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Dissertations / Theses on the topic 'Servizio sociale'

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1

Dei, Rossi Alice <1993&gt. "Cure Palliative e Servizio Sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11684.

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Abstract:
In questa tesi parlerò delle cure palliative e del relativo ruolo del servizio sociale. Inizierò ripercorrendo il concetto di morte lungo i secoli per giungere a vedere il suo significato ai giorni nostri. Mi soffermerò poi su 4 autori che hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo delle cure palliative e degli hospice. Successivamente spiegherò brevemente il significato di cure palliative e come sono nate e si sono sviluppate nel mondo e in particolare in Italia. Infine mi soffermerò sul ruolo del servizio sociale e degli assistenti sociali negli hospice e concluderò la tesi parlando di un hospice.
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2

Conte, Giorgia <1992&gt. "Il servizio sociale di comunità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13677.

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Abstract:
Argomento della tesi sarà il servizio sociale di comunità. Il primo capitolo inizierà con un breve excursus storico, nel quale verranno riportate le principali trasformazioni che il Welfare State ha subito nel corso del tempo, passando da una morfologia statale ad una di tipo comunitario. Argomento del secondo capitolo sarà il Servizio Sociale di comunità e verranno analizzate le sue caratteristiche principali,nonché le prime esperienze avute nel nostro paese a partire dal secondo dopoguerra. Nel terzo capitolo verrà analizzato il concetto di "capitale sociale", quale indicatore del benessere sociale. La tesi si concluderà con il quarto capitolo dove sarà riportato un esempio di lavoro di comunità in corso nel mio paese di residenza, Musile di Piave. Tale progetto prende il nome di "Reti Solidali".
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3

PONTELLO, ELISABETTA. "SPORT, EDUCAZIONE E SERVIZIO SOCIALE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2004. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12494.

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Abstract:
2002/2003
Il percorso di ricerca ha avuto l'obiettivo di operare una riflessione sul significato dello sport, sulle motivazioni per cui esso viene praticato ed il senso che assume nella vita sociale. Allo scopo è sembrata necessaria un'analisi della crescente domanda di sport, proveniente da fasce e settori diversi della popolazione, da organizzazioni e istituzioni, al fine di ricostruire rappresentazioni sociali, pratiche individuali e collettive, nuovi bisogni e nuove opportunità nell'ambito della prevenzione del disagio. In particolare, riguardo alla dimensione locale, sono state prese in considerazione e comparate alcune indagini che, unitamente ad alcune esperienze innovative di integrazione, offrissero un quadro di riferimento per l'avvio di progetti ed applicazioni all'ambito sportivo delle metodologie di rete. La prospettiva assunta è stata sin dall'inizio di tipo integrato, in quanto si è partiti dalle teorie di riferimento delle scienze psico ... pedagogiche, sociologiche e del servizio sociale per giungere, attraverso l'analisi dello stato della ricerca sociale sullo sport nel nostro Paese, ad una proposta di progettazione in rete di interventi a carattere sportivo, che confermasse l'ipotesi di studio circa la possibile presenza di professionalità diverse impegnate nel lavoro di rete in una logica interdisciplianre. Tutto il percorso di ricerca, pertanto, è stato condotto su un triplice piano di riflessione, assumendo di volta in volta, per ogni aspetto della problematica esaminato, sia una prospettiva psicopedagogia, che sociologica, senza tralasciare un'analisi dal punto di vista del servzio sociale, nel tentativo di coniugare teorie e prassi proprie di campi disciplinari diversi . Il rapporto teoria-pratica è stato oggetto di osservazioni riguardanti sia l'ambito educativo che del Servizio sociale, in quanto per entrambe le discipline, si è visto che rappresenta uno snodo cruciale, in ordine alla natura e all'identità professionale dell'operatore. 1. Formazione ed educazione attraverso lo sport. Lo sport rappresenta uno strumento di formazione lungo tutto l'arco di vita, dal bambino, ali' adulto, all'anziano, in quanto attraverso l'attività motoria, sia individuale che di gruppo, sono più facilmente raggiungibili alcuni obiettivi educativi trasferibili sul piano esistenziale, a qualunque età: la capacità di proiettarsi verso un meta o un record, sviluppando un positivo atteggiamento progettuale nella vita; la capacità di 'atuodeterminazione ' e autocontrollo sulla propria vita, mediante il mantenimento della fiducia in se stesso; l'interiorizzazione di 'valori difficili', come la perseveranza, la rinuncia, la lealtà, il coraggio, la fermezza, etc; la capacità di conoscere i propri limiti ed autovalutarsi; la capacità di accettare gli altri e le regole del vivere sociale. In una prospettiva di educazione permanente, lo sport può essere, come si è visto, uno strumento prezioso per la conquista o la conferma della propria identità di adulto e di anziano, per il conseguimento di una migliore autonomia e per l'acquisizione di competenze non limitate all'ambito motorio. L'esame delle teorie dello sviluppo e dell'apprendimento applicate ali' ambito motorio, ha confermato il superamento di una visione dualistica della persona umana e la reciproca influenza delle dimensioni congnitiva, motoria, affettiva, morale e sociale della personalità. Tale visone unitaria risulta ampiamente riconosciuta dagli studiosi delle discipline psicologiche e pedagogiche e consente il superamento di una visione medicalizzata della salute ed essenzialmente fisiologica dell'attività motoria. Un tale approccio sembra essere più che attuale, come risulta da positive sinergie tra l'ambito sanitario, educativo e socio-assistenziale, realizzate anche in diversi ambiti locali mediante progettazioni in rete. 2. Il valore sociale dello sport L'alterità appare uno dei temi dominanti del dibattito culturale contemporaneo: rispetto, accoglienza, cooperazione, aiuto, rappresentano valori emergenti di riferimento. Oggi più che mai lo sport sembra potersi collocare collocarsi in orizzonti di senso che facciano propri tali valori e li realizzino quotidianamente nella pratica sportiva sia essa di tipo educativo, amatoriale, agonistico, riabilitativo, e quant'altro. Lo sport si colloca in molteplici contesti della vita quotidiana nelle sue varie forme di espressione: praticato o seguito, diffuso dai media, ma in ogni caso facente parte del nostro sistema sociale che molto spesso ne assume emblematicamente i modelli. Purtoppo non sempre è l'immagine giusta dello sport quella che ci viene offerta: competizione esasperata, conflittualità, doping, violenza, etc. In tal modo il rispetto dell'altro che fa parte del sistema sociale, viene a mancare, ed i valori a i quali si desidera fare riferimento vengono spesso disattesi. In una prospettiva che considera la salute e benessere come valori fondati sulla reciprocità sembra possibile raggiungere attraverso lo sport, modelli e stili di vita, per i quali l'elemento indispensabile a realizzare il "gioco" sportivo, come quello della vita, è dato da un passaggio dalla dimensione intrapsicologica della persona a quella interpsicologica, da una dimensione individuale ad una collettiva. Ciò comporta un'equilibrata attenzione da un lato al benessere della persona che fa sport, dall'altro ai gruppi, alla comunità, (runici, familiari, compagni, dirigenti, allenatori, insegnanti, associazioni, società sportive, etc.), valorizzando in particolare il ruolo della famiglia. La salute appare allora in una dimensione etica che necessariamente rimanda all'altro, e non solo alle norme da rispettare che condizionano i momenti di vita sportiva, ma soprattutto al benessere che può derivare dal condividere esperienze, creare relazioni tra persone, gruppi, popoli. Lo sport allora non è solo il mantenersi in forma, il divertimento, lo sfogo, è molto di più, come risulta dalle indagini che sono state prese in esame: è un servizio sociale in quanto attraverso le sue pratiche, nei diversi contesti , offre un servizio richiesto dalla comunità. Un servizio che implica specifiche professionalità chiamate ad operare sinergicamente nella comunità, a partire dalla famiglia, rete infonnale di sostegno in condizioni normali e di bisogno, fino alla comunità locale, contesto di partecipazione attiva socio-comunitaria. 3. La ricerca sociale sullo sport L'esame della letteratura riferita all'ambito nazionale ha messo in luce un certo ritardo rispetto al contesto europeo, dello stato della ricerca sociale sullo sport nel nostro Paese. A questo si aggiunge la difficoltà a trovare un autonomo campo d'indagine. Emerge inoltre la necessità di interpretare il fenomeno sportivo, piuttosto che quantificarlo sulla base di dati numerici (ad esempio, il numero di palestre presenti in Italia o il numero di frequentanti), peraltro risultanti da diverse e numerose ricerche condotte da Enti preposti (ad es. l'ISTAT) o commissioni nell'ambito del CONI. Tale bisogno di esplorazione dei 'nodi discorsivi' riguardanti le caratteristiche dello sport a partire da una dimensione micro (la vita quotidiana di un quartiere cittadino o delle rappresentazioni e dei significati che gli intervistati danno al fenomeno), emerge vieppiù in settori come quello educativo e sociale, l'uno caratterizzato prevalentemente da ricerche condotte con la metodologia della ricerca-intervento, l'altro da ricerche sia quantitative che qualitative. E' risultata inoltre una certa inadeguatezza dei grandi paradigmi di studio e di analisi applicati indistintamente allo sport, il quale richiede un ambito autonomo d'indagine, che comprenda e si interroghi su logiche interne ed organizzazioni. Tuttavia, non sembra doversi escludere un'integrazione di metodi di ricerca quantiqualitativi, che richiedano tuttavia il padroneggiamento di metodologie e strumenti rigorosi, in relazione ai quali sembrerebbe necessario, piuttosto, l'evolversi di una cultura scientifica e metodologica, a partire dagli ambiti accademici deputati alla formazione dei laureati in Scienze motorie e Sociologia, sino agli ambiti di ricerca propriamente detti. In particolare sembra praticabile, alla luce delle nuove possibilità offerte dai metodi di ricerca non-standard, utilizzare metodologie e strumenti come l'intervista biografica per integrare la già numerosa presenza di ricerche quantitative in materia, ed offrire la possibilità di comprendere le rappresentazioni di senso comune sui diversi aspetti del fenomeno sportivo da parte di soggetti individuali e collettivi. Quanto al raffronto tra le indagini condotte nella Provincia di Gorizia, avviate a partire dal 1998, che hanno permesso di studiare l'intera popolazione giovanile scolarizzata, dalla scuola materna alla scuola superiore, si è visto come lo sport rappresenti un esigenza di vita per bambini, giovani, famiglie e insegnanti. Tali studi, diversificati per fasce d'età hanno raggiunto l'obiettivo di dimensionare il fenomeno della pratica sportiva dei giovani dell'isontino, ed hanno permesso di comprendere motivazioni e atteggiamenti degli attori intervistati. La funzionalità delle ricerche effettuate e la ricaduta sociale sulla realtà territoriale locale è stata dimostrata dal fatto che tali indagini hanno dato avvio e sviluppo ad alcuni progetti condotti in rete sul territorio isontino, con la concreta integrazione delle azioni di diversi soggetti istituzionali e sociali operanti in ambito educativo, sanitario e sportivo. Nei casi presi in esame si è riscontrata una partecipazione all'attività sportiva di giovani e famiglie, che si potrebbe definire ampia, tenendo in considerazione i dati nazionali, forniti dall'Istat, con le indagini multiscopo, e quelli elaborati dal CONI. La soluzione ai problemi di una società esasperata dalla competizione che sta decisamente perdendo il senso del valore della persona, può venire anche dallo sport. Luoghi e modi delle dinamiche educative sportive, sembrano essere molteplici e lo sport nelle sue forme, contribuisce a rimettere in discussione la visone tradizionale del rapporto tra educazione e tempo, diventando oggetto di rivendicazione alla pratica sportiva, come diritto allo sport lungo tutto l'arco di vita. 4. Sport e Servizio Sociale La manifestazione di nuovi bisogni da parte delle famiglie e della comunità e la conseguente aumentata richiesta di servizi sportivi da parte di diverse fasce della popolazione, hanno determinato una valorizzazione dello sport, in particolare nei suoi aspetti educativi/rieducativi, anche nell'ambito del Servizio Sociale. Con l'affermarsi del concetto di "rete sociale" e del lavoro di rete, ovvero dei legami che si instaurano tra gli individui coinvolti in sistemi relazionali e reti sociali, è stato possibile anche nel servizio sociale, nell'ambito delle politiche sociali e dell'intervento sociale, con particolare riferimento a quello italiano, individuare interventi ed azioni che hanno strutturalmente riguardato lo sport in progettazioni ed interventi specifici. Dalle esame delle fonti normative di riferimento, in particolare delle leggi considerate maggiormente significative in funzione dello sviluppo di progettazioni comuni tra gli ambiti scolastico, sanitario e socio-assistenziale, sono state tratte alcune considerazioni che sembrano legittimare una proposta metodologicaoperativa che integri logiche professionali proprie dei campi disciplinari citati e solleciti un processo di inclusione dello sport e delle possibilità offerte dalle attività motorie di diverso genere, nell'elaborazione dei Piani di zona. In tal senso sono stati individuati molteplici contesti e best- practises, nei quali lo sport è stato concepito come strumento, all'interno del lavoro di rete, in funzione sociale, in particolari aree di intervento previste dalle programmazioni territoriali di alcuni Comuni e Province. Sono stati inoltre prese in considerazione alcune categorie di soggetti 'socialmente deboli' e si è visto come in tutti gli ambiti esaminati lo sport venga inserito in funzione preventiva e/o riabilitativa.
XVI Ciclo
1957
Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea. Nell'originale cartaceo mancano le pagg. 168, 169
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4

Tescari, Martina <1989&gt. "IL SERVIZIO SOCIALE OSPEDALIERO E LA GESTIONE DELL’EMERGENZA E URGENZA SOCIALE: studio del Servizio Sociale Professionale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese e riflessioni su un’implementazione del servizio al Pronto Soccorso." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12802.

