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Journal articles on the topic 'Stenosi'

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Koch, M., and H. Iro. "Salivary duct stenosis: diagnosis and treatment." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 2 (April 2017): 132–41. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1603.

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Abstract:
La gestione delle stenosi delle ghiandole salivari maggiori ha subito un cambiamento significativo nel corso degli ultimi 15-20 anni. L’elemento fondamentale che sta alla base di una scelta terapeutica minimamente invasiva è rappresentato da un’accurata diagnosi. La scialografia convenzionale e la scialo-RM possono essere utili strumenti per la diagnosi delle stenosi salivare, senza dimenticare il ruolo basilare e centrale dell’ecografia qualora si sospetti che un processo stenotico a carico dei dotti salivari sia la causa dell’ostruzione. Tuttavia, ad oggi, la scialoendoscopia rappresenta la scelta diagnostica migliore, permettendo una corretta pianificazione terapeutica attraverso una quanto più precisa caratterizzazione della stenosi. Sia a livello sottomandibolare che parotideo è possibile distinguere le stenosi infiammatorie da quelle secondarie a processi fibrotici e, inoltre, a carico dei dotti salivari parotidei è stata descritta una stenosi associata a varie anomalie del sistema duttale. Nella maggior parte dei casi la sola terapia conservativa non è sufficiente per la risoluzione della sintomatologia ostruttiva, tuttavia lo sviluppo di trattamenti minimamente invasivi, prima fra tutte la scialoendoscopia, ha permesso di ottenere un tasso di conservazione della funzione ghiandolare di oltre il 90% dei casi. Se a livello sottomandibolare la principale misura terapeutica nella gestione delle stenosi del dotto ghiandolare rimane l’incisione duttale (eccezion fatta per il crescente ruolo della scialoendoscopia nelle stenosi centrali), viceversa a livello del dotto parotideo la stenosi viene preminentemente gestita mediante la scialoendoscopia. Va comunque sottolineato che nel 10-15% dei casi il successo terapeutico viene ottenuto attraverso un trattamento di tipo combinato. La seguente review si propone di fornire una panoramica circa l’epidemiologia, la diagnostica e l’attuale stato dell’arte del trattamento delle stenosi salivari.
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2

Righini, C. A., G. Ferretti, C. Pison, and E. Reyt. "Stenosi tracheali dell’adulto." EMC - Otorinolaringoiatria 14, no. 2 (June 2015): 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(15)70663-x.

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Lagier, A., F. Gorostidi, P. Demez, and K. Sandu. "Stenosi laringee dell’adulto." EMC - Otorinolaringoiatria 18, no. 1 (February 2019): 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(18)41627-3.

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Napoli, M., R. Prudenzano, E. Sozzo, D. Mangione, V. Martella, C. Montagna, A. M. Montinaro, C. Pati, and G. Sandri. "Lo stenting nelle stenosi delle fistole arterovenose distali: esperienze preliminari." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 40–45. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1114.

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Abstract:
L'angioplastica percutanea transluminale (PTA) è un efficace trattamento per la correzione delle stenosi delle fistole arterovenose (AFV). Un limite della PTA è l'alta frequenza di recidiva. In teoria lo stenting, prevenendo la restenosi, potrebbe rappresentare la risposta al problema. In letteratura sono limitate tuttavia le esperienze con lo stenting nelle AVF. In questo studio riportiamo la nostra esperienza preliminare in proposito che ha interessato 6 pazienti. Dall'aprile 2008 al dicembre 2011 sono stati posizionati 6 stent su 122 PTA eseguite. Sono stati utilizzati stent me-tallici auto-espandibili. I criteri di selezione dei pazienti per lo stenting erano rappresentati da: a) stenosi interessanti il tratto di vena post-anastomotico; b) seconda recidiva dopo PTA; c) resistenza della stenosi alla PTA pur con pressioni elevate (fino a 21 atm). Dei 6 pazienti, 5 erano alla seconda recidiva dopo PTA, 1 era alla prima recidiva ma la stenosi era resistente alla PTA Risultati: in tutti i casi lo stenting ha prodotto la risoluzione della stenosi. In nessun caso si è verificata la trombosi dello stent. Il follow-up medio è stato di 21+10 mesi (3–33) con un periodo di osservazione totale di 124 mesi. Due pazienti sono deceduti rispettivamente dopo 13 e 26 mesi dallo stenting con la AVF ben funzionante. Due pazienti, a 3 e 30 mesi dallo stenting, hanno presentato una trombosi pre-anastomotica dell'arteria radiale, mentre lo stent era pervio e la AVF funzionante rifornita dall'arteria ulnare attraverso l'arcata palmare. Degli altri 3 casi, 1 non ha presentato alcun problema dopo un follow-up rispettivamente di 21 mesi. Gli ultimi 2 pazienti, rispettivamente dopo 11 e 12 mesi hanno presentato una stenosi da iperplasia neo-intimale intrastent Entrambi sono stati trattati con PTA con risoluzione totale della stenosi. A distanza rispettivamente di 12 e 13 mesi si è ripresentata la stenosi intrastent da iperplasia neo-intimale. Entrambi sono stati trattati con successo con PTA I due pazienti con la recidiva intrastent, hanno presentato un intervallo libero da stenosi in media di 15.1+0.9 mesi. Conclusioni: la nostra esperienza, anche se limitata per numero di casi, ha dimostrato l'efficacia dello stenting nella risoluzione delle stenosi (100%). La possibile iperplasia neo-intimale impone un monitoraggio ultrasonografico dello stent, indirizzando i pazienti al trattamento con PTA La risoluzione con PTA della stenosi indotta da iperplasia intimale rende tuttavia questa complicanza di importanza relativa. I risultati ci inducono a continuare la nostra esperienza con lo stenting nei casi opportunamente selezionati.
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Capuano, Maria, Giuseppe Morelli Coppola, Marco Terribile, Francesco Arienzo, Marco Morelli Coppola, Roberta Rossano, and Luca Apicella. "Stenosi dell'arteria renale: rivascolarizzazione percutanea o terapia medica?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (March 19, 2013): 6–10. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.994.

