Academic literature on the topic 'Sottoprodotto'

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Journal articles on the topic "Sottoprodotto"

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Caputo, Paola. "Importanza della risorsa biomassa nella pianificazione energetica e per lo sviluppo locale. Analisi di alcune esperienze in Nord Italia e possibili scenari evolutivi." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (November 2021): 186–204. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131-s1009.

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Abstract:
La biomassa è una fonte di energia rinnovabile localmente disponibile, programmabile e versatile. Nel contributo si considera il suo utilizzo in sistemi di teleriscaldamento, sulla base di alcune esperienze di successo del nord Italia. Tali sistemi hanno favorito lo sviluppo di una filiera locale basata sui sottoprodotti forestali, in alternativa ai tradizionali combustibili fossili. Sulla base di precedenti ricerche, vengono discussi i benefici e le possibili evoluzioni future di tali sistemi.
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Dissertations / Theses on the topic "Sottoprodotto"

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Gadani, Elisa. "Le proteine del siero: un sottoprodotto dalle grandi potenzialità salutistiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18707/.

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Abstract:
Il siero di latte è un sottoprodotto presente in elevate quantità e, grazie alle sue proprietà nutrizionali, è sfruttato in molti ambiti del settore agro-alimentare; prima di essere utilizzato deve essere sottoposto a varie analisi che ne decretino l’idoneità in ottemperanza alle normative nazionali ed europee. In funzione delle sue caratteristiche, viene classificato nelle varie categorie merceologiche e, fra queste, una delle più importanti è quella delle proteine del siero di latte. Le proteine del siero di latte sono proteine ad alto valore nutrizionale che apportano benefici alla salute del consumatore e sono sempre più utilizzate da tutte le fasce della popolazione. Le whey protein (WP) possono avere diversi gradi purezza in base al metodo di estrazione, al contenuto di proteine e anche di altri componenti come lattosio e lipidi; di conseguenza, si possono ottenere prodotti differenti per valore economico e per fascia di mercato. Le proteine del siero di latte si sono affermate come ingrediente chiave per molte preparazioni alimentari quali sostituenti di additivi, grassi e carboidrati, fino a costituire la base per un nuovo packaging degli alimenti; gli utilizzi maggiori prevedono l’emulsione delle sieroproteine con lipidi per una migliore stabilità del prodotto finale, oppure sono utilizzate per formare film commestibili, rivestimenti e microcapsule, in combinazione con polisaccaridi, glicerolo, sorbitolo e rivestimenti per alimenti contenenti antimicrobici. Per quanto riguarda l’interazione fra probiotici e sieroproteine si nota una sinergia fra quest’ultimi, che permette di resistere maggiormente alle condizioni di conservazione e a quelle presenti nel corpo umano prima di raggiungere il luogo d’azione, cioè quello intestinale. Infine, l’evoluzione delle tecnologie di processo non termico, sono state utilizzate per migliorare le proprietà funzionali, strutturali e meccaniche delle sieroproteine.
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Giorgini, Valentina. "Caratterizzazione enzimatica di lieviti isolati da olive e sottoprodotto del pomodoro." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12134/.

