Contents
Academic literature on the topic 'Sostanza organica del suolo'
Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles
Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Sostanza organica del suolo.'
Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.
You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.
Journal articles on the topic "Sostanza organica del suolo"
Cason, D., P. Carletti, L. Frizzera, and S. Nardi. "Investigation on soil organic component and its relationships with silvicultural regime in beechwoods (Trento, Italy)." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 5, no. 1 (March 26, 2008): 20–27. http://dx.doi.org/10.3832/efor0504-0050020.
Full textDissertations / Theses on the topic "Sostanza organica del suolo"
bozzolo, arianna. "Influenza dell'apporto di compost sulle caratteristiche del suolo e sull'attivita vegetative e produttiva della vite in vigneti dei colli euganei." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426887.
Full textLe attuali pratiche agricole possono causare, durante l'impianto dei vigneti, una riduzione della sostanza organica nel suolo a causa del movimento di grandi masse di terreno. Al fine di non compromettere la fertilità del suolo è fondamentale mantenere un equilibrio tra l'accumulo e l’utilizzazione della sostanza organica. L'uso del compost può aumentare la componente organica, migliorare la fertilità e influenzare le produzioni. Dal 2007 al 2009, una ricerca è stata condotta su due vigneti di varietà “Merlot” al fine di valutare l'effetto del compost sulla sostanza organica e sulla produzione delle viti. I vigneti sono ubicati a Valnogaredo e a Zovon, nella zona dei Colli Euganei. Nel primo vigneto le viti sono innestate su Berl. x Rip. 161-49 e allevate con un sistema di allevamento a Guyot. A Zovon, le piante sono innestate su Berl. x Rip. 157-11 e il sistema di allevamento adottato è il cordone speronato. Sono stati confrontati due trattamenti: l'applicazione di 5 t / ha di compost rispetto a nessuna applicazione. Sono state effettuate analisi del terreno nel mese di febbraio, prima dell'aggiunta di compost, e nel mese di ottobre, dopo la stagione vegetativa, per tre anni. L’attività microbiologica è stata misurata in entrambi i terreni. Durante le stagioni vegetative sono stati monitorati valori SPAD e i contenuti in clorofilla a e b. Durante la maturazione delle uve sono stati misurati il contenuto in solidi solubili, l’ acidità titolabile e i valori di pH, mentre alla vendemmia sono stati valutati peso e volume dei grappoli e delle bacche e le produzioni per pianta. I risultati hanno mostrato che entrambi i vigneti hanno suoli calcarei e scheletrici, con tessitura argillosa e pH alcalino. A Valnogaredo il contenuto di C organico è aumentato ma non a Zovon. I parametri di umificazione indicano che in entrambi i vigneti l'indice di umificazione è aumentato oltre alla biomassa microbica. L'incremento di questi due ultimi parametri è stato osservato nell'autunno del primo anno a Valnogaredo e in primavera a Zovon. Inoltre è stato evidenziato, in entrambi i vigneti, che, nel 2007 e nel 2008, i valori SPAD nelle foglie erano più elevati per le viti trattate con compost rispetto alle non trattate. Il contenuto di clorofilla è aumentato all’invaiatura in Zovon il primo anno, mentre in Valnogaredo l'aumento del contenuto di clorofilla è stato rilevato anche all’invaiatura del secondo anno. Una correlazione positiva è stata trovata tra i valori SPAD e contenuti in clorofilla nelle foglie. Alla vendemmia, nel 2007 e nel 2008 a Valnogaredo, nel 2008 e nel 2009 a Zovon, sono stati osservati un aumento della produzione per ceppo, del peso e del volume delle bacche e dei grappoli in piante trattate con il compost. In conclusione, i risultati hanno mostrato che l'applicazione del compost può aumentare la materia organica del suolo e la biomassa microbica ma può anche influire sulla produttività della vite.
Di, Tizio Alessandra. "Uso della modellistica per il monitoraggio e la sostenibilità degli agroecosistemi." Doctoral thesis, La Sapienza, 2009. http://hdl.handle.net/11573/917527.
Full textFERRO, GIANFRANCO MARIA. "Dinamica della sostanza organica e dell'azoto in terreni fertilizzati con ammendanti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3427330.
