridica, e dell'organizzazione dei servizi. Questi aspetti, del resto, devono essere visti in un'ottica di sistema, come parti reciprocamente interagenti, di cui occorre definire i punti di contatto, affinché le conoscenze del quadro di riferimento teorico, cosě composto, si possano tradurre in percorsi operativi di tipo professionale nei Dipartimenti di Salute Mentale.
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Guglielmi, Dina, Alessia Paplomatas, Silvia Simbula, and Marco Depolo. "Prevenzione dello stress lavoro correlato: validazione di uno strumento per la valutazione dei rischi psicosociali nella scuola." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (November 2011): 53–74. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003003.

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Abstract:
Il presente lavoro ha l'obiettivo di presentare lo strumento Questionario sul Benessere a Scuola (QBS) e la relativa validazione. Il questionario č finalizzato alla valutazione dei rischi psicosociali e alla promozione del benessere organizzativo nella scuola. Partendo dall'analisi della letteratura e della normativa di riferimento e grazie al contributo di esperti del settore č stato predisposto un questionario per individuare i fattori di rischio psicosociale relativi al contesto e al contenuto lavorativo. Hanno risposto al questionario 953 persone che lavorano all'interno della scuola (82% docenti). I risultati mostrano la validitŕ e l'attendibilitŕ dello strumento proposto per valutare i fattori di rischio psicosociale nella scuola, segnalandone un possibile uso nella valutazione dello stress lavoro correlato. Gli stessi fattori permettono inoltre di discriminare diversi tipi di esiti (benessere, fatica mentale, ecc.). I risultati possono, quindi, essere considerati una conferma di quanto richiamato dalla normativa attuale in materia di sicurezza sul lavoro rispetto ai potenziali effetti delle caratteristiche del lavoro e dell'organizzazione del lavoro sulla salute dei lavoratori.
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Louise, Rowling, and Victoria Kasunic. "Prevenzione della depressione nei giovani. Una prospettiva australiana." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2012): 65–87. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001005.

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Abstract:
La prevenzione della depressione nei giovani ha bisogno di adottare un duplice approccio, la prevenzione della malattia sulla base dei fattori di rischio e la promozione della salute mentale concentrata sul benessere sociale ed emotivo. Questo articolo descrive il contesto politico di sostegno e le risorse di base presenti in Australia e il concetto esistente di salute pubblica. All'interno di questo approccio l'intervento prevede sensibilizzazione e pre- venzione per i giovani, nonché un focus sulle risorse, sulla resilienza e sulla capacitŕ costruttiva delle istituzioni di lavorare in modo da favorire i giovani. Vengono descritti sia interventi di prevenzione universale sia interventi mirati tra cui Mind Matters, un programma nazionale di promozione della salute mentale per le scuole secondarie e anche strategie innovative basate su internet. Questi studi dimostrano che la prevenzione della depressione nei giovani richiede strategie complesse e multi-livello.
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Argentero, Piergiorgio. "Una proposta di approccio obiettivo alla valutazione del rischio stress: il metodo Objective Stress Factors Analysis (OSFA)." RISORSA UOMO, no. 2 (February 2012): 185–200. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-002004.

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Abstract:
Lo scopo del presente lavoro č quello di illustrare una procedura originale di valutazione del rischio stress basata sull'esame obiettivo delle condizioni di lavoro riconosciute come potenzialmente dannose per la salute psicofisica dei lavoratori. Si compone di due fasi principali; la prima (Fase A) di analisi di alcuni indicatori statistici aziendali e la seconda (Fase B) di approfondimento delle condizioni di rischio proprie delle di- verse unitŕ organizzative. Lo strumento č stato finora impiegato in numerose aziende di varie dimensioni e settori produttivi. Dai risultati ottenuti č stato possibile verificare l'adeguatezza del metodo in riferimento alla completezza degli aspetti esaminati e alla sua capacitŕ di discriminare i fattori di rischio stress propri delle diverse realtŕ lavorative.
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Ninci, Antonella. "Fattori di rischio, salute e sicurezza sul lavoro: il ruolo del CUG per la prevenzione." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (March 2014): 181–89. http://dx.doi.org/10.3280/ses2014-001015.