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Abstract:
Il percorso storico che ha portato all’inserimento del servizio sociale professionale in ambito ospedaliero mette in evidenza come la specificità professionale dell’Assistente Sociale riesca a svolgere una mansione di raccordo tra i bisogni “sanitari” e i bisogni “sociali” del paziente, favorendo una presa in carico globale della persona, nel rispetto della sua autodeterminazione. A tal proposito, dunque, ci si chiede se già al momento del primo accesso del paziente al Dipartimento Emergenza e Accettazione possa essere utile la presenza di un Assistente Sociale a fianco del personale medico sanitario, per la lettura del bisogno sociale. Nello specifico si studierà come la presenza di un professionista Assistente Sociale al Pronto Soccorso possa diventare un’importante risorsa per la presa in carico immediata delle situazioni ad alta complessità socio-sanitaria, per la possibile riduzione di ricoveri impropri o di accessi ripetuti, per l'individuazione precoce di un rischio sociale e per l'elaborazione di protocolli utili alla presa in carico inter-istituzionale delle situazioni complesse. Dopo aver raccolto alcune importanti esperienze internazionali in cui il "Social Worker" è inserito in équipe al Pronto Soccorso, nonché alcune sperimentazioni avvenute nel territorio italiano, si prenderà come contesto di studio l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese: a partire dall’analisi della strutturazione attuale del Servizio Sociale Ospedaliero dell’Azienda, si rifletterà sui vantaggi che potrebbe portare la collaborazione continuativa di un Assistente Sociale, formato e preparato nella gestione delle emergenze ed urgenze sociali, collocato presso il Pronto Soccorso. Particolare attenzione sarà riservata agli accessi dei minori e alla immediata attivazione, da parte del personale ospedaliero, di procedure di tutela in caso di sospetto maltrattamento, abuso e incuria.
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5

Scarpa, Francesca <1989&gt. "Il Servizio Sociale nei percorsi di cura." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6262.

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Abstract:
Le profonde modificazioni avvenute nella società e nella medicina negli ultimi decenni hanno radicalmente cambiato e reso più difficile il lavoro del medico. La società si è modificata sul piano demografico con l'invecchiamento della popolazione e, sul piano culturale, diventando una società complessa. Alla luce di tali cambiamenti si vuole affrontare la relazione tra medico e paziente nell'esercizio di una medicina che promuova la salute dell'intera popolazione, attraverso l'appoggio della figura dell'Assistente Sociale. Infine, attraverso la presentazione di alcuni film si vuole approfondire l'argomento, grazie al sempre più intenso legame tra cinema e scienza.
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CELLINI, GIOVANNI. "Controllo sociale, servizio sociale e professioni di aiuto nel sistema penitenziario." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/41613.

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Abstract:
In Italy there is a prison and probation system based on a rehabilitative model that is aimed at social reintegration of the author of the crime, which is connected with social policies and entrusts relevant tasks to the helping professions. Among these, social work is affected by changes in social policies and a new social order, marked in Europe by the influence of neo-liberal thought (Lorenz, 2005; Dalrymple, Burke, 1995, 2006). In this scenario, changes in social policies, which have occurred with the crisis of the welfare state, are interwoven with those of criminal policies. The central research question, proposed in contemporary sociological literature, with particular reference to the U.S. and Britain, is of the gradual transition from a model mainly focused at ensuring social welfare, to a model in which the dominant interest is to increase effective social control (Garland, 2004). In this “new welfare” there has been an impoverishment of social protection, and resources for the most vulnerable segments of the population. This process has led - in some cases - to discriminatory policies, aimed at segregation and incarceration of the most disadvantaged people. In the research presented in this paper, 43 semi-structured interviews were carried out in three regions of northern Italy, to professionals working in the penitentiary sector (mainly social workers). Through them, we have focused on the representations of the respondents on specific issues, including: the crisis of the welfare state in relation to the penal-welfare system, the culture of control and the changes in the functions and activities of social workers. Results show that social workers reject punitive responses, especially those towards the most disadvantaged social groups. Furthermore, in a long-term assessment, there does not seem to emerge, for social workers, a loss of strength as a group and status. There is, in fact, a certain evolution of social work from the methodological point of view, the attention of the profession to internal organizational issues and networking with other local agencies. On the other hand, in the crisis of welfare state and the rehabilitation ideal, political ideals and "strong" values, felt by the entire professional community, seem to be lacking.
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Lunardi, Silvia <1996&gt. "Green Social Work: Un approccio critico e sostenibile del servizio sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20245.

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Abstract:
Il presente elaborato intende approfondire la tematica della sostenibilità nella sua interconnessione con il Servizio Sociale. La tesi, a partire dal suo titolo “Green Social Work: un approccio critico e sostenibile del servizio sociale”, fa riferimento a un paradigma eco-sociale che in modo critico e attento alla sostenibilità, possa essere adottato dal servizio sociale nella società contemporanea. L’obiettivo di questa tesi è infatti considerare nuove e innovative strategie e modelli che l’assistente sociale può scegliere per contribuire alla tutela dell’ambiente e allo stesso tempo al rispetto e valorizzazione dei diritti umani, dell’equità e della giustizia sociale. A partire da una riflessione sulla società e sul servizio sociale nel contesto globalizzato, si prende in considerazione l’approccio del servizio sociale critico, con attenzione alle dinamiche di potere insite nelle strutture sociali con impatto nella stessa relazione di aiuto e autodeterminazione delle persone. L’adozione di pratiche anti-oppressive e antidiscriminatorie nel ruolo di assistenti sociali appare infatti significativo per incentivare l’empowerment, le capacità e risorse anche di coloro che risultano maggiormente svantaggiati e vulnerabili. Ricerche e studi analizzati in questo elaborato hanno evidenziato come proprio le comunità e persone che sperimentano disuguaglianze e vulnerabilità siano anche coloro che sono sottoposti a maggiori rischi, disastri e disagi ambientali. L’ambiente, da considerarsi non solo come ambiente “sociale” ma anche come ambiente “fisico” e “naturale”, in modo interconnesso, riflette sul benessere bio-psico-sociale della persona. Altro concetto non univoco e integrato è proprio quello della sostenibilità, processo che richiede un approccio multidimensionale che tenga conto dell’ambito ambientale, sociale ed economico, al fine di un adeguato incontro con le necessità attuali senza compromettere quelle delle future generazioni. L’approccio del Green Social Work, elaborato in particolare dall’assistente sociale e ricercatrice Lena Dominelli, intende incentivare relazioni sostenibili tra le persone e l’ambiente, con una modalità olistica ed equa che intervenga sulle disparità, povertà e distribuzioni di potere. Dopo aver considerato la tematica da un punto di vista teorico, la tesi intende approfondire attraverso lo strumento dell’intervista qualitativa l’esperienza concreta di “lavoro sociale verde”. La coniugazione ambientale e sociale risulta essenziale al fine di comunità più sostenibili, in cui il servizio sociale può ripensarsi e rinnovarsi come agente di cambiamento per il benessere sia presente che futuro.
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Radavoiu, Stefania Ema <1994&gt. "Il servizio sociale e la sfida del neoliberismo. Riflessioni sugli effetti della logica neo-manageriale nei servizi sociali territoriali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16999.

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Abstract:
Il sistema di welfare e i servizi sociali preposti all’implementazione delle politiche sociali sono stati investiti da profonde trasformazioni dovute al mutamento del contesto socio-economico odierno. Per questa ragione si è creato un fitto dibattito scientifico riguardo a quale possa essere oggi il ruolo dello stato sociale e delle politiche e dei servizi rivolti alle fasce più deboli della popolazione. Nell’ambito di questa analisi il presente elaborato esamina con particolare attenzione l’impatto che il neoliberismo e, sul fronte organizzativo, il neo-managerialismo hanno avuto nell’ambito dei servizi sociali territoriali. Più precisamente si è voluto porre l’accento sulle modalità di adattamento e di reazione da parte degli Assistenti Sociali a questi nuovi orientamenti politico-istituzionali. E’ proprio questa figura professionale che deve operare quotidianamente nel rispetto sia della deontologia e del mandato professionale che del mandato istituzionale, dai quali, in alcuni casi possono arrivare istanze non facilmente armonizzabili, con conseguenti dilemmi etici. Dopo una prima ricognizione teorica che ripercorre gli scritti di autori quali Michael Lipsky, Silvia Fargion, Walter Lorenz e Lena Dominelli, si presenta il disegno, lo svolgimento e i principali risultati di una ricerca field, condotta con metodi qualitativi, volta ad esplorare quali siano i principali punti critici indicati dagli assistenti sociali alla luce della loro quotidianità lavorativa. La ricerca non vuole essere solamente analitica: oltre a delineare quanto più dettagliatamente possibile il quadro della situazione, essa vuole rappresentare anche un momento di riflessione in cui gli assistenti sociali possano proporre soluzioni ed innovazioni rispetto ai problemi/difficoltà che riscontrano.
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Bertani, Giovanna <1996&gt. "Il servizio sociale verso la Libera Professione. Spazi professionali occupati dall'Assistente Sociale autonomo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19952.

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Abstract:
La legge 23 marzo 1993, n.84 “Ordinamento della professione di assistenza sociale e istituzione dell’albo professionale, all’art.1 comma 3 recita: “La professione di assistente sociale può essere esercitata in forma autonoma o di rapporto di lavoro subordinato”. Già dunque all’inizio degli anni ’90 in questa importante normativa di riferimento la figura dell’assistente sociale viene evidenziata in una duplice opportunità di inquadramento. Il profilo privato degli assistenti sociali è poco conosciuto e soprattutto le esperienze in questo campo sono limitate. Questo elaborato si pone quindi l’obiettivo di approfondire la conoscenza in tale ambito: conoscerne le caratteristiche, le risorse, le specificità, i punti di forza e allo stesso tempo le criticità e le debolezze, con il focus principale riguardante gli spazi professionali che tale figura può ricoprire. Si inizierà, nella prima parte, con un’analisi storica e giuridica della professione, con particolare attenzione agli obblighi e agli adempimenti che devono essere messi in atto, per proseguire con qualche accenno in merito alla situazione italiana ed europea. Nella seconda parte si evidenzieranno, grazie alle osservazioni derivanti dai racconti di alcune assistenti sociali libere professioniste, i vari ambiti di intervento. Si analizzeranno le diverse esperienze di queste professioniste, dalla volontà di intraprendere la professione, al target di riferimento dei loro servizi/interventi, al modo operativo scelto, agli spunti riflessivi in merito alla possibilità di far conoscere la libera professione. Nella terza parte si prenderà in analisi uno studio professionale di servizio sociale della provincia di Padova, Studio Percorsi, creato e gestito da un’assistente sociale libera professionista. In particolare verrà posta l’attenzione sulla molteplicità di proposte di intervento e servizi offerti; sulle varie collaborazioni con istituti privati, pubblici e del Terzo settore, partnership all’interno delle quali la figura dell’assistente sociale autonomo acquisisce un ruolo diverso. Infine verranno indicate le criticità emerse in relazione alla libera professione, sia dai racconti delle stesse professioniste, sia dall’esperienza di tirocinio della scrivente. Nella parte conclusiva, inoltre, si cercherà di delineare in maniera chiara il profilo di un assistente sociale libero professionista, indicando le possibili strategie da adottare in futuro per una definizione più precisa della figura professionale.
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Barbin, Marta <1990&gt. "Il morire e le cure palliative nel servizio sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7033.

