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Dissertations / Theses on the topic 'Ruolo'

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1

Camperchioli, Laura. "Il delicato ruolo dell'interprete nell'esercito." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9233/.

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Abstract:
Tesi sull'analisi del ruolo dell'interprete militare. Nel primo capitolo viene spiegato il modo di accesso all'Esercito Italiano e i requisiti richiesti. Nel secondo capitolo si parla delle organizzazioni a tutela degli interpreti e i loro progetti.
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2

Mancini, Stefania. "Ruolo degli adipociti nell’emopoiesi umana." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242863.

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Abstract:
Gli adipociti rappresentano una popolazione cellulare mesenchimale naturalmente presente nel midollo osseo umano. In questo specifico microambiente gli adipociti possono interagire con una varietà di cellule differenti, il loro ruolo però è in larga parte sconosciuto. Questo lavoro ha lo scopo di caratterizzare molecolarmente e funzionalmente gli adipociti maturi isolati dal midollo osseo umano (BM-A) per studiare il loro ruolo nel microambiente emopoietico. Gli BM-A normali sono stati isolati dopo digestione con collagenasi e filtrazione, studiata la loro morfologia, la loro espressione genica, il profilo immunofenotipico e la loro capacità funzionale nel microambiente emopoietico, sono stati poi confrontati con gli adipociti derivati da tessuto adiposo (AT-A). Gli BM-A hanno una forma sferica di dimensioni assai variabili, caratterizzata dalla presenza nel citoplasma di un unico vacuolo lipidico che occupa, da solo, più del 90% del volume cellulare ed un piccolo nucleo appiattito, caratteristiche simili agli AT-A che non vengono perse in coltura, inoltre, come gli AT-A, esprimono alcuni antigeni di superficie tipici delle cellule staminali. In linea con queste osservazioni, i dati molecolari hanno mostrato che gli BM-A esprimono alcuni geni delle cellule staminali embrionali necessari per il self-renewal e la pluripotenza, come Oct4, Klf4, c-myc, GATA4, Tbx1 e Sox17, ma non esprimono i marcatori Sox2 e Nanog. Inoltre gli adipociti da BM esprimono Dio2 e CIDEA, regolatori di termogenesi, mentre risultano negativi per Prdm16 e UCP1, marker molecolari degli adipociti bruni. Questi risultati, suggeriscono che gli BMA esprimono il fenotipo molecolare del grasso bianco con un importante ruolo nell’attività metabolica.
Adipocytes are a cell population largely located in the human bone marrow cavity. In this specific microenvironment where adipocytes can interact with a variety of different cells, the role of fat is mainly unknown. To our knowledge, this report is the first to characterize mature adipocytes isolated from human bone marrow (BM-A) molecularly and functionally to better understand their roles into the hematopoietic microenvironment. Healthy BM-A were isolated after collagenase digestion and filtration. We studied the morphology of BMA, their gene expression and immunophenotypic profile and their functional ability in the hematopoietic microenvironment, comparing them with adipocytes derived from adipose tissue (AT-A). BM-A showed a unilocular lipid morphology similar to AT-A and did not lose their morphology in culture; they showed a comparable pattern of stem cell-surface antigens to AT-A. In line with these observations, molecular data showed that BM-A expressed some embryonic stem cells genes, such as Oct4, KLf4, c-myc, Gata4, Tbx1, and Sox17, whereas they did not express the stem cell markers Sox2 and Nanog. Moreover, BM-A had long telomeres that were similar to bone marrow mesenchymal stem cells. Notably, BM-A supported the survival and differentiation of hematopoietic stem cells in long-term cultures. These results showed that BM-A are stromal cells with a gene expression pattern that distinguished them from AT-A. BM-A showed stem cell properties through their hematopoietic supporting function, which was certainly linked to their role in the maintenance of the bone marrow microenvironment. Depending on specific demands, BM-A may acquire different functions based on their local environment.
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3

Gulisano, Francesco <1994&gt. "Il Rakugo - definizione, caratteristiche, ruolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16507.

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Abstract:
Questo elaborato si propone di presentare in modo sufficientemente esaustivo l’arte tradizionale giapponese del rakugo, una forma di teatro che sfugge alle comuni definizioni occidentali, tanto popolare in patria quanto sconosciuto all’estero. Nel capitolo introduttivo si cercherà di delineare le caratteristiche fondamentali di questa arte, sia all’interno del contesto del teatro giapponese che di quello mondiale. Successivamente saranno presentate e analizzati due spettacoli, diversi tra loro per interpreti e tipologie, in modo da illustrare le proprietà e le tecniche a fronte di esempi pratici che le rendano più immediatamente comprensibili. Verrà poi analizzato il discorso storico, a partire dalle tradizioni narrative preesistenti e seguendone il loro sviluppo attraverso i secoli, fino alla creazione del genere, il suo consolidamento e, infine, la sua evoluzione fino alla contemporaneità. Il quarto capitolo si concentrerà sulla figura dell’attore, sul tipo di apprendistato che deve seguire, al suo ruolo all’interno della comunità artistica, nonché la trasmissione tradizionale delle conoscenze artistiche. Verranno discussi la figura di Henry Black, unico non giapponese ad essere stato riconosciuto come maestro di rakugo e il dibattito moderno sulle donne attrici. Il repertorio artistico verrà presentato sia attraverso le categorie classiche che quelle moderne, nonché nelle variazioni regionali. Verrà presentata la questione del linguaggio politicamente scorretto all’interno delle opere tradizionali, nonché il rapporto tra gli attori e i loro racconti e come questo venga gestito all’interno della performance teatrale. Infine, sarà preso in considerazione il luogo in cui si mette in scena il rakugo, ovvero lo yose, che sarà descritto nella sua architettura, con una breve presentazione degli yose attualmente in attività. Verranno poi introdotte le varie arti complementari al rakugo nel programma di una giornata tipica e il modo in cui vengono gestite le rappresentazioni. Verrà introdotto il discorso del rakugo al di fuori dello yose e nei media, radio e televisione. Sarà quindi discusso il ruolo dello yose nel contesto della realizzazione artistica e quello che potrebbe essere il suo futuro negli anni a venire. Nel capitolo finale si cercherà di trarre delle conclusioni riguardo al rakugo come arte tradizionale e popolare, con accenni al ruolo che esso ha oggi nella società giapponese e il modo in cui esso è percepito, nonché i tentativi di diffonderlo al di fuori del Giappone da parte di alcuni attori.
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4

CECCHINATO, FABIO. "L'esperienza dell'etica nell'esercizio del ruolo manageriale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/169.

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Abstract:
Viene esplorata l'esperienza della dimensione etica nel ruolo manageriale attraverso una analisi su tre piani: quello dell'esperienza soggettiva, della relazione interpersonale e infine il livello istituzionale
The experience of ethics in managerial role is explored at three different levels of analysis: the individual level, the interpersonal level and the institutional level.
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5

PREMOLI, ALESSANDRO. "DECENTRAMENTO PRODUTTIVO E RUOLO DELL'AUTONOMIA COLLETTIVA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1789.

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Abstract:
L’opera analizza i fenomeni di frammentazione del ciclo produttivo dal punto di vista delle relazioni collettive, ponendosi l’obiettivo di verificare l’efficacia degli strumenti contrattuali per “governare” tali processi. Si muove dall’ipotesi per cui sia opportuno valorizzare la contrattazione di secondo livello, stante i minori problemi di applicazione generalizzata e la maggiore sensibilità rispetto agli interessi coinvolti. La parte più rilevante dell’indagine ruota attorno al tema degli appalti, dalle clausole di divieto agli obblighi di informazione e consultazione, sino alle previsioni volte a garantire determinati trattamenti contrattuali o la continuità occupazionale ai lavoratori coinvolti; esperienze apprezzabili che richiedono, tuttavia, uno sviluppo a livello decentrato, anche territoriale o interaziendale. Ci si sofferma altresì sul trasferimento d’azienda, evidenziandosi il fondamentale compito della contrattazione decentrata nel cercare un bilanciamento tra competitività e protezione sociale, oltre che nel vigilare sulla genuinità delle operazioni realizzate. Si passa, poi, agli interventi in tema di somministrazione di lavoro, auspicandosi la realizzazione di un sistema di rappresentanza e contrattazione aziendale integrata, che coinvolga anche i lavoratori somministrati. Da ultimo si guarda al lavoro parasubordinato, con riferimento al quale la contrattazione collettiva è chiamata a sviluppare un sistema di sostegno e protezione che trascenda la tutela dei soli occupati.
The work analyses the outsourcing processes on the point of view of industrial relations, with the purpose to verify the effectiveness of the collective bargaining provisions to “manage” these processes. The dissertation moves from the assumption that the second-level agreements should be implemented, considering the applicability to all employees and the greater proximity to the interests concerned. The major part of the analysis revolves around the service contracts and the heterogeneous related provisions of the national collective labour agreements (such as the ban on outsourcing, the information to trade unions, the entitlement to certain treatments or to hold down the employment relationship), which should be developed by company or territorial level agreements. Then the dissertation focuses on the transfer of business, highlighting the role of the second-level bargaining, which could be able to find a compromise between competitiveness and social protection, as well as to control the compliance of the transactions. The work also considers the staff leasing contract, hoping for a system of collective representation and negotiation which includes the temporary workers. Finally, with reference to the so called “working project consulting agreements”, the author observes that the trade unions should give to the consultants a major collective protection.
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Camporesi, Stefano. "Il ruolo della crittografia nelle Blockchain." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Il progresso scientifico e tecnologico ha rappresentato per l'uomo un continuo miglioramento delle condizioni sociali ed economiche. Lo sviluppo di nuove tecnologie ha garantito un cambiamento favorevole delle condizioni di vita delle persone che oggigiorno sfruttano queste invenzioni per avere un tenore di vita più elevato. Con il continuo progresso della digitalizzazione le imprese sia pubbliche che private hanno cercato di apportare miglioramenti ai propri processi produttivi e di aumentare la qualità dei servizi offerti sfruttando le nuove tecnologie offerte dal mercato; in particolare, l’utilizzo di queste tecnologie può portare ad uno sconvolgimento degli attuali modelli di business cambiando diversi aspetti del mercato. Tra tutte le tecnologie emergenti occorre porre particolare attenzione alla tecnologia blockchain. Essa rappresenta un sistema decentralizzato che sfrutta una rete peer-to-peer per consentire agli utenti una comunicazione sicura senza intermediari. L’utilizzo di questa tecnologia garantisce uno scambio di informazioni in maniera del tutto protetta riducendo al minimo il rischio di violazione dei dati grazie all'utilizzo delle crittografia asimmetrica. Tale tecnologia trova il suo primo sviluppo nella rete Bitcoin, un nuovo sistema di basato sulle criptovalute creato con l'obiettivo di dare alla luce un nuovo sistema di pagamento sicuro e affidabile. Grazie all'elevato livello di sicurezza che la blockchain offre è possibile sfruttarla in svariati ambiti sia economici che sociali come ad esmpio nell'IoT o nella pubblica amministrazione. Molte società di consulenza, infatti, ritengono che questa tecnologia avrà in futuro un impatto enorme sull’economia globale.
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7

Chiappelli, Sara. "Note sul ruolo dell'infinito in matematica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7307/.

