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1

Calabrò, Daniela. "Tempo, spazio, movimento (riassunto)." Chiasmi International 3 (2001): 374. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi2001367.

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Grassi, Ludovica. "Oltre lo spazio, il tempo. Temporalità nello spazio familiare." INTERAZIONI, no. 2 (December 2016): 90–104. http://dx.doi.org/10.3280/int2016-002009.

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3

Gardini, Emilio. "Memorie "regionalizzate". Spazio/tempo e narrazioni." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 101 (April 2014): 43–60. http://dx.doi.org/10.3280/sr2013-101002.

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4

Napoleoni, Giulio. "Spazio e tempo nell’ontologia di Ferraris." Rivista di estetica, no. 50 (July 1, 2012): 351–56. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1508.

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5

Bracchi, Paola. "Dall'ibridazione tipologica dello spazio pubblico alle fruizioni urbane ibride." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 115–20. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056019.

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Abstract:
Č ancora possibile parlare di spazio pubblico oggi? Se per spazio pubblico si fa riferimento ai modelli tradizionali di piazza, strada e parco, coincidenti allo spazio aperto, allora č possibile affermare che lo spazio pubblico č ormai obsoleto, cristallizzato in un immagine non piů rispondente alle necessitŕ contemporanee. La staticitŕ presupposta dalle figure archetipe oggi non č piů valida, tempo e spostamento sono fattori a cui il progetto deve far riferimento. Č necessaria un'innovazione tipologica dello spazio pubblico, in grado di interpretare complessitŕ, dinamicitŕ e stratificazione della cittŕ contemporanea. Tale innovazione passa indubbiamente attraverso l'ibridazione dei tipi tradizionali: un'evoluzione trasversale tra le tipologie dello spazio pubblico, tra tipologie dello spazio pubblico e spazio abitato e tra tipologie ibride ed usi urbani.
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6

Alberti, Gabriella, Devi Sacchetto, and Francesca Alice Vianello. "Spazio e tempo nei processi produttivi e riproduttivi." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 146 (May 2017): 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2017-146001.

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7

Fiocchi Malaspina, Elisabetta. "Forme di proprietà nel tempo e nello spazio." Rechtsgeschichte - Legal History 2019, no. 27 (2019): 305–7. http://dx.doi.org/10.12946/rg27/305-307.

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8

Bassani, Alessandra. "Il diritto mobile nel tempo e nello spazio." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 22, 2022): 621–36. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19454.

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Abstract:
Il saggio raccoglie le riflessioni condivise dall’Autrice in occasione del Convegno Dialogo transdisciplinare e identità del giurista organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano nel settembre 2022. L’occasione di dialogo con cultori delle materie di diritto positivo che condividono con i giuristi storici il compito di formazione degli operatori del diritto di domani ha stimolato una riflessione che si è sviluppata ripercorrendo le ricerche svolte in anni recenti, o attualmente in corso, collaborando con colleghi di diverse discipline, giuridiche e storiche, sul notariato, sul diritto penale, sulla giurisdizione amministrativa, sulla repressione attuata in Libia dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato.
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Matteoni, Alba. "Il tempo e lo spazio nell'universo anoressico - una relazione." RIVISTA ITALIANA DI GRUPPOANALISI, no. 1 (June 2011): 83–95. http://dx.doi.org/10.3280/rig2011-001006.

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Abstract:
La nascita della persona alla propria soggettivitŕ č collegata alla possibilitŕ di operare una cesura nei confronti della continuitŕ offerta dalle figure genitoriali interne, in particolare dalla madre. Questo lavoro narra la complessa relazione con una paziente anoressica per un tratto di percorso caratterizzato dalla difficoltŕ a operare tale cesura e, conseguentemente, ad abitare uno spazio e un tempo definiti entro cui ascoltare e prendersi cura di sé, della propria corporeitŕ. L'ascolto dei propri desideri comporta un grosso travaglio perché apre all'Altro, alla separazione dalle istanze genitoriali interne, alla trasformazione.
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10

Assael, Baroukh M. "La vaccinazione anti-Covid... nello spazio e nel tempo." Medico e Bambino 39, no. 10 (December 15, 2020): 619–20. http://dx.doi.org/10.53126/meb39619.

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11

Rinaldini, Matteo, Anna Chiara Scapolan, Stefano Rodighiero, and Fabrizio Montanari. "Il time crafting negli spazi di coworking." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2021): 67–92. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002003.