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Mazzardis, Sonia, Alessio Vieno, Martina Furegato, Massimo Santinello, and Massimo Mirandola. "Decrease in early adolescent illegal substance use in the Veneto region." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 19, no. 1 (March 2010): 80–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00001639.

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Abstract:
Il consumo di sostanze psicotrope, oltre ad essere un importante fattore di rischio per lo stato di salute individuale, rappresenta un fenomeno con significative ricadute in ambito sociale (Santinello et al., 2006; Serpelloni et al., 2009). Come riportato nella Relazione annuale sullo stato delle Tossicodipendenze in Italia (2009), nel 2007 sono stati registrati, nella regione Veneto, circa 11 decessi ogni 100000 abitanti a seguito di incidenti stradali droga-correlati. In particolare, le fasce detà maggiormente interessate dal fenomeno sono risultate, per le femmine, quelle tra i 14 e i 24 anni e, per i maschi, quelle tra i 19 e i 24 anni.
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Dissertations / Theses on the topic "Rischio per la salute"

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Asad, Mekhail Sofia. "La valutazione del rischio chimico negli ambienti di lavoro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L'importanza del D. Lgs. n. 81/08 sta nell'aver imposto un sistema di gestione, prevenzione e controllo della sicurezza e della salute del lavoratore attraverso l'individuazione e la riduzione al minimo dei fattori di rischio. Uno degli adempimenti cardine introdotti a tal fine dal D. Lgs. n. 81/08 è la valutazione dei rischi effettuata dal datore di lavoro, protagonista attivo nella funzione prevenzionale. Il D. Lgs. n. 81/08 elenca i contenuti che devono essere presenti del Documento di Valutazione del Rischio, costituiti dalla descrizione dei criteri adottati per la valutazione, dalle conclusioni che si evincono dalla valutazione stessa, dall'individuazione delle misure di protezione e prevenzione, dal programma di attuazione delle misure previste; non fornisce tuttavia una metodologia di valutazione del rischio. A tale scopo sono disponibili delle linee guida predisposte da alcune Regioni, costituite da metodi indicizzati, che colmano da una parte una lacuna metodologica, dall’altra si propongono come uno strumento standardizzato per analizzare in modo omogeno le realtà aziendali di una stessa Regione. Il presente elaborato ha ad oggetto la valutazione del rischio chimico, ovvero del rischio derivante dall'esposizione ad agenti chimici dannosi per la salute. Nello specifico, a seguito di un’indagine volta ad individuare i metodi disponibili per la valutazione del rischio chimico, i metodi stessi sono stati tra loro comparati, anche considerandone l’applicazione ad alcuni casi di studio.
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Campri, Cristina. "Valutazione dei rischi per la salute umana da esposizione ai criteria pollutants nell'area urbana di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3312/.

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Ferrari, Francesca. "Rischi per la salute e dinamiche assicurative : la logica precauzionale in sanita' e nella tutela dell'ambiante." Paris, EHESS, 2014. http://www.theses.fr/2014EHES0038.

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Guerrini, Angela <1983&gt. "Analisi del profilo tossicologico e cancerogeno del particolato atmosferico e identificazione dei rischi per la salute umana correlati all'esposizione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4359/.

