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Journal articles on the topic 'Simulazioni da principi primi'

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Paola, Domingo, Riccardo Franchi, and Lorenzo Ravera. "Storia di una ricerca." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 12 (November 21, 2022): 117–28. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.6.

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Abstract:
L’attività didattica descritta ha avuto origine da un classico problema di calcolo combinatorio e probabilità che si sono posti due studenti di una quinta liceo scientifico, che sono anche due degli autori di questo articolo. Si descrivono i primi tentativi di risoluzione, l’uso della simulazione al computer per cercare di ottenere informazioni sulla soluzione, due diversi approcci per la ricerca di regolarità che aiutassero a risolvere il problema, la ricerca di conoscenze matematiche che aiutassero a dare un senso ai risultati delle simulazioni, il tentativo di spiegare alle compagne e ai compagni tutto il lungo e articolato processo di approccio al problema, che si configura come una vera e propria attività di ricerca.
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Pedley, Mary. "The manuscript papers of Diego de Revillas in the Archive of the British School at Rome." Papers of the British School at Rome 59 (November 1991): 319–24. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009752.

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Abstract:
LE CARTE MANOSCRITTE DI DIEGO DE REVILLAS NELLA BRITISH SCHOOL AT ROMEL'archivio della British School at Rome conserva in due scatole le carte manoscritte del prete girolamino Diego de Revillas (1690–1746), comprate da Thomas Ashby nel 1902 da Constantino Corvisieri che a sua volta le aveva acquistate dal monastero girolamino di S. Alessio e Bonifacio sull'Aventino. Revillas, amante di scienze nella tradizione dell'illuminismo, studiò varie discipline: la fisica, la fisiologia, la metereologia, la topografia classica e la cartografia. I manoscritti della British School contengono note e documenti di molti lavori pubblicati da Revillas, ed anche, diari, schizzi di cartografia ed osservazioni metereologiche a Roma (fù uno dei primi ad usare gli strumenti di Celsius e Réaumur). Le carte sono molto importanti per gli studiosi di topografia classica (che dal tempo di Ashby ne hanno beneficiato) come è dimostrato dalle osservazioni dettagliate di Revillas sulle antichità delle regioni Marsicana e Tiburtina. Le note rivelano anche che egli fu uno dei primi a Roma ad impiegare il rilevamento trigonometrico nella costruzione delle mappe a grande scala. A causa dei legami con il circolo del Cardinale Alessandro Albani e i principi Stuart, le sue carte rivelano l'ambiente scientifico della Roma del XVIII secolo.
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Paganini, Claudia. "Per un'etica dei media. Alla ricerca di un approccio normativo." Salesianum 81, no. 1 (2019): 163–83. https://doi.org/10.63343/xt6866oj.

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Abstract:
Nel presente articolo si perseguono tre intenti. 1) Viene descritto brevemente lo sviluppo dell’etica dei mass media a partire dai primi approcci di etica individualistica fino ai giorni nostri. In questo contesto si cerca anche di fornire una panoramica degli approcci etici normativi sviluppati per la comunicazione mediatica. 2) Vengono descritti i differenti campi della comunicazione mediatica e si difende la tesi che questi debbano essere oggetto di un’etica dei media complessiva. Se infatti l’etica dei media viene suddivisa nelle sue singole componenti – etica giornalistica, etica delle immagini, etica della pubblicità etc. – si corre il rischio che perda decisamente di importanza. 3) Viene infine proposto un approccio normativo, che fino ad oggi nel contesto dell’etica dei media non è ancora stato discusso. Questo fa riferimento ai principi esposti da Beauchamp e Childress e cerca di ricostruire un nucleo centrale della morale, che può divenire fondamentale per l’etica dei media.
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Salvi, Sergio. "La "rivoluzione verde" di Nazareno Strampelli." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2011): 107–21. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003006.

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Abstract:
Nazareno Strampelli (1866-1942) fu il più importante genetista agrario italiano durante i primi quattro decenni del ventesimo secolo. Grazie all'applicazione dei principi dell'ibridazione e della genetica mendeliana nel suo programma di miglioramento genetico del frumento avviato a Rieti fin dal 1903, egli creò numerose varietà di frumento a fusto breve, resistenti alle "ruggini" e a maturazione precoce, molto simili alle cosiddette "varietà ad alto rendimento" ottenute negli anni Cinquanta da Norman Borlaug e ampiamente diffuse in tutto il mondo all'epoca della "rivoluzione verde". Dopo la seconda guerra mondiale, le varietà di Strampelli (protagoniste della cosiddetta "Battaglia del grano" lanciata in Italia dal regime fascista nel 1925) furono rapidamente ed ampiamente adottate dai principali Paesi produttori di frumento, giocando un ruolo fondamentale nei rispettivi programmi di miglioramento genetico così come nei moderni approcci volti a combattere i nuovi ceppi emergenti di ruggine. Oggi, nonostante il rimarchevole ruolo giocato da quelle varietà italiane sulla produzione mondiale di frumento sia stato ampiamente dimostrato, Nazareno Strampelli continua a non essere adeguatamente riconosciuto né come il "precursore" della "rivoluzione verde", né come uno scienziato autentico.
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Sparacia, G., R. Lagalla, M. De Maria, and A. E. Cardinale. "La risonanza magnetica funzionale nello studio dell'ischemia cerebrale in fase iperacuta." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 5 (1996): 529–40. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900504.

