Academic literature on the topic 'Ruolo'

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Journal articles on the topic "Ruolo"

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Rega, L., and M. Santoni. "Ruolo dell'Angiografia digitale." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 27–34. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s204.

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Abstract:
Una corretta metodologia di esame ed un'equilibrata collocazione nell'iter diagnostico rendono ancora l'angiografia digitale strumento per lo più utilissimo nella diagnosi e nella programmazione terapeutica della patologia della carotide extracranica. Per le lesioni aterosclerotiche l'angiografia è soprattutto impiegata nel chiarire casi non ben esplorabili e mal valutabili con le tecniche non invasive e per fornire una valutazione precisa del circolo prossimale e distale alla lesione. Per le lesioni di tipo displastico, flogistico o nel caso delle dissecazioni i reperti da ricercare sono spesso così fini e variamente distribuiti che solo l'esame angiografico è in grado con accuratezza di focalizzarne l'esatta natura ed estensione.
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2

Zanini, Sergio, and Alessandra Pizzardi. "Disordini dell'apprendimento in epilessia: ruolo dell'epilessia e ruolo della terapia antiepilettica." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 109–22. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03007.

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Abstract:
Il presente lavoro presenta una revisione critica della letteratura scientifica inerente la presenza di disturbi di apprendimento nell'epilessia. Viene anche trattato l'argomento della tollerabilitŕ della terapia farmacologica antiepilettica in termini di effetti collaterali sulle funzioni cognitive e i disordini di apprendimento. Infine viene affrontato l'argomento del ruolo delle anomalie epilettiformi subcliniche associate ai disturbi dell'apprendimento.
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3

Carrer, Matteo. "Le first lady del Quirinale e la Costituzione." Società e diritti 7, no. 13 (July 25, 2022): 24–49. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/18449.

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Abstract:
RiassuntoIn Italia, non esiste un ruolo ufficiale per la first lady (rispetto al Presidente della Repubblica), tuttavia la storia della Repubblica indica molti modi diversi di intendere e svolgere il ruolo di consorte del Presidente. Accanto a una ricostruzione storica e istituzionale, e a un’indagine specifica sul titolo e il trattamento dovuti alla consorte del Presidente, il contributo si pone l’obiettivo di identificare le linee comuni all’attività delle diverse first lady presidenziali, indagando in particolare quale debba essere il ruolo alla luce della Costituzione al di là dell’interpretazione data da ogni persona che ne ha rivestito il ruolo nel tempo. Ruolo che non è puramente formale e cerimoniale, bensì si spinge a restituire una costruzione articolata e complessa del ruolo del Presidente e della consorte attraverso il combinato disposto degli artt. 2, 29 e 87 Cost.
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De Fiore, Luca. "Il ruolo formativo dell'editoria." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2022): 153–68. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001009.

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Abstract:
Durante il Novecento, numerose case editrici hanno svolto un ruolo importante per la crescita culturale dell'Italia, una funzione formativa molto simile a quella che ha caratterizzato l'attività di molti editori di paesi come Francia, Inghilterra, Germania, Stati Uniti. Quasi sempre l'attività editoriale era legata al contributo di intellettuali che svolgevano un ruolo politico-culturale attraverso l'impegno professionale: narratori, giornalisti, poeti. Questa funzione esplicitamente pedagogica dell'editoria è stata messa in crisi verso la fine del secolo scorso dall'esaurirsi della stagione politicamente più coinvolgente e conflittuale e, allo stesso tempo, dall'emergere di nuovi modelli di gestione che affidavano la conduzione aziendale a dirigenti più attenti ai risultati economici che al prestigio culturale. Con l'inizio del nuovo millennio, l'editoria italiana e internazionale ha iniziato a essere dominata da multinazionali proprietarie dei marchi storici dell'editoria e spesso gestite in maniera impersonale. L'editoria scientifica è forse quella che meglio ha saputo adattarsi alla gestione manageriale e, forse non a caso, è la più attraversata dal cambiamento: una delle questioni più discusse riguarda la qualità dei contenuti e gli strumenti per la sua valutazione precedente (peer review) e successiva alla pubblicazione (gli indici bibliometrici hanno assunto un potere determinante per la progressione delle carriere dei professionisti sanitari). Anche i modelli di accesso alle riviste sono molto cambiati, nonostante l'open access in grande ascesa rischi di discriminare i ricercatori delle nazioni a basso reddito. In un contesto culturale, sociale e politico molto cambiato rispetto al secolo scorso, anche l'attività, le scelte e le decisioni delle case editrici meno esposte o schierate politicamente possono avere un valore culturale non trascurabile contribuendo così a formare punti di vista sul mondo. E non è detto che - proprio grazie al lavoro degli editori - queste prospettive sul futuro non possano tornare a ispirarsi ai valori che hanno orientato la cultura del Novecento.
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5

Maffettone, Sebastiano. "Il ruolo dei valori." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 1 (April 2011): 19–27. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001005.

