Academic literature on the topic 'Scompenso cardiaco'

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Journal articles on the topic "Scompenso cardiaco"

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Nozzoli, Carlo, Giovanni Mathieu, and Gianfranco Gensini. "BPCO e scompenso cardiaco." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (March 2011): 22–37. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2011.01.005.

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Cersosimo, Angelica, and Ricccardo Raddino. "Il Betablocco: dalle consolidate evidenze dei trial ad una scelta terapeutica ragionata nella attuale pratica clinica." Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 164–71. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-4.

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Abstract:
L’attivazione a lungo termine del sistema nervoso simpatico gioca un ruolo importante nella progressione dello scompenso cardiaco e nel rischio di morte improvvisa. Il ruolo del beta-bloccanti nei pazienti con insufficienza cardiaca rappresenta la pietra miliare della terapia dello scompenso cardiaco attraverso i risultati di molteplici studi. I beta-bloccanti migliorano significativamente la funzione ventricolare, la morbilità e la mortalità. Pertanto, questi farmaci devono essere somministrati con cautela e successivamente titolata la dose poiché all’inizio si assiste ad un peggioramento transitorio dei sintomi. Una volta iniziato il trattamento e raggiunto il dosaggio di mantenimento, il trattamento deve essere continuato al dosaggio massimo tollerato dal paziente. In questa review si discuterà del ruolo dei BB, dai risultati dei primi trial alla pratica clinica quotidiana.
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Lattanzi, Fabio, Erica Michelotti, and Laura Meola. "Scompenso cardiaco acuto: inquadramento clinico, trattamento e prevenzione." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 4 (March 22, 2022): 222–37. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-3.

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Abstract:
Gli episodi di scompenso cardiaco acuto sono conseguenti ad un rapido deterioramento delle funzioni cardiache, rappresentano una delle maggior cause di ricoveri ospedalieri e comportano una elevata mortalità intraospedaliera e nel medio termine dopo la dimissione. L’inquadramento clinico ed il conseguente trattamento sono resi difficoltosi dalle caratteristiche di eterogeneità di queste sindromi. Molteplici possono essere le cardiopatie basali, le cause scatenanti, le presentazioni cliniche, gli stati emodinamici, le risposte alla terapia. Un episodio di scompenso cardiaco può rappresentare il sintomo di esordio di una cardiopatia misconosciuta o la recidiva di instabilizzazione di cardiopatia cronica; le cause scatenati più frequenti possono essere individuate nelle sindromi coronariche acute, nelle tachiaritmie, negli squilibri ipertensivi ed idrici, nelle infezioni sistemiche. La presentazione clinica è diversa a seconda dello stato emodinamico, e valutare la presenza di congestione e di perfusione sistemica risulta di fondamentale ausilio per individuare diverse situazioni cliniche, che vanno dall’edema polmonare acuto allo shock cardiogeno, che richiedono trattamenti diversificati, con implicazioni prognostiche differenti. Il trattamento ha lo scopo di ristabilire lo stato emodinamico e le funzioni vitali, oltre migliorare i sintomi del paziente. I supporti respiratori in generale e i diuretici dell’ansa, nel paziente congesto sono quasi sempre necessari ed utili. Farmaci vasodilatatori, inotropi e vasopressori sono usati dipendentemente dai dati emodinamici e funzionali. Tutti questi farmaci, seppur utili nel contesto acuto, non hanno dimostrato un beneficio nella prognosi del paziente e devono essere usati con cautela perché gravati da effetti collaterali pericolosi. Per questo motivo il miglior trattamento dello scompenso cardiaco acuto è la prevenzione di episodi di instabilizzazione in pazienti con cardiopatia cronica. Correzione dei fattori di rischio, trattamento completo della cardiopatia strutturale, comprese procedure interventistiche ed elettrofisiologiche, terapia medica ottimale dello scompenso cronico basata sulle evidenze scientifiche, predisposizione di percorsi dedicati alla gestione ambulatoriale o domiciliare, sono i presidi che possono ridurre le recidive di scompenso ed il carico sociale ed economico correlato.
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De Luca, Mariarosaria, Giovanni Alma, Giorgio Bosso, Amodio Botta, Vincenzo Carbone, Giovanni Carella, Ferdinando Ferrara, et al. "Lo scompenso cardiaco nel paziente con diabete mellito: Indicazioni dal gruppo di studio ARCA-AMD Campania." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (July 31, 2022): 24–34. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-4.

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Abstract:
I pazienti con malattie cardiometaboliche hanno un percorso diagnostico-terapeutico particolarmente complesso, che coinvolge molteplici figure professionali. Cardiologo e diabetologo, i coordinatori di questo processo, devono reciprocamente contribuire alla realizzazione di un percorso virtuoso comune di cure e di assistenza. Con queste premesse è stato costituito un gruppo di miglioramento formato da cardiologi ARCA (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) e diabetologi AMD (Associazione Medici Diabetologici) che operano in Campania, per definire le criticità della realtà in cui si opera e realizzare un PDTA dedicato, che consideri i diversi stadi clinici dell’associazione Scompenso Cardiaco (SC) e Diabete e proponga processi diagnostici e terapeutici condivisi. Il documento ripercorre le evidenze disponibili e raccoglie le opinioni del gruppo circa l’individuazione di pazienti a più alto rischio di diabete e/o scompenso e il management del paziente con diagnosi nota di diabete mellito e scompenso cardiaco.
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Floccari, F., L. Di Lullo, R. Rivera, M. Malaguti, A. Santoboni, A. Granata, and M. Timio. "La fistola arterovenosa e lo scompenso ad alta gittata: un tema di grande… portata." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 53–56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1159.

