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Dissertations / Theses on the topic 'Silenzio'

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1

Ordan, Andrea <1989&gt. "La voce del silenzio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9002.

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Abstract:
Tra l’universale e il particolare, tra il soggettivo e l’oggettivo inizia il viaggio di questa misteriosa arte. Lo potete già sentire mentre si mostra agli occhi umani correndo tra le cellule recettrici. Di seguito vi addentrerete nella sua conoscenza più profonda. Potrete gustarlo e rigustarlo e, confrontandovi con E. Peynaud, chiedervi se sia, questo, un gusto universale o particolare, se sia, quello, un giudizio oggettivo o soggettivo. Potrete confrontarvi, sempre con lo stesso, sulla virtù e sul vizio del soggetto in questione provando a comprendere se sia il suo essere insondabile o meno. Vi mostrerà il suo pensiero tramite gli studi e la scienza. Successivamente potrete adagiare i passi del vostro pensiero sulla linea del tempo che vi condurrà dentro l’analisi, trattata da K. Marx, sulle condizioni miserevoli dei vignaioli della Mosella per, poi, proseguire, tramite W. Benjamin, nell’epoca della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte. In questa ricerca di chiarimenti proverete ad interagire con quell’uomo solitario e quasi inavvicinabile che porta il nome di G. Debord. Rifletterete sull’operare capitalista e sulla produzione di esperti per finire, successivamente, a chiedervi cosa sia l’inter-esse e l’interessante attraverso spunti heideggeriani. Con voi parlerà M. Heidegger che, sin dall’inizio, vi chiederà che cosa significa pensare. Accenneremo di arte e di tecnica aiutandovi a pensare che cosa sia il vino con R. M. Rilke, Aristotele e I. Kant, nonostante vi sia, in tutto l’elaborato, una costante esigenza di trovare una risposta a tale quesito. E, giungendo sulla via della conclusione, si parlerà di identità con il sociologo Z. Baumann il quale troverà a suo sostegno accenni di G. Tachis e M. Soldati. Giunti in conclusione non vi accorgerete di null’altro se non del fatto di aver sentito la voce del silenzio gustando il vino nel tempo.
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2

Trentini, Francesco <1978&gt. "Paolo Veronese: dall'immagine al silenzio." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/979.

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Abstract:
Questa tesi affronta il dibattito sulle immagini religiose nel Cinquecento da una prospettiva del tutto inedita, mirando a inseguire le ragioni, ripercorrere le soluzioni e le aspettative maturate in ambienti aperti a rivedere in chiave mistica la funzione delle opere d’arte. Una sistematica revisione critica della carriera giovanile di Paolo Veronese, condotta incrociando i percorsi della ricerca archivistica con quelli dell’analisi iconografica, ha messo in luce il coinvolgimento del pittore entro canali di committenza compromessi con le istanze di riforma maturate all’interno dell’Ecclesia viterbiensis da un lato, e nelle fila dell’Osservanza francescana dall’altro. Stimolato da figure come Marino Grimani, Alvise e Giorgio Corner di Giovanni e Daniele Barbaro, Paolo mette a punto immagini propriamente mistagogiche, attraverso un’accorta manipolazione di diversi registri visivi e l’ampio dispiegamento di originali strategie iconografiche e logico-sintattiche.
The aim of the present work is to shed new light on the 16th century debate on sacred images by describing the arguments, the answers and the expectations of some neglected groups that suggested to reconsider the function of religious art in a mystic sense. A systematic critical review of Veronese’s early career has been conducted through a twofold analysis, archivistic and iconographical, to show that some of the painter’s patrons were deeply concerned with the main themes of the Catholic reform because of their involvement with the Ecclesia Viterbiensis on the one hand, and the Franciscan Observance on the other hand. With the help of men like Marino Grimani, Alvise and Giorgio Corner di Giovanni and Daniele Barbaro, Veronese realized some mystagogical images that reveal a wise manipulation of different visual registers and a broadened use of original iconographical and logical-syntactic devices.
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3

Zanin, Giorgia <1989&gt. "Martin Heidegger: linguaggio, poesia, silenzio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4809.

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Abstract:
Il rapporto tra essere e linguaggio rappresenta la via sulla quale si snoda il pensiero di Martin Heidegger. Tale rapporto è analizzato fin da Essere e Tempo: se inizialmente sembra rimanere nell’ambito dell’analitica esistenziale, si impone poi all’attenzione dell’autore, secondo le indicazioni della Lettera sull’Umanismo, alla fine della seconda sezione, proprio laddove l’opera è rimasta incompiuta. Il cammino di Heidegger non affronta a questo punto una brusca Kehre, bensì si dispiega in un continuo andenken, un pensare ancora il linguaggio originario, quel linguaggio che solo può parlare dell’essere come evento, del suo darsi; quel linguaggio puro che è la poesia. Attraverso Sentieri interrotti, la conferenza su Holderlin e l'essenza della poesia e Differenza e Identità, le riflessioni di Heidegger convergono sull'opera In cammino verso il linguaggio, nella quale l'autore rende esplicito il rapporto tra Denken e Dichtung, tra pensiero e poesia, e staglia tale rapporto sull'orizzonte del quieto silenzio. Quest'ultimo, grazie a Il principio di ragione, può emergere come l'Ab-grund che solo dà fondamento, come la Stille che sola può rendere possibile ogni discorso e ogni rapporto.
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4

De, Ponte Miriam <1990&gt. "Violenza domestica in italia.Perchè si mantiene il silenzio?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6006.

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Abstract:
La tesi si propone di capire la rappresentazione mediatica della violenza domestica, delineandone le problematiche. Segue un' analisi dei ruoli di genere che possano spiegare il perchè la suddetta situazione continui a mantenersi nel tempo. Infine saranno proposte delle prospettive d'azione, in linea con quanto delineato nello studio.
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5

MEREGALLI, DAMIANO. "Silenzio e ascolto nella prospettiva del fine dell'educazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1026.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca si inserisce nel solco della letteratura pedagogica legato all’individuazione di un fine ultimo da attribuire alla relazione educativa. L’obiettivo principale sarà, pertanto, quello di cercare un fine all’atto educativo prendendo come riferimento alcuni elementi della società contemporanea post-moderna quali la difficoltà di instaurare relazioni umani solide e la problematicità nel compiere scelte decisive all’interno della propria esistenza. Se il fine del processo educativo risiede nel trasformare l’essere umano in una persona in grado di orientarsi nell’oceano esistenziale, quali possono essere gli strumenti educativi atti al raggiungimento di tale scopo? Il metodo partirà dall’ascolto delle domande esistenziali: è l’interrogarsi continuamente attorno alla propria condizione umana che induce l’individuo a non arrendersi alla omologazione; è lo sviluppo della criticità tramite l’inquietudine suscitata dalla domanda ad aiutare l’uomo a scoprire il suo posto all’interno della vita. I risultati attesi vogliono dimostrare quanto sia necessaria una Teoria pedagogia del perché: una educazione in grado di far nascere nell’educando il primato ermeneutico della domanda. In conclusione: per attuare questo processo di umanizzazione è necessario formare educatori in grado di cogliere la sfida drammatica del tempo presente e portare l’umano a rimpossessarsi delle caratteristiche proprie che lo rendono unica scheggia di mondo con moto diverso.
This research work fits into that field of pedagogical literature which is especially devoted to identifying an ultimate aim for the educational relationship. In particular, the main goal of this work has been to find out such a primary aim for the educational action with reference to the contemporary, postmodern, society, where sound and human relationships are difficult to achieve, and decisive choices about one's life are increasingly difficult to make out. Assuming that the aim of an educational process is to transform human beings into persons with a capacity of directing their lives, what are the most qualified educational tools in order to achieve this goal? Beginning with the existential questions is the first step: the habit of incessant thinking over human condition preserves people from homologation; the uneasiness that arises from deep reflection promotes the development of that critical ability which helps a man to discover his role in life. The results of this work show the need for a “Pedagogical theory of «why»”, as the base for an education able to arise in the learners a consciousness of the hermeneutic supremacy of the «why». In conclusion: to realize this process of humanization, educators must be trained to face the dramatic challenge of our days, and make humans recover their distinctive features that make man the only “splinter of the universe” with a different movement.
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MEREGALLI, DAMIANO. "Silenzio e ascolto nella prospettiva del fine dell'educazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1026.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca si inserisce nel solco della letteratura pedagogica legato all’individuazione di un fine ultimo da attribuire alla relazione educativa. L’obiettivo principale sarà, pertanto, quello di cercare un fine all’atto educativo prendendo come riferimento alcuni elementi della società contemporanea post-moderna quali la difficoltà di instaurare relazioni umani solide e la problematicità nel compiere scelte decisive all’interno della propria esistenza. Se il fine del processo educativo risiede nel trasformare l’essere umano in una persona in grado di orientarsi nell’oceano esistenziale, quali possono essere gli strumenti educativi atti al raggiungimento di tale scopo? Il metodo partirà dall’ascolto delle domande esistenziali: è l’interrogarsi continuamente attorno alla propria condizione umana che induce l’individuo a non arrendersi alla omologazione; è lo sviluppo della criticità tramite l’inquietudine suscitata dalla domanda ad aiutare l’uomo a scoprire il suo posto all’interno della vita. I risultati attesi vogliono dimostrare quanto sia necessaria una Teoria pedagogia del perché: una educazione in grado di far nascere nell’educando il primato ermeneutico della domanda. In conclusione: per attuare questo processo di umanizzazione è necessario formare educatori in grado di cogliere la sfida drammatica del tempo presente e portare l’umano a rimpossessarsi delle caratteristiche proprie che lo rendono unica scheggia di mondo con moto diverso.
This research work fits into that field of pedagogical literature which is especially devoted to identifying an ultimate aim for the educational relationship. In particular, the main goal of this work has been to find out such a primary aim for the educational action with reference to the contemporary, postmodern, society, where sound and human relationships are difficult to achieve, and decisive choices about one's life are increasingly difficult to make out. Assuming that the aim of an educational process is to transform human beings into persons with a capacity of directing their lives, what are the most qualified educational tools in order to achieve this goal? Beginning with the existential questions is the first step: the habit of incessant thinking over human condition preserves people from homologation; the uneasiness that arises from deep reflection promotes the development of that critical ability which helps a man to discover his role in life. The results of this work show the need for a “Pedagogical theory of «why»”, as the base for an education able to arise in the learners a consciousness of the hermeneutic supremacy of the «why». In conclusion: to realize this process of humanization, educators must be trained to face the dramatic challenge of our days, and make humans recover their distinctive features that make man the only “splinter of the universe” with a different movement.
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La, Banca Vito Egidio. "Il silenzio nella mediazione linguistica interculturale nelle culture occidentali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Come si evince dal titolo, quest’elaborato è volto allo studio del silenzio, sotto forma di pause, nella mediazione linguistica interculturale. Com'è stato dimostrato da numerosi studi, il silenzio ha varie forme, e, inoltre, svolge molteplici ruoli nella comunicazione. Data la sua natura polivalente, il silenzio è spesso oggetto di fraintendimenti. Inoltre, è anche emerso che le funzioni e le interpretazioni del silenzio variano da cultura a cultura, rappresentando così un ulteriore ostacolo alla comunicazione tra individui appartenenti a culture diverse. Dato ciò, si ritiene sia assolutamente necessario riuscire a gestire il silenzio in modo consapevole in ambiti quali la mediazione linguistica interculturale, onde evitare fraintendimenti e conflittualità. In questo lavoro si propone dunque di analizzare il silenzio in tale ambito, con particolare attenzione alle culture occidentali, per identificarne le potenziali cause, in modo da poter quantomeno fornire una base per ulteriori ricerche e approfondimenti, così da poter sviluppare eventuali strategie circa la sua gestione. Per fare ciò è stato preso in esame un campione di 10 studenti al terzo anno del corso di mediazione linguistica interculturale presso il DIT di Forlì, Università di Bologna, con metodi basati su quelli utilizzati da ricerche simili, quali quelle di Mead (2000) e Yin (2011). Tramite l’analisi delle registrazioni effettuate in classe durante le simulazioni delle mediazioni, sono state identificate le difficoltà nell'eloquio (in particolar modo le pause) da e verso le lingue A (lingua madre) e B (prima lingua di studio), ed è stata tentata l’identificazione delle potenziali cause delle pause. Dai risultati emerge che vi è una maggiore difficoltà nella resa in lingua B, e che le pause derivino, molto probabilmente, oltre che da fattori cognitivi e riguardanti la preparazione dei soggetti, anche dallo stress emotivo al quale si è sottoposti quando si svolgono mediazioni in determinati ambiti.
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Maroni, Barbara. "Il silenzio e il ritmo conversazionale nell'interazione in classe." Doctoral thesis, La Sapienza, 2003. http://hdl.handle.net/11573/917509.