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Abstract:
Il presente contributo rappresenta l'intervento del Professor Maffettone al Forum del 2 Aprile 2009. L'autore affrontando il tema della centralitŕ della sostenibilitŕ nei valori della societŕ contemporanea, ripercorre il dibattito sull'etica dell'ambiente e propone la tesi che la sostenibilitŕ presenta gli stessi problemi che giŕ c'erano nell'approccio fondazionale dell'etica ambientalistica.
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6

Loiero, M. "Ruolo dell’elettroneurofisiologia nelle radicolopatie." Archivio di Ortopedia e Reumatologia 119, no. 2 (November 2008): 5–6. http://dx.doi.org/10.1007/s10261-008-040-8.

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7

Monaco, Lorena. "Il gruppo del Ruolo: spazi e confini di un'appartenenza." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 122 (February 2013): 13–46. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-122003.

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Abstract:
All'interno del Seminario greco del 2009 organizzato da Il Ruolo Terapeutico, Sergio Erba presenta un suo scritto "La struttura della relazione terapeutica". Alcuni dei responsabili dei gruppi locali del Ruolo partecipano con il proprio contributo riferito a tale scritto. Ne nasce un importante momento di confronto e scambio all'interno del gruppo su tematiche fondamentali e ancora aperte all'interno del gruppo del Ruolo e un'occasione per cercare proposte innovative all'organizzazione interna del Ruolo Terapeutico.
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8

Muńoz, Francesc. "I grandi eventi nella cittŕ del XXI secolo: variazioni sull'esperienza di Barcellona." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 96 (December 2011): 46–71. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-096004.

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Abstract:
Il saggio discute i nuovi ruoli dei Mega eventi urbani correlati alla produzione dei paesaggi urbani di consumo globale come immagine di marca, contribuendo a ciň che l'autore chiama ‘urbanalizzazione'. Prima di tutto, si presenta una spiegazione dei mega-eventi du- rante il ventesimo secolo. In seguito si esplorano gli importanti cambi del ruolo dei megaeventi urbani nell'attualitŕ. Infine, si presenta un'analisi critica della politica urbana a Barcellona come dimostrazione di queste ipotesi.
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Pinna, Guest Editors: G., and R. Nardi. "Ipertensione arteriosa: il ruolo dell’internista." Italian Journal of Medicine 3, no. 1 (August 25, 2015): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.2.

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Abstract:
<img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni2.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa: il ruolo dell’internista </strong>1<br /><em>M. Campanini</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Controversie sulle linee guida dell’ipertensione </strong>3<br /><em>A. Mazza, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa e diabete mellito </strong>8<br /><em>C. Marengo, G. Imperiale, G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong>Cardiopatia ischemica e ipertensione: quale ruolo per l’internista? </strong>16<br /><em>F. Angeli, G. Reboldi, A. Aita, C. Bartolini, M. Garofoli, P. Verdecchia</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa e scompenso cardiaco </strong>22<br /><em>F. Orlandini, M. La Regina</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa e fibrillazione atriale </strong>31<br /><em>R. Frediani, G. Mathieu, G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong> Rene e ipertensione arteriosa: storia di una relazione complicata. Quale ruolo per l’internista? </strong>43<br /><em>D. Manfellotto, F. Lorenzi</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione secondaria </strong>51<br /><em>G. Antonucci, G. Bertinieri</em></p><p class="titolo"><strong>Nutraceutica ed ipertensione arteriosa </strong>58<br /><em>M. D’Avino, D. Caruso</em></p><p class="titolo"><strong>Disfunzione erettile e ipertensione arteriosa </strong>65<br /><em>N. Artom, G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa nell’anziano </strong>71<br /><em>C. Pascale, A. Artom</em></p><p class="titolo"><strong>L’ipertensione resistente </strong>80<br /><em>G. Mathieu</em></p><p class="titolo"><strong>La terapia di associazione nell’ipertensione arteriosa </strong>90<br /><em>G. Pinna, S. Cozzio</em></p>
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10

Gubitta, Paolo. "Il ruolo dell'imprenditore nell'era dell'accesso." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (December 2012): 7–22. http://dx.doi.org/10.3280/es2012-002002.

