Academic literature on the topic 'Spazio giuridico europeo'

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Journal articles on the topic "Spazio giuridico europeo"

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Casabona, Salvatore. "La kafalah e la sua circolazione nello spazio giuridico europeo: una indagine di diritto comparato." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (February 2020): 21–76. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2019-002002.

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Fontana, Giorgio. "Intelligenza artificiale e giustizia del lavoro nell'epoca della "calcolabilità giuridica"." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI 45, no. 179 (2023): 375–411. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2023-179004.

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Abstract:
L'Autore affronta in questo contributo il problema della giustizia digitale e dell'introduzione di sistemi di intelligenza artificiale sempre più evoluti soprattutto in rapporto alla specificità della giustizia del lavoro. Dopo l'introduzione, sono commentate criticamente le nuove disposizioni che tendono a spostare le pratiche giudiziarie nello spazio virtuale. Dopo questa prima parte, l'Autore affronta la questione centrale della tecnologia digitale nel settore legale e innanzitutto dei Big data che raccolgono e offrono dati giuridici selezionati in modo opaco, analizzando il problema anche dal punto di vista della normativa europea sulla regolamentazione dei dati. Nella seconda parte del lavoro viene affrontato il problema, al centro del dibattito giuridico, della "giustizia predittiva", con una sintetica analisi delle recenti iniziative legislative europee sull'intelligenza artificiale e sui problemi riguardanti il lavoro giuridico e l'interpretazione. Brevi conclusioni chiudono il contributo dell'Autore, che espone un punto di vista critico sull'espansione incontrollata dell'intelligenza artificiale nel settore della giustizia del lavoro.
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Grimaldi, Giuseppe. "Guardiani della frontiera: l’intermediazione informale nel ghetto agricolo Sud Europeo." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 30, no. 64 (2022): 159–76. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006410.

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Abstract:
Abstract Nel Sud Europa agricolo sono ormai realtà consolidata i cosiddetti ghetti, spazi di vita della componente migrante più fragile proveniente dal Sud globale e impiegata come forza lavoro bracciantile. Tali spazi vengono sovente inquadrati come confini della modernità occidentale, buchi neri in cui operano caporali che riproducono quelle che vengono definite come nuove schiavitù. In questo lavoro, partendo da una ricerca-azione svolta nel Sud Italia agricolo (Eboli), si propone di abbandonare una logica del confine e guardare alle modalità attraverso cui il ghetto diventa parte integrante del contesto più ampio, dei suoi modelli sociali, giuridici, economici. Situando l’etnografia sulle modalità attraverso cui l’intermediazione informale naviga queste strutture, il ghetto emerge come una frontiera, intesa non come confine ma come un avamposto che mostra gli effetti più violenti dei campi di forza che agiscono sulla riproduzione della presenza migrante.
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Ortu, Rosanna. "Alle origini della tutela giuridica del consumatore: fondamenti romanistici della disciplina europea." Zeszyty Naukowe KUL 60, no. 3 (2020): 281–97. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.281-297.

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Abstract:
Nel presente contributo si sono voluti comparare taluni aspetti della disciplina della tutela del contraente debole nel contratto di compravendita, figura che attualmente coincide con quella del consumatore, concentrando l’attenzione su alcuni istituti presenti nel diritto romano, in cui emergono alcune situazioni di disparità contrattuale. Nella disciplina dell’Editto degli edili curuli, i magistrati repubblicani stabilirono una normativa speciale per la dichiarazione dei vizi occulti nelle vendite di schiavi ed animali, presupponendo una responsabilità oggettiva del venditore che non si fosse attenuto alle disposizioni edilizie. Un intervento importante che andò a definire una settorializzazione della materia, inquadrata all’interno della vendita in generale. Da ciò derivava una sovrapposizione in livelli della disciplina giuridica negoziale: sul piano orizzontale si collocava la regolamentazione della vendita prevista dal ius civile, mentre sul piano verticale si innestava quella speciale, di ius honorarium, prevista dall’Editto degli edili curuli. Tale modalità si riscontra anche in ambito europeo con la Direttiva 1999/44/CE, a proposito della vendita di beni di consumo, che rappresenta la manifestazione più eclatante del ruolo che il legislatore europeo ha nell’ambito della protezione del consumatore in materia contrattuale. Come nel mondo antico, nella Direttiva 1999/44/CE l’intervento normativo è giustificato dall’esigenza di creare uno spazio di tutele maggiori destinate a determinati soggetti, nonché delimitate per contenuto e ambito.
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Bozzao, Paola. "Reddito minimo e welfare multilivello: percorsi normativi e giurisprudenziali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 132 (November 2011): 589–629. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132003.