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Abstract:
Il lavoro si propone di analizzare il fine vita e l'universo delle cure palliative al fine di delineare un quadro realistico e attuale riguardo la situazione italiana in materia. Questo tema, di recente sviluppo, ha stimolato l'incognita riguardo la presenza dell'assistente sociale all'interno dell'équipe multidisciplinare di cure palliative. La medicina palliativa mira a trattare il "dolore totale", ovvero quella condizione non solo fisica bensì psico-sociale che assale il malato nel corso della malattia, al fine di garantire una migliore qualità della vita. L'interesse mostrato in queste circostanze viene riservato anche ai familiari rivelando un ambito che comprende un importante aspetto sanitario ma riserva anche delle necessità puramente "sociali". La prima parte del lavoro verrà dedicata all'analisi del fine vita e all'esplorazione del significato che ha assunto all'interno delle società contemporanee con alcuni riferimenti storici. Successivamente si concentrerà l’attenzione sulle implicazioni che la malattia terminale comporta per il malato e i familiari, esaminando inoltre il tema della comunicazione nel fine vita al giorno d'oggi. In seguito, verranno affrontate le cure palliative, descrivendone origini, funzionalità, setting di cura, lavoro integrato e d'équipe, ripercorrendo anche le tappe della legislazione italiana a riguardo. Infine verrà dedicata una parte al servizio sociale, alla figura dell'assistente sociale, al suo ruolo come operatore e al contributo che potrebbe dare nell'ambito delle cure palliative.
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Nizzetto, Sabrina <1980&gt. "UN “MONDO DIVERSO” - IL COLLEGAMENTO TRA PSICHIATRIA E SERVIZIO SOCIALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2784.

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Abstract:
Il focus di questo studio nasce proprio dall’incontro tra il concetto di malattia, in modo particolare il disturbo mentale e il ruolo della cultura, la quale riveste una notevole importanza sia nella definizione del disturbo stesso, sia nell’obiettivo di salute verso cui, oltre all’individuo, anche l’Istituzione sanitaria è orientata. Tale studio si basa proprio nell’incontro tra un approccio medico-biologico e antropologico – culturale con la consapevolezza che la condizione di “star bene” è determinata culturalmente: la salute è definita dallo stile con cui ciascuna società si esprime. Ma cosa succede quando un operatore di un servizio socio sanitario incontra una persona proveniente da un contesto culturale completamente diverso? Bisogna partire dalla consapevolezza che come il concetto di salute e malattia sono culturalmente determinati, anche gli strumenti di cura devono tener conto di tutto l’impianto concettuale e comportamentale che una persona mette in atto quando “si sente” ammalata Lo sviluppo del fenomeno migratorio in Italia e la sua continua evoluzione ha provocato, a tal riguardo, una serie di reazioni e di interventi sia da parte dello Stato, sia da tutte le agenzie territoriali che a diverso titolo sono state coinvolte: il servizio socio sanitario risulta essere uno dei sistemi maggiormente coinvolto. In questo studio ci occuperemo in particolar modo della Psichiatria, branca della medicina caratterizzata da un lato da un’organizzazione del servizio elaborata in base ad un modello occidentale di rappresentazione dei concetti di salute e di malattia e dall’altro il contatto sempre più frequente con pazienti /utenti provenienti da contesti culturali con quadri di riferimento diversi, sia per quanto riguarda i concetti stessi di salute e di malattia, sia per quanto riguarda i modelli di cura e di assistenza. Con questa tesi intende presentare l’incontro tra la psichiatria e “mondi diversi” descrivendo i nodi critici e le prospettive future per una presa in carico globale del paziente straniero, dove la diversità diventa risorsa nella cura della persona. Verranno riportati riferimenti sia derivanti dalla letteratura in materia, sia riflessioni derivanti dall’esperienza lavorativa come Assistente Sociale presso un Centro di Salute Mentale. All’interno della dicotomia – uniformità dei servizi/ diversità culturale dei pazienti - anche il Servizio Sociale è direttamente coinvolto sia per i compiti attinenti al proprio agire professionale, al ruolo e alle funzioni assegnate all’interno dei Servizi di Salute Mentale, sia come professionista in grado di osservare i cambiamenti in atto all’interno dell’attuale società occidentale, al fine di attribuire successivamente un senso e un significato agli eventi esaminati al fine di realizzare progetti personalizzati con l’utente e con la comunità. Verrà presentata un’analisi della disciplina del servizio sociale e degli strumenti attinenti e usati dalla professione nello svolgimento del proprio mandato istituzionale. Sulla base dell’apparato teorico e delle riflessioni circa il ruolo del servizio sociale e l’identità della professione di assistente sociale verrà delineato l’incontro tra la psichiatria transculturale e il servizio sociale: attraverso una circolarità di saperi provenienti dagli ambiti di riferimento (psichiatria, servizio sociale, immigrazione) in un ottica culturale, si cercherà di comprendere se e in quale modo il servizio sociale, con i propri strumenti e le proprie metodologie possa svolgere un ruolo significativo nella presa in carico di un utente straniero all’interno di un servizio di salute mentale in un’ottica transculturale.
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Dal, Molin Claudia <1992&gt. "Riorganizzare il servizio sociale comunale nella gestione associata di funzioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9929.

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Abstract:
A partire dal 2010 il legislatore italiano ha introdotto l'obbligo di gestione associata delle funzioni per i Comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti (3000 se appartenenti ad una comunità montana). L'introduzione di questo vincolo ha comportato un deciso processo di riorganizzazione interna ai piccoli Comuni, interessando inevitabilmente anche il Servizio Sociale nel processo di cooperazione intercomunale. L'elaborato in una prima parte analizza l'evoluzione normativa statale in materia di intercomunalità e la sua realizzazione a livello regionale. La seconda parte è dedicata all'analisi verte sulla congruenza della gestione associata ai principi e alle sfide del servizio sociale, alla luce della L.328/2000 e del codice deontologico dell'assistente sociale. Nella terza ed ultima parte si raccolgono ed analizzano, secondo una metodologia di ricerca qualitativa, le esperienze dirette di amministratori e professionisti interessati dai processi di gestione associata del servizio sociale, con un occhio di riguardo alle modificazioni dell'operatività quotidiana dell'assistente sociale.
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Basso, Alberto <1998&gt. "La tridimensionalità del Servizio Sociale: l’ambiente e la giustizia riparativa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21857.

Full text
Abstract:
L’elaborato propone una lettura alternativa della trifocalità, principio fondativo della metodologia del Servizio Sociale, allargando lo sguardo del professionista al micro, meso e macro. In questa prospettiva, viene proposta una rilettura di quelli che l’autore ritiene che siano gli aspetti centrali per strutturare una professione realmente orientata al miglioramento della situazione sociale. Si mostrerà come la storia dell’affermazione internazionale della professione, il riconoscimento dell’anima politica del lavoro sociale e la dimensione dell’empowerment della persona nel case work, possano rappresentare un nuovo orientamento per la pratica professionale. Verrà evidenziato come questo tema non sia totalmente nuovo, trovando un primo riscontro della dinamica tridimensionale entro il dibattito accademico della teorizzazione ecologico-ambientale del social work. Infine, verrà evidenziato come questa prospettiva trova piena concretizzazione nell’esperienza della messa alla prova entro il quadro teorico della giustizia riparativa. L’elaborato si conclude con la proposta di un progetto basato sui Lunghi Cammini che unisce gli assunti dei presedenti capitoli, rilanciando il dibattito della tridimensionalità senza lasciarla su un piano meramente teorico.
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Etrari, Silvia <1991&gt. "Il ruolo dell’assistente sociale nel servizio di riabilitazione GCA Don Calabria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10536.

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Abstract:
La ricerca svolta per la tesi di laurea magistrale ha lo scopo di valutare le possibilità di miglioramento del servizio di presa in carico di persone colpite da GCA all’interno del Presidio di Riabilitazione Extraospedaliera del Centro Polifunzionale Don Calabria attraverso la figura dell’assistente sociale, tramite interviste a pazienti e a loro famigliari.
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Busatto, Claudia <1996&gt. "Il Servizio Sociale del Nucleo Operativo Tossicodipendenze: tra controllo e aiuto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19395.

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Abstract:
La tesi vuole analizzare il complesso e composito fenomeno della tossicodipendenza dal punto di vista del Nucleo Operativo Tossicodipendenze (N.O.T.), Servizio Sociale inserito nell’organico degli Uffici Territoriali del Governo. Per la stesura del presente elaborato è stato utilizzato il metodo dell’indagine compilativa, resa possibile dallo studio di testi di numerosi studiosi, i quali hanno affrontato l’argomento in modo rigoroso da molteplici punti di vista (sociologico, psicologico e giuridico). Questo elaborato nasce a seguito della esperienza di tirocinio svolta da chi scrive presso l’Ufficio N.O.T. della Prefettura - U.T.G. di Treviso da luglio 2020 a ottobre 2020, la tesi è incentrata sul concetto di equilibrio tra controllo e aiuto nella relazione con la persona-utente. Il lavoro si apre con un inquadramento teorico del N.O.T. nonché del fenomeno tossicodipendenza, verrà, inoltre, dedicata particolare attenzione all’evoluzione legislativa in tema di sostanze stupefacenti in Italia. Nel terzo capitolo verranno analizzati nel dettaglio i concetti di aiuto e controllo dal punto di vista del Servizio Sociale, nel quarto capitolo si andrà ad analizzare il principale strumento utilizzato dall’Assistente Sociale del N.O.T., ovvero il colloquio motivazionale. Il quinto capitolo dell’elaborato verrà dedicato ai Servizi per le Dipendenze patologiche (Ser.D), in quanto Servizi che operano a stretto contatto con i N.O.T.
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Bidinotto, Anna <1996&gt. "I bisogni emergenti e l’operato del servizio sociale durante la Pandemia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19719.

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Abstract:
Da più di un anno tutto il mondo sta convivendo con la malattia da Coronavirus, la quale ha destato molte preoccupazioni ed incertezze. Se prima della pandemia potevamo avere già un’idea delle problematiche che possono affliggere una popolazione, ora ci troviamo di fronte ad una situazione completamente nuova. Molte persone che prima riuscivano in modo autonomo a gestire la loro situazione economica, ora riscontrano momenti di difficoltà. Tantissimi giovani si trovano in uno stato lavorativo sempre più precario; gli anziani soli, a seguito del lockdown, stanno vivendo ancor più in uno stato di abbandono. La presente tesi si pone l'obiettivo di analizzare i bisogni della popolazione emersi a causa della malattia da covid-19. Al fine di realizzare l’elaborato sono state analizzate all’incirca 850 domande pervenute al servizio sociale di Jesolo rispetto ai buoni spesa e al Fondo straordinario per il Covid-19, durante un tirocinio di ricerca svolto tra agosto e ottobre 2020. Per realizzare la seconda parte della tesi è stato auspicabile intervistare telefonicamente 14 lavoratori con famiglie annesse, che stanno affrontando una difficoltà socio-economica a causa della crisi sanitaria in atto. La terza e ultima parte constaterà di un’analisi rispetto al lavoro svolto dagli operatori sociali durante la pandemia e delle misure economiche da loro erogate per la cittadinanza, approfondendo anche le difficoltà e le preoccupazioni principali di quest’ultimi in questo periodo di crisi mondiale.
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Bellaj, Adasa <1993&gt. "Il Servizio Sociale e l'identità professionale dell'Assistente Sociale. Una professione in evoluzione dal dopoguerra ad oggi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16952.

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Abstract:
La storia del servizio sociale è collegata alla storia dell’assistenza, all'evoluzione delle politiche sociali e allo sviluppo delle scienze umane e sociali. In Italia il servizio sociale nasce nel secondo dopoguerra, in ritardo rispetto alla nascita della professione nei paesi anglosassoni avvenuta fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Per poter delineare al meglio la fisionomia e le caratteristiche fondanti della professione di assistente sociale, è necessario compiere una ricostruzione storica partendo dal contesto socio-politico e culturale italiano. Ad oggi non è mai stata scritta una storia esauriente del servizio sociale, possiamo però contare sulla testimonianza di Assistenti Sociali che hanno vissuto e contribuito all’evoluzione di questa professione. Nel primo capitolo di questo elaborato verranno descritte le origini e l’evoluzione della professione di servizio sociale e delle risposte attivate. È così disegnato il quadro entro cui collocare l’illustrazione dei fondamenti storico-filosofici del servizio sociale professionale, con particolare accentuazione del sistema etico-valoriale e delle caratteristiche del suo specifico campo di intervento. Nei capitoli successivi verranno illustrati gli obiettivi generali e le funzioni di servizio sociale che verranno sviluppati attraverso un focus group composta da Assistenti Sociali che hanno vissuto e partecipato all’evoluzione di questa professione collocata anche in una prospettiva storica, con l’intento di rendere più critico l’approccio e più visibili i processi di costruzione di un’identità professionale.
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GALATRO, STEFANIA. "L'ASSISTENTE SOCIALE NEL SISTEMA PENITENZIARIO: UN'ANALISI DECRITTIVA DI ATTIVITA' E VISSUTI NEL SERVIZIO SOCIALE DELLA GIUSTIZIA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50316.

