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Journal articles on the topic 'Scompenso cardiaco'

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1

Nozzoli, Carlo, Giovanni Mathieu, and Gianfranco Gensini. "BPCO e scompenso cardiaco." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (March 2011): 22–37. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2011.01.005.

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2

Cersosimo, Angelica, and Ricccardo Raddino. "Il Betablocco: dalle consolidate evidenze dei trial ad una scelta terapeutica ragionata nella attuale pratica clinica." Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 164–71. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-4.

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Abstract:
L’attivazione a lungo termine del sistema nervoso simpatico gioca un ruolo importante nella progressione dello scompenso cardiaco e nel rischio di morte improvvisa. Il ruolo del beta-bloccanti nei pazienti con insufficienza cardiaca rappresenta la pietra miliare della terapia dello scompenso cardiaco attraverso i risultati di molteplici studi. I beta-bloccanti migliorano significativamente la funzione ventricolare, la morbilità e la mortalità. Pertanto, questi farmaci devono essere somministrati con cautela e successivamente titolata la dose poiché all’inizio si assiste ad un peggioramento transitorio dei sintomi. Una volta iniziato il trattamento e raggiunto il dosaggio di mantenimento, il trattamento deve essere continuato al dosaggio massimo tollerato dal paziente. In questa review si discuterà del ruolo dei BB, dai risultati dei primi trial alla pratica clinica quotidiana.
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3

Lattanzi, Fabio, Erica Michelotti, and Laura Meola. "Scompenso cardiaco acuto: inquadramento clinico, trattamento e prevenzione." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 4 (March 22, 2022): 222–37. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-3.

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Abstract:
Gli episodi di scompenso cardiaco acuto sono conseguenti ad un rapido deterioramento delle funzioni cardiache, rappresentano una delle maggior cause di ricoveri ospedalieri e comportano una elevata mortalità intraospedaliera e nel medio termine dopo la dimissione. L’inquadramento clinico ed il conseguente trattamento sono resi difficoltosi dalle caratteristiche di eterogeneità di queste sindromi. Molteplici possono essere le cardiopatie basali, le cause scatenanti, le presentazioni cliniche, gli stati emodinamici, le risposte alla terapia. Un episodio di scompenso cardiaco può rappresentare il sintomo di esordio di una cardiopatia misconosciuta o la recidiva di instabilizzazione di cardiopatia cronica; le cause scatenati più frequenti possono essere individuate nelle sindromi coronariche acute, nelle tachiaritmie, negli squilibri ipertensivi ed idrici, nelle infezioni sistemiche. La presentazione clinica è diversa a seconda dello stato emodinamico, e valutare la presenza di congestione e di perfusione sistemica risulta di fondamentale ausilio per individuare diverse situazioni cliniche, che vanno dall’edema polmonare acuto allo shock cardiogeno, che richiedono trattamenti diversificati, con implicazioni prognostiche differenti. Il trattamento ha lo scopo di ristabilire lo stato emodinamico e le funzioni vitali, oltre migliorare i sintomi del paziente. I supporti respiratori in generale e i diuretici dell’ansa, nel paziente congesto sono quasi sempre necessari ed utili. Farmaci vasodilatatori, inotropi e vasopressori sono usati dipendentemente dai dati emodinamici e funzionali. Tutti questi farmaci, seppur utili nel contesto acuto, non hanno dimostrato un beneficio nella prognosi del paziente e devono essere usati con cautela perché gravati da effetti collaterali pericolosi. Per questo motivo il miglior trattamento dello scompenso cardiaco acuto è la prevenzione di episodi di instabilizzazione in pazienti con cardiopatia cronica. Correzione dei fattori di rischio, trattamento completo della cardiopatia strutturale, comprese procedure interventistiche ed elettrofisiologiche, terapia medica ottimale dello scompenso cronico basata sulle evidenze scientifiche, predisposizione di percorsi dedicati alla gestione ambulatoriale o domiciliare, sono i presidi che possono ridurre le recidive di scompenso ed il carico sociale ed economico correlato.
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De Luca, Mariarosaria, Giovanni Alma, Giorgio Bosso, Amodio Botta, Vincenzo Carbone, Giovanni Carella, Ferdinando Ferrara, et al. "Lo scompenso cardiaco nel paziente con diabete mellito: Indicazioni dal gruppo di studio ARCA-AMD Campania." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (July 31, 2022): 24–34. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-4.

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Abstract:
I pazienti con malattie cardiometaboliche hanno un percorso diagnostico-terapeutico particolarmente complesso, che coinvolge molteplici figure professionali. Cardiologo e diabetologo, i coordinatori di questo processo, devono reciprocamente contribuire alla realizzazione di un percorso virtuoso comune di cure e di assistenza. Con queste premesse è stato costituito un gruppo di miglioramento formato da cardiologi ARCA (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) e diabetologi AMD (Associazione Medici Diabetologici) che operano in Campania, per definire le criticità della realtà in cui si opera e realizzare un PDTA dedicato, che consideri i diversi stadi clinici dell’associazione Scompenso Cardiaco (SC) e Diabete e proponga processi diagnostici e terapeutici condivisi. Il documento ripercorre le evidenze disponibili e raccoglie le opinioni del gruppo circa l’individuazione di pazienti a più alto rischio di diabete e/o scompenso e il management del paziente con diagnosi nota di diabete mellito e scompenso cardiaco.
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5

Floccari, F., L. Di Lullo, R. Rivera, M. Malaguti, A. Santoboni, A. Granata, and M. Timio. "La fistola arterovenosa e lo scompenso ad alta gittata: un tema di grande… portata." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 53–56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1159.