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Abstract:
Nell'ambito delle potenzialità di studi funzionali con risonanza magnetica (fMRI), la tecnica «diffusion-weighted imaging» (DWI) – consentendo la misurazione «in vivo» delle alterazioni del coefficiente di diffusione apparente (ADC) delle molecole dell'acqua nel contesto del tessuto encefalico – riveste un ruolo di preminente importanza quale strumento di valutazione non invasivo del danno ischemico cerebrale in fase iperacuta. Nei pazienti affetti da ictus cerebrale il focolaio ischemico si dimostra, sin dai primi minuti dalla sua insorgenza, come area di iperintensità di segnale nelle immagini DWI in relazione alla riduzione del coefficiente di diffusione apparente che consegue al deficit energetico indotto dall'ipossia ischemica e all'associata insorgenza dell'edema citotossico. Attraverso la tecnica DWI è pertanto possibile identificare il focolaio ischemico con netto anticipo rispetto alla comparsa di anomalie di segnale nelle immagini RM convenzionali T2 ponderate. In questo articolo vengono discussi i principi fisici e i preliminari riferimenti metodologici di questa tecnica funzionale, nonché le potenzialità diagnostiche nella valutazione dell'ischemia cerebrale. In particolare, l'utilizzo di sequenze Eco-Planari (EPI) «diffusion-weighted» consente di ipotizzare larghe prospettive di impiego della tecnica DWI nel monitoraggio dell'evoluzione dell'ischemia cerebrale, con riferimento anche all'avvento di nuove strategie terapeutiche che consentano di realizzare in ambito neurologico quanto, in ambito cardiologico, è già stato messo in atto per il trattamento precoce dell'ischemia miocardica.
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Spagnolo, A. G., D. Sacchini, G. Torlone, and A. A. Bignamini. "Il laboratorio del Comitato Etico - 1. Istituzione e procedure operative standard." Medicina e Morale 48, no. 2 (1999): 221–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.804.

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Abstract:
L’articolo, il primo di una serie di contributi 2ad hoc2 che verranno pubblicati su “medicina e Morale”, intende esaminare in concreto i problemi pratici inerenti l’attivazione e il funzionamento dei Comitati Etici (CE) alla luce dell’emanazione delle specifiche linnee-guida dell’Uniione Europea (International Conference on Harmonisation – Good Clinical Practice, ICH-GCP) e dei Decreti del Ministero della Sanità che le hanno recepite e regolamentate in Italia.
 Gli autori, dopo aver preso in considerazione il ruolo dei CE nell’iter della sperimentazione clinica di nuovi prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici, si soffermano sul tema dell’istituzione e della legittimità dei CE secondo la normativa vigente. Vengono inoltre fornite indicazioni dettagliate sui primi “obblighi” che i CE si ttrovano ad assolvere e cioè la preparazione “ex novo”/revisione dello statuto istitutivo e del regolamento interno con le relative procedure operative standard (Standard Operative Procedures o SOP). Tali indicazioni si basano non solo sui citati decreti, ma anche sulle diverse linee-guida internazionali in materia.
 Riguardo allo statuto vengono evidenziati gli elementi considerati irrinunciabili nella sua stesura: 1. i principi di riferimento; 2. le funzioni del Comitato; 3. la composizione. In merito alle SOP, i punti indispensabili ai fini della loro elaborazione riguardano le procedure inerenti: 1. riunioni, cariche e avvicendamento dei membri del CE; 2. presentazione della richiesta di approvazione al CE; 3. l’esame della documentazione presentata; 4. la decisione del parere; 5. la comunicazione del parere; la emissione del giudizio di notorietà; 6. il monitoraggio della sperimentazione; 7. l’archiviazione e l’accesso alla documentazione; 8. la revisione delle procedure e gli eventuali allegati.
 In appendice all’articolo vengono infine proposti due facsimile di statuto del CE e di SOP, che possono essere utilizzati come base per redigere e adattare alle realtà locali tali documenti da parte dei singoli CE.
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Danusso, Cristina. "Filippo Vassalli e l'epurazione dal fascismo." Italian Review of Legal History, no. 10/1 (October 9, 2024): 131–88. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/26094.