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Dissertations / Theses on the topic "Ruolo"

1

Camperchioli, Laura. "Il delicato ruolo dell'interprete nell'esercito." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9233/.

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Abstract:
Tesi sull'analisi del ruolo dell'interprete militare. Nel primo capitolo viene spiegato il modo di accesso all'Esercito Italiano e i requisiti richiesti. Nel secondo capitolo si parla delle organizzazioni a tutela degli interpreti e i loro progetti.
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Mancini, Stefania. "Ruolo degli adipociti nell’emopoiesi umana." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242863.

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Abstract:
Gli adipociti rappresentano una popolazione cellulare mesenchimale naturalmente presente nel midollo osseo umano. In questo specifico microambiente gli adipociti possono interagire con una varietà di cellule differenti, il loro ruolo però è in larga parte sconosciuto. Questo lavoro ha lo scopo di caratterizzare molecolarmente e funzionalmente gli adipociti maturi isolati dal midollo osseo umano (BM-A) per studiare il loro ruolo nel microambiente emopoietico. Gli BM-A normali sono stati isolati dopo digestione con collagenasi e filtrazione, studiata la loro morfologia, la loro espressione genica, il profilo immunofenotipico e la loro capacità funzionale nel microambiente emopoietico, sono stati poi confrontati con gli adipociti derivati da tessuto adiposo (AT-A). Gli BM-A hanno una forma sferica di dimensioni assai variabili, caratterizzata dalla presenza nel citoplasma di un unico vacuolo lipidico che occupa, da solo, più del 90% del volume cellulare ed un piccolo nucleo appiattito, caratteristiche simili agli AT-A che non vengono perse in coltura, inoltre, come gli AT-A, esprimono alcuni antigeni di superficie tipici delle cellule staminali. In linea con queste osservazioni, i dati molecolari hanno mostrato che gli BM-A esprimono alcuni geni delle cellule staminali embrionali necessari per il self-renewal e la pluripotenza, come Oct4, Klf4, c-myc, GATA4, Tbx1 e Sox17, ma non esprimono i marcatori Sox2 e Nanog. Inoltre gli adipociti da BM esprimono Dio2 e CIDEA, regolatori di termogenesi, mentre risultano negativi per Prdm16 e UCP1, marker molecolari degli adipociti bruni. Questi risultati, suggeriscono che gli BMA esprimono il fenotipo molecolare del grasso bianco con un importante ruolo nell’attività metabolica.
Adipocytes are a cell population largely located in the human bone marrow cavity. In this specific microenvironment where adipocytes can interact with a variety of different cells, the role of fat is mainly unknown. To our knowledge, this report is the first to characterize mature adipocytes isolated from human bone marrow (BM-A) molecularly and functionally to better understand their roles into the hematopoietic microenvironment. Healthy BM-A were isolated after collagenase digestion and filtration. We studied the morphology of BMA, their gene expression and immunophenotypic profile and their functional ability in the hematopoietic microenvironment, comparing them with adipocytes derived from adipose tissue (AT-A). BM-A showed a unilocular lipid morphology similar to AT-A and did not lose their morphology in culture; they showed a comparable pattern of stem cell-surface antigens to AT-A. In line with these observations, molecular data showed that BM-A expressed some embryonic stem cells genes, such as Oct4, KLf4, c-myc, Gata4, Tbx1, and Sox17, whereas they did not express the stem cell markers Sox2 and Nanog. Moreover, BM-A had long telomeres that were similar to bone marrow mesenchymal stem cells. Notably, BM-A supported the survival and differentiation of hematopoietic stem cells in long-term cultures. These results showed that BM-A are stromal cells with a gene expression pattern that distinguished them from AT-A. BM-A showed stem cell properties through their hematopoietic supporting function, which was certainly linked to their role in the maintenance of the bone marrow microenvironment. Depending on specific demands, BM-A may acquire different functions based on their local environment.
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Gulisano, Francesco <1994&gt. "Il Rakugo - definizione, caratteristiche, ruolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16507.