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Abstract:
Gli impianti di incenerimento di rifiuti solidi suscitano preoccupazione nella popolazione per i possibili effetti avversi associati all’esposizione. Gli effetti delle polveri sottili (PM2.5), generate dai processi di combustione, sulla salute umana includono l’insorgenza di patologie a carico del sistema respiratorio e cardiovascolare e l’aumento della mortalità per malattie polmonari e probabilmente cancro al polmone. Lo scopo della tesi è quello di valutare il profilo tossicologico e cancerogeno del particolato atmosferico in prossimità dell’inceneritore di Bologna rispetto alle aree adiacenti mediante l’utilizzo di test alternativi alle metodologie in vivo, come il test di trasformazione cellulare e approcci di tossicogenomica (soprattutto trascrittomica) oltre alla valutazione della variazione del rischio cancerogeno indotto dall’esposizione di PM2.5 in diversi siti (massima ricaduta, controllo, fondo urbano e fondo rurale) e in differenti periodi di campionamento (estate 2008 e inverno 2009). Gli estratti di PM2.5 relativi alla stagione invernale sono risultati più tossici rispetto ai campioni estivi, che inducono tossicità soprattutto alle alte dosi. Per i campioni invernali il numero medio di colonie di cellule BALB/c 3T3 A31-1-1 risulta ridotto in modo significativo anche per le dosi più basse saggiate indipendentemente dal sito di provenienza. Tutti i campioni analizzati sono risultati negativi nel test di trasformazione cellulare in vitro. L’analisi dell’espressione genica delle cellule BALB/c 3T3 A31-1-1, in seguito all’esposizione agli estratti di PM2.5, ha mostrato un effetto stagionale evidente. Relativamente ai campioni invernali è stato evidenziato un maggior effetto tossico da parte del sito di controllo rispetto alla massima ricaduta, poiché nel sito di controllo risultano attivati marcatori di morte cellulare per apoptosi. La valutazione del rischio cancerogeno in tutti i siti valutati non mostra situazioni preoccupanti legate alla predizione di eccessi di rischio di tumori imputabili all’attività dell’inceneritore in quanto le stime di rischio non eccedono mai il valore limite riportato in letteratura.
Solid waste incinerators pose great concern for possible adverse effects associated with exposure of general population. The effects of inhaling fine particulate matter (PM2.5), which is generated by combustion, on human health include asthma, cardiovascular issues and premature death due to respiratory diseases and probably lung cancer. The aims of this thesis are: i) to evaluate the toxic and carcinogenic potential of airborne particulate matter from the areas nearby the incineration plant of Bologna by using alternative in vitro tests, such as the cell transformation assay and toxicogenomics (mainly transcriptomics) approach and ii) to evaluate the lifetime cancer risks associated with air inhalation in different sites (maximum fall out, maximum fall out control, urban background and rural background) and in different seasons (summer 2008 and winter 2009). The data showed that PM2.5 extracts collected during winter were more toxic than summer extracts that induced cytotoxicity after the treatment with the higher tested doses. All the tested doses of PM2.5 winter extracts induced significant reductions of the mean number of colonies/plate. All the samples were classified as negative in the cell transformation assay. The gene expression profiles of BALB/c 3T3 A31-1-1 after exposure to PM2.5 extracts showed a difference due to the season of collection. Among winter samples, maximum fall out control site has an higher toxic effect with respect to maximum fall out site because some apoptosis biomarkers are specifically induced. The cancer risks assessment for all evaluating sites does not exceed the acceptable limit reported in the literature showing no additional cancer risk related to Bologna incinerator’s emissions.
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Rotondo, Francesca <1980&gt. "Analisi del profilo tossicologico e cancerogeno di contaminanti ambientali e identificazione dei rischi per la salute umana correlati all'esposizione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2142/.

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Abstract:
L’attenta analisi della letteratura scientifica su argomenti riguardanti i contaminanti ambientali oggetto di studio (i policlorodifenili) ha permesso di raccogliere dati utili riguardanti le proprietà di queste molecole, la loro diffusione e la loro pericolosità. Oggetto della ricerca è stato lo studio in vitro del potenziale citotossico e trasformante dei PCB, utilizzando come riferimento una miscela commerciale di PCB, l’Aroclor 1260, e di un MIX di 18 congeneri ricostituito in laboratorio. Il lavoro è proseguito con la valutazione degli effetti di queste miscele e di due congeneri singoli (PCB 118 e PCB 153) su linee cellulari diverse in test di vitalità a breve termine. L’utilizzo di test specifici ha poi permesso la valutazione di un possibile potenziale estrogenico. Una volta ottenuto un quadro generale sui possibili effetti delle miscele grazie ai risultati dei test funzionali, è stata valutata la modulazione, da parte delle molecole e/o di miscele delle stesse, dell’espressione di geni coinvolti nella risposta ad estrogeni o a composti diossino simili, andando ad effettuare un’analisi di tipo molecolare con Real-Time PCR (RT-PCR) e analizzando nello specifico marcatori di pathway dell’Aryl Hydrocarbon Receptor (AhR) o dell’Estrogen Receptor (ER). In ultima analisi al fine di verificare l’applicabilità di biomarkers di espressione a situazioni di contaminazioni reali, ci si è focalizzati su campioni estratti da matrici ambientali, ed in particolare linee cellulari di interesse sono state esposte a estratti di sedimenti provenienti da siti inquinati. L’approccio scelto è stato di tipo molecolare, con lo scopo di individuare pathway da valutare in un secondo momento in test funzionali specifici. L’attività di ricerca si è avvalsa della tecnica del DNA-microarray per valutare la modulazione dell’espressione genica in risposta all’esposizione a contaminanti ambientali. In questo modo è possibile definire i profili di espressione genica che sottendono a risposte biologiche complesse nell’intento di individuare biomarcatori in grado di predire il rischio per l’uomo, e di consentire la stima di una relazione diretta tra esposizione ed effetti possibili.
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CORINI, ANTONIA. "Applicazione del diritto alimentare nell’Unione europea. Poteri pubblici e schemi privati per gestire le violazioni del diritto alimentare." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39865.