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Abstract:
L’olio di oliva è da tutti ormai riconosciuto come un alimento funzionale, completo, sano, buono e gustoso. L’industria olearia non opera una trasformazione della materia prima perché le olive contengono già al loro interno il prodotto finito. In termini di produzione, l’Italia è al secondo posto nel mondo dopo la Spagna con una produzione media di 550 000 tonnellate. A fronte di una produzione così estesa l’industria olearia è caratterizzata da elevati quantitativi di prodotti di scarto, costituiti principalmente dalle acque di vegetazione. Tali reflui rappresentano sia un costo di smaltimento sia una possibile fonte di molecole ad alto valore, come fenoli e polifenoli. In termini microbiologici, l’olio di oliva è un prodotto stabile anche se contiene microrganismi, soprattutto lieviti. In generale i lieviti possono rappresentare una risorsa per l’industria proprio in virtù della loro fonte di isolamento. Ceppi di lieviti isolati da olive potrebbero pertanto rappresentare dei buoni agenti microbici per il biorisanamento, ad esempio, delle acque di vegetazione o per la produzione di enzimi extracellulari attivi anche in condizioni chimico-fisiche non usuali. Sulla base di queste premesse questo elaborato ha come obiettivo quello di effettuare una caratterizzazione enzimatica di 20 ceppi di lieviti isolati da olive e sottoprodotto del pomodoro. In particolar modo gli isolati sono stati caratterizzati mediante analisi RAPD-PCR e ne sono state valutate alcune attività enzimatiche, quali quelle proteasica, β-glucosidasica, lipasica ed esterasica, oltre alla capacità di degradare alcuni composti fenolici e la capacità di crescere in presenza di sansa. I risultati così ottenuti sono stati promettenti in quanto un buon numero di ceppi presentano un’ampia e differenziata gamma di attività enzimatiche che potrebbero trovare un grosso impiego in un’economia sempre più sostenibile.
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Polizzi, Andrea. "Studio sulla valorizzazione della crusca di canapa come sottoprodotto industriale, analisi della capacità prebiotica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
In questo lavoro di tesi è stata studiata l’idrolisi batterica del sottoprodotto crusca della farina di semi di canapa ottenuta dalla lavorazione industriale della canapa da fibra e/o alimentare (Cannabis sativa L.), con lo scopo di valorizzarne i componenti bioattivi rilasciati, per un loro impiego nell’industria alimentare o cosmetica. In particolare, oltre alla capacità di idrolizzare e rendere maggiormente bio-accessibili le proteine vegetali della canapa, si è voluto studiarne le capacità prebiotiche sui batteri benefici del tratto gastro-intestinale umano. Dopo aver messo a punto un protocollo che comprendeva sia un trattamento termico che la diluizione ottimale della sospensione della crusca, questa è stata fermentata con differenti specie di Lactobacillus spp.: L. casei, L. rhamnosus, L. plantarum e L. fermentum. L’inoculo batterico iniziale è stato di 6 Log10 CFU/ml e l’idrolisi è stata condotta prima in una fase di screening per 24 ore e poi in una fase in tempi prolungati fino a 72 ore, utilizzando solo le combinazioni e le specie batteriche più promettenti. Le performance di crescita sono state studiate con la quantificazione del carico microbico e la valutazione del pH del mezzo. La quantificazione è stata eseguita sia con tecnica coltura-dipendente, che con coltura-indipendente, tramite qPCR. Inoltre, su differenti campioni di crusca di canapa è stato condotto il saggio di attività prebiotica, anch’esso per via molecolare, confrontandone le performances con farina di semi di canapa e con Frutto-oligosaccaridi di cicoria (FOS). I risultati hanno mostrato che il campione con l’attività prebiotica maggiore verso Lactobacillus probiotico è quella idrolizzata da un pool di tre specie di lattobacilli differenti; mentre verso Bifidobacterium probiotico è quella della crusca che ha subito solo trattamento termico. Nel primo caso, l’attività prebiotica aveva valori simili al FOS, che ad oggi è l'unico composto con l'indicazione prebiotica accettata dall'EFSA
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Useli, Giorgia. "Valutazione della qualita di un nuovo prodotto ottenuto da co-frangitura di olive e sottoprodotto del pomodoro." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14619/.