Full textL’agricoltura moderna deve prevedere pratiche che siano in grado di preservare la sostanza organica del suolo, perche’ questa ha la capacita’ non solo di migliorare la qualita’ del suolo, la produzione delle piante e la sostenibilita’ degli ecosistemi agrari, ma anche di svolgere un ruolo chiave nel ciclo globale del C, mitigando le emissioni di CO2 in atmosfera. L’applicazione di ammendanti organici, di origine e qualita’ differenti, e’ una tra le pratiche di gestione dei suoli agrari che permette di ottenere risultati apprezzabili, quali: - ridurre la quota di decomposizione della sostanza organica, favorendo la stabilizzazione della stessa negli aggregati; - aumentare l’humus del suolo, sia apportando direttamente sostanze umiche, che favorendo l’attivita’ microbica; - ridurre l’uso di concimi minerali. La stretta relazione esistente tra sostanza organica ed aggregati fa supporre che vi possano essere effetti diversi sul ciclo vitale di questi e sulla loro interazione con la sostanza organica, a seconda dell’origine e delle caratterisitiche chimico-fisiche (qualita’) della sostanza organica apportata. In questo studio sono stati testati: un ammendante compostato misto CO in forma di polvere, un prodotto ammendante CP in forma di pellet, ottenuto dall’unione di compost e pollina, e letame bovino di media maturita’ L. Gli ammendanti sono stati distribuiti in modo da apportare circa 15 t ha-1 di carbonio organico in tre anni su tre terreni della pianura Padano-Veneta: uno argilloso, uno franco-sabbioso-argilloso ed uno sabbioso. Sono stati studiati i seguenti indicatori di qualita’: carbonio organico ed azoto totale del suolo, C e N delle frazioni isolate con tecniche di frazionamento umido, carbonio umico e frazioni umiche del suolo. Sono state anche valutate le produzioni agrarie di frumento, mais e tabacco ed alcuni parametri di qualita’ dei prodotti agrari. Sembra che i prodotti organici determinino effetti sulla concentrazione di C del suolo diversi a seconda della natura della sostanza organica immessa e delle caratteristiche del terreno su cui vengono distribuiti. Si e’ osservato che nel suolo argilloso gli ammendanti non portano ad un incremento della quantita’ di C maggiore rispetto al testimone minerale; in quello sabbioso c’e’ stato un decremento complessivo della quantita’ di C. Nel suolo franco-sabbioso-argilloso l’ammendante CP ha determinato un incremento della concentrazione di C alla profondita’ di 0.25-0.3 m. Anche dall’analisi delle concentrazioni di C e N delle frazioni isolate dal suolo argilloso e da quello franco-sabbioso-argilloso sono emersi risultati differenti. Nel suolo argilloso il compost ed il letame hanno aumentato significativamente, rispetto alla concimazione minerale, la concentrazione di C e N della frazione di suolo costituita dalle particelle di limo ed argilla, protetta nei macroaggregati. Nel suolo franco-sabbioso-argilloso, invece, il compost ha prodotto un aumento significativo del C della frazione organica grossolana rispetto alla concimazione minerale; le tesi compost e letame hanno mostrato le concentrazioni di N piu’ alte nei microaggregati protetti nei macro. Pertanto, in regime di cambiamento di fertilita’ (i suoli sono passati da una situazione di equilibrio, caratterizzata dall’immissione di sostanza organica solo attraverso i residui colturali, ad una di transizione), si e’ visto che il compost ed il letame hanno prodotto sul ciclo del carbonio degli aggregati, effetti diversi a seconda delle caratteristiche dei suoli. Nel suolo argilloso i prodotti organici non hanno portato ad un incremento significativo della concentrazione del carbonio umico rispetto alla concimazione minerale, mentre nel sabbioso si e’ riscontrata una perdita complessiva. Nel suolo franco-sabbioso-argilloso il letame ed il prodotto ammendante CP sembra siano stati in grado di favorire un incremento significativo del carbonio umico rispetto alle altre tesi. Il prodotto ammendante CP ha determinato anche una redistribuzione delle frazioni umiche, probabilmente conseguente all’immissione di materiale umico con caratteristiche diverse da quelle indigene del suolo. Il compost ed il letame hanno permesso di ottenere un aumento della produzione della granella di mais se associati ad un apporto di azoto minerale inferiore alle asportazioni. Sembra anche che il compost ed il prodotto ammendante CP possano aumentare il tenore di proteine della granella del frumento. Il compost puo’ venire opportunamente utilizzato per la fertilizzazione del tabacco, in sostituzione al tradizionale letame, perche’ rispetto alla sola concimazione minerale ha migliorato la qualita’ delle foglie, senza determinare decrementi produttivi. In conclusione si puo’ affermare che nei terreni argillosi e franco-sabbiosi-argillosi l’utilizzo oculato del compost e del letame e’ pratica in grado di preservare la qualita’ del suolo, sostenendo il tenore della sostanza organica e favorendo il suo sequestro negli aggregati. E’ da evitare l’uso di elevate quantita’ di ammendanti, perche’ nel breve periodo solo poca sostanza organica viene stabilizzata negli aggregati e questo dal punto di vista ambientale rappresenta un rischio per i corpi idrici, soprattutto nei suoli sabbiosi dove la formazione degli aggregati e’ praticamente assente.