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Abstract:
Un discreto numero di lavori scientifici ha indagato i possibili nessi esistenti tra fistole arterovenose e scompenso cardiaco, con risultati in parte assolutamente consolidati ed in altra parte contrastanti. Altri temi, come lo scompenso del cuore destro, risultano indagati in maniera marginale. Questa rassegna presenta un rapido excursus della letteratura degli ultimi anni e solleva alcuni interrogativi insoluti in materia di cardionefrologia. (Cardionephrology)
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Bosso, Giorgio, Mariarosaria De Luca, and Ugo Oliviero. "SGLT2 inibitori: dalla prevenzione al trattamento dello Scompenso Cardiaco." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 23–29. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-4.

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Abstract:
Gli inibitori del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2 (SGLT2i) o gliflozine rappresentano i farmaci più innovativi nel trattamento del Diabete Mellito di tipo 2. Sono attualmente disponibili quattro molecole: Canagliflozin, Dapagliflozin, Empagliflozin and Ertugliflozin. La loro azione è basata sul blocco del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2, che aumenta l’escrezione renale di glucosio, con conseguente natriuresi e diuresi, proporzionali ai livelli di glicemia plasmatica, ma indipendenti dall’azione insulinica. Il principale effetto collaterale è l’aumentata incidenza di infezioni del tratto urogenitale. Le gliflozine hanno mostrato straordinari benefici nei grandi trials di outcome cardiovascolare in pazienti con documentata malattia cardiovascolare o multipli fattori di rischio, con una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Questo effetto è stato confermato anche in pazienti affetti da scompenso cardiaco, con e senza diabete, collocando gli SGLT2i nell’armamentario terapeutico dei pazienti con insufficienza cardiaca. Diverse teorie sono state proposte per spiegare gli effetti benefici cardiovascolari degli SGLT2i eppure il preciso meccanismo d’azione non è ancora ben definito.
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7

Soriente, Lucia, Silvio Cigolari, Alberto Gigantino, Chiara Aliberti, Pasquale Ardovino, Paola Adinolfi, and Rocco Palumbo. "La riorganizzazione delle prestazioni sanitarie in ottica di appropriatezza: l'esperienza dell'AOU "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" nella gestione del DRG 127 - Insufficienza cardiaca e shock." MECOSAN, no. 115 (January 2021): 7–28. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115002.

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Abstract:
L'articolo propone un percorso inteso a migliorare gli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco, nel rispetto dei criteri di efficacia, efficienza ed equita previsti dal Sistema Sanitario Nazionale Italiano (SSNI). Lo studio si fonda su un'analisi di caso, che concerne l'esperienza dell'Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno. Partendo da una valutazione sistemica degli indicatori rilevati dall'ufficio Schede Dimissioni Ospedaliere (SDO) relativi al Diagnosis-Related Group (DRG) 127 "Insufficienza cardiaca e shock della cardiologia intensiva" per l'anno 2017, tra cui la degenza media e la percentuale di ricoveri oltre soglia, sono state identificate le criticita dei percorsi assistenziali. Alla luce delle evidenze raccolte, e stato proposto un nuovo disegno del processo assistenziale mediante la metodologia del Business Process Improvement (BPI). Tecnologia, asset management, percorsi di cura, formazione e monitoraggio rappresentano le leve considerate di maggior rilievo ai fini del miglioramento continuo degli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco.
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Negro, Francesco, and Doralisa Morrone. "Un caso di intossicazione digitalica." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (September 30, 2020): 121–32. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-4.

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Abstract:
La digossina è un farmaco appartenente alla famiglia dei glicosidi cardioattivi, che hanno importanti effetti inotropi, neuro-ormonali ed elettrofisiologici e che viene tuttora impiegata nel trattamento sintomatico dello scompenso car-diaco con compromissione della funzione ventricolare sinistra e della fibrillazione/flutter atriale. La conoscenza della sua farmacologia e dei suoi effetti clinici è di fondamentale importanza al fine di selezionare i pazienti che possano trarre beneficio da tale terapia ed al fine di evitare l’intossicazione digitalica, che è tuttora un importante problema con il quale il clinico deve confrontarsi. Parole chiave: Digossina; Intossicazione digitalica; Scompenso cardiaco; Iperpotassiemia.
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Passantino, Andrea and D'Andria, Valentina. "Problematiche psicosociali nel paziente con scompenso cardiaco: la depressione." Cardiologia Ambulatoriale, no. 1 (2016): 57–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-arca16-1_8.

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Dal Lin, Carlo, Raffaele Migliorini, Marco Silvestro, Sabino Iliceto, and Francesco Tona. "Approccio integrato alla cura dello scompenso cardiaco ed aritmie." PNEI REVIEW, no. 2 (October 2017): 81–90. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2017-002008.

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Floccari, Fulvio, Luca Di Lullo, Alberto Santoboni, and Moreno Malaguti. "L'ultrafiltrazione Peritoneale Nello Scompenso Cardiaco: Dall'icodestrina Alla Classe NYHA." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 27, no. 4 (November 23, 2015): 249–52. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2015.838.

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Biagi, Paolo. "Il cuore senile e lo scompenso cardiaco diastolico dell’anziano." Italian Journal of Medicine 3, no. 3 (September 2009): 126–28. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2009.06.002.