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Questo elaborato realizzato assieme alla creazione di un link nel sito "progettomatematic@" tratta dell'infinito in tre modi diversi: la storia, l'applicazione ai frattali e alla crittografia. Inizia con una breve storia dai greci all'antinomia di Russel; poi si parla dei frattali in natura, di misura e dimensione di Hausdorff, polvere di Cantor e fiocco di neve di Koch. Infine si trova un riassunto dei cifrari storici famosi, con particolare attenzione al cifrario di Vernam, alla teoria dell'entropia di Shannon e alla dimostrazione che otp ha sicurezza assoluta.
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8

BRACONI, CHIARA. "RNA ultraconservati: espressione e ruolo nell'epatocarcinoma." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2009. http://hdl.handle.net/11566/242010.

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9

Giovannini, Catia <1975&gt. "Ruolo dei geni Notch nell'epatocarcinoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/196/1/TESI.pdf.

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Giovannini, Catia <1975&gt. "Ruolo dei geni Notch nell'epatocarcinoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/196/.

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Severi, Ivan <1983&gt. "In campo. Il ruolo pubblico dell'antropologia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6581/1/severi_ivan_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi riflette sulla necessità di un ripensamento delle scienze antropologiche nel senso di un loro uso pubblico e del loro riconoscimento al di fuori dell’accademia. Viene introdotto il dibattito sulla dimensione applicata dell’antropologia a partire dalle posizioni in campo nel panorama internazionale. Negli Stati Uniti la riflessione si sviluppa dalla proposta della public anthropology, l’antropologo pubblico si discosta dalla tradizionale figura europea di intellettuale pubblico. Alla luce delle varie posizioni in merito, la questione dell’applicazione è esaminata dal punto di vista etico, metodologico ed epistemologico. Inizialmente vengono prese in considerazione le diverse metodologie elaborate dalla tradizione dell’applied anthropology a partire dalle prime proposte risalenti al secondo dopoguerra. Successivamente viene trattata la questione del rapporto tra antropologia, potere coloniale e forze armate, fino al recente caso degli antropologi embedded nello Human Terrain System. Come contraltare vengono presentate le diverse forme di engagement antropologico che vedono ricercatori assumere diversi ruoli fino a casi estremi che li vedono divenire attivisti delle cause degli interlocutori. La questione del ruolo giocato dal ricercatore, e di quello che gli viene attribuito sul campo, viene approfondita attraverso la categoria di implication elaborata in contesto francese. Attraverso alcune esperienze di campo vengono presentate forme di intervento concreto nel panorama italiano che vogliono mettere in luce l’azione dell’antropologo nella società. Infine viene affrontato il dibattito, in corso in Italia, alla luce della crisi che sta vivendo la disciplina e del lavoro per la costituzione dell’associazione nazionale di antropologia professionale.
The thesis reflects on the need to rethinking the anthropological sciences in the direction of a public use and of a public recognition for this disciplines by the world outside academy. The debate is introduced from the different positions shared in the international context about the use of applied anthropology. In the United States the reflection is developed by the proposal of public anthropology, that has some differences respect the traditional figure of the European public intellectual. The dissertation highlight the various positions about ethical, methodological and epistemological standpoint application of anthropology. First of all, different methodologies developed from the tradition of Applied Anthropology are taken into account, from the first proposals dating back to the second postwar period. Secondly the analysis focus on the relationship between anthropology, colonial power and the armed forces until the recent case of anthropologists embedded in the Human Terrain System. Different forms of anthropological engagement shows researchers involved in different roles up to the extreme case in which they becoming activists in the same causes of their partners. The issue about the role played by the researcher, and the role that the fieldwork attribute to him, is deepened through the category of implication drawn up in the French context. Through some fieldwork experiences, concrete forms of intervention in the Italian overviews are presented to shift the focus on the anthropologists’ action possibility in the society. Finally, the dissertation present the Italian ongoing debate about the crisis that the discipline is passing through, and the resulting work in progress for the constitution of a national association for professional anthropology.
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Severi, Ivan <1983&gt. "In campo. Il ruolo pubblico dell'antropologia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6581/.

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Abstract:
La tesi riflette sulla necessità di un ripensamento delle scienze antropologiche nel senso di un loro uso pubblico e del loro riconoscimento al di fuori dell’accademia. Viene introdotto il dibattito sulla dimensione applicata dell’antropologia a partire dalle posizioni in campo nel panorama internazionale. Negli Stati Uniti la riflessione si sviluppa dalla proposta della public anthropology, l’antropologo pubblico si discosta dalla tradizionale figura europea di intellettuale pubblico. Alla luce delle varie posizioni in merito, la questione dell’applicazione è esaminata dal punto di vista etico, metodologico ed epistemologico. Inizialmente vengono prese in considerazione le diverse metodologie elaborate dalla tradizione dell’applied anthropology a partire dalle prime proposte risalenti al secondo dopoguerra. Successivamente viene trattata la questione del rapporto tra antropologia, potere coloniale e forze armate, fino al recente caso degli antropologi embedded nello Human Terrain System. Come contraltare vengono presentate le diverse forme di engagement antropologico che vedono ricercatori assumere diversi ruoli fino a casi estremi che li vedono divenire attivisti delle cause degli interlocutori. La questione del ruolo giocato dal ricercatore, e di quello che gli viene attribuito sul campo, viene approfondita attraverso la categoria di implication elaborata in contesto francese. Attraverso alcune esperienze di campo vengono presentate forme di intervento concreto nel panorama italiano che vogliono mettere in luce l’azione dell’antropologo nella società. Infine viene affrontato il dibattito, in corso in Italia, alla luce della crisi che sta vivendo la disciplina e del lavoro per la costituzione dell’associazione nazionale di antropologia professionale.
The thesis reflects on the need to rethinking the anthropological sciences in the direction of a public use and of a public recognition for this disciplines by the world outside academy. The debate is introduced from the different positions shared in the international context about the use of applied anthropology. In the United States the reflection is developed by the proposal of public anthropology, that has some differences respect the traditional figure of the European public intellectual. The dissertation highlight the various positions about ethical, methodological and epistemological standpoint application of anthropology. First of all, different methodologies developed from the tradition of Applied Anthropology are taken into account, from the first proposals dating back to the second postwar period. Secondly the analysis focus on the relationship between anthropology, colonial power and the armed forces until the recent case of anthropologists embedded in the Human Terrain System. Different forms of anthropological engagement shows researchers involved in different roles up to the extreme case in which they becoming activists in the same causes of their partners. The issue about the role played by the researcher, and the role that the fieldwork attribute to him, is deepened through the category of implication drawn up in the French context. Through some fieldwork experiences, concrete forms of intervention in the Italian overviews are presented to shift the focus on the anthropologists’ action possibility in the society. Finally, the dissertation present the Italian ongoing debate about the crisis that the discipline is passing through, and the resulting work in progress for the constitution of a national association for professional anthropology.
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Quinci, Manuela <1987&gt. "Ruolo dell'imaging ecografico nel paziente oncologico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8779/1/Ruolo%20dell%27imaging%20ecografico%20nel%20paziente%20oncologico%20-%20Tesi%20dottorato%20M%20Quinci.pdf.

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Abstract:
La ricerca svolta durante il Dottorato si è incentrata su due studi riguardanti l’applicazione dell’imaging ecografico nell’ambito dell’oncologia veterinaria. Nel primo studio è stata indagata la correlazione tra l’alterazione ecografica della milza honeycomb (HCP) e la diagnosi di linfoma nel gatto. Sono stati selezionati retrospettivamente 33 gatti con HCP ed un esame citologico o istologico della milza. Per ciascun soggetto sono state revisionate le immagini ecografiche al fine di descrivere l’aspetto della milza e confrontare la visualizzazione dell’HCP tra immagini ottenute con sonde lineari e sonde curvilinee. Parallelamente è stata condotta una revisione cito-istopatologica. In base ai nostri risultati l’HCP non è predittivo di linfoma splenico, ma si può associare anche a disordini linfoproliferativi benigni, a forme reattive ed a processi infiammatori acuti. Si raccomanda l’impiego di sonde ad alta frequenza per l’esame ecografico della milza nel gatto, per favorire la visualizzazione dell’HCP. Nel secondo studio, sono state confrontate l’utilità dell’ecografia bidimensionale (ECO2D) e dell’ecografia con mezzo di contrasto (CEUS) come guida per l’agoaspirazione (FNA) di masse addominali e toraciche e l’effetto di alcuni predittori sull’adeguatezza del campione citologico. Sono stati selezionati retrospettivamente due gruppi di cani e gatti con masse addominali e toraciche in cui l’FNA era stato eseguito con tecnica CEUS (43 soggetti) ed ECO2D (39 soggetti). I campioni citologici sono stati revisionati da due patologi che hanno formulato un giudizio dicotomico sull’adeguatezza. In base all’analisi di regressione logistica univariata e multivariata condotta, CEUS ed ECO2D sono ugualmente efficaci ai fini del campionamento citologico. Tra gli altri predittori, la sede anatomica della massa e la presenza di aree avascolari intralesionali hanno influito sull’adeguatezza. In presenza di aree avascolari la probabilità di ottenere un campione adeguato si riduce, pertanto a fronte di masse di dimensioni cospicue l’esecuzione di una CEUS prima della procedura di campionamento è sempre consigliabile.
My research project focused on the role of ultrasound in dogs and cats with oncologic diseases and it included two studies. The aim of the first was to evaluate the relationship between the sonographic honeycomb pattern (HCP) of the spleen and cyto-histological diagnosis in cats, and to assess the influence of the type of transducer on HCP visualization. Abdominal ultrasounds of cats with HCP were reviewed to record spleen size, shape and margin appearance, other parenchymal alterations, lymphadenopathy. Images acquired with high-frequency and curvilinear transducers were compared to see if HCP was more consistent on high resolution images. A retrospective review of the corresponding splenic cyto-histopatologic samples was performed. Based on our findings, HCP in cats is not predictive of lymphoma and it can be associated with both benign and malignant disorders. The use of high-frequency transducers is recommended to properly recognize HCP or subtle changes in splenic parenchyma. The second study aimed to compare performances of contrast enhanced ultrasound (CEUS) and bidimensional ultrasound (US) guided fine needle aspiration (FNA) of abdominal and thoracic masses and to determine the effect of the following independent predictors: location, size, presence of avascular areas within the mass, operator’s experience, on the adequacy of the cytological sample. Dogs and cats with masses were retrospectively selected and included into 2 groups: 43 patients were included in the CEUS-guided group and 39 in the US-guided group. The cytological samples were reviewed by two pathologists and a final interpretation of the cytological adequacy was provided. According to a univariate and multivariate logistic regression analysis both CEUS and US guidance are suitable for FNA. Mass location and presence of avascular areas can also affect the adequacy. Thus, in case of large masses CEUS should be performed before FNA as presence of avascular areas may lead to inadequate sampling.
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Greca, Rossana. "Ruolo della PARP nello stress ossidativo." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1043.