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Abstract:
Il saggio, ambientato nel tormentato e confuso periodo successivo alla caduta del fascismo, si articola in due parti: nella prima si ricostruisce il coinvolgimento di Filippo Vassalli, eminente professore e stimatissimo avvocato, nelle vicende epurative dell’Università di Roma. Dopo aver rifiutato l’incarico di membro del Comitato di risanamento dell’Ateneo, Vassalli fu inserito nella lista degli epurandi e deferito dall’Alto Commissariato per le sanzioni contro il fascismo alla Commissione di epurazione del personale universitario. Con un’accurata e puntuale memoria, egli dimostrò l’infondatezza delle accuse che gli venivano rivolte e venne prosciolto.Nella seconda parte del saggio si esamina, invece, il lungo percorso attraverso il quale Vassalli, inizialmente da solo, difese i senatori dichiarati decaduti dall’Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo, e cercò di riabilitare persone che considerava degne di stima e di rispetto, in nessun modo paragonabili ai gerarchi fascisti.Dichiarando apertamente di voler evitare ogni polemica di tipo politico, si tenne strettamente aderente alle categorie giuridiche e, sul presupposto che la sanzione imposta ai senatori avesse carattere penale, imperniò i primi sei ricorsi sull’art. 528 cpp che ammetteva «in ogni tempo» il ricorso straordinario alla Cassazione a Sezioni Unite contro le sentenze di condanna dei giudici speciali. Le Sezioni Unite penali, con ordinanza 15 gennaio 1946, li dichiararono inammissibili, senza però chiudere del tutto la possibilità di controllo giudiziario in sede diversa. I nuovi scenari, aperti dall’eccezionale vicenda giudiziale, attrassero l’attenzione di parecchi giuristi di spicco e nacque un vivacissimo dibattito.Nel periodo successivo, non pochi furono i mutamenti del contesto politico e giuridico: al dominio della sinistra radicale si era andato gradualmente sostituendo quello del centro democratico e, dopo gli eccessi dell’«epurazione selvaggia», si era imboccata la strada della pacificazione civile.Vassalli riprese l’iniziativa in difesa di un buon numero di senatori. Questa volta anche altri avvocati si attivarono e presentarono ricorsi alle Sezioni Unite civili. Tutti fecero perno sull’art. 362 cpc, che ammetteva il ricorso per cassazione «in ogni tempo» contro le sentenze di un giudice speciale per motivi attinenti alla sua giurisdizione. Con un solo voto di maggioranza, nella sentenza 9 giugno – 9 luglio 1946, gli alti magistrati accolsero il motivo di ricorso basato sull’eccesso di potere compiuto dall’Alta Corte. Tutte le ordinanze impugnate furono pertanto cassate senza rinvio per difetto assoluto di giurisdizione del giudice speciale che le aveva emanate.La sentenza suscitò la reazione di colui che aveva presieduto l’Alta Corte, il giudice Lorenzo Maroni, che, in un articolo su “La Giustizia Penale”, affermò di aver agito nel solo interesse della Nazione, «per superiori esigenze di politica interna ed estera» e sostenne che le ordinanze di decadenza emesse dall’Alta Corte, costituendo «esercizio di una potestà esplicata nella sfera costituzionale per fini decisamente politici», erano sottratte a qualsiasi sindacato dell’autorità giudiziaria. La prospettiva in cui il magistrato si poneva, di opportunità politica, era molto lontana da quella rigorosamente giuridica di Vassalli.Dopo la sentenza delle Sezioni Unite civili, vennero presentati altri ricorsi, con esiti non sempre favorevoli: i magistrati, infatti, ritennero che le ordinanze di decadenza motivate dall’adesione alla Repubblica di Salò, cioè «al governo di tradimento nazionale e di guerra civile», fossero pienamente valide, in quanto contenenti un addebito specifico e di rilevante gravità, e rigettarono i ricorsi.Nonostante quest’ultima parziale sconfitta, Vassalli aveva dimostrato che anche in circostanze eccezionali e nel generale disorientamento in cui versava l’Italia postfascista, le ragioni della politica dovevano rimanere incardinate ai solidi punti di riferimento che solo il diritto poteva fornire, perché la riedificazione delle istituzioni democratiche non poteva prescindere dai basilari principi della convivenza civile.
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La Grassa, Matteo, and Monica Barni. "COMPETENZE CHIAVE PER IL CURRICOLO VERTICALE: L’OPINIONE DEGLI INSEGNANTI E I MATERIALI DIDATTICI." Italiano LinguaDue 16, no. 2 (2025): 351–64. https://doi.org/10.54103/2037-3597/27849.