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Abstract:
La stenosi dell'arteria renale (RAS) è nel 90% dei casi su base aterosclerotica; in quasi il 10% dei casi è invece correlata a displasia fibromuscolare. La RAS può essere causa di ipertensione maligna nonché di riduzione della funzionalità renale. È pertanto importante mettere in atto una terapia ottimale per ridurre le complicanze. Vi è un generale consenso sull'efficacia di una rigorosa terapia medica. È invece dibattuta l'utilità di un concomitante intervento di rivascolarizzazione percutanea per migliorare la PA e il GFR. Abbiamo pertanto effettuato una ricerca della letteratura utilizzando PubMed e ricercando i termini “renal artery stenosis, atherosclerotic renal artery stenosis, renovascular hypertension”. In questa review analizziamo l'epidemiologia, la fisiopatologia, la diagnosi e, in modo più approfondito, le diverse opzioni terapeutiche alla luce dei più recenti trial clinici.
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Di Benedetto, V., S. Arena, and M. G. Scuderi. "Stenosi del giunto pieloureterale." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Generale 10, no. 1 (January 2010): 1–12. http://dx.doi.org/10.1016/s1636-5577(10)70605-2.

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Nicollas, R., C. L. Curto, S. Roman, and J. M. Triglia. "Stenosi laringotracheali del bambino." EMC - Otorinolaringoiatria 9, no. 4 (January 2010): 1–7. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(10)70136-7.

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Cartier, C., M. Makeieff, and L. Crampette. "Stenosi velofaringee e ipofaringee." EMC - Otorinolaringoiatria 9, no. 2 (January 2010): 1–9. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(10)70145-8.

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Fayoux, P., H. Broucqsault, and A. Maltezeanu. "Stenosi laringotracheali del bambino." EMC - Otorinolaringoiatria 19, no. 3 (August 2020): 1–12. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(20)44122-4.

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&NA;. "Steroids for Spinal Stenosi." Back Letter 12, no. 1 (January 1997): 12. http://dx.doi.org/10.1097/00130561-199701000-00016.

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Meazza, A., and G. Reali. "La Stenosi Uretrale Iatrogena." Urologia Journal 53, no. 1 (February 1986): 3–11. http://dx.doi.org/10.1177/039156038605300101.

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Izzo, R., M. Muto, G. Fucci, and S. Simpatico. "Le stenosi del canale lombare: Stato dell'arte." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 4 (August 1995): 557–67. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800410.

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Abstract:
Molti casi di sciatalgie o cruralgie artrosiche, non discali, sono dovuti a restringimenti patologici dei recessi o dei forami. Le manifestazioni cliniche variano a seconda della causa, della sede, dell'estensione e dell'entità della stenosi. Le stenosi del canale lombare possono essere presenti alla nascita o svilupparsi nel periodo evolutivo, in associazione ad altre anomalie scheletriche o in forma isolata, oppure possono essere la conseguenza di processi patologici acquisiti, soprattutto di tipo degenerativo-artrosico. Le stenosi lombari sono classicamente divise in 3 gruppi a seconda della localizzazione anatomica nel canale centrale, nei recessi laterali o nei forami e possono interessare uno solo o tutti questi settori contemporaneamente. La TC e la RM permettono un completo e preciso bilancio delle alterazioni ossee e delle parti molli in causa, con il contributo di ciascuna di esse alla stenosi ed alla sintomatologia.
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Forneris, G., D. Savio, M. Trogolo, and P. Cecere. "L'arco cefalico: non tutte le stenosi delle fistole sono uguali." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 2 (January 24, 2018): 1–5. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1427.

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Abstract:
La stenosi dell'arco cefalico rappresenta un'entità unica nel capitolo delle stenosi delle FAV arterovenose in campo dialitico. L'arco cefalico, cioè l'ultimo tratto di vena cefalica prima della sua confluenza nella vena ascellare è sede frequente di stenosi, quasi sempre riscontrabile con fistole prossimali. La presenza di numerose valvole che rispondono con un processo di ipertrofia all'aumento del flusso ematico, la riduzione dello shear stress per l'alterata emodinamica legata alla geometria dell'arco e la rigidità delle strutture che circondano il vaso, rappresentano le principali cause favorenti lo sviluppo della stenosi. La diagnosi è relativamente agevole attraverso un attento esame obiettivo e l'ultrasonografia, ma il trattamento si rivela spesso impegnativo per l'elevata resistenza della lesione alla dilatazione e la tendenza della stenosi alla recidiva. Langioplastica rappresenta la prima opzione terapeutica, ma richiede un'attenta valutazione tecnica nella scelta e nell'utilizzo di palloni ad alta pressione. L'utilizzo di stent o stent-graft costituisce una ulteriore strategia nei casi di recidiva stenotica precoce. La chirurgia può essere considerata una soluzione alternativa ma più ragionevolmente costituisce un approccio successivo e si avvale di interventi di trasposizione della vena o di posizionamento di ponte protesico. La riduzione chirurgica del flusso della FAV può essere razionale nei casi di accesso vascolare ad alta portata. In tutti i casi l'elevata frequenza di recidive impone una stretta sorveglianza della FAV per garantirne la pervietà a distanza.
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Oosterlinck, W., and N. Lumen. "Trattamento endoscopico delle stenosi dell’uretra." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Generale 7, no. 1 (2007): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1636-5577(07)70588-6.