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Abstract:
Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna rappresentano un campo significativo di lavoro in cui sono impiegati gli assistenti sociali alle dipendenze del Ministero della Giustizia. Essi sono deputati alla presa in carico delle persone sottoposte a misure esterne al carcere, assumendo oggi sempre più importanza nell’intero sistema sanzionatorio. Il servizio sociale della giustizia si trova a operare in un contesto di grande cambiamento che influisce inevitabilmente sull’agire professionale. La tesi dottorale presentata ha la finalità di evidenziare il lavoro dell’assistente sociale dell’U.E.P.E. e i vissuti sperimentati dagli operatori. Per fare ciò è stata condotta una ricerca esplorativa attraverso due strumenti di ricerca differenti. Dapprima è stato inviato un questionario on-line a tutti gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna italiani, chiedendo agli assistenti sociali interessati di rispondere a una serie di domande riguardanti le caratteristiche socio-demografiche, le funzioni e le attività svolte. Parallelamente, si è chiesto a un piccolo gruppo di assistenti sociali appartenenti a un Ufficio E.P.E. della Lombardia di tenere un diario aggiornato sulle attività svolte in due giornate lavorative registrando le percezioni e i vissuti sperimentati. I dati ricavati sono stati infine messi a confronto con le tematiche emerse nelle ricerche internazionali riguardanti i Servizi di Probation.
The Probation Offices represent a significant field in which social workers are employed. They are responsible for the supervision and rehabilitation of people subjected to probation and community corrections outside the prison. Probation officers play a critical role in the criminal justice system in Italy and operate in a context of great change that inevitably affects professional work. The thesis presented here has the purpose of highlighting social workers’ activities and feelings in the criminal justice. To do this an exploratory research was conducted using two different tools. First, an online questionnaire was sent to all Italian Probation Offices, asking social workers to answer a series of questions regarding socio-demographic characteristics, functions and activities concerning with their work. In parallel, we asked a small group of social workers of Lombardy to keep an updated diary on their activities in two working days recording the perceived experiences and feelings. The data obtained were finally compared with the issues emerging in international researches concerning Probation Services. Key words: Italy, probation officers, feelings, activities
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GALATRO, STEFANIA. "L'ASSISTENTE SOCIALE NEL SISTEMA PENITENZIARIO: UN'ANALISI DECRITTIVA DI ATTIVITA' E VISSUTI NEL SERVIZIO SOCIALE DELLA GIUSTIZIA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50316.

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Abstract:
Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna rappresentano un campo significativo di lavoro in cui sono impiegati gli assistenti sociali alle dipendenze del Ministero della Giustizia. Essi sono deputati alla presa in carico delle persone sottoposte a misure esterne al carcere, assumendo oggi sempre più importanza nell’intero sistema sanzionatorio. Il servizio sociale della giustizia si trova a operare in un contesto di grande cambiamento che influisce inevitabilmente sull’agire professionale. La tesi dottorale presentata ha la finalità di evidenziare il lavoro dell’assistente sociale dell’U.E.P.E. e i vissuti sperimentati dagli operatori. Per fare ciò è stata condotta una ricerca esplorativa attraverso due strumenti di ricerca differenti. Dapprima è stato inviato un questionario on-line a tutti gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna italiani, chiedendo agli assistenti sociali interessati di rispondere a una serie di domande riguardanti le caratteristiche socio-demografiche, le funzioni e le attività svolte. Parallelamente, si è chiesto a un piccolo gruppo di assistenti sociali appartenenti a un Ufficio E.P.E. della Lombardia di tenere un diario aggiornato sulle attività svolte in due giornate lavorative registrando le percezioni e i vissuti sperimentati. I dati ricavati sono stati infine messi a confronto con le tematiche emerse nelle ricerche internazionali riguardanti i Servizi di Probation.
The Probation Offices represent a significant field in which social workers are employed. They are responsible for the supervision and rehabilitation of people subjected to probation and community corrections outside the prison. Probation officers play a critical role in the criminal justice system in Italy and operate in a context of great change that inevitably affects professional work. The thesis presented here has the purpose of highlighting social workers’ activities and feelings in the criminal justice. To do this an exploratory research was conducted using two different tools. First, an online questionnaire was sent to all Italian Probation Offices, asking social workers to answer a series of questions regarding socio-demographic characteristics, functions and activities concerning with their work. In parallel, we asked a small group of social workers of Lombardy to keep an updated diary on their activities in two working days recording the perceived experiences and feelings. The data obtained were finally compared with the issues emerging in international researches concerning Probation Services. Key words: Italy, probation officers, feelings, activities
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Battelli, Lorenza <1987&gt. "LA VALUTAZIONE DELLE CURE PARENTALI. IL SERVIZIO SOCIALE NELL'AMBITO DELLA TUTELA MINORILE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6568.

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Abstract:
La scelta dell'argomento di questa tesi è stata data dall'aver intrapreso il lavoro di Assistente Sociale nel settore della tutela minorile. La tesi tratta quindi della Tutela minorile e in particolare del ruolo a cui è chiamato l'assistente sociale all'interno della cornice giuridica stabilita dall'Autorità Giudiziaria: la valutazione delle competenze genitoriali. Il primo capitolo delinea le origini della cultura di protezione del minore, i capisaldi della legislazione a riguardo e le diverse tipologie di maltrattamento riconosciute. Nel secondo capitolo mi sono concentrata sulla Valutazione e i concetti che la caratterizzano: fattori di rischio, fattori di protezione, resilienza, parenting. Il terzo capitolo è la presentazione del Manuale de “Il Faro” risultato di un lungo lavoro di operatori di diversi servizi della Provincia di Bologna che hanno raccolto in un unico volume gli “Strumenti” della valutazione. L'ultima parte descrive due Progetti a cui sto partecipando: il lavoro con i gruppi nel Progetto Family Roots con le famiglie di minori autori di reato (capitolo quarto) e il lavoro con la Famiglia nell'ottica della prevenzione al rischio di allontanamento del minore nel Progetto P.I.P.P.I. (capitolo quinto). La conclusione è che possono essere elaborati nuovi modelli di lavoro finalizzati alla prevenzione, alla presa in carico precoce, all'implementazione delle risorse presenti nel nucleo. Questo nell'ottica di ridurre laddove è possibile i casi di allontanamento del minore dal nucleo.
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Marcato, Sara <1991&gt. ""I significati del Servizio sociale Ospedaliero: comparazione delle realtà locali in Veneto"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10793.

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Abstract:
Il servizio sociale ospedaliero è ad oggi una tematica poco affrontata ma di una grande rilevanza, dato che il ruolo dell’assistente sociale è fondamentale all’interno di un servizio sanitario anche se spesso tralasciata o marginalizzata. L’esigua letteratura a disposizione e le leggi non chiare hanno reso questo studio abbastanza stimolante, lasciandomi un’ultima domanda: come può un assistente sociale intersecare la sua professionalità con le altre a stampo prettamente sanitario? qual è il valore aggiunto che l’Assistente Sociale porta nell’equipe multidisciplinare? Come si sviluppa la relazione tra i pazienti e l’assistente sociale? Quali i punti di forza e di criticità riscontrati all’interno del proprio lavoro? Alla base di questi interrogativi e del mio desiderio di conoscere a fondo questa tematica nasce questa tesi in parte descrittiva ed in parte di ricerca sul tema del Servizio Sociale Ospedaliero in Italia e più nello specifico all’interno del territorio Veneto. In questo elaborato si andrà a sviluppare in una prima parte l’osservazione e lo studio del Servizio Sociale ospedaliero professionale, verranno esaminati i cambiamenti della medicina, della settorializzazione delle competenze e si proseguirà analizzando i cambiamenti storici e legislativi avvenuti in Italia e in Veneto, analizzando il ruolo del servizio sociale in sanità con particolare riferimento al servizio sociale ospedaliero, i suoi compiti, le sue particolarità, presentando modelli e strumenti utilizzati dall’Assistente Sociale nell’ambito lavorativo specifico dell’ospedale, sarà quindi una descrizione ed un’osservazione tramite la bibliografia di ciò che è conosciuto ed è stato studiato del Servizio Sociale ospedaliero. La seconda parte della tesi presenterà la ricerca vera e propria, analizzando i servizi sociali ospedalieri presenti presso i maggiori ospedali del Veneto, utilizzando le interviste discorsive come strumento principe. A questo studio prettamente territoriale, seguirà un approfondimento sulla dimensione organizzativa e relazionale all’interno del contesto ospedaliero, analizzandone un’area molto spesso tralasciata. Questo studio di ricerca servirà a capire e verificare quali le differenze ed i punti i comune presenti nei vari servizi, e la relazione che intercorre tra assistente sociale e pazienti per avere un quadro globale della situazione all’interno del territorio e delle reti sociali attivate.
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Danella, Solange <1985&gt. "Lavoro di strada e il servizio sociale: riflessioni su esperienze del territorio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17987.

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Abstract:
La tesi parte da una personale esperienza di tirocinio nel progetto “Operatori di strada delle parrocchie di Treviso” e analizza le origini di questa forma alternativa di contatto e relazione con i giovani, riportando le realtà europee e le tipologie presenti in Italia. Uno sguardo ai precursori che hanno dato vita al nuovo approccio di lavoro educativo in strada. L’elaborato descrive la figura dell’educatore che svolge questo ruolo e le difficoltà che esso affronta nel quotidiano. Si studiano le metodologie adottate e gli strumenti utilizzati. Numerose interviste ed esperienze sul campo fanno toccare con mano la reale valenza dell’operatività di strada, grazie ad un intervento che parte dal basso, basato sul dialogo e l’ascolto. Si affronta inoltre il complesso e importante rapporto tra servizio sociale e operatore di strada, va cercando di identificare modalità di lavoro in equipe attuali e potenziali.
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Ferrari, Alice <1996&gt. "Interventi innovativi di Servizio Sociale nel lavoro con le famiglie con minori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19396.

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Abstract:
Il presente elaborato si propone di analizzare in senso critico i nuovi strumenti operativi di servizio sociale nel lavoro con famiglie con minori, in particolare le Family Group Conference e il progetto P.I.P.P.I.. Durante tale scritto verrà fornito un inquadramento normativo inerente al diritto di famiglia e al diritto minorile, per poi porre attenzione sul ruolo dell'Assistente Sociale e le realtà operative in cui tale professionista opera. Seguirà una riflessione sul concetto di innovazione e le declinazioni che può assumere nel servizio sociale, da un punto di vista teorico e pratico. Il fulcro del presente elaborato sarà l'analisi degli strumenti prima menzionati arricchita tramite le opinioni e i pensieri di assistenti sociali che nella loro realtà operativa hanno avuto modo di utilizzare i suddetti strumenti operativi. Le loro testimonianze sono state raccolte attraverso lo strumento di indagine qualitativa dell'intervista.
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SICORA, ALESSANDRO. "IL SERVIZIO SOCIALE TRA QUALITA' DELLA FORMAZIONE PERMANENTE, RIFLESSIVITA' E COMPETENZE PROFESSIONALI." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2004. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12505.

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RIVA, VANNA. "La professionalità dell'assistente sociale nelle pratiche lavorative. Uno studio etnografico di due uffici di servizio sociale per anziani." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19716.

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Zugarelli, Giorgia <1981&gt. "LE COPPIE MISTE IN ITALIA. RICERCA DI BUONE PRASSI PER IL SERVIZIO SOCIALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2447.

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Abstract:
VERRA' ANALIZZATA LA PRESENZA DI COPPIE MISTE IN ITALIA, E PARTENDO DALLA RIFLESSIONE SUI PRINCIPI TEORICI DEL SERVIZIO SOCIALE, SI CERCHERANNO LE BUONE PRASSI CHE FACILITINO L'INTERVENTO DA PARTE DE PROFESSIONISTA.
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Tavella, Stefania <1990&gt. "INCONTRIAMOCI: UN PROGETTO NELL'ULSS VENETA n.8 TRA MEDIAZIONE CULTURALE E SERVIZIO SOCIALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6124.

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Abstract:
L'Italia, dal punto di vista migratorio, ha assistito dagli anni '70 a un'inversione di tendenza trasformandosi da paese di emigrazione a paese di immigrazione. L'importanza che il fenomeno migratorio andava assumendo negli anni nella nostra società e il costante aumento degli arrivi, ha comportato che negli anni '90 si cominciasse a rivalutare e ricalibrare le conoscenze e le competenze che il servizio sociale aveva maturato fino ad allora. Nella quotidianità professionale, l'assistente sociale si trova quindi sempre più in contatto con utenti provenienti da culture diverse dalla propria. É in questo contesto "multiculturale" che la collaborazione tra la figura professionale dell'assistente sociale e del mediatore linguistico-culturale appare quanto mai utile e preziosa. Una collaborazione e un legame che l'Ulss n.8 e la Cooperativa Una casa per l'uomo, attraverso il progetto "incontriamoci", intendono valorizzare con l'obiettivo di diffondere modelli teorici e strumenti di lavoro che aiutino a perseguire il fine dell'integrazione sociale della popolazione immigrata. In questa tesi si andranno quindi ad analizzare all'interno di tale progetto: obiettivi, modalità di attuazione e lavoro di collaborazione tra assistenti sociali e mediatori linguistico-culturali per andare a definirne, infine, punti di forza e criticità.
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Sovran, Francesca <1980&gt. "Burn-out e Servizio sociale. Come stare bene all’interno delle organizzazioni di lavoro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10391.