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Abstract:
In questo contributo si presentano i primi risultati di una indagine qualitativa, condotta in istituti scolastici della Toscana, che ha inteso verificare quale conoscenza e quale importanza sia data in ambito educativo alle Competenze chiave per l’apprendimento permanente descritte dalla Raccomandazione europea del 2006 e aggiornate dalla Raccomandazione del 2018 e se è presente all’interno di scuole una progettualità sistematica su tali competenze e se siano date le condizioni per un loro effettivo sviluppo in ottica verticale e trasversale alle varie discipline. Inoltre, per rilevare eventuali riferimenti allo sviluppo verticale delle competenze prese in considerazione sono stati presi in esame alcuni libri di testo di italiano utilizzati nell’ultimo anno della scuola primaria e nel primo anno della scuola secondaria di primo grado. In base ai dati raccolti emerge che le competenze chiave indagate rappresentano per i docenti intervistati validi principi ispiratori utili alla realizzazione di percorsi educativi in vari ordini scolastici; la trasversalità e la verticalità sono considerate importanti elementi per lo sviluppo di queste competenze. Tuttavia emerge anche che un approccio ‘verticale’ risulta molto complesso da attuare per ragioni logistiche e organizzative e per la mancanza di una formazione specifica che possa favorire il dialogo costruttivo tra gruppi di docenti con competenze e obiettivi disciplinari diversi. Per quanto riguarda i libri di testo presi in esame essi mostrano diverse lacune nel favorire il pieno sviluppo delle competenze chiave in quanto ancora legati a un impianto linguistico e pedagogico tradizionale e, in generale, non vi si ritrovano indicazioni sullo sviluppo progressivo e verticale delle competenze. Key competences for the vertical curriculum: teachers’ opinions and teaching materials In this contribution we present the first results of a qualitative survey, carried out in schools in Tuscany, which aimed to verify what knowledge and importance is given in the educational sphere to the Key Competences for Lifelong Learningdescribed by the 2006 European Recommendation and updated by the 2018 Recommendation, and whether there is systematic planning on these competences within schools and whether the conditions are in place for their effective development from a vertical and transversal perspective across the various disciplines. Furthermore, in order to detect any references to the vertical development of the skills taken into consideration, some Italian textbooks used in the last year of primary school and the first year of secondary school were examined. On the basis of the data collected, it emerges that the key competences investigated represent for the teachers interviewed valid inspiring principles useful for the realisation of educational pathways in various school orders; transversality and verticality are considered important elements for the development of these competences. However, it also emerges that a ‘vertical’ approach is very complex to implement for logistical and organisational reasons and due to the lack of specific training that can foster constructive dialogue between groups of teachers with different competences and disciplinary objectives. With regard to the textbooks examined, they show several shortcomings in fostering the full development of key competences insofar as they are still tied to a traditional linguistic and pedagogical framework and, in general, there are no indications of the progressive and vertical development of competences.
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Gelo, Omar C. G., Andrea F. Auletta, and Diana Braakmann. "Aspetti teorico-metodologici e analisi dei dati nella ricerca in psicoterapia. Parte I: La ricerca sull'esito e la ricerca sul processo dagli anni '50 agli anni '80." Research in Psychotherapy: Psychopathology, Process and Outcome 13, no. 1 (2010). http://dx.doi.org/10.4081/ripppo.2010.10.

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Abstract:
La psicoterapia puù essere descritta facendo riferimento a due dimensioni principali: l'esito (ovvero gli effetti di un trattamento) e il processo (ovvero ciò che accade nel corso di un trattamento). Nelle sue prime fasi, lo studio empirico della psicoterapia si è concentrato principalmente, anche se non esclusivamente, su questi due aspetti distinti, dando origine a ciò che prende il nome di ricerca sull'esito e ricerca sul processo psicoterapeutico. In questo periodo, che va dai primi anni '50 ai primi anni '80, nasce e si afferma quello che può essere definito il paradigma classico della ricerca in psicoterapia, caratterizzato da una adesione ai principi metodologici della scienza neo-positivistica. Con il presente articolo intendiamo descrivere le caratteristiche principali della ricerca sull'esito e sul processo terapeutico nel corso di queste tre decadi, con particolare riferimento ai diversi approcci e disegni di ricerca, ai livelli di osservazione, e all'analisi dei dati. Inoltre, ci proponiamo di discutere quelli che noi consideriamo essere gli aspetti critici in ciascuno di questi due diversi ambiti di ricerca.
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Franceschi, Fabio. "Le istituzioni ecclesiastiche nel Settecento in Italia tra potere spirituale e potere secolare." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, December 1, 2010. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/23946.