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Bertoli, Silvio Volmer, Daniele Ciurlino, and Andrea Stucchi. "La dialisi peritoneale incrementale nella qualità e quantità pone la peritoneale un trattamento non marginale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 24, 2014): S67—S68. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.979.

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Abstract:
La DPI rappresenta un'opportunità per favorire il trattamento domiciliare. In questo momento la terapia sostitutiva domiciliare con DP rappresenta una sfida a causa dell'invecchiamento della popolazione e le difficoltà che abbiamo nel preparare tali pazienti a questa terapia. Nel paziente in uremia terminale la DPI rappresenta una opportunità di adattamento alla terapia, non sempre possibile; in caso invece di GFR superiore a 6 mL/min può rappresentare una possibilità di adattamento più semplice e graduale alla terapia, viste le migliori condizioni cliniche generali. Nel paziente con scompenso cardiaco refrattario riteniamo che sia il trattamento ideale nella gestione cronica di pazienti con frequenti episodi di scompenso acuto.
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Rivera, R., F. Floccari, L. Di Lullo, A. Granata, F. Logias, A. D’Amelio, F. Fiorini, et al. "La malattia renale cronica e il trattamento dello scompenso cardiaco congestizio: il ruolo del cardionefrologo." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 82–94. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1123.

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Abstract:
Il rene è coinvolto, in prima battuta, nel mantenimento dell'omeostasi dei fluidi e dell'equilibrio idro-elettrolitico ed acido-base, nonché nell'eliminazione delle scorie tossiche. La funzione renale sembra essere strettamente collegata a quella cardiovascolare e, negli ultimi anni, il termine di ‘sindrome Cardio-Renale’ è stato utilizzato per spiegare le correlazioni cliniche tra patologia renale e cardiaca. Lo scompenso cardiaco congestizio (SCC) rappresenta la prima causa di ospedalizzazione nei Paesi occidentali e i pazienti affetti presentano spesso, in associazione, un quadro di malattia renale cronica (MRC) di grado variabile. Sono stati considerati diversi modelli fisiologici e fisiopatologici per spiegare come una condizione di malattia renale cronica possa influenzare lo stato di insufficienza cardiaca. Sicuramente la via metabolica del guanosin monofosfato ciclico (cGMP) e quello dell'ossido nitrico (NO) giocano un ruolo fondamentale di concerto con l'azione dei peptidi natriuretici atrial natriuretic peptide (ANP) e brain natriuretic peptide (BNP) sotto il controllo del sistema delle fosfodiesterasi sieriche. I pazienti con sovraccarico di circolo necessitano di terapie farmacologiche specifiche. La terapia diuretica, spesso in associazione (vedi tiazidici + diuretici d'ansa), rappresenta ancora quella di prima scelta ma, nei pazienti, refrattari alla terapia diuretica a dosi massimali, l'impiego di metodiche extracorporee, quali l'ultrafiltrazione (nelle sue diverse modalità d'impiego), può essere di grande aiuto per il paziente scompensato dal punto di vista cardiologico. (Cardionephrology)
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Ujka, Kristian and Lattanzi, Fabio. "Insufficienza mitralica funzionale nello scompenso cardiaco cronico: valutazione e trattamento." Cardiologia Ambulatoriale, no. 4 (March 31, 2020): 255–68. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2019-4-4.

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Faggiano, Pompilio, Cesare Rusconi, and Giuseppe Ghizzoni. "I nitrati nello scompenso cardiaco: Effetti emodinamici e implicazioni cliniche." Cardiology 84, no. 1 (1994): 52–63. http://dx.doi.org/10.1159/000176445.

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Curnis, A., Francesca Caprari, G. Mascioli, L. Bontempi, A. Scivales, F. Bianchetti, S. Nodari, and L. dei Cas. "Valutazione economica della resincronizzazione cardiaca nei pazienti affetti da scompenso cardiaco moderato-avanzato." PharmacoEconomics Italian Research Articles 5, no. 1 (March 2003): 11–22. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320600.

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Ricciardi, B., A. Pontoriero, A. Ragusa, C. A. Riccardi, and A. Granata. "Il catetere venoso centrale nel paziente con scompenso cardiaco in emodialisi: una analisi retrospettiva." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 14–18. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1167.

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Abstract:
L'accesso vascolare per emodialisi nel paziente affetto da scompenso cardiaco è un tema clinico complesso, che necessita di competenze tecniche nefrologiche e cardiologiche per una sua piena comprensione. In tali pazienti infatti il confezionamento di un accesso vascolare nativo prossimale presenta una lunga serie di effetti sulla funzione cardiaca, potenzialmente in grado di peggiorare la performance e la prognosi del paziente. In tali pazienti è quindi possibile che il posizionamento di un catetere venoso centrale rappresenti una soluzione meno problematica. Questo articolo presenta una casistica monocentrica ed alcuni casi clinici esemplificativi, utili ad indagare tale peculiare condizione.
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Cioccia, Gian Paolo, Carlo De Collibus, and Massimo Piccioni. "I beta-bloccanti nella terapia dello scompenso cardiaco: revisione della letteratura." Pratica Medica & Aspetti Legali 2, no. 3 (August 15, 2008): 119–23. http://dx.doi.org/10.7175/pmeal.v2i3.395.

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D’Andria, Valentina, Passantino, Andrea, and Spaccavento, Simona. "Problematiche psicosociali nel paziente con scompenso cardiaco: rilevanza dello stato cognitivo." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (2016): 191–202. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2016-3-5.