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Abstract:
Questo elaborato si propone di presentare in modo sufficientemente esaustivo l’arte tradizionale giapponese del rakugo, una forma di teatro che sfugge alle comuni definizioni occidentali, tanto popolare in patria quanto sconosciuto all’estero. Nel capitolo introduttivo si cercherà di delineare le caratteristiche fondamentali di questa arte, sia all’interno del contesto del teatro giapponese che di quello mondiale. Successivamente saranno presentate e analizzati due spettacoli, diversi tra loro per interpreti e tipologie, in modo da illustrare le proprietà e le tecniche a fronte di esempi pratici che le rendano più immediatamente comprensibili. Verrà poi analizzato il discorso storico, a partire dalle tradizioni narrative preesistenti e seguendone il loro sviluppo attraverso i secoli, fino alla creazione del genere, il suo consolidamento e, infine, la sua evoluzione fino alla contemporaneità. Il quarto capitolo si concentrerà sulla figura dell’attore, sul tipo di apprendistato che deve seguire, al suo ruolo all’interno della comunità artistica, nonché la trasmissione tradizionale delle conoscenze artistiche. Verranno discussi la figura di Henry Black, unico non giapponese ad essere stato riconosciuto come maestro di rakugo e il dibattito moderno sulle donne attrici. Il repertorio artistico verrà presentato sia attraverso le categorie classiche che quelle moderne, nonché nelle variazioni regionali. Verrà presentata la questione del linguaggio politicamente scorretto all’interno delle opere tradizionali, nonché il rapporto tra gli attori e i loro racconti e come questo venga gestito all’interno della performance teatrale. Infine, sarà preso in considerazione il luogo in cui si mette in scena il rakugo, ovvero lo yose, che sarà descritto nella sua architettura, con una breve presentazione degli yose attualmente in attività. Verranno poi introdotte le varie arti complementari al rakugo nel programma di una giornata tipica e il modo in cui vengono gestite le rappresentazioni. Verrà introdotto il discorso del rakugo al di fuori dello yose e nei media, radio e televisione. Sarà quindi discusso il ruolo dello yose nel contesto della realizzazione artistica e quello che potrebbe essere il suo futuro negli anni a venire. Nel capitolo finale si cercherà di trarre delle conclusioni riguardo al rakugo come arte tradizionale e popolare, con accenni al ruolo che esso ha oggi nella società giapponese e il modo in cui esso è percepito, nonché i tentativi di diffonderlo al di fuori del Giappone da parte di alcuni attori.
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CECCHINATO, FABIO. "L'esperienza dell'etica nell'esercizio del ruolo manageriale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/169.

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Abstract:
Viene esplorata l'esperienza della dimensione etica nel ruolo manageriale attraverso una analisi su tre piani: quello dell'esperienza soggettiva, della relazione interpersonale e infine il livello istituzionale
The experience of ethics in managerial role is explored at three different levels of analysis: the individual level, the interpersonal level and the institutional level.
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PREMOLI, ALESSANDRO. "DECENTRAMENTO PRODUTTIVO E RUOLO DELL'AUTONOMIA COLLETTIVA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1789.