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Bastien, L., and B. Boillot. "Trattamento endoscopico delle stenosi uretrali." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Generale 16, no. 1 (November 2016): 1–5. http://dx.doi.org/10.1016/s1636-5577(16)79395-3.

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Castellan, L., F. Causin, and S. Perini. "Trattamento endovascolare delle stenosi carotidee." Rivista di Neuroradiologia 16, no. 1_suppl (May 2003): 218–20. http://dx.doi.org/10.1177/19714009030160s186.

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Visconti, P., S. Zanotti, G. Gobbi, B. Zanotti, A. Orlandini, and M. Leonardi. "Stenosi benigna dell'acquedotto di Silvio." Rivista di Neuroradiologia 3, no. 1_suppl (February 1990): 105–7. http://dx.doi.org/10.1177/19714009900030s116.

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Puglioli, M., R. Padolecchia, P. L. Collavoli, G. Parenti, G. Orlandi, and C. Paoli. "Angioplastica carotidea." Rivista di Neuroradiologia 11, no. 4 (August 1998): 431–42. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100402.

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Abstract:
L'endoarteriectomia, come confermano i risultati degli studi multicentrici NASCET (North American Symptomatic Carotid Endarterectomy Trial), ECST (European Carotid Surgery Trial) ed ACAS (Asymptomatic Carotid Atherosclerosis Study), rappresenta il trattamento di elezione delle stenosi aterosclerotiche interessanti il distretto extracranico dell'arteria carotide, sia nei pazienti sintomatici (stenosi > 70%) che asintomatici (stenosi > 60%). L'intervento chirurgico è gravato da un rischio cumulativo di morbilità-mortalità (stroke/morte) che il NASCET, l'ECST e l'ACAS segnalano, rispettivamente, nel 5,8%, 7,5% e 2,3%, insieme ad altre possibili complicanze: infarto miocardico (0,9%), paralisi di nervi cranici (7,6%), ematoma del collo (5,5%), infezioni (3,4%). Qualora, per ragioni cliniche od anatomiche, il rischio chirurgico sia troppo elevato, come nei pazienti cardiopatici, diabetici, con insufficienza polmonare o renale, con restenosi, con stenosi post-attiniche o fibrodisplastiche, con stenosi carotidee prossimali o distali, con lesioni «tandem», l'angioplastica transluminale percutanea (PTA) e/o lo Stenting carotideo possono rappresentare una valida alternativa terapeutica all'endoarteriectomia. In questo articolo presentiamo la nostra casistica relativa a 41 procedure (36 PTA; 5 Stenting), eseguite su 33 pazienti negli ultimi due anni. I trattamenti sono stati rivolti a 28 arterie carotidi interne, 4 arterie carotidi esterne, 2 arterie carotidi comuni, 2 tronchi anonimi; gli stents sono stati rilasciati in 4 arterie carotidi interne e in 1 arteria carotide comune. Le procedure regolarmente portate a termine sono state 37 (32 PTA; 5 Stents), con un ottimo risultato anatomico in 36 casi. Nei controlli a 6 mesi abbiamo riscontrato una ristenosi (< 60%), asintomatica. In questo articolo illustriamo il nostro protocollo, gli insuccessi tecnici, i risultati e le complicanze.
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Nuzzaci, G., and I. Nuzzaci. "Carotide extracranica: Inquadramento clinico." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 5–10. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s202.

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Abstract:
La malattia occlusiva della carotide interna rappresenta la causa di almeno il 30% degli ictus ischemici. La lesione maggiormente a rischio è rappresentata dalla stenosi emodinamica. La amaurosi ipsilaterale e la emiplegia controlaterale alla stenosi costituiscono i sintomi patognomonici della malattia. Sono i deficit neurologici transitori emisferici, recenti e subentranti quelli che più frequentemente preludono all'ictus. L'esame Eco-color Doppler consente lo screening più affidabile e la tromboendoarterectomia carotidea costituisce la miglior profilassi dell'ictus nel paziente sintomatico.
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Farinetti, A., R. Nicollas, O. Mimouni-Benabu, S. Roman, and J. M. Triglia. "Chirurgia delle stenosi laringotracheali del bambino." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Generale 14, no. 1 (November 2014): 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1636-5577(14)68905-7.

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Breda, G., P. Ligato, M. Dal Bianco, A. Calabro, W. Artibani, and F. Pagano. "La Terapia Endoscopica Delle Stenosi Uretrali." Urologia Journal 52, no. 46_suppl (January 1985): 43–62. http://dx.doi.org/10.1177/039156038505246s05.