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Abstract:
Abstract Poly(ADP-ribose) polymerases (PARPs) play a crucial role in DNA damage surveillance through their nick sensor functions. Since PARPs over activation leads to an excessive consumption of NAD? and ATP depletion, these enzymes also are involved in the early events of programmed cell death as well as in necrosis. In order to verify the protective action of L-carnosine and trehalose against NO induced cell death, in the present study we examined their effects on the expression of PARP-1, PARP-2 and iNOS in primary rat astrocyte and oligodendrocyte cells, treated with lipopolysaccharide (LPS) and interferon gamma (INFc), through semi-quantitative PCR and western analysis. To further characterize the molecular mechanisms underlying L-carnosine and trehalose action, we measured cell viability, nitrite production and LDH release. The data obtained clearly demonstrate that in the stress model employed L-carnosine and trehalose down regulate PARP-1 and PARP-2 expression in both cell phenotypes, thus suggesting their possible application in clinical trials.
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Arcerito, Maria Concetta. "Ruolo della biotecnologia nell'impianto di paratireociti." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1054.

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Abstract:
Da una Da una collaborazione tra l Università di Napoli e l Università di Catania si cercherà di isolare paratireociti da tessuto di paratiroide umana in quanto già sappiamo che le cellule estratte da questo tipo di campione secernono PTH in funzione della concentrazione di calcio e sono reimpiantabili in matrici 3D. Lo scopo è quello di ripristinare la corretta secrezione di PTH utilizzando paratiroidi bioingegnerizzate. La prima fase di questa attività è quella di realizzare una coltura di paratireociti umani .In seguito si dovrà ingegnerizzare in vitro la paratiroide umana all interno di scaffold per tessuti biologici. Finora, infatti, era possibile coltivare cellule in vitro ma non si potevano trapiantare, perché non avevano struttura tridimensionale. Attualmente ciò è possibile grazie a sottilissime reti (scaffold) sintetizzate in laboratorio. In questi biomateriali vengono fatte sviluppare le cellule,che assumono la forma dell organo che si intende ricreare. Per scaffold si intende un supporto poroso tridimensionale realizzato in un materiale biocompatibile e biodegradabile sul quale far avvenire l adesione iniziale delle cellule e la successiva ricrescita fino a formazione del tessuto. Durante la produzione della matrice extracellulare da parte delle cellule lo scaffold tende a biodegradarsi e a farsi sostituire da tessuto biologico rigenerato.
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Amato, Denise. "Ruolo dell'ecografia polmonare in età pediatrica." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1374.

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Abstract:
Lo studio clinico del corpo umano mediante ultrasuoni, poiché non utilizza radiazioni ionizzanti, è l unica diagnostica per immagini che può essere eseguita e refertata con valore legale anche da medici non specialisti radiologi. L ecografia del torace può essere considerata a buona ragione una nuova frontiera dell impiego clinico degli ultrasuoni.
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FACELLO, Serena. "Apprendistato e tirocini: il ruolo dell’alternanza." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28659.

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Colbacchin, Giulia <1991&gt. "Il nuovo ruolo dell'agroalimentare in Veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8800.

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Abstract:
Attraverso il mio elaborato intendo effettuare una ricerca nel panorama dei sistemi di qualità dei prodotti alimentari in Veneto. Il campo di analisi è quello dei prodotti alimentari a denominazione d'origine,analizzando in particolare i prodotti lattiero caseari di un'azienda. Attraverso il mio lavoro intendo proporre uno sguardo completo che esamini come la qualità alimentare viene affrontata a livello regionale con i piani di sviluppo rurale, i quali devono seguire le direttive a livello comunitario. In particolar modo viene affrontata un'analisi per porre in evidenzia come viene trattata la tematica dei prodotti di qualità nel piano di sviluppo rurale attuale e quello precedente.
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Comin, Sebastiano <1992&gt. "Impact Investing: il ruolo delle PMI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14673.

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Abstract:
La tesi si propone di dare dapprima una panoramica sulla finanza ad impatto cioé una parte della finanza attenta non solo al ritorno economico ma anche all’impatto che gli investimenti generano sulla società. Dopo aver esposto alcuni casi di fondi ad impatto e analizzato come un investimento ad impatto possa rientrare nel portafoglio di un investitore, nella seconda parte si tratterà il ruolo delle piccole medie imprese nel possibile sviluppo del mercato ad impatto tramite l’utilizzo di strumenti innovativi come i mini bond e il crowdfunding. Nell’ultima parte si tratterà il caso italiano con i suoi possibili sviluppi .
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FRIEL, ANNA LIVIA. "Osservazioni sul ruolo urbano della demolizione." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/306028.

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Abstract:
La demolizione è un territorio negletto: da un lato viene liquidata come una prassi ovvia del processo generativo, dall’altro additata come una scorciatoia ingiustificata –e sempre meno giustificabile– per sbrigare situazioni irrisolte. D’altra parte la demolizione è anche la rappresentazione fenomenologica di uno stato di crisi, un apice di discontinuità, l’occupazione temporanea dello ‘spazio dello scontro’, uno spazio che ha perso progressivamente la sua importanza a partire dagli anni ottanta del novecento, scalzato dalla necessità di individuare margini di mitigazione e convergenza. Questo luogo critico non ha tuttavia smesso di esistere e continua a svolgere la sua funzione rivelatrice delle trasformazioni in atto, assumendo manifestazioni via via più complesse. Questo lavoro si occupa dunque della demolizione e delle sue conseguenze nel progetto della città. Se la demolizione ha sempre svolto un ruolo evidente nel processo evolutivo dell’ambiente urbano, le modalità con cui essa viene assorbita da queste trasformazioni hanno subito delle importanti modificazioni sia di senso che nella loro pratica. La demolizione diventa uno strumento fondamentale a partire dalla metà dell’ottocento per assecondare l’accelerazione di queste trasformazioni, un’accelerazione di cui iniziamo a percepire solo oggi una fase discendente. Lo spostamento di senso che la demolizione subisce è infatti ampiamente condizionato dalla rapidità del consumo dell’ambiente costruito sia nei suoi aspetti materiali che in quelli simbolici. Dopo un’introduzione che delinea la demolizione all’interno di un quadro culturale più ampio e il suo impatto nella cultura visuale –a partire dalle sue prime manifestazioni fino all’epoca contemporanea–, la tesi si struttura in due parti autonome ma allo stesso tempo strettamente connesse. Nella prima parte si tenta una ricostruzione della sua collocazione teorica attraverso l’osservazione di alcuni temi fondamentali della lettura della città: qui la demolizione viene messa a confronto con la questione della conservazione, con lo scontro di quest’ultima con il progetto moderno e con l’emergere di metafore importanti e confliggenti come tabula rasa e palinsesto. Pur sfuggendo da un criterio prettamente cronologico, questa prima parte ricostruisce una sorta di teoria retroattiva della demolizione. La seconda parte, attraverso l’osservazione di quattro episodi specifici, ripercorre contestualizzandola, l’evoluzione della pratica della demolizione mettendo in luce la progressiva marginalizzazione del suo utilizzo. Una gestione sostenibile del costruito esistente e della sua dismissione passa attraverso il riuso dei componenti e degli elementi edilizi, privilegiando alla scala urbana delle strategie che non prevedano la completa demolizione. Ma al netto di una considerazione puramente ambientalista del questione ecologica, la domanda che questo lavoro, chiudendosi, vuole aprire è: quanto abbiamo ancora bisogno della demolizione e in quale situazione la demolizione continua ad essere uno strumento insostituibile?
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Mauro, Alexa. "Il ruolo dell'empatia nella mediazione linguistica interculturale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10763/.

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Abstract:
L'elaborato considera il ruolo dell'empatia nella mediazione linguistica: ne analizza l'importanza per la decodifica dei messaggi non verbali, si sofferma sulla necessità di combinarla con il principio di neutralità e fornisce alcune linee guida per la didattica della mediazione interculturale.
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Dragoni, Donatella. "Il ruolo dell'educazione scientifica in contesti "difficili"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2294/.

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CLEMENTI, LETIZIA. "Potenziale ruolo oncogenico della proteina multifunzionale tau." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. http://hdl.handle.net/11697/192067.