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Abstract:
Un discreto numero di lavori scientifici ha indagato i possibili nessi esistenti tra fistole arterovenose e scompenso cardiaco, con risultati in parte assolutamente consolidati ed in altra parte contrastanti. Altri temi, come lo scompenso del cuore destro, risultano indagati in maniera marginale. Questa rassegna presenta un rapido excursus della letteratura degli ultimi anni e solleva alcuni interrogativi insoluti in materia di cardionefrologia. (Cardionephrology)
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Bosso, Giorgio, Mariarosaria De Luca, and Ugo Oliviero. "SGLT2 inibitori: dalla prevenzione al trattamento dello Scompenso Cardiaco." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 23–29. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-4.

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Abstract:
Gli inibitori del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2 (SGLT2i) o gliflozine rappresentano i farmaci più innovativi nel trattamento del Diabete Mellito di tipo 2. Sono attualmente disponibili quattro molecole: Canagliflozin, Dapagliflozin, Empagliflozin and Ertugliflozin. La loro azione è basata sul blocco del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2, che aumenta l’escrezione renale di glucosio, con conseguente natriuresi e diuresi, proporzionali ai livelli di glicemia plasmatica, ma indipendenti dall’azione insulinica. Il principale effetto collaterale è l’aumentata incidenza di infezioni del tratto urogenitale. Le gliflozine hanno mostrato straordinari benefici nei grandi trials di outcome cardiovascolare in pazienti con documentata malattia cardiovascolare o multipli fattori di rischio, con una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Questo effetto è stato confermato anche in pazienti affetti da scompenso cardiaco, con e senza diabete, collocando gli SGLT2i nell’armamentario terapeutico dei pazienti con insufficienza cardiaca. Diverse teorie sono state proposte per spiegare gli effetti benefici cardiovascolari degli SGLT2i eppure il preciso meccanismo d’azione non è ancora ben definito.
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Soriente, Lucia, Silvio Cigolari, Alberto Gigantino, Chiara Aliberti, Pasquale Ardovino, Paola Adinolfi, and Rocco Palumbo. "La riorganizzazione delle prestazioni sanitarie in ottica di appropriatezza: l'esperienza dell'AOU "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" nella gestione del DRG 127 - Insufficienza cardiaca e shock." MECOSAN, no. 115 (January 2021): 7–28. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115002.

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Abstract:
L'articolo propone un percorso inteso a migliorare gli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco, nel rispetto dei criteri di efficacia, efficienza ed equita previsti dal Sistema Sanitario Nazionale Italiano (SSNI). Lo studio si fonda su un'analisi di caso, che concerne l'esperienza dell'Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno. Partendo da una valutazione sistemica degli indicatori rilevati dall'ufficio Schede Dimissioni Ospedaliere (SDO) relativi al Diagnosis-Related Group (DRG) 127 "Insufficienza cardiaca e shock della cardiologia intensiva" per l'anno 2017, tra cui la degenza media e la percentuale di ricoveri oltre soglia, sono state identificate le criticita dei percorsi assistenziali. Alla luce delle evidenze raccolte, e stato proposto un nuovo disegno del processo assistenziale mediante la metodologia del Business Process Improvement (BPI). Tecnologia, asset management, percorsi di cura, formazione e monitoraggio rappresentano le leve considerate di maggior rilievo ai fini del miglioramento continuo degli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco.
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Negro, Francesco, and Doralisa Morrone. "Un caso di intossicazione digitalica." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (September 30, 2020): 121–32. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-4.

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Abstract:
La digossina è un farmaco appartenente alla famiglia dei glicosidi cardioattivi, che hanno importanti effetti inotropi, neuro-ormonali ed elettrofisiologici e che viene tuttora impiegata nel trattamento sintomatico dello scompenso car-diaco con compromissione della funzione ventricolare sinistra e della fibrillazione/flutter atriale. La conoscenza della sua farmacologia e dei suoi effetti clinici è di fondamentale importanza al fine di selezionare i pazienti che possano trarre beneficio da tale terapia ed al fine di evitare l’intossicazione digitalica, che è tuttora un importante problema con il quale il clinico deve confrontarsi. Parole chiave: Digossina; Intossicazione digitalica; Scompenso cardiaco; Iperpotassiemia.
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Passantino, Andrea and D'Andria, Valentina. "Problematiche psicosociali nel paziente con scompenso cardiaco: la depressione." Cardiologia Ambulatoriale, no. 1 (2016): 57–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-arca16-1_8.

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Dal Lin, Carlo, Raffaele Migliorini, Marco Silvestro, Sabino Iliceto, and Francesco Tona. "Approccio integrato alla cura dello scompenso cardiaco ed aritmie." PNEI REVIEW, no. 2 (October 2017): 81–90. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2017-002008.

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Dissertations / Theses on the topic "Scompenso cardiaco"

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RITROVATO, DANIELA. "Valutazione economica dello scompenso cardiaco in Italia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/365536.