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Abstract:
Il contributo è destinato alla pubblicazione nel prossimo numero della Rivista Diritto e religioni SOMMARIO: 1. Le istituzioni ecclesiastiche in Italia nei primi decenni del XVIII secolo: uno sguardo d’assieme - 2. L’avvio di una politica riformista da parte dei principi della penisola e l’affermarsi del giurisdizionalismo di matrice confessionista quale sistema di rapporto tra gli Stati italiani e la Chiesa - 3. La svolta di metà secolo. Aumento dell’ingerenza delle autorità civili nell’organizzazione e nell’attività delle Chiese locali. Assunzione da parte delle stesse di autonome competenze normative in materia di istituzioni e di patrimonio della Chiesa. Parziale inquadramento delle istituzioni ecclesiastiche in seno alle organizzazioni statuali - 4. I principali provvedimenti adottati negli Stati della penisola nel campo delle istituzioni e del patrimonio ecclesiastico - 5. Provvedimenti soppressivi di istituzioni esistenti - 6. (segue) Misure dirette a cancellare i privilegi e le immunità delle istituzioni ecclesiastiche ed a contrastare il fenomeno della manomorta - 7. (segue) Misure dirette a riformare l’organizzazione e l’attività della Chiesa in sede locale e a sottoporre le istituzioni ecclesiastiche al controllo dell’autorità civile - 8. (segue) Misure dirette a secolarizzare le funzioni assistenziali ed educative. Sottrazione dei relativi ambiti di attività alla Chiesa ed alle sue istituzioni - 9. (segue) Rivendicazioni statali in tema di creazione delle istituzioni ecclesiastiche. Tentativi volti ad affermare la necessità e il carattere essenziale del riconoscimento o della confirmatio imperantis dei corpi morali in genere, e delle istituzioni ecclesiastiche in particolare - 10. Istituzioni secolari ed istituzioni regolari. Incidenza dell’azione degli Stati sull’assetto della ripartizione fra le due componenti dell’organizzazione ecclesiastica. L’ostilità dei sovrani riformatori nei confronti dell’organizzazione regolare e della Compagnia di Gesù in particolare. Soppressione di conventi e monasteri - 11. Le istituzioni del clero secolare. Rafforzamento degli episcopati locali e delle strutture organizzative diocesane come effetto della politica ecclesiastica riformista degli Stati italiani. Parziale riorganizzazione, territoriale e funzionale, delle parrocchie e dei seminari - 12. Considerazioni conclusive.
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Franceschi, Fabio. "Le istituzioni ecclesiastiche nel Settecento in Italia tra potere spirituale e potere secolare." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, December 1, 2010. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/23948.

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Abstract:
Il contributo è destinato alla pubblicazione nel prossimo numero della Rivista "Diritto e religioni". SOMMARIO: 1. Le istituzioni ecclesiastiche in Italia nei primi decenni del XVIII secolo: uno sguardo d’assieme - 2. L’avvio di una politica riformista da parte dei principi della penisola e l’affermarsi del giurisdizionalismo di matrice confessionista quale sistema di rapporto tra gli Stati italiani e la Chiesa - 3. La svolta di metà secolo. Aumento dell’ingerenza delle autorità civili nell’organizzazione e nell’attività delle Chiese locali. Assunzione da parte delle stesse di autonome competenze normative in materia di istituzioni e di patrimonio della Chiesa. Parziale inquadramento delle istituzioni ecclesiastiche in seno alle organizzazioni statuali - 4. I principali provvedimenti adottati negli Stati della penisola nel campo delle istituzioni e del patrimonio ecclesiastico - 5. Provvedimenti soppressivi di istituzioni esistenti - 6. (segue) Misure dirette a cancellare i privilegi e le immunità delle istituzioni ecclesiastiche ed a contrastare il fenomeno della manomorta - 7. (segue) Misure dirette a riformare l’organizzazione e l’attività della Chiesa in sede locale e a sottoporre le istituzioni ecclesiastiche al controllo dell’autorità civile - 8. (segue) Misure dirette a secolarizzare le funzioni assistenziali ed educative. Sottrazione dei relativi ambiti di attività alla Chiesa ed alle sue istituzioni - 9. (segue) Rivendicazioni statali in tema di creazione delle istituzioni ecclesiastiche. Tentativi volti ad affermare la necessità e il carattere essenziale del riconoscimento o della confirmatio imperantis dei corpi morali in genere, e delle istituzioni ecclesiastiche in particolare - 10. Istituzioni secolari ed istituzioni regolari. Incidenza dell’azione degli Stati sull’assetto della ripartizione fra le due componenti dell’organizzazione ecclesiastica. L’ostilità dei sovrani riformatori nei confronti dell’organizzazione regolare e della Compagnia di Gesù in particolare. Soppressione di conventi e monasteri - 11. Le istituzioni del clero secolare. Rafforzamento degli episcopati locali e delle strutture organizzative diocesane come effetto della politica ecclesiastica riformista degli Stati italiani. Parziale riorganizzazione, territoriale e funzionale, delle parrocchie e dei seminari - 12. Considerazioni conclusive.
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D’Ancona, Fortunato, Vincenza Gianfredi, and Francesco Vitale. "VACCINAZIONI NEL DIABETE: TUTTE A TUTTI O QUALI A CHI?" il Diabete 30, N. 4, dicembre 2018 (2018). http://dx.doi.org/10.30682/ildia1804d.