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Abstract:
Questa sperimentazione è guidata dalla volontà di definire le caratteristiche di un olio di oliva naturalmente arricchito in licopene proveniente da bucce e semi di pomodoro ed ottenuto soltanto mediante estrazione fisico-meccanica. Lo scopo dello studio è duplice: produrre un condimento a base di olio vergine di oliva costituito da olive e sottoprodotto della lavorazione del pomodoro (bucce e semi), ottenuto per co-frangitura delle materie prima, ed analizzarne la composizione chimico-fisica. In fase di co-frangitura, la pasta di olive è stata sottoposta a trattamento mediante reattore ultrasonico e, per mettere in luce l’effetto del trattamento sul prodotto finto, è stato prodotto un campione di controllo, ottenuto mediante co-frangitura ma senza l’applicazione degli ultrasuoni alla pasta. Dalla valutazione qualitativa dei campioni così prodotti emerge una tendenza al miglioramento dello stato idrolitico ed ossidativo nei campioni ottenuti accoppiando la co-frangitura di olive e sottoprodotto al trattamento della pasta con reattore ultrasonico. La co-frangitura delle matrici favorisce il naturale passaggio dei caroteni, primo tra tutti il licopene che, in virtù della loro lipofilia passano dal sottoprodotto all’olio, che risulta così arricchito in composti antiossidanti. Pur non essendo il contenuto in licopene sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero di questo composto, il condimento a base di olio vergine di oliva e bucce e semi di pomodoro potrebbe essere considerato un utile integrazione alla dieta. L’olio co-franto rappresenta, infine, un’interessante opportunità di valorizzazione del sottoprodotto dell’industria del pomodoro.
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Gabriele, Arianna. "Recupero e valorizzazione di un sottoprodotto dell'industria lattiero casearia mediante l'applicazione di ceppi selezionati di Yarrowia lipolytica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23145/.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi si inserisce nel contesto della valorizzazione del siero come sottoprodotto dell’industria casearia. Nel presente lavoro, 6 differenti ceppi di Yarrowia lipolytica sono stati fatti crescere su siero di caciotta non trattato per ottenere masse microbiche da poter utilizzare come co-starter per la produzione di formaggi. I risultati ottenuti in questa tesi sperimentale hanno messo in evidenza come tutti i ceppi di Y. lipolytica testati siano capaci di crescere in volumi di siero del valore di 500 mL. Tuttavia, la resa di circa 7 log UFC/mL, o inferiore, per ogni ceppo non è stata sicuramente tra quelle più performanti. Inoltre, si è deciso di lavorare con un siero di Caciotta non trattato termicamente per garantire la sostenibilità di processo. Questo ha permesso ad alcuni microrganismi già presenti nel siero di sviluppare ma tale presenza, tuttavia, non è risultata limitante per la crescita di Y. lipolytica. Nel controllo i valori di LAB sono stati più alti che nei campioni inoculati con i ceppi di Y. lipolytica per via di una possibile competizione a favore dei lieviti. Lo stesso si nota anche dai valori del pH, dato che il controllo ha acidificato maggiormente. Per quanto riguarda la riduzione della componente inquinante del siero, nessuno dei ceppi testati è stato in grado di ridurre i livelli di BOD e COD al di sotto dei valori richiesti dalla legge. La produzione dei composti volatili è stata fondamentale per capire che esisteva un metabolismo diverso tra i diversi ceppi e il controllo. Alcuni campioni, infatti erano caratterizzati più dalla presenza di acidi carbossilici a corta-media catena e loro esteri, mentre altri erano caratterizzati dalla presenza di aldeidi e chetoni. Concludendo, è possibile affermare che i 6 ceppi testati nel siero di Caciotta sono sembrati tutti potenzialmente interessanti ed applicabili come co-starter per la produzione di formaggi soprattutto i ceppi 10 e 6.
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Lucchi, Lorenzo. "Valutazione delle caratteristiche compositive di un olio ottenuto da co-frangitura tra olive e sottoprodotto del pomodoro essiccato." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Lo scopo principale della tesi è l’ottimizzazione del processo di produzione di un olio estratto mediante co-frangitura di olive e sottoprodotto della lavorazione del pomodoro (bucce e semi) per ottenere un prodotto che, pur mantenendo le caratteristiche nutrizionali e compositive di un olio vergine di oliva, sia naturalmente arricchito in licopene. Tale processo rappresenta una possibile strategia di valorizzazione del principale sottoprodotto della lavorazione del pomodoro. In tale ottica risulta fondamentale valutare l’efficacia dell’impiego in co-frangitura del sottoprodotto in forma essiccata per permetterne la conservazione e quindi l’impiego in un momento posteriore alla campagna del pomodoro, cioè coincidente con il periodo di raccolta delle olive. Grazie all’utilizzo di un mini frantoio semi-industriale, sono stati prodotti cinque campioni: un olio tal quale, ovvero il campione di riferimento prodotto frangendo solo olive e quattro oli ottenuti da co-frangitura tra olive e sottoprodotto del pomodoro; questi differivano sia per l’impiego in co-frangitura di sottoprodotto decongelato o essiccato, sia per l’applicazione o meno del trattamento ultrasonico in fase di gramolatura. Sono state realizzate delle analisi per la verifica della qualità di base (possibili modificazioni idrolitiche ed ossidative) e delle caratteristiche compositive (in particolare in composti minori antiossidanti) dei campioni ottenuti in funzione dei parametri tecnologici adottati (sottoprodotto decongelato o essiccato, applicazione o meno degli ultrasuoni). Dai risultati ottenuti, l’essiccamento ad aria del sottoprodotto del pomodoro ed il suo utilizzo in co-frangitura con le olive, congiuntamente con il trattamento ultrasonico, sembra non impattare negativamente sulla qualità del prodotto ma, anzi, sembra rendere più efficace il trasferimento naturale dei caroteni, in particolare del licopene, così come dei composti volatili responsabili dell’aroma del prodotto, nella matrice lipidica.