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Abstract:
Attingendo e contribuendo alla letteratura sulla accelerazione sociale, agli studi organizzativi sul job crafting e alla più recenti ricerche sui coworking, l'articolo indaga le forme di time crafting attivate dai mobile workers che frequen-tano gli spazi di coworking. I risultati riportati si basano su una ricerca empirica qualitativa esplorativa che ha coinvolto 126 frequentatori di 39 spazi di coworking nella Regione Emilia-Romagna. L'evidenza empirica suggerisce che i coworkers attivano due forme di time crafting per strutturare e gestire il loro tempo e la rela-zione tra il loro tempo di lavoro e di non lavoro: il time boundaries crafting e il re-lational time crafting. La prima forma si riferisce fondamentalmente a tutte quel-le azioni volte a separare o sovrapporre tempo di lavoro e tempo di non lavoro che vengono favorite dalla frequentazione dello spazio di coworking. La seconda for-ma include quelle azioni volte a concentrare all'interno dello spazio di coworking tutto il tempo dedicato alle relazioni professionali e a ritualizzare le relazioni extra-lavorative che si sviluppano spontaneamente nel coworking. In entrambe le forme di time crafting, lo spazio di coworking gioca un ruolo rilevante fornendo ai mobili workers che lo frequentano artefatti fisici, servizi e risorse immateriali (fondamen-talmente il senso di comunità) che li supportano nelle loro azioni volte a strutture e gestire la collocazione temporale (timing), l'estensione nel tempo (length) e l'intensità (intensity, pace) delle loro attività lavorative e non lavorative.
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12

Paola Quaglia, Anna. ""Uno spazio che muove": la politica affettiva di uno spazio collaborativo al tempo del capitalismo soft." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 4 (December 2019): 117–38. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2019-004007.

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Betti, Franco. "Review: I fiumi del tempo, i luoghi dell'anima. Tempo e spazio nei Canti leopardiani." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 31, no. 1 (March 1997): 267–68. http://dx.doi.org/10.1177/001458589703100127.

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Ciccarelli, Irma. "Dall'Etruria a Roma: spazio e tempo in Prop. 4,2,3-10." Giornale Italiano di Filologia s. 3, no. 1-2 (November 2012): 145–60. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.101959.

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Borelli, Caterina. "The House He Built." Mnemosyne, no. 10 (October 15, 2018): 14. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i10.14123.

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Abstract:
Quanto del senso di sé è intriso nello spazio e negli oggetti di cui ci circondiamo ? È possibile fare la biografia di una persona attraverso lo spazio dove vive e gli oggetti che possiede ? Queste due domande sono alla base del documentario The House He Built, la biografia di mio padre, il giornalista 93enne Sergio Borelli. Il film ha luogo interamente nella sua casa, piena degli oggetti, immagini e dei più di 50,000 libri che ha accumulato in una vita da viaggiatore. Ciascuna di queste cose è intimamente legata a lui e diventa un detonatore che gli permette di accedere ai ricordi e alla narrazione del se’. In questo contributo seguo le ragioni dietro al documentario, dall’idea iniziale di biografia al suo sviluppo in un’osservazione della relazione sensoriale che si crea tra persona, spazio e oggetti e alla relazione tra memoria, spazio e tempo. (Il film è ancora in lavorazione).
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Tagliagambe, Silvano. "Strategie per la riqualificazione urbana." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 7–13. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056001.

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Abstract:
Di fronte alla crisi dell'urbanistica razional-comprensiva, intesa come di passaggio lineare dalla pianificazione all'attuazione, č opportuno riferirsi al pensiero di Musil e Wittegenstein. Entrambi riflettono sulla connessione tra eventi e sulla concatenazione tra ‘cose', non dominate da alcuna legge; la lettura della realtŕ che ne emerge č quella di un patchwork di microcosmi, frutto di risposte parziali e di rappresentazioni alternative degli stati di cose. Lavorare sull'idea di progetto, significa operare sulle categorie a cui essa č principalmente incardinata, quelle di spazio e di tempo, in modo di produrre piů immagini possibili secondo l'approccio concettuale proposto da Florenskij. A partire dalla distinzione tra spazio e spazialitŕ, occorre pensare lo spazio in tutte le sue possibili modalitŕ e tipologie, mettendo in evidenza la sua ‘condizione di possibilitŕ' attraverso una rinnovata percezione degli insediamenti urbani.
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Sarsfield Cabral, Fatima. "I temp(l)i del tempo." PSICOANALISI, no. 2 (January 2011): 21–30. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-002002.

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Abstract:
Il concetto di Augé di "tempo puro" e l'emozione provata nel guardare le rovine dei templi, inducono l'Autrice a fare un'analogia con l'esperienza emozionale all'interno del setting analitico dove i momenti di profonda emozione estetica condivisi da paziente e analista permettono di accedere a un movimento interiore di costruzione o ricostruzione della dimensione spazio-temporale.
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Fici, Francesca Giusti. "Lo spazio e il tempo nell'epos popolare russo (ciclo di Kiev)." La Ricerca Folklorica, no. 15 (April 1987): 91. http://dx.doi.org/10.2307/1479490.

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CaridÀ, Angela, Tiziana Russo Spena, Monia Melia, and Maria Colurcio. "Tempo e spazio per la value co-creation: il temporary shop." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (September 2010): 97–117. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-003008.

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Abstract:
Il lavoro analizza il fenomeno del Temporary Shop, nuova formula di comunicazione fortemente connessa all'innovazione distributiva, che trova il suo fondamento nella customer experience. L'obiettivo dell'articolo č indagare il fenomeno Temporary shop in Italia e comprendere il suo impatto sui processi di co-creazione del valore. Attraverso il Dart Model proposto da Prahalad e Ramaswamy (2004b) sono stati studiati in profonditÀ 5 casi aziendali selezionati tra le principali esperienze di temporary shop attivate in Italia negli ultimi tre anni. Lo studio condotto ha consentito di definire i Temporary Shop come autentica piattaforma relazionale presso la quale si attivano processi di value co-creation.
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Pagano, Olivia. "Adolescenti autoreclusi in casa. L'intervento terapeutico familiare." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 126–38. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002011.