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Abstract:
I vaccini costituiscono uno degli interventi di sanità pubblica più efficaci, sicuri e più costo-efficaci (1). Grazie al diffondersi delle vaccinazioni è stato possibile eradicare completamente alcune malattie infettive, come il vaiolo, mentre per altre invece, come poliomielite, difterite e tetano se ne è ridotta drasticamente la diffusione. Vaccinarsi, non solo riduce la probabilità di contrarre una determinata patologia infettiva, ma diminuisce il rischio di complicanze e morte. Il valore della vaccinazione, però, non risiede solo nella protezione dell’individuo immunizzato, ma ha un alto valore etico e sociale poiché, per alcune malattie e in presenza di coperture vaccinali molto elevate, riducendo la circolazione del microrganismo, essa è in grado di indurre una protezione collettiva, detta anche herd immunity. Tale effetto è di particolare importanza per tutti coloro che, per condizioni di salute, deficit immunitari, terapie immunodepressive o età non possono effettuare la vaccinazione o nei quali la vaccinazione offre una protezione ridotta. Il valore della vaccinazione è ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sia nel Global Vaccine Action Plan 2011-2020 (2) sia nel relativo European Vaccine Action Plan 2015-2020 (3), enfatizza la sua importanza, riconoscendo la necessità che ogni individuo “possa godere di una vita libera dalle malattie prevenibili da vaccinazione”. In Italia il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 (4) del Ministero della salute riconosce gli stessi principi e con maggior forza, rispetto alle edizioni precedenti, sottolinea l’importanza della vaccinazione durante tutto il corso della vita. Nel calendario vaccinale nazionale, sono state riportate, infatti, non solo le vaccinazioni da effettuare nei primi anni di vita, ma anche le vaccinazioni da effettuare durante l’adolescenza e l’età adulta, così come le vaccinazioni raccomandate per soggetti a rischio. Il calendario vaccinale individua la tempistica delle vaccinazioni, stabilita sulla base dell’epidemiologia dell’infezione, verso cui è rivolta, e dallo stato immunitario del soggetto sottoposto a vaccinazione (ad esempio stato di maturità del sistema immunitario nel bambino, livello di CD4 nel soggetto affetto da HIV). Inoltre, il PNPV, partendo dall’analisi delle priorità, tra le quali rafforzare e mettere a sistema l’attenzione per i gruppi fragili, stabilisce una serie di obiettivi da perseguire, in particolare quello di garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d’età e nei soggetti affetti da alcune condizioni di rischio, tra cui le persone con il diabete.
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Rodríguez, Gonzalo Herranz. "La deontología médica desde la tradición hipocrática al Cristianismo." Medicina e Morale 59, no. 3 (2010). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2010.211.

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Abstract:
L’obiettivo fondamentale di questo articolo è quello di confrontare due versioni del giuramento di Ippocrate: quello famoso pagano e il “Giuramento secondo Ippocrate per come dovrebbe essere prestato da un cristiano”, pressocché sconosciuto. L’atteggiamento dei primi cristiani verso la medicina è stata guidata dalla loro memoria viva di Gesù, che, come guaritore e consolatore, non ha mai negato il suo aiuto ai malati, non solo ebrei, ma anche samaritani o pagani. I primi medici cristiani, di conseguenza, non ponevamo i pazienti in una posizione preferenziale, e quindi erano in grado di sviluppare una sintesi specifica di abilità professionale, di amore fraterno e il senso salvifico della sofferenza. Essi hanno risposto alla malattia umana non con esorcismi e magia, ma con la medicina e con un’etica medica sorprendentemente “moderna”. La versione cristiana del Giuramento presenta, nonostante l’accoglienza alla lettera di molti principi del giuramento pagano, alcune novità rivoluzionarie. La sostituzione nel giuramento alle divinità pagane con l’invocazione a Dio Padre e la dichiarazione di “non mentire” pone la nuova formula in una prospettiva di trascendenza e l’eternità. L’alleanza tra maestro e discepolo con l’aggiunta dei propri doveri di aiuti finanziari e dipendenza pratica si è mutata in un aperto riconoscimento del reciproco rispetto tra insegnante e studente. Nel nuovo contesto, l’essere posseduti da una forte vocazione professionale, diventa l’unico requisito per l’accesso all’apprendimento dell’arte medica. Ora la lealtà verso il paziente ha la precedenza sulla sottomissione al maestro: il corporativismo medico è bandito. La versione cristiana omette anche la la “clausola chirurgica”, così che le vecchie barriere alla pari dignità di tutte le specialità mediche sono state rimosse. In considerazione di questi e di altri valori del Giuramento cristiano, l’autore si rammarica della quasi universale ignoranza di questo importante documento, e della scarsità di studi dedicato alla sua storia e ai suoi contenuti. Il confronto delle due versioni, pagana e cristiana, aiuta a comprendere l’impatto emotivo e permanente che i medici cristiani dell’antichità hanno determinato all’etica della medicina. ---------- The basic aim of this article is to compare two versions of the Hippocratic Oath: the famous pagan one and the almost unknown “Oath according to Hippocrates in so far as a Christian may swear it”. The attitude of early Christians toward medicine was guided by their lively remembrance of Jesus, who, as healer and comforter, never denied his help to the sick, not only Jews, but also Samaritans or Pagans. Early Christian physicians, in consequence, placed patients without discrimination in a preferential position, and so they were able to develop a specific synthesis of professional prowess, brotherly love and a redemptive sense of suffering. They responded to human disease not with exorcisms or magic, but with medicine and with a surprisingly “modern” medical ethics. The Christian version of the Oath introduces, despite its literal acceptance of many tenets of the Pagan Oath, some revolutionary novelties. The substitution of the swearing by the pagan deities for the invocation to God the Father and the declaration “I lie not” places the new formula in a perspective of transcendence and eternity. The old covenant between master and disciple with its added duties of financial help and practice dependence is changed to an open recognition of mutual respect between teacher and student. In the new circumstances, to be possessed by a strong professional calling becomes the only requirement for access to the medical art’s learning. Now loyalty to the patient takes precedence over submissiveness to the master: medical corporativism is banished. The Christian version omits also the “surgery clause”, so the old barriers to the equal dignity of all medical specialties are removed. In view of these and other values of the Christian Oath, the author regrets the almost universal ignorance surrounding this important document, and the scarcity of studies devoted to its history and contents. All the same, the comparison of both versions, Pagan and Christian, of the Oath helps to understand the impressive and permanent impact that Christian physicians of the Antiquity brought about to the ethics of medicine.
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Rhonheimer, Martin. "La Creazione e la legge naturale a fondamento della morale della vita in Giovanni Paolo II." Medicina e Morale 56, no. 5 (2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.302.