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Abstract:
L’attività di ricerca durante il dottorato è stata focalizzata su una valutazione di HTA per uno nuovo farmaco per il trattamento dello scompenso cardiaco. Una prima analisi farmaco-economica era stata condotta prima dell’immissione in commercio per dimostrarne la costo-efficacia, utilizzando i dati degli studi clinici randomizzati e i tariffari nazionali ed è parte del lavoro svolto durante il primo anno di dottorato. Successivamente sono state svolte due nuove analisi, che hanno l’obiettivo di dimostrare come la tecnologia farmaceutica, una volta immessa nel mercato, sia ancora costo-efficace e quale sia il suo impatto sul budget del Servizio Sanitario Nazionale. Sono stati utilizzati in questo caso come dati di efficacia quelli di real life e per i costi i tariffari nazionali. L’analisi di impatto sul budget consente di ottenere stime sulla sostenibilità economica delle tecnologie sanitarie. L’analisi ha l’obiettivo di valutare l’impatto finanziario sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano legato all’utilizzo di sacubitril/valsartan come terapia per lo scompenso cardiaco nei pazienti di classe NYHA II e III con frazione di eiezione ridotta (FE<35%). Il modello stima il pool di pazienti target per i prossimi tre anni a partire dal 2021. Il bacino target è poi suddiviso fra le opzioni terapeutiche attualmente a disposizione. La seconda valutazione economico-sanitaria è stata condotta con lo scopo di esaminare il profilo di costo-efficacia di sacubitril/valsartan (in combinazione con la terapia standard), in confronto ad enalapril (in combinazione con la terapia standard), nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica con frazione d’eiezione ridotta in Italia È stato sviluppato un modello decisionale di Markov per predire gli effetti delle due opzioni di trattamento a confronto, nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica e con frazione d’eiezione ridotta, in termini di mortalità (cardiovascolare e per tutte le cause), ospedalizzazioni e qualità di vita. Il modello è stato adattato utilizzando dati riferibili a una coorte di pazienti, specifica per il contesto italiano, ottenuti da studi di real life e successivamente sottoposti ad una validazione da parte di esperti clinici. Coerentemente con la prospettiva d’analisi prescelta (SSN), sono stati valorizzati i costi diretti sanitari attribuibili alle ospedalizzazioni, agli eventi avversi, alle visite mediche ad alle terapie farmacologiche. Sono stati esclusi dalla valutazione i costi indiretti Per verificare la robustezza dell’analisi e determinare l’impatto delle variabili sui risultati finali sono state condotte delle analisi di sensibilità deterministiche.
The research activity during the doctorate was focused on an evaluation of HTA for a new drug for the treatment of heart failure. A first pharmaco-economic analysis was conducted before being placed on the market to demonstrate its cost-effectiveness, using data from randomized clinical trials and national rates and is part of the work carried out during the first year of the doctorate. Two new analyzes were subsequently carried out, which aim to demonstrate how pharmaceutical technology, once placed on the market, is still cost-effective and what its impact on the budget of the National Health Service is. In this case, real life data were used as efficacy data and national tariff rates for costs. The budget impact analysis makes it possible to obtain estimates on the economic sustainability of health technologies. The analysis aims to evaluate the financial impact on the Italian National Health Service (NHS) linked to the use of sacubitril / valsartan as therapy for heart failure in NYHA class II and III patients with reduced ejection fraction (FE <35%). The model estimates the target patient pool for the next three years starting from 2021. The target pool is then divided among the therapeutic options currently available. The second health and economic evaluation was conducted with the aim of examining the cost-effectiveness profile of sacubitril / valsartan (in combination with standard therapy), in comparison to enalapril (in combination with standard therapy), in the treatment of chronic heart failure with reduced ejection fraction in Italy A Markov decision model was developed to predict the effects of the two treatment options in comparison, in patients with chronic heart failure and with reduced ejection fraction, in terms of mortality (cardiovascular and all-cause), hospitalizations and quality of life. The model was adapted using data referable to a cohort of patients, specific for the Italian context, obtained from real life studies and subsequently subjected to validation by clinical experts. Consistent with the chosen analysis perspective (SSN), the direct health costs attributable to hospitalizations, adverse events, medical visits and drug therapies were valued. Indirect costs were excluded from the evaluation Deterministic sensitivity analyzes were conducted to verify the robustness of the analysis and determine the impact of the variables on the final results.
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MAKIL, ELHASSAN. "Progetto Multicentrico Italiano Sonno e Scompenso (ProMISeS-II): “Disturbi Respiratori Nel Sonno e Scompenso Cardiaco”." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241151.