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Floris, F., and A. Agus. "Il Trattamento Endoscopico Delle Stenosi Uretrali." Urologia Journal 54, no. 5 (October 1987): 560–77. http://dx.doi.org/10.1177/039156038705400507.

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Scarabino, T., G. M. Giannatempo, A. Simeone, F. Florio, N. Magarelli, A. Carriero, and U. Salvolini. "Stenosi carotidea: Confronto tra angio-RM e angio-TC spirale." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 93–95. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s236.

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Abstract:
A preliminary study comparing three dimensional time of flight (TOF 3D) Magnetic Resonance angiography (MRA) and spiral CT angiography (SCTA) in the detection and evaluation of internal carotid stenosis. Digital subtraction angiography (DSA) was the gold standard. Twenty patients with clinical signs of cerebrovascular insufficiency underwent MRA, SCTA and DSA within a three day period. Both internal carotid arteries were evaluated for absence or degree of stenosis. Sensitivity, specificity, diagnostic accuracy, concordance, overstimation and understimation were assessed. MRA showed a higher sensitivity, specificity, diagnostic accuracy and concordance compared to SCTA (92% versus 80%, 98,2% versus 96,4%, 96,3% versus 88%, respectively). MRA demonstrated a 5% overstimation rate whereas SCTA demonstrated a 7,5% understimation rate. These differences are not statistically significant. These results suggest that MRA is the more useful, non invasive modality for the detection and evaluation of the internal carotid artery with a greater than 70% stenoses.
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Saletti, A., F. Calzolari, S. Ceruti, and R. Tamarozzi. "Misura con Angio-TC delle stenosi della biforcazione carotidea." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 115–25. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s215.

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Abstract:
Scopi del presente studio sono il confronto tra angio-TC ed angiografia digitalizzata intaarteriosa nello studio delle biforcazioni carotidee, la descrizione del metodo utilizzato in angio-TC per la quantificazione delle stenosi e la discussione dell'eventuale collocazione dell'angio-TC nel protocollo di studio di questa patologia. La nostra casistica comprende 16 pazienti, 12 maschi e 4 femmine, di età compresa tra 52 e 78 anni, sottoposti preventivamente ad esame ultrasonografico delle biforcazioni carotidee, risultato positivo per patologia ateromasica. Sono state studiate con angio-TC 32 biforcazioni carotidee, utilizzando un apparecchio Elscint CT Twin II.I dati sono stati acquisiti in maniera continua, con tecnica volumetrica (double helix - dual slice) per un tempo di scansione complessivo di 24 secondi. Sono stati somministrati 80 ml di mezzo di contrasto non ionico (300 mg I / 100 ml) per via endovenosa. Le acquisizioni sono state ottenute utilizzando una collimazione del fascio di 2,5 mm ed una velocità di spostamento del tavolo di 3,7 mm / sec (pitch 0,7). Le immagini «angiografiche» sono state successivamente ricostruite utilizzando l'algoritmo «maximum intensity projection» (MIP). Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad angiografia digitalizzata intraarteriosa; ogni biforcazione carotidea è stata analizzata attraverso almeno 2 proiezioni angiografiche. La percentuale di stenosi è stata determinata secondo i criteri del North American Symptomatic Endarterectomy Trial (NASCET). Una concordanza globale tra le due metodiche nella misura dei diametri carotidei si è verificata in 23/32 casi (71,8%). La stenosi è stata sovrastimata dall'angio-TC rispetto all'angiografia digitalizzata in 6/32 casi (18,8%); in 3 casi (9,4%) la stenosi è stata sottostimata dall'angio-TC. Aspetti peculiari dell'angio-TC sono la possibilità di analisi della biforcazione in qualsiasi proiezione (rotazione delle immagini MIP), la precisa misurazione delle stenosi (ottenibile nelle immagini assiali) e l'individuazione delle componenti molli e/o calcifiche delle placche ateromasiche. La rapidità di acquisizione dei dati riduce al minimo l'evenienza di artefatti da movimento. A nostro parere l'angio-TC potrebbe essere attualmente eseguita dopo l'esame ultrasonografico e prima dell'eventuale endarterectomia per ottenere una ulteriore rappresentazione della biforcazione carotidea quando angio-RM e angiografia sono controindicate, quando l'angio-RM o l'angiografia forniscono reperti di dubbia interpretazione ed infine se necessario dimostrare la morfologia della placca o altre alterazioni della parete arteriosa (ad esempio aneurismi trombizzati).
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Cellerini, M., E. Chiti, G. Caracchini, G. Pellicanò, F. Dal Pozzo, and G. Dal Pozzo. "RM ed Angio-RM nello studio della patologia steno-occlusiva (aterosclerotica) delle arterie carotidi nel tratto cervicale." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 45–54. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s206.