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Abstract:
Il saggio, muovendo dalla assenza di misure di reddito minimo per le persone in difficoltŕ economica nel sistema diitaliano, ricostruisce ed analizza criticamente ilin materia a livello europeo, nazionale e locale. Nell'esaminare tale complesso assetto giuridico istituzionale l'A. si sofferma, in particolare, sugli spazi di intervento regolativo delle misure di reddito minimo nell'ordinamento statale e sub-statale. L'indagine conduce l'A. alla prospettazione di un modello di inclusione sociale attiva che - sulla base di una lettura attualizzata dei principi costituzionali sottesi agli artt. 4 e 38 Cost. - consenta di estendere tale fondamentale misura di lotta all'esclusione sociale ai soggetti abili involontariamente privi di lavoro che si mostrino disponibili a partecipare attivamente al progresso materiale o spirituale della societŕ.
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Salvi, Giovanni. "Ridurre la popolazione carceraria č un dovere giuridico (leggendo Three Judges Court California, 8 aprile 2009)." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (November 2009): 122–50. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-005009.

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Abstract:
- Il fatto non č di poco conto: all'esito di un lungo e complesso procedimento una Corte - e, dunque, un giudice- ha ordinato al governatore della California di ridurre di 40.000 unitŕ entro due anni la popolazione carceraria dello Stato, portando il sistema penitenziario al 137,5% della sua capacitŕ di progetto. La tentazione di stabilire parallelismi con la situazione italiana č forte, tanto piů che la decisione č stata emessa negli stessi giorni in cui la Corte europea dei diritti dell'uomo condannava l'Italia a risarcire un detenuto, per averlo privato dello spazio minimo, necessario per scontare la pena in condizioni dignitose. Le differenze di contesto sono tali e tante da sconsigliare un approccio di tal genere, ma vanno colte, invece, molte suggestioni sul ruolo della giurisdizione nel sistema statunitense (e non solo lě) e sulla rilevanza che in esso gioca la tutela dei diritti costituzionali.
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Pettinari, Nicola. "«DÍKE» O «BÍA»? DALLA “HARD LAW” ALLA “SOFT LAW”: UNA BREVE RIFLESSIONE SULL’IMPATTO DI NEO-LIBERISMO E NEO-LIBERALISMO SULLE FONTI DEL DIRITTO." Novos Estudos Jurí­dicos 28, no. 2 (2023): 337–51. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v28n2.p337-351.

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Abstract:
Contesto: Nell’ottica di osservare la progressiva – e attualmente incalzante – dissoluzione delle entità statuali come epicentro e baricentro di sistemi produttivi autoctoni e di sedi politico-decisionali sovrane, il neo-liberismo (quale ideologia e agenda economico-finanziaria) e il neo-liberalismo (quale corrispondente ideologia e agenda politica) assumono la connotazione di fenomeni complessi. Obiettivo: Il punto focale del presente saggio gravita intorno a come neoliberismo e neoliberalismo si riversino sul sistema delle fonti giuridiche interne italiane (fenomeno che costituisce un dente sostanziale della ruota dentata della lesione di sovranità), andando essenzialmente ad erodere lo spazio tradizionalmente – e costituzionalmente! – riservato alla c.d. “hard law” (concepita per offrire garanzie di legittimazione democratica delle norme giuridiche, oltre che di legalità costituzionale) in favore della c.d. "soft law".. Metodologia: Come metodo di ricerca, viene utilizzato il metodo deduttivo con la tecnica di ricerca bibliografica e dalla consultazione delle informazioni primarie. Risultato: Nel corso dell’analisi intrapresa, una particolare attenzione verrà prestata all’emblematico caso di studio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), un organismo indipendente imposto dalla nuova governance economica europea la cui esistenza, organizzazione e attività appaiono strettamente connesse al prevalere di fonti giuridiche di "soft law"..
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Di Domenico, Giorgia, Stefano Ceci, Francesca Cellitti, and Valerio Di Stefano. "Vivai forestali e riforestazione urbana: opportunità e sfide giuridiche del settore." L'Italia forestale e montana 80, no. 1 (2025): 35–44. https://doi.org/10.36253/ifm-1159.