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Abstract:
Background: I disturbi respiratori nel sonno (DRS) sono altamente prevalenti in pazienti con scompenso cardiaco cronico (SCC), come dimostrato anche nello studio ProMISeS-I. Nonostante sia ben nota la valenza prognostica delle apnee nel sonno nello SCC, pochi studi hanno analizzato in dettaglio i diversi fenotipi respiratori nel sonno, cercando di identificarne i predittori clinico-strumentali. Scopi: determinare in un’ampia popolazione di pazienti con SCC le caratteristiche e la prevalenza dei diversi fenotipi respiratori nel sonno (DRS), verificare e descrivere l’associazione tra essi (DRS-Outcome) e uno o più predittori (clinico-strumentali). Materiali e metodi: Tra febbraio 2014 e febbraio 2017 sono stati consecutivamente arruolati all’interno del progetto multicentrico ProMISeS-II 830 pazienti con SCC. Per ogni paziente sono stati acquisiti, tra gli altri, un esame polisonnografico notturno (refertato secondo AASM 2007). Sono stati identificati sulla base delle caratteristiche della meccanica ventilatoria nel sonno (cut-off AHI ≥ 5 eventi/ora) 5 fenotipi respiratori notturni principali: 1.apnee prevalentemente ostruttive (pOSA) (OAHI/AHI > 0.5), 2.apnee prevalentemente centrali (pCSA) (CAHI/AHI > 0.5), 3.prevalenti ipopnee (pHY) (HY/AHI > 0.5), 4.pattern ventilatorio misto (pMIX) senza netta prevalenza di uno dei precedenti pattern, 5.assenza di alterazioni respiratorie nel sonno (NoDRS con AHI < 5). L’associazione tra DRS e loro predittori è stata analizzata mediante modelli lineari generalizzati (GLM) Risultati: la coorte era composto maggiormente da uomini (578 (88%)), l’età media era 65(11) (media (DS)) anni, il BMI 27.8 [25.2-31.1] (mediana [range interquartile]), e l’AHI mediana era 21 [6 – 37.6]. In circa il 25% dei pazienti era presente la fibrillazione atriale e il 50% risultava sedentario. L’ 81% dei pazienti (n 529) mostrava valori di FE <40% mentre il 19% (n 127) mostrava valori di FE ≥ 40%. La prevalenza globale di DRS (DRSg) osservata era del 78% (n 509) e quella dei diversi fenotipi: i) pOSA (14%, n=93) (apnee prevalentemente ostruttive); ii) pCSA (23%, n=153) (apnee prevalentemente centrali); ii) pHI (28%, n 186) (prevalenti ipopnee); v) pMIX (12%, n 77) (pattern ventilatorio misto senza netta prevalenza di uno dei precedenti pattern). Le stime del PR ottenute tramite il modello di Poisson mostrano come il genere maschile sia positivamente associato agli eventi pHI e pCSA rispetto alle femmine (PR 1.59, 95%IC 1.17-2.17 per pHI e PR 2.28, 95%IC 1.44-3.63 per pCSA) mentre non si osserva alcuna differenza per gli altri eventi. All’aumentare unitario dell’età aumenta la prevalenza di tutti gli eventi tranne pOSA, in particolare gli incrementi variano tra 1% per pHI al 4% per pMIX. Un dato inatteso riguarda i risultati relativi alla sedentarietà: l’essere sedentario, infatti, la prevalenza degli eventi pHI, pMIX e pCSA è inferiore negli individui sedentari rispetto ai non sedentari (PR 0.70 95%IC 0.58-0.84 per pHI, PR 0.22 95%IC 0.12-0.39 per pMIX e PR 0.52 95%IC 0.41-0.67 per pCSA). Per tutti gli eventi considerati, all’aumentare unitario dei livelli di BMI incrementa anche la prevalenza degli eventi di una percentuale che varia tra 1% per pCSA al 4% per pMIX. Infine, la presenza di la prevalenza di pMIX e pCSA è maggiore nei pazienti affetti fibrillazione atriale (PR 1.37, 95%IC 1.06-1.78 per pMIX e PR 1.38, 95%IC 1.14-1.68 per pCSA) e pCSA nei pazienti con bassi livelli di frazione di eiezione rispetto ai pazienti con alti livelli (PR 1.41 95%IC 1.09-1.82). Conclusioni: Lo studio ProMISeS-II, con significativo ampliamento della casistica rispetto alla prima analisi, conferma l’elevata prevalenza dei DRS nei pazienti con SCC. Ci ha permesso inoltre di meglio caratterizzare i diversi pattern respiratori sonno-correlati, studiando oltre ai fenotipi classici di pCSA e pOSA, anche ipopnee o pattern misti.
Background: sleep related breathing disorders (SRBD) are highly prevalent among congestive heart failure (CHF) patients, as indicated by the previously published ProMISeS-I study. Despite the well-known prognostic significance of SRBD in CHF patients, only few studies have performed a detailed characterization of different types of SRBD among these subjects. Aim: The aims of the present analysis, conducted in a large population of CHF patients were: 1) To explore the characteristics and prevalence of different SRBD, 2) To explore possible associations between SRBD (Outcome) and demografic, clinical characteristics (predictors). Materials and methods: A total of 830 CHF patients were consecutively enrolled in the frame of the multicentric ProMISeS-II project between february 2014 and february 2017. In all participants demographic and echocardiographic data were available for analyses. Cardio-respiratory polysomnography was performed and its results interpreted according to 2007 AASM recommendations. According to ventilatory patterns and considering an AHI ≥5 events/hour, subjects were classified into 5 different categories: 1) Prevalent Obstructive Sleep Apnea (pOSA OAHI/AHI > 0.5); 2) Prevalent Central Sleep Apnea (pCSA, CAHI/AHI > 0.5); 3) Prevalent hypopnea (pHY, HY/AHI > 0.5), 4) Mixed ventilatory pattern (pMIX) without a neat prevalence of any of the former patterns; and 5) Absence of ventilatory alterations during sleep (No SRBD, AHI < 5). The association between SRBD and their potential predictors was explored by means of generalized linear models (GLM). Results: The final cohort of the study consisted of 656 CHF patients, mostly men (n=578, 88%), mean age 65 ±11 years, median BMI 27.8 (25.2-31.1 IQR). Main identifiable causes of CHF were ischemic (56%), idiopatic (26%), other causes (11%), hypertensive (4%), and valvular (4%). An EF <40% was present in 81% of patients and atrial fibrillation was present in about 25%. The Median AHI was 21 [6 – 37.6 IQR] and the global prevalence of SRBD was 78%. Prevalence (RP) was also estimated for specific SRBDs: i) pOSA (14% n 93), ii) pCSA (23% n 153), iii) pHY (28% n 186) and v) pMIX (12% n 77). Of note, the relative prevalence of pHI (PR 1.59, 95%IC 1.17-2.17) and pCSA (PR 2.28, 95%IC 1.44-3.63) was significantly higher in men compared to women. No gender-related differences in the prevalence of pOSA nor in pMIX, were observed. In linear generalized models age was directly associated with the prevalence of all types SRBD but pOSA. In particular, each year increase in age was associated with a variable increase in the prevalence of SRBD ranging from 1% for pHI to 4% for pMIX. An unexpected result of our study regards the association of sedentarism (prevalence of 50% in our study population) with SRBDs. Compared to non-sedentary subjects, a lower relative prevalence of SRBDs was observed among sedentary subjects being 0.70 (95% IC 0.58-0.84) for pHI, 0.22 (95%IC 0.12-0.39) for pMIX, and 0.52 (95%IC 0.41-0.67) for pCSA. When evaluating the relationship between body weight and SRBDs, each unit increase in BMI was associated with a variable increase in the prevalence of SRBDs (ranging from 1% for pCSA to 4% for pMIX). Finally, the prevalence of pMIX (RP 1.37, 95%IC 1.06-1.78) and pCSA (RP 1.38, 95%IC 1.14-1.68) was significantly higher among patients with atrial fibrillation, and the prevalence of pCSA was higher (RP 1.41, 95% CI 1.09-1.82) among patients with an EF < 40%. Conclusions: the present analysis (ProMISeS-II study), conducted in a higher number of subjects (n=656) compared to the first report of the ProMISeS-I study (n=370), comfirms the extremely high prevalence of SRBD among CHF patients. In the present report SRBDs have been better characterized by identifying not only classical phenotypes such as pCSA e pOSA, but also assessing two additional categories namely pHI and mixed ventilatory patterns.
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COCCHIERI, ANTONELLO. "Il self-care nei pazienti con scompenso cardiaco." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/209898.