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Abstract:
La tesi si incentra sull’applicazione del diritto europeo in materia alimentare. L’elaborato prende il via dall’analisi degli obiettivi fondamentali e degli strumenti principali del diritto alimentare, del suo sviluppo storico e delle questioni che ha affrontato. L’applicazione del diritto alimentare è studiata esaminando il sistema dei controlli nell’Unione europea e la correlata implementazione sia da parte degli Operatori del settore alimentare sia da parte delle Autorità Competenti in due Stati membri (Italia e Olanda). Vengono, altresì, esaminati casi pratici in cui sono state rintracciate problematiche nell’applicazione del diritto alimentare o che hanno dimostrato le debolezze del sistema nel gestire le varie violazioni attinenti gli alimenti. Lo studio intende inoltre dimostrare le carenze del sistema normativo sviluppando un concetto teoretico quale quello delle violazioni dovute al “fattore umano” e del loro impatto sugli interessi economici dei consumatori. La tesi, quindi, si focalizza sugli strumenti più idonei alla gestione di violazioni di questa tipologia esaminando la legislazione recentemente adottata e prendendo in considerazione, altresì, le possibili soluzioni che possono derivare dai differenti approcci degli Stati membri e l’opportunità di utilizzare, parallelamente a regole ed attività svolte dalle Autorità competenti, standard privati.
The thesis analyses enforcement of EU food law. The analysis starts by concentrating on the EU Food Law central objectives and basic tools, its historical development and the issues it has aimed to face. Food Law Enforcement is analysed by examining food control systems in the European Union and their implementation by Food Business Operators as well as by the Competent Authorities in two Member States (Italy and The Netherlands). Cases are scrutinised where problems of enforcement or weaknesses of the system have come to light in dealing with various possible violations which concern food. The dissertation aims to show the shortcomings of the legal system and to contribute to solving them by developing a theoretical concept: that of behavioural infringements due to the human factor and of their impact on consumer economic interests. The dissertation, therefore, focuses on the most suitable instruments in dealing with these infringements by examining the newly adopted legislation and by looking at what can be learnt from different approaches chosen in the two Member States studies, including that of combining the Competent Authorities rules and activities to those of Private schemes.
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Ferocino, Marco. "Analisi del rischio security per stabilimenti a rischio di incidente rilevante: due casi di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
L’analisi di rischio security ha interessato l’industria di processo a partire dal 2001, quando gli eventi dell’11 settembre portarono alla presa di coscienza del potenziale pericolo generato dall’industria stessa nei confronti della popolazione. Da allora, la collaborazione tra enti di ricerca ed organizzazioni governative ha prodotto una serie di metodologie per la valutazione del rischio security, le quali seguono approcci qualitativi o semi-quantitativi. Lo scopo di tali metodologie è individuare le minacce connesse ad uno stabilimento e le vulnerabilità che gli avversari possono sfruttare per compiere con successo un attacco; queste variabili sono confrontate con le misure di sicurezza presenti e da tale confronto emerge una misura del rischio per lo stabilimento in questione. Questo lavoro di tesi è nato dall’esigenza di studiare e valutare l’applicabilità e i limiti delle metodologie presenti in letteratura per la valutazione del rischio security, mediante un confronto diretto tra di esse e la loro applicazione a 2 stabilimenti a rischio di incidente rilevante. L’attività di tesi è suddivisibile in 2 fasi: una prettamente teorica, in cui le metodologie studiate sono descritte e confrontate tra loro, ed una applicativa, durante la quale le metodologie sono applicate a 2 casi di studio. Mentre il capitolo 1 introduce il rischio security, il capitolo 2 riporta la descrizione delle 3 metodologie prese in esame ed il loro confronto. Il capitolo 3 ed il capitolo 4 descrivono invece i due casi di studio, i quali sono rispettivamente un impianto per lo stoccaggio del GPL e la produzione di bombolette ed un impianto in cui avviene la polimerizzazione del butadiene. Il capitolo 5 ed il capitolo 6 vedono invece l’applicazione delle 3 metodologie ai due casi di studio precedentemente descritti, insieme ad un confronto dei risultati ottenuti. Infine, il capitolo 7 riassume le conclusioni dello studio, con l’indicazione delle possibili migliorie alle metodologie.