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Abstract:
Questo progetto di ricerca nasce dalla particolare percezione di stress e di malessere percepita dallo scrivente candidato nell’esercizio della professione di assistente sociale in questo particolare momento storico, in cui l’organizzazione di appartenenza (ULSS 10 Veneto orientale), che rispecchia il panorama nazionale, a fronte di una sempre più elevata complessità (intesa come interazione di una molteplicità di aspetti etici, politici, tecnici e legali) aumenta l’incertezza : l’assistente sociale opera in contesti incerti e mobili sulla base di informazioni scarse e contraddittorie; situazioni imprevedibili che richiedono un continuo adattamento ai rapidi cambiamenti della vita delle persone (“Reazione umana spontanea a situazioni di squilibrio: ci disturbano, ci mettono ansia, ci fanno soffrire, spingendoci a tentare interventi immediati che in qualche modo “rimettano tutto in ordine” Manoukian 1980). L’AS è continuamente chiamato a muoversi dentro a questa complessità, a misurarsi con l’incertezza delle situazioni e con le contraddizioni del sistema cui appartiene, per operare delle scelte sulla base di valutazioni. Si intende quindi condurre un’indagine sulla condizione di benessere personale e lavorativo degli assistenti sociali che operano nel territorio del Veneto orientale, in rapporto all’organizzazione di appartenenza (rappresentata in questo contesto dall’amministrazione pubblica). La finalità generale della ricerca è, quindi, l’analisi della condizione lavorativa e la presenza di burn-out negli assistenti sociali, l’analisi degli aspetti organizzativi degli enti e il legame tra questi tre aspetti. L’ipotesi di partenza è che, se nelle professioni di aiuto in generale esiste un rischio di burn-out causato dal rapporto quotidiano col portatore di bisogni, nel caso dell’assistente sociale questo rischio sia connesso al rapporto con la propria organizzazione. La ricerca si colloca, pertanto, in quel settore di studi che riguardano la psicologia del lavoro, la psicologia dell’organizzazione, l’organizzazione dei servizi sociali, con una particolare attenzione agli aspetti deontologici della professione. Gli studi in materia di benessere/malessere lavorativo mostrano che nell’odierna realtà esiste una "discrasia" di ruolo dell’assistente sociale, ovvero tra quello formativo, connesso alla teoria, spesso di origine anglosassone, e quello richiesto dal mercato del lavoro. Nel campo delle professioni di aiuto, diversamente da quello della produzione classica, atteggiamenti psicologici del lavoratore, condizioni del processo lavorativo e oggetto dell’attività vengono ad essere compresi in un unico sistema concettuale in interdipendenza reciproca.
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Tarallo, Marica <1988&gt. "Servizio sociale e famiglie vulnerabili: esperienze di sostegno leggero alla genitorialità e solidarietà familiare." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8215.

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Abstract:
La presente ricerca indaga metodologie innovative di servizio sociale per il sostegno alla genitorialità fragile: possono tali metodologie di sostegno leggero e promozione della solidarietà familiare produrre innovazione sociale e prevenire la necessità di interventi più consistenti? La scelta del tema si giustifica attraverso la rilevanza ad esso attribuita nell'agenda politica e nella legislazione attuale a tutti i livelli, dall'internazionale al locale. Il quadro teorico di riferimento è quello sistemico-relazionale e dall'ecologia dello sviluppo umano, mentre l'ambito territoriale dell'indagine è quello regionale del Veneto. Nel primo capitolo si presentano le trasformazioni sociali e giuridiche della famiglia in Italia dalla fine della Seconda Guerra mondiale ad oggi, con un approfondimento sul Veneto. Il secondo capitolo sarà dedicato al disegno della ricerca. Il terzo capitolo presenterà alcune esperienze concrete di innovazione del lavoro sociale con le famiglie vulnerabili nel territorio veneto per valutare in che misura queste abbiano prodotto innovazione sociale nei rispettivi territori. Nel capitolo conclusivo si tenterà una verifica dell'ipotesi iniziale, attraverso una sintesi fra le esperienze analizzate e quelle presenti in letteratura.
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Gastaldello, Veronica <1995&gt. "Quando l'adozione deve fare i conti con il fallimento: la risposta del servizio sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17428.

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Abstract:
La domanda di ricerca del presente elaborato verte sul tema del fallimento adottivo e, più nello specifico, sul ruolo svolto dal servizio sociale professionale nelle situazioni in cui il progetto adottivo incontra dei gravi ostacoli in un momento successivo al momento giuridico che inserisce giuridicamente il minore nel nucleo familiare adottante. Nella prima parte del contributo verrà descritto che cos’è l’istituto dell’adozione e su cosa si basa, distinguendo i due tipi di adozione che vengono fatte in Italia: adozione internazionale e nazionale. Rispetto a quest’ultima tipologia verrà fatto un approfondimento maggiore in quanto oggetto privilegiato dello studio. Nel parlare dell’adozione verrà esplicata l’importanza dei modelli di attaccamento della futura coppia genitoriale, i modelli mentali pregressi, nonché i fattori protettivi e di rischio che accompagnano i percorsi di adozione. Nella seconda parte dell’elaborato verrà presentato un focus sull’adolescenza adottiva: è proprio in questa fase, infatti, che possono insorgere i maggiori problemi tra il figlio adottivo e la coppia genitoriale a causa dei nuovi bisogni che insorgono nel ragazzo adolescente. Nella terza parte si entrerà nel vivo del fallimento adottivo e sul significato di questo termine molto dibattuto dai professionisti del mestiere. Si cercherà di capire se è possibile fare una stima del fenomeno a livello nazionale riflettendo sui modelli di intervento dei professionisti. Il lavoro si concluderà con uno spazio dedicato al pensiero di specialisti, genitori e ragazzi adottati sul tema del fallimento adottivo a mezzo di una serie di interviste costruite nella Regione Veneto nel 2011 e con delle interviste che ho redatto personalmente agli assistenti sociali e psicologi di alcune U.L.S.S. del territorio.
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Carta, Stefania <1988&gt. "Nel nuovo welfare locale: attori, metodi e strumenti per un servizio sociale trasformativo e generativo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6082.

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Abstract:
L'elaborato, attraverso la metodologia del case study, analizza delle progettualità implementate da alcuni Comuni della Provincia di Treviso. Si tratta di progetti che riflettono una serie di teorie innovative, elaborate dalla letteratura di servizio sociale, le quali hanno ispirato e sostenuto l'attivazione di attività progettuali innovative, che si distaccano da quel carattere di assistenzialismo che, a lungo, ha ispirato le pratiche di servizio sociale, e, in generale, di welfare locale.
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Capra, Ruggero. "Le rappresentazioni di significato nel servizio sociale nella giustizia penale in contesti orientati dal neoliberismo." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2013. https://hdl.handle.net/11572/367809.

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Abstract:
La ricerca analizza una vicenda in cui si ipotizza in atto un fenomeno di erosione delle politiche del welfare state nel settore penale al fine di comprendere come reagiscono gli assistenti sociali e come definiscono la propria posizione professionale.
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ROTA, MARTA BEATRICE. "La proposta pedagogica del service learning : una connessione generativa fra apprendimento e servizio." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/32812.

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Grimandi, Chiara. "Individuo e collettività nello smart working: studio di un servizio human centred per il benessere sociale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Spazi Adiacenti è un progetto di design per l'innovazione sociale, che investiga la tematica dello smart working e le sinergie che si possono instaurare tra i lavoratori e le realtà di quartiere. In particolare lo studio si focalizza sulla risorsa spaziale, spesso mancante agli smart worker, proponendo un servizio di condivisione che generi opportunità all’interno del contemporaneo scenario del lavoro smaterializzato su scala di prossimità. Da un lato gli smart worker potranno recarsi in spazi vicini alle proprie abitazioni, dove poter svolgere la professione in maniera adeguata, dall'altro cittadini, associazioni, realtà commerciali o culturali potranno diventare supporter del servizio e cooperare per l'accrescimento dell'economia locale.
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Maccarrone, Maria <1985&gt. "Messa alla prova per gli adulti e Affidamento in Prova al Servizio sociale: prospettive di riforma." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5740.

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Abstract:
Nell’aprile del 2014 è stata istituita la legge n. 67 arrecante disposizioni in materia di sospensione del processo con messa alla prova per gli adulti, introducendo, così, un nuovo istituto per il sistema delle pene per reati che non distano particolare allarme sociale. L’organo indicato da parte della legge per lo svolgimento di tale istituto è l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna, ente di servizio sociale operante per l’amministrazione penitenziaria, che ha un ruolo fondamentale nella gestione delle misure alternative alla detenzione. Il fine dell’elaborato è l’analisi del nuovo istituto della Messa alla Prova per gli adulti in un ottica di confronto con la misura alternativa alla detenzione quale l’Affidamento in prova al Servizio sociale. Inoltre verranno analizzati i dati riguardanti i casi di Messa alla prova che sono pervenuti presso gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna di Venezia, Treviso e Belluno, e si indicheranno le strategie messe in atto da parte dell’ente per assolvere al mandato istituzionale.
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Bardi, Elisa <1990&gt. "Il Funzionario socio-educativo dell'INAIL: una risorsa del Servizio Sociale nella rete integrata dei servizi. Una ricerca all'interno dell'ambito territoriale della Provincia di Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7168.

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Abstract:
La tesi presentata verte sul ruolo che viene attribuito al servizio sociale presso l’INAIL, e nello specifico nei compiti affidati al suo funzionario socio-educativo. L’introduzione, nel 1933, dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro mirava esclusivamente alla riduzione del fenomeno anti-infortunistico. Oggi la mission dell’Istituto è cambiata prevedendo una “tutela globale ed integrata” ossia si prevedono forme di intervento economiche, sanitarie, riabilitative e di sostegno per il reinserimento nella vita di relazione. L’assistente sociale, attraverso il proprio mandato professionale, collaborando con le équipe e in sinergia con il territorio, deve essere in grado di prendere in carico il soggetto con disabilità acquisita. A sostegno di ciò è stata svolta una ricerca avente il fine di comprendere quanto il servizio sociale dell’INAIL della Provincia di Venezia fosse conosciuto dagli stessi colleghi, in modo tale da poter poi attivare delle reali sinergie e accordi operativi, in favore del benessere dell’invalido o tecnopatico, in un ottica progettuale.
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Bertolin, Paolo <1973&gt. "Alcune riflessioni sulla realtà sociale del territorio pordenonese e il ruolo del Servizio Sociale in rapporto all’evoluzione della società e dei suoi bisogni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9430.

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Abstract:
Il servizio sociale ha un importante funzione di osservatorio e di riflessione sui fenomeni sociali, sui loro mutamenti e sull’evoluzione dei bisogni nel contesto in cui opera, per individuare interventi adeguati in un sistema integrato di servizi. Il presente lavoro intende evidenziare i maggiori processi economici e sociali che operano a livello nazionale e sovranazionale, rilevare come interagiscono con il contesto pordenonese in relazione alla sua storia economica, sociale e culturale. Molti specialisti e operatori dei servizi riportano come, negli ultimi anni, siano emerse in Italia nuove fragilità tra la popolazione, il cronicizzarsi e l’aumento delle situazioni di marginalità sociale rispetto ai quali i territori si dimostrano espulsivi e i servizi in difficoltà. È necessario adottare uno sguardo ampio che riesca a riconoscere la complessità dei fenomeni emergenti, con le loro connessioni e contraddizioni, e insieme affinare un’attenzione ai microcontesti per identificare i problemi, le disuguaglianze, le emarginazioni e le sofferenze, ma anche le risorse mobilitabili e valorizzabili. Ho voluto quindi analizzare quali bisogni, progettualità, strategie di lavoro ha individuato l’Ambito Distrettuale Urbano 6.5, attraverso gli strumenti che gli sono propri: i profili di comunità, i piani di zona, i percorsi di studio e di ricerca, l’operatività degli assistenti sociali con gli utenti e il lavoro di rete con i servizi e le istituzioni.
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Boateng, Giuseppina <1988&gt. ""LEGAMI PER CRESCERE. Il progetto affidi omoculturali nel Comune di Verona tra servizio sociale e mediazione culturale."." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2978.

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Canetto, Arianna <1980&gt. "Tossicodipendenza oggi: il Servizio Sociale del Nucleo Operativo Tossicodipendenze, osservatorio privilegiato. Le esperienze di Padova e Treviso." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15594.

