Academic literature on the topic 'Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno'

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Journal articles on the topic "Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno"

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Passali, D., G. Corallo, A. Petti, M. Longini, F. M. Passali, G. Buonocore, and L. M. Bellussi. "A comparative study on oxidative stress role in nasal breathing impairment and obstructive sleep apnoea syndrome." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 6 (December 2016): 490–95. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1361.

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Abstract:
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è una malattia che può portare ad alterazioni metaboliche e a un’aumentata incidenza di patologie cardiovascolari. Questo studio ha lo scopo di definire l’espressione e il significato clinico di biomarkers coinvolti nello stress ossidativo nei pazienti con diagnosi di OSAS. I risultati degli esami di laboratorio dello stress ossidativo sono stati confrontai prospetticamente in tre gruppi di soggetti: 10 con sindrome delle apnee ostruttiva del sonno con Apnea Hypopnea Index (AHI) > 30; 10 con roncopatia notturna e AHI < 15 e 10 con insufficienza respiratoria nasale e AHI < 5. I pazienti sono stati sottoposti a test cutanei per aero-allergeni comuni, rinoscopia anteriore, rinomanometria anteriore attiva, fibrolaringoscopia e polisonnografia. Per la ricerca dei biomarkers dello stress ossidativo sono stati effettuati test diagnostici in campioni di sangue e urine. I gruppi sono risultati omogenei per età, sesso e distribuzione del Body Mass Index (BMI) (p > 0.05). Ci sono state differenze significative nell’AHI tra i tre gruppi di pazienti (p < 0.05). Nessuna significatività statistica è stata identificata (p > 0.05) tra i livelli di biomarkers di stress ossidativo nelle tre popolazioni studiate. I risultati del nostro studio hanno mostrato che il naso può svolgere un ruolo nella patogenesi dell’ OSAS, attraverso la produzione di biomarkers di stress ossidativo.
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PASSALI, D., G. CORALLO, S. YAREMCHUK, M. LONGINI, F. PROIETTI, G. C. PASSALI, and L. BELLUSSI. "Stress ossidativo nei pazienti con diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive notturne." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 420–25. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-895.

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Abstract:
La Sindrome delle Apnee Ostruttive Notturne (OSAS) è una patologia caratterizzata da alterazioni metaboliche e da un elevato rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari. Lo scopo dello studio è stato quello di identificare dei markers precoci predittivi di rischio cardiovascolare con la valutazione dello stress ossidativo misurato attraverso esami di laboratorio in soggetti normali e pazienti con diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive notturne. È stato effettuato uno studio prospettico per confrontare i risultati di laboratorio ottenuti dalla valutazione dei biomarkers dello stress ossidativo in 20 pazienti adulti con OSAS e 20 soggetti sani. Le tecniche di analisi utilizzate avevano l’obiettivo di identificare e quantificare i danni dei radicali liberi attraverso la misurazione di anti-ossidanti e pro-ossidanti in modo da valutare l’equilibrio ossidativo presente nei due gruppi di studio. I due gruppi di pazienti sono risultati omogeni per sesso, età ed indice di massa corporea (p < 0,05). Una differenza statisticamente significativa è stata individuata tra i livelli di indice di apnea-ipopnea valutata alla polisonnografia e di isoprostani, produzione di proteine di ossidazione e proteine non legate al ferro nei due gruppi in esame. Nessuna differenza significativa è stata trovata nel livello dei tioli tra i soggetti sani e i pazienti con sindrome delle apnee ostruttive. I tioli, a differenza degli altri markers, sono molecole anti-ossidanti, i restanti sono invece espressione di danno ossidativo. I risultati dello studio indicano che i biomarkers potrebbero essere utilizzati come indici di ostruzione delle vie aeree superiori (VAS) e come marcatori precoci di ipossiemia causando processi flogistici ricorrenti e danno locale da radicali liberi a carico delle VAS.
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Priore, Valentina, Antonio Santagostini, Marzia Segù, and Vittorio Collesano. "Valutazione della relazione tra parodontite e sindrome delle apnee ostruttive nel sonno." Dental Cadmos 86, no. 06 (June 2018): 470. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.06.2018.04.

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Montevecchi, F., G. Cammaroto, G. Meccariello, P. T. Hoff, R. M. Corso, C. Galletti, M. F. H. Al-Rawashdeh, and C. Vicini. "Transoral robotic surgery (TORS): a new tool for high risk tracheostomy decannulation." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 1 (February 2017): 46–50. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1134.