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Abstract:
L’opera analizza i fenomeni di frammentazione del ciclo produttivo dal punto di vista delle relazioni collettive, ponendosi l’obiettivo di verificare l’efficacia degli strumenti contrattuali per “governare” tali processi. Si muove dall’ipotesi per cui sia opportuno valorizzare la contrattazione di secondo livello, stante i minori problemi di applicazione generalizzata e la maggiore sensibilità rispetto agli interessi coinvolti. La parte più rilevante dell’indagine ruota attorno al tema degli appalti, dalle clausole di divieto agli obblighi di informazione e consultazione, sino alle previsioni volte a garantire determinati trattamenti contrattuali o la continuità occupazionale ai lavoratori coinvolti; esperienze apprezzabili che richiedono, tuttavia, uno sviluppo a livello decentrato, anche territoriale o interaziendale. Ci si sofferma altresì sul trasferimento d’azienda, evidenziandosi il fondamentale compito della contrattazione decentrata nel cercare un bilanciamento tra competitività e protezione sociale, oltre che nel vigilare sulla genuinità delle operazioni realizzate. Si passa, poi, agli interventi in tema di somministrazione di lavoro, auspicandosi la realizzazione di un sistema di rappresentanza e contrattazione aziendale integrata, che coinvolga anche i lavoratori somministrati. Da ultimo si guarda al lavoro parasubordinato, con riferimento al quale la contrattazione collettiva è chiamata a sviluppare un sistema di sostegno e protezione che trascenda la tutela dei soli occupati.
The work analyses the outsourcing processes on the point of view of industrial relations, with the purpose to verify the effectiveness of the collective bargaining provisions to “manage” these processes. The dissertation moves from the assumption that the second-level agreements should be implemented, considering the applicability to all employees and the greater proximity to the interests concerned. The major part of the analysis revolves around the service contracts and the heterogeneous related provisions of the national collective labour agreements (such as the ban on outsourcing, the information to trade unions, the entitlement to certain treatments or to hold down the employment relationship), which should be developed by company or territorial level agreements. Then the dissertation focuses on the transfer of business, highlighting the role of the second-level bargaining, which could be able to find a compromise between competitiveness and social protection, as well as to control the compliance of the transactions. The work also considers the staff leasing contract, hoping for a system of collective representation and negotiation which includes the temporary workers. Finally, with reference to the so called “working project consulting agreements”, the author observes that the trade unions should give to the consultants a major collective protection.
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Camporesi, Stefano. "Il ruolo della crittografia nelle Blockchain." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Il progresso scientifico e tecnologico ha rappresentato per l'uomo un continuo miglioramento delle condizioni sociali ed economiche. Lo sviluppo di nuove tecnologie ha garantito un cambiamento favorevole delle condizioni di vita delle persone che oggigiorno sfruttano queste invenzioni per avere un tenore di vita più elevato. Con il continuo progresso della digitalizzazione le imprese sia pubbliche che private hanno cercato di apportare miglioramenti ai propri processi produttivi e di aumentare la qualità dei servizi offerti sfruttando le nuove tecnologie offerte dal mercato; in particolare, l’utilizzo di queste tecnologie può portare ad uno sconvolgimento degli attuali modelli di business cambiando diversi aspetti del mercato. Tra tutte le tecnologie emergenti occorre porre particolare attenzione alla tecnologia blockchain. Essa rappresenta un sistema decentralizzato che sfrutta una rete peer-to-peer per consentire agli utenti una comunicazione sicura senza intermediari. L’utilizzo di questa tecnologia garantisce uno scambio di informazioni in maniera del tutto protetta riducendo al minimo il rischio di violazione dei dati grazie all'utilizzo delle crittografia asimmetrica. Tale tecnologia trova il suo primo sviluppo nella rete Bitcoin, un nuovo sistema di basato sulle criptovalute creato con l'obiettivo di dare alla luce un nuovo sistema di pagamento sicuro e affidabile. Grazie all'elevato livello di sicurezza che la blockchain offre è possibile sfruttarla in svariati ambiti sia economici che sociali come ad esmpio nell'IoT o nella pubblica amministrazione. Molte società di consulenza, infatti, ritengono che questa tecnologia avrà in futuro un impatto enorme sull’economia globale.
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7

Chiappelli, Sara. "Note sul ruolo dell'infinito in matematica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7307/.

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Abstract:
Questo elaborato realizzato assieme alla creazione di un link nel sito "progettomatematic@" tratta dell'infinito in tre modi diversi: la storia, l'applicazione ai frattali e alla crittografia. Inizia con una breve storia dai greci all'antinomia di Russel; poi si parla dei frattali in natura, di misura e dimensione di Hausdorff, polvere di Cantor e fiocco di neve di Koch. Infine si trova un riassunto dei cifrari storici famosi, con particolare attenzione al cifrario di Vernam, alla teoria dell'entropia di Shannon e alla dimostrazione che otp ha sicurezza assoluta.
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8

BRACONI, CHIARA. "RNA ultraconservati: espressione e ruolo nell'epatocarcinoma." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2009. http://hdl.handle.net/11566/242010.

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9

Giovannini, Catia <1975&gt. "Ruolo dei geni Notch nell'epatocarcinoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/196/1/TESI.pdf.

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10

Giovannini, Catia <1975&gt. "Ruolo dei geni Notch nell'epatocarcinoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/196/.

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Books on the topic "Ruolo"

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Il ruolo oscuro. Roma: Edizioni dell'Ateneo, 1985.

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2

Un ruolo per l'architettura. Napoli: CLEAN, 2011.

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3

Guido, Beltramini, Burns Howard, and Centro internazionale di studi di architettura "Andrea Palladio" di Vicenza, eds. L'architetto: Ruolo, volto, mito. Venezia: Marsilio, 2009.

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4

Carli, Massimo. Il ruolo delle assemblee elettive. Torino: G. Giappichelli, 2001.