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La, Pace Federica. "Mutualismo di imprese e simbiosi industriale: la valorizzazione degli scarti presso la cartiera Favini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il seguente lavoro di tesi vuole mostrare l’evoluzione del concetto di rifiuto a livello normativo ed economico, ed infine a livello industriale, dove verrà presentato il caso studio della cartiera Favini, con l’obiettivo di dimostrare come l’azienda, partendo dalla valorizzazione degli scarti, stia oggi adottando un modello di simbiosi industriale grazie alle collaborazioni messe in atto. Il presente elaborato si sviluppa in quattro capitoli. Nel primo capitolo sarà fornita una presentazione della situazione normativa in Italia, in termini ambientali. Nel secondo capitolo si procede, dopo un’introduzione del concetto di economia circolare, alla presentazione delle relative best practices. In seguito verrà presentato il quadro normativo dell’economia circolare, sia a livello europeo (Commissione Europea), sia a livello nazionale e sia a livello regionale. Nel terzo capitolo, verrà descritta la disciplina dell’ecologia industriale, che rappresenta il percorso teorico che le imprese devono seguire nel processo di sviluppo sostenibile, per l’attuazione del mutualismo di imprese. Nel quarto capitolo sarà presentato il caso studio della cartiera Favini. Verrà fatta una presentazione generale dell’azienda, saranno descritti i prodotti, i processi e le collaborazioni messe in atto da Favini. Per la valutazione ambientale sarà analizzata la carbon footprint del processo di produzione della carta ecologica Crush, mentre la valutazione economica si concretizzerà in un confronto dei costi di acquisto delle materie prime per la produzione di carte ecologiche personalizzate e carta standard. Sulla base di quanto è emerso dai capitoli precedenti, sarà indagata la corrispondenza tra i principi della simbiosi industriale e le caratteristiche operative di Favini. Infine, prenderà forma una valutazione critica dei punti in comune e degli elementi mancanti e verranno presentate delle proposte di soluzione dei problemi.
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Corradi, Giorgia. "Estrazione e caratterizzazione di oli essenziali ottenuti da bucce di pepe del Madagascar." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il pepe ‘Tsyperifery’ del Madagascar è costituito da una miscela commerciale di diverse varietà di pepe, ad oggi solo parzialmente identificate, che vengono raccolte manualmente dalla popolazione locale tra giugno a settembre. Un sottoprodotto della filiera di produzione del pepe bianco è rappresentato dalle bucce, attualmente non valorizzate. In questo elaborato di tesi, le bucce di pepe ‘Tsyperifery’ sono state sottoposte a tecniche estrattive tradizionali, quali idrodistillazione e distillazione in corrente di vapore, ed innovative, ovvero estrazione con CO2 supercritica. Gli oli essenziali così ottenuti sono stati confrontati in termini di composizione, mediante l’utilizzo della gas cromatografia accoppiata a spettrometria di massa (GC-MS) per la determinazione del profilo in composti volatili. Da questa analisi quali-quantitativa è emerso che i composti della frazione monoterpenica, di cui fanno parte, ad esempio, l’α e β-pinene, l’α e β-fellandrene ed il sabinenene, sono stati individuati in percentuali maggiori nel campione ottenuto da distillazione in corrente di vapore rispetto agli altri estratti e distillati. La frazione sesquiterpenica, che include tra gli altri il β-cariofillene, il germacrene D ed il cubebolo, è risultata, invece, presente in percentuale maggiore nell’estratto supercritico ottenuto a pressione più alta (340 bar). Sia nei distillati che negli estratti è stata evidenziata l’assenza di sostanze antinutrizionali, come safrolo, metileugenolo ed apiolo. Una valutazione olfattiva preliminare, effettuata sulle bucce e grani tal quali nonché sugli oli essenziali, ha permesso di evidenziare alcuni peculiari attributi caratterizzanti ed è stata esaminata la relazione tra la loro composizione ed il profilo sensoriale. Alla luce dei risultati ottenuti, questo lavoro esplorativo di tesi può contribuire ad aprire la strada alla valorizzazione delle bucce di pepe Tsyperifery del Madagascar, un sottoprodotto della lavorazione del pepe bianco.
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Gigli, Alessio. "Isolamento e identificazione di lieviti e batteri lattici da sottoprodotti dell'industria molitoria e loro impiego nella formulazione di pre-fermenti da utilizzare in panificazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20896/.