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Verlicchi, Veronica. "Metodologie per la valutazione del rischio NaTech: un'analisi comparativa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il rischio NaTech, cioè il rischio relativo al verificarsi di fenomeni naturali in aree geografiche caratterizzate dalla presenza di stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante, ha suscitato l’interesse degli studiosi da poco più di 20 anni; la crescente consapevolezza di tale rischio da parte dell’opinione pubblica è stata determinata dal verificarsi di incidenti NaTech con frequenza ed intensità sempre maggiori, a causa dei cambiamenti climatici e dello sviluppo industriale. La valutazione del rischio NaTech è richiesta in diverse parti del D.Lgs. 105/2015 “Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose”, che costituisce la norma quadro per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante; il suddetto decreto precisa che è il Gestore di uno stabilimento a dover scegliere la modalità di valutazione del rischio NaTech, sulla base dello stato dell’arte in materia. Le peculiarità di un evento NaTech, dovute all’interazione tra il pericolo naturale e quello tecnologico in una certa zona, hanno portato all’elaborazione di metodi qualitativi o speditivi per la valutazione di tale rischio, con l’obiettivo di evidenziare eventuali criticità che comporterebbero la necessità di ulteriori indagini mediante l’applicazione di metodi quantitativi. I metodi qualitativi si basano su un numero limitato di variabili e forniscono risultati in termini di scale qualitative, che descrivono il tipo e la gravità delle conseguenze di un evento NaTech, o di indici di prestazione, che tengono conto dei diversi aspetti di un incidente NaTech.
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Pini, Anna Maria. "Analisi del rischio security per uno stabilimento che tratta esplosivi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Le sostanze esplosive sono sostanze ad alto contenuto energetico la cui decomposizione, quando viene innescata, è in grado di generare in brevissimo tempo ed in uno spazio molto limitato una quantità notevole di energia termica e meccanica. Sin dagli esordi della polvere nera, gli esplosivi hanno trovato molte applicazioni nei settori militari, industriali e civili, facendo sì che la realtà industriale che si occupa della produzione e dello stoccaggio di esplosivi, o che semplicemente si trovi a dover fare uso di tali sostanze, sia piuttosto estesa. Gli stabilimenti che trattano esplosivi sono potenzialmente a rischio di incidente rilevante, venendo pertanto opportunamente regolamentati da normative specifiche. Tra queste, spicca la Direttiva Seveso III, che a livello europeo regola il controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. L’incidente rilevante può essere originato da varie cause: solitamente è dovuto o a pericoli intrinseci ai processi di lavorazione o ad infrazioni delle condizioni di safety, ma è potenzialmente riconducibile anche a cause legate a violazioni della security ed originate quindi da atti deliberati ad opera di malintenzionati. Difatti, a causa del loro valore commerciale, della variabilità di impiego e della capacità distruttiva, gli esplosivi possono rientrare negli interessi di specifiche minacce, nonché possono essere sfruttati dal personale aziendale per compiere un atto volontario di sabotaggio nei confronti della propria azienda. Non si può quindi escludere a priori che un attacco intentato contro uno stabilimento che detenga esplosivi possa generare un incidente rilevante. Il presente lavoro di tesi riguarda la valutazione del rischio security per stabilimenti che trattano esplosivi; in particolare è stata applicata la metodologia di valutazione speditiva per l’analisi del rischio security definita dallo Standard API 780 ad un caso di studio reale appartenente a questa categoria di stabilimenti.
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Botti, Simone. "Valutazione delle condizioni di rischio idraulico per il Rio Ponticelli." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/89/.