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Abstract:
La proteina Tau è stata individuata in diversi tumori umani inclusi il carcinoma della prostata, della mammella, dello stomaco, del pancreas e del colon retto dove, mostra una struttura e funzione simili alla più studiata Tau neuronale. La Tau viene considerata una proteina multifunzionale ma, il suo ruolo principale sembra essere quello di assemblaggio e stabilizzazione dei microtubuli. La proteina Tau è codificata dal gene MAPT (Microtubule Associated Protein Tau) e a seguito di splicing alternativo degli esoni 2, 3 e 10 del trascritto primario, si ottengono sei isoforme. In aggiunta al differenziale processamento del trascritto primario, la proteina Tau è bersaglio di complesse modificazioni post-traduzionali che includono la fosforilazione. Quello che è noto dalla letteratura suggerisce che, il mantenimento dell’omeostasi tra l’attività delle chinasi e delle fosfatasi è fondamentale per regolare l’affinità di legame della proteina ai microtubuli. La perdita di questo equilibrio promuove una fosforilazione anomala della proteina, un evento che è stato associato alle sue funzioni patologiche. La Tau iper-fosforilata non è più in grado di legare la tubulina ma anzi, sembra svolgere un ruolo “infettivo” sequestrando altre forme della proteina e aggregando in strutture progressivamente più grandi e insolubili che compromettono l’integrità cellulare. A tal proposito è noto che l’Alzheimer (condizione patologica che rientra nelle taupatie) è associata a iper fosforilazione della proteina che, si stacca dai microtubuli con conseguente distruzione del citoscheletro insieme alla formazione e all'accumulo di oligomeri Tau solubili e di grovigli neurofibrillari Tau non solubili. In questa tesi di dottorato di ricerca abbiamo indagato le possibili implicazioni associate all’equilibrio monomeri/oligomeri e le modificazioni post-traduzionali aberranti che può subire la proteina Tau in un modello diverso da quello delle malattie neurodegenerative come i tumori. In particolare ci si è proposti di investigare come Tau, attraverso la sua associazione ai microtubuli del fuso mitotico e l’accumulo delle forme oligomeriche iper-fosforilate, possa interferire in un tratto distintivo del cancro quale la deregolamentazione del ciclo cellulare. I nostri studi in vitro hanno dimostrato che, in presenza degli inibitori dell’autofagia Clorochina o Bafilomicina, si assiste all’accumulo di oligomeri Tau e contemporaneamente alla formazione di fusi mitotici aberranti, con aumento delle rotture a doppio filamento del DNA. L’inibizione dell’autofagia in mitosi si è quindi rivelata sinergica rispetto all’azione citotossica dei taxani. Tale ipotesi è stata confermata tramite l’eliminazione degli oligomeri per inibizione chimica o per silenziamento della proteina. I nostri dati hanno inoltre evidenziato che la formazione di oligomeri in mitosi è strettamente legata alla fosforilazione di Tau in fase G2/M e che la modulazione delle chinasi e fosfatasi coinvolte è capace di interagire con l’azione degli agenti anti-mitotici. In particolare l’inibizione della CDK5 è risultata svolgere un ruolo chiave nella capacità delle cellule bloccate in fase G2/M di progredire in maniera forzata nelle fasi successive del ciclo. In conclusione, considerando il nostro studio come preliminare per la comprensione del ruolo di Tau nei tumori, possiamo ipotizzare che Tau, potrebbe rivelarsi importante per la possibilità di migliorare l’efficienza delle terapie antimitotiche, agendo in particolare nella stabilizzazione del fuso mitotico. Quello che sembra più rilevante a livello patologico è il rapporto delle varie forme post-traduzionali nelle diverse fasi del ciclo cellulare e come questo rapporto, condizioni la resistenza a farmaci antimitotici o la capacità delle cellule tumorali di avanzare durante i checkpoint del ciclo in condizioni aberranti.
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GIACOMINI, EMANUELA. "Il ruolo dell'investor sentiment nel mercato immobiliare." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241900.

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Abstract:
La teoria dei mercati efficienti si basa sul presupposto che l’investitore è razionale nell’effettuare scelte in condizioni di incertezza; pertanto le dinamiche di prezzo delle attività finanziarie riflettono cambiamenti dei fondamentali dei titoli stessi. Di contro, nell’ambito della finanza comportamentale il sentiment degli investitori e i limiti dell’arbitraggio hanno un ruolo importante nella determinazione dei prezzi delle attività finanziarie. I fondi immobiliari quotati (Real Estate Investment Trusts - REITs) sono di particolare interesse in tale contesto in quanto sono caratterizzati da un doppio livello di prezzo. Da un lato, le attività finanziarie rappresentative del veicolo di investimento sono scambiate sui mercati azionari (mercato immobiliare indiretto); dall’altro lato, le attività immobiliari che compongono il portafoglio d’investimento vengono negoziate nel mercato immobiliare diretto. Il contributo che questa tesi di dottorato intende offrire alla letteratura sul tema del pricing dei REIT è duplice. In primo luogo, viene affrontata la questione relativa al ruolo del sentiment degli investitori nelle dinamiche di prezzo delle attività finanziarie rappresentative del veicolo d’investimento del fondo immobiliare. A tal fine, viene analizzato l’effetto in termini di pricing sia della componente “razionale” del sentiment, ossia legata a cambiamenti dei fondamentali del mercato immobiliare, sia della componente "irrazionale" del mercato azionario. In secondo luogo, questa analisi rappresenta uno dei primi tentativi d’indagine circa il ruolo svolto dalle caratteristiche specifiche di ciascun fondo, con particolare attenzione alla struttura proprietaria, ai fini della determinazione della rispettiva sensibilità al sentiment degli investitori. A tal proposito è stata creata una misura di tale sensibilità rispetto al sentiment: il “sentiment beta”. Al fine della costruzione dell’indicatore di “sentiment” si ricorre all’analisi delle componenti principali (PCA) per poter misurare la varianza comune di alcune proxies del sentiment degli investitori individuate dalla letteratura (approccio “top-down”). Un Vector Error Correction Model (VECM) viene invece utilizzato al fine di analizzare sia la relazione di breve periodo, sia il processo di aggiustamento verso l’equilibrio di lungo periodo tra il mercato immobiliare diretto ed indiretto. Questa tesi di dottorato è strutturata come segue: dopo un’introduzione del ruolo del sentiment degli investitori nel mercato immobiliare, il capitolo 2 analizza più in dettaglio la letteratura esistente in tema di sentiment degli investitori con riferimento sia al settore finanziario sia a quello immobiliare; successivamente, il capitolo 3 illustra le metodologie di costruzione degli indici di sentiment individuate dalla letteratura esistente. L'analisi empirica circa l'influenza del sentiment sulla dinamica dei prezzi dei REITs nell’ambito del mercato statunitense è presentata nel capitolo 4, mentre il capitolo 5 è dedicato alla misurazione del sentiment beta al fine di testare l’ipotesi di "Hard-toarbitrage, Difficult-to-Value". Infine, nel capitolo 6 seguono le conclusioni finali, utili a sintetizzare l’influenza del sentiment sul pricing dei fondi immobiliari, nonché a proporre possibili sviluppi di indagine futuri.
In Neoclassical finance theory, there is no role for investor sentiment in valuation, markets are efficient and all movements in stock prices rationally reflect changes in cash flows or discount rates. In sharp contrast, the behavioral finance literature posits that investor sentiment and limits to arbitrage play a role in the determination of asset prices which is independent of market fundamentals. Real Estate Investment Trusts (REITs) are unique in that the pricing of the asset class parallels two markets. Specifically, a dual asset market situation exist for trading real estate assets in the private real estate market, trading properties directly, and the public real estate market for trading REIT shares that provides ownership of underlying properties indirectly. The contribution of this analysis to the existing literature of REIT pricing dynamic is twofold. First, this analysis address the question of whether REITs suffer from stock market sentiment following the presence of noise traders or the real market sentiment is an important force in REIT pricing. To this extent this work aims to disentangle the driving forces leading to sentiment as “rational” sentiment, related to fundamental changes and “irrational” stock market sentiment. Secondly, this analysis is one of the first attempts to investigate how REIT-specific characteristics are related to their sensitivity to investor sentiment (“sentiment beta”), focusing the attention on the role played by the institutional investors that are usually view as rational traders by the literature. Several econometric issues arise in the measurement of the investor sentiment index and the time series analysis; therefore, Principal Component Analysis (PCA) and Vector Error Correction Model (VECM) are used to address those issues. The remainder of this work is structured as follow: after an introduction of the role of investor sentiment in the real estate market, chapter 2 analyzes more in detail the investor sentiment literature in the finance and real estate field; subsequently, chapter 3 discusses the construction of the sentiment indices; the empirical analysis of the influence of sentiment on the dynamic pricing of REITs in the US Market is presented in chapter 4; chapters 5 focus on the development of the sentiment beta measure to test the “Hard-to-Arbitrage, Difficult-to-Value Hypothesis”. Lastly, Chapter 6 ends up with the main conclusions and future research developments.
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Leo, Fabrizio <1978&gt. "Il ruolo del collicolo superiore nell'orientamento spaziale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1423/1/leo_fabrizio_tesi.pdf.

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Abstract:
This thesis was aimed at verifying the role of the superior colliculus (SC) in human spatial orienting. To do so, subjects performed two experimental tasks that have been shown to involve SC’s activation in animals, that is a multisensory integration task (Experiment 1 and 2) and a visual target selection task (Experiment 3). To investigate this topic in humans, we took advantage of neurophysiological finding revealing that retinal S-cones do not send projections to the collicular and magnocellular pathway. In the Experiment 1, subjects performed a simple reaction-time task in which they were required to respond as quickly as possible to any sensory stimulus (visual, auditory or bimodal audio-visual). The visual stimulus could be an S-cone stimulus (invisible to the collicular and magnocellular pathway) or a long wavelength stimulus (visible to the SC). Results showed that when using S-cone stimuli, RTs distribution was simply explained by probability summation, indicating that the redundant auditory and visual channels are independent. Conversely, with red long-wavelength stimuli, visible to the SC, the RTs distribution was related to nonlinear neural summation, which constitutes evidence of integration of different sensory information. We also demonstrate that when AV stimuli were presented at fixation, so that the spatial orienting component of the task was reduced, neural summation was possible regardless of stimulus color. Together, these findings provide support for a pivotal role of the SC in mediating multisensory spatial integration in humans, when behavior involves spatial orienting responses. Since previous studies have shown an anatomical asymmetry of fibres projecting to the SC from the hemiretinas, the Experiment 2 was aimed at investigating temporo-nasal asymmetry in multisensory integration. To do so, subjects performed monocularly the same task shown in the Experiment 1. When spatially coincident audio-visual stimuli were visible to the SC (i.e. red stimuli), the RTE depended on a neural coactivation mechanism, suggesting an integration of multisensory information. When using stimuli invisible to the SC (i.e. purple stimuli), the RTE depended only on a simple statistical facilitation effect, in which the two sensory stimuli were processed by independent channels. Finally, we demonstrate that the multisensory integration effect was stronger for stimuli presented to the temporal hemifield than to the nasal hemifield. Taken together, these findings suggested that multisensory stimulation can be differentially effective depending on specific stimulus parameters. The Experiment 3 was aimed at verifying the role of the SC in target selection by using a color-oddity search task, comprising stimuli either visible or invisible to the collicular and magnocellular pathways. Subjects were required to make a saccade toward a target that could be presented alone or with three distractors of another color (either S-cone or long-wavelength). When using S-cone distractors, invisible to the SC, localization errors were similar to those observed in the distractor-free condition. Conversely, with long-wavelength distractors, visible to the SC, saccadic localization error and variability were significantly greater than in either the distractor-free condition or the S-cone distractors condition. Our results clearly indicate that the SC plays a direct role in visual target selection in humans. Overall, our results indicate that the SC plays an important role in mediating spatial orienting responses both when required covert (Experiments 1 and 2) and overt orienting (Experiment 3).
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Leo, Fabrizio <1978&gt. "Il ruolo del collicolo superiore nell'orientamento spaziale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1423/.