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BELLARDITA, Lara. "Clinica psicologica e gestione integrata del paziente con scompenso cardiaco cronico." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2008. http://hdl.handle.net/10446/33.

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BORGOGNONI, Cinzia. "Ruolo delle disuguaglianze socio-economiche nella riospedalizzazione dovuta a scompenso cardiaco." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/242098.

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Abstract:
Premessa Poche indagini hanno valutato il ruolo delle diseguaglianze socio-economiche nell’assistenza ospedaliera dedicata ai pazienti cardiopatici nei paesi europei di radice latina. I soggetti affetti da scompenso cardiaco richiedono assistenza ospedaliera e frequentemente ricoveri ripetuti. I fattori predittivi delle nuove ammissioni dei soggetti con scompenso cardiaco dopo un primo ricovero comprendono sia parametri clinici che socio-economici. Il SSN fornisce un supporto alle classi di popolazione svantaggiate consentendo di minimizzare le conseguenze della deprivazione sociale. In un Dipartimento di Cardiologia è stata condotta un’indagine tra predittori clinici e socio-ambientale di riammissione ospedaliera in pazienti con scompenso cardiaco. Metodi Pazienti: 290 soggetti ricoverati consecutivamente in una unità cardiologica dedicata allo scompenso cardiaco sono stati valutati in relazione ai parametri clinici e socio-ambientali. 210 soggetti (128 uomini, 82 donne, età media 69 -/+ 14) sono stati presi in considerazione in un’indagine che ha richiesto di rendere disponibili il consenso informato, le caratteristiche del follow-up e la disponibilità degli aspetti clinici e socio-economici. Procedure. Sono stati valutati parametri demografici (età, sesso) clinici (cause dello scompenso, compromissione funzionale secondo la classificazione NYHA, frazione di eiezione ventricolare, precedente ricovero per scompenso, durata della degenza, comorbilità, trattamento farmacologico) e socio-ambientali (occupazione, risorse finanziarie, abitazione, caregiver, case-manager,visite di follow-up). Le informazioni sono state assunte dalle cartelle cliniche dei pazienti ricoverati e da interviste con pazienti e familiari realizzate da infermieri addestrati allo scopo. Analisi dei dati Un’analisi descrittiva è stata condotta sui dati ottenuti facendo riferimento alle medie e DS dei parametri registrate su due gruppi separati di pazienti, ricoverati una sola volta o soggetti a ricoveri ripetuti. Al fine di confrontare le caratteristiche dei pazienti è stata realizzata un’analisi uni variata usando un T test per le misure continue ed un test chi quadro per le variabili discrete. Un modello di regressione logistica multipla è stato applicato per verificare le associazioni indipendenti fra i parametri verificati ed i ricoveri ripetuti, prendendo in considerazione solo le misure che risultavano significative all’analisi uni variata. Risultati Nei 24 mesi di follow-up dopo la dimissione della prima degenza 98 pazienti (46%) furono nuovamente ricoverati in ospedale. Sei variabili furono identificate come fattori predittivi significativi per la riammissione nell’Unità cardiologica e quindi analizzati attraverso un’analisi multivariata con regressione logistica. Tali variabili includevano sia aspetti clinici che socio-economici. Fra i primi sono da citare il precedente ricovero per scompenso cardiaco (OR 3,82; 95% LC; 1,66-6,22), durata di degenza > 14 giorni (OR 3,9; 95% LC; 3,4-6,8) e ipertensione arteriosa (OR 2,2; 95%LC; 1,1-3,8); fra i secondi la mancata occupazione (OR 2,61; 95% LC; 1.18-5,1), la carenza di follow up (OR 5,12; 95% LC; 2,1-12,4) e la mancanza del case-manager (OR 3,9; 95% LC; 3,4-6,3). Non è stato riconosciuto un valore predittivo per i parametri funzionali cardiaci, le risorse finanziarie e il vivere da solo. Conclusioni Alcuni parametri predittivi indipendenti sottolineano l’importanza di fattori clinici o socio-ambientali nel peggioramento dello scompenso cardiaco e nel conseguente ripetersi dei ricoveri ospedalieri. Un ruolo significativo è stato riscontrato nell’attività del case-manager e nella frequenza dei follow-up; questi aspetti inducono ad orientare gli interventi mirati a ridurre il ripetersi dei ricoveri potenziando il supporto fornito dall’attività infermieristica territoriale e dal controllo periodico ambulatoriale.