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5

Né uomo, né donna, né dio, né dea: Ruolo sessuale e ruolo religioso dell'imperatore Elagabalo. Bologna: Pàtron, 2005.

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6

Il ruolo dei gatti: Romanzo breve. Roma: Azimut, 2008.

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7

Staiano, Sandro. Gli statuti comunali: Ruolo, contenuti, tendenze. Napoli: Liguori, 1992.

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8

Valli, Gianantonio. La fine dell'Europa: Il ruolo dell'ebraismo. Genova: Effepi, 2010.

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9

L'attore senza ruolo: Nel tempo dell'audience. Civitella in Val di Chiana, Arezzo: Zona, 2010.

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10

Giovanni, Longobardi, Marchetta Manlio, and Seminario di Gibilmanna (16th : 1986 : Campi Bisenzio, Italy), eds. Il Ruolo dell'architettura nelle aree metropolitane. Roma: Officina, 1987.

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Book chapters on the topic "Ruolo"

1

Bartolozzi, P. "Il ruolo dell’ortopedico." In Osteoporosi: le nuove prospettive in ortopedia e traumatologia, 1–2. Milano: Springer Milan, 2006. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0546-4_1.

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2

Caramella, Davide, and Dario Luca Lauretti. "Il ruolo dell’informatizzazione." In La comunicazione radiologica nella società del benessere, 127–35. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2504-2_14.

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3

Saviozzi, A., and G. Bozzi. "Ruolo del coordinatore nell’identificazione." In Il neuroleso grave, 205–15. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1460-2_25.

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4

Litta, R. "Il caregiver: Ruolo, rischi, supporto." In Aspetti psicologici nella sclerosi multipla, 165–72. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2724-4_14.

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5

Osimani, Marcello, Luisa Di Mare, and Danilo Lisi. "L’infiammazione: ruolo e pattern RM." In Imaging RM della prostata, 59–66. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1516-6_8.

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6

Potenza, Marc N., and Mark D. Griffiths. "Prevenzione e ruolo del clinico." In Il gioco d’azzardo patologico, 135–45. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1538-8_10.

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7

Martin, Franco Foresta, and Geppi Calcara. "Il ruolo di Guglielmo Marconi." In Per una storia della geofisica italiana, 29–37. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1578-4_4.

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Benazzo, F., L. Piovani, and R. Vanelli. "Il ruolo attuale dell’osteotomia di ginocchio." In Osteoporosi: le nuove prospettive in ortopedia e traumatologia, 221–33. Milano: Springer Milan, 2006. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0546-4_18.

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Oasi, Osmano. "Il ruolo dell’infanzia nel modello freudiano." In La psicologia dinamica e Sigmund Freud, 129–55. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2525-7_6.

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10

Giuntoli, M. "Il ruolo dello psicologo nel team riabilitativo." In Aspetti psicologici nella sclerosi multipla, 243–51. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2724-4_19.

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Conference papers on the topic "Ruolo"

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Iovino, Francesco. "Ruolo della selvicoltura nella conservazione del suolo." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.060.

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Sondri, Alberto. "Uscire dall’emergenza NPL: Il ruolo del Servicer." In 25th Annual European Real Estate Society Conference. European Real Estate Society, 2018. http://dx.doi.org/10.15396/eres2018_ind_103.

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Calamini, Gianfranco. "Il ruolo della selvicoltura nella gestione della vegetazione ripariale." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.066.

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Cavallo, Aurora, Benedetta Di Donato, Rossella Guadagno, and Davide Marino. "Nutrire Roma: il ruolo dell’agricoltura urbana nel fenomeno urbano." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8042.