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Abstract:
Il vivaismo forestale, grazie al suo contributo per la riforestazione, per la conservazione della biodiversità e per la lotta contro i cambiamenti climatici, rappresenta una risorsa strategica per il futuro della collettività e, in particolare, per i contesti maggiormente urbanizzati. L’esistenza di un solido quadro normativo, che regola e garantisce la qualità del materiale forestale, è fondamentale per sostenere le diverse attività e assicurare che esse contribuiscano in modo efficace a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Inoltre, le numerose iniziative europee e nazionali, come ad esempio i vari programmi di riforestazione urbana previsti e finanziati dal PNRR, dimostrano come il vivaismo forestale sia un elemento chiave per affrontare le sfide ambientali attuali e promuovere uno sviluppo più sostenibile, in particolare in ambito urbano. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di analizzare e commentare il d.lgs. 386/2003, con particolare riferimento ai requisiti di certificazione, etichettatura e di tracciabilità del materiale forestale di base. Ampio spazio è dedicato alla recente legge delega n. 102/2024, con cui il Parlamento italiano ha delegato il Governo a modificare e integrare la disciplina vigente.
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Cafagno, Maurizio. "L'evoluzione delle procedure di gara, alla ricerca di un bilanciamento tra le ragioni dell'efficienza economica e le ragioni dell'imparzialità amministrativa." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003003.

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Abstract:
Lo scritto muove dalla constatazione che studi ed osservazioni empiriche illu-strano come la disomogenea distribuzione di informazioni tra soggetti che si tro-vano a negoziare alimenta l'incertezza e concede spazio all'opportunismo, in-nalzando i costi di transazione. Calando, però, la questione strategica della miti-gazione dell'opportunismo all'interno dei tre diversi ordini di rapporti chiamati in causa dalle negoziazioni pubbliche, ossia il rapporto tra pubblica amministrazio-ne e funzionari, tra pubblica amministrazione e concorrenti e tra pubblica am-ministrazione e contraenti, possono affiorare delle prospettive legittime che, uscendo dalle strettoie della modellistica contabile familiare alla prassi giuridica , consentano di acquisire e sfruttare nuova informazione, in corso di gara, adat-tando stime e proposte e consentendo, in tal modo, di guadagnare parecchio in termini di efficienza. In definitiva ed in sintesi, teoria ed esperienza, che trovano ampio supporto ed ispirazione nel diritto europeo, inducono a pensare che l'obiettivo di innalzare efficienza e convenienza dei meccanismi di gara postula il ricorso a modelli di-versificati, aperti a gradi variabili di flessibilità. A ben vedere il diritto europeo, assumendo il patrocinio di procedure contrattuali più aperte e di criteri di bilan-ciamento più flessibili, ispirati dall'idea che la stretta sorveglianza dei funzionari e delle amministrazioni non sia la finalità incondizionatamente prioritaria, ac-credita piuttosto l'idea che gli oneri del formalismo vadano sopportati soltanto sinché si può supporre che ne discendano benefici superiori in termini di stimolo all'intensificazione degli scambi. Lo scritto approda alla conclusione che l'efficienza vada considerata alla stregua di una variabile endogena, e non esogena, rispetto alle politiche di promozione della concorrenza. Onde, sarebbe utile convalidare anche nel nostro ordinamento un criterio di libertà delle forme procedimentali, almeno per i cosiddetti contratti esclusi, che non sempre e non necessariamente siano tenute a tradursi in procedure di gara, fatta salva la possibilità di accesso alla tutela giurisdizionale per l'aspirante che dimostri di aver subito gli effetti lesivi e discriminatori della violazione dei principi generali.
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Alicino, Francesco. "La disciplina del fenomeno religioso nel difficile cammino dello spazio giuridico europeo." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, December 18, 2024. https://doi.org/10.54103/1971-8543/27607.