Background. Few reports describe the role of socioeconomic inequalities in cardiovascular disease among people of Latin Europe. Patients suffering from heart disease failure require Hospital care and frequent rehospitalization. The predicting factors for the readmission of congestive heart failure (CHF) involve both clinical and socioeconomic parameter. Italian health care may provide support to disadvantaged people so to minimize social deprivation effect. An investigation is carried out in a cardiology department to evaluate the relationship between clinic and socioenvironmental predictor of hospital readmission in patients with congestive heart failure Methods. Patients. 290 subjects consecutively admitted to a cardiology unit dedicated to CHF were assessed both for clinical and socioenvironmental variables. 210 patients (128 men, 82 women, average age 69 -/+ 14) were enclosed in the investigation on the basis of the informed consent, the follow up information and the availability of requested data. Procedure. Demographic (age, sex), clinic (CHF etiology, functional impairment according to New York Heart Association class, left ventricular ejection fraction, previous admission for CHF, lenght of hospital stay, comorbidity, drug treatment) and socioenviromental variables (occupation, financial resources, living at home, caregiver, case manager, follow-up visit ) were identified by the clinical records of patients charged and by the interview with patients or family carried out by trained nurses . Data Analysis. Descriptive analysis was performed on the obtained data on the basis of means and SD of parameters recorded by readmitted vs non readmitted patients. To compare the patients features univariate analysis was performed using t-test for continuous variables and the chi square test for discrete variables- A multiple logistic regression model was adopted to investigate the independent association between variables and readmission, assuming only the parameters significantly identified by the univariate analysis. Results Within 24 months after discharge 98.patients (46.%) were readmitted. Five variables were identified as significant independent predictors for readmission by multivariate logistic regression analysis. They included both clinical previous admission for CHF (OR 3,82; 95% Cl; 1,66-6,22), longer hospital stay (OR 3,9; 95% Cl; 3,4-6,8) hypertension (OR 2,2; 95% Cl; 1,1-3,8) and socioenvironmental factors poor follow-up visit (OR 5,12; 95% Cl; 2,1-12,4) , no occupation (OR 2,61; 95% Cl; 1.18-5,1) and case manager not available (OR 3,9, 95 %,Cl 3,4-6,3.). No predictive value was detected for all other variables, overall cardiac functional parameters financial resources and living alone. Conclusion. The independent predictors evaluated underline the importance of medical and socioenvironmental factors in the deterioration of CHF and the following hospital readmission. A significant role was detected for the case management and follow-up attendance so that the intervention aimed to decrease readmission should also targeted to support the nurse activity in all the hospitalized patients.
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Miccoli, Corinne. "Il contributo della telemedicina per il monitoraggio dei pazienti con scompenso cardiaco." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Lo scompenso cardiaco cronico (SCC) è una sindrome clinica complessa originata da numerose anomalie strutturali o funzionali del cuore che ne alterano la capacità di pompare un flusso di sangue necessario a garantire un efficiente metabolismo degli organi e dei tessuti dell’organismo. È una patologia degenerativa caratterizzata da acutizzazioni e destinata a persistere nel tempo, e con prevalenza in continua crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento della sopravvivenza dei pazienti agli eventi patologici causa di SCC. L’elevato tasso di ospedalizzazione connesso alla suddetta patologia ha costituito un notevole peso per il Sistema Sanitario Nazionale. Questo ha reso necessaria la definizione di modelli assistenziali integrati, fondati su sistemi di telemedicina, che ottimizzino il processo assistenziale a distanza del malato cronico e garantiscano continuità assistenziale. Il presente elaborato si pone l’obiettivo di illustrare il contributo fornito dalla telemedicina per il monitoraggio dei pazienti affetti da SCC, ponendo l’accento su benefici ed eventuali difficoltà che si riscontrano nei relativi percorsi clinico-assistenziali. Nell’elaborato si descrivono lo scompenso cardiaco e il suo trattamento, in base alle linee guida della European Society of Cardiology rilasciate nel 2016, e i progetti di telemedicina nell’ambito del telemonitoraggio dei pazienti con SCC in Italia e brevemente in Europa. Infine si analizza il recente Progetto “Aree Interne” applicato nell’ambito del Servizio di Ingegneria Clinica dell’AUSL di Ferrara, basato sul lavoro dell’Ing. Benedetta Pivi.
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Graziosi, Maddalena <1979&gt. "La cardiomiopatia aritmogena come causa di scompenso cardiaco e trapianto di cuore." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6593/1/Graziosi_Maddalena_tesi.pdf.