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Purisiol, Alessandra <1957&gt. ""Tschierv, un comun in silenzi" Tschierv, un comune in silenzio. Analisi di un paese alpino come esempio di comunità d'alta quota." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7433.

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Abstract:
Questo studio analizza il paese di Tschierv, il presente di questa comunità e la sua comprensione. Il paese si trova in Val Monastero, una piccola valle nelle Alpi Retiche, in territorio elvetico,Tschierv, ultimo paese della valle, sembra non presentare i dati demografici e sociologici che si riscontrano in altre realtà alpine quali ad esempio lo spopolamento, per mancanza di adesione a modelli economicamente più forti come il turismo, o, possibile altra faccia dello stesso fenomeno, l’incremento demografico. Il filo che lega tutta l’analisi è l’andamento demografico degli abitanti in relazione a questo territorio d’alta quota che gli abitanti stessi di Tschierv mettono in atto in uno spazio abitato sia domestico come la casa, comunitario come l’alpeggio,e, quello più interessante, sulla comunità stessa.La sezione etnografica, nella seconda parte, realizzata in massima parte attraverso le testimonianze di alcuni abitanti di Tschierv, analizza la loro percezione nei confronti dello spazio abitato e le strategie messe in atto per vivere e lavorare in questo paese, il rapporto degli abitanti con lo spazio esterno, pubblico, comune e quello privato, domestico e intimo. Questo lavoro non porta nessuna teoria ma attraverso strumenti metodologici e concettuali analizza l’organizzazione sociale dei suoi abitanti, attraverso l’indagine etnografica cerca di comprendere quali siano gli equilibri umani in un ambiente ecologicamente problematico, analizzare e conoscere i meccanismi culturali che sotto varie forme controllano questa comunità, con regole scritte come la costituzione comunale, non scritte come le regole d’alpeggio, l’assemblea dei Vaschins, o raccontate attraverso favole e leggende, e capire quali controlli preventivi sulla comunità di Tschierv siano stati adottati per mantenere in equilibrio il rapporto abitanti-risorse. L'analisi attraverso parole, suoni, documenti ma soprattutto le testimonianze vive delle persone e la loro memoria in un tempo lungo, descrive ciò che rappresenta il loro modo di vivere e di pensare il mondo, il loro mondo.
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Cariddi, Ilaria <1986&gt. "Silenzio eloquente : prospettive socio-culturali sul tacere e sulla figura del “silenzioso” nel corpus letterario e documentario di età faraonica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12907.

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Abstract:
Il lavoro, di natura filologica e storico-culturale, indaga il silenzio e la figura dell’ “uomo silenzioso” come concetti-chiave dell’etica egiziana e come fattori e attori di processi culturali fondamentali per questa civiltà. Attraverso la traduzione, l’analisi e il commento critico di testi sapienziali, narrativi, poetici, biografici, ed altre fonti documentarie, vengono osservati la permanenza e l’evoluzione del tema lungo l’intero arco cronologico dell’Egitto faraonico. L’elaborato comprende un’analisi del lessico e della fraseologia collegata al tacere nella letteratura egiziana, lo studio delle menzioni significative del “silenzio” nelle maggiori opere letterarie, e una raccolta di oltre 160 record dal corpus dei testi biografici su statue, stele e all’interno delle tombe, che registrano l’aggettivo “silenzioso” tra gli epiteti esornativi del proprietario. Frequenza, rilevanza e coerenza delle occorrenze fanno del tacere, inteso come virtù attiva, utile alla comunità ed apprezzata dagli déi, una peculiarità singolare della cultura egizia, che a tutt’oggi manca di una trattazione esaustiva.
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Catalano, Eleonora <1989&gt. "L'altro volto della parola: il Silenzio tra mistica e arte." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5956.

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Abstract:
La tesi si concentra principalmente sul tema del silenzio e su come esso venga affrontato e superato nell'epoca contemporanea. Nel primo capitolo verranno menzionate quattro diverse visioni del tema: il silenzio come modalità autentica del discorso in Heidegger, come logica dell’indicibile in Wittgenstein, come ricerca di Dio in Etty Hillesum, e infine l’aspetto femminile del silenzio secondo Luce Irigaray. Nei successivi due capitoli verranno invece analizzati due differenti modi di affrontare il silenzio: la mistica e l’arte. La prima, attraverso le parole del filosofo e teologo Raimon Panikkar, instaura con il silenzio un rapporto finalizzato alla liberazione dal rumore del mondo; la seconda, nei testi della filosofa spagnola Maria Zambrano, utilizza il silenzio per riempirsi e riempire il fruitore di un significato tutto interiore.
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Noe', Carlotta <1991&gt. "L'arte del silenzio: il simbolismo nel cinema di Makoto Shinkai." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10521.

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Abstract:
L'elaborato verte sull'analisi dei simbolismi visivi all'interno delle opere di animazione del regista Shinkai Makoto. La tesi si divide in due sezioni, la prima riguardante la vita dell'animatore e la sua filmografia,le principali tematiche trattate all'interno dei film e alcuni accenni ad altri autori da cui trae ispirazione. La seconda, e capitolo centrale dell'elaborato, affronta i simbolismi e il linguaggio metaforico utilizzato dal regista. Seguono le conclusioni e una breve appendice dove viene presentato un confronto fra il cinema del regista Hayao Miyazaki e quello di Shinkai.
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Avagliano, Carlo <1977&gt. "Claudia Ottavia: la voce del silenzio tra realtà e fabula praetexta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1622.

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Abstract:
L’obiettivo della Tesi è far emergere i legami che intercorrono tra la realtà storica e la fabula praetexta, raccontando non soltanto le reali e tragiche vicende che hanno coinvolto Ottavia, ma, soprattutto, il suo ruolo “inconsapevolmente” attivo e politico in un presunto colpo di stato che, nel 62 d.C., non ha né detronizzato il marito né abbattuto il principato, ma l’ha fatto vacillare mostrando i prodomi di un’opposizione. Quell’anno è fortemente strategico e rappresenta un punto di svolta focale nella condotta politica dell’ultimo discendente della gens Iulio-Claudia. Ottavia ha rappresentato, per la sua origine e condotta, carattere e modus vivendi un riferimento a cui guardare nella lotta latente, prima, e manifesta, poi, contro Nerone.
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Rossi, Francesca <1989 845570&gt. "La scrittura di Renzo Cremona. Il silenzio ordito nell'altrove della parola." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6786.

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VERDIANI, SILVIA. "SILENZIO, IMMAGINI E PAROLE La costruzione del significato nella mutimodalità digitale." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/992925.

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Abstract:
What happens when different linguistic awareness, apart from being separated from the era, from the geographical area of origin or from social differentiation, is not only pertinent to different linguistic dimensions, but also to different semiotic domains? This is what happens every time we communicate on a social network: digital interaction is, in fact, the hybrid field of communication par excellence, in which a mixture of different languages is superimposed on a mixture of different codes. It is precisely the new expressive needs and the new communicative situations that push towards linguistic innovations; it therefore seems interesting to take into account the importance assumed by the visual repertoire (and more generally multimodal) in the spontaneous use of new media and particular strategies of construction of the meaning currently in progress that cannot be separated from these "second" dimensions. This PhD-Thesis proposes a transversal path that takes into account all of the semiotic domains normally involved in digital communication, proposing the formulation of an updated model of the dynamics of linguistic hybridization of the current digital dimension, with particular reference to the Italian language. The role of digital communication in today's society has been addressed through research using different scientific perspectives: my project intends to investigate how different research areas, apparently distant from each other, can productively interact with the scientific landscape of language sciences, of image and communication. In fact, as Gunther Kress and Theo van Leeuwen (1998, 186) write «all texts are multimodal», communication never takes place solely in a single semiotic system, but uses the combination of different codes and methods. In an essay on multimodal linguistics published in 2015, Christina Margrit Siever invites us to deal with all the potentialities inherent in the combined use of language and images without any prejudice, confirming in this way the hypothesis formulated by Hartmuth Stöckl that in the digital environment the language seems now to have acquired a new function: «Doch gilt es mit Stöckl (2004b, 2) zu bedenken, dass keineswegs klar ist, ob Bilder tatsächlich die Sprache zurückdrängen oder ob nicht eher neue, multimodale kommunikative Praktiken und somit neue Kombinationen von Sprache und Bilder entstehen, bei denen der Sprache eine andere Funktion zukommt» (Siever 2015, 15). We should be aware of these "other" functions of the language in digital use to be able to deal with all the innovations connected to it without prejudice. As Pistolesi writes (2012, 253): «In the digital age, writing is only one of the many languages that new technologies allow us to align, overlap and contaminate.» The indexical function of language has a crucial role in the use of verbal language on the Internet, which is associated with the presence of a shared archive of reference and determines a new kind of inferentiality in the receiver. Conversation through social networks, in fact, allows actions that are not necessarily present in the vis-a-vis verbal exchange, but which are instead specific to FB, Twitter, G +, Instagram, Flickr and other social networks: the sharing of various multimedia material, the option to retrieve messages related to a specific topic and the possibility to gloss it. The multimedia material thus becomes simultaneously an integral part of the communication and expressive modality, focus of the discourse and shared metaphorical language. In network communication, the meaning of a sentence seems to be given by the effect of different perceptions that are all simultaneously present in the utterance: this effect is achieved by using «conglomerates of language and image» (Schmitz 2003). We are faced with a metamorphosis of the media communication structure that overlaps written text and image. The digital dimension assumed by communication in recent years has made it possible to focus more clearly on the model of these conglomerates. Internet, especially social media, in fact, allows us to observe these conglomerates of language and image while speakers spontaneously create them; with the advent of digital culture, they have become the object of a specific field of study, and refer both to Multimodality (Adami 2017; Bateman et al. 2017; Bateman 2016; Schmitz 2016; Klug, Stöckl 2016; Adami, Kress 2014; Jewitt 2014;), Image science (Mitchell 2015), and in the German, area to Bildlinguistik (Stöckl 2016; Diekmannschenke et al. 2011), and Bildakttheorie (Schmitz 2008; Bredekamp 2010; Klemm 2011) My research focuses on the fact that the use of language can be non-declarative as well. We know that linguistic utterances can do more than reflect a meaning. As Austin stated, they are words designed to get things done: in the same way conglomerates of language and images work. Indeed, patterns of “speech-acts”, “illocutive acts”, can be adapted to other codes (Schmitz 2008; Klemm 2011). We can talk about ”image acts”, Bildakte, “image illocutions”, Bildillokutionen, and try to transfer categories of linguistics to visual-linguistic communication, in a sort of image pragmatics. It was Søren Kjørup (1978, 55-71) who first tried to develop a model of “pictorial speech act” that is analogous to a speech act. After him, Horst Bredekamp (2010, 59) conceptualized pictures as more than passive object; focusing on the Theory of Speech Acts, he managed to describe a theory of pictorial acts as something that comes from both the strength of the image itself and the interactive reaction of the one who looks, touches, listen.
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Rota, Andrea. "Tra parola e silenzio: Sprachreflexion in Christa Wolf e Kurt Drawert." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2009. https://hdl.handle.net/11572/368336.