Bartholini, Gabriella <1974>. "Influenza della sostanza organica nella diagenesi precoce dei sedimenti del mare Adriatico e Ionio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6936/1/Bartholini_Gabriella_tesi.pdf.
Full textIt is known that the burial of organic carbon (OC) in marine sediments is one of the major long-term sinks of reduced carbon on Earth and the long-term sink of particulate OC in marine sediments contribute to moderate atmospheric CO2 levels on geological time scales. For this reason several efforts have been made to understand early diagenetic zonation and evaluate the associated benthic fluxes. In this study we investigate the features controlling the early diagenetic processes in areas of different sedimentation in the central Mediterranean Sea. Sediments core were collected in 7 stations characterized by different bathymetry, hydrological setting and trophic conditions. Northern stations, located in the central and southern Adriatic depressions, are characterized by shallow depths, higher sedimentation rates and higher organic matter inputs. Southern stations, located in the Northern and Central Ionian Sea, are characterized by increasing depths, different provenances of terrigenous sediments, lower productivity, lower sedimentation rates and organic matter inputs. The early diagenesis processes recorded in the Adriatic and Ionian seas showed regional differences between the Adriatic and Ionian basins. Higher inputs of reactive organic matter promote a northern-southern and shallow-deep trend in Adriatic sediments. These sediments are characterized by oxic-suboxic degradation processes and a lowering of remineralization processes in accord with distance from terrestrial inputs is evident. In the Ionian basin the remineralization processes takes place mainly by means of oxic reactions. The inputs of reactive organic matter in this area are lower for the lower productivity of this basin and for the higher distance from fluvial inputs. However, inverse DIC fluxes occur, Adriatic sediments are a net source of DIC while Ionian sediments show a sink of DIC suggesting a possible precipitation of carbonate in the Ionian basin.
Bartholini, Gabriella <1974>. "Influenza della sostanza organica nella diagenesi precoce dei sedimenti del mare Adriatico e Ionio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6936/.
Full textIt is known that the burial of organic carbon (OC) in marine sediments is one of the major long-term sinks of reduced carbon on Earth and the long-term sink of particulate OC in marine sediments contribute to moderate atmospheric CO2 levels on geological time scales. For this reason several efforts have been made to understand early diagenetic zonation and evaluate the associated benthic fluxes. In this study we investigate the features controlling the early diagenetic processes in areas of different sedimentation in the central Mediterranean Sea. Sediments core were collected in 7 stations characterized by different bathymetry, hydrological setting and trophic conditions. Northern stations, located in the central and southern Adriatic depressions, are characterized by shallow depths, higher sedimentation rates and higher organic matter inputs. Southern stations, located in the Northern and Central Ionian Sea, are characterized by increasing depths, different provenances of terrigenous sediments, lower productivity, lower sedimentation rates and organic matter inputs. The early diagenesis processes recorded in the Adriatic and Ionian seas showed regional differences between the Adriatic and Ionian basins. Higher inputs of reactive organic matter promote a northern-southern and shallow-deep trend in Adriatic sediments. These sediments are characterized by oxic-suboxic degradation processes and a lowering of remineralization processes in accord with distance from terrestrial inputs is evident. In the Ionian basin the remineralization processes takes place mainly by means of oxic reactions. The inputs of reactive organic matter in this area are lower for the lower productivity of this basin and for the higher distance from fluvial inputs. However, inverse DIC fluxes occur, Adriatic sediments are a net source of DIC while Ionian sediments show a sink of DIC suggesting a possible precipitation of carbonate in the Ionian basin.
Gobbi, Valentina. "Ottimizzazione della filiera produttiva del fungo coltivato." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3421847.