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Abstract:
Applicazione di metodi indiretti per la stima delle portate di progetto, aventi tempi di ritorno pari a: 30, 100 e 200 anni. Simulazione in moto permanente mediante programma di calcolo noto come hec-Ras. individuazione su carta delle fasce inondabili in seguito ad un evento di piena con tempo di ritorno assegnato.
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Books on the topic "Rischio per la salute"

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Rischi sociali e per la salute: Le condizioni di lavoro dei giovani in Italia. Roma: Ediesse, 2011.

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Bonino, Silvia. Psicologia per la salute. Milano: Ambrosiana, 1989.

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Compasso, Franco. Leghe: Un rischio per il Sud. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1992.

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Quale salute per chi: Sulla dimensione sociale della salute. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2010.

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Clementina, Cagnola, ed. La salute foglia per foglia. Milano: Mondadori, 1998.

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6

Dirindin, Nerina. Chi paga per la salute degli italiani? Bologna: Società editrice il mulino, 1996.

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7

Morace, Graziella. Guida operativa per la manipolazione di materiali a rischio biologico. Roma: Istituto superiore di sanità, 2011.

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8

Fadini, Ubaldo. Le mappe del possibile: Per un'estetica della salute. Firenze: Clinamen, 2007.

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9

Fadini, Ubaldo. Le mappe del possibile: Per un'estetica della salute. Firenze: Clinamen, 2007.

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10

Mitigazione del rischio sismico per l'architettura storica: Una proposta di strategie integrate per la Calabria. Roma: Aracne, 2012.

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More sources

Book chapters on the topic "Rischio per la salute"

1

Cena, Loredana, and Antonio Imbasciati. "La ricerca in Psicologia Clinica Perinatale: Fattori di rischio e protezione per la tutela della salute mentale." In Prendersi cura dei bambini e dei loro genitori, 47–70. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2472-4_3.

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2

Colonna, Stefano, Giancarlo Folco, and Franca Marangoni. "Il cibo per la salute." In I cibi della salute, 211–20. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2026-9_12.

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3

Meraviglia, Maria Vittoria. "Sistemi motori, sistemi per la salute." In Sistemi motori, 145–64. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1995-9_8.

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4

Paterni, M. "Strumenti informatici per la comunicazione del rischio." In La dose al paziente in diagnostica per immagini, 141–48. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2649-0_9.

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5

Korf, Bruce R. "Test genetici per il rischio di neoplasie." In Genetica e genomica umana, 293–306. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1150-2_15.

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6

Bibbolino, Corrado, Stefano Canitano, and Franco Vimercati. "La gestione del rischio nella diagnostica per immagini: radiologia." In Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica, 205–12. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5450-9_18.

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7

Kraft, G. "I mass media e la comunicazione del rischio radiologico." In La dose al paziente in diagnostica per immagini, 149–57. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2649-0_10.

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8

Rehm, Georg, and Hans Uszkoreit. "Le Nostre Lingue A Rischio: Una Sfida Per Le Tecnologie Del Linguaggio." In White Paper Series, 4–9. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-30776-8_2.

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9

Cena, Loredana, and Antonio Imbasciati. "Psicoanalisi e prospettive evoluzionistiche dell’attaccamento: Un progetto di prevenzione per la tutela della salute mentale perinatale." In Prendersi cura dei bambini e dei loro genitori, 229–52. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2472-4_11.

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10

"Comportamenti e problemi di salute." In Equità per i Bambini, 23–29. UN, 2016. http://dx.doi.org/10.18356/2e18d96d-it.

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