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Abstract:
La tesi intende soffermarsi sulla correlazione tra la scomparsa della RDT e la riflessione sulla lingua che importanti autori dell’Est tedesco tematizzano durante e dopo la Wende. Sebbene l’autunno 1989 sia stato spesso inscritto nei contorni di un’irripetibile Sprachrevolte [rivolta della lingua], nel “nuovo” contesto unitario scrittori orientali di diverse generazioni registrano ripetutamente l’inadeguatezza e l’impossibilità delle proprie parole a rapportarsi con la realtà orientale post-socialista. Riflettendo sul proprio vissuto, sulle proprie opere e sul linguaggio che articola l’esperienza esistenziale e sociale quotidiana, gli intellettuali formatisi nella RDT cercano di orientarsi tra i frammenti di una realtà divenuta improvvisamente estranea - quando non apertamente ostile. La difficile transizione da uno ieri familiare - per quanto controverso - a un domani riunificato e ancora sconosciuto costituisce lo sfondo sul quale importanti autori orientali testualizzano, sotto forma di Sprachreflexion [riflessione sulla lingua], le incertezze e gli interrogativi sul proprio ruolo sociale e culturale all’interno della Germania unita. Di fronte alla controversa dissoluzione della RDT e al conseguente, radicale dissesto del suo mondo culturale, negli anni Novanta gli scrittori dell’Est tracciano i difficili bilanci letterari delle proprie esperienze di vita. Si tratta di resoconti esistenziali tutt’altro che semplici, dai quali emergono le pesanti ripercussioni che la Wende e la riunificazione nazionale hanno avuto, nel giro di brevissimo tempo, sul ruolo sociale e culturale della dissidenza politico-letteraria. Come già avvenuto in altri momenti cruciali della storia tedesca contemporanea, la Selbstreflexion letteraria stimolata dalla riunificazione tocca in primis lo strumento per eccellenza dell’agire intellettuale, artistico e sociale: la lingua. La crisi che nel blocco orientale segna la fine del cosiddetto “secolo breve” si rivela infatti prolifico motore di una poliedrica riflessione metalinguistica e metaletteraria, al cui interno le parole (tanto quelle apparentemente semplici della quotidianità, quanto quelle “elaborate” dell’ars scribendi) assurgono a precipuo oggetto di discorso. Le riflessioni sulla lingua e sul suo prodotto più elevato, la letteratura, si inseriscono dunque all’interno dell’approfondita disamina letteraria ed esistenziale di chi, soffermandosi sui codici della propria storia, indaga se stesso e al contempo il mondo circostante. Inscindibile dallo Zeitgeist ad essa contingente, la Sprachreflexion degli autori tedesco-orientali collima inevitabilmente con la Geschichts- e la Gesellschaftsreflexion, con la riflessione sulla storia, sulle sue cesure e sulla società che le ha prodotte. Schwerpunkt der Dissertation ist die Korrelation zwischen dem Zusammenbruch der DDR und der erzählerischen Sprachreflexion, die das Werk einiger in der DDR aufgewachsener u. dort schon tätiger Autoren nach der Wende thematisieren. Ab 1990 wird die literarische Beziehung zwischen Wörtern, Begriffen und Alltagswahrnehmungen problematischer als sonst: Bei manchen Ost-Schriftstellern verschiedener Generationen scheint die Sprache des wiedervereinigten Deutschlands, keine Adhärenz mehr in Bezug auf ihre Lebenserfahrungen und -auffassungen zu besitzen. Am Beispiel von Christa Wolfs u. Kurt Drawerts Sprachreflexion wird die Problematisierung des Wort- und Erzählvermögens als eine Phase vom literarischen Aufarbeitungsprozess der DDR-Auflösung interpretiert.
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Moine, Cecilia <1984&gt. "Un velo di silenzio : l’identità delle comunità monastiche femminili nel tardo Medioevo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4631.

Full text
Abstract:
The title of this research is “A veil of silence”, because it aims to investigate the identity and daily life of female religious communities in Italy from an archaeological point of view. Usually, traditional historical studies are based on written sources, often elaborated in an official contexts by religious authority. This kind of documentation describes nunneries from the outside. The chronological range is between the late Middle Ages and the Early Modern Age, from the 13th to the 16th century, when the social role of nuns deeply changed. The “religious women affaire” literally exploded in the 16th century, at the dawn of the Council of Trento, when all nunneries were permanently conformed through standardized and detailed norms, in particular concerning the closure. The area of investigation is the Po Valley and the Adriatic Coast in Northern Italy. The research is based on different sources: historical and archaeological studies, late medieval and early modern texts, archival records, archaeological finds and sequences. Open-source GIS projects had been realised to manage the information.
Il titolo di questa ricerca, “Un velo di silenzio”, è ispirato dalla volontà di indagare l’identità e la vita quotidiana delle comunità femminili attraverso la cultura materiale, facendo emergere gli aspetti particolari, altrimenti taciuti dale fonti tradizionali. I testi scritti dell’epoca infatti erano redatti principalmente da esponenti della gerarchia ecclesiastica, che potevano osservare le dinamiche sociali di questi gruppi, solo dall’esterno. I limiti cronologici sono compresi tra il XIII e il XVI secolo, un epoca in cui il ruolo delle monache cambiò profondamente, attraverso la normative promulgate dal Concilio di Trento. Lo spazio geografico della ricerca è compreso tra la valle del Po e l’Arco Alto Adriatico. L’approccio è multidisciplinare. La gestione di una molteplicità di fonti è stata realizzata grazie a progetti GIS open-source.
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Di, Meo Francesca <1988&gt. "Lanificium e silenzio: testimonianze letterarie di due virtù del "modello matronale romano"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3956.

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Abstract:
L'immagine della donna romana dedita alla filatura e alla tessitura della lana rappresenta una virtù nel mondo romano. Il silenzio è un'altra caratteristica che identifica l'esemplarità femminile. Attraverso fonti prevalentemente letterarie il lavoro propone un excursus di figure femminili romane legate al lanificium e al silenzio, in particolare eroine mitiche e divinità, collocate in epoca arcaica dagli autori che ne danno testimonianza. Dalla realtà, in cui la subordinazione femminile è propria della mentalità maschile, alla letteratura, tramite cui la visione patriarcale degli autori ci consegna l’immagine della donna che, per essere esemplare, è tenuta a seguire un modello. Esso si può definire “il modello matronale romano”, di cui si approfondiscono le due caratteristiche sopra accennate: l’essere lanifica e l’essere silenziosa. In questo lavoro ripercorrere una parte dell’epoca più antica della civiltà romana risulta importante e significativo, per fare emergere le probabili origini di tale modello. La voce degli autori latini presi in analisi è quindi fondamentale, in particolare tenendo conto del loro vissuto posteriore all’età arcaica, prova del fatto che la riproposizione di un modello ne attesta, soprattutto se affonda radici lontane, l'intramontabilità.
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Zheng, Hongyan <1985&gt. "Traduzione della prosa poetica nella prospettiva estetica del testo "Silenzio" di Romano Battaglia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4758.

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Abstract:
La prosa poetica è una via di mezzo tra prosa e poesia che ha una scrittura indipendente e cross-stilistico. In questa tesi ho scelto quattro parti dall’opera Silenzio da tradurre, scritta da Romano Battaglia che è stato un giornalista e scrittore italiano. Nella prima parte della tesi ho analizzato l’autore e l’opera, allo stesso tempo ho spiegato la scelta di questo testo. Nella seconda parte ho presentato i principi delle teorie traduttive. Un’analisi dettagliata dell’approccio linguistico utilizzato e strategie di traduzione per illustrare i fattori lessicali, morfosintattici e testuali inoltre i problemi incontrati durante la traduzione, sono tutti stati presentati per raggiungere l’obiettivo di fornire alcuni metodi generali e di sottolineare gli errori più comuni della traduzione confrontando la lingua italiana con la lingua cinese da tutti gli aspetti linguistici.
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TOSI, Alessandra. "L'eloquenza di una parola a immagine del silenzio. Riflessioni sulla scrittura di Ilse Aichinger." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/220453.

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Andreatta, Davide <1988&gt. "Un silenzio solcato da grida. Foucault e Artaud, oltre il canone occidentale della follia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7475.

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Abstract:
Analisi del metodo di ricerca di Foucault (archeologia, genealogia, strategia) e delle motivazioni che portano l'autore a trattare determinati argomenti (nel caso specifico, la follia). Descrizione dello sviluppo del concetto di follia in occidente dal Medioevo al XIX secolo, con particolare attenzione alla medicalizzazione di tale concetto e alla nascita della psichiatria come forma di igiene sociale. Considerazione della malattia mentale come forma di insurrezione nei confronti della società che prima la crea, poi la isola e infine la demonizza. La letteratura come ultimo luogo in cui si esprime una forma di sragione non classificabile in termini semplicemente psichiatrici. Analisi delle teorie e dei testi di Antonin Artaud, esempio di “scrittore insorto”, simbolo della ribellione ai canoni medici occidentali, ad un linguaggio oramai appiattito alla semplice rappresentazione e oggettivazione dei concetti, e ad una società incapace di accogliere al suo interno ciò che è totalmente estraneo alla ragione, se non nella forma della reclusione.
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Zilli, Silvia <1993&gt. "''Le minoranze sessuali nel Giappone contemporaneo. Riconoscimento, negazione e silenzio nelle scuole elementari e medie.''." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13135.

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Abstract:
L'obiettivo della ricerca è quello di delineare la condizione contemporanea delle minoranze sessuali in ambito scolastico giapponese. Nello specifico, la ricerca si è limitata alle sole scuole elementari e medie con un focus particolare sulla materia educazione morale. Per poter comprendere l'approccio delle istituzioni (in questo caso incarnate nel Ministero dell'Educazione) nell’ affrontare il tema delle minoranze sessuali, si è proceduto inizialmente analizzando i decreti ministeriali (2010, 2014, 2015), che consentono uno sguardo generico su come viene concepito il “problema” e quali siano le strategie, in certi casi progressiste, che vengono proposte. Per approfondire la visione del tema, la ricerca si è successivamente concentrata sull'analisi dei libri di testo (Watashitachi no dōtoku, 私たちの道徳) e le direttive ministeriali sul programma di studio per l'educazione morale (aggiornate al 2017). I risultati discordanti ottenuti, che vedono da un lato la promozione di una gestione positiva del “problema” con enfasi particolare su alcune minoranze (decreti ministeriali) e dall’altro la sua totale negazione e non esistenza (curriculum e libri di testo), conferiscono un’immagine tendenzialmente discriminatoria ed eteronormativa del contesto scolastico giapponese. Le due cornici principali in cui si inserisce questa ricerca sono i queer studies e il sistema scolastico, le cui caratteristiche principali vengono delineate nei primi due capitoli.
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Reimann, Daniel. "Osservare il silenzio Poetik der Archäologie und Minimalismus in der italienischen Erzählliteratur der achziger und neuziger Jahre." Heidelberg ***5106940, 2004. http://deposit.ddb.de/cgi-bin/dokserv?id=2664215&prov=M&dok_var=1&dok_ext=htm.

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Ziegler-Binoth, Sophie Marie. ""Camminare lungo i viali immensi del silenzio notturno" : la ville dans l'œuvre narrative de Cesare Pavese (1909-1950)." Paris 4, 2006. http://www.theses.fr/2006PA040280.

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Abstract:
De nouvelles en romans, nous avons suivi la construction de l'image de la ville dans l'œuvre de Cesare Pavese (1908-1950), afin de mettre en évidence l'évolution de son apparence formelle mais aussi de son interaction avec les personnages au service de la narration. La recherche de la ville idéale par les jeunes protagonistes de Lotte di Giovani ou des nouvelles contenues dans Racconti, a fait place à une quête névrotique de la colline à la ville dans Il diavolo sulle colline. Le paysage urbain apparaît déjà tel qu'il sera tout au long de l'œuvre : la rue, la place vide, le silence, des lambeaux de ciel entre les immeubles. La ville se révèlera aussi un outil au service de la narration afin d'accompagner la quête existentielle des personnages plus âgés, c'est le cas dans Il compagno et dans La casa in collina. Enfin, dans La bella estate et dans Tra donne sole, nous observons la construction du mythe de la ville, les scènes d'intérieur étant gommées au profit d'un décor épuré de nature à mettre en évidence le voyage immobile effectué par les personnages emblématiques de la cité pavesienne jusqu'au bout de leur cheminement intérieur. Ce sont principalement des femmes, libres et indépendantes, qui ont trouvé dans la ville de Pavese une valeur fondamentale : le travail
In the novels of Cesare Pavese (1908-1950), it is outlining the building of the story in order to show its authenticity but also the interaction with the actors serving the story. The search for the ideal relationship by the young principal characters, in Lotte di Giovani, or Racconti's novels has been replaced by a frantic quest for permanence in Il diavolo sulle colline. The urban landscape is shown as it well appear along through the whole work of art: the street, the empty square, silence, tears of sky between trhe buildings. The town appears to be a tool serving the narration in order to be a part of the essential quest for erdely persons, like in Il compagno and La casa in collina. Finally in La bella estate and Tra donne sole, it is outlining the building of the myth of the city, the inner scenes will be obliterated in order to show the still journey made by the emblematic actors of the pavesian city, in an empty picture, up to the end of their internal path. Mostly women, free and independent, have found in the town of Pavese, the fundamental value: working
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Vindigni, Marcella. "Inerzia della Pubblica amministrazione: profili sostanziali e processuali." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1246.