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Abstract:
This thesis was aimed at verifying the role of the superior colliculus (SC) in human spatial orienting. To do so, subjects performed two experimental tasks that have been shown to involve SC’s activation in animals, that is a multisensory integration task (Experiment 1 and 2) and a visual target selection task (Experiment 3). To investigate this topic in humans, we took advantage of neurophysiological finding revealing that retinal S-cones do not send projections to the collicular and magnocellular pathway. In the Experiment 1, subjects performed a simple reaction-time task in which they were required to respond as quickly as possible to any sensory stimulus (visual, auditory or bimodal audio-visual). The visual stimulus could be an S-cone stimulus (invisible to the collicular and magnocellular pathway) or a long wavelength stimulus (visible to the SC). Results showed that when using S-cone stimuli, RTs distribution was simply explained by probability summation, indicating that the redundant auditory and visual channels are independent. Conversely, with red long-wavelength stimuli, visible to the SC, the RTs distribution was related to nonlinear neural summation, which constitutes evidence of integration of different sensory information. We also demonstrate that when AV stimuli were presented at fixation, so that the spatial orienting component of the task was reduced, neural summation was possible regardless of stimulus color. Together, these findings provide support for a pivotal role of the SC in mediating multisensory spatial integration in humans, when behavior involves spatial orienting responses. Since previous studies have shown an anatomical asymmetry of fibres projecting to the SC from the hemiretinas, the Experiment 2 was aimed at investigating temporo-nasal asymmetry in multisensory integration. To do so, subjects performed monocularly the same task shown in the Experiment 1. When spatially coincident audio-visual stimuli were visible to the SC (i.e. red stimuli), the RTE depended on a neural coactivation mechanism, suggesting an integration of multisensory information. When using stimuli invisible to the SC (i.e. purple stimuli), the RTE depended only on a simple statistical facilitation effect, in which the two sensory stimuli were processed by independent channels. Finally, we demonstrate that the multisensory integration effect was stronger for stimuli presented to the temporal hemifield than to the nasal hemifield. Taken together, these findings suggested that multisensory stimulation can be differentially effective depending on specific stimulus parameters. The Experiment 3 was aimed at verifying the role of the SC in target selection by using a color-oddity search task, comprising stimuli either visible or invisible to the collicular and magnocellular pathways. Subjects were required to make a saccade toward a target that could be presented alone or with three distractors of another color (either S-cone or long-wavelength). When using S-cone distractors, invisible to the SC, localization errors were similar to those observed in the distractor-free condition. Conversely, with long-wavelength distractors, visible to the SC, saccadic localization error and variability were significantly greater than in either the distractor-free condition or the S-cone distractors condition. Our results clearly indicate that the SC plays a direct role in visual target selection in humans. Overall, our results indicate that the SC plays an important role in mediating spatial orienting responses both when required covert (Experiments 1 and 2) and overt orienting (Experiment 3).
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Stefoni, Vittorio <1973&gt. "Ruolo della Radioimmunoterapia nei Linfomi non Hodgkin." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1808/1/Stefoni_Vittorio_tesi.pdf.

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Stefoni, Vittorio <1973&gt. "Ruolo della Radioimmunoterapia nei Linfomi non Hodgkin." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1808/.

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De, Oliveira Josè Domingos <1973&gt. "Il ruolo del credito nello sviluppo economico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2135/1/deoliveira_jos%C3%A8_domingos_tesi.pdf.

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De, Oliveira Josè Domingos <1973&gt. "Il ruolo del credito nello sviluppo economico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2135/.

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Sciandra, Marika <1981&gt. "Ruolo della molecola CD99 nel differenziamento osteoblastico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2767/1/SCIANDRA_MARIKA_TESI.pdf.

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Sciandra, Marika <1981&gt. "Ruolo della molecola CD99 nel differenziamento osteoblastico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2767/.

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Sabattini, Silvia <1982&gt. "Ruolo dei recettori tirosinchinasici in oncologia animale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4760/1/sabattini_silvia_tesi.pdf.

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Abstract:
Disregolazioni dei recettori tirosinchinasici (RTK) sono di frequente riscontro nei tumori dell’uomo e in molti casi sono indicatori biologici che permettono di definire in maniera più accurata la prognosi dei pazienti. Possono rappresentare inoltre marker predittivi per la risposta a terapie antitumorali con farmaci a bersaglio molecolare. Numerosi inibitori tirosinchinasici (TKI) sono attualmente in corso di studio o già disponibili per l’utilizzo in oncologia umana, e molti di questi hanno dimostrato una significativa efficacia utilizzati singolarmente o in combinazione a terapie convenzionali. Studi recenti indicano che un quadro analogo di disregolazione dei recettori tirosinchinasici è presente anche nelle neoplasie dei piccoli animali, e ne suggeriscono in molti casi un’implicazione prognostica. Gli inibitori tirosinchinasi sono da poco entrati nell’arena dell’oncologia veterinaria, ma i primi risultati lasciano supporre che siano destinati ad essere integrati definitivamente nei protocolli terapeutici standard. La tesi consiste in una parte introduttiva in cui sono trattate le principali funzioni biologiche dei recettori tirosinchinasici, la loro struttura e il loro ruolo nell’oncogenesi e nella progressione tumorale in medicina umana e veterinaria. Si affrontano inoltre le principali metodiche di laboratorio per l’analisi molecolare in oncologia e i meccanismi d’azione dei farmaci inibitori tirosinchinasici, con un cenno ai prodotti maggiormente utilizzati e alle loro indicazioni. Segue la presentazione e la discussione dei risultati di quattro studi relativi alla valutazione delle disregolazioni del recettore tirosinchinasico Kit (espressione aberrante e mutazioni genomiche) nel mastocitoma cutaneo del gatto e del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) nel carcinoma squamocellulare cutaneo del gatto e nei tumori polmonari primitivi del cane, con particolare attenzione al loro ruolo prognostico.
Protein kinases are enzymes that play key roles in cell signal transduction, regulating pathways critical in cell growth, differentiation, survival and death. Dysfunction of many protein kinases, particularly the tyrosine kinases, has been identified in a variety of human cancers, and has just begun to be investigated in spontaneous tumours of dogs and cats. We present the results of four studies aimed at characterizing the dysregulation (aberrant immunohistochemical expression and gene mutations) of Kit receptor tyrosine kinase in feline cutaneous mast cell tumors and the overexpression of the epidermal growth factor receptor (EGFR) in feline squamous cell carcinoma and in canine primary lung cancer. The potential prognostic implications of the observed dysregulation are discussed.
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Sabattini, Silvia <1982&gt. "Ruolo dei recettori tirosinchinasici in oncologia animale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4760/.

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Abstract:
Disregolazioni dei recettori tirosinchinasici (RTK) sono di frequente riscontro nei tumori dell’uomo e in molti casi sono indicatori biologici che permettono di definire in maniera più accurata la prognosi dei pazienti. Possono rappresentare inoltre marker predittivi per la risposta a terapie antitumorali con farmaci a bersaglio molecolare. Numerosi inibitori tirosinchinasici (TKI) sono attualmente in corso di studio o già disponibili per l’utilizzo in oncologia umana, e molti di questi hanno dimostrato una significativa efficacia utilizzati singolarmente o in combinazione a terapie convenzionali. Studi recenti indicano che un quadro analogo di disregolazione dei recettori tirosinchinasici è presente anche nelle neoplasie dei piccoli animali, e ne suggeriscono in molti casi un’implicazione prognostica. Gli inibitori tirosinchinasi sono da poco entrati nell’arena dell’oncologia veterinaria, ma i primi risultati lasciano supporre che siano destinati ad essere integrati definitivamente nei protocolli terapeutici standard. La tesi consiste in una parte introduttiva in cui sono trattate le principali funzioni biologiche dei recettori tirosinchinasici, la loro struttura e il loro ruolo nell’oncogenesi e nella progressione tumorale in medicina umana e veterinaria. Si affrontano inoltre le principali metodiche di laboratorio per l’analisi molecolare in oncologia e i meccanismi d’azione dei farmaci inibitori tirosinchinasici, con un cenno ai prodotti maggiormente utilizzati e alle loro indicazioni. Segue la presentazione e la discussione dei risultati di quattro studi relativi alla valutazione delle disregolazioni del recettore tirosinchinasico Kit (espressione aberrante e mutazioni genomiche) nel mastocitoma cutaneo del gatto e del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) nel carcinoma squamocellulare cutaneo del gatto e nei tumori polmonari primitivi del cane, con particolare attenzione al loro ruolo prognostico.
Protein kinases are enzymes that play key roles in cell signal transduction, regulating pathways critical in cell growth, differentiation, survival and death. Dysfunction of many protein kinases, particularly the tyrosine kinases, has been identified in a variety of human cancers, and has just begun to be investigated in spontaneous tumours of dogs and cats. We present the results of four studies aimed at characterizing the dysregulation (aberrant immunohistochemical expression and gene mutations) of Kit receptor tyrosine kinase in feline cutaneous mast cell tumors and the overexpression of the epidermal growth factor receptor (EGFR) in feline squamous cell carcinoma and in canine primary lung cancer. The potential prognostic implications of the observed dysregulation are discussed.
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ALLORI, PAOLA. "Ruolo della stromelisina-1 nel determinismo dell’aterosclerosi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/441.