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Abstract:
Il contributo propone una lettura del caso clinico di Sara dal punto di vista della terapia sistemica e relazionale. Nel commento al caso, al fine di approfondire gli aspetti clinici delle famiglie con ragazzi hikikomori inseriti in percorsi di terapia familiare, si è dato spazio a una riflessione sugli aspetti sociali del fenomeno, ovvero sulle tendenze attuali delle famiglie con un'analisi dell'adolescenza postmoderna nel mondo occidentale. Questa tipologia di sintomo manifestato dai ragazzi è conseguente a un iperinvestimento della famiglia e non può che farci riflettere su un altro sistema fortemente in crisi nella nostra società postmoderna: la coppia. I figli del nostro tempo vivono genitori protesi verso di loro, in una forma di abnegazione della coppia coniugale, sacrificata sull'altare della genitorialità. Nel commento clinico si è dato spazio alla terapia familiare come intervento sul caso, con un approccio integrato dove la peculiarità rispetto agli altri approcci, è connessa alla convocazione del padre e al suo ingaggio nel lavoro clinico. Un piccolo spazio è dedicato per le nuove forme di psicoterapie on line. Nelle conclusioni si descrivono nuove suggestioni e proposte di lavoro in favore di questa nuova forma di disagio psicologico e relazionale del nostro tempo così diffuso e allarmante.
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Vincenzo Lisciani. "Le suggestioni del Purgatorio ne Il deserto dei Tartari: Buzzati e il modello dantesco tra poetica, immaginario e missione morale." Quaderni d'italianistica 41, no. 2 (June 11, 2021): 175–93. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36777.

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Abstract:
Dino Buzzati offre ne Il deserto dei Tartari una rielaborazione audace del Purgatorio dantesco per atmosfera e stile. L’aspetto temporale del romanzo è ricalcato esattamente sulla prospettiva dantesca, in cui linearità e circolarità poggiano sull’ambientazione desertica. Tempo e spazio si dilatano o restringono a seconda della prospettiva interiore del personaggio, in una perfetta unione di circolarità e linearità; ugualmente, anche lo spazio sembra oscillare tra Fortezza e deserto per poi subire improvvise verticalizzazioni. Il modello dantesco, come “scrittura verticale” e come “retorica della salvezza,” emerge dunque nei nodi più cruciali dell’immaginazione buzzatiana, mettendo in luce una consonanza profonda e radicata.
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PIERRI, Rosario. "Aspetto, spazio e tempo nel Nuovo Testamento: l’uso nei modi non indicativi." Collectanea Christiana Orientalia 9 (October 1, 2012): 125. http://dx.doi.org/10.21071/cco.v9i.172.

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Guzzo, Giusi. "L'approccio cognitivo-semiotico in Ragioneria: profili storici nel tempo e nello spazio." CONTABILITÀ E CULTURA AZIENDALE, no. 1 (June 2015): 37–63. http://dx.doi.org/10.3280/cca2015-001003.

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Messori, Rita. "Il paesaggio e lo spazio (-tempo) estetico dell'attraversare. A partire da Benjamin." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 35 (September 2009): 150–56. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-035011.

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Resta, Eligio. "Tra generazioni." Revista do Direito 1, no. 54 (January 8, 2018): 2. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v1i54.12148.

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Abstract:
Giochi sottili quelli che si instaurano tra tempo della vita, di “una”, di “ogni” vita, e tempo del mondo, di quel “mondo” che astrae, sovrasta, trascende, comprende dentro di sé la vita. Rimandano a una sorta di complicità rivale tra le biografie e la storia, nella quale si annodano i complessi intrecci del plurale del multiversum e del singolare dell’universum. Si separano e si ricongiungono, si allontanano avvicinandosi, scelgono campi diversi condividendo lo stesso spazio. Così, inaspettatamente, disegnano percorsi sempre diversi e sempre uguali. Potremo leggerli nell’ottica della “giustizia”, così come potremo parlarne attraverso l’ottica della “tradizione” o della rappresentazione del “tempo”. Scopriremo così, sempre, che il “nostro tempo”, come ha scritto Derrida, è il tempo del quale non potremo tanto facilmente parlare del nostro tempo
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Gresleri, Jacopo. "Contraddizioni e complessità del cohousing. Il contributo dell'abitare collaborativo alla generazione di spazio pubblico." CRIOS, no. 22 (March 2022): 16–29. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-022003.