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Abstract:
la tesi affronta la tematica dell'inerzia della Pubblica Aministrazione e i relativi profili di tutela; in particolare viene esaminato l'esame della tempistica procedimentale e dell'inadempimento dell'obbligo di provvedere della pubblica amministrazione e gli strumenti di tutela a disposizione del cittadino alla luce delle recenti novità normative, in particolare l'emanazione del codice del processo amministrativo che ha sancito la trasformazione del giudizio amministrativo da giudizio sull'atto a giudizio sul rapporto, e tenendo conto dei principali orientamenti dottrinali e giurisprudenziali
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Giacobini, Giulia. "Quando la possibilità filtra attraverso la volontà: esplorazione del concetto giapponese di MA." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8889/.

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Abstract:
La mia tesi si compone di tre capitoli e analizza il concetto giapponese di MA da diverse prospettive. Nel primo capitolo, “Il concetto giapponese di MA: un vuoto a rendere”, viene introdotta la tematica. Si procede dunque alla spiegazione della presenza di caratteri cinesi nella lingua giapponese e delle ragioni del dibattito nato tra gli studiosi in merito alla sua origine. Segue una panoramica sull’applicazione del MA ai vari ambiti della vita (architettura, cerimonia del the, arti visive, teatro, sport/arti marziali, dimensione quotidiana). Nel secondo capitolo “Speech is silver, silence is golden” il silenzio viene analizzato da un punto di vista culturale. A questo proposito viene presentato lo studio dell’antropologa Takie Sugiyama Lebra che ha individuato il silenzio come sintomo di onestà, espressione dell’applicazione della discrezione sociale, indice del grado di intimità tra le persone ed infine come forma di sfida e ribellione. Nel terzo ed ultimo capitolo, “Il silenzio è una cosa che suona per chi ascolta avidamente”, il silenzio viene invece analizzato da un punto di vista linguistico. Sulla base degli studi condotti da Yamada, Shigimetsu e Hosoda, la pausa viene dunque individuata come strumento per prendere la parola, feedback, modalità per cambiare eventualmente argomento ed infine come escamotage per evitare di dire di no.
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SPADARO, NADIA SIMA. "Inerzia della pubblica amministrazione e tutela risarcitoria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/40193.

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Abstract:
The thesis addresses a topic that has been matter of discussion and dissertations in the administrative law doctrine and in the decisions of the Courts for a long while. Even though most of the Courts had taken a clear position on it, many authors, probably more attentive to the effectiveness of the individual rights protection, have suggested different solutions. The issue refers to the possibility of compensating the individual that has not received a response from the Public Authority at the deadline provided by the procedure established by the law. The Courts generally admitted this possibility only in the case of late satisfactory measures. Therefore, the compensation granted to the individual was related to the damage caused by the delay in taking advantages of the good of life requested and lately granted. The delay in receiving an unsatisfactory measure or the simple lack of action of the Public Authority was not compensated. This standing is based on the ground that the compensation of the legitimate interest needs the preliminary check of the possibility to attribute the requested good of life. Nevertheless, and this is the thesis argued in the present work, this standing can be met even admitting the compensation for delay in receiving an unsatisfactory measure for the simple lack of action by the Public Authority. Time in itself, in fact, can be considered a good of life, essential in the enterprises’ business planning, and a fundamental component in the investment choice. This assumption is confirmed by the analysis of the relevant rules of International law (especially article 6 of the CEDU under the European Court’s interpretation), as well as the European Union law and the internal law (especially the Italian Constitution). Once demonstrated that time is considered a value in our legal system, the work concentrates in examining the specific components of the delay damage.
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Santini, Chiara <1984&gt. "USCIRE DAL SILENZIO: USO DELLA LINGUA DEI SEGNI COME CHIAVE DI APERTURA ALLA COMUNICAZIONE IN UN SOGGETTO CON DISTURBO DEL LINGUAGGIO E DEFICIT COGNITIVO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15040.

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Abstract:
Quando dei genitori guardando il proprio figlio capiscono che c’è qualcosa che “non va” ritrovandosi a far i conti con la sua disabilità, le “certezze” crollano, la vita subisce una vera e propria “rivoluzione” nella quale si è chiamati ad affrontare una realtà “sconosciuta” dove il sentimento di sentirsi “persi” prende il sopravvento, e l’unico appiglio alla quale affidarsi è il mondo della medicina. Ed è stato proprio questo che la famiglia di E., la protagonista di quest’elaborato, ha fatto dopo essersi trovata di fronte a quella “maledetta” diagnosi, deficit dell’enzima succinico semialdeide deidrogenasi (SSADH) che aveva portato alla figlia ad avere problemi a livello cognitivo, con un ritardo mentale medio-lieve, e a livello linguistico, sia in produzione sia in comprensione. Questa fiducia riposta a chi ne “sapeva di più” aveva dato inizio ad un “eterno” calvario dove le strade intraprese non portavano mai a una via d’uscita e la bambina rimaneva sempre più intrappolata nel suo mondo “silenzioso” fatto di gesti primitivi accompagnati da qualche frammento di comunicazione verbale, composta da suoni e qualche parola, comportamenti non adeguati che manifestavano il costante sentimento di inadeguatezza causata della sua gran voglia di comunicare bloccata da questa sua incapacità. Ed è stato proprio il bisogno di comunicare che mi ha permesso di incontrare E., una ragazzina di quasi 11 anni, alta, esile con un visino coperto da una “maschera” chiamata insicurezza che aveva subito tolto appena capito che la comunicazione segnica era per lei un “porto sicuro” poichè le avrebbe dato finalmente la possibilità di aprirsi al mondo esterno. Infatti, dopo molteplici tentativi falliti, la famiglia aveva deciso di darsi un’ulteriore chance scegliendo di intraprendere un nuovo cammino che appariva ancora più ignoto rispetto agli altri intrapresi in passato dove, per l’ennesima volta, bisognava rimettersi in gioco imparando una nuova lingua, la Lingua dei Segni, base fondamentale che avrebbe permesso di sostenere lo sviluppo del linguaggio verbale sia a livello espressivo sia a livello ricettivo, lo sviluppo cognitivo e, non meno importante, la possibilità per la bambina di avere in “mano” un vero e proprio strumento di comunicazione, filo conduttore di quest’elaborato che sarà diviso in quattro capitoli. Nel primo capitolo, prima, spiegherò che cos’è la Lingua dei Segni Italiana, LIS, e descriverò nel dettaglio i sui aspetti fonologici, sintattico-morfologici e lessicali; successivamente verranno trattati nello specifico l’Italiano Segnato, IS, e l’Italiano Segnato Esatto, ISE, che poi saranno messi a confronto con la LIS; nel secondo capitolo verrà descritto il processo di acquisizione del linguaggio verbale seguito da un approfondimento relativo alle abilità linguistiche e competenze sociali in soggetti con disturbi del linguaggio e deficit cognitivo per poi affrontare l’argomento relativo all’uso della Lingua dei Segni nei disturbi di comunicazione; nel terzo capitolo descriverò il caso clinico; infine, nel quarto racconterò il percorso di lavoro svolto assieme ad E., da giugno 2013 a giugno 2014, nel quale mostrerò le varie tappe attraversate partendo dal momento in cui ho fatto conoscenza con la bambina, la creazione di fiducia reciproca, il primo approccio di quest’ultima con la comunicazione segnica e le sue prime conquiste comunicative permettendole così di arrivare a raggiungere il gradino più alto di questo cammino, cioè quello di diventare “grandi”: utilizzare la comunicazione segnica per sostenere lo sviluppo della comprensione, produzione verbale-segnica e abilità cognitive.
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Fernandes, Jaqueline Martins. "Silencio." [s.n.], 2002. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/284247.

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Abstract:
Orientador: Maria Lucia Bueno
Somente o exemplar do IA possui o CD-ROM
Tese da BC com peças de tecido e suplemento acondicionados em caixa de papel
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Artes
Made available in DSpace on 2018-08-02T02:16:11Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Fernandes_JaquelineMartins_M.pdf: 4157489 bytes, checksum: 80410708ade43c5c2e1855c3127a8559 (MD5) Previous issue date: 2002
Resumo: Esta pesquisa tem como intuito mostrar um caminho de produção artística percorrido na busca de experiências silenciosas. Ora como representação de uma experiência vivida, ora como instrumento para tocar o silêncio. Minha produção artística se construiu de objetos, instalações e perfomances. A escolha do silêncio como tema nasceu de uma necessidade que será descrita e explicada no capítulo 1. Introdução ao Tema: A Escolha do Silêncio. O porquê da escolha desse tema dentro de uma universidade será explicado no capítulo 2 - Silêncio e Universidade. A dinâmica metodológica determinou-se via leituras plásticas, ou seja, através de textos literários, crítico literários, filosóficos, psicanalíticos, dicionários e enciclopédias - com os quais me deparei na pesquisa teórica que me inspiraram na elaboração de performances. A escolha da performance, ofereceu a meu corpo e mente experiências silenciosas, questão desenvolvida no capítulo 3 - A Escolha da Performance. Para que meu corpo e minha mente penetrassem no universo das experiências silenciosas, foram necessárias práticas de meditação, yoga, cerâmica e torno, relatadas no capítulo 4 - Práticas para o Equilíbrio. Nesta pesquisa, a maioria das performances ocorreu dentro de instalações e para algumas instalações, construí objetos que simbolizavam o silêncio descritos no capítulo 5 - Objetos. E, finalmente, a descrição e as reflexões das performances estão expostas no capítulo final - As Performances. As imagens relativas aos objetos, instalações e performances estarão dispostas no decorrer da dissertação. Em anexo, teremos o livro-objeto: O Silêncio de Maria - objeto símbolo da última performance executada
Abstract: Not informed.
Mestrado
Mestre em Artes
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Kudláč, Jakub. "Silencio Club." Doctoral thesis, Akademie múzických umění v Praze.Filmová a televizní fakulta. Knihovna, 2012. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-178078.

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Garcia, i. Rierola Eugeni. "Sintonia callada Sociabilitat i transcendència en pràctiques modernes de silenci." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2021. http://hdl.handle.net/10803/672583.