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Abstract:
Giovanni Paolo II nel suo Magistero ha trattato ampiamente il tema della legge naturale, in particolare nell’Enciclica Veritatis Splendor, ove è possibile reperire una trattazione sulla definizione, l’essenza e le caratteristiche di essa secondo l’insegnamento di Tommaso d’Aquino. La legge naturale è una legge propria dell’uomo creato quale essere libero e razionale, la cui ragione, partecipe della ragione divina e ordinatrice, è capace di reperire in se stessa, in base alle inclinazioni naturali della persona umana, i principi primi e, in tal modo, svolgere funzione normativa e di discernimento sul bene e sul male. La legge naturale è la stessa ragione umana in quanto compie questo ruolo normativo nell’unità sostanziale di corpo e anima spirituale. Nella Veritatis Splendor la questione etica si esplica mediante una trattazione sull’oggetto dell’azione, dal quale dipende fondamentalmente la moralità dell’atto umano poiché nell’oggetto viene a trovarsi il fine immediato o proximus di una libera scelta della volontà guidata dalla ragione. Tale insegnamento trova applicazione nell’ambito dell’etica della vita nei tre grandi temi affrontati da Giovanni Paolo II nell’Enciclica Evangelium Vitae: il divieto assoluto di uccidere, che si specifica in particolare nella condanna di atti quali l’uccisione diretta di un innocente, l’aborto e l’eutanasia, deriva da una fondamentale violazione della giustizia, fondata sull’uguaglianza. La scelta deliberata della morte di un soggetto, intesa quale fine o mezzo, con la relativa strumentalizzazione della vita e della persona, è perciò sempre moralmente illecita. Così, Giovanni Paolo II ha presentato una dottrina coerente atta ad evidenziare il nesso fra legge naturale, oggetto morale degli atti umani ed etica della vita. Il divieto di uccidere è un principio primo ed universale della stessa legge naturale che, perseguendo il bene dell’uomo, viene, come diritto naturale, a costituire il fondamento della convivenza umana nella società. ---------- John Paul II broadly dealt with the topic of natural law in his Magisterial teaching, particularly in the Encyclical Veritatis Splendor, where it is possible to retrieve a treatment on the definition, the essence and the characteristics of it according to the teaching of Thomas Aquinas. Natural law is a law proper of man created as a free and rational being, whose reason, participating of the divine and ordaining reason, is able to retrieve in itself, according to the natural inclinations of the human person, the first principles and, in such way, to develop normative function and of discernment on the good and on the evil. The natural law is the human reason itself as it achieves this normative role in the substantial unity of body and spiritual soul. In Veritatis Splendor the ethical matter is expounded through a treatment on the object of the action, on which the morality of the human act fundamentally depends, since in the object it comes to be the immediate end itself or proximus of a free choice of the will driven by the reason. Such teaching finds application within the ethics of life in the three great themes faced by John Paul II in the Encyclical Evangelium Vitae: the absolute prohibition to kill, that is particularly specified in the condemnation of acts as the direct killing of an innocent, the abortion and the euthanasia, derives from a fundamental violation of the justice, founded upon the equality. The deliberate choice of the death of a subject, intended as end or mean, with the relative exploitation of the life and the person, is therefore always morally illicit. This way, John Paul II presented a coherent doctrine able to underline the connection between natural law, moral object of the human acts and ethics of life. The prohibition to kill is a first and universal principle of the natural law itself that, aiming at the good of man, it comes, as natural right, to constitute the base of the human cohabitation in the society.
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Calderaro, Monica, and Vincenzo M. Mastronardi. "DSM-V: major changes and overview on personality disorders with special reference to borderline disorder - DSM-V: principali modifiche e panoramica sui disturbi della personalità, con particolare riferimento al disturbo borderline - DSM-V: cambios mayores y visión general de los trastornos de personalidad con referencia especial al trastorno borderline." Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, February 21, 2020. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.229.