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Abstract:
Nella seguente trattazione viene effettuata una revisione del ruolo della risonanza magnetica e dell'angiografia con RM (angio-RM) nella diagnostica della patologia steno-occlusiva delle arterie carotidi nel tratto cervicale con particolare attenzione alle problematiche tecniche e cliniche. Nello studio dei vasi carotidei nel collo le tecniche angio-RM 2D e 3D Time-of-Flight (TOF) sono più diffusamente impiegate rispetto alle tecniche a contrasto di fase (2D e 3D PC angio-RM). Questo è in parte dovuto al fatto che la tecnica TOF, essendo stata commercializzata prima di quella a contrasto di fase, ha avuto una più ampia sperimentazione clinica. Inoltre, grazie alla recente introduzione di particolari accorgimenti tecnici (e.g. “Tilted Optimized Nonsaturating Excitation” o -TONE- e “Multiple Overlapping Thin Slab Acquisition” o -MOTSA-) l'angio-RM 2D e 3D TOF consentono in genere un'ottimale e selettiva visualizzazione dei vasi a livello cervicale. La recente pubblicazione dei risultati di ampi studi clinici (eg NASCET) ha sottolineato l'importanza della terapia chirurgica in pazienti sintomatici con stenosi serrata (79%–99%) dell'arteria carotide interna (ACI) evidenziando inoltre la necessità di un efficace «screening» preoperatorio. Da questi studi si evince che elementi importanti nella decisione operatoria sono principalmente rappresentati dal grado di stenosi, dalla presenza di ulcerazioni a livello della placca aterosclerotica e di lesioni «tandem» sullo stesso asse vascolare. Per quanto riguarda la valutazione del grado di stenosi dell'ACI, in corrispondenza della biforcazione, l'angio-RM si è dimostrata affidabile nell'identificare arterie di calibro normale o con stenosi lievi, senza falsi negativi. Tuttavia è stato segnalato che l'angio-RM, soprattutto con tecnica 2D TOF, tende a sovrastimare il grado di stenosi vasale. Studi recenti sembrano indicare una migliore affidabilità dell'angio-RM rispetto alla metodica eco-color-doppler nella differenziazione tra occlusione e subocclusione specialmente se si utilizzano entrambe le tecniche 2D e 3D TOF. Un limite importante dell'angio-RM è a tutt'oggi rappresentato dalla difficoltà di «caratterizzare» la placca aterosclerotica ed in particolare di identificare le ulcerazioni. È tuttavia auspicabile che lo sviluppo tecnologico (e.g. bobine di superficie «phased-array» dedicate) sia in grado di risolvere in un prossimo futuro i problemi di risoluzione spaziale, rapporto segnale/rumore ed artefatti da turbolenze di flusso che ostacolano attualmente con RM ed angio-RM il riconoscimento delle ulcerazioni della placca. L'angio-RM è un esame panoramico in grado di visualizzare nella stessa seduta non solo la biforcazione carotidea ma anche i vasi del poligono di Willis consentendo il rilievo delle lesioni «tandem» che costituiscono secondo alcuni Autori una controindicazione importante alla terapia chirurgica. Un po' più problematica risulta la valutazione dell'origine dei vasi epiaortici anche se sono già in commercio delle bobine in quadratura (e.g. «head and neck coils») che permettono l'esame dell'origine dei vasi epiaortici, della biforcazione carotidea e dei sifoni carotidei in un'unica acquisizione. Pertanto l'elevato valore predittivo negativo e l'elevata sensibilità nel rilievo delle stenosi, unitamente alla non invasività ed alla capacità di un'accurato studio delle strutture encefaliche, fanno della RM e dell'angio-RM una metodica particolarmente idonea nella valutazione preoperatoria dei pazienti sintomatici con stenosi carotidea. L'utilizzo della RM ed angio-RM come metodica di «screening» offre, a fronte di costi più elevati rispetto all'eco-color-doppler, il vantaggio di una minore dipendenza dall'operatore e di una maggiore panoramicità consentendo inoltre un impiego più mirato dell'angiografia con cateterismo arterioso (pazienti selezionati).
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Lagier, A., F. Gorostidi, P. Demez, and K. Sandu. "Trattamento delle stenosi laringee e tracheali dell’adulto." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale 24, no. 1 (September 2020): 1–16. http://dx.doi.org/10.1016/s1292-3036(20)44335-4.

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Marina, R. "STENT-PTA delle stenosi di carotide “Estreme”." Rivista di Neuroradiologia 16, no. 1 (February 2003): 101–4. http://dx.doi.org/10.1177/197140090301600112.

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Abstract:
To date, our series of PTA-STENT interventions to treat carotid artery stenosis comprises 170 consecutive patients. Of these, 30% had a degree of carotid stenosis between a residual lumen < 15% and virtual pre-occlusion. The overall historical mortality/morbidity of 3.4% in our series is deemed acceptable for selection in our series which includes only high surgical risk patients. In view of this, the paper gives a detailed description of the interventional technique routinely used to treat this subgroup of patients.
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Turtulici, I., F. Roncallo, L. Giberti, and A. Bartolini. "Protocollo diagnostico non invasivo nelle stenosi carotidee." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 106–9. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s241.