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Abstract:
The Regulation of the Religious Phenomenon in the Difficult Path of the European Legal Space ABSTRACT: The problem faced by societies today is not structurally different from that which has underpinned the long process of secularisation: how to reconcile unity with diversity? How to offer equal citizenship by allowing believers of different origins and denominations, as well as non-believers (atheists, agnostics or rationalists), to coexist? The difficulty of these questions is accentuated when dealing with religious freedom and when referring to the European Union and the European Convention on Human Rights. They are archetypes of the new European legal space. The aim of this article is to understand the approach of this legal space with regard to the normative poles of equality and diversity, and with reference to the cultural and religious phenomena. SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. Verso un costituzionalismo deterritorializzato. – 3. Genesi e sviluppo del nuovo spazio giuridico europeo. – 4. Sistema convenzionale e fattore religioso. – 4.1 Sistema convenzionale e sistemi di relazione Stato-Chiese. – 5. L’Unione europea, il processo di integrazione e la religione. – 5.1. Le inespresse potenzialità dell’UE. – 6. Conclusioni.
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Dissertations / Theses on the topic "Spazio giuridico europeo"

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CUTTITTA, Chiara. "La protezione complementare nello spazio giuridico europeo." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2022. https://hdl.handle.net/11392/2497135.

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Abstract:
Il presente lavoro intende indagare quale sia il ruolo oggi rivestito dalle forme c.d. di protezione “umanitaria” nell’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Con tale espressione si fa riferimento a un complesso eterogeneo di forme di protezione, non rientranti nelle forme di protezione armonizzate in virtù del diritto dell’Unione, concesse o riconosciute dagli Stati membri in virtù del diritto nazionale o in attuazione del diritto internazionale. Dette forme di protezione, pur non essendo disciplinate dal diritto dell’Unione, sono espressamente contemplate da quest’ultimo. Invero, la direttiva c.d. qualifiche e la direttiva c.d. rimpatri, pur non offrendo una definizione dei motivi umanitari che possono giustificare il riconoscimento di un titolo di soggiorno e del relativo status, riconoscono in capo agli Stati la facoltà di adottare forme di protezione ulteriori, a patto che queste ultime risultino “compatibili” con il diritto dell’Unione. Con ciò esse intendono garantire due distinti obiettivi: consentire il mantenimento delle tradizioni costituzionali degli Stati membri, laddove prevedono standard di tutela dei diritti distinti e più elevanti e assicurare gli obiettivi perseguiti dall’Unione, tendenti ad aumentare la convergenza nelle decisioni da parte degli Stati membri, al fine di limitare i movimenti secondari dei richiedenti asilo e incrementare la fiducia tra Stati. Il ruolo di queste forme di protezione/permessi nazionali ricondotti al concetto di protezione “umanitaria”, potrebbe dunque essere quello di contribuire a “chiudere il cerchio”, assicurando la copertura di tutte le situazioni relative a individui ritenuti inespellibili, contribuendo peraltro anche a diminuire la presenza di soggetti irregolari sul territorio dell’Unione.
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Buscema, Luca. "Costituzione italiana, diritti fondamentali ed azione amministrativa nello spazio giuridico europeo." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1444.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca, ricostruendo la genesi dei principi propri del costituzionalismo moderno e del significato storico, politico, giuridico e sociale dell affermazione dei diritti fondamentali dell individuo all interno prima dello Stato liberale e, quindi, dello Stato sociale, vuole tendere ad una revisione critica, in chiave comunitaria, dell attuale concezione del rapporto autorità/libertà in cui l attività amministrativa, sia essa destinata all erogazione di atti come di servizi, sia concepita quale servizio reso alla comunità nazionale. Individuare le prospettive di sviluppo del principio di effettività di tutela dei diritti fondamentali della persona nel quadro del sindacato giurisdizionale dell azione amministrativa dinnanzi al giudice ordinario ed amministrativo e, in relazione alle fonti primarie di attribuzione del potere, innanzi alla Corte Costituzionale, alla Corte di Giustizia ed alla Corte europea dei diritti dell uomo, significa così evidenziare le attuali criticità del sistema, le possibili linee di evoluzione e la capacità della società civile sia di difendere i diritti inalienabili acquisiti nel corso dei secoli sia di tramandare alle generazioni future un patrimonio di valori che possa contribuire a promuovere lo sviluppo dell umanità.
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Gatta, Francesco Luigi. "La gestione del fenomeno migratorio nello spazio giuridico Europeo ed Internazionale alla luce del principio di solidarietà." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422413.