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Abstract:
La decannulazione è sempre stata considerata una procedura con un certo grado di rischio, specie nei pazienti con ridotti diametri delle via aeree, come nel caso della sindrome delle apnee ostruttive (OSA). Presentiamo 4 casi nei quali la chirurgia robotica transorale (TORS) ha permesso un appropriato management di pazienti tracheotomizzati da divers mesi. Gli obiettivi del nostro lavoro sono: 1. Dimostrare come il team otorinolaringoiatrico possa favorire il riconoscimento di pazienti ad alto rischio di decannulazione inefficace e 2. Evidenziare il ruolo nella TORS nel trattamento dell’ipertrofia della base della lingua, responsabile dell’ostruzione delle vie aeree superiori. Dalla nostra esperienza la TORS appare una tecnica efficace nella decannulazione di pazienti affetti da ipertrofia della base della lingua e da epiglottide flottante.
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Cammaroto, G., F. Montevecchi, G. D’Agostino, E. Zeccardo, C. Bellini, G. Meccariello, and C. Vicini. "Palatal surgery in a transoral robotic setting (TORS): preliminary results of a retrospective comparison between uvulopalatopharyngoplasty (UPPP), expansion sphincter pharyngoplasty (ESP) and barbed repositioning pharyngoplasty (BRP)." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 05 (October 2017): 406–9. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1321.

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Abstract:
Negli ultimi anni si è diffusa l’opinione che la chirurgia multilivello nel trattamento della sindrome delle apnee ostruttive garantisca risultati pià soddisfacenti. L’obiettivo del nostro lavoro è quello di confrontare tre tecniche palatali associate alla TORS: l’uvulopalatofaringoplastica (UPPP), l’expansion sphincter pharyngoplasy (ESP) e la barbed repositioning pharingoplasty (BRP). Trenta pazienti, trattati con TORS, tonsillectomia e settoturbinoplastica e chirurgia palatale sono stati retrospettivamente studiati. I seguenti valori pre e post-operatori sono stati presi in considerazione: AHI, ESS, VAS per la valutazione del dolore, tempi operatori palatali, data di dimissione e complicanze (tipi ed incidenza). Sia la BRP che l’ESP hanno garantito dei valori postoperatorio di AHI inferiori rispetto all’UPPP con un maggior tasso di successo chirurgico. Dall’altra parte non è stato possibile dimostrare una superiorità della BRP sull’ESP. I tempi operatori più lunghi sono stati registrati nel gruppo ESP mentre i più brevi sono stati riscontrati nel gruppo BRP. Riassumendo, ESP e BRP sono risultate più efficaci dell’UPPP in un setting robotico multilivello. Inoltre, essendo una tecnica rapida, di facile apprendimento e dal basso tasso di complicanze, la BRP si presenta come una valida opzione chirurgica nel trattamento dell’OSAS.
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BREVI, B., A. DI BLASIO, C. DI BLASIO, F. PIAZZA, L. D’ASCANIO, and E. SESENNA. "Quale analisi cefalometrica per la chirurgia maxillo-mandibolare in pazienti con sindrome delle apnee ostruttive notturne?" Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 5 (October 2015): 332–37. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-415.