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Abstract:
Scopo di questa nota è di esaminare i caratteri e le dinamiche che connotano l’agricoltura urbana nel caso di Roma. Il contributo sintetizza in chiave evolutiva i fatti stilizzati del rapporto tra città e campagna, successivamente si indaga il contesto produttivo agricolo al fine di proporre una tassonomia dei tipi di agricoltura urbana. Il tentativo che qui si propone è una preliminare lettura dell’agricoltura urbana attraverso un sistema di criteri per la classificazione della distribuzione funzionale e relazionale del primario in aree metropolitane. Tali categorie interpretative tentano di ricostruire le relazioni causali che traducono i modelli produttivi agricoli (caratteristiche strutturali, ordinamenti, forme giuridiche, forme d’uso delle risorse naturali, collocazione), in specifiche forme spaziali e funzionali nella dimensione urbana – fisica e sociale -. Sul piano teorico tale lettura s’inserisce nel paradigma coevolutivo e guarda al paesaggio come il risultato delle interazioni tra il sistema ambientale e l’agire dell’uomo che abita e utilizza il territorio (Marino e Cavallo, 2009). Una sintesi tipologica definitiva sembra ancora un obiettivo da raggiungere, sicuramente questo è il primo passo verso la costruzione di una griglia interpretativa e di un vocabolario tipologico da mettere poi a sistema con i dati morfologici e quelli di uso del suolo. The aim of this paper is to examine the characteristics and the dynamics that characterize urban agriculture in the case of Rome. We summarize in an evolutionary approach the stylized facts of the relationship between town and country, then we investigate the context of agricultural production in order to propose a taxonomy of the types of urban agriculture. The effort proposed here is a preliminary analysis of urban agriculture through a system of criteria for the classification of the distribution of the functional and relational features of agricultural activities in metropolitan areas. These interpretative categories attempt to reconstruct the causal relationships that translate agricultural production models (farms’ data, legal forms, use of natural resources, localization), in specific forms in the spatial and functional urban dimension - physical and social - . On the theoretical level this analysis is embedded in the co-evolutionary paradigm and looks to the landscape as the result of interactions between the environmental system and the action of human who lives and uses the territory (Marino and Cavallo, 2009). This typization ultimately still seems a goal to achieve, this is the first step towards the construction of an interpretative and vocabulary typological then be systematize with the morphological data and those of land use.
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Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Micara, Ludovico. "Il ruolo dei nuovi porti e delle nuove fortificazioni cinquecentesche nella trasformazione dell’immagine delle città mediterranee." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11463.

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Abstract:
The role of the new sixteenth century harbours and fortifications on the transformation of the Mediterranean city’s imageThe richness of historical heritage and the complex stratification of sites, combined with the defensive functions and techniques of the fortifications, confer an added value to the cities overlooking the Mediterranean Sea. The fortifications and the new harbours of Tripoli, Libya and Alexandria, Egypt are not isolated structures, which just enhance the qualities and visibility of the places where they are built. Rather, as they come into contact with the pre-existing ancient urban systems, harbours and fortifications contribute to enriching the architectural qualities and values of the cities. In such situations, the new defensive interventions assume a strong transformational role in relation with the sites where they are located, and thus create new urban realities, and new meanings to be deciphered. In the discovery of these new interpretive possibilities, lies the fascination these studies can still offer today.
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Manetti, M. C., Emilio Amorini, and C. Becagli. "Il ruolo del castagno nella selvicoltura italiana: prospettive colturali e valenza socio-economica della castanicoltura da legno." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.112.

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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Abstract:
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Carallo, Sara. "Valorizzazione e tutela delle aree verdi periurbane per il recupero dell’identità culturale e della memoria storica del territorio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7940.

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Abstract:
Il progetto di ricerca ha riguardato la progettazione di una greenway nel territorio comunale di Anzio e Nettuno al fine di comprendere come le aree verdi periurbane acquisiscono un ruolo di primaria importanza nell’ambito di attività di pianificazione territoriale. Esse infatti, in qualità di aree multifunzionali, consentono di innescare processi di riequilibrio dei flussi turistici e valorizzazione delle aree urbane. L’obiettivo principale del progetto si è concentrato sulla definizione di un’interazione dinamica tra sistemi sociali ed economici e sistemi ambientali basata su una funzione territoriale compatibile con gli obiettivi di tutela e delle risorse intendendo il territorio come substrato del processo di sedimentazione di valori storici, culturali e sociali. This research project focused on the design of a greenway in the municipality of Anzio and Nettuno in order to understand how green peri-urban areas acquire a role of primary importance within the activities of a territorial planning. As a matter of fact these multifunctional areas allow to trigger processes aimed at balancing tourist flows and enhancing urban areas. The project aims at defining a dynamic interaction between socio-economic and environmental systems based on a territorial function compatible with the objectives of protection of resources, being territory a substrate of the process of settling of historical, cultural and social values.
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Bellini, Oscar Eugenio. "Green camouflage: una nuova identità per le infrastrutture urbane nella città densa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7982.