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Abstract:
Negli ultimi anni, l'industria alimentare, è sempre più orientata verso la sostenibilità ambientale ed economica e quindi alla valorizzazione dei sottoprodotti da essa generati. Nel caso dei sottoprodotti dell’industria molitoria si è osservato che il processo fermentativo da parte di batteri lattici e lieviti, può consentire il rilascio di sostanze bioattive consentendo un arricchimento dei prodotti sotto il profilo nutrizionale e tecnologico con la possibilità di ottenere alimenti funzionali peculiari. In questo contesto l’obiettivo della mia tesi è stato quello di selezionare, in termini di formulazione e consorzi microbici per la loro fermentazione, dei prefermenti a base di sottoprodotti dell’industria molitoria potenzialmente utilizzabili nel settore dei prodotti da forno. I dati ottenuti hanno permesso di formulare 3 differenti miscele di sottoprodotti ottimali per la preparazione di prefermenti oltre ad un consorzio microbico composto da batteri lattici quali Pediococcus pentosaceus, Leuconostoc mesenteroides e Lactobacillus curvatus e lieviti come Saccharomyces cerevisiae ottimale da un punto di vista di cinetiche di acidificazione, stabilità nel tempo e caratteristiche organolettiche del prefermento. Anche i dati ottenuti su questi ultimi prefermenti hanno dimostrato come tutte e tre le miscele di sottoprodotti fermentate dal consorzio microbico selezionato abbiano permesso di ottenere dei prefermenti accettabili da un punto di vista organolettico, ottenuti in tempi brevi (entro le 24h) e stabili microbiologicamente per successivi periodi di stoccaggio. Nonostante le buone potenzialità dei pre-fermenti ottenuti in questa sperimentazione, prima di una possibile applicazione di questi saranno necessarie ulteriori prove riguardanti l’ottimizzazione della loro produzione, analisi nutrizionali, funzionali ed infine prove di panificazione
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Baroni, Daniela. "I sottoprodotti della birra." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
L'elaborato, partendo da una breve descrizione della birra, dalla sua storia e da una panoramica delle materie prime che la compongono, si concentra in particolar modo sui sottoprodotti derivanti dal suo ciclo produttivo. Descrivendone gli usi più comuni e le loro caratteristiche, viene studiato come gli esuberi derivanti dal processo di realizzazione della bevanda vengano valorizzati all'interno dei grandi e dei piccoli birrifici. Infine, è stata raccontata una piccola esperienza personale, nell’ambito della quale si è cercato di impiegare le trebbie derivanti dalla produzione domestica.
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Books on the topic "Sottoprodotto"

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Sadeleer, Nicolas de. Rifiuti, prodotti, e sottoprodotti: La Corte di giustizia delle Comunità europee e le decisioni dei giudici nazionali in Gran Bretagna, Francia e Belgio. Milano: Giuffrè, 2006.

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