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Abstract:
In questo lavoro si vuole analizzare il fenomeno tossicodipendenza, il punto di vista assunto è quello del Nucleo Operativo Tossicodipendenze, luogo di osservazione privilegiato in quanto a contatto con tutti i segnalati per detenzione e possesso di sostanza ai fini del consumo personale presso le Prefetture-Uffici territoriali del Gorverno.Il punto di partenza sarà un inquadramento normativo per comprendere la cornice legislativa all’interno della quale si colloca il mandato del suddetto servizio.Si passerà poi a tracciare l’inquadramento teorico della tossicodipendenza, tracciando dettagliatamente i rischi del consumo di sostanze ed il disturbo da uso di sostanze. Ciò ci fornirà gli strumenti necessari per analizzare concretamente il fenomeno tossicodipendenza come si presenta oggi: fortemente influenzato dal fenomeno migratorio che ha reso, in particolare ad una sostanza, l’eroina , una nuova vita. Verrà analizzata nel dettaglio la storia recente di questa sostanza che sta conoscendo una nuova vita grazie ad una nuova forma di consumo, non più per via iniettiva, che la rende più adatta ad un periodo storico, più informale e veloce .Verrà dedicata particolare attenzione all’eroina e ai danni che essa provoca in quanto, in considerazione della ripresa dell’uso di tale sostanza è necessario chiedersi quali possibili scenari e costi sociali vadano delineandosi. Verrà analizzato con puntualità il Nucleo operativo Tossicodipendenze e il colloquio che si svolge con i segnalati per violazione ex art. 75 D.P.R. 309/1990. Molti spunti di riflessione verranno dedotti dalla cronaca sia rispetto ai sequestri, sia rispetto alla ripresa dell’eroina, in quanto i dati disponibili risultano non aggiornati e spesso non molto fedeli alla situazione reale. Nell’ultima parte si utilizzeranno dati del Ministero dell’Interno, non pubblici, sulle sostanze maggiormente diffuse, le età degli assuntori, e le definizioni dei procedimenti. Tali dati hanno la pecca di non essere aggiornati, e di offrire solo un piccolo spaccato: infatti risulta solo chi viene controllato dalle forze dell’ordine e trovato in possesso di sostanza, quindi, ovviamente una piccola percentuale del dato dei consumatori. L’ipotesi che guiderà questo lavoro è che l’eroina stia conoscendo una nuova rinascita, dopo essere diventata una droga residuale per alcuni decenni, oggi è in netta ripresa il suo consumo soprattutto fra giovani e giovanissimi che non ne hanno conosciuto i devastanti esiti del passato. Si vuole analizzare la nuova tipologia del consumatore ed i motivi che hanno portato ad una ripresa così forte di questa terribile sostanza che domina la vita degli assuntori. Si punterà l’attenzione sul Nord est, sul Veneto e in particolare sulle province di Padova e Treviso. Lo scopo di questo lavoro vorrebbe essere quello di svelare, nel senso letterale di alzare il velo, su un fenomeno di cui si parla troppo poco, sembra che la preoccupazione generale e generalizzata sia inerente la liberalizzazione delle sostanze leggere, mentre, a parere di chi scrive il focus andrebbe posto su un consumo invisibile di eroina da parte di giovanissimi.
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Capuzzo, Valentina <1980&gt. "L’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni e il minore assuntore di sostanze stupefacenti autore di reato. Le conseguenze del trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni di Sanità Penitenziaria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4798.

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Abstract:
La presente tesi di laurea è il risultato di un approfondito studio sul trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni di Sanità Penitenziaria, con particolare rifermento alle conseguenze che questa Riforma ha avuto sulla Giustizia Minorile e sulle articolazioni periferiche del Dipartimento. Con il D.P.C.M. 1 aprile 2004, le funzioni sanitarie svolte dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dal Dipartimento per la Giustizia Minorile sono affidate alle Aziende Sanitarie Locali del territorio in cui sono ubicati gli Istituti di Pena, i Servizi Penitenziari e i Servizi Minorili. La disamina si articola in sei parti. Nella prima parte si analizza il fenomeno del disagio giovanile evidenziando il confine sottile che esiste tra la devianza e la delinquenza. Molti studiosi hanno cercato di analizzare e comprendere la delinquenza minorile ma nessuno di essi è riuscito a formulare una teoria valida, duratura ed esente da critiche. Nel secondo capitolo, dopo una breve spiegazione del meccanismo d’azione delle sostanze stupefacente e psicotrope, si è sottolineata la diversità dei termini abuso, tolleranza e dipendenza. Nella parte centrale (terzo e quarto capitolo), dopo l’excursus storico che ha portato a raccogliere tutte le norme in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope nel D.P.R. 309/1990, modificato successivamente dalla Legge n. 49 del 21febbraio 2006, si è trattato in maniere specifica dell’imputabilità del minore autore di reato assuntore di sostanze stupefacenti e delle misure pre-cautelari. Infine, attraverso una trattazione dettagliata delle Conferenze Unificate e delle Delibere della Regione Veneto, si è cercato di analizzare in modo critico le conseguenze della Riforma sui Servizi della Giustizia Minorile e, in particolare, sul Servizio Sociale per i Minorenni che ha dovuto far fronte ad un aumento della complessità del proprio lavoro legata sia alla necessità di coordinare i diversi Servizi coinvolti nella trattazione del caso, Servizi spesso con una conoscenza parziale dei contenuti della Riforma, sia alla modalità dei collocamenti in comunità dei minori tossicodipendenti e psichiatrici.
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Bertolino, Daniele <1976&gt. "IL LAVORO DEL SERVIZIO SOCIALE E DELLE COMUNITA' CON I MINORI STRANIRI NON ACCOMPAGNATI IN FRIULI VENEZIA GIULIA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8374.

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Abstract:
L’obiettivo principale del presente lavoro consiste in una disamina generale dei minori stranieri non accompagnati (m.s.n.a.) in Friuli Venezia-Giulia, in particolare nel territorio dell’Alto Friuli, e nell’analisi del percorso di accoglienza dei m.s.n.a. in Friuli Venezia-Giulia attraverso il lavoro del del Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito distrettuale n. 3.1 “Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale” e delle Comunità che ospitano i m.s.n.a. in Friuli-Venezia Giulia. La scelta di questo argomento deriva dall’interesse di approfondire la tematica riguardante i m.s.n.a., ambito in cui lavoro con passione da circa dieci anni. La presenza dei m.s.n.a. in Italia e in Friuli-Venezia Giulia risulta un argomento attuale e dibattuto anche nell’ambito del mio lavoro di assistente sociale che svolgo in un territorio di confine, in particolare nel Comune di Tarvisio, un piccolo paese del Friuli al confine con l’Austria e con la Slovenia. Un compito arduo e appassionante del Servizio sociale odierno consiste nel relazionarsi con le persone migranti anche minori e oggetto della mia tesi è la verifica della qualità di tali relazioni, in particolare nel Friuli. Nel presente lavoro si tenta di delineare il percorso di accoglienza dei m.s.n.a. in Friuli-Venezia Giulia e in particolare nell’Alto Friuli, territorio in cui opero da vari anni, attraverso il lavoro del Servizio sociale dei Comuni e il confronto dei percorsi di presa in carico dei m.s.n.a. da parte di alcuni Ambiti distrettuali e alcune Comunità presenti nel territorio friulano. Nel primo capitolo si descrivono gli interventi svolti dai diversi soggetti coinvolti nella presa in carico dei m.s.n.a., tra cui le Forze dell’Ordine, le Comunità e il Servizio sociale. Il capitolo analizza, in generale, il ruolo del Servizio sociale nel lavoro con i m.s.n.a. esaminando le varie fasi del processo di aiuto; l’ultimo paragrafo approfondisce il colloquio di aiuto, strumento basilare della professione dell’assistente sociale. Il secondo capitolo delinea un breve inquadramento legislativo dei m.s.n.a. a partire dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata in Italia e resa esecutiva con la legge n. 176/1991, al Testo Unico sull’Immigrazione del 1998, fino alla legge n. 94/2009. Il capitolo è dedicato anche all’analisi dei dati sui minori stranieri in Friuli-Venezia Giulia, in particolare nel territorio dell’Alto Friuli. Da una breve disamina di tali dati, risulta evidente il notevole incremento dell’arrivo dei m.s.n.a. in Friuli, particolarmente nel territorio di Tarvisio, e l’impreparazione dei governanti, degli operatori sociali e dei cittadini ad accoglierli. Il terzo capitolo delinea il percorso di accoglienza dei m.s.n.a. in Friuli-Venezia Giulia da parte delle Comunità. Le strutture che accolgono m.s.n.a. in Friuli attualmente sono una decina, alcune delle quali lavorano esclusivamente con tale tipologia di utenza. Si descrivono i progetti personalizzati a favore dei m.s.n.a., i percorsi formativi e professionali in cui i minori sono coinvolti, gli aspetti sanitari e socio-familiari riguardanti i minori, i punti di forza e le criticità del lavoro delle Comunità che accolgono m.s.n.a. In questo capitolo si raccontano alcune storie di vita dei minori stranieri non accompagnati per approfondire, nella pratica quotidiana, il percorso di presa in carico dei minori da parte del Servizio sociale dei Comuni e delle Comunità che accolgono giornalmente decine di m.s.n.a.
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Giovetti, Alessia <1982&gt. "Costruire partecipazione nel lavoro sociale di comunità. Il percorso del Servizio Sociale del Municipio IX di Roma per sviluppare progettualità nel Casale di Via Tullio Viola." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20580.

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Abstract:
Il presente elaborato propone una lettura del lavoro sociale di comunità, in particolare quello teso allo sviluppo di comunità, attraverso un’analisi conoscitiva di alcuni progetti realizzati dal Servizio Sociale del Municipio IX nel Casale di via Tullio Viola a Roma. L’indagine desidera evidenziare teorie di riferimento, metodi, strumenti e tecniche con i quali il Servizio Sociale ha operato per introdurre e sviluppare i progetti nel territorio e per coinvolgere la cittadinanza, dando rilevanza al tema della partecipazione nella progettazione sociale. La domanda che guida la ricerca riguarda le modalità percepite come efficaci dai diversi attori coinvolti nel progetto. La metodologia di ricerca adottata per rispondere è quella qualitativa, grazie all’utilizzo di interviste semi-strutturate, rivolte agli operatori sociali e ai cittadini residenti nel quartiere. La tesi propone una prima parte teorica in cui è presentato il tema della partecipazione in diversi suoi aspetti e applicazioni, in particolare la sua implicazione nello sviluppo locale, nelle nuove forme di governo e nel lavoro sociale di comunità. Proprio dalle pratiche del lavoro di comunità, sono evidenziati modalità di attivazione, livelli di partecipazione e strumenti e tecniche per il suo sviluppo. La seconda parte del lavoro presenta i progetti del Casale in modo descrittivo, per inquadrarli in una prospettiva spazio-temporale, socio-culturale e conoscere le politiche sociali attive sul territorio. Una terza parte presenta il motivo dell’indagine condotta, le questioni a cui risponde e la metodologia scelta. L’ultimo capitolo presenta i risultati della ricerca, evidenziando le difficoltà emerse nel percorso di costruzione della partecipazione e del lavoro di comunità, ma anche le azioni che hanno offerto buoni risultati, spendibili in contesti analoghi.
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Dal, Zovo Flavia <1990&gt. "Servizio sociale e rigenerazione urbana. Un approccio olistico ed integrato per la progettazione di interventi attenti alla dimensione sociale e alla sostenibilità nelle situazioni problematiche complesse." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20784.

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Abstract:
L’elaborato intende indagare la letteratura di servizio sociale e quella relativa alla rigenerazione urbana con particolare attenzione alla dimensione sociale degli interventi, secondo il paradigma della sostenibilità. L’analisi della letteratura considerata è partita dalla relazione tra il servizio sociale e il tema della sostenibilità. Attraverso un percorso di approfondimento, che è iniziato trattando il welfare generativo, nei suoi pregi e le sue criticità, nella sua utilità ed efficacia nel costruire percorsi di autonomia basandosi sulla sostenibilità sociale e nella rigenerazione delle risorse, si è proceduto con l’analisi del Codice Deontologico degli assistenti sociali italiani e l’introduzione dell’importante dovere dell’assistente sociale di concorrere allo sviluppo di modelli sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. A questo, si è collegato l’approccio eco-sociale che enfatizza l’attenzione alla dimensione ambientale ma auspica anche una integrazione tra varie discipline e politiche. Si è presentata brevemente, quindi, la storia e l’evoluzione della rigenerazione urbana, approfondendo i più recenti contributi, in particolare evidenziando gli aspetti legati alla sua dimensione sociale e i rischi ad essa connessi. Seguendo il filo rosso della sostenibilità, così come sostenuta dall’Agenda europea 2030, si è approfondito il modello della rigenerazione integrata, il suo legame con l’innovazione sociale, con i temi della partecipazione e della governance, e il principio fondamentale della necessità di un approccio olistico ed integrato tra settori, professioni, e la collaborazione tra soggetti del pubblico e del privato sociale. Per dare concretezza alla parte teorica si è preso in considerazione il caso dell’associazione di promozione sociale “La Rotonda”, con sede a Baranzate (MI), con i suoi interventi di rigenerazione urbana e lavoro sulla comunità in ottica generativa. Collegandosi, quindi, ai risultati emersi dall’analisi della letteratura e dallo studio del caso, si è costruita un’ipotesi progettuale contestualizzata nel comune di Chiampo (VI), utilizzando lo strumento di analisi dei profili di comunità per la lettura del contesto e individuando nella coprogettazione la modalità più funzionale per la realizzazione del progetto. In conclusione, è emersa la necessità di considerare l’approccio olistico come la via per affrontare le complesse problematiche legate a un disagio multilivello (economico, abitativo, sociale) e concentrato nello spazio. Sorge il bisogno, pensando a interventi per tali situazioni di vulnerabilità, di andare verso una integrazione tra settori e politiche, tra diversi soggetti del pubblico e del privato sociale, e per fare ciò si ha bisogno di un cambiamento culturale e mentale, di un cambio di paradigma appunto, che si basi sulla generatività, su relazioni fondate sulla fiducia, sulla volontà di praticare la sostenibilità attraverso una visione d’insieme delle sue tre dimensioni (economica, sociale e ambientale).
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Broccolo, Susanna <1985&gt. "IL SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE OSPEDALIERO Studio comparato sui presidi del Veneto e ricerca partecipata presso l’ospedale civile di Oderzo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6194.