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Armanini, Decio. "Antialdosteronici vecchi e nuovi nel trattamento dell’ipertensione e dello scompenso cardiaco." L'Endocrinologo 8, no. 4 (December 2007): 177–83. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344588.

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Politi, Claudio, A. Deales, F. Cicchitelli, A. Marcobelli, P. Barbadoro, R. Zorzan, and F. Di Stanislao. "Analisi dei costi sanitari per lo scompenso cardiaco nella regione Marche." PharmacoEconomics Italian Research Articles 7, no. 3 (November 2005): 165–75. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320547.

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Di Lullo, Luca, Fulvio Floccari, Rodolfo Rivera, Antonio De Pascalis, Vincenzo Barbera, Moreno Malaguti, and Alberto Santoboni. "L'ipertrofia ventricolare sinistra nei pazienti affetti da malattia renale cronica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 3 (October 9, 2014): 281–89. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.921.

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Abstract:
La patologia cardiovascolare rappresenta la principale causa di mortalità e morbidità nei pazienti affetti da malattia renale cronica (CKD) e malattia renale cronica terminale (ESRD). La patogenesi della malattia cardiovascolare in corso di nefropatia è multifattoriale e coinvolge fattori di rischio tradizionali e fattori di rischio collegati alla malattia renale. Come ormai universalmente accettato, l'interessamento cardiaco in corso di malattia renale cronica rientra nella cosiddetta Sindrome cardio-renale di tipo 4, la cosiddetta cardiopatia uremica caratterizzata, in primo luogo, dalla presenza di ipertrofia ventricolare sinistra, disfunzione sistodiastolica del ventricolo sinistro e, negli stadi terminali, scompenso cardiaco congestizio e cardiomiopatia dilatativa. La diagnosi di ipertrofia ventricolare sinistra (IVS) è affidata da un lato alle tecniche ecocardiografiche 2D e 3D e, dall'altra, a tecniche di imaging più sofisticate, come la risonanza magnetica cardiaca (CMRI). Scopo della review è quello di effettuare un excursus riguardante l'epidemiologia, la fisiopatologia e la diagnosi dell'ipertrofia ventricolare sinistra nei pazienti affetti da malattia renale cronica. (Cardionephrology)
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Doimo, Sara, and Daniela Pavan. "Minimal data set ecocardiografico nella valutazione del paziente oncologico." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 183–86. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-7.

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Abstract:
I moderni trattamenti oncologici hanno aumentato notevolmente la sopravvivenza dei pazienti con neoplasia. Tutta-via, i farmaci chemioterapici e la terapia radiante possono indurre cardiotossicità, ovvero disfunzione ventricolare e scompenso cardiaco, la quale concorre ad essere una delle maggiori cause di morbidità e mortalità in questa tipologia di pazienti. L’ecocardiografia è la metodica di prima scelta nella valutazione anatomica e funzionale delle strutture cardiache nel paziente oncologico. Permette di identificare precocemente eventuali segni di compromissione della funzionalità cardiaca mediante immagini 2D e strumenti di analisi avanzata quali il 3D e lo studio degli indici di de-formazione miocardica. Fornisce informazioni preziose in merito alla funzione diastolica, agli apparati valvolari e del pericardio oltre a identificare possibili masse cardiache o pseudo masse. Il riscontro dei segni cardiotossicità permette di intervenire nella rimodulazione del trattamento chemioterapico riconsiderando la tipologia di farmaco utilizzata e la distribuzione delle dosi da somministrare, nonché l’introduzione della terapia cardioprotettiva.
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Di Lullo, Luca, Antonio De Pascalis, Antonio Bellasi, Emiliana Ferramosca, Rodolfo Rivera, and Mario Timio. "Report della 1a Riunione Nazionale del Gruppo di Studio di Cardionefrologia della Società Italiana di Nefrologia." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 2 (November 6, 2013): 153–54. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1025.

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Abstract:
La consueta rubrica di Cardionefrologia viene sostituita, solo per questo numero del Giornale, dagli Atti di “Cardionefrologia 2013”, la 1a Riunione del Gruppo di Studio di Cardionefrologia della SIN. Il convegno si è incentrato sulle principali tematiche cardiovascolari (scompenso cardiaco, complicanze cardiovascolari dell'iperparatiroidismo secondario, cardionefropatie da accumulo) e su una vivace sessione di comunicazioni libere ed è stato poi ulteriormente arricchito da letture magistrali sulla sindrome coronarica acuta, sull'imaging cardiovascolare e sui rapporti interdisciplinari tra nefrologi e cardiologi.
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Petricciuolo, Serena, and Paolo Caravelli. "Un caso di cardiomiopatia da stress post-partum indotta da feocromocitoma." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (September 30, 2020): 133–47. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-5.

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Abstract:
La cardiomiopatia peripartum e la cardiomiopatia Takotsubo durante il peripartum presentano caratteristiche cliniche simili. Entrambe le patologie si presentano con scompenso cardiaco acuto e disfunzione ventricolare sinistra nel pe-riodo peripartum in donne che non hanno precedenti cardiovascolari. È importante una corretta diagnosi differenziale per migliorarne l’approccio terapeutico e il follow-up. L’imaging cardiovascolare influenza in maniera fondamentale la definizione diagnostica, l’indirizzo terapeutico e il follow-up di tali pazienti. Sono necessari ulteriori studi che de-finiscano meglio l’eziologia e la diagnosi differenziale tra queste due patologie, la cui prognosi è sostanzialmente dif-ferente. In particolare, pazienti che hanno avuto una cardiomiopatia peripartum devono essere messe a conoscenza dei potenziali rischi associati ad una successiva gravidanza. Parole chiave: Cardiomiopatia peripartum; Cardiomiopatia Takotsubo; Imaging cardiaco; Feocromocitoma.
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Cecchi, Franco. "I diuretici dell’ansa nella terapia di mantenimento del paziente con scompenso cardiaco." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 5, no. 3 (September 15, 2004): 133–40. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v5i3.792.