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Abstract:
L’avanzamento maxillo-mandibolare (AMM) è un trattamento efficace per pazienti affetti da sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS) di grado severo. Sebbene il miglioramento dell’OSAS sia l’obiettivo principale di tale chirurgia, è necessario evitare un avanzamento maxillo-mandibolare eccessivo per garantire un gradevole risultato in termini di estetica facciale. A tale scopo, è necessario programmare preoperatoriamente l’entità dell’AMM mediante un’analisi estetica e cefalometrica. Le analisi cefalometriche di Steiner e Delaire vengono comunemente impiegate nella programmazione della chirurgia ortognatica per deformità dentofaciali, tuttavia resta controverso il ruolo di tali analisi nei pazienti con OSAS candidati a AMM. Quarantotto pazienti con OSAS severa sono stati sottoposti a AMM. Abbiamo effettuato le analisi cefalometriche di Steiner e Delaire in tutti i soggetti. Per il tracciato di Steiner, abbiamo misurato la variazione degli angoli SNA e SNB, mentre per l’analisi di Delaire, abbiamo misurato la variazione degli angoli C3/FM-CPA e C3/ FM-Me. L’AMM medio è stato di 6,9 + 3,8 mm per il mascellare superiore e 13,6 + 5 mm per la mandibola. Dopo l’intervento abbiamo riscontrato un miglioramento dell’Indice di Apnea-Ipopnea (40,47 + 7,64 preoperatoriamente vs. 12,56 + 5,78 postoperatoriamente). In tutti i pazienti, entrambe le tecniche cefalometriche hanno dimostrato una retrusione bimascellare preoperatoria. Dopo l’intervento, l’angolo SNA medio è aumentato da 78,18° a 85,58° (p < 0,001), mentre l’angolo C3/FM-CPA medio è aumentato da 81,19° a 89,71° (p < 0,001). Il valore medio dell’angolo SNB è aumentato da 74,33° a 80,73° (p < 0,001), mentre l’angolo medio C3/FM-CPA è passato da 80,10° a 87,29° (p < 0,001). Postoperatoriamente, sia il mascellare superiore che la mandibola risultavano in una posizione più protrusa (p < 0,001) se analizzati secondo l’analisi di Steiner rispetto al tracciato di Delaire. L’utilizzo dell’analisi cefalometrica di Delaire nella programmazione dell’AMM in pazienti con OSAS comporta un avanzamento maxillo-mandibolare superiore rispetto al tracciato di Steiner. È opportuno considerare le conseguenze di tale risulto sull’estetica facciale durante la programmazione chirurgica e nel consenso informato preoperatorio in pazienti con OSAS candidati a AMM.
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DE CORSO, E., G. BASTANZA, G. DELLA MARCA, C. GRIPPAUDO, G. RIZZOTTO, M. R. MARCHESE, A. FIORITA, et al. "Ruolo della sleep endoscopy nella selezione dei pazienti affetti da sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno di grado lieve moderato candidati a terapia ortodontica con dispositivo di avanzamento mandibolare." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 426–32. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-959.

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Abstract:
Il trattamento con dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) rappresenta un’efficace alternativa terapeutica per i pazienti affetti da roncopatia semplice, OSAS di grado lieve/moderato e in casi selezionati di OSAS grave con scarsa tollerabilità alla terapia ventilatoria con C-PAP. Pertanto è importante identificare dei criteri oggettivi per selezionare i pazienti che possono beneficiare del trattamento con i sistemi di avanzamento mandibolare (MAD). In letteratura sono stati descritti vari fattori predittivi sia antropometrici che polisonnografici, mentre esistono ancora controversie circa il ruolo della Sleep Endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare bimanuale durante lo stesso esame come fattori predittivi del successo terapeutico con MAD. In questo studio descriviamo la nostra esperienza nel management di pazienti affetti da OSAS lieve/moderata trattati con MAD e selezionati mediante “sleep endoscopy”. Abbiamo eseguito una valutazione prospettica longitudinale di una serie consecutiva di pazienti giunti alla nostra osservazione con diagnosi di OSAS lieve/moderata e sottoposti a sleependoscopy. Durante il sonno indotto farmacologicamente è stata eseguita una delicata manovra di avanzamento mandibolare con escursione inferiore ai 5 mm e abbiamo riscontrato che in 30 dei 65 pazienti (46,2%) lo spazio respiratorio non migliorava in modo significativo a livello dei siti di ostruzione osservati, mentre in 35 dei 65 pazienti (53,8%) si osservava un miglioramento significativo tale da poter indicare terapia con MAD. In 7 dei 35 pazienti venivano riscontrate condizioni che ostacolavano l’applicazione del MAD per cui 28 dei 35 pazienti sono stati sottoposti a terapia con MAD. Dopo 3 mesi di trattamento abbiamo documentato un miglioramento significativo dell’indice di Epworth medio [(7,35 ± 2,8 vs 4,1 ± 2,2 (p < 0.05)], dell’AHI medio [(21.4 ± 6 eventi per ora verso 8,85 ± 6,9 (p < 0.05) ] e dell’ODI medio [(18.6 ± 8 eventi per ora versus 7 ± 5.8 (p < 0.05)]. Abbiamo inoltre osservato che l’AHI migliorava di almeno il 50% rispetto al basale nel 71.4% dei pazienti selezionati mediante sleep endoscopy. In questo studio, la terapia con i dispositivi di avanzamento mandibolare è stata prescritta con successo sulla base non soltanto dell’indice di apnea/ipopnea, ma anche dei reperti della sleep endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare, ottenendo una visione diretta degli effetti della protrusione mandibolare sullo spazio respiratorio in corrispondenza dei siti di ostruzione, e ottenendo una buona ottimizzazione della selezione dei pazienti per il trattamento con MAD.
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Vagheggini, Guido, Michela Digiorgio, and Simona Reitano. "BPCO, sindrome delle apnee ostruttive del sonno e disturbi del sonno." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (March 2011): 151–58. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2011.01.021.