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Abstract:
A partire dalla posizione di Dorit Fromm a proposito del cohousing, soluzione che parrebbe incoraggiare i residenti a socializzare costituendo al tempo stesso una potenziale strategia per il rinnovamento di piccoli quartieri, l'autore si interroga sul reale contributo "innovativo" di questa forma residenziale nel soddisfare le nuove esigenze di urbanità. Se, come dichiara Bianchetti, lo spazio pubblico contemporaneo è uno spazio che non è per tutti, che «non celebra la fissità ma l'occasione», sarebbe utile delinearne l'uso odierno e le sue specificità. Nella ricerca di risposte a questi interrogativi, analizzando la posizione degli Smithson a proposito del ruolo pubblico dell'intervento privato e rifacendosi ad alcuni esempi ereditati dalla città antica, l'autore identifica una possibile nuova forma di abitare collaborativo.
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Rigoni, Annamaria. "Il "gruppo di contiguitŕ". Ipotesi sul processo di costruzione del pensiero in uno spazio/tempo instabile." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 13 (February 2010): 87–98. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013007.

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Abstract:
La ricerca sull'apprendimento della psicosocioanalisi č un'occasione per riflettere su un tema piů vasto: quale apprendimento č possibile in una societŕ in cui il tempo e lo spazio sono entitŕ incerte e instabili e nella quale si perdono i confini tra ciň che accade e ciň che viene rappresentato? L'ipotesi formulata in questo articolo č che per poter apprendere sia necessaria una relazione in uno spazio-tempo sufficientemente stabile e accogliente, una situazione che ricorda la relazione originaria necessaria per l'apprendimento secondo W. Bion, segnata dalla capacitŕ di ręverie della madre nei confronti del figlio, che gli permette di trasformare le esperienze sensoriali ed emotive, e di renderle "pensabili". Un "Gruppo di Contiguitŕ", caratterizzato da vicinanza, conoscenza personale tra i membri, accoglienza, continuitŕ potrebbe essere oggi il luogo all'interno del quale puň riattualizzarsi la capacitŕ di ręverie, luogo in cui si possono pensare i pensieri, digerirli, trattenerli dentro di sé, trasformarli in energia per la mente, invece di continuare ad ingoiare ed evacuare ininterrottamente parole e merci, come spesso accade nella societŕ contemporanea.
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Dennis, John L., and Aldo Stella. "Avanti e indietro nello spazio/tempo: come il priming dell'agentività cambia il movimento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2012): 87–102. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001005.

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Abstract:
Questa ricerca ha preso in esame come il priming che induce una rappresentazione subconscia di maggiore/minore agentività può influire sull'interpretazione di oggetti/eventi dinamici che si collocano nello spazio (Studio 1) e nel tempo (Studio 2). Nello Studio 1, i partecipanti sottoposti al priming della maggiore agentività sono stati indotti a pensare il movimento verso alto, come se l'oggetto fosse dotato di una forza interna (secondo quanto accade agli esseri viventi), mentre i partecipanti sottoposti al priming della minore agentività sono stati indotti a pensare il movimento verso il basso, come se l'oggetto subisse una forza esterna (ad es., la forza della gravità). I partecipanti allo Studio 2, sottoposti al priming della maggiore agentività sono stati indotti a pensare sé stessi come se si muovessero attivamente attraverso il tempo, in linea con la metafora dell'ego-moving, mentre i partecipanti sottoposti al priming della minore agentività sono stati indotti a pensare sé stessi come se fossero meno attivi nel loro muoversi attraverso il tempo, in linea con la metafora del time-moving. Questi risultati sono stati messi a confronto con quelli di una nostra ricerca precedente, che ha usato lo stesso priming, ma con compiti diversi.
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Di Franco, Andrea. "Quando si entra in un asilo. La scuola d'infanzia di Giuseppe Terragni a Como." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 172–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056026.

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Abstract:
La ‘disarmante' costituzione dell'asilo determina un momento particolare nell'orizzonte dell'opera di Giuseppe Terragni. Sul piano del rapporto con il suo tempo e dell'analisi del significato dello spazio architettonico č interessante rilevare come, da parte delle diverse e piů importanti letture critiche, questa costruzione si ponesse quale termine di paragone rispetto al resto del suo lavoro; tutte letture fortemente supportate dal dato emotivo sia nel caso di quella coeva che di quella seguente, per via della contrastata, ambigua, diciamo difficilmente decifrabile relazione tra l'autore, le correnti artistiche e culturali nazionali ed europee ed il regime fascista. Comunque sia, per questa piccola costruzione, parlare dell'architettura, dell'oggetto e dello spazio senza contemplare l'orizzonte emotivo quale materia originaria e poi interpretativa, rende incompleta la narrazione.
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Carrano, Elli. "‘Sguardi incrociati’ fra tempo e spazio: quando il 'Made in Italy' diventa cultura." Incontri. Rivista europea di studi italiani 32, no. 1 (October 14, 2017): 104. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.10204.

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PERUZZI, GIULIO. "ENRICO BELLONE, Spazio e tempo nella nuova scienza, Roma, La Nuova Italia, 1994." Nuncius 9, no. 2 (1994): 909–11. http://dx.doi.org/10.1163/182539184x01495.

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Di Prima, Carmelo, and Sergio Erba. "Punto e a capo." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 114 (May 2010): 107–27. http://dx.doi.org/10.3280/rt2010-114011.