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Abstract:
Digital Subtraction Angiography (DSA) is now considered the elective diagnostic tool in the evaluation of carotid artery steno-occlusive pathology, although the use of intra-artery catheters implies some iatrogenic risk. Aim of the study is to evaluate the possible utilization of a flow-chart based on non-invasive diagnostic tools, such as Ultrasound (US) and Angio-CT in the pathology of neck vessels. We retrospectively evaluated 35 pts with previous Transient Ischaemic Attacks (TIAs) in the carotid artery territory, aged between 38 and 67 years; 21 males, 14 females. The NASCET classification was used to quantify the entity of each carotid stenosis. All patients underwent neck US and Angio-CT; in 15 of them Angio-MRI and DSA were also performed. Angio-CT protocol implies volumetric acquisition from the C6 to the suprasellar region, 3 mm thick slices, 1.5 pitch, 100 ml TV c.m., 3 ml/20 s acquisition time, 1 mm axial image reconstruction, elaboration techniques: SSD, MIP. US and Angio-CT images were comparated with Angio-MRI and DSA findings; according to the present study, axial, SSD, MIP Angio-CT images have the same accuracy as DSA in the evaluation of vessel course and stenosis degree; in the evaluation of the vessel course only they are comparable to Angio-MRI; in the quantification of the stenosis their reliability is the same as US. Angio-CT is more sensitive than DSA and MRI in the evaluation of parietal abnormalities. The complementary use of US and Angio-CT techniques gives functional and anatomical information about extra-and intracranial carotid course, making invesigation possible also in uncooperative patients with minimal invasivity.
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Rippa, A., G. Galbiati, G. Lissoni, V. Manganini, and C. Milani. "Trattamento Delle Stenosi Cicatriziali Della Fossa Prostatica." Urologia Journal 52, no. 1 (February 1985): 45–49. http://dx.doi.org/10.1177/039156038505200109.

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Tassi, A., C. Nico, F. Fornetti, S. Servi, G. Badiali, and R. Giombolini. "Trattamento Delle Stenosi Uretrali Con Uretrotomia Endoscopica." Urologia Journal 55, no. 5 (October 1988): 574–77. http://dx.doi.org/10.1177/039156038805500513.

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31

Bernardi, B., G. Crisi, and F. S. Finizio. "Ernie discali e stenosi acquisite del rachide toracico." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 1 (February 1991): 81–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140099100400109.

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Inzitari, D., and M. Lamassa. "La frequenza e il trattamento della stenosi carotidea." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 55–57. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s207.

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Zambelli, S., and M. Zambelli. "Tur E Stenosi Dell'Uretra: Caratteristiche Elettriche Dei Lubrificanti." Urologia Journal 52, no. 4 (August 1985): 560–64. http://dx.doi.org/10.1177/039156038505200414.

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Galli, L., F. Gaboardi, and R. Bordinazzo. "Il Laser Nd:Yag Nel Trattamento Delle Stenosi Uretrali." Urologia Journal 54, no. 3 (June 1987): 284–89. http://dx.doi.org/10.1177/039156038705400308.

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Fanciullacci, F., M. De Giovanni, M. Spinelli, S. Sandri, P. Politi, and A. Zanollo. "Trattamento Delle Stenosi Uretrali Con «Urolume» Nostra Esperienza." Urologia Journal 58, no. 5 (October 1991): 500–501. http://dx.doi.org/10.1177/039156039105800502.

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Leva, G., S. Annoscia, A. Di Mauro, D. Signorello, and C. Boccafoschi. "Stenosi Uretrali E Cistostomia Percutanea Minima: Nostra Esperienza." Urologia Journal 58, no. 5 (October 1991): 502–8. http://dx.doi.org/10.1177/039156039105800503.

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Pelliccioli, G. P., P. Floridi, P. F. Ottaviano, S. Campanella, G. Guercini, F. Leone, P. Chiarini, and G. Bocciarelli. "La RM nella dissecazione della carotide interna." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 1 (February 1994): 103–8. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700114.

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Abstract:
Gli autori riportano la loro esperienza su 10 casi di dissecazione della carotide interna (DCI) studiati con RM in varie fasi evolutive, effettuando sequenze angiografiche TOF 2D e sequenze assiali T1 dipendenti associate alla soppressione del segnale del grasso. L'angio-RM ha fornito informazioni analoghe all'angiografia tradizionale con lieve tendenza alla sovrastima della stenosi, dimostrando anche una complicanza aneurismatica. Nella fase subacuta della DCI le sequenze assiali hanno dimostrato l'aumento di volume del vaso e, grazie alla sottrazione del segnale del grasso, hanno dato risalto ottimale alla patognomonica iperintensità del trombo murale. L'entità della stenosi è stata meglio valutata con le sequenze assiali che con le sequenze angiografiche. Nei controlli la RM ha documentato esaurientemente le possibili evoluzioni. A giudizio degli autori l'uso combinato di angio-RM e sequenze tradizionali è in grado di fornire tutte le necessarie informazioni in ogni fase evolutiva della DCI.
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Esposito, Giovanni, and Anna Franzone. "The TAVI: Transcatheter Aortic Valve Implantation." Cardiologia Ambulatoriale, no. 1 (January 30, 2020): 49–57. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-4.

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Abstract:
L’impianto transcatetere di valvola aortica (Transcatheter Aortic Valve Replacement, TAVI) è una procedura di cardiologia interventistica, introdotta nel 2002, che prevede il posizionamento e l’impianto di una protesi biologica a livello dell’annulus aortico mediante accesso percutaneo, prevalentemente transfemorale. Dopo le prime esperienze cliniche, riservate a pazienti senza altre opzioni terapeutiche, la TAVI si è affermata come alternativa all’intervento chirurgico tradizionale di sostituzione valvolare grazie ad una serie di studi randomizzati che ne hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza in pazienti appartenenti a tutto lo spettro del rischio operatorio (da estremo a basso). L’utilizzo della TAVI è in continua crescita, a livello mondiale, e si assiste ad una progressiva espansione delle sue indicazioni cliniche (stenosi di valvola bicuspide, insufficienza aortica severa). Il presente articolo ha lo scopo di riassumere i recenti progressi nell’ambito del trattamento transcatetere della stenosi valvolare aortica, descrivere le caratteristiche della procedura e analizzare i risultati degli studi che ne hanno favorito la diffusione nella pratica clinica.
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Buti, E., and A. Mannarino. "Rivascolarizzazione renale in un caso di stenosi aterosclerotica dell'arteria renale: due buoni motivi per la procedura." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 4 (January 24, 2018): 7–11. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1491.