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Abstract:
The purpose of this article is to describe the amendments made in the new version of DSM (fifth edition) as to understand not only main aspects of certain diseases and/or personality disorders, but also whether or not changes shifted focus to dimensional instead of categorical system or if in some aspects both are considered. Moving forward from a general overview of the handbook, the effective changes will be examined in detail. Attention will also be given to Personality Diseases, taking account of various studies on this subject and the most recent knowledge on “Borderline Disease” from a diagnostic standpoint. Considering the complex construction of such disease, will be firstly illustrated the assumption of first studies so as to cover the most recent clinical and theoretical contributions, together with a brief overview of some treatment approach such as psychodynamic, cognitive-behavioral and systemic-relational, principles of medical treatment, a summary on differential diagnosis and a representation of some clinical case as well. The article will be concluded by a brief discussion of future prospects able to provide the clinician with even more effective and safe operational strategies as to lead professionals towards more specific and less misleading assumptions for a better approach in any scope (therapeutic, forensic, etc.) and giving comfort to those who receive support as well. Everyone is a very unique individual, even if similar to others. That is why it is extremely important to clearly identify a disease and ensure an adequate treatment.
 RiassuntoL’obiettivo del presente lavoro, è quello di descrivere le principali modifiche apportate nella nuova versione del DSM (quinta ed.) rispetto a quella precedente, per cercare di comprendere non solo gli aspetti più significativi di determinate Patologie e/o Disturbi della Personalità, ma anche se nei suindicati cambiamenti, l’ottica si è spostata o meno ad un sistema dimensionale piuttosto che categoriale o se in alcuni aspetti, vengono considerati entrambi, partendo quindi da una panoramica generale sul Manuale, per poi affrontare nel dettaglio le reali modifiche. Verrà inoltre approfondita la tematica relativa ai Disturbi della Personalità, tenendo presenti i vari studi e ricerche sull’argomento e quindi le acquisizioni più recenti in termini di strumenti operativi utili da un punto di vista diagnostico-clinico, con particolare riferimento al “Disturbo Borderline”, decisamente complesso nel suo costrutto, partendo dall’assunto relativo ai primi studi sul tema, fino a giungere ai vari contributi teorico-clinici più recenti, unitamente ai cenni su alcuni approcci terapeutici quali ad esempio, psicodinamico, cognitivo-comportamentale e sistemico-relazionale, principi sulla farmacoterapia ed una sintesi sulla diagnosi differenziale, nonché la rappresentazione di alcuni Casi clinici. Concludendo con un sintetico excursus su quelle che potrebbero essere le prospettive future in grado di fornire strategie operative sempre più fertili e sicure per il clinico, sia a conforto dello stesso che di chi usufruisce dell’aiuto, guidando gli operatori verso ipotesi più specifiche e meno devianti, per un migliore approccio in qualsiasi ambito di applicazione (terapeutico, forense ecc..). Ogni soggetto è un individuo a se stante, pur evidenziando caratteristiche simili. Per questo è estremamente importante per quanto più è possibile, riuscire nell’individuazione di una precisa patologia su cui va applicato un mirato processo trattamentale.
 ResumenEl propósito de este artículo es describir las enmiendas hechas en la nueva versión del DSM (quinta edición) para comprender no solo los aspectos principales de ciertas enfermedades y / o trastornos de la personalidad, sino también si los cambios cambiaron el enfoque a dimensional en lugar de categórico sistema o si en algunos aspectos se consideran ambos. Avanzando desde una descripción general del manual, los cambios efectivos serán examinados en detalle. También se prestará atención a las enfermedades de la personalidad, teniendo en cuenta varios estudios sobre este tema y el conocimiento más reciente sobre "Enfermedad límite" desde un punto de vista diagnóstico. Teniendo en cuenta la compleja construcción de dicha enfermedad, se ilustrará en primer lugar la suposición de los primeros estudios para cubrir las contribuciones clínicas y teóricas más recientes, junto con una breve descripción de algunos enfoques de tratamiento, tales como psicodinámico, cognitivo-conductual y sistémico-relacional, principios del tratamiento médico, un resumen sobre diagnóstico diferencial y una representación de algunos casos clínicos también. El artículo concluirá con una breve discusión de las perspectivas futuras capaces de proporcionar al clínico estrategias operativas aún más efectivas y seguras para guiar a los profesionales hacia suposiciones más específicas y menos engañosas para un mejor enfoque en cualquier ámbito (terapéutico, forense, etc.). y dar consuelo a quienes también reciben apoyo. Todos son individuos únicos, incluso si son similares a los demás. Por eso es extremadamente importante identificar claramente una enfermedad y garantizar un tratamiento adecuado.
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