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Abstract:
El cultiu del silenci com una via per transcendir l’experiència ordinària del món és present en múltiples cultures al llarg de la història, en camps com ara l’espiritualitat, l’estètica o la filosofia. Aquesta tesi estudia les modalitats que adopta aquesta pràctica en el marc de la societat contemporània. Es parteix de la hipòtesi que el silenci com a experiència religiosa –entenent religió en un sentit ampli, com l’àmbit on les persones gestionen les seves experiències de transcendència i donen sentit a la vida– s’han reformulat i popularitzat com a conseqüència de les noves formes de relació que l’individu contemporani estableix tant amb el fenomen del silenci com amb allò transcendent. Aplicant una metodologia qualitativa que combina el treball etnogràfic multisituat amb l’anàlisi sociofenomenològica, i emprant les eines de l’anàlisi documental, l’observació participant i l’entrevista, la recerca s’aproxima a diferents col·lectius per als quals el silenci constitueix un element central en les seves cerques de la transcendència, des de meditadors cristians fins a persones que cultiven el silenci en els àmbits de les religions orientals, les espiritualitats holístiques, l’art, la teràpia o l’activisme social. El primer objectiu de la tesi ha consistit en descriure i analitzar diferents modalitats de pràctica, fixant-se en les narratives, els escenaris o els perfils dels actors implicats. El segon objectiu ha estat interpretar sociològicament aquestes pràctiques posant-les en relació amb l’actual context sociocultural. D’una banda, s’analitza la relació entre l’habitus dels individus i la forma com donen sentit a l’experiència del silenci i la incorporen al seu relat biogràfic. D’altra banda, s’ha traçat el procés de construcció de l’experiència moderna del silenci analitzant com els fenòmens del gir subjectiu, el pluralisme o la disseminació del sagrat han contribuït a conformar-la en les seves modalitats actuals. La tesi constata que el silenci s’ha ressignificat i popularitzat en el marc de la religiositat contemporània, en dos sentits: a) com a experiència: en tant que condició ambiental i psicològica, el silenci actua com un catalitzador de vivències subjectives de transcendència que adquireix protagonisme en diverses modalitats actuals de cultiu de la interioritat; i b) com a símbol transreligiós d’una realitat o experiència transcendent, el silenci ha esdevingut una idea força que identifica i distingeix unes determinades formes de religiositat subjectivitzades, que prioritzen la vivència íntima del sagrat i depassen els marcs de la religió institucionalitzada. Aquest silenci, com a vivència i com a metàfora, es construeix com alternativa tant a la crisi dels llenguatges i les pràctiques de la religió tradicional com, també, als valors i pautes de vida predominants en el capitalisme tardà. A partir dels casos analitzats, la tesi subratlla la dimensió intersubjectiva de les pràctiques de silenci. Aquestes són socials en tant que s’encarnen en significats, rols i pautes construïts i transmesos col·lectivament, però també en la mesura en què sovint són, en termes d’Alfred Schütz, experiències compartides en el vívid present en sintonia amb l’alteritat. La tesi també qüestiona les visions negatives o reduccionistes que atribueixen a les pràctiques de silenci una tendència a l’aïllament, al narcisisme o a l’apatia social i política. La pràctica moderna del silenci no és, necessàriament, una versió actualitzada de la tradicional fuga mundi ni tampoc una expressió de l’atomització i la desmobilització promogudes per l’ethos neoliberal sinó, ben al contrari, una reacció enfront d’aquestes, que promou l’associacionisme, el compromís cívic i l’acció social transformadora. En aquest sentit, a partir del concepte de ressonància de Harmut Rosa, la tesi finalitza reflexionant sobre el paper de l’experiència silenciosa com una resposta potencialment emancipadora enfront de les condicions d’alienació característiques de la tardomodernitat.
El cultivo del silencio como vía para transcender la experiencia ordinaria del mundo está presente en múltiples culturas a lo largo de la historia, en campos como la espiritualidad, la estética o la filosofía. Esta tesis estudia las modalidades que adopta esta práctica en la sociedad contemporánea. Partiendo de la hipótesis de que el silencio como experiencia religiosa –entendiendo religión en un sentido amplio, como el ámbito donde las personas gestionan sus experiencias de transcendencia y dan sentido a la vida– se ha reformulado y popularizado como consecuencia de las nuevas formas de relación que el individuo establece con el silencio y con lo transcendente. Aplicando una metodología cualitativa que combina el trabajo etnográfico multisituado con el análisis sociofenomenológico, y empleando las herramientas del análisis documental, la observación participante y la entrevista, la investigación se aproxima a diferentes colectivos para los cuales el silencio constituye un elemento central en sus búsquedas de sentido, desde meditadores cristianos hasta personas que cultivan el silencio en los ámbitos de las religiones orientales, las espiritualidades holísticas, el arte, la terapia o el activismo. El primer objetivo de la tesis ha consistido en analizar diferentes modalidades de práctica, fijándose en las narrativas, los escenarios o los perfiles de los actores implicados. El segundo objetivo ha sido interpretar sociológicamente estas prácticas poniéndolas en relación con su contexto sociocultural. Por un lado, se analiza la relación entre el habitus de los individuos y la forma cómo dan sentido a la experiencia del silencio y la incorporan en su relato biográfico. Por otro lado, se ha trazado el proceso de construcción de la experiencia moderna del silencio analizando cómo los fenómenos del giro subjetivo, el pluralismo o la diseminación de lo sagrado han contribuido a conformarla en sus modalidades actuales. La tesis constata que el silencio se ha resignificado y popularizado en el marco de la religiosidad contemporánea, en dos sentidos: a) como experiencia: en tanto que condición ambiental y psicológica, el silencio actúa como catalizador de vivencias de transcendencia que adquiere protagonismo en diversas modalidades actuales de cultivo de la interioridad; y b) como símbolo transreligioso de una realidad o experiencia transcendente, el silencio ha devenido una idea fuerza que identifica y distingue unas formas de religiosidad subjetivizadas, que priorizan la experiencia íntima de lo sagrado y traspasan los marcos de la religión institucionalizada. Este silencio, como vivencia y como símbolo, se construye como alternativa tanto a la crisis de los lenguajes y prácticas de la religión tradicional como a los modos de vida predominantes en el capitalismo tardío. A partir de los casos analizados, la tesis subraya la dimensión intersubjetiva de las prácticas de silencio. Estas son sociales en tanto que se encarnan en significados, roles y pautas construidos y transmitidos colectivamente, pero también en la medida en que a menudo son, en términos de Alfred Schütz, experiencias compartidas en el vívido presente en sintonía con la alteridad. La tesis cuestiona también las visiones negativas o reduccionistas que atribuyen a las prácticas de silencio una tendencia al aislamiento, al narcisismo o a la apatía social. La práctica moderna del silencio no es, necesariamente, una versión actualizada de la tradicional fuga mundi ni una expresión de la atomización y desmovilización promovidas por el ethos neoliberal, sino que puede ser una reacción frente a estas que promueve el asociacionismo, el compromiso cívico y la acción social transformadora. A partir del concepto de resonancia de Hartmut Rosa, la tesis concluye reflexionando sobre el papel de la experiencia silenciosa como una respuesta potencialmente emancipadora ante las condiciones de alienación de la tardomodernidad.
The cultivation of silence in order to transcend ordinary world experience is present in multiple cultures throughout history, in fields such as spirituality, aesthetics, or philosophy. This thesis studies the modalities adopted by this practice within the framework of contemporary society. We start from the hypothesis that silence as a religious experience –understanding religion in a broad sense, as the realm where people manage their experiences of transcendence and give meaning to life– have been reformulated and popularized as a result of the new forms of relationship that the contemporary individual establishes with both the phenomenon of silence and the transcendent. Applying a qualitative methodology that combines a multisituated ethnographic work with a sociophenomenological analysis, and using the tools of documentary analysis, participant observation and interview, the research approaches different groups for which silence constitutes a central element in his pursuits of transcendence, from Christian meditators to people who cultivate silence within the frame of Eastern religions, holistic spiritualities, art, therapy, or social activism. The first objective of the thesis was to describe and analyze different modalities of practice, focusing on the narratives, scenarios or profiles of the actors involved. The second goal has been to interpret these practices sociologically by relating them to the current sociocultural context. On the one hand, it analyzes the relationship between the habits of individuals and the way in which they give meaning to the experience of silence and incorporate it into their biographical account. On the other hand, the process of constructing the modern experience of silence has been traced by analyzing how the phenomena of the subjective turn, pluralism or the dissemination of the sacred have contributed to shaping it in its current modalities. The thesis states that silence has been re-signified and popularized within the framework of contemporary religiosity, in two ways: a) as an experience: as an environmental and psychological condition, silence acts as a catalyst for subjective experiences of transcendence that acquires prominence in several current modalities of cultivation of the interiority; and b) as a transreligious symbol of a transcendent reality or experience, silence has become a force idea that identifies and distinguishes some subjectivized forms of religiosity, which prioritize the intimate experience of the sacred and go beyond the framework of institutionalized religions. This silence, as an experience and as a metaphor, is constructed as an alternative both to the crisis of the languages and practices of traditional religion and, also, to the values and patterns of life predominant in late capitalism. Based on the cases analyzed, the thesis emphasizes the intersubjective dimension of silence practices. These are social insofar as they are embodied in meanings, roles and patterns constructed and transmitted collectively, but also insofar as they are often, in terms of Alfred Schütz, shared experiences in the present vivid in a tuning-in relationship with otherness. The thesis also questions negative or reductionist views that attribute to silence practices a tendency to isolation, narcissism, or social and political apathy. The modern practice of silence is not necessarily an updated version of the traditional fuga mundi nor an expression of the atomization and demobilization promoted by the neoliberal ethos but, on the contrary, a reaction against them, which promotes associationism, civic engagement and transformative social action. In this sense, based on Harmut Rosa's concept of resonance, the thesis ends by reflecting on the role of silent experience as a potentially emancipatory response to the conditions of alienation characteristic of late modernity.
Universitat Autònoma de Barcelona. Programa de Doctorat en Sociologia
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Rocha, Ana Clelia de Oliveira. "(Com)passos no silencio." [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/269169.

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Abstract:
Orientador: Nina Virginia de Araujo Leite
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Estudos da Linguagem
Made available in DSpace on 2018-08-10T09:04:15Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Rocha_AnaCleliadeOliveira_D.pdf: 605409 bytes, checksum: d4b79764bac18679baaae8a003e0dc8f (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: Esta tese é escrita a partir das interrogações geradas pela clínica fonoaudiológica com crianças que apresentam o dito ¿retardo de aquisição de fala¿. Essas interrogações incidem sobre a própria nomeação que tais casos recebem nessa área; sobre a prática fonoaudiológica e suas articulações com a Psicanálise; sobre as improvisações em que o tempo da constituição de um sujeito falante é composto. Os (a)casos com os quais a Fonoaudiologia se depara e se surpreende no exercício de sua prática clínica impuseram esta escrita: não há criança sem fala; há crianças que exigem um tempo singular na sua constituição como falante. A clínica fonoaudiológica atua sobre os retardoS de fala, reconhecendo a pluralidade e a particularidade que está em cena no atendimento dessas crianças. Escutar no silêncio da criança uma fala que se improvisa e sustentar uma prática em um tempo outro da constituição dessa criança como falante é possível, quando se toma a interdisciplinaridade como fundamental na atuação clínica. São essas parcerias que permitem compassos no silêncio
Abstract: This thesis was written in view of some issues raised in the treatment of children presenting the so-called ¿delayed speech acquisition¿. These issues focus on the very names used in this area, on the Speech Therapy practice and its articulations with Psychoanalysis; and on the improvisations that also compose the time of constitution of a speaking subject. The cases (as well as chances) ¿ and the surprises ¿ faced by Speech Therapy imposed this work: there is no child without speech; some children demand a singular time for their constitution as a speaker. The clinic treats delayS in speech acquisition, taking into account the plurality and the particularity at work while these children are being treated. It is possible to hear in the child's silence a speech improvisation and sustain a certain practice in a different time of the constitution of this child as a speaker, as long as one takes interdisciplinarity as a fundamental approach to the clinical practice. These partnerships permit paces of silence
Doutorado
Doutor em Linguística
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Pierce, Becker Ian. "El país del silencio." Tesis, Universidad de Chile, 2011. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/101536.

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Abstract:
La obra “El País del Silencio” es el resultado de un largo y difícil proceso de reflexión, creación y experimentación que a su vez está enmarcado en la realización de una obra que sirva para la consecución del título profesional de PINTOR de la Facultad de Artes de la Universidad de Chile. Pero más que eso, o además de eso, es parte de un proceso mucho mayor y complejo que es la búsqueda de un lenguaje propio y una identidad estética personal. Búsqueda que nace de una necesidad vital y de un cuestionamiento sobre el hecho de hacer arte hoy, que aunque muchas veces ha significado para mí recorrer un camino bastante solitario y espinoso creo que ha generado y seguirá generando muchos aprendizajes y resultados concretos.
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Silva, Bustamante Gabriel. "Genocidio: ciclos de silencio." Tesis, Universidad de Chile, 2016. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/143706.

Full text
Abstract:
Memoria para optar al título de Diseñador Gráfico
La presente investigación se concentra en el estudio sobre procesos de rescate y reproducción visual del cual es objeto la cultura Selk’nam u Onas, tribu precolombina asentada al extremo sur de Chile y Argentina, y cuyo registro de primer contacto con los Españoles conquistadores data del el año 1580. Este documento aborda la problemática del rescate patrimonial cultural desde la perspectiva de la reproducción fotográfica y la represen tación a través de la ilustración, y el impacto en la percepción de las personas sobre esta cultura a partir de su enseñanza en la época escolar utilizando estos registros, exponiendo los problemas que esto genera en el imaginario de los chilenos hoy en día, planteándolos como dispositivos hegemónicos de una visión de época por sobre un medio de reproducción objetiva del conocimiento, que se manifiesta a través de la relación imagen-texto como herramienta principal de enseñanza y aprendizaje.
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Romero, Suárez Daniel. ""¿Qué puedo yo agregar / a tanto silencio / sino silencio? : el silencio como elemento estructurador del poemario De Materia Verbalis de Jorge Eduardo Eielson." Bachelor's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2017. http://tesis.pucp.edu.pe/repositorio/handle/123456789/8909.