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Abstract:
L’aterosclerosi è una patologia degenerativa cronica. La principale lesione tipica dell’aterosclerosi è la placca ateromasica che nella sua fase matura è formata da un nucleo lipidico e da un involucro fibroso-connettivale con notevole presenza di cellule muscolari liscie, macrofagi ed elementi linfocitari. Le alterazioni funzionali e morfologiche dell’endotelio e della capsula fibrosa che sovrastano la placca sono la causa della sua rottura. L’endotelio è in grado di raccogliere, integrare e trasmettere i messaggi che provengono dal sangue e dai tessuti. L’interazione tra endotelio e matrice extracellulare è fondamentale sia nel mantenimento dell’integrità della parete del vaso, sia nella riparazione di danni. Il processo aterosclerotico, nasce come un fenomeno riparativo agli insulti contro l’endotelio e le cellule muscolari liscie della parete arteriosa. Qualunque sia lo stimolo, l’endotelio risponde incrementando la propria permeabilità a lipidi e proteine plasmatiche e riducendo la propria attività antitrombotica .L’omeostasi all’interno della parete dei vasi dipende anche dall’azione coordinata di alcune proteasi e dei loro inibitori. Le metalloproteinasi della matrice (MMPs), anche chiamate matrixine,sono una famiglia di enzimi coinvolti nel turnover dei componenti della matrice extracellulare. Questi enzimi sono normalmente presenti negli individui sani ma non costitutivamente espressi poichè indotti in risposta a stimoli specifici che comprendono fattori di crescita, ormoni, citochine e agenti chimici. L’attività proteolitica delle MMPs è controllata, infine, dalla presenza di inibitori endogeni chiamati TIMPs importanti per mantenere l’equilibrio tra sintesi e degradazione della matrice ad opera delle MMPs. La stromelisina-1, anche detta MMP-3, ha un’ampio spettro di attività: è in grado di degradare i proteoglicani, collagene III, IV, V e IX, laminina , fibronectina, gelatina ed elastina, inoltre, attiva altri membri della famiglia delle MMP, come le collagenasi. La stromelisina-1 gioca, quindi, un ruolo importante negli eventi fisiologici e patologici associati al metabolismo del tessuto connettivo, compresi i cambiamenti nella composizione e/o nella funzione della parete delle arterie. L’ espressione è indotta in risposta a vari stimoli e regolata dall’interazione con l’inibitore TIMP-1. Recentemente è stata identificata una variante comune nella regione del promotore del gene localizzata 1171 bp a monte del sito di inizio della trascrizione che presenta un allele con 5 adenosine (5A) e l’altro con 6 adenosine (6A). Soggetti portatori dell’allele 6A potrebbero accumulare matrice extracellulare in seguito alla diminuzione della degradazione. E’ stato visto che la MMP-3 viene ampiamente espressa nelle placche ateromasiche dalle foam cells che originano dai macrofagi e dalle cellule muscolari liscie nel cappuccio della placca, nell’intima e nell’avventizia. Questo ha portato all’ipotesi che la MMP-3 potrebbe essere coinvolta nella rottura della placca , seguita dall’attivazione delle piastrine e dalla cascata della coagulazione. Inoltre, dati provenienti da studi che coinvolgono il polimorfismo 5A/6A nel promotore della stromelisina-1 indicano che la condizione associata con la ridotta attività enzimatica (allele 6A) predispone i soggetti alla progressione delle lesioni aterosclerotiche nel distretto coronario. E’ stato dimostrato in particolare che le cellule muscolari liscie e i macrofagi esprimono la stromelisina-1 nelle placche aterosclerotiche. Se da una parte l’aumentata attività della MMP-3 può promuovere la rottura della placca, dall’altra il polimorfismo scoperto nel promotore del gene della stromelisina-1 che determina una riduzione dell’espressione enzimatica, si è visto essere associato alla progressione dell’aterosclerosi coronaria. Il presente studio è stato condotto per esaminare la relazione tra il polimorfismo della MMP-3, la geometria e lo shear stress nella arteria carotide comune di individui maschi sani che non presentano nessuno dei principali fattori di rischio per l’aterosclerosi. L’analisi è stata condotta su 42 soggetti maschi, selezionati per l’assenza dei maggiori fattori di rischio per l’aterosclerosi (non fumatori, assenza di iperlipidemia, ipertensione o diabete, e non facenti uso di farmaci di alcun tipo). Di ciascuno si conosceva: la pressione sistolica (SBP) e quella diastolica (DBP), l’indice di massa corporea (BMI), la velocità del flusso sanguigno, la viscosità del sangue e lo shear stress. Con il termine di shear stress s’intende l’attrito che viene esercitato dal sangue sulle pareti del vaso. Con l’esame Eco-Doppler sono stati ricavati tutti i parametri necessari per la determinazione dello Shear Stress, e le misurazioni state eseguite nella arteria carotide comune sinistra, a 1-2 centimetri di distanza dal bulbo. Sono stati dosati nel siero: colesterolo totale; glicemia; omocisteina; MMP3. Il colesterolo LDL è stato calcolato con la formula di Friedewald. Il polimorfismo nel promotore del gene della stromelisina-1 è stato studiato mediante PCR con l’utilizzo di primers mutagenici (mismatch). Dei 42 soggetti partecipanti allo studio, 8 sono risultati omozigoti per l’allele 5A (19.1%), 10 omozigoti per l’allele 6A (23.8%) e 24 sono risultati eterozigoti (57.1%). Le frequenze degli alleli 5A e 6A sono 0.476 (95% CI 0.367-0.587) e 0.524 (95% CI 0.413-0.633), rispettivamente. La distribuzione genotipica non è significativamente differente dall’equilibrio di Hardy-Weinberg. L’età, la pressione diastolica, l’indice di massa corporea e la viscosità del sangue sono simili nei tre gruppi. La pressione sistolica, il colesterolo totale, i trigliceridi ed il colesterolo HDL sono lievemente più alti negli omozigoti per l’allele 6A, ma la differenza non raggiunge la significatività statistica del 5%. Il glucosio nel sangue è lievemente, ma di nuovo non significativamente, più basso negli omozigoti 6A. I livelli di MMP-3 nel siero non sono significativamente differenti tra i genotipi. Il diametro dell’arteria carotide comune e l’IMT sono significativamente più larghi nei soggetti 6A/6A, confrontati con gli eterozigoti o gli omozigoti per l’allele 5A. Non sono state osservate differenze tra questi due ultimi gruppi. La velocità media del flusso sanguigno è significativamente più bassa negli omozigoti 6A. L’aumento nel diametro dell’arteria e la riduzione nella velocità del flusso producono valori di shear stress della parete significativamente più bassi nei soggetti 6A/6A. Non si osservano differenze tra i soggetti 5A/6A ed i 5A/5A . I risultati ottenuti suggeriscono che il polimorfismo nel promotore del gene della stromelisina-1, che ne regola l’attività, è associato con caratteristiche strutturali e funzionali della arteria carotide comune quali aumento dello spessore della parete, allargamento del lume dell’arteria, e locale riduzione dello shear stress di parete, che potrebbero predisporre alla localizzazione della placca aterosclerotica.
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DI, LUOZZO MARCO. "Ruolo dell'imaging nel paziente sottoposto a tavi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/203221.

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Brancaforte, Angelica. "Studio del ruolo clinico-prognostico di marcatori." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/324.

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Abstract:
Le neoplasie della testa e del collo sono in costante aumento. Monitorando le modificazioni dei fattori prognostici piu' significativi, in particolare genici e molecolari, si potrebbero testare e validare in tempi brevi agenti chemiopreventivi efficaci. Lo scopo della ricerca e' quello di attuare uno studio molecolare dei linfonodi e dei margini di resezione classificati come negativi all'esame istopatologico per meglio definire il concetto di radicalita' oncologica e di re-stadiare la neoplasia in accordo con i dati molecolari.
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Distefano, Donatella Anna. "Il ruolo dei metalli nei processi neurodegenerativi." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1324.

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Abstract:
La progressiva morte neuronale che caratterizza i processi neurodegenerativi può essere dovuta a fattori genetici, ambientali, biologici, metabolici, autoimmuni o da invecchiamento. Metalli come rame, zinco e ferro sono essenziali per alcune attività neuronali (neurotrasmissione, crescita assonale, biosintesi dei neurotrasmettitori, fosforilazione ossidativa e trasporto dell ossigeno). Il contenuto cerebrale in ioni metallici è strettamente regolato a livello della barriera emato-encefalica e non esiste alcun flusso passivo di metalli dal sistema circolatorio al cervello. Dato che le forme libere dei metalli sono potenzialmente dannose, l assorbimento, la distribuzione e l escrezione sono strettamente controllate e dirette da una varietà di proteine. L associazione metallo-proteina porta alla formazione di aggregati proteici che coinvolgono ioni metallici sia redox inerti (Zn2+), che redox attivi (Cu2+, Fe3+); ferro e rame svolgono un ruolo fondamentale nell aggregazione proteica e nello stress ossidativo. La mancata regolazione dei metalli di transizione redox attivi ha un ruolo essenziale nella patologia di Alzheimer, come dimostrato dalle elevate concentrazioni, nelle placche amiloidi, di Cu2+ e Fe3+. Gli ioni metallici interagiscono con il peptide Abeta rendendolo tossico per le cellule in coltura; la loro presenza influenza l'aggregazione, causando cambiamenti nella velocità della fibrillogenesi e della precipitazione e nella morfologia finale degli aggregati che, a sua volta, influenza le loro proprietà tossiche. In questo studio, è stato verificato come i peptidi amiloidogenici formino spontaneamente aggregati fibrillari o amorfi; in presenza di rame e zinco durante il tempo di incubazione, il fenomeno subisce delle modifiche tempo-dipendenti, soprattutto nei cambiamenti da una forma all altra. Queste modificazioni sono correlate al grado di tossicità misurato dopo il trattamento di colture cellulari di neuroblastoma (SHSY5Y). L aumento della tossicità cellulare indotto dalla coincubazione con i metalli può essere dovuto ad un rallentamento dell evoluzione verso le strutture non tossiche; ciò causa una temporanea stabilizzazione degli aggregati oligomerici, notoriamente più tossici rispetto alle forme fibrillari. Quindi, il trattamento con peptidi incubati in presenza di metalli è molto più tossico nel tempo, come conseguenza di un effetto oligomero-stabilizzante degli ioni metallici.
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Padrin, Anna <1988&gt. "Strategie di marca: il ruolo dello storytelling." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2002.

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Abstract:
Il presente elaborato si propone di evidenziare l’efficacia dello storytelling come strategia di marca. L’approccio del racconto è quello che può permettere la creazione di un mondo in cui il target può non solo riconoscersi, ma con cui può realmente interagire. Vengono presi in esame tutti gli strumenti di comunicazione, evidenziando per ciascun mezzo la caratteristica che lo rende adatto alla costruzione di una storia di marca. Tre sono le case history affrontate: Crodino, un esempio di storytelling “industriale” e di marketing, Ego e la narration delle marche della moda e del lusso, Snaidero e una proposta di comunicazione attraverso la “strategia” del racconto.
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Zanon, Alessandro <1992&gt. "Il ruolo della fiducia nella consulenza finanziaria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8623.