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Galeotti, A., P. Festa, M. Pavone, and G. C. De Vincentiis. "Effetti di simultanei espansione palatale e avanzamento mandibolare in un paziente pediatrico con apnee ostruttive notturne." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 4 (August 2016): 328–32. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-548.

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Abstract:
Questo caso clinico illustra il trattamento di un bambino affetto da apnee ostruttive nel sonno (OSA) che presenta una malocclusione di classe II scheletrica da retrusione mandibolare con contrazione del mascellare superiore e morso aperto anteriore. Il paziente presenta apnee ostruttive del sonno di grado moderato con un alto impatto sulla qualità della vita del paziente e dei genitori. Il paziente è stato trattato utilizzando un dispositivo ortodontico innovativo (Sleep Apnea Twin Expander), al fine di realizzare l'espansione del palato e l'avanzamento mandibolare contemporaneamente. Dopo la terapia ortodontica, il questionario sulla qualità della vita ha evidenziato un miglioramento dei principali sintomi respiratori e lo studio cardiorespiratorio del sonno ha rivelato una riduzione degli eventi di apnee ostruttive. Al termine della terapia, la valutazione clinica e l'analisi cefalometrica hanno evidenziato una riduzione della discrepanza sagittale e verticale tra il mascellare superiore e la mandibola e un ampliamento dello spazio delle vie aeree superiori. In conclusione, questo case report suggerisce che il trattamento ortodontico può essere una valida terapia alternativa nei bambini con apnea ostruttiva del sonno associata ad anomalie cranio-facciali.
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Mantovani, Giovanna, and Alessandra Mangone. "Sindrome delle apnee ostruttive del sonno nell’acromegalia: revisione sistematica e meta-analisi della letteratura." L'Endocrinologo 22, no. 4 (August 2021): 376–77. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00945-x.

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Dissertations / Theses on the topic "Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno"

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Bisulli, Antonietta <1973&gt. "Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS): effetti cognitivi del trattamento con pressione continua positiva (CPAP)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/966/.

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BURATTI, LAURA. "The role of obstructive sleep apnea syndrome in the pathogenesis and evolution of dementia." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245258.