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Abstract:
La presente tesi di laurea si pone l'obiettivo di analizzare lo stato di fatto del servizio sociale ospedaliero in Veneto proponendo come caso studio specifico quello della provincia di Treviso. L'idea di sviluppo della tesi nasce dall'esperienza di tirocinio all'interno dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso, in cui il servizio sociale professionale ospedaliero è presente dal 1977. Dallo studio complessivo emerge una forte variabilità anche all'interno della Regione. Nel caso specifico trevigiano poi emergono differenze locali (da come viene gestito nell'ospedale centrale e in quelli perifierici). Lo studio poi si focalizza in modo particolare su un presidio ospedaliero in cui il servizio sociale è presente e ben strutturato, come l'ospedale civile di Conegliano e un presidio in cui la figura dell'assistente sociale non esiste, seppur venga richiesta da tempo dal personale infermieristico, all'interno dell'ospedale civile di Oderzo. Infine si cerca di mettere a confronto i modelli organizzativi dei presidi ospedalieri in Veneto in via generale e a Treviso in particolare, presentando i risultati della sperimentazione su Oderzo ed una possibile proposta d'inserimento di un'assistente sociale all'interno del suddetto presidio.
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Canziani, Alessandra <1976&gt. "Fuori Servizio - una scoperta inaspettata per evitare il burnout. Ricerca empirica di pratiche di lavoro sociale nel territorio urbano di Trieste." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6611.

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Abstract:
Il seguente lavoro ha l’intento di rappresentare e “dar voce” ad alcune pratiche di lavoro sociale indagate nel territorio urbano di Trieste. In questo lavoro sono state approfondite attraverso la metodologia dell’intervista dialogica, alcune pratiche di lavoro di operatori che agiscono all’interno dei servizi sociali e sanitari. Le interviste svolte hanno riguardato prevalentemente l’ambito del privato sociale. La ricerca evidenzia l’importanza della relazione nel lavoro sociale attribuendo valore all’ “andar incontro all’utenza - fuori”. L’andar verso è qui inteso come ambito di azione sociale che permette conoscenza e comprensione delle dinamiche sociali sia individuali che collettive. Il materiale raccolto, inoltre, ha permesso di individuare alcuni strumenti per sostenere il troppo carico che a volte il lavoro stesso comporta.
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SOREGOTTI, CARLO. "Le violazioni disciplinari degli assistenti sociali. Studio esplorativo nazionale sul procedimento di segnalazione ed elaborazione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241131.

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Abstract:
La ricerca fornisce un inquadramento teorico, empirico e riflessivo al sistema predisposto dal d.p.r. 7 agosto 2012, n. 137 riguardante il procedimento disciplinare per presunte violazioni commesse da assistenti sociali. Con tale decreto il legislatore ha incaricato l’Ordine professionale, nel quadro delle sue competenze disciplinari, di regolamentare e amministrare lo svolgimento del procedimento, dalla segnalazione alle eventuali sanzioni. Ponendo particolare attenzione alle modalità scelte dai Consigli Territoriali di Disciplina (CTD) per implementare a livello locale il sistema, e all’attività da questi svolta tra luglio 2014 e giugno 2017, si sono individuate tre domande di ricerca, che operativamente guidano lo studio e che riguardano: (a) gli aspetti di complessità del dispositivo e della sua gestione, (b) le caratteristiche delle segnalazioni, dei procedimenti disciplinari aperti e degli attori coinvolti e infine (c) rappresentazioni, attribuzioni di senso e impatto del sistema sulla professione. Per ognuna delle tre domande di ricerca sono state selezionate tecniche di raccolta e analisi dei dati adeguate all’oggetto di studio. Tramite analisi documentale dei regolamenti si illustrano le fasi del procedimento disciplinare, constatando come la presenza di aspetti ambigui del regolamento nazionale abbia portato alla necessità di integrazioni a livello territoriale, e alle conseguenti differenze tra le pratiche adottate dai vari CTD, confermate poi anche dall’esame dei siti Web dei Consigli Regionali dell’Ordine. La raccolta e analisi di 769 casi di procedimenti disciplinari provenienti da 12 Regioni in 3 anni ha permesso di “misurare” la portata del fenomeno e di raccogliere informazioni quantitative su soggetti segnalanti, assistenti sociali segnalati e lavoro compiuto dai CTD. Emerge così l’alto numero di violazioni per inadempienze amministrative nei confronti dell’Ordine, la criticità dei casi di conflittualità tra genitori e l’incidenza di casi archiviati senza esiti sanzionatori. Infine, tramite interviste a esperti e testimoni privilegiati si sono ottenute informazioni rispetto a come il procedimento disciplinare venga considerato un passaggio importante, ancorché problematico, nel processo di professionalizzazione del Servizio Sociale, e quali possano essere le direzioni percorribili per un suo complessivo miglioramento. La novità del procedimento disciplinare, le sue potenziali implicazioni in termini di tutela del pubblico e della professione stessa, e l’assenza di ricerche in merito sono elementi che accrescono considerevolmente la rilevanza di questo studio, che permette di approfondire come l’Ordine assolva alle sue funzioni disciplinari di tutela del pubblico e della professione stessa.
The research focuses on the d.p.r. 7 August 2012, n. 137 concerning the disciplinary procedure for alleged violations committed by social workers. It provides a theoretical, empirical and reflective analysis of the system. Given the disciplinary powers held by the Professional Order on its members, the legislator has instructed it to regulate and administer the entire proceeding, from collecting complaints to possible sanctions. The attention is focused on the methods chosen by the Territorial Councils of Discipline (CTD) to implement the system at local level, and to the activity carried out between July 2014 and June 2017. Three main research focus have been identified, which empirically drive the study: (a) the procedural complexities of this device and its management; (b) the features of the disciplinary proceedings and of the actors involved; and (c) representations, attributions of meaning and impact of the system on the profession. I choose data collection and analysis techniques according to the target of each focal point. Firstly, I used documental analysis on the national regulation, describing the phases of the disciplinary procedure. The presence of ambiguous aspects has led to the need for territorial integrations, and to the consequent creation of local differences between the praxis adopted by the various CTDs. This result has been later confirmed by the in-depth examination of the websites of the Regional Councils of the Order, which provide different level of informativity and accessibility. To study the second focus, I collected all the disciplinary proceedings received by 12 CTDs in 3 years. I analysed a total of 769 cases with the aim of measuring the extent of the phenomenon. I sued quantitative techniques to identify recurrent elements and find out information on the person who made the complaint, the social worker complained and the bureaucratic proceeding managed by the CTDs. A high number of violations due to non-compliance with administrative and professional requirements emerges, as well as the highly critical situation of parents’ conflicts and the incidence of cases filed without any sanctions. Finally, the third topic is addressed through interviews with experts and privileged witnesses. Information collected regard how the disciplinary procedure is considered an important step, albeit problematic, in the process of professionalization of the Social Work, and which directions can be taken for its overall improvement. The novelty of the disciplinary procedure, its potential implications in terms of protection of the public and of the profession itself, as well as the absence of previous research on the subject are elements that considerably increase the relevance of this study, allow to deepen how the Order absolved the its disciplinary functions of protecting the public and the profession itself.
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REGA, Andrea. "Gesualdo Nosengo: spiritualità e pedagogia al servizio della Verità. Studio sui Diari spirituali (1925-1965)." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30558.

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PINTO, LAURA. "LE ATTIVITA' DI UTILITA' SOCIALE NELLA GIUSTIZIA PENALE MINORILE. LA COSTRUZIONE DEL "SENSO DI SUCCESSO" CON LO SGUARDO DEL LAVORO SOCIALE: LA VOCE DEI PROTAGONISTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135274.

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Abstract:
La ricerca studia in che modo avvenga la co-costruzione della risposta di giustizia ai minori che commettono reato all'interno delle comunità in cui si verificano i fatti penalmente rilevanti. L'osservazione (con lo sguardo del servizio sociale) parte da un concetto di giustizia che, oltre a contenere, può creare opportunità per riparare le conseguenze dei reati commessi da una persona in crescita, rafforzando la responsabilità collettiva piuttosto che punire e comprimere la Agency del soggetto. Gli obiettivi della ricerca: • approfondire la conoscenza di ciò che rende “buona” un'esperienza di giustizia comunitaria promossa dal servizio sociale, dal punto di vista dei professionisti, della magistratura coinvolta, dei minori autori di reato, delle loro famiglie, dei collaboratori locali • esplorare i modi in cui l'assistente sociale agisce nella direzione del successo, accompagnando il minorenne autore di reato e la sua famiglia e facilitando il coping con i membri della rete. I dati sono stati raccolti utilizzando 9 focus group creati raggruppando i partecipanti in modo omogeneo sulla base del loro ruolo e della loro esperienza (compresi autori di reato minorile, assistenti sociali, magistrati, avvocati...), per co-costruire un quadro che descriva gli aspetti positivi per ciascuno delle prospettive dei protagonisti di questo percorso. In una seconda fase, i dati raccolti vengono analizzati in un focus group di secondo livello a composizione mista, comprendente un rappresentante di ciascun ruolo con cui sono stati condotti i focus group precedenti, affrontando l'analisi dei primi dati in modo partecipativo. I risultati mostrano che la risposta della comunità alla commissione di un crimine commesso da un minorenne non è una buona strategia "a priori", perché la comunità può avere paura e sentirsi insicura di fronte agli atti trasgressivi. Se coinvolti, però, la comunità e le persone sanno collaborare attivamente alla coproduzione di attività di riparazione comunitaria con i giovani che hanno commesso un reato. Questo lavoro è un tentativo di ricostruire un processo di risposta dal servizio sociale all'interno del sistema di giustizia penale minorile che può favorire, con successo, il cambiamento individuale e promuovere la fiducia della comunità in modo relazionale.
The research studies how the co-construction of the judicial response to juvenile offenders takes place within the communities where the criminally relevant facts occur. The point of view (from the point of view of social work) is a concept of justice that, in addition to containing, can create opportunities to redress the consequences of crimes committed by a growing person, strengthening collective responsibility rather than punishing and compressing the agency of the subject. The objectives of the research: • deepen the knowledge of what makes a community justice experience promoted by the social service "good", from the point of view of professionals, the judiciary involved, juvenile offenders, their families, local collaborators • explore the ways in which the social worker acts in the direction of success, accompanying the child and his family and facilitating coping. Data were collected using 9 focus groups created by grouping the participants homogeneously basis of their role and their experience (including juvenile offenders, social workers, magistrates, lawyers ...), to co-construct a framework that describe the positive aspects for each of the perspectives of the protagonists of this path. In a second phase, the collected data are analyzed in a second level focus group with mixed composition, including a representative of each role with which the previous focus groups were conducted, addressing the analysis of the first data in a participatory way. Results show that the community response to the commission of a crime is not a good "a priori" strategy, because the community can be afraid and feel insecure in the face of deviant acts. If involved, however, the community and the people know how to actively collaborate in the co-production of community reparation activities with young people who have committed a crime. This work is an attempt to reconstruct a social services response process within the juvenile criminal justice system that can successfully foster individual change and promote community trust in a relational way.
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Lazzaro, Silvia. "Trapianto di fegato in tarda adolescenza e giovane età adulta e processo di transizione dal servizio pediatrico al servizio per adulti. Progetto pilota di strutturazione e implementazione di interventi educativi e strumenti di dialogo ad hoc: una esperienza condotta presso l'Azienda Ospedaliera - Università di Padova." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422900.