Full textThe increase in food requirements has led to the adoption of an intensive agriculture, causing organic matter pauperization in soil and a decrease of its fertility. Organic fertilization is among the solutions able to contain the loss of soil organic matter. As organic fertilizer, animal manure is the most utilized, but, in recent years, there is an increasing availability of other sources, such as the spent mushroom substrate. The spent mushroom substrate (SMS) is a waste resulting from the fungiculture, activity that produce cultivated mushrooms. The present experimentation provided the characterization of SMS and the use of SMS as organic matrix in horticulture, an activity characterized by intense cultivations and frequent processing. The strip plot experimental design compared 4 fertilization treatments and 3 SMS types in a cultivation of 8 horticultural species, some of which are sensitive to the accumulation of nitrates. Moreover, this experimentation provided the characterization of A. bisporus and then the use of different compound to manage the browning effect and to maintain the qualitative characteristics of the champignons in the post-harvest. From the analyses performed on the type of SMS, no significant differences emerged regarding the main parameters taken into consideration. SMS is endowed with good nutritional contents, especially regarding the contents of organic matter and nitrogen, whose values remain unchanged even after 12 months of uncovered heap. SMS is also well equipped with phosphorus and potassium content, which, however, are subject to losses due to the washout of the rains. The salt content is high when compared to a common manure. This problem can be easily managed if the quantity used in the field does not exceed the cultivation needs. Moreover, it is safe from the point of view of toxicity caused by the presence of heavy metals, respecting the limits established by Italian D.lgs. 75/2010. If compared with mineral fertilization, yields obtained from SMS fertilization often did not report statistical differences, suggesting that the use of these two N sources can be comparable. Also, the use of SMS fertilization matrix offers the advantages of organic fertilization. Short cycle crops preferred mixed fertilization, because organic substrate usually require long time for mineralization. From the results of our experimentation, organic fertilization is more effective for long cycle crops. Moreover, assessing the quality of the obtained products, SMS has proved to be a safe matrix, in fact, the concentration of nitrates is below the limits imposed by the Italian legislation. From the results emerged during the characterization test of A. bisporus, it is possible to assert that the maintenance of the cold chain contributes to the senescence retardation. Sliced A. bisporus was the reference that was most affected, about senescence, by the period of conservation and was thus considered for the subsequent tests. the test of the browning effect on sliced mushrooms was carried out testing three different compound. Color, which is the most important parameter for the consumer, results less deteriorate with EDTA treatment that seems to have a good effect to maintain the brightness and low titratable acidity levels.
Angeletti, Carlo. "Long term and short term effects of crop rotations in organic farming on soil organic matter content and stabilization dynamics." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/243104.
Full textSoil management can contribute significantly to increasing agricultural soil quality. Practices such as reduced tillage, organic amendments application and cover cropping are all recognized as valuable ways to restore the depleted SOM pools and sequester CO2 from the atmosphere, hence reducing the environmental impact of farming. The amount of organic carbon (OC) in the soil is controlled by the amount of OC returning to the soil during cultivation, and the decomposition rate, i.e. stability, of the organic input. Therefore, it is of key importance to understand the mechanisms that allow SOM to stabilize within the soil matrix. Soil organic matter (SOM) resistance to degradation depends on its chemical properties and, more importantly, on the interactions between organic molecules and the soil matrix i.e. occlusion within soil aggregates and interaction with mineral particles surfaces. Cultivation has a profound effect on of these mechanisms, as it determines the amount and chemical composition of the organic inputs that reach the soil, and includes tillage practices that disrupt soil aggregates, decreasing SOM stability. The aim of this research was to provide a scientific contribution to the understanding of how crop rotations affect the processes that underlie SOM accumulation within cropland soils. The study examined the effects of two long term (13 y) crop rotations, one characterized by low tillage intensity and N rich crop residues (ALF) and the other by higher tillage intensity and lower N input from plant residues (CON), on SOM stabilization. The effects of the introduction of a cereal-legume cropping sequence in the two fields were also observed on SOM amount and chemical composition. This experimental design allowed gaining an insight on both the long term and the short term consequences of cultivation on soil organic matter stabilization dynamics. In a first experiment, a sequential chemical fractionation was conducted on soil samples from ALF and CON in order to isolate: light fraction (LF), water soluble organic carbon (WSOC), fulvic acids (FAs) and humic acids (HAs). In a second experiment the same soil samples were subjected to a combined aggregate size and density fractionation, in order to isolate