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Abstract:
Tra i lettori della rivista č in atto un dibattito permanente, dove in tempo reale, grazie alla posta elettronica, i partecipanti interloquiscono su tutto quanto č attinente alla clinica e alla formazione (vignette cliniche, commenti, critiche, riflessioni). Lo spazio massimo consentito per ogni intervento č di una "pagina" di 52 righe carattere corpo 12. In questa sezione confluisce numeroso, il materiale accumulatosi nel quadrimestre precedente.
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Erba, Sergio. "Punto e a capo." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 115 (October 2010): 103–11. http://dx.doi.org/10.3280/rt2010-115011.

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Abstract:
Tra i lettori della rivista č in atto un dibattito permanente, dove in tempo reale, grazie alla posta elettronica, i partecipanti interloquiscono su tutto quanto č attinente alla clinica e alla formazione (vignette cliniche, commenti, critiche, riflessioni). Lo spazio massimo consentito per ogni intervento č di una "pagina" di 52 righe carattere corpo 12. In questa sezione confluisce numeroso, il materiale accumulatosi nel quadrimestre precedente.
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Di Prima, Carmelo. "Punto e a capo." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 119 (March 2012): 111–20. http://dx.doi.org/10.3280/rt2012-119010.

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Abstract:
Tra i lettori della rivista č in atto un dibattito permanente, dove in tempo reale, grazie alla posta elettronica, i partecipanti interloquiscono su tutto quanto č attinente alla clinica e alla formazione (vignette cliniche, commenti, critiche, riflessioni). Lo spazio massimo consentito per ogni intervento č di una "pagina" di 52 righe carattere corpo 12. In questa sezione confluisce numeroso, il materiale accumulatosi nel quadrimestre precedente.
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Montecchi, Leonardo. "Variazione del setting nella psicoterapia di gruppo dovute alla pandemia da covid19." Revista de Psicoterapia 33, no. 121 (March 1, 2022): 157–72. http://dx.doi.org/10.33898/rdp.v33i121.1129.

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Abstract:
Questo articolo si concentra sugli effetti prodotti dalla pandemia/ sindemia sul setting dei gruppi psicoterapeutici. Dopo avere descritto il concetto di gruppo e di gruppalita' intesa come stato di coscienza modificato e come vissuto intenzionale e non intenzionale, si sofferma sulle condizioni di passaggio dalla situazione di aggruppamento in cui la gruppalita non è cosciente di se, al gruppo in cui la gruppalita' prende coscienza. In oltre si mostrano le variabili indipendenti che favoriscono questo passaggio cioè il compito, lo spazio, il tempo e i ruoli/ funzioni. In conclusione vengono descritti gli effetti di cambiamento del setting dovuti alla pandemia, soprattutto in relazione allo spazio, in tre gruppi. Il primo si svolge nel Centro Osservazione e Diagnosi della comunità di Vallecchio, in provincia di Rimini. Il secondo è un gruppo di apprendimento. Il terzo e' un gruppo di psicoterapia.
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Morris, David. "Merleau-Ponty and Mexica Ontology." Chiasmi International 21 (2019): 289–303. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192128.

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Abstract:
Movement is crucial to Merleau-Ponty’s effort to comprehend sense, meaning as generated within being. This requires a new concept of movement, not as a dislocation within an already determinate space- or time- frame, but as a deeper, more fundamental change that first engenders space and time as determinate contexts in which movement can follow a sensible course. This poses a novel challenge: conceptualizing determinate space and time as contingently arising from a deeper sort of change, which I call templacement. I address this challenge by turning to the Mexica/Aztecs because the most basic term of their ontology is motion-change, and it is obvious to them that motion-change does not occur in an abstract space-time container. Instead, time-place is woven out of ‘prior’ motion-change. This study leads to a deeper lesson for phenomenology, regarding ‘obvious’ presuppositions about what time and philosophy obviously are – and how these presuppositions go hand in hand.La question du mouvement est cruciale dans l’effort de Merleau-Ponty pour comprendre le sens, la signification telle qu’elle se produit dans l’être. Cela requiert un nouveau concept du mouvement, qui n’est pas compris comme un déplacement dans un cadre spatial – ou temporel – prédéterminé, mais plutôt comme un changement plus profond et fondamental, qui, avant tout, produit l’espace et le temps comme des contextes déterminés dans lesquels le mouvement peut suivre un cours sensible. Cela pose un nouveau défi : conceptualiser un espace et un temps déterminés qui résulteraient, de manière contingente, d’un type de changement plus profond, que j’appellerai templacement. Je lance ce défi en me tournant vers les Mexicas/Aztèques parce que le terme le plus élémentaire de leur ontologie est le mouvement-changement, et il est naturel pour eux que le mouvement-changement n’ait pas lieu dans un conteneur spatio-temporel abstrait. Au contraire, le temps-lieu est tissé sans mouvement-changement « préalable ». Cette recherche conduit à un enseignement encore plus profond pour la phénoménologie, concernant au sujet des présupposition “évidentes” sur le temps et sur la philosophie, et elle nous montre aussi comment ces présuppositions sont étroitement liées.Il movimento è un elemento cruciale nello sforzo di Merleau-Ponty di comprendere il senso, il significato in quanto generato all’interno dell’essere. Questo sforzo richiede un nuovo concetto di movimento, da intendere non come movimento-spostamento nell’ambito di una cornice spazio-temporale predefinita, ma come più profondo e più fondamentale mutamento che inaugura lo spazio e il tempo, in quanto contesti nei quali il movimento stesso può esprimere una traiettoria dotata di senso. Si pone quindi una nuova sfida: quella di concettualizzare lo spazio e il tempo come generati da una forma più radicale di mutamento, che propongo di definire templacement. Per affrontare questa sfida, mi rivolgo ai Mexica/Aztechi poiché il termine più basilare della loro ontologia è quello del moto-mutamento, e poiché essi ritengono ovvio che questo moto-mutamento non si verifichi all’interno di un contenitore spazio-temporale astratto: al contrario, lo spazio-tempo è per loro un intreccio che risulta da un moto-mutamento “precedente”. Questo studio permette di ricavare una lezione più profonda per la fenomenologia, che concerne le sue “ovvie” presupposizioni riguardo a che cosa siano “ovviamente” il tempo e la filosofia – e a come queste presupposizioni siano strettamente connesse.
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Nicosia, Manuela, and Valentina Pappalardo. "Lo spazio urbano come oggetto di osservazione: valenze simboliche e aspetti funzionali." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 97 (May 2012): 100–114. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097008.