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Abstract:
El presente trabajo analiza cómo diversas concepciones sobre el silencio son parte importante de la poética del poeta peruano Jorge Eduardo Eielson y, de manera específica, cómo estas son un elemento estructurador de la significación del poemario De materia verbalis. Para cumplir con esto, se parte de una investigación de las perspectivas del silencio presentes en pensamiento creativo del Eielson. De esta manera, se encuentran tres vertientes del silencio: la eliminación o atenuación de la retórica entendida de manera peyorativa, el silencio como anulación del yo propio de la mística cristiana y el silencio-nada de la perspectiva del budismo zen. Luego de establecer esta poética del silencio, se lleva a cabo un análisis minucioso de cada uno de los poemas de De materia verbalis para proponer que deben ser leídos teniendo en cuenta la mencionada poética. Lo que se descubre es que la voz poética evoluciona hacia una experiencia afín al silencio. De manera principal se explica cómo, a partir del silencio entendido en los parámetros del budismo zen, se logra, al menos temporalmente, una fusión con el cosmos entero y trascender la individualidad del yo poético y de la escritura.
Tesis
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Calderón, Valverde Guillermo. "El silencio de la muerte." Derecho & Sociedad, 2015. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/118907.

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Cordero, Diómedes. "Las marcas del silencio. Poética y representación irónica; totalitarismo y cultura en la narrativa de Jesús Díaz." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2016. http://hdl.handle.net/10803/383987.

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Abstract:
El objetivo general de la tesis es examinar cómo funciona la ironía en la construcción del sentido en la obra narrativa de Jesús Díaz: los libros de cuentos Los años duros (1966) y Canto de amor y guerra (1979), y las novelas Las iniciales de la tierra (1987), Las palabras perdidas (1992), La piel y la máscara (1996), Dime algo de Cuba (1998), Siberiana (2000) y Las cuatro fugas de Manuel (2002). La lectura, análisis e interpretación del corpus busca examinar y comprender las estrategias y mecanismos textuales y describir el funcionamiento de los procedimientos de carácter irónico en la generación del sentido; es decir, realizar una lectura teórica-crítica de las formas narrativas creadas por Díaz. Fijado el marco teórico-metodológico: la poética de la ironía, y realizado un esbozo de la biografía literaria de Díaz, se exponen los resultados y hallazgos del análisis en el contexto de cada obra y su tema general: a) Los años duros y la ilusión revolucionaria: el predominio de los valores revolucionarios se constata por la apelación al realismo y la débil irrupción de ironía verbal y de la situación de ironía. b) Canto de amor y guerra y la irrupción de lo poético: política e intimidad se interconectan en el discurso poético, la fantasía y la imaginación como situaciones de ironía que generan visiones del deseo y el amor en medio de la guerra. c) Las iniciales de la tierra o la autocrítica, la crítica o la duda: el discurso de la duda, en forma de Bildungsroman, se concibe como móvil de la crítica y la autocrítica que representa y reconstruye el proceso de develamiento de las contradicciones vitales, políticas e ideológicas del militante revolucionario Carlos Pérez Cifredo. d) Las palabras perdidas o las marcas del silencio: el uso de la ironía no sólo reinterpreta el documento fundacional de la nación y la literatura cubanas—el Diario de Martí— a través de textos apócrifos, cuentos y poemas inventados y una serie de epitafios, sino también, por medio de la forma misma de la novela, produce una visión nueva y verosímil sobre el sentido de las palabras perdidas del Diario de Martí, en las que el prócer civil cubano supuestamente diseñaba la arquitectura republicana de la Cuba independiente y, al mismo tiempo, la relectura del canon de la literatura cubana. Posiblemente, este sea el hallazgo principal de la tesis. e) La piel y la máscara o el juego de espejos entre la ficción y la no ficción: la relación entre la novela y el cine muestra, entre certezas e incertidumbres, las miserias y esplendores del gran teatro del mundo, mediante la apariencia y el desengaño de actores y personajes. f) Dime algo sobre Cuba o la paradoja entre las nostalgias nacionales y las experiencias del exilio: la aventuras en Miami de un falso balsero cubano que simula convertirse en náufrago como ardid para obtener la residencia norteamericana, revelan las precariedades, estrecheces y controles de la vida cubana en la isla. g) Siberiana o la esperanza y la sobrevivencia: la experiencia conflictiva de un periodista cubano negro en Siberia que sufre las contradicciones e intolerancias de la vida entre culturas diferentes, paradójicamente se termina con la muerte tragicómica de los personajes. h) Las cuatro fugas de Manuel o la búsqueda de la madurez y el sentido: la experiencia del exilio, en la Europa del Este, de un apátrida, sin patria ni identidad, marca el paso del realismo de Díaz hacia la forma de la no ficción.
The general objective of this dissertation is to examine how irony works in the construction of meaning in Jesús Diaz’s fiction, which includes the short story collections Los años duros (1966) and Canto de amor y guerra (1979); and the novels Las iniciales de la tierra (1987), Las palabras perdidas (1992), La piel y la máscara (1996), Dime algo de Cuba (1998), Siberiana (2000), and Las cuatro fugas de Manuel (2002). The analysis and interpretation of Diaz’s oeuvre aims at understanding the textual strategies and mechanisms he employs and at describing how his ironic procedures function in the generation of meaning. Their purpose is to carry out a theoretical and critical reading of the narrative forms created by Díaz. After setting the poetics of irony as the theoretical and methodological framework, and giving a brief account of Díaz’s literary biography, the results and findings of the analysis will be exposed within the context of each particular work and its overarching theme, as seen below: a) Los años duros and revolutionary illusion: the predominance of revolutionary values are introduced by means of literary realism and the flimsy irruption of verbal irony and ironic situations. b) Cantos de amor y guerra and the irruption of the poetical: politics and intimacy are interwoven by poetic discourse, fantasy, and imagination working in ironic situations, which generate visions of love and desire in the midst of war. c) Las iniciales de la tierra or self-criticism, critique, or uncertainty: taking the form of a Bildungsroman, the discourse of uncertainty is conceived as the motive for critique and self-criticism, which represent and reconstruct the process of revealing the vital, political, and ideological contradictions of the character Carlos Pérez Cifredo, who is a militant revolutionary. d) Las palabras perdidas or the marks of silence: the use of irony not only reinterprets the foundational document of the Cuban nation and Cuban literature, Diario de Martí, by means of several apocryphal texts, forged short stories and poems, and a series of epitaphs, but also produces, through the form of the novel itself, a new and plausible vision of the meaning of the lost words of Martí’s journal, in which the Cuban civil hero allegedly designed the blueprint for an independent Cuban Republic and, at the same time, produced a new reading of the Cuban literary canon. This may well be the main finding of the dissertation. e) La piel y la máscara or the game of mirrors between fiction and non-fiction: the relationship between novel and cinema reveals the misery and splendor of the great world theater as it shows the appearance and disillusion of actors and characters. f) Dime algo sobre Cuba or the paradox of national nostalgia and the experience of exile: the adventures of a fake Cuban rafter in Miami who simulates to be a castaway are seen as a ruse to get the US permanent residency, thus bringing to light the precariousness and controls of life in Cuba. g) Siberiana or hope and survival: the conflictive experience of a black Cuban journalist who suffers the contradictions and intolerance common to living in between different cultures, paradoxically ends with the tragicomic death of the character. h) Las cuatro fugas de Manuel or the search for maturity and meaning: the experience of a stateless scientist with no identity and exiled in Eastern Europe marks the passage from Díaz’s literary realism to non-fiction.
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Souza, Meriti de. "Criança : do silencio a sujeito cognoscente." [s.n.], 1989. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252243.

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Abstract:
Orientador: Sergio V. de Luna
Dissertação (mestrado)-Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-07-13T21:31:41Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Souza_Meritide_M.pdf: 12859399 bytes, checksum: a6863162a131ba8afb8778aa10ccdede (MD5) Previous issue date: 1989
Mestrado
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Marco, Furrasola Ángeles 1962. "Una aproximación a la semiótica del silencio." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2000. http://hdl.handle.net/10803/403397.

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Abstract:
El objetivo principal de esta tesis es el estudio del silencio en relación al hombre en el contexto de la cultura y la comunicación. De modo que se ofrece un microcosmos del silencio, como signo y forma de conducta, a través de una compleja óptica interdisciplinaria. El análisis del silencio se realiza en el contexto de diferentes ámbitos como son la Religión y la Ética, la Filosofía, la Pragmática y la Lingüística, la Antropología, la Psicolingüística y la Etnografía de la Comunicación y la Semiótica. Asimismo se contempla el silencio en el contexto de las artes, la literatura y la música del siglo XX. De este modo observamos el silencio a través de una mirada caleidoscópica, mostrando, simultáneamente, diferentes perspectivas del mismo objeto de estudio. Finalmente, me gustaría indicar que este trabajo no agota las magníficas posibilidades de su materia de investigación. De ahí que pretenda mostrarlo como una plataforma para futuros estudios que tengan por objeto el silencio en relación al hombre y a cualquier aspecto del sistema cultural y de comunicación en el que se halla inmerso.
L’objectiu principal d’aquest treball és l’estudi del silenci en relació a l’home dins del context de la cultura i la comunicació. D’aquesta manera, s’ofereix un complexe microcosmos del silenci, com a signe i forma de conducta, mitjançant una òptica interdisciplinària. L’anàlisi del silenci es realitza dins del context de diferents àmbits com la Religió, la Filosofia, l’Antropologia i la Psicologia lingüístiques, la Pragmàtica i l’Etnografia de la comunicació, així com de la Semiòtica. D’aquesta manera, es contempla el silenci mitjançant una mirada caleidoscòpica, mostrant, simultàniament, diferents perspectives del mateix objecte d’estudi. Finalment, m’agradaria dir que aquest treball no esgota les magnifiques possibilitats que ofereix el silenci com a matèria d’estudi. I és per això que pretengui mostrar-lo com a plataforma per futurs estudis que tinguin per objecte el silenci en relació a l’home i a qualsevol aspecte del sistema cultural dins del qual aquest troba la seva identitat com a ésser social.
The main point of this dissertation is the study of silence, related to man, in the general scene of culture and communication. So I offer a cicrocosm about silence, as a sign and a way of behaviour also, through an interdisciplinary research. I analyse silence in the context of different disciplines like : Anthropology, Psycholinguistics, Philosophy, Pragmatics and Ethnography of Communication, and Semiotic also. So I see silence through a caleidoscope, showing simultaneously different perspectives of the same object. Finally, I would like to say that this work is not finished about its possibilities. So I would like to show it like a platform to next studies in reference to silence in whichever culture area.
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Laplane, Adriana Lia Friszman de 1955. "Interação e silencio na sala de aula." [s.n.], 1997. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252664.

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Abstract:
Orientador: Ana Luiza Bustamante Smolka
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-07-22T13:17:29Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Laplane_AdrianaLiaFriszmande_D.pdf: 7116454 bytes, checksum: 6c7452486a7ef3c588a7d18c84e92daf (MD5) Previous issue date: 1997
Resumo: Neste trabalho são analisados alguns eventos da sala de aula revisitando várias abordagens. As questões abordadas dizem respeito às formas de interação que se estabelecem na sala de aula, tanto do ponto de vista teórico como do ponto de vista das implicações educacionais. A partir da resenha de uma variedade de perspectivas que enfocam a interação e da discussão de diferentes concepções desta noção, abordamos um problema particular de interação na sala de aula: o das crianças que não falam com os adultos. Com o auxílio das teorias enunciativas, do Dialogismo de Bakhtin e da Análise de Discurso de tradição francesa, examinamos algumas alternativas teóricas para o tratamento destas questões, assim como alguns dos limites das noções vigentes neste campo. O estudo de episódios de silêncio compreendidos como momentos de interação nos permite explorar as relações entre interação, discurso e silêncio e as implicações desta discussão para o trabalho do professor em sala de aula
Abstract: In this study, some classroom events are being analyzed through severaI approaches. We focus on the modes of interaction that are being established in the classroom from a theoretical point of view and elaborate on the educational implications of these modes. The review of a variety of perspectives that focus on interaction and the discussion of the different conceptions of this notion are the points of departure for our approach of a particular problem of interaction in the classroom: that of the children that do not speak to adults. Aided by the enunciative theories, by Bakhtin' s Dialogism and by the Discourse Analysis of french tradition, we examin some theoretical alternatives for the treatment of this issues and some of the limits of the notions in vigour in this field of knowledge. The study of events envolving silence, conceived as moments of interaction, lead us to explore the relationship between interaction, discourse and silence and its implications for teachers' work in the classroom
Doutorado
Psicologia Educacional
Doutor em Educação
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Pereira, Junior Antonio Davis. "Glosas e silencio em Juan Jose Saer." [s.n.], 2006. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/270130.