fPOM, oPOM from macro and micro-aggregates, and mineral associated organic matter in macro-aggregates, micro-aggregates and in silt and clay size particles. Our results showed that cultivation intensity and plant residues chemical composition both affected the extent to which SOM stabilizes within the soil profile, mostly via occlusion within soil aggregates and association with mineral particles. Tillage exerted a disrupting action against soil aggregates, which allowed more coarse aggregates to form in ALF, as compared to CON. Nevertheless, tillage operations conducted during the cultivation of winter wheat and chickpea, despite affecting negatively the amount of macro-aggregates in ALF, did not determine the mineralization of occluded POM, due to high level of inorganic C which acted as a cementing agent for soil aggregates. The continuous input of organic material which occurred in ALF during the 13 years before the beginning of the experiment, determined high levels of microbial activity, which determined in turn a high capacity to mineralize fPOM once the continuity of the organic input was interrupted. SOM chemical composition changed significantly in the two soils following the cultivation of winter wheat and chickpea, as it emerged from both the chemical fractionation experiment and the combined aggregate size and density fractionation experiment. In the former, we observed a consistent increase of HAs and FAs content in both the soils at 0-10 following the cultivation of chickpea. In the latter this corresponded to a complex pattern of changes occurring in the two soils across different aggregate and density fractions. In ALF, the conversion to the more intensive cropping system caused coarse fPOM to mix with finer and more degraded fPOM, as a consequence of the interruption of the continuous OC inputs. SOC content decreased in the macro-aggregates and relocated towards the silt and clay size particles, as an effect of the total macro-aggregates mass lost. The cultivation of winter wheat and chickpea in CON determined the introduction of fresh N rich plant residues. This in turn allowed for OC and N to accumulate in close association with silt and clay size particles. In addition, the cereal-legume cropping sequence caused new SOM to accumulate within soil aggregates, possibly as an effect of microbial mediated reactions. Our study showed that the effect of crop rotations on SOM accumulation and stability is not determined only by tillage disrupting action towards soil aggregates, as organic inputs quality and microbial mediated processes affect the mechanisms that allow for SOM protection via spatial inaccessibility and interaction with mineral surfaces.
Bertaggia, Marco. "Ricerca di nuovi indici molecolari e microbiologici dello stato nutrizionale della vite." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423016.
Full textLo studio della relazione suolo-pianta è un presupposto fondamentale per il controllo vegeto-produttivo del vigneto. In siti vitati della zona D.O.C. di Gambellara, ci si è proposti di studiare la relazione fra la produttività, le principali caratteristiche fisico-chimiche del suolo e alcuni indici innovativi per la diagnosi dello stato nutrizionale della vite quali la capacità biodegradativa della sostanza organica valutata mediante la degradazione di fili di natura vegetale e animale inseriti nel suolo e la valutazione dell’espressione di geni che potrebbero essere coinvolti nei meccanismi di difesa della vite dagli stress abiotici. Ampie e significative differenze (p<0,05) sono state riscontrate fra i parametri di fertilità fisico-chimica esaminati. I vigneti caratterizzati da maggiore produttività sono quelli che evidenziano valori di pH neutro, buona dotazione di sostanza organica e un adeguato rapporto C/N. Questi suoli presentano, inoltre, elevata capacità biodegradativa della sostanza organica determinata in base alla degradazione dei fili immessi nel suolo. L’analisi ARISA (Amplified Ribosomal Intergenic Spacer Analysis), eseguita su campioni di DNA estratto da suolo in maniera automatizzata tramite la messa a punto di un nuovo protocollo, ha evidenziato che i siti Pio Paulsen e Pio Carenza, caratterizzati da bassa attività biodegradativa della sostanza organica, hanno una ridotta similarità genetica rispetto ai siti Chiarafontana e Branco caratterizzati viceversa da pronunciata attività biodegradativa. Inoltre, il numero di picchi ARISA, indice della numerosità delle specie batteriche presenti nel suolo, è risultato statisticamente inferiore (p<0,05) nei siti Pio Paulsen e Pio Carenza rispetto ai siti Chiarafontana e Branco. Nelle piante del sito Campilonghi che è caratterizzato da pH acido, scarsa dotazione di sostanza organica, basso rapporto C/N, limitata attività degradativa dei fili vegetali e da basso contenuto fogliare di azoto e zolfo è stata riscontrata la sovra-espressione, rispetto al sito di controllo Pio Paulsen, dei geni WRKY, SuSy, PAL e STS1. In conclusione, la capacità degradativa dei fili e la valutazione dell’espressione dei suddetti geni sembrano essere dei validi indicatori della fertilità del suolo e dello stato nutrizionale della vite.
PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.
Full textMASTROLONARDO, GIOVANNI. "The impact of wildfires on the abundance, composition and recalcitrance of soil organic matter." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/802673.
Full textBooks on the topic "Sostanza organica del suolo"
Marina, Istituto idrografico della, ed. 1987, Anno europeo dell'ambiente: Operazione "Isole Pelagie" : sostanza organica particellata e produzione primaria nelle acque superficiali del Canale di Sicilia. Genova: Istituto idrografico della Marina, 1989.
Find full text