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Abstract:
Diuretics are still a cornerstone of acute heart failure. Their role in chronic heart failure has recently been reconsidered, as Ace-inhibitors and Beta-blockers have been shown to be highly effective in reducing cardiovascular morbidity and mortality in patients with heart failure. Loop diuretics and aldosterone antagonists, however, are still used in chronic heart failure, at the lowest dose needed in order to mantain haemodynamic balance. The use of effective loop diuretics with longer half-lives and constant bioavailability may be beneficial, resulting in fewer hospital readmissions, both for congestive heart failure and all cardiovascular events, in improved quality of life and in health costs reduction.
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Farilla, Cosima, Sante Minerba, Salvatore Scorzafave, Giulia Stola, Vito Guerra, and Gregorio Colacicco. "La resilienza del sistema cardiologico nella pandemia SARS-CoV-2 e le proposte riorganizzative nella ASL Taranto." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 4 (March 22, 2022): 10–238. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-4.

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Abstract:
Le malattie cardio-cerebrovascolari, nonostante la diminuzione della mortalità registrata negli ultimi anni, continuano a rappresentare in Italia una delle principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% ad eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne). Le Malattie Cardiovascolari sono tuttora anche la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia (14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno). L’impatto della pandemia da coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta severa (SARS-CoV-2) in ambito cardiovascolare è stato particolarmente rilevante con un drastico calo di circa il 30-40% dei ricoveri per sindrome coronarica acuta (SCA) e scompenso cardiaco con conseguente grave ritardo nel ricorso alle cure. Si sono più che dimezzate anche le attività ambulatoriali penalizzando i follow-up dei pazienti post-SCA e di quelli con scompenso cardiaco, il monitoraggio dei pazienti con fibrillazione atriale ed in trattamento anticoagulante. L’impatto della Pandemia da SARS-CoV-2 nella ASL di Taranto è stato evidente con una riduzione degli accessi per eventi acuti e ricoveri (– 24%), e calo delle indagini cardiologiche (– 34%). Da un’analisi dei ricoveri in area cardiologica si è evidenziato un incremento degli exitus in età < 60 anni. La valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari degli assistiti ha indicato la necessità di un territorio organizzato per la prevenzione di eventi acuti cardiovascolari. Tutto ciò ha reso necessario dei cambiamenti sugli assetti strutturali, organizzativi e tecnologici.
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Costa, Francesco Vittorio, and Lorenzo Pradelli. "I farmaci per lo scompenso cardiaco: criteri di scelta razionale e costo-efficace." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 6, no. 3 (September 15, 2005): 215–26. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v6i3.836.

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Abstract:
Chronic heart failure (CHF) is the final phase of many common cardiovascular diseases. Consequently, it represents a frequent clinical condition: it’s estimated that in developed countries, Italy included, its prevalence exceeds 3%. CHF is also burdensome from an economical point of view, as it absorbs more than 2% of the Italian total health care budget. The main cost driver in CHF, accounting for approximately two thirds of its total expense, is represented by hospital admissions for relapse. The most frequent reason for relapse, in turn, is inadequate treatment, intended both as low patient compliance to prescribed drug regimens and as inappropriate prescribing. Evidence-based guidelines for the optimal pharmacological treatment of CHF have been developed and are constantly updated, and it’s demonstrated that the stricter the adherence to these recommendations, the better the clinical and economic outcomes. Pharmacoeconomic studies conducted on the use of ACE-inhibitors and beta-blockers, in particular, have shown that correct therapeutic strategies can be cost-saving in CHF management, besides providing important clinical benefits. The expansion of generic drug market has brought by a reduction in pharmaceutical prices, allowing to offer the benefits of these highly effective, and cost-effective, treatments for CHF to a larger number of patients, without increasing the global pharmaceutical expense, but probably reducing the total economical burden of the disease.
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Inno, Alessandro. "Terapia radiante: quando e perché interessa il cardiologo." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 191–94. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-9.

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Abstract:
La radioterapia toracica può determinare un ampio spettro di complicanze cardiovascolari a lungo termine (versamento pericardico, pericardite costrittiva con compromissione emodinamica, disfunzione diastolica progressiva, cardiomiopatia restrittiva con scompenso cardiaco, valvulopatie, coronaropatia, ipertensione polmonare, anomalie del sistema di conduzione e disfunzione autonomica). Malattie cardiovascolare pre-esistenti e fattori di rischio cardiovascolari possono aumentare il rischio di cardiotossicità da radioterapia. Il cardiologo dovrebbe svolgere un ruolo cruciale nel follow-up a lungo termine allo scopo di correggere i fattori di rischio cardiovascolari, ottimizzare la terapia cardiologica nei pazienti con cardiopatia nota, eseguire indagini di screening nei pazienti asintomatici, avviare l’appropria
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Giovinazzo, Stefano, Agosti, Sergio, and Casalino, Laura. "“Dalla dispnea alla resincronizzazione cardiaca”: i risultati di una Survey sullo scompenso cardiaco condotta da ARCA Liguria." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (September 1, 2018): 139. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2018-2-7.