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Abstract:
Premessa e scopo. Il sonno è coinvolto nel mantenimento dell’ integrità anatomica e funzioni cerebrale attraverso meccanismi diversi, tra cui la promozione della plasticità sinaptica, il consolidamento della memoria e l'attività scavenger. Studi epidemiologici suggeriscono che la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) può aumentare il rischio di deterioramento cognitivo. Una conoscenza più approfondita del legame fisiopatologico tra OSAS e demenza e la dimostrazione che l’OSAS è in grado di influenzare direttamente lo sviluppo di alterazioni cognitive, potrebbe portare ad un miglioramento delle strategie di prevenzione e trattamento. L'obiettivo principale di questo studio è stato quello di valutare la correlazione tra deficit cognitivo e la presenza / gravità dell’OSAS, così come la possibile influenza di fattori vascolari. Soggetti e metodi. Sono stati arruolati 41 soggetti senza demenza affetti da OSAS, diagnosticata con una polisonnografia. Al basale, tutti i soggetti sono stati sottoposti ad uno screening vascolare completo e standardizzato, incluso uno studio della reattività cerebrovascolare mediante il calcolo dell’indice di apnea volontaria (BHI) sulla base della valutazione con Doppler transcranico. E’ stata inoltre eseguita una valutazione neuropsicologica per studiare i principali domini cognitivi. Come controlli, sono sati arruolati e sottoposti allo stesso protocollo di valutazione vascolare e cognitiva soggetti con caratteristiche anagrafiche simili, non affetti da OSAS. Tutti i pazienti con OSAS sono stati sottoposti al miglior protocollo di trattamento in base alle raccomandazioni delle linee guida internazionali e rivalutati dopo 6 mesi. In questo momento, ogni paziente ha ripetuto gli esami polisomnografici, neuropsicologici e ultrasonografici. Risultati. Al basale, le prestazioni cognitive erano più basse nei pazienti rispetto ai controlli nei seguenti compiti: Stroop test T1 e T2 e E1 ed E2 (p = 0,001), test delle parole di Rey per l’apprendimento verbale a breve termine / lungo termine (p = 0,0001 e 0,001, rispettivamente) e test di fluenza semantica e fonetica (p = 0,001). Considerando la reattività cerebrovascolare, una differenza significativa tra pazienti e controlli era presente per il BHI medio (p <0.05). Alla valutazione a 6 mesi, sulla base dei risultati del confronto tra le due valutazioni polisonnografiche, 21 pazienti presentavano un miglioramento della gravità dell’OSAS (gruppo 1) e 20 erano rimasti stabili (gruppo 2). Nel gruppo 1 è stato trovato un miglioramento significativo nel BHI sinistro (p = 0.001) e medio (p = 0.001) e nel test delle parole di Rey per l’apprendimento verbale a breve termine (p = 0.02) e a lungo termine (p = 0,001). Nessun cambiamento nella reattività cerebrovascolare e nel profilo cognitivo è stato rilevato nei pazienti del gruppo. Conclusioni. Il dato più significativo di questo studio riguarda la dimostrazione di una significativa associazione tra OSAS e riduzione dell’efficienza in alcuni compiti cognitivi in pazienti senza una storia di demenza. Il legame tra la riduzione delle prestazioni cognitive e le alterazioni emodinamiche cerebrali suggerisce un possibile ruolo patogenetico di una condizione circolatoria sfavorevole nel sostenere la disfunzione cerebrale nell’OSAS. La possibilità di migliorare le alterazioni vascolari e cognitive con trattamenti specifici merita una attenta considerazione per una strategia terapeutica completa e tempestiva nei pazienti con OSAS al fine di ridurre il rischio di sviluppo di un deterioramento cognitivo.
ABSTRACT Background. Sleep is involved in maintaining cerebral anatomic integrity and functions through different mechanisms including promotion of synaptic plasticity, memory consolidation and scavenger activity. Epidemiological studies suggest that obstructive sleep apnea syndrome (OSAS) may increase the risk of cognitive impairment. A deeper knowledge of the pathophysiological link between OSAS and dementia and the demonstration that OSAS may directly influence the development of cognitive alterations, would improve prevention and treatment strategies. The main aim of this study was to evaluate the correlation between cognitive impairment and presence/severity of OSAS, as well as the possible influence of vascular factors. Subjects and methods. Forty-one non demented subjects with OSAS, diagnosed with an all-night polysomnography were enrolled. At baseline, all subjects underwent a complete and standardized vascular screening including a study of cerebrovascular reactivity by means of the breath-holding index (BHI) calculation based on transcranial Doppler evaluation. A neuropsychological evaluation to study main cognitive domains was also performed. As controls, an age- and sex-matched group of subjects without OSAS were enrolled and submitted to the same protocol of vascular and cognitive assessment. All OSAS patients were submitted to the best treatment protocol according with International specific guidelines and re-evaluated after 6 months. At this time, each patient repeated polisomnographic, neuropsychologic and transcranial Doppler assessment. Results. At baseline, the cognitive performances were lower in patients with respect to controls in the following tasks: Stroop Test T1 and T2 and E1 and E2 (p=0.001), Rey auditory verbal learning test (AVLT) short-term/long-term (p=0.0001 and 0.001, respectively) and semantic and phonetic fluency test (p=0.001). Considering cerebrovascular reactivity, a significant difference between patients and controls was present in mean BHI (p<0.05). At the 6-month evaluation, based on the results of the comparison between the polisomnographic evaluations, 21 patients had an improvement of OSAS severity (group 1) and 20 remained stable (group 2). In group 1 patients, a significant improvement was found in left and mean BHI (p=0.001) and in short-term (p=0.02) and long-term Rey AVLT (p=0.001) No change in cerebrovascular reactivity and cognitive profile was detected in group 2 patients. Conclusions. The main finding of the present study was the demonstration of a significant association between OSAS and reduced efficiency in some cognitive tasks in patients without a history of dementia. The link between reduced cognitive performances and alteration in cerebral hemodynamics suggests a possible pathogenic role of unfavorable circulatory changes in sustaining the cerebral dysfunction in OSAS. The possibility to improve vascular and cognitive alterations with specific treatments deserves full consideration for a comprehensive and timely therapeutic strategy in OSAS patients in order to reduce the risk of cognitive impairment.
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