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Abstract:
Il lavoro č il risultato di un'esperienza osservativa che ha preso le mosse dall'ipotesi iniziale di Piazza della Loggia a Brescia come luogo turistico. L'osservazione del contesto fisico-sociale ha permesso di individuarne due funzioni sociali, una fruitiva (connessa ai diversi soggetti: turisti, abitanti e immigrati) ed una simbolica legata alla celebrazione della memoria collettiva, e allo stesso tempo una debole valenza di "piazza", intesa come spazio di socializzazione.
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Sava, Vito. "La fiducia nella dimensione del tempo." GRUPPI, no. 3 (December 2012): 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003004.

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Abstract:
L'articolo propone alcune riflessioni sul tema della fiducia dal punto di vista del tempo. L'autore prende in considerazione, attraverso materiali clinici tratti da psicoterapie psicoanalitiche individuali in setting privato e nell'ambito del servizio pubblico, alcuni processi attraverso cui si evolve l'esperienza della fiducia nella relazione terapeutica. Il tema del tempo viene considerato sia nel processo del trattamento psicoterapeutico (tempo delle sedute, tempo della cura, tempo delle pause, tempo dell'inconscio), sia come elemento essenziale che struttura e consolida il processo di nascita, sviluppo e stabilizzazione della fiducia. Alcune ipotesi vengono proposte sul rapporto tra fiducia, relazione transferale e ritmi della terapia. L'articolo si conclude con alcuni riferimenti sul rapporto tra la fiducia, il tempo, con un particolare accento al tema della scrittura del materiale clinico, intesa come costruzione di un nuovo oggetto di relazione tra terapeuta e paziente, che richiede pertanto un ulteriore atto di fiducia nella funzione del processo analitico non solo nella spazio della seduta ma anche nei luoghi e nei tempi che precedono e seguono l'incontro con il paziente.
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Tesauro, Tiziana, and Tiziana Tarsia. "Le pratiche teatrali nella formazione degli operatori sociali per costruire relazioni di ben-essere." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 65–76. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002005.

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Abstract:
Il contributo descrive e analizza un'esperienza di teatro dell'oppresso organizzata in ambito universitario e la usa come pretesto per ragionare sullo stretto legame che esiste tra il benessere psico-sociale degli operatori sociali, la loro formazione come professionisti e le tecniche del teatro sociale. Nel testo viene valorizzata la circolarità tra il sapere dell'esperienza e quello teorico in un frame che promuove il teatro come spazio di potenzialità e di consapevolezza. In questo spazio i social workers possono sperimentare la possibilità di gestire il proprio potere ed esplorare i conflitti che emergono nella relazione di aiuto per restituire benessere a se stessi e alle persone accolte nei servizi. Le conclusioni, infine, sollecitano domande e riflessioni che mirano a sottolineare l'importanza della formazione degli operatori sociali nella costruzione di politiche sociali che partono dalle comunità e veicolano relazioni di interdipendenza e, allo stesso tempo, tendono all'emancipazione delle persone.
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Zoena, Giurita. "Incontriamoci al confine." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2021): 99–110. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002007.

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Abstract:
Con i cambiamenti globali che stanno radicalmente trasformando il nostro modo di vivere, capita sempre più di frequente di ricevere ri-chieste di psicoterapia da parte di pazienti che sono in città soltanto di passaggio. Come psicoanalisti e come curiosi esploratori della dimen-sione umana siamo sollecitati ad accogliere le necessità dei nostri pa-zienti, che a volte ci fanno sostare sui confini del mondo che siamo abituati a conoscere, offrendoci la possibilità di diventare noi stessi quel legame di continuità tra ciò che era e ciò che sarà. All'interno di uno spazio, che si frammenta in una pluralità di luoghi sia fisici che virtuali, e di un tempo dissonante che deforma le interazioni umane, ci ritroviamo ancora esposti alla deflagrante distruttività del trauma. In questi termini l'analista può fungere da coordinate spazio-temporali per il paziente, consentendogli di accarezzare delicatamente, senza impatti ravvicinati, i bordi sottilissimi della propria esistenza e di circoscrivere la morte attraverso la sua pensabilità.
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Montebelli, Stefania. "Il territorio come spazio della creatività sociale. Un esempio di laboratorio per una "città accogliente"." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2021): 40–55. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa10030.