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Sciomer, Susanna, and Federica Moscucci. "Menopausa e rischio cardiovascolare: come educare le donne alla prevenzione." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 31–33. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-7.

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Abstract:
La menopausa costituisce un momento cruciale della vita della donna non solo dal punto di vista riproduttivo ma anche dal punto di vista fisiopatologico. Il calo della produzione ovarica di estrogeni determina una ridotta stimolazione di beta recettori endoteliali e miocardici che sono alla base di processi patologici quali le alterazioni del microcircolo coronarico o lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata. Tali alterazioni si associano a quelle indotte da altri fattori di rischio cardiovascolare. È fondamentale in tale contesto prendere coscienza e trattare i fattori di rischio classici e quelli genere-specifici per non favorire l’insorgenza di patologie che incidono sugli eventi, sulla qualità della vita e sui costi sanitari.
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Di Lullo, L., F. Floccari, A. Granata, F. Fiorini, A. D’Amelio, R. Rivera, and M. Timio. "L'ipertensione polmonare e lo scompenso cardiaco destro nella malattia renale cronica: curiosità da cardionefrologo?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 3 (January 24, 2018): 84–90. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1484.

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Di Lullo, L., F. Floccari, A. Granata, F. Fiorini, A. D'Amelio, R. Rivera, and M. Timio. "L'ipertensione polmonare e lo scompenso cardiaco destro nella malattia renale cronica: curiosità da cardionefrologo?" Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 23, no. 3 (July 2011): 84–90. http://dx.doi.org/10.1177/039493621102300319.

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Cocchia, Rosangela, Antonello D’Andrea, Roberto Padalino, Marianna Fontana, Giuseppe Limongelli, Pietro Muto, Raffaele Calabrò, Maria G. Russo, Giuseppe Pacileo, and James C. Moon. "La risonanza magnetica cardiovascolare nella valutazione dello scompenso cardiaco: dalla morfologia alla caratterizzazione tissutale." Journal of Cardiovascular Echography 22, no. 2 (June 2012): 60–73. http://dx.doi.org/10.1016/j.jcecho.2012.03.002.

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Basile, Carlo, and Carlo Lomonte. "Verità e leggende sulla fistola arterovenosa." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 2 (October 5, 2013): 94–99. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1016.

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Abstract:
Studi di grandi dimensioni dimostrano un rischio di mortalità progressivamente crescente a seconda del tipo di accesso vascolare (VA), con il rischio più alto associato al catetere venoso centrale (CVC), seguito dai rischi associati alla protesi e, quindi, alla fistola arterovenosa (FAV). La presenza di una FAV ha un effetto negativo sulla funzione cardiaca, ma il suo esatto contributo alla morbidità cardiovascolare non è chiaro. È noto da tempo che un VA con un flusso inappropriatamente elevato può essere la causa di uno scompenso cardiaco ad alta gittata. Ancora più paradossalmente, ci possono essere benefici cardio-polmonari derivanti dalla presenza di una FAV. Tuttavia, pur sottolineando i reali benefici della creazione di una FAV, vogliamo anche sottolineare il pericolo legato a flussi elevati. La parola chiave nella scelta di un VA è “eleggibilità”. Un approccio del tipo “al primo posto viene il paziente e non la FAV, ma è meglio evitare un CVC, se possibile” potrebbe essere la scelta migliore.
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Marzilli, Mario. "Le linee guida 2016 della Società Europea di Cardiologia sullo scompenso cardiaco: più ombre che luci." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (June 30, 2017): 71–74. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2017-2-1.

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Tozzi, Valeria, Angelica Zazzera, Lucia Ferrara, Paolo Bordon, Immacolata Cacciapuoti, Manlio Cipriani, Giovanni De Luca, et al. "Position paper sulle politiche per la cronicità e sugli interventi per la gestione dello scompenso cardiaco." MECOSAN, no. 111 (April 2020): 83–111. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2019-111005.

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Favilli, Silvia. "Affrontare la gravidanza con una cardiopatia." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 47–50. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-11.

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Abstract:
Le malattie cardiovascolari costituiscono la prima causa indiretta di mortalità materna in gravidanza. Fra le cardiopatie pre-esistenti alla gravidanza, le Cardiopatie Congenite (CC) rappresentano la condizione più frequente nei paesi occidentali, mentre gli esiti della Malattia Reumatica rimangono la prima causa di morte materna nei paesi in via di sviluppo. Anche se molto più rare delle CC, le Cardiomiopatie, soprattutto le forme dilatative, sono la causa più frequente di scompenso cardiaco in gravidanza. La stratificazione del rischio è fondamentale in tutte le donne portatrici di cardiopatia che desiderano una gravidanza; idealmente la valutazione completa delle condizioni cardiovascolari, l’eventuale correzione di fattori di rischio modificabili ed un counselling strutturato dovrebbero precedere la gravidanza. In tutte le cardiopatie moderate o severe, la consulenza pre-concezionale, la gestione della gravidanza e la programmazione del parto dovrebbero essere affidate ad un team multidisciplinare con esperienza nelle gravidanze ad alto rischio.
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Locci, Giorgio. "Ipertensione Arteriosa da Anti VEGF: un problema da gestire." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 187–90. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-8.