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Abstract:
This work intends to focus on the true backbone of the EU policies in the field of migration: the principle of solidarity and fair sharing of responsibility enshrined in Treaty on the Functioning of the European Union (Articles 67 and 80). Introduced explicitly for the first time with the Treaty of Lisbon and provided with legal binding value, several years after its entry into force, the principle of solidarity remains still insufficiently realised. This conclusion is reached through the analysis and the assessment of the different measures recently adopted by the EU in this regard. Indeed, despite the context of uncertainty, scarce political cohesion and alarming spread of xenophobic and racist feelings, the EU has tried to give the principle of solidarity practical value by adopting various implementing measures, which can be classified in three different categorises or, so to say, in three different types of solidarity: an “economic solidarity”, based on financial means and resources supplied by the EU to finance particular programs or to help Member states; a so called “operative solidarity”, based on direct and practical support such as the one provided by operations and missions carried out by the EU agencies Frontex and EASO; a so called “humanitarian solidarity”, which has as main object the redistribution of asylum seekers among the Member states, as the recently-introduced intra-EU relocation mechanism prescribes. This normative-operative framework has proven to be largely inadequate to effectively manage the current refugee crisis, which has clearly shown how far the concrete implementation of the principle of solidarity is: Member states geographically more exposed to the migratory pressure are struggling to manage the massive inflow of migrants, bearing responsibilities and burdens of the crisis, while other governments have decided to lock down borders and to oppose to collective and supportive measures adopted at EU level. In this regard, finally, the work considers the main obstacles to the complete realisation of the principle of solidarity and concludes with a consideration on the possible solutions to be put in practice by the EU in the near future.<br>Il lavoro si concentra su uno dei principi fondamentali delle politiche migratorie dell’Unione europea: il principio di solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità, sancito dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (articoli 67 e 80). Introdotto esplicitamente per la prima volta con il Trattato di Lisbona e dotato di valore giuridico vincolante, a distanza di diversi anni dalla sua entrata in vigore, il principio di solidarietà rimane ancora in larga misura non attuato. Questa conclusione è raggiunta attraverso l’analisi e la valutazione delle diverse misure adottate nel periodo recente dall’Ue. In questo senso, le misure e i provvedimenti posti in essere nel settore delle politiche migratorie dall’Ue possono essere classificati in tre categorie, individuando, per così dire, tre tipologie di solidarietà: una solidarietà economica, basata su risorse e strumenti finanziari messi a disposizione dall’Ue; una solidarietà operativa, basata su un sostegno pratico e concreto quale, ad esempio, quello fornito dalle agenzie Frontex e EASO; infine, una solidarietà umanitaria o personale, avente quale obbiettivo principale la distribuzione equa e bilanciata di richiedenti asilo tra Stati membri. Il quadro giuridico-operativo predisposto dall’Ue si è dimostrato largamente inadeguato per una gestione efficace dell’attuale crisi migratoria, evidenziando come, di fatto, si sia ancora ampiamente lontani da una piena e soddisfacente implementazione del principio di solidarietà. Il lavoro cerca di analizzare le ragioni alla base di questo esito, soffermandosi sui principali ostacoli alla realizzazione del principio di solidarietà ed immaginando possibili scenari futuri e soluzioni al problema.
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FERRI, Delia. "La costituzione culturale dello spazio giuridico europeo." Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11562/337848.

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Abstract:
Di “cultura europea” si parla da molto tempo e in molti modi; ciò nondimeno ancora si sente la necessità in dottrina di fare, per così dire, il punto della situazione e di tracciare coordinate nuove che consentano di tenere conto sia dell’evoluzione continua dello spazio giuridico (come contesto di produzione, fruizione, significazione del diritto) europeo, sia della fluidità del concetto di cultura. Punto di partenza dell’analisi è la definizione di un metodo che tenga conto, da un lato, della fine del monopolio statuale del costituzionalismo e dell’affermazione di fenomeni costituzionali post-statuali di importanza crescente, d’altro lato, della concezione dell’esperienza costituzionale (in primis comunitaria ma non solo) come processo costituzionale intrinsecamente mobile ed evolutivo. Rifacendosi alla recente dottrina del costituzionalismo integrato, nel solco della teorica smendiana dell’Integrazione, si cercherà di individuare (ed evidenziare), attraverso l’analisi del trattamento normativo della cultura, un “processo circolare” di integrazione costituzionale sia interno agli Stati, sia (soprattutto) tra Stati e Unione. Nella costruzione concettuale di Smend il fine dello stato è l’integrazione di tutte le individualità sociali che vivono in esso e la costituzione è il posterius giuridico rispetto all’integrazione, che ne è il prius materiale. Rievocando tali paradigmi dell’integrazione funzionale e materiale, la cultura diventa in tale sede, da un punto di vista “statico”, esemplificazione di quel processo di continua rinnovazione e trasformazione dello spazio giuridico europeo. Nondimeno, dinamicamente, essa stessa, per le sue molteplici sfaccettature, per la sua “trasversalità”, sembra costituire una realtà integrativa (integratrice). Se l’Integrationslehre, secondo Smend, aveva il compito di cogliere nel loro reciproco intreccio i vari elementi integrativi e costitutivi dell’unità dello Stato, in questa sede si intende invece valorizzare la continuità dialettica che accomuna e lega fra loro i momenti costituzionali (nazionale e sovranazionale) vivificata dalla permeabilità di essi rispetto alle norme internazionali, le quali possono concepirsi come ulteriori spinte integratrici. Il contesto dell’analisi giuridica che qui si intraprende è, dunque, lo spazio giuridico europeo nei suoi momenti costituzionali nazionale e sovranazionale, rispettivamente integrati (ed integrabili), nonché permeabili rispetto a norme internazionali...<br>Non Disponibile
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Books on the topic "Spazio giuridico europeo"