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Abstract:
1. Introduction Coping with a chronic disease during emerging adulthood is challenging. The journey from adolescence to adulthood spans many years and may be delayed in young patients with chronic conditions, such as liver transplantation. Moreover, young patients are involved in a significant process of transition from the paediatric to adult care. The study is based on a theoretical framework that considers patient education as an empowerment process aimed to promote self-reflection and life skills through educational relationship and dialogue. 2. Aims The main aims of this study were: i) to explore the experience of transplantation and transition process ii) to create, implement and verify the effectiveness of targeted ad hoc educational measures and ad hoc dialogue tools in a group of young patients (late adolescence, young adulthood) who underwent liver transplantation. These educational interventions have been focused on: quality of life and adherence after liver transplantation, transition process from paediatric to adult care and independent management of health. 3. Study design The study consists in a pilot project with mixed methodologies. Patients have been randomized in experimental group (E) (involved in educational interventions) and control group (C) (not involved in educational interventions). 4. Materials and methods According to specific aims, different methodologies have been used: i) with regard to the analysis of experience of transplantation and transition process: a semi-structured interview has been performed for each patient. Interviews have been recorded, transcribed and then analysed considering emerging themes (Atlas.ti, 7.1.8); ii) considering the assessment of educational interventions' efficacy: a pre and post analysis has been conducted (before and after interventions). Patients filled in some questionnaires in order to evaluate: overall well-being: Satisfaction Profile (SAT-P); adherence: Morisky medication adherence scale (MMAS-4) and an ad hoc questionnaire concerning adherence after liver transplantation; patients' perceptions about their problem solving and decision making skills: (APSP); patients' perceptions about their health managing skills: ad hoc questionnaire. Data have been analysed using SPSS, 23. 5. Results The study has been conducted between July 2015 and October 2016. 14 young liver transplanted patients have been enrolled in the project. 8 (57,1%) were male; the mean age was 23,9 (±4,7) (range: 16-30). The mean age at transplantation was 8,7 (±7,2) (range: 1-25). Qualitative data: with regard to the three main topic (transplantation, autonomy and transition) some interesting suggestions emerged from the analysis. Transplantation has been frequently associated with the discussion about "identity". Patients expressed their difficulties in talking about transplantations; moreover, some problems have been expressed with regard to relationships with parents, concerning the management of health after transplantation. Autonomy has been expressed as a conflicting challenge between the desire to be independent (from every point of view) and the need to be protected. Quantitative data from the pre-test overall analysis: considering well-being (SAT-P) physical and social dimensions presented higher average (67±15,3 and 66±18,5 respectively) compared to psychological dimension, occupation and sleep and nutrition (60±18,7; 62,8±22,2 and 60,9±15,4 respectively). Considering MMAS, 30% of patients resulted non adherent. With regard to patients' perceptions about problem solving and decision making skills (APSP) results revealed a low mean score: 66±13,1. Quantitative data from the post-test analysis (E pre vs. E post; C pre vs. C post): considering well-being, data from the E post-test analysis revealed an improvement concerning mood (p<0,001), emotional stability (p<0,05) and self-confidence (p<0,05). An overall maintenance or improvement of adherence has also been observed in E. In C a general decrease of self-efficacy has been observed at post-test analysis (p<0,05). 6. Discussion Qualitative analysis revealed some critical issues related to the process of understanding and talking about the experience of transplantation among young patients. Quantitative data pointed out these problems concerning overall well-being (especially considering psychological dimension) as well as adherence and patients perceptions about their skills. These results are consistent with literature concerning this topic, revealing the presence of some difficulties in managing health after transplantation during this period of life, even considering transition process as a crucial developmental step toward independence. With regard to the implementation of educational measures, the comparison within the two groups at the pre-test and post-test analysis revealed some encouraging data. Educational interventions and dialogue tools can play a significant role in promoting self-reflection and the understanding process linked to transplantation. Moreover, educational dialogue (with specific dialogue tools) may be useful in order to foster an independent management of health after transplantation and during the transition process. 7. Conclusion This is a pilot study with a very small sample, so it is not possible to generalize data. Results are useful in order to guide future research on this field. Considering this first results, educational interventions and dialogue tools will be revised in order to implement the study in a larger cohort of young transplanted patients.
1. Introduzione Il delicato equilibrio sul quale la persona tenta in età giovanile di poggiare la propria costruzione identitaria può venire in alcuni casi alterato da una malattia o da una condizione di cronicità quale il trapianto. Proprio in questa età, il paziente si trova inoltre coinvolto in un delicato processo di transizione dal servizio pediatrico al servizio di cura per adulti. La cornice teorica all'interno della quale si muove il presente progetto si riferisce a forme di educazione alla salute che privilegiano un'azione finalizzata all'empowerment della persona, alla promozione di abilità autoriflessive e di resilienza e al miglioramento di una serie di life skills attraverso la relazione educativa mediata dalla narrazione e dal dialogo. 2. Obiettivi Sono stati perseguiti due obiettivi: i) analisi del vissuto di trapianto e dell'esperienza di transizione; ii) strutturazione, implementazione e verifica dell'efficacia di una serie di interventi educativi mediati dall'uso di strumenti di dialogo originali in un gruppo di pazienti (tarda adolescenza, giovani adulti) sottoposti a trapianto di fegato. Gli interventi educativi (quattro in tutto, con specifici protocolli) si sono focalizzati sui seguenti aspetti: qualità di vita e aderenza dopo trapianto; processo di transizione; sviluppo di abilità di gestione autonoma della salute. 3. Disegno dello studio Lo studio prevede la messa in atto di un progetto pilota con metodologie di ricerca miste. I pazienti coinvolti nel progetto sono stati randomizzati in gruppo sperimentale (Gs) (con il quale sono stati realizzati gli incontri educativi) e gruppo di controllo (Gc) (non hanno partecipato agli incontri). 4. Materiali e metodi Sono state utilizzate metodologie e metodi differenti a seconda degli obiettivi perseguiti: - obiettivo i) analisi del vissuto di trapianto: intervista semi-strutturata con tutti i pazienti coinvolti. Tutte le interviste sono state audio registrate, trascritte e analizzate attraverso la ricognizione di temi ricorrenti (Atlas.ti, versione 7.1.8). - obiettivo ii) verifica di efficacia degli interventi educativi: conduzione di un'analisi pre e post interventi attraverso la somministrazione di una batteria di questionari atti a valutare le seguenti dimensioni: benessere complessivo: Satisfaction Profile (SAT-P); aderenza: Scala di Morisky per l'aderenza terapeutica (MMAS-4) e questionario ad hoc "Valutazione dell'aderenza in pazienti sottoposti a trapianto di fegato"; autoefficacia percepita nella gestione di situazioni problematiche: Scala di autoefficacia percepita nella soluzione di problemi (APSP); livello di competenza percepito rispetto al tema della transizione: questionario ad hoc "Gestione autonoma del proprio stato di salute in relazione al processo di transizione". Le statistiche descrittive e inferenziali sono state condotte mediante l'utilizzo del software SPSS, versione 23. 5. Risultati Lo studio ha preso avvio a luglio 2015 e si è concluso ad ottobre 2016. Sono stati coinvolti 14 pazienti con un'età media (±DS) di 23,9 (±4,7) anni (range: 16-30) e un'etè media (±DS) al trapianto di 8,7 (±7,2) anni (range: 1-25). Contenuti qualitativi: l'analisi delle interviste ha permesso di approfondire diversi aspetti legati al trapianto connessi al tema del ricordo, della comunicazione e del racconto. Ancora, il legame ambivalente con i genitori nella gestione della salute dopo il trapianto, il rapporto con amici e compagni di scuola e l'esperienza di transizione caratterizzata da una significativa tensione tra dipendenza e autonomia (soprattutto dalle figure genitoriali). Dati quantitativi: considerando l'intero gruppo di pazienti, i dati emersi dall'analisi pre indicano per il benessere soggettivo (SAT-P) medie (±DS) più elevate per la funzionalità fisica (67±15,3) e sociale (66±18,5) rispetto a quella psicologica (60±18,7), lavorativo/scolastica (62,8±22,2) e legata allo stile di vita (60,9±15,4). Quasi il 30% dei pazienti si colloca nella fascia di mancata aderenza (MMAS-4). Rispetto alla percezione di autoefficacia nella soluzione di problemi (APSP) emerge un punteggio medio (±DS) classificato come basso di 66 (±13,1). Al confronto operato entro i gruppi nel pre e post test, i dati evidenziano un miglioramento statisticamente significativo alla somministrazione post nel Gs per i punteggi del SAT-P inerenti il tono dell'umore (p<0,001), la stabilità emozionale (p<0,05) e la fiducia in se stessi (p<0,05). Si ravvisa inoltre un generale mantenimento o rinforzo dell'aderenza nel Gs e un mantenimento della mancata aderenza nel Gc (p=ns). Rispetto all'autoefficacia (APSP) si osserva un decremento significativo del punteggio complessivo al post test nel Gc (p<0,05). Decremento generale osservato, sempre nel Gc, per il livello di competenza percepito rispetto al tema della transizione a fronte di un generale miglioramento dei punteggi dello stesso nel Gs (p=ns). 6. Discussione I diversi risultati presentati hanno permesso di elaborare alcune riflessioni in merito al vissuto dopo trapianto, a partire da alcune generali difficoltà espresse dai ragazzi nel parlare e raccontare questa esperienza. Difficoltà ravvisate anche e soprattutto sul piano psicologico ed emotivo (per quanto riguarda, ad esempio, la stabilità emozionale e il tono dell'umore). Criticità sono state inoltre riscontrate rispetto all'aderenza, soprattutto all'assunzione della terapia immunosoppressiva. Entrambi questi dati trovano conferma nella letteratura specifica di riferimento. I risultati (sia qualitativi che quantitativi) hanno permesso di identificare alcune possibili aree di intervento educativo. Tra queste, la promozione dell'autoriflessione e dell'elaborazione dell'esperienza del trapianto, il lavoro più mirato sull'acquisizione e rinforzo di determinate competenze psicosociali con i pazienti e il supporto e l'accompagnamento dei genitori nel corso del processo di transizione. 7. Conclusioni Questo studio rappresenta una prima esperienza a carattere interventistico rispetto all'educazione in questo ambito. Essendo questo un progetto pilota che ha coinvolto un gruppo ristretto di pazienti non risulta possibile operare delle generalizzazioni per quanto concerne i risultati identificati. Le prospettive future, ed auspicabili, al termine dello studio consisteranno in una revisione degli interventi (alla luce dei risultati conseguiti) e una loro possibile implementazione con un campione pià ampio di giovani pazienti. Il progetto potrebbe inoltre fornire un nuovo punto di vista rispetto al tema della transizione nelle sue implicazioni clinico - pratiche.
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SALA, MARTINA. "LO STAGE SPERIMENTALE NELLA SOCIAL WORK EDUCATION. UNA RICERCA ESPLORATIVA SUL MODELLO DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17726.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca si colloca nell’ambito della Social Work Education e indaga gli Stage sperimentali in Servizio sociale, una nuova forma di tirocinio proposta al terzo anno del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. La tesi osserva l’evoluzione della professione di assistente sociale e della sua formazione, dedica attenzione alla Social Work Education di stampo relazionale ed in particolare a delle esperienze di campo innovative a livello internazionale. La parte empirica si concentra sugli Stage sperimentali: attraverso uno strumento originale sono stati raccolti 315 questionari on-line da laureati tra l’anno accademico 2008-2009 e 2014-2015 che hanno sostenuto questa attività. L’indagine ha osservato le caratteristiche fondamentali dei progetti realizzati sul campo e ha riscontrato continuità con il modello teorico degli Stage basato sull’approccio relazionale; si è infatti rilevata la presenza negli Stage sperimentali di: costruzione partecipata delle progettualità, ingaggio di collaboratori riflessivi non necessariamente professionali, innovazione relativa rispetto al contesto. Si è anche rilevato il proseguire di un numero rilevante progetti al termine degli Stage curricolari grazie al contributo dei partner coinvolti e lo scaturire dalle esperienze di Stage di nuove occasioni di lavoro per i neo assistenti sociali.
This study takes palce in the field of Social Work Education and investigates the Social Work Unconventional Placements, a new frame of placement proposed at the third year of Catholic University Social Work degree (Milan-Brescia). The thesis argues the evolution of Social Work profession and its education, giving attention to the Relational-way of Social Work Education and to international innovative practice learning experiences. The research project focused on Unconventional Placement inspired by Relational Social Work method. To collect data and opinions of UC Social Work bachelors an original survey was created. The on-line survey was administered to 315 former-social work students that practiced this activity in 2008-2015. The research explored the main characteristics of the Unconventional Placements realized by the students during their Social work education path. Findings from the study confirmed the presence of distinctive traits related to the theoretic model of Unconventional Placement developed in Relational SWE framework: participatory approach to projects, reflexive involvement of professional/non-professional partners, innovation in the specific context. The survey observes the carry on of a considerable number of projects after the end of curricular placements, through the community project partners activation; from Unconventional Placements emerge new job opportunities for new social workers involved.
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