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Abstract:
I farmaci che inibiscono il Vascular Endothelian Growth Factor (Anti VEGF) hanno come effetto collaterale l’Iper-tensione Arteriosa fino a circa il 40% dei casi. Questo effetto sembra favorito dalla riduzione della densità dei capillari e delle arteriole, dal blocco della NO-sintetasi e dall’aumento di Endotelina, che determina un’alterazione dell’equi-librio tra vasodilatazione e vasocostrizione a favore di quest’ultima; essi inoltre possono determinare fenomeni trombotici con ischemia miocardica e, anche se raramente, scompenso cardiaco. Nei pazienti trattati con questi farmaci bisogna fare una Stratificazione del Rischio Cardiovascolare a 10 anni applicando la tabella dello SCORE come indicato nelle Linee Guida Europee ESC/ESH 2018. Per la terapia mirata anti-ipertensiva si possono usare i Beta bloccanti, gli Ace-Inibitori, i Sartani ed i Calcio antagonisti diidropiridinici. Mentre sono da evitare i calcio-antagonisti non diidro-piridinici come il Diltiazem ed il Verapamil per la loro Interferenza con il Citocromo p450. I diuretici vanno sconsigliati per gli effetti sull’equilibrio idroelettrolitico spesso compromesso in molti pazienti neoplastici.
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Arcopinto, Michele, Jorgen Isgaard, Alberto M. Marra, Pietro Formisano, Eduardo Bossone, Olga Vriz, Carlo Vigorito, Luigi Saccà, Pamela S. Douglas, and Antonio Cittadini. "IGF-1 predicts survival in chronic heart failure. Insights from the T.O.S.CA. (Trattamento Ormonale Nello Scompenso CArdiaco) registry." International Journal of Cardiology 176, no. 3 (October 2014): 1006–8. http://dx.doi.org/10.1016/j.ijcard.2014.07.003.

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Lombardi, Carolina, Andrea Faini, MariaTeresa La Rovere, Francesco Fanfulla, Paola Mattaliano, Sergio Caravita, Mauro Contini, Piergiuseppe Agostoni, Pasquale Perrone-Filardi, and Gianfranco Parati. "Heart failure and sleep related breathing disorders: Data from PROMISES (Progetto Multicentrico Italiano Sonno e Scompenso Cardiaco) study." International Journal of Cardiology 271 (November 2018): 140–45. http://dx.doi.org/10.1016/j.ijcard.2018.05.001.

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Biagi, Paolo, Luigi Abate, Salvatore Bocchini, Valerio Verdiani, and Carlo Nozzoli. "Prevalenza, caratteristiche e trattamento dello scompenso cardiaco diastolico in una coorte di pazienti ospedalizzati: lo studio PRESYF-HF Toscana." Italian Journal of Medicine 3, no. 3 (September 2009): 154–62. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2008.12.001.

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Scalone, L., and Lorenzo G. Mantovani. "Valutazione economica della terapia con lisinopril ad alto verso basso dosaggio nel trattamento dei soggetti con scompenso cardiaco cronico." PharmacoEconomics Italian Research Articles 4, no. 2 (September 2002): 45–55. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320594.

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Badano, L. P., P. Bellotti, N. Acquarone, R. Griffo, and G. Lo Pinto. "Current management of patients hospitalized for heart failure. The OSCUR (Outcome nello Scompenso Cardiaco in relazione all'Utilizzo delle Risorse) trial." European Journal of Heart Failure 2 (June 2000): 24. http://dx.doi.org/10.1016/s1388-9842(00)80083-5.

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Cavalli, Andrea, and Giuseppe Pontoriero. "Studio EVOLVE: un'altra delusione per i Nefrologi?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (July 10, 2013): 261–65. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1050.

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Abstract:
Il calciomimetico Cinacalcet è ormai in uso da alcuni anni per il trattamento dell'iperparatiroidismo secondario (IPTS) nei pazienti dializzati, permettendo una buona riduzione dei livelli di paratormone. Nell'ottica di valutare un suo possibile effetto benefico nel migliorare la prognosi cardio-vascolare dei pazienti dializzati, è stato condotto lo studio randomizzato “Evaluation of Cinacalcet Hydrochloride Therapy to Lower Cardiovascular Events” (EVOLVE). Sono stati randomizzati a ricevere Cinacalcet o placebo 3883 pazienti dializzati affetti da iperparatiroidismo secondario moderato-severo, valutando come end-point compositi primari la mortalità e gli episodi di infarto mio-cardico, l'ospedalizzazione per angina instabile, lo scompenso cardiaco ed eventi vascolari periferici. Nell'analisi “intention-to-treat”, a causa di una bassa potenza statistica, non sono state rilevate differenze significative tra i due bracci dello studio, a fronte di una più elevata incidenza di ipocalcemia, nausea e vomito nei soggetti in terapia con il calciomimetico. I dati dello studio EVOLVE hanno sicuramente deluso la comunità nefrologica, che si sarebbe aspettata dei risultati positivi. La mancanza di risultati conclusivi e i costi elevati suggeriscono un uso giudizioso del Cinacalcet. Non di meno, anche se mancano dati conclusivi su “hard end-point”, ci sembra poco saggio negare strategie terapeutiche che includano il Cinacalcet ai pazienti con severo IPTS con elevati livelli di PTH (PTH >800 pg/mL) refrattari alla terapia standard e/o ipercalcemia e/o calcifilassi e/o elevato rischio chirurgico alla paratiroidectomia.
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Di Lullo, L., F. Floccari, R. Rivera, A. Bellasi, E. Ferramosca, A. De Pascalis, M. Timio, M. Malaguti, and A. Santoboni. "La patologia del pericardio e la malattia renale cronica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 2 (January 26, 2018): 62–70. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1141.