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Abstract:
La rivascolarizzazione in caso di stenosi aterosclerotica dell'arteria renale è considerata da molti autori un'opzione terapeutica in grado di dare i suoi benefici in termini di recupero della funzione renale solo se eseguita in pazienti altamente selezionati. Riportiamo il caso di una paziente sottoposta ad angioplastica+stenting dell'arteria renale destra andata a buon fine, in cui, avendo dimostrato solo ecograficamente l'esistenza di una stenosi emodinamica bilaterale delle arterie renali in rene prevalente destro, esistevano sostanzialmente due indicazioni all'esecuzione della procedura: la presenza di ipertensione arteriosa refrattaria a terapia farmacologica (nonostante l'uso di quattro farmaci compreso un diuretico) e un declino della funzione renale più rapido di quello atteso per grado di nefropatia cronica in assenza di proteinuria significativa (11,7 ml/min/anno vs 3 ml/min/anno), facendo supporre quest'ultimo reperto l'esistenza di una condizione funzionale reversibile di ipoperfusione/ischemia che andasse ad aggravare un danno renale cronico ormai consolidato e che potesse essere sottoposto quindi a correzione mediante la rivascolarizzazione.
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Digilio, M. C., A. Giannotti, B. Marino, and B. Dallapiccola. "Le Cardiopatie Congenite nei Gemelli." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (1994): 123. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003111.

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Abstract:
AbstractLe cardiopatie congenite (CC) isolate sono patologie malformative a prevalente eziologia multifattoriale. Studi epidemiologici su coppie di gemelli mono e dizigoti hanno contribuito a chiarire l'importanza relativa delle componenti genetica e ambientale nella patogenesi delle CC. Nel periodo gennaio 1992-dicembre 1993, sono state valutate presso il nostro centro 24 coppie di gemelli con almeno un componente affetto da CC. In 15 casi si trattava di gemelli dizigoti, in 9 di monozigoti. Sono stati esclusi pazienti con CC inclusa in sindrome cromosomica o mendeliana. Entrambi i componenti delle coppie sono stati sottoposti ad accertamenti cardiologici (valutazione clinica, elettrocardiogramma, ecocardiografia). Le CC osservate sono rappresentate da Tetralogia di Fallot, stenosi polmonare con difetto interatriale, difetto interventricolare, canale atrioventricolare, stenosi aortica, coartazione aortica, trasposizione delle grandi arterie, ritorno venoso anomalo polmonare. L'analisi dei risultati ha mostrato presenza di CC in entrambi i componenti della coppia in 1/15 (7%) dei gemelli dizigoti e in 3/9 (33%) dei gemelli monozigoti. Nel caso della coppia dizigote un gemello è affetto da Tetralogia di Fallot, l'altro da ventricolo unico con atresia della polmonare. Nelle coppie monozigoti con entrambi i componenti affetti da CC, la lesione è concordante in tutti i casi (Tetralogia di Fallot in due casi e stenosi polmonare con difetto interatriale in un caso). La maggiore percentuale di concordanza per presenza di CC nelle coppie di gemelli monozigoti rispetto a quelli dizigoti dimostra l'importanza dei fattori genetici nell'eziologia delle CC. La componente genetica non è però esclusiva ed una signrficativa interazione genetico-ambientale giustifica il riscontro di concordanza per CC solo nel 30% dei gemelli monozigoti.
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Maltezeanu, A., P. Fayoux, and B. Thierry. "Stenosi laringotracheali nei bambini: trattamento chirurgico tramite accesso esterno." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale 26, no. 1 (July 2022): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1292-3036(22)46732-0.

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Maltezeanu, A., P. Fayoux, and B. Thierry. "Stenosi laringotracheali nei bambini: trattamento chirurgico tramite accesso esterno." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Generale 21, no. 1 (August 2022): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1636-5577(22)46922-7.

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Boux, Eu, A. Siclari, El Boux, and V. Salvi. "La stenosi del canale vertebrale lombare: il trattamento decompressivo." LO SCALPELLO-OTODI Educational 26, no. 3 (October 2012): 118–22. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-012-0154-6.

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Boccanelli, Alessandro. "Stenosi aortica, un problema ad alta prevalenza e morbilità." Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 146–51. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-2.