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Abstract:
Scopo dello studio: la cardiomiopatia aritmogena (CA) è conosciuta come causa di morte improvvisa, la sua relazione con lo scompenso cardiaco (SC) è stata scarsamente indagata. Scopo dello studio è la definizione della prevalenza e incidenza dello SC, nonché della fisiopatologia e delle basi morfologiche che conducono i pazienti con CA a SC e trapianto di cuore. Metodi: abbiamo analizzato retrospettivamente 64 pazienti con diagnosi di CA e confrontato i dati clinici e strumentali dei pazienti con e senza SC (NYHA III-IV). Abbiamo analizzato i cuori espiantati dei pazienti sottoposti a trapianto presso i centri di Bologna e Padova. Risultati: la prevalenza dello SC alla prima osservazione era del 14% e l’incidenza del 2,3% anno-persona. Sedici pazienti (23%) sono stati sottoposti a trapianto. I pazienti con SC erano più giovani all’esordio dei sintomi (46±16 versus 37±12 anni, p=0.04); il ventricolo destro (VD) era più dilatato e ipocinetico all’ecocardiogramma (RVOT 41±6 versus 37±7 mm, p=0.03; diametro telediastolico VD 38±11 versus 28±8 mm, p=0.0001; frazione di accorciamento 23%±7 versus 32%±11, p= 0.002). Il ventricolo sinistro (VS) era lievemente più dilatato (75±29 ml/m2 versus 60±19, p= 0.0017) e globalmente più ipocinetico (frazione di eiezione = 35%±14 versus 57%±12, p= 0.001). Il profilo emodinamico dei pazienti sottoposti a trapianto era caratterizzato da un basso indice cardiaco (1.8±0.2 l/min/m2) con pressione capillare e polmonare tendenzialmente normale (12±8 mmHg e 26±10 mmHg). L’analisi dettagliata dei 36 cuori dei pazienti trapiantati ha mostrato sostituzione fibro-adiposa transmurale nel VD e aree di fibrosi nel VS. Conclusioni: Nella CA lo SC può essere l’unico sintomo alla presentazione e condurre a trapianto un rilevante sottogruppo di pazienti. Chi sviluppa SC è più giovane, ha un interessamento del VD più severo accanto a un costante interessamento del VS, solo lievemente dilatato e ipocinetico, con sostituzione prevalentemente fibrosa.
Purpose: Arrythmogenic right ventricular cardiomyopathy (ARVC) is predominantly known as a cause of sudden death in the young, whereas the relationship with heart failure (HF) has been scarcely investigated. We aimed this study to evaluate prevalence, incidence, pathophysiology and morphologic basis of ARVC leading to severe HF. Methods: We retrospectively analysed 64 patients with ARVC evaluated at a single referral centre. We compared the clinical and instrumental findings of ARVC patients with/without severe HF (NYHA III-IV) at first evaluation or during follow up. We analysed the explanted hearts of patients who underwent heart transplantation in two referral centre, Bologna and Padua University. Results: Severe HF was present in 9 patients at presentation (prevalence=14%) and occurred in 10 during follow up (incidence=2.3% person-years). Sixteen patients (23%) required heart transplantation. Patients with advanced HF were younger at symptom onset (46±16 versus 37±12 years, p=0.04); right ventricle (RV) was larger and more hypokinetic at echocardiography (RVOT 41±6 versus 37±7 mm, p=0.03; RV end diastolic diameter 38±11 versus 28±8 mm, p=0.0001; fractional shortening area 23%±7 versus 32%±11, p= 0.002). Left ventricle (LV) was slightly more dilated (75±29 ml/m2 versus 60±19, p= 0.0017) and globally hypokinetic (Ejection Fraction = 35%±14 versus 57%±12, p= 0.001). The hemodynamic profile of patients who underwent cardiac transplantation showed low cardiac index (1.8±0.2 l//min/m2) with nearly normal capillary wedge and pulmonary pressure (12±8 mmHg and 26±10 mmHg). A detailed histological analysis of 36 explanted hearts showed extensive fibro-fatty infiltration of the RV and isolated or confluent areas of LV fibrosis. Conclusions: In ARVC, HF can be the only symptom at presentation and leads to heart transplantation in a relevant subset of patients. Patients who develop advanced HF are younger, have more severe RV involvement associated with slight dilation and global hypokinesia of the LV, due to fibrotic infiltration.
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Graziosi, Maddalena <1979&gt. "La cardiomiopatia aritmogena come causa di scompenso cardiaco e trapianto di cuore." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6593/.