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Abstract:
Orientador: Miriam Viviana Garate
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Estudos da Linguagem
Made available in DSpace on 2018-08-06T17:42:19Z (GMT). No. of bitstreams: 1 PereiraJunior_AntonioDavis_M.pdf: 1329087 bytes, checksum: eae4136709d9f02fa95397681c8e8d82 (MD5) Previous issue date: 2006
Resumo: A presente Dissertação tem como objetivo perscrutar uma série de recorrências características da obra do escritor argentino Juan José Saer ¿ que, em última instância, são reveladoras do sistema temático normativo a que ela se submete, descrito pelo próprio autor como ¿el eterno retorno de lo idéntico¿ ¿, para, a partir delas, analisar que papel têm as personagens para a delineação do perfil de um determinado sujeito discursivo a que o texto dá forma, responsável, em grande medida, por propiciar seu assentamento sob o domínio do idêntico e a égide da repetição. A análise, embora se volte para o delineamento dos diferentes momentos da trajetória da obra, bem como para outros textos do autor, centra-se no romance Glosa, publicado em 1986
Abstract: The objective of the following Dissertation is to investigate a series of typical recurrences in the work of the Argentinian writer Juan José Saer ¿ which reveals its strong thematic regularity, described by the author himself as ¿el eterno retorno de lo idéntico¿ ¿ and to analyse the role played by the characters on the outline of the profile of a specific subject of discourse shaped by the text, responsible for its setting under the domains of the identical and its characteristic sense of repetition. The analisys, though aimed at the outline of the course of his work, as to author¿s other texts, focuses on the novel Glosa, published in 1986
Mestrado
Literatura Geral e Comparada
Mestre em Teoria e História Literária
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Vayo, Lloyd Isaac. "Silencio: The Spectral Voice and 9/11." Bowling Green State University / OhioLINK, 2010. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=bgsu1275924557.

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Garriga, Inarejos Rocío. "EL SILENCIO COMO LÍMITE COMPRENSIVO, COGNITIVO Y ESTRUCTURAL: UNA LECTURA ESTÉTICA EN TORNO AL ARTE CONTEMPORÁNEO." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2015. http://hdl.handle.net/10251/55047.

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Abstract:
[EN] SILENCE AS UNDERSTANDING, COGNITIVE AND STRUCTURAL LIMIT: AN AESTHETIC READING ON CONTEMPORARY ART. In short, this thesis studies the concept of silence as limit of agreement after the impact caused by the two World Wars of the 20th century with the main objective of verifying the relevance of the role of this view of silence for the contemporary artistic production of the last decades of the 20th century and beginning of the 21st. In order to reach that objective, we have divided the exposition into four parts: study and taking a stance as concerns silence, silence as understanding limit, silence as cognitive limit and silence as structural limit. This research is the result of an attempt of systematically studying the notion of silence where we worked dialectically, being the most important aspect of our methodology, the reduction of what is particular to what is general, so as to operate deductively later, checking that such globality goes back again to specificity. According to that, in the first part we have studied why it is more advisable to approach silence from a general, open point of view, accepting and trying to integrate the excess which it is part of, understanding that the limits which are associated to it are as unpredictable as the limits which inform it. Moreover, it is observed that, taking the impact of World War I as a first space of definition for the treatment of silence as limit, not only allows us to keep, but also to lay the foundations of those three fields which we consider linked to silence: as understanding limit, as cognitive limit and as structural limit. In the three following parts of our study we place ourselves inside the historical and cultural frame of the second post-war period, and we show how then the second space of definition of silence as a limit is consolidated, and as a result, the clarification of its core ideas in such a way that, in the second, third and fourth parts, we solve what the so called spaces consist of: silence as understanding limit, silence as cognitive limit and silence as structural limit. Throughout this process we will show some of the artistic manifestations which contribute to their configuration and which later become evident in the context of contemporary art. As a practical application of this doctoral thesis we are also presenting our own artistic production developed around it in its last sections. With the results obtained, both in the process of investigation and in that of our own associated artistic production, we find that the importance of the concept of silence is undeniable for contemporary artistic productions, and we have located its roots in the display experimented by the concept of silence during the two first thirds of the 20th century. The implication of the concept of silence is evident in a great variety of languages of the arts and all the stages of the configuration of a plastic work of art: as a creative attitude, as a working topic and as a receptive principle. Something which, on the other hand, we also have the chance to experience by means of our own practice, in the production and exhibition of our artistic work.
[ES] EL SILENCIO COMO LÍMITE COMPRENSIVO, COGNITIVO Y ESTRUCTURAL: UNA LECTURA ESTÉTICA EN TORNO AL ARTE CONTEMPORÁNEO. En síntesis, la presente tesis estudia la noción de silencio como límite de acuerdo con el impacto producido por las dos guerras mundiales del siglo XX con el objetivo principal, de comprobar, la relevancia del papel que esta visión de silencio tiene para la producción artística contemporánea de las últimas décadas del siglo XX y principios del XXI. Para ello dividimos su exposición en cuatro partes: estudio y toma de posición respecto al silencio, silencio como límite comprensivo, silencio como límite cognitivo y silencio como límite estructural. Esta investigación es el resultado de un intento de estudio sistemático de la noción de silencio en el que trabajamos dialécticamente destacando, de nuestra metodología, la reducción de lo particular a lo general para después operar deductivamente, comprobando que tal globalidad revierte de nuevo en la especificidad. De acuerdo con ello, en la primera parte estudiamos por qué es más aconsejable tratar de acercarnos a la noción de silencio desde un punto de vista general y abierto; aceptando y tratando de integrar el exceso del que es partícipe, comprendiendo que los límites que se le asocian son tan volubles como volubles puedan ser los contenidos que lo informan. Observamos, además, que tomar el impacto de la Gran Guerra como primer espacio de definición para el tratamiento del silencio como límite, no solo nos permite mantener, sino también fundamentar esos tres terrenos que postulamos afectos al silencio: el silencio como límite comprensivo, el silencio como límite cognitivo y el silencio como límite estructural. En las tres siguientes partes de nuestro estudio nos situamos en el marco histórico y cultural de la segunda posguerra y mostramos como en aquel momento se consolida el segundo espacio de definición del silencio como límite y, por ende, el esclarecimiento de sus ejes de tal manera que, en la segunda, tercera y cuarta partes, resolvemos en qué consisten los espacios denominados: como límite comprensivo, como límite cognitivo y como límite estructural mostrando, durante tal proceso, algunas de las manifestaciones artísticas que contribuyen a su configuración y que luego se hacen evidentes en el contexto del arte contemporáneo. Como aplicación práctica de esta tesis doctoral también presentamos la producción artística propia desarrollada al respecto en sus últimos apartados. Con los resultados obtenidos, tanto en el proceso de investigación como en el de nuestra práctica artística ¿que hemos aportado como enfoque teórico-práctico en el que se engloba la noción de silencio en las tres vertientes que presentamos, hallamos que la importancia de la noción de silencio es innegable para la producción artística contemporánea; localizando sus raíces en el despliegue que esta experimenta durante los dos primeros tercios del siglo XX. La implicación de la noción de silencio es notoria en los más variados lenguajes de las artes y en todos los estadios que atraviesa la configuración de la obra plástica: como actitud creativa, como tema de trabajo y como principio receptivo. Algo que, por otra parte, también tenemos la oportunidad de experimentar, mediante la práctica propia, en la producción y exhibición de nuestro trabajo artístico.
[CAT] EL SILENCI COM A LÍMIT COMPRENSIU, COGNITIU I ESTRUCTURAL: UNA LECTURA ESTÈTICA AL VOLTANT DE L' ART CONTEMPORANI. En síntesi, la present tesi estudia la noció de silenci com a límit d'acord amb l'impacte provocat per les dues guerres mundials del segle XX amb l'objectiu principal, de comprovar, la rellevància del paper que aquesta visió de silenci té per a la producció artística contemporània de les últimes dècades del segle XX i principis del XXI. Amb aquesta finalitat dividim la seua exposició en quatre parts: estudi i presa de posició respecte al silenci, silenci com a límit comprensiu, silenci com a límit cognitiu i silenci com a límit estructural. Aquesta investigació és el resultat d'un intent d'estudi sistemàtic de la noció de silenci en el qual treballem dialècticament fent palesa de la nostra metodologia la reducció d'allò particular a allò general per després operar deductivament, i comprovar que aquesta globalitat reverteix de bell nou en l'especificitat. D'acord amb això, en la primera part estudiem per què és més aconsellable tractar d'acostar-nos a la noció de silenci des d'un punt de vista general i obert, acceptant i tractant d'integrar l'excés de què és partícip, comprenent que els límits que se li associen són tan volubles com volubles puguen ser els continguts que l'informen. S'observa, a més, que prendre l'impacte de la Gran Guerra com a primer espai de definició per al tractament del silenci com a límit, no tan sols ens permet mantenir, sinó també fonamentar eixos tres terrenys que postulem afectes al silenci: el silenci com a límit comprensiu, el silenci com a límit cognitiu i el silenci com a límit estructural. En les tres següents parts del nostre estudi ens situem en el marc històric i cultural de la segona postguerra i mostrem com en aquell moment es consolida el segon espai de definició del silenci com a límit i, consegüentment, l'esclariment dels seus eixos de tal manera que, en la segona, tercera i quarta parts, resolem en què consisteixen els espais denominats: com a límit comprensiu, com a límit cognitiu i com a límit estructural. Tot mostrant durant aquest procés algunes de les manifestacions artístiques que contribueixen a la seua configuració i que després es fan evidents en el context de l'art contemporani. Com a aplicació pràctica de la present tesi doctoral també presentem la producció artística pròpia desenvolupada en els seus últims apartats. Amb els resultats obtinguts, tant en el procés d'investigació com en el de la nostra pràctica artística associada, trobem que la importància de la noció de silenci és innegable per a la producció artística contemporània tot localitzant els seus arrels en el desplegament que la noció de silenci experimenta durant els dos primers terços del segle XX. La implicació de la noció de silenci és notòria en els més variats llenguatges de les arts i en tots els estadis que travessa la configuració de l'obra plàstica: com a actitud creativa, com a tema de treball i com a principi receptiu. Quelcom que, per altra banda, també tenim l'oportunitat d'experimentar mitjançant la pràctica pròpia, en la producció i exhibició del nostre treball artístic.
Garriga Inarejos, R. (2015). EL SILENCIO COMO LÍMITE COMPRENSIVO, COGNITIVO Y ESTRUCTURAL: UNA LECTURA ESTÉTICA EN TORNO AL ARTE CONTEMPORÁNEO [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/55047
TESIS
Premiado
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GONZALEZ, GONZALEZ DAVID ELI 515654, and GONZALEZ DAVID ELI GONZALEZ. "El derecho a la música y al silencio." Tesis de doctorado, Universidad Autónoma del Estado de México, 2020. http://hdl.handle.net/20.500.11799/108993.