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Abstract:
Con l’avvio della finanza comportamentale si comincia ad osservare che la mente umana non rispecchia i canoni della razionalità assoluta ma usufruisce di filtri cognitivi che processano e semplificano gli eventi in modo da giungere ad un risultato perlomeno soddisfacente. A seguito di una serie di vicende normative, viene definita in Italia la figura del consulente finanziario. Questo soggetto ha il compito di sostenere l’investitore nelle proprie scelte finanziarie anche evitando che esso compia errori sulla base di distorsioni cognitive che portano ad alterazioni decisionali significative. Affinché l’advisor possa compiere la sua funzione, è opportuno che il cliente si affidi totalmente ad esso. Ecco che dunque la fiducia gioca un ruolo chiave nella relazione che intercorre tra le due figure e nell’intero sistema finanziario. La tesi mira a studiare alcuni aspetti caratteristici da cui dipende il rapporto di fiducia tra consulente ed investitori sulla base di un’analisi statistica mediante impiego di dati derivanti da un questionario appositamente proposto ad un insieme di consulenti finanziari.
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Cecchin, Matteo <1994&gt. "Banche e Fintech: il ruolo dei GAFA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15439.

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Abstract:
Questo elaborato fornisce una panoramica delle strategie bancarie in tema di digitalizzazione con l’ingresso Fintech e GAFA. Verrà fornita una prima sintesi generale su quali sono state le innovazioni tecnologiche occorse negli ultimi anni e verranno poi approfonditi alcuni aspetti rilevanti per le strategie bancarie al giorno d’oggi: l’importanza dell’offerta di servizi omnichannel alla clientela un miglioramento della customer experience, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale con la progressiva trasformazione del modello di filiale e l’analisi dei Big Data per l’offerta di servizi personalizzati ai clienti e un miglioramento dell’utilizzo delle informazioni nei processi interni di una banca. Verranno esaminati gli operatori esterni che stanno entrando nel settore finanziario, quali Fintech e GAFA, delineando le loro potenzialità e le loro debolezze. Si concluderà dando una panoramica futura di evoluzione del settore, prevedendo le possibili azioni che le banche devono mettere in atto in risposta all’entrata nel mercato di questi operatori. Verrà infine illustrato un caso di studio di J.P. Morgan Chase, una banca mondiale che sta operando cospicui investimenti in queste aree.
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Vezzu', Nicolo' <1995&gt. "Sistema previdenziale e ruolo degli intermediari finanziari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17061.

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Abstract:
La tesi in questione ha l'obiettivo di analizzare la previdenza complementare, con riferimento all'evoluzione nel corso degli anni della normativa in materia. Si descriverà successivamente il ruolo svolto dagli intermediari finanziari nel mercato della previdenza, con attenzione rivolta alla tipologia di prodotti che essi offrono. In particolare mi concentrerò sull'operato di Banca Intensa Sanpaolo.
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Bonin, Desy <1996&gt. "Il ruolo della donna nella "Tavola Ritonda"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21642.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato, che viene organizzato in tre capitoli, è ricercare ed analizzare i ruoli delle donne all’interno del romanzo in volgare italiano "La Tavola Ritonda", risalente al primo Trecento, provando a verificare se, oltre ai ruoli analizzati da alcuni accademici, ci sono ulteriori tipologie di personaggi femminili. Nel primo capitolo verrà presentato il romanzo e fornito un riassunto delle vicende, includendo alcuni studi che ne chiariscano l’origine. Inoltre, si parlerà delle funzioni delle donne nella società dell’epoca medievale. Nel secondo, verranno trattati i ruoli femminili con la funzione di eroina, donna–eroe, donna antieroe, donna oggetto, donna abbandonata e donna medico, già investigati da alcuni studiosi. Su altri, come per esempio la donna angelo, la donna diavolo e la donna mamma, verranno formulate delle ipotesi. Nel terzo capitolo, infine, verrà analizzata la presenza di intertestualità nella "Tavola Ritonda" con altri testi che la precedono e che potrebbero aver influenzato l’anonimo autore nella stesura.
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Zennaro, Davide <1996&gt. "Il ruolo dell'argento nel IV secolo d.C." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21771.

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Abstract:
"Nel corso del tardo Impero, soprattutto a partire dall’anarchia militare, l’argento risulta essere di importanza declinante. Nonostante le riforme apportate da Aureliano e Diocleziano prima, Costantino e Costanzo II poi, le quantità di nominali in metallo bianco e il loro ruolo nella circolazione monetale appaiono quasi trascurabili. L’obiettivo di questo studio è gettare luce sul ruolo dell’argento nel IV secolo d.C., sulla sua circolazione e sul suo uso e si andrà alla ricerca del perché esso non sia più battuto con costanza e abbondanza. La prima parte del lavoro si concentrerà sulla creazione di un catalogo monetale che raccoglierà le serie coniate a partire da Costantino I fino a giungere a Valente, morto nel 378 d.C. durante la battaglia di Adrianopoli. Seguirà poi un commento per esteso della storia monetale del lasso di tempo preso in considerazione nel catalogo. Una terza parte verterà sull’analisi della nomenclatura dei nominali, sui termini “siliqua”, “miliarense” e i termini con cui nell’antichità si faceva riferimento ai pezzi in metallo bianco. Si procederà, poi, all’esame della circolazione e dell’uso dell’argento, ricercando dinamiche o scelte alla base della quasi “sparizione” di esso dal sistema monetale del IV secolo. Infine, si trarranno le conclusioni dai dati racconti da tale approfondimento. "
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Di, Bartolomeo Lorenzo. "Il ruolo internazionale del fisioterapista nell'utilizzo della niv." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20741/.

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Abstract:
Background: come il ruolo del fisioterapista nell’utilizzo della NIV, secondo evidenze, possa essere sfruttato per ottimizzare l’iter terapeutico del paziente in terapia intensiva, migliorando l’outcome generale, il percorso ospedaliero e quello domiciliare rispetto all’utilizzo della ventilazione invasiva. Obiettivo: trovare metodiche di applicazione fisioterapica nel percorso terapeutico, nella branca della riabilitazione polmonare da introdotte a livello protocollare per migliorare la qualità della vita del paziente Materiali e metodi: la ricerca è stata effettuata tra ottobre 2019 e marzo 2020. Sono stati analizzati SIstematic reviews, linee guide e studi osservazionali; tramite vari mesh therms su varie banche dati (pubmed, PEDro, Cochrane) sono stati ricavati gli articoli presi in analisi. Sono stati consultati i siti dell’arir e ventilab ed un manuale di anatomia e fisiologia l’atlante Prometheus. Risultati: le poche evidenze in letteratura rilevano un numero insufficiente di fisioterapisti in UTI e un’oscillazione tra il 25% e il 46% nell’uso della NIV da parte di questi nelle terapie intensive, scarsa copertura notturna, mancata presenza in pianta stabile nelle UTI e a domicilio, ampie differenze di protocolli per quanto riguarda il panorama europeo ed americano sull’utilizzo della NIV. Alcuni studi precisano il ruolo pilota del fisioterapista per quanto riguarda l’aderenza del paziente alla metodica terapeutica, l’incremento di autonomia nelle patologie del sonno, l’aumento della tolleranza allo sforzo, la coadiuvazione terapeutica con mobilizzazioni e l’importanza della continuità in pazienti cronici (BPCO). Conclusioni: si auspica un potenziamento della figura del fisioterapista tramite l’incremento del personale nella gestione multidisciplinare delle patologie respiratorie, un aumento del numero stabile di FT competenti nelle UTI, l’aggiornamento dei protocolli a modelli extraeuropei, l’incremento della disponibilità continuativa in pazienti cronici.
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Miani, Carlo Alberto. "Il ruolo dell'Unione Europea nella crisi in Ucraina." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7489/.

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Abstract:
Gli eventi che si sono verificati in Ucraina a partire dal novembre 2013 hanno coinvolto non solo la popolazione e la società del paese in questione, ma, direttamente o indirettamente, anche molte altre parti del mondo. Nonostante soprattutto in Europa la popolazione abbia seguito la crisi con particolare apprensione, anche in virtù della vicinanza geografica (oltre che per la molteplicità, la pericolosità e l’imprevedibilità dei suoi sviluppi), gli eventi che si sono susseguiti e le dinamiche che li hanno determinati sono talmente diversificati che per molti è ancora difficile comprendere pienamente ciò che sta succedendo in Ucraina. Lo scopo di questo elaborato è analizzare il ruolo dell’UE nell’attuale crisi in Ucraina (facendo particolare riferimento al periodo compreso fra novembre 2013 e settembre 2014) sotto diversi punti di vista e contestualizzando l’argomentazione con esempi tratti dalla cronaca degli ultimi mesi. Pur desiderando fornire una visione d’insieme delle problematiche legate al contesto ucraino, a causa dell’enorme complessità dell’argomento, nonché la sua attualità immediata e la carenza di materiale accademico a riguardo, si è deciso di concentrare questo elaborato sul ruolo dell’UE, al fine di studiare la situazione attraverso una prospettiva europea.
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Lorenzini, Marco. "Ruolo del cloud nell'amministrazione dei sistemi informatici moderni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8380/.

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Abstract:
Per far fronte alla necessità di sviluppo incrementale ed evolutivo dell'IT, è necessario un continuo rinnovamento del sistema aziendale. Negli ultimi anni, il progresso informatico è stato caratterizzato dall'espansione delle tecnologie Cloud, in grado di semplificare la complessità amministrativa delle aziende, aumentare la scalabilità dei sistemi e ridurre i costi di produzione. Nel corso di questo elaborato analizzerò nel dettaglio come il Cloud sia capace di rivoluzionare, in primis dal punto di vista amministrativo, ma non solo, i sistemi informatici moderni, valutando i molteplici benefici da esso generati e gli inevitabili trade-off che ne derivano.
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Agostinelli, Laura, and LAURA AGOSTINELLI. "Ruolo dell’Exendina-4 nella terapia sperimentale della NASH." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241977.