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Abstract:
I pazienti affetti da malattia renale cronica possono andare incontro a tutta una serie di patologie che colpiscono il pericardio ma, sicuramente, alcune entità nosologiche sono più frequenti di altre. Gli ultimi decenni hanno assistito, per fortuna nostra e dei nostri pazienti, a un netto miglioramento per quanto concerne i protocolli terapeutici per i pazienti nefropatici e le forme tipiche di pericardite uremica, così frequenti negli anni passati, sono ormai uno sbiadito ricordo. È tuttora frequente osservare pazienti con versamento pericardico (idiopatico, ovvero secondario a malattie sistemiche), soprattutto per quanto concerne i pazienti sottoposti a trattamenti depurativi extracorporei ed i pazienti che iniziano il trattamento dialitico in condizioni di emergenza/urgenza (ad esempio, pazienti affetti da scompenso cardiaco congestizio); il versamento pericardico viene schematicamente classificato in lieve, moderato e severo in base all'interessamento più o meno globale del pericardio. Meno frequenti sono gli episodi di pericardite acuta (anch'essa idiopatica o secondaria), spesso su base virale, neoplasticae/o immunologica (vedi pazienti trapiantati in terapia immunosoppressiva). Le forme di pericardite costrittiva sono più rare a documentarsi in corso di malattia renale cronica e, in genere, rappresentano lo stadio finale di diverse patologie sistemiche: l'esito finale è, in genere, la fibrosi pericardica. (Cardionephrology)
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Ceccarini, G., and D. Gilio. "Risultati a lungo termine in pazienti con scompenso cardiaco ed in trattamento con L-Tiroxina: uno studio osservazionale di coorte su base nazionale." L'Endocrinologo 20, no. 6 (October 23, 2019): 386–87. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00636-8.

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Lorenzoni, Giulia, Stefano Santo Sabato, Corrado Lanera, Daniele Bottigliengo, Clara Minto, Honoria Ocagli, Paola De Paolis, Dario Gregori, Sabino Iliceto, and Franco Pisanò. "Comparison of Machine Learning Techniques for Prediction of Hospitalization in Heart Failure Patients." Journal of Clinical Medicine 8, no. 9 (August 24, 2019): 1298. http://dx.doi.org/10.3390/jcm8091298.

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Abstract:
The present study aims to compare the performance of eight Machine Learning Techniques (MLTs) in the prediction of hospitalization among patients with heart failure, using data from the Gestione Integrata dello Scompenso Cardiaco (GISC) study. The GISC project is an ongoing study that takes place in the region of Puglia, Southern Italy. Patients with a diagnosis of heart failure are enrolled in a long-term assistance program that includes the adoption of an online platform for data sharing between general practitioners and cardiologists working in hospitals and community health districts. Logistic regression, generalized linear model net (GLMN), classification and regression tree, random forest, adaboost, logitboost, support vector machine, and neural networks were applied to evaluate the feasibility of such techniques in predicting hospitalization of 380 patients enrolled in the GISC study, using data about demographic characteristics, medical history, and clinical characteristics of each patient. The MLTs were compared both without and with missing data imputation. Overall, models trained without missing data imputation showed higher predictive performances. The GLMN showed better performance in predicting hospitalization than the other MLTs, with an average accuracy, positive predictive value and negative predictive value of 81.2%, 87.5%, and 75%, respectively. Present findings suggest that MLTs may represent a promising opportunity to predict hospital admission of heart failure patients by exploiting health care information generated by the contact of such patients with the health care system.
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Campana, Andrea. "Fisiopatologia del blocco atrio-ventricolare di I grado molto marcato: quando può essere ragionevole l’impianto di pacemaker?" Cardiologia Ambulatoriale, no. 1 (January 30, 2020): 71–80. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-6.

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Abstract:
Un intervallo P-R di 200 ms sull’elettrocardiogramma è indicato come limite superiore della norma, ma la definizione di BAV di I° grado varia da > 200 a ≥ 220 ms. La prevalenza di un intervallo P-R >200 ms è dell’1-2% nella popolazione generale ed aumenta con l’età. Il significato clinico di un intervallo P-R superiore a 200 ms è considerato generalmente benigno, ma alcuni studi suggeriscono l’opposto e cioè che il BAV di I° grado possa essere associato con un aumentato rischio di fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, impianto di pacemaker e mortalità totale. Le cause conosciute di BAV di I° grado sono numerose ed includono cardiopatie congenite, malattie degenerative del sistema di conduzione, cardiomiopatie, connettiviti, malattie infiammatorie ed uso di farmaci. Nella pratica clinica, il BAV di I° grado marcato (P-R > 300 ms) non è comune e la sua prevalenza è < 1/10000. Pur trattandosi di un reperto piuttosto raro, un intervallo P-R > 300 ms può causare sintomi la cui risoluzione potrebbe richiedere l’impianto di un pacemaker definitivo; i sintomi sono legati ad una sensibile alterazione temporale delle componenti del riempimento ventricolare, configurandosi un quadro emodinamico che viene definito come “pacemaker-like-syndrome”. Il BAV di I° grado costituisce l’1.6% delle indicazioni ad impianto di pacemaker in Italia, ma è verosimile che l’associazione con altri disturbi della eccito-conduzione possa, nella maggior parte dei casi, contribuire a rafforzare l’indicazione, essendo veramente poco frequente l’impianto di un pacemaker nel BAV di I° grado esclusivamente per motivazioni di tipo emodinamico.
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