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Abstract:
L’aumento dell’età media della popolazione a cui si è assistito negli ultimi 40 anni ha reso epidemiologicamente rilevanti le valvulopatie degenerative, tra cui la Stenosi Valvolare Aortica (SAV). La diagnosi precoce di questa condizione può consentire di allungare anche non di poco la vita dei pazienti e sicuramente migliorarne la qualità. Una causa possibile della sottodiagnosi della SAV è la scarsa consapevolezza del peso epidemiologico della malattia. La prevalenza della SAV moderata-severa nella popolazione generale tra i 70 e i 75 anni è di circa il 2%, crescente con l’età. La sclerosi valvolare aortica, premessa per lo sviluppo nel tempo di SAV, è presente nel 34% della popolazione oltre i 65 anni. Nei pazienti asintomatici con SAV moderata-severa, durante un periodo di follow up medio di 2 anni circa, il 39,4% sviluppa sintomi tali da giustificare la sostituzione valvolare. Circa il 50% dei pazienti con SAV da moderata a severa non riferisce sintomi. In letteratura, il rischio di morte improvvisa nella fase silente della SAV varia dallo 0,25% al 1,7% per anno. È molto frequente che i pazienti con SAV riferiscano con ritardo i propri sintomi. Se si considera una mortalità annua del 30% in presenza di sintomi, il loro riconoscimento precoce e il tempestivo avvio a sostituzione protesica sono fondamentali Da queste considerazioni emerge la necessità di una diagnosi precoce e possibilmente ad uno stadio di minore gravità, attraverso campagne di screening istituzionale.
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Gallo, A., P. Capaccio, M. Benazzo, L. De Campora, M. De Vincentiis, P. Farneti, M. Fusconi, et al. "Outcomes of interventional sialendoscopy for obstructive salivary gland disorders: an Italian multicentre study." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 6 (December 2016): 479–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1221.

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Abstract:
Sebbene le tecniche scialoendoscopiche abbiano assunto un ruolo fondamentale nel trattamento delle patologie ostruttive dei dotti salivari, in letteratura sono riportati pochi studi multicentrici sull’argomento. Questo studio basato sull’esperienza di 9 centri italiani è stato condotto su 1152 pazienti (553 donne, età media di 50 anni) per un totale di 1342 procedure scialoendoscopiche, il 44,6% delle quali a carico della ghiandola parotide. Il 12% dei pazienti è stato sottoposto a più interventi. I calcoli salivari sono risultati essere la principale causa di ostruzione (55%), seguiti dalle stenosi e altre malformazioni duttali (16%), dai tappi mucosi (14,5%) e dalla scialodochite (4,7%). La procedura endoscopica è stata portata a termine in 1309 casi mentre in 33 casi è stata interrotta, principalmente a causa della presenza di stenosi duttali complete (21 casi). Dopo una o più procedure il successo terapeutico è stato ottenuto nel 92,5% dei pazienti. Complicanze peri-operatorie e post-operatorie sono state riscontrate nel 5,4% dei casi trattati. La scialoendoscopia rappresenta quindi una procedura efficace e sicura nella diagnosi e nel trattamento delle principali patologie ostruttive dei dotti salivari.
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Floris, R., A. Bozzao, M. Mulas, A. Apruzzese, C. Salvatore, and G. Simonetti. "Il ruolo dell'Angio TC spirale nella valutazione diagnostica della biforcazione carotidea." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 105. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s240.

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Abstract:
Il ruolo della Angio TC spirale nella valutazione diagnostica della biforcazione carotidea per la selezione di pazienti da sottoporre ad endo-arterectomia è ancora da definire. Lo scopo del nostro studio è quello di valutare l'accuratezza dell'Angio-TC spirale rispetto all'Angiografia carotidea. Abbiamo sottoposto ad Angio-TC spirale dei vasi epiaortici 46 pazienti (92 biforcazioni carotidee) entro 48 ore dall'esame angiografico, utilizzando un apparecchio TC spirale con tubo ad elevate prestazioni (Philips Tomoscan SR 7000). E' stato utilizzato un bolo di contrasto di circa 120 cc con 3 mm di spessore e 3 mm di avanzamento (Pitch=l) ottenendo immagini ricostruite sul piano assiale di 1 mm successivamente elaborate con algoritmo MIP. L'Angiografia carotidea è stata eseguita in almeno due proiezioni per ciascuna biforcazione carotidea ed il grado della stenosi valutato secondo i criteri NASCET. La concordanza tra Angio-TC spirale ed Angiografia carotidea è stata di circa il 90% con minore correlazione per le stenosi di grado lieve e moderato. L'Angio-TC è risultata superiore nella rilevazione di placche calcifiche.
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Forneris, G., D. Savio, M. Trogolo, and P. Cecere. "L'arco cefalico: non tutte le stenosi delle fistole sono uguali." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 23, no. 2 (April 2011): 1–5. http://dx.doi.org/10.1177/039493621102300201.

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Aleotti, S., P. Viglierchio, and A. Coniglio. "La stenosi del canale vertebrale lombare: il trattamento stabilizzante decompressivo." LO SCALPELLO-OTODI Educational 26, no. 3 (October 2012): 123–28. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-012-0155-5.

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Piazza, P., R. Menozzi, D. Cerasti, and M. Azzarone. "Il trattamento endovascolare mediante stent delle stenosi dell'arteria carotide comune." Rivista di Neuroradiologia 14, no. 3_suppl (December 2001): 221–24. http://dx.doi.org/10.1177/19714009010140s341.

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Matouschek, E., F. Floris, and A. Pinna. "Terapia Endoscopica Della Stenosi Post-Operatoria Della Giunzione Pielo-Ureterale." Urologia Journal 52, no. 4 (August 1985): 565–68. http://dx.doi.org/10.1177/039156038505200415.

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