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Abstract:
Base di partenza scientifica/scopo dello studio: Una dieta ad alto contenuto lipidico ed uno stile di vita sedentario, tipico dei paesi occidentali, portano a sviluppare insulino-resistenza e nonalcoholic fatty liver disease (NAFLD)/steatoepatite (NASH). Recenti studi hanno dimostrato che il Glucagon-like-peptide-1 (Glp-1) è in grado di influenzare il metabolismo glucidico epatico. Lo scopo del nostro studio è stato quello di dimostrare la presenza nel fegato del suo specifico recettore (Glp-1R), e di valutare l’effetto dell’exendina-4, un analogo del Glp-1, sui meccanismi epatici di trasduzione del segnale. Metodi: L’espressione del Glp-1R è stata valutata in biopsie epatiche umane e nei fegati provenienti da ratti trattati con dieta ad alto contenuto lipidico (High-Fat Diet, HFD). L’effetto dell’exendina-4 (100nM) è stato valutato in epatociti isolati da ratti alimentati per tre mesi con HFD. Risultati: Glp-1R è espresso nel fegato umano, sebbene ridotto in pazienti affetti da NASH. Analogamente, negli epatociti isolati da ratti NASH, alimentati per tre mesi con HFD, l’espressione del recettore per il Glp1 e di PPARγ e l’attività di PPARα risultano essere diminuite rispetto agli epatociti isolati da ratti alimentati con dieta di controllo. L’incubazione degli epatociti con exendina-4, aumenta l’espressione di PPARγ, che esercita la sua azione insulino-sensibilizzante, riducendo la fosforilazione di JNK. Inoltre l’exendina-4 aumenta l’attività di PKA, e la fosforilazione di Akt e AMPK, determinando un aumento PKA-dipendente dell’attività di PPARα. Conclusioni: Il Glp1 ha un diretto effetto sugli epatociti, attivando geni coinvolti nella β-ossidazione degli acidi grassi, e nell’insulino-sensibilità. Gli analoghi del Glp1 potrebbero essere un promettente approccio terapeutico nel trattamento dell’insulino-resistenza, in pazienti affetti da NAFLD/NASH.
Background/Aims: High-fat dietary intake and low physical activity lead to insulin resistance (IR) and nonalcoholic fatty liver disease (NAFLD)/steatohepatitis (NASH). Recent studies have shown an effect of Glucagon-like-peptide-1 (Glp1) on hepatic glucose metabolism, although the presence of Glp-1 receptor (Glp-1R) in human livers is still unclear. The aim of this study was to investigate the presence of hepatic Glp-1R and the effect of exendin-4, a Glp-1 analogue, on hepatic signaling. Methods: Expression of Glp-1R was evaluated in human liver biopsies and in the livers of high-fat diet-treated rats. The effect of exendin-4 (100nM) was evaluated in hepatic cells of rats fed 3 months with the high-fat diet. Results: Glp-1R is expressed in human hepatocytes, although reduced in patients with NASH. Similarly, in rats with NASH resulted from 3 months of the high-fat diet, we found decreased expression of Glp-1R and PPARγ, and reduced PPARα activity. Incubation of hepatocytes with exendin-4 increased PPARγ expression that exerted also an insulin-sensitizing action by reducing JNK phosphorylation. Moreover, exendin-4 increased PKA activity, Akt and AMPK phosphorylation and determined a PKA-dependent increase of PPARα activity. Conclusions: Glp1 has a direct effect on hepatocytes, by activating genes involved in fatty acid β-oxidation and insulin-sensitivity. Glp1 analogues could be a promising treatment approach to improve hepatic insulin resistance in patients with NAFLD/NASH.
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Mingarelli, Eleonora. "Il ruolo dell'Inflammosoma nella progressione del danno epatico." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/243144.

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Abstract:
Contesto e obiettivo: La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è la forma più comune di malattia epatica cronica. L’inflammosoma NLRP3 può suscitare una risposta pro-infiammatoria, quando attivato, ma regola anche l'omeostasi intestinale e la composizione del microbiota intestinale. L’inflammosoma NLRP3 è stato implicato nella patogenesi di obesità, di diabete e nella progressione del danno epatico cronico, ma il suo ruolo nella NAFLD è controverso. Pertanto, lo scopo di questo studio è stato quello di indagare il ruolo dell’inflammosoma NLRP3 in NAFLD. Metodi:I topi Nlrp3 - /- e topi wild-type C57BL/6 sono stati alimentati con una dieta ricca di grassi con il fruttosio (HFHC), o con una dieta di controllo (chow) per 12 settimane. Risultati: I topi Nlrp3-/- alimentati con HFHC ha mostrato una riduzione della spesa energetica e questo ha portato ad un aumento del peso corporeo, ad una superiore massa grassa e ad una maggiore espressione del fattore di necrosi tumorale a livello del tessuto adiposo (TNF-α). I topi Nlrp3-/- nutriti con HFHC hanno sviluppato più steatosi epatica, misurato dal contenuto di trigliceridi, rispetto ai topi WT alimentati con HFHC a causa della aumentata attività epatica di SCD-1 (un regolatore di lipogenesi epatica) e dell’elevata espressione di PPARɣ2 (che regola l'assorbimento e stoccaggio dei lipidi). Un’aumentata ossidazione mitocondriale degli acidi grassi e una ridotta espressione della NRF2, il "principale regolatore" della risposta antiossidante, hanno portato ad un aumento della produzione di superossido nei topi Nlrp3-/- alimentati con HFHC. In seguito ad un’alimentazione ipercalorica HFHC, la mancanza di inflammosoma NLRP3 era associata ad un significativo cambiamento del microbiota intestinale (un più alto rapporto Firmicutes/Bacteroidetes, e un aumento dei livelli dei batteri muco degradanti Akkermansia e Desulfovibrio), che è stato associato ad una barriera intestinale permeabile. Allo stesso tempo, l’espressione epatica del TLR4 e TLR9, dei macrofagi infiammatori nel fegato, e il punteggio NAS sono aumentati nei topi Nlrp3-/- alimentati con HFHC, indicando un aumento della risposta infiammatoria e del danno epatico. La sterilizzazione intestinale mediante antibiotici ha determinato una riduzione del peso corporeo, della traslocazione batterica e del danno epatico nei topi Nlrp3-/- nutriti con HFHC. Conclusioni: La mancanza di inflammosoma NLRP3 è legata a gravi alterazioni metaboliche e alla progressione del danno epatico forse a causa della traslocazione di prodotti batterici.
Background and aims: Non-Alcoholic Fatty Liver Disease (NAFLD) is the most common form of chronic liver disease. The NLRP3-inflammasome can elicit a pro-inflammatory response when activated but it also regulates intestinal homeostasis and gut microbiota composition. The NLRP3-inflammasome has been implicated in the pathogenesis of obesity, diabetes and in the progression of chronic liver injury, but its role in NAFLD is controversial. Therefore, the aim of this study was to investigate the role of NLRP3-inflammasome in NAFLD. Methods: Nlrp3-/- and wild-type (WT) C57BL/6 mice were fed with a high-fat diet with fructose in drinking water (HFHC), or a chow diet, for 12 weeks. Results: Nlrp3-/- HFHC showed reduced energy expenditure and this led to increased body weight, higher fat mass and adipose tissue TNF-α expression. Nlrp3-/- HFHC developed more hepatic steatosis, measured by triglyceride content, compared to WT HFHC because of augmented SCD-1 activity (a regulator of hepatic lipogenesis) and PPARγ2 expression (that regulates lipid uptake and storage). Increased mitochondrial fatty acid oxidation and reduced expression of NRF2, the “master regulator” of antioxidant response, led to increased superoxide production in Nlrp3-/- HFHC. After HFHC, lack of NLRP3-inflammasome was associated with significant alteration in intestinal microbiota (higher Firmicutes/Bacteroidetes ratio, and increased levels of mucus-degrading bacteria Akkermansia and Desulfovibrio) which was associated to a “leaky” intestinal barrier. Concomitantly, hepatic TLR4 and TLR9 expression, inflammatory macrophages in the liver, and NAS score were increased in Nlrp3-/- HFHC mice, indicating increased inflammatory response and liver injury. Gut decontamination by antibiotics reduced body weight, bacterial translocation and liver injury in Nlrp3-/- HFHC mice. Conclusions: Lack of NLRP3-inflammasome is linked to severe metabolic alterations and development of NASH possibly due to translocation of bacterial products.
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CERIONI, EVA. "Il ruolo dell'integrated reporting nell'economia dell'impresa: un'analisi empirica." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2018. http://hdl.handle.net/11566/252845.

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Abstract:
Il reporting aziendale ha subito molti cambiamenti. Gli stakeholder, soprattutto, mutano le loro esigenze ed esternano le loro svariate richieste di informazioni così da costringere le aziende a ripensare le loro pratiche di reportistica esterna. Recenti studi forniscono sostegno per la posizione che la tradizionale relazione annuale non fornisce più conoscenze adeguate sulle attività e sul valore creato dalla società per i suoi stakeholder. In risposta a questo sviluppo, nasce l’Integrated Reporting, uno strumento in grado di fornire una visione olistica sulla capacità della società di creare valore in modo sostenibile e rispondere alla chiamata per una visione integrata della società dal punto di vista finanziario e non. Questo lavoro di tesi si propone di esaminare quali sono le reali motivazioni che hanno spinto le maggiori società italiane ad intraprendere la strada del bilancio integrato e soprattutto quali sono i benefici che dopo qualche anno dalla prima pubblicazione riescono a identificare. Questo studio è stato condotto utilizzando una metodologia qualitativa; aiutata da interviste semi-strutturate per la raccolta dei dati ai responsabili dei gruppi di lavoro per l’IR. L’intento è quello di individuare le motivazioni che i top management vogliono avere per avviare la pratica di reportistica integrata. I risultati mostrano una linea comune in merito alle motivazioni che si può riassumere in completezza e trasparenza dei risultati; nonché un elenco esaustivo di benefici dichiarati dalle aziende che incentivo quelle che invece non hanno ancora approcciato all’IR. Il presente lavoro permette ai top management di avere una visione del quadro italiano delle aziende che già hanno avviato questa nuovo forma di rendicontazione e allo stesso tempo la letteratura potrà arricchirsi di motivazioni pratiche che i top management hanno il desiderio di conoscere prima di avviare tale pratica.
Corporate reporting has undergone many changes. One main reason is that stakeholders see their needs change and evolve, thus making it necessary for them to express their various requests for information which, in turn, force companies to rethink their external reporting practices. Recent studies support the position that the traditional annual report does not provide stakeholders with an adequate picture of the assets and the value created by the company. In response to this, Integrated Reporting (IR) has been adopted as a solution capable of providing both a holistic view of a company’s ability to create value in a sustainable way and an integrated vision of the company from a financial and a non- financial point of view. Thus, this work aims to examine the real reasons that have pushed major Italian companies to opt for IR and, especially, to explore the benefits that can now be identified a few years beyond the first publication of an Integrated Report. To investigate this topic, an exploratory field study involving eleven Italian companies was conducted. The methodology relied on a qualitative approach, as it allows researchers to deal with complex “how” questions and, at the same time, offers a wide and complete picture of the phenomenon. The work gives senior managers an overview of Italian companies that have already developed this new form of information reporting, while providing valuable insights and an understanding of the perceived organizational benefits of implementing IR requirements. The study also contributes to the debate on managerial motives for producing an Integrated Report and how that may affect future decisions. The findings reveal a common thread among all the study participants, summarized by the completeness and transparency of the results. They also highlight an exhaustive list of benefits reported by these companies, which may serve as an incentive for those that have not yet adopted IR.
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