Full text
Abstract:
Tesis de doctorado
La hipótesis central de la tesis es la siguiente: Hay ausencia de una valoración ética y jurídica de los derechos a la música y al silencio, tanto en la vida cotidiana como en las legislaciones internacionales; es imperativo el reconocimiento y uso de la música y el silencio como instrumentos para reconocer los derechos humanos y promover una vida ética y saludable. Hay una realidad social reflejada en la música, la cual es parte de la vida cotidiana y se destina para muchos fines. El uso que ahora se da a la música sigue siendo de invasión a la quietud y silencio de las personas. Por lo anterior, se deben conocer las diversas concepciones en cuanto a la relación que existe entre la música, la filosofía y la ética, para promover virtudes por medio de la armonía y la empatía hacia otras culturas. Los filósofos concuerdan en su mayoría que las virtudes éticas o los vicios se pueden adquirir por medio de la música, si una emoción, no surge de la protección a los derechos humanos no debe ser considerada. Después de analizar diversos argumentos se llega a la conclusión de que la música es un lenguaje y permite tener una visión cognitiva de las emociones con mayor impacto que las otras bellas artes. La sonoterapia y la musicoterapia deben ser consideradas dentro de los tratamientos reconocidos para ayudar al bienestar y contribuir a la salud de las personas. Es importante la recuperación del silencio para vivir. El derecho a la música está reconocido por International Music Council, el cual debe ser considerado en las legislaciones actuales y a su vez se deben establecer políticas públicas para su cumplimiento. Después de analizar diversas alternativas o perspectivas con relación al multiculturalismo y la autonomía, se llega a la conclusión que propiciar simultáneamente la autonomía personal y las costumbres de los pueblos desde una visión comunitaria es la acción más adecuada para promover los derechos humanos. Otro aspecto a considerar es que más allá de las culturas es importante reconocer las virtudes del silencio, su importancia en la ética de la atención plena y su revaloración en diversos campos de estudio, como la medicina. Finalmente, el silencio está estrechamente relacionado con una vida basada en virtudes éticas. La generosidad, la fidelidad, la empatía, la compasión, la gratitud, la aceptación y la ecuanimidad, pueden ser cultivadas mediante el silencio para el fundamento de una vida ética.
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Heller, Alberto Andrés. "John Cage e a poética do silêncio." Florianópolis, SC, 2008. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/91918.

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Abstract:
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão. Programa de Pós-graduação em Literatura
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Esta tese se propõe a analisar o silêncio a partir da obra de John Cage (especialmente a literária e a musical). Esse silêncio, inicialmente compreendido por Cage como um empírico (a pausa em música), revela-se gradualmente um transcendente: não mais uma substância nem a simples ausência de som, mas um modo da ação (modo de silêncio), aparecendo como estilo, profundidade, aura, dimensão, verticalidade, densidade. Esse silêncio implica modos de percepção e temporalidade próprios, descritos aqui a partir das noções de Gelassenheit (Heidegger) e Awareness (Gestalt) e estabelecendo conexões com as noções de Invisível em Merleau-Ponty e de Nada no Zen-budismo.
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Mateu, Serra Rosa. "El Lugar del silencio en el proceso de comunicación." Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2001. http://hdl.handle.net/10803/8173.

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Abstract:
El propòsit d'aquesta tesi és situar el paper del silenci dins del procés de la comunicació, partint de la convicció inicial que el seu caràcter contradictori amb la parla però a la vegada inherent a ella, necessita un especial anàlisi des d'una teoria general de la comunicació.

Paraula i silenci s'expliquen com a conceptes no oposats, sinó necessaris recíprocament. El caràcter fronterer del silenci entre el món de la comunicació verbal i no verbal explica l'òptica interdisciplinar que predomina en aquest estudi, el qual, a partir de pressupòsits de la teoria de la comunicació i de la pragmàtica, especialment, incideix en la seva concepció en diferents espais del saber, des del món de la literatura o la religió al món de les arts, tenint en compte tanmateix qüestions terminològiques o la relativitat cultural a la qual està sotmés.

La quantitat de tipologies i funcions atribuïdes al silenci demostra la seva qualitat d'espai operatiu i interioritzat pels parlants; per tant, una sistematització subordinada a l'anàlisi contextual no pot ser aliena al futur de la Lingüística.
El objetivo de esta tesis es situar el lugar del silencio en el proceso de la comunicación, partiendo de la convicción inicial de que su misma naturaleza contradictoria con el habla pero a la vez inherente a ella, necesita un especial análisis desde una teoría general de la comunicación.

Palabra y silencio se explican como conceptos no opuestos, sino necesarios recíprocamente. La naturaleza fronteriza del silencio entre el mundo de la comunicación verbal y no verbal, así como su carácter no lineal, heterogéneo y complejo, explica el enfoque interdisciplinar que predomina en esta tesis, el cual partiendo de los presupuestos teóricos propios de la teoría de la comunicación y la pragmática, especialmente, hace hincapié asimismo en su concepción en diferentes espacios del saber, desde el mundo literario o la religión al mundo de las artes, teniendo en cuenta cuestiones terminológicas o la relatividad cultural a la que el silencio está sometido.

La creciente cantidad de tipologías y funciones atribuidas al silencio demuestra que es un espacio operativo e interiorizado por los hablantes, por lo que una sistematización, subordinada al análisis contextual, no puede ser ajena al futuro de la Lingüística.
This dissertation strives to ascertain the role of silence in the communication process. The starting point is the conviction that silence's contradictory relationship towards speech, that it both negates and illuminates, requires a special mode of analysis, inserted in a general theory of communication.

Both world and silence exist as complementary notions that do not oppose each other. The liminarity of silence ?equidistant to both, verbal and non-verbal communication? requires the interdisciplinary approach that this study uses. Starting from the theoretical principles of both pragmatics and communication theory, it encompasses also the contributions from disciplines as diverse as literature, religion and art. It takes into account issues of terminology, and also the forces of cultural relativism to which it is subject to.

The increasing number of functions and tipologies attributed to silence proves its necessity as an operative and interiorized notion among speakers. Its sistematic study, subordinated to contextual analysis, should be an important discipline in the future study of Linguistics.
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Ramírez, Morrison José Ignacio, and Miño Alex Humberto Muñoz. "Silencio administrativo. Dogmática general, derecho comparado y legislación nacional." Tesis, Universidad de Chile, 2012. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/112929.

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Abstract:
Memoria (licenciado en ciencias jurídicas y sociales)
La presente memoria de licenciatura tiene por objetivo efectuar un estudio sistemático de la institución del silencio administrativo. Teniendo en vista aquello, es que el trabajo se ha dividido en tres capítulos, los que a continuación mencionamos. El primer capítulo, titulado dogmática general del silencio administrativo, efectúa el análisis del sustento doctrinario de la institución. Comprendiendo que se trata de un aspecto que ofrece innumerables aristas es que hemos procedido a dividirlo en varios acápites, a fin de hacer más accesible la comprensión de todos los problemas que plantea. Este enfoque metodológico nos obliga a advertir la profunda interrelación existente entre cada uno de los tópicos analizados, lo que explica la suerte de imbricación que se produce y puede servir de disculpa ante los cuestionamientos referentes al porqué de los criterios de agrupación elegidos. También queremos hacer presente que las continuas referencias a la legislación española en este capítulo únicamente tienen por objetivo ilustrar las materias tratadas. La intención ha sido trascender legislaciones específicas, aunque la indesmentible influencia doctrinaria del régimen español resulta insoslayable. El segundo capítulo se encarga del somero estudio de la regulación que del silencio administrativo han efectuado ciertas legislaciones comparadas. Por las razones anotadas en el párrafo anterior, el análisis del régimen español es el más acucioso. La elección del resto de los países europeos (Francia, Alemania e Italia) se explica por la eminencia e influencia de sus regulaciones, lo que pretendemos demostrar en el desarrollo de la obra. Por lo que respecta a las legislaciones americanas tratadas, el factor que nos indujo a elegirlas y estudiarlas fue el de exponer, al menos tangencialmente, el contraste entre ellas y nuestro propio ordenamiento, sabiendo que estos países comparten un desarrollo jurídico y socioeconómico similar al nuestro. El tercer y último capítulo es el del estudio de la regulación que nuestro país ha hecho del silencio administrativo. En él se efectuará un análisis detallado de la Ley 19.880, 2 sobre Bases de los Procedimientos Administrativos, además de hacer mención a algunas paradigmáticas legislaciones sectoriales que se han encargado de regular en su ámbito la cuestión del silencio administrativo. El objetivo es tratar de dilucidar si el régimen chileno obedece a ciertos lineamientos macro-estructurales o se trata de una regulación variopinta sin mayor relación entre sus diversos elementos. Para dicho análisis se utilizará el bagaje doctrinario expuesto en el primer capítulo de esta obra, además de menciones esporádicas a la jurisprudencia, incluyendo la sui generis de la Contraloría General de la República. El objetivo de nuestro trabajo es indudablemente ambicioso. Eso, junto al interés inherente que supone el estudio de una herramienta que intenta hacer frente a la desidia de las administraciones públicas, amén de la notable falta de trabajos en nuestro país a su respecto, explica que nos hayamos consagrado a este tema. Esperamos que el resultado de nuestra investigación sirva de alguna utilidad
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Oliveira, Vitoria Peres de. "O caminho do silencio : um estudo do grupo SUFI." [s.n.], 1991. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/281769.

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Abstract:
Orientador : Carlos Rodrigues Brandão
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-07-14T04:14:30Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Oliveira_VitoriaPeresde_M.pdf: 4202656 bytes, checksum: e35971ad90de89e038b6cfec524f05ee (MD5) Previous issue date: 1991
Resumo: Não informado
Abstract: Not informed
Mestrado
Mestre em Antropologia Social
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Fabián, Salvador Julio Andrés. "El silencio de la máquina y las ciencias exactas." Master's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2015. https://hdl.handle.net/20.500.12672/9074.

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Abstract:
El documento digital no refiere un asesor
Publicación a texto completo no autorizada por el autor
La poesía latinoamericana del siglo XX ha poetizado sobre temas o tópicos cercanos a las ciencias exactas y la tecnología. Los grandes experimentos que se ejecutan en grandes laboratorios para entender la composición fundamental de la materia, las nuevas observaciones astrofísicas y la nueva tecnología serán, en un tiempo cercano, acopladas, con descaro seguramente, en la poesía en lengua española. Se irán adhiriendo palabras del lenguaje netamente científico a la lírica del idioma español, pues las nuevas generaciones de poetas están en capacidad de hacerlo. En El silencio de la máquina, el poeta ha remarcado el vínculo entre poesía y ciencia. De una forma lírica describe leyes y conceptos de las ciencias naturales usando un lenguaje directo e inteligible. Los poemas del libro han sido escritos combinando el verso medido y el verso libre. En la mayoría de versos medidos, se ha preferido el uso de endecasílabos y de un ritmo yámbico. El texto, casi en su totalidad, utiliza monólogos, esa primera persona del singular es diferente en cada uno de los poemas y tiene en cuenta la vida y el aporte de cada científico. Es poesía ficcional, pero con nexos con la verdad científica.
Tesis
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Farfán, Escobar Claudia. "El silencio forzado de los presos políticos en democracia." Tesis, Universidad de Chile, 2006. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/145680.

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Abstract:
Memoria para optar al Título de Periodista
Este es un reportaje de investigación sobre la situación de los presos políticos en la transición democrática, cuya finalidad es hacer hincapié en el “silencio” en que se han mantenido las vivencias de un grupo de militantes pertenecientes al Movimiento de Izquierda Revolucionaria (MIR), Frente Patriótico Manuel Rodríguez (FPMR) y Mapu Lautaro, que cayeron detenidos a inicios de los noventa. En el presente trabajo se expone las motivaciones que tuvieron los grupos para seguir con la lucha armada en la transición, y cómo el gobierno reaccionó frente la incómoda presencia de los subversivos, implementando una fuerte persecución mediante organismos de inteligencia y construyendo un penal de alta seguridad para su reclusión. Paralelamente a este relato está la historia carcelaria desbordada por los quiebres disciplinarios que realizaron los presos políticos por mejorar las condiciones en prisión y las movilizaciones que apuntaron hacia la libertad. En todo este proceso se conjugaron factores atentatorios contra los detenidos, como tortura, faltas al debido proceso, intervención de tribunales militares y aplicación de leyes utilizadas en dictadura para controlar la subversión. Este trabajo examina un pasaje de la historia de la transición democrática sobre el cual pesó el ocultamiento. Un silencio forzado que trató de amordazar las violaciones a los derechos humanos de un grupo de personas que actuaron bajo móviles políticos arribada la democracia.
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