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Abstract:
La crescente richiesta di città più ecologiche e sostenibili impone il ripensamento dei manufatti e delle attrezzature che vanno sotto la denominazione di infrastrutture urbane. Diventate un imprescindibile componente fisica dell’ecosistema urbano hanno infatti assunto, nella città contemporanea, l’involontario ruolo di testimoni della contrapposizione tra contesto naturale e ambiente artificiale. Attualmente oggetto di una riflessione critica che sta spostando l’interesse dalla loro configurazione estetico/funzionale alla verifica di compatibilità ambientale e paesaggistica, esse possono essere ripensate, anche grazie all’impiego della vegetazione e del verde tecnologico, quale azione preliminare verso la loro rigenerazione e quella degli “infra-luoghi” che ad esse si accompagnano. Al di là delle tendenze modaiole, che sovente scadono nel greenwashing, l’inverdimento delle infrastrutture può rappresentare l’occasione per rendere ambientalmente più sostenibili consistenti porzioni di città, anche in ragione degli importanti benefici che la vegetazione produce: riduzione dell’isola di calore, controllo del deflusso delle acque piovane, abbattimento dell’inquinamento atmosferico e del rumore, etc. In questo contesto i dispositivi del camouflage, attuati con il verde, possono aprire ad una nuova estetica, favorendo la dissimulazione di queste attrezzature all’interno della città. Il saggio propone un primo bilancio di una ricerca, tutt’ora in corso, sulle potenzialità dell’impiego della vegetazione nella città densa quale strumento con cui ripensare e riabilitare le infrastrutture e i relativi spazi, che deturpano il paesaggio urbano, formulando alcune riflessioni, contestualizzate per concreti risultati raggiunti, su come le tecniche del camouflage e della mimicry possono contribuire a migliorare il ruolo e la natura di queste attrezzature urbane, altrimenti solo ed esclusivamente funzionali. The growing demand for more environmentally friendly and sustainable cities requires the rethinking of the artifacts and equipment that we commonly call gray infrastructure. They have become an inevitable physical component of the urban ecosystem and have in fact assumed, in the contemporary city, the involuntary role of witnesses to the contrast between natural and artificial environment. Gray Infrastructures are currently subject to a critical reflection about their environmental compatibility as well as their aesthetic/functional configuration; that is why they can be rethought, by use of vegetation and ecotechgreen, to regenerate the "infraplaces" which they accompany. Beyond the greenwashing, the greening of infrastructure could be an opportunity to make more environmentally consistent parts of the high city, also because of the important benefits that vegetation produces: heat island reduction, control of storm water runoff, reducing air pollution and noise, etc. Intervening in many environmental aspects, ‘ecotechgreen’ becomes the premise for a new environmental planning with which to transform towns into more efficient ecosystems. In this context, the devices of camouflage, practiced by ecotechgreen, can open a new urban aesthetic, facilitating the disguise of these facilities within the city. This paper presents partial results of an ongoing research, about different planning approaches relative to these urban components into the high density city, and it shows how the techniques of camouflage and mimicry may help to improve the role and nature of these urban facilities.
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Reports on the topic "Ruolo"

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Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave: affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.

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Abstract:
Questo rapporto evidenzia come le discriminazioni strutturali e l'esclusione sociale influenzino le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti del vaccino per il COVID-19 tra le comunità rom in Italia. Uno degli obiettivi è mettere in luce il ruolo che le autorità pubbliche e le comunità possono svolgere nel sostenere l'adozione del vaccino e nel contrasto ai più ampi processi di esclusione sociale.1 Le risposte contraddittorie che lo Stato italiano ha fornito durante la pandemia di Covid-19, insieme alle forme di esclusione già in atto, hanno comportato un aumento della sfiducia delle comunità rom nei confronti delle iniziative statali, impattando anche sull’adesione alla campagna vaccinale.2 Questo documento si propone di supportare e informare le amministrazioni locali e le istituzioni sanitarie pubbliche coinvolte nell’assistenza e nei processi di inclusione delle comunità rom in Italia. Il presente documento si basa su una ricerca condotta di persona e a distanza dal novembre 2021 al gennaio 2022 in Italia con le comunità rom e sinti di Milano, Roma e Catania. Sebbene queste comunità si caratterizzino per diversità storica e per differenti forme di identità linguistica, geografica, religiosa, sono state individuate delle somiglianze nel modo in cui hanno vissuto la pandemia di COVID-19 e nelle decisioni a proposito del vaccino. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Iliana Sarafian (LSE) con i contributi e le revisioni di Elizabeth Storer (LSE), Tabitha Hrynick (IDS), Marco Solimene (University of Iceland), Dijana Pavlovic (Upre Roma) e Olivia Tulloch (Anthrologica). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058) e si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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