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Nicola, Bartone, ed. Diritto penale europeo: Spazio giuridico e rete giudiziaria. CEDAM, 2001.

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Moccia, Sergio. Ambito e prospettive di uno spazio giuridico-penale europeo. Edizioni scientifiche italiane, 2004.

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Varanini, Gian Maria, ed. Deformità fisica e identità della persona tra medioevo ed età moderna. Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-846-0.

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Abstract:
Negli ultimi decenni, la storiografia europea si è occupata attivamente della storia del corpo, dando così spessore e consapevolezza a potenti sollecitazioni provenienti dalla cultura dominante nella società affluente. Non solo dunque il corpo ‘bello’ è stato oggetto di ricerca, ma anche il corpo dell’uomo comune, mutilato, deforme e imperfetto. Il volume, attraverso sondaggi nelle fonti giuridico-normative, anagrafiche, iconografiche, letterarie e nei trattati medici e fisiognomici e la partecipazione di alcuni dei maggiori specialisti internazionali nel campo, intende approfondire queste tematiche soprattutto per lo spazio geografico, culturale e documentario dell’Italia del tardo Medioevo e della prima età moderna rimasta sino ad ora abbastanza ai margini di questo filone di studi.
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Mutazioni del diritto pubblico nello spazio giuridico europeo. CLUEB, 2003.

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5

Diritti e solidarietà in Europa: I modelli sociali nazionali nello spazio giuridico europeo. Il Mulino, 2012.

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6

Lo spazio giuridico europeo tra sovranità e diritti fondamentali: Democrazia, valori e rule of law nell'Unione al tempo della crisi. Editoriale scientifica, 2014.

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Book chapters on the topic "Spazio giuridico europeo"

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Benarafa, Jihane. "Il mercato alimentare halal tra tradizione e innovazione." In La tutela del consumatore nella prospettiva halal tra sfide e opportunità del mercato europeo. Milano University Press, 2025. https://doi.org/10.54103/milanoup.214.c386.

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Abstract:
Il mercato alimentare halal rappresenta, al tempo stesso, un segno distintivo dell’espressione della fede musulmana e un simbolo di appartenenza ad una comunità. Nondimeno, negli ultimi anni è aumentata la richiesta di prodotti halal anche da parte di consumatori non musulmani, ciò ha rafforzato l’esigenza di tutelare l’aspettativa di compliance dei prodotti stessi in base alla shari‘a. Ad essere oggetto di espansione non è solo l’ambito soggettivo ma anche quello oggettivo della relazione di consumo. In modo particolare è interessante comprendere come integrare l’innovazione tecnologica, che permea complessivamente il mercato alimentare, soprattutto in riferimento ai “nuovi alimenti”, con un contesto profondamente legato alla tradizione. Emerge una prospettiva complessa, poiché il dato normativo europeo è posto a confronto con le diverse interpretazioni giuridico-religiose islamiche che cercano di adattarsi ai cambiamenti, in considerazione della percezione del tempo e dello spazio. Queste innovazioni rappresentano una interessante opportunità per favorire l’integrazione e la crescita di un mercato, come quello europeo, che è caratterizzato da una significativa multiculturalità.
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