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Abstract:
L'attuale tendenza della trasformazione urbana non interessa più solo l'espansione dei centri urbani, quanto piuttosto la riconversione del patrimonio esistente. Lo spazio urbano è discontinuo, composto di luoghi che il tempo ha posto vicino, spesso senza alcuna pianificazione, a dimostrazione che l'evoluzione della territorialità è più rapida di quella del territorio che ne conserva le rimanenze materiali. Vengono a formarsi, così, degli spazi interstiziali nella trama urbana che solo la creatività sociale può reinserire nella progettualità di un contesto abitato e vitale, risignificandoli di nuova funzione. Questa dovrebbe essere vista come un'urgenza perché, sia che la territorializzazione riguardi la conquista di spazi extraterritoriali, che quelli interni al proprio territorio, lo spazio urbano abbandonato rappresenta una sorta di minacciosa indeterminatezza che può arrivare ad essere de-strutturalizzante per il tessuto territoriale, così come per l'identità collettiva. La creatività risulta essere, quindi, una strategia territorializzante attraverso cui la società educa alla cittadinanza attiva reificando, significando e funzionalizzando gli spazi del suo vivere, autorappresentandosi.
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Jernej, Josip. "Osservazioni sulla pausa sintattica." Linguistica 25, no. 2 (December 1, 1985): 45–52. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.25.2.45-52.

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Abstract:
Ferme restando le varie accezioni specifiche della voce PAUSA, essa può definirsi con formula generale come sospensione temporanea di un lavoro o di un'attività in genere, un intervallo di silenzio che si fa parlando, leggendo, recitando (o anche sonando o cantando) e, finalmente, l'interruzione di un fenomene per uno spazio di tempo relativamente limitato.1 Questa &efinizione debitamente comprensiva contiene in modo virtuale i vari aspetti e significati del termine in questione. Una esemplificazione provvisoria potrà chiarire meglic quanto stiamo esponendo.
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Romanň, Franco. "Nascita e decadenza della famiglia borghese nella narrativa europea." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 21 (April 2011): 151–62. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-021009.

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Abstract:
La nascita, crescita e decadenza della famiglia borghese viene presa in esame analizzando alcuni grandi romanzi della letteratura europea in un periodo di tempo che va dalla metŕ del 1700 per arrivare a oggi. Lo spazio geografico in cui essa nasce č quello che vide la nascita della societŕ moderna prima che altrove e quindi in Inghilterra e in Francia. Solo nel '900 l'estendersi del modello di vita borghese, produce opere altrettanto significative in altri paesi europei e negli Usa.
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Paglia, Luigi. "LE TRANSIZIONI NEL TEMPO, NELLO SPAZIO E DAL GRIDO ALL'ULTRAGRIDO: LETTURA DEL DOLORE DI UNGARETTI." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 38, no. 2 (September 2004): 417–55. http://dx.doi.org/10.1177/001458580403800206.

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Troisi, S. Cristian. "La memoria “viaggiante” fra identità e traduzione." Entreculturas. Revista de traducción y comunicación intercultural, no. 11 (March 3, 2021): 53–68. http://dx.doi.org/10.24310/entreculturasertci.v1i11.12103.

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Abstract:
Una delle caratteristiche principali della memoria è il suo essere in movimento, il quale, attraversa in maniera trasversale: nazioni, epoche e tecnologie. Rappresenta, inoltre, uno degli aspetti più rilevanti nella costruzione dell’identità; definisce e scandice la vita di un individuo o un gruppo sociale, li caratterizza indelebilmente nel tempo, viene ri-mediata all’interno dei media e dei diversi gruppi della nostra società. Questo suo “viaggio” transnazionale che percorre lo spazio, il tempo e le tecnologie in una continua mediazione e ridefinizione lo si assimila al medesimo cammino che in una certa forma compie la traduzione. È innegabile come memoria, identità e traduzione siano intimamente connesse fra di loro e a ciò che è racchiuso nell’essenza umana, che deve intendersi in una dialettica dell’implicazione e dell’ipseità/alterità.
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Scavarda, Alice, Raffaella Ferrero Camoletto, and Vulca Fidolini. "Stranieri a tavola? Ridefinire i confini identitari attraverso le narrazioni alimentari." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 135–48. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002008.