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Abstract:
Scopo dello studio: la cardiomiopatia aritmogena (CA) è conosciuta come causa di morte improvvisa, la sua relazione con lo scompenso cardiaco (SC) è stata scarsamente indagata. Scopo dello studio è la definizione della prevalenza e incidenza dello SC, nonché della fisiopatologia e delle basi morfologiche che conducono i pazienti con CA a SC e trapianto di cuore. Metodi: abbiamo analizzato retrospettivamente 64 pazienti con diagnosi di CA e confrontato i dati clinici e strumentali dei pazienti con e senza SC (NYHA III-IV). Abbiamo analizzato i cuori espiantati dei pazienti sottoposti a trapianto presso i centri di Bologna e Padova. Risultati: la prevalenza dello SC alla prima osservazione era del 14% e l’incidenza del 2,3% anno-persona. Sedici pazienti (23%) sono stati sottoposti a trapianto. I pazienti con SC erano più giovani all’esordio dei sintomi (46±16 versus 37±12 anni, p=0.04); il ventricolo destro (VD) era più dilatato e ipocinetico all’ecocardiogramma (RVOT 41±6 versus 37±7 mm, p=0.03; diametro telediastolico VD 38±11 versus 28±8 mm, p=0.0001; frazione di accorciamento 23%±7 versus 32%±11, p= 0.002). Il ventricolo sinistro (VS) era lievemente più dilatato (75±29 ml/m2 versus 60±19, p= 0.0017) e globalmente più ipocinetico (frazione di eiezione = 35%±14 versus 57%±12, p= 0.001). Il profilo emodinamico dei pazienti sottoposti a trapianto era caratterizzato da un basso indice cardiaco (1.8±0.2 l/min/m2) con pressione capillare e polmonare tendenzialmente normale (12±8 mmHg e 26±10 mmHg). L’analisi dettagliata dei 36 cuori dei pazienti trapiantati ha mostrato sostituzione fibro-adiposa transmurale nel VD e aree di fibrosi nel VS. Conclusioni: Nella CA lo SC può essere l’unico sintomo alla presentazione e condurre a trapianto un rilevante sottogruppo di pazienti. Chi sviluppa SC è più giovane, ha un interessamento del VD più severo accanto a un costante interessamento del VS, solo lievemente dilatato e ipocinetico, con sostituzione prevalentemente fibrosa.
Purpose: Arrythmogenic right ventricular cardiomyopathy (ARVC) is predominantly known as a cause of sudden death in the young, whereas the relationship with heart failure (HF) has been scarcely investigated. We aimed this study to evaluate prevalence, incidence, pathophysiology and morphologic basis of ARVC leading to severe HF. Methods: We retrospectively analysed 64 patients with ARVC evaluated at a single referral centre. We compared the clinical and instrumental findings of ARVC patients with/without severe HF (NYHA III-IV) at first evaluation or during follow up. We analysed the explanted hearts of patients who underwent heart transplantation in two referral centre, Bologna and Padua University. Results: Severe HF was present in 9 patients at presentation (prevalence=14%) and occurred in 10 during follow up (incidence=2.3% person-years). Sixteen patients (23%) required heart transplantation. Patients with advanced HF were younger at symptom onset (46±16 versus 37±12 years, p=0.04); right ventricle (RV) was larger and more hypokinetic at echocardiography (RVOT 41±6 versus 37±7 mm, p=0.03; RV end diastolic diameter 38±11 versus 28±8 mm, p=0.0001; fractional shortening area 23%±7 versus 32%±11, p= 0.002). Left ventricle (LV) was slightly more dilated (75±29 ml/m2 versus 60±19, p= 0.0017) and globally hypokinetic (Ejection Fraction = 35%±14 versus 57%±12, p= 0.001). The hemodynamic profile of patients who underwent cardiac transplantation showed low cardiac index (1.8±0.2 l//min/m2) with nearly normal capillary wedge and pulmonary pressure (12±8 mmHg and 26±10 mmHg). A detailed histological analysis of 36 explanted hearts showed extensive fibro-fatty infiltration of the RV and isolated or confluent areas of LV fibrosis. Conclusions: In ARVC, HF can be the only symptom at presentation and leads to heart transplantation in a relevant subset of patients. Patients who develop advanced HF are younger, have more severe RV involvement associated with slight dilation and global hypokinesia of the LV, due to fibrotic infiltration.
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GIGLIO, ALESSIA MAFALDA. "Scompenso cardiaco avanzato. Nuove modalità di approccio diagnostico. Valutazione prognostica e gestione terapeutica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/37605.

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Abstract:
Questo volume raccoglie i risultati di alcuni degli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca in merito ad un'importante patologia che negli ultimi anni ha presentato un aumento in termini di incidenza, prevalenza e mortalità, quale lo scompenso cardiaco. La nostra attività vorrebbe riuscire a definire : 1)nuove modalità diagnostiche semplici nell’ esecuzione e di basso impatto economico che permettano una valutazione rapida ed efficace dello stato emodinamico del paziente 2)nuovi criteri di stratificazione prognostica inquadrare precocemente la possibile evoluzione del paziente 3) nuove strategie terapeutiche sia di tipo farmacologico che non farmacologico
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Lombardo, Andrea. "Progettazione e implementazione di un'applicazione mobile per il monitoraggio di pazienti con scompenso cardiaco." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20537/.

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Abstract:
Il follow up medico è un aspetto fondamentale nella gestione della qualità di vita di un paziente con scompenso cardiaco. Tuttavia, la pratica non è uguale per tutti, poichè ogni terapia scelta per il paziente ha una specifica fase di controllo che differisce dalle altre. Alcune di queste, che prevedono una comunicazione più continua tra medico e paziente, migliorano la condizione psicofisica di quest'ultimo, aumentando il suo benessere attraverso una maggiore consapevolezza e disciplina. Il contributo maggiore di questa tesi è quindi uno standard di monitoraggio remoto rappresentato da un'applicazione mobile in Android: discuteremo la sua progettazione e l'implementazione delle sue funzionalità nel dettaglio, per poi presentare due possibili esperienze d'uso da parte del paziente, mostrando il funzionamento di una soluzione che potrebbe effettivamente ridurre i costi della fase di follow up e garantire un'azione preventiva continua.
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Books on the topic "Scompenso cardiaco"

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Volterrani, Maurizio. La telecardiologia come strumento di integrazione ospedale-territorio: Analisi dell'esperienza maturata in ambito riabilitativo nei pazienti con scompenso cardiaco cronico. Edizioni Accademiche Italiane, 2014.

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