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Abstract:
Attraverso l'analisi di tre casi di studio che utilizzano tre approcci qualitativi diversi (l'intervista, la photovoice, l'etnografia virtuale), il presente articolo mostra come l'alimentazione nell'esperienza migratoria possa fungere da spazio, sociale e vir-tuale, reale e immaginario, per rivendicare confini simbolici che possono essere costruiti in modo nostalgico o riaffermati in quanto tratto distintivo che differenzia chi migra dall'autoctono. Allo stesso tempo, il cibo può operare come terreno di incontro e di ibridazione di tradizioni diverse, disvelando versanti talvolta insoliti o nascosti dei processi migratori.
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Morales, M. Martěn. "Las huellas de la resistencia." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 711–34. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134004.

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Abstract:
A fronte delle scarse informazioni esistenti sulle riduzioni dell'antica Provincia del Paraguay, il "Libro de Ordenes" rappresenta un punto di osservazione privilegiato per analizzare la complessitÀ dell'esperienza missionaria dei gesuiti tra i guaraníes. L'ambito giuridico in cui il Libro venne concepito riflette ancora il sistema del casuismo; infatti le circostanze e i fatti stanno alla base della legislazione. In tale senso avvicinarsi alla legge significa avvicinarsi a ciň che l'ha prodotta. L'insistenza delle prescrizioni presente nel Libro attesta la loro mancata osservanza o le resistenze che esse provocarono. Perciň, attraverso le pagine del Libro, č possibile ricostruire la strategia missionaria dei gesuiti, intesa come spazio del potere, individuandone nel contempo i limiti. Tali limiti si presentano come delle crepe che fanno emergere la tattica. Secondo Michel de Certeau la tattica, che scommette sul tempo, č assimilabile alla metis greca che non avendo un proprio spazio occupa quello altrui. Il "Libro de Ordenes" puň presen tarsi come uno strumento in grado di "sconvolgere il punto di vista" dello storico, permettendogli di porre nuove domande e di elaborare nuove riscritture.
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Morel, Lydie. "L’activité ludique en articulation avec les activités de raisonnement." Travaux neuchâtelois de linguistique, no. 46 (November 1, 2007): 51–68. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2007.2818.

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Abstract:
In questo articolo, l'autore abborderà nel stesso tempo la nozione di attività ludica come motore, nella costruzione di attività protologico che prepara il pensiero ad entrare nel sémiotisation, e come spazio per creare un aggiustaggio ortofonico L'attività ludica sarà considerata come l'espressione delle esplorazioni del bambino, il luogo di installazione di regolarità essenziali all'uscita dei piaceri cognitivi ed emozionali, un tempo di esercizio ,di collocamento in relazione e di coordinamenti ed un momento di creazione di significati dunque di "dovendo essere significati". L'analisi di sequenze filmate permetterà di illustrare come l'attività ludica, ragionamento e linguaggio sono articolati dai bambini che portano uno handicap. L'autore esporre brevemente i principi di un adeguamento ortofonico prelogica e relativo al linguaggio di cui gli argomenti teorici si trovano nella corrente della psicologia construtivista.
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Dell’Aquila, Roberto, Graziella Berlingò, Valentina Pellanda, Andrea Contestabile, Paolo Lentini, and Anna Basso. "Le barriere allo sviluppo della dialisi peritoneale non esistono." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 14, 2014): S36—S38. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.967.

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Abstract:
La dialisi peritoneale è una metodica in uso in Italia dagli anni '70; dalle prime sconfitte dovute all'inesperienza, siamo giunti oggi, se non ieri, a una metodica sicura e con una mole di letteratura favorevole. Malgrado ciò, la percentuale di utilizzo di tale metodica è assestata da molto tempo sul 10% e con un trend in negativo in questi ultimi anni. Non si comprende come una tecnica così semplice e, al tempo stesso, così efficace non riesca ad avere un suo rispettabile spazio. Molto è stato scritto sulle cosiddette “barriere” al suo sviluppo, tra le quali si annoverano cause sociali, economiche e organizzative. Lo scopo di questo lavoro è di dimostrare con degli esempi che, se barriere ci sono, queste sono rappresentate solo dall'inesperienza e dalla mancanza totale di volontà di chi dirige una struttura di nefrologia.
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Pellizzari, Giuseppe. "Il lavoro dell'adolescenza e il lavoro con l'adolescente." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2011): 109–21. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001008.

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Abstract:
Il concetto di "lavoro" č implicito in tutta l'opera di Freud. Designa una attivitŕ di mediazione e di lotta con un oggetto, interno e/o esterno, che ostacola il soggetto imponendo una trasformazione. Il modello naturale di tale lavoro č l'adolescenza come processo di riorganizzazione psichica rivoluzionaria che implica uno sforzo creativo considerevole per ridefinire l'identitŕ del soggetto. La societŕ in cui viviamo tende a banalizzare questo compito favorendo la scarica eccitatoria immediata a scapito della creativitŕ che comporta il tempo. Il lavoro terapeutico con gli adolescenti consiste nel riattivare la drammaticitŕ della loro crisi piuttosto che reprimerla in modo rassicurante. Ciň implica la fiducia nelle nascenti capacitŕ creative dell'adolescente e nello stesso tempo la sospensione del proprio "supposto sapere" al fine di riconquistarlo insieme nella costruzione di un comune spazio di lavoro. Due esempi clinici esemplificano questo processo.
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