Academic literature on the topic 'Storia della cultura contemporanea'

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Journal articles on the topic "Storia della cultura contemporanea"

1

Moro, Renato. "Aldo Moro nelle storie d'Italia." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2010): 17–69. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002003.

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Abstract:
Le ricostruzioni sintetiche della storia di un paese rappresentano uno specchio del lavoro degli storici. Il saggio č dedicato ad un'analisi di ciň che le storie dell'Italia contemporanea dicono di Aldo Moro, dalla fine degli anni Sessanta fino a oggi, e ripercorre buona parte della discussione sulla storia e i problemi della democrazia italiana degli ultimi quarant'anni. La ricerca sulla storia dell'Italia repubblicana č oggi solidamente avviata; tuttavia, essa non sembra aver trovato ancora quella consapevolezza di concetti interpretativi raggiunti invece nella ricostruzione delle vicende precedenti il 1945. E l'analisi dei giudizi sulla figura di Moro lo conferma. Salvo alcune significative eccezioni, infatti, le storie d'Italia ci dicono di piů sui loro autori, sulle loro simpatie e antipatie, sulle loro culture politiche di riferimento, sulle congiunture attraversate dal paese che su Moro stesso. L'interpretazione della sua figura appare ancora orientata piů dalle formule brillanti della pubblicistica che da studi e ricerche puntuali, i quali, del resto, sono ancora parziali e iniziali. Č stato cosě il «caso Moro» ad avere finora attratto l'attenzione prevalente, provocando lo svilupparsi di una sterminata bibliografia, mentre l'immagine del Moro leader politico e uomo di Stato č rimasta legata alla sua tragica fine. Scarsa eco ha avuto il suggerimento, formulato giŕ nel 1979 da George Mosse, di allargare lo sguardo e cercare di collegare l'esperienza politica di Moro, la sua cultura, le sue analisi, i suoi problemi, alle grandi trasformazioni della democrazia occidentale.
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Caiazzo, Monica. "Il mito dell'alleanza italo-francese nella Grande Guerra." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (December 2010): 62–94. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002003.

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Abstract:
Con la crisi di coscienza provocata dallo scoppio della prima guerra mondiale gli intellettuali dovettero interpretare nuove realtŕ a partire dalla concezione di "guerra giusta". La consapevolezza di questa crisi indusse a ricercare nella propria memoria nazionale elementi unificanti, verso i quali convogliare i comportamenti delle masse. A questo processo di autoresponsabilizzazione contribuě il mito della fratellanza latina, nell'accezione di un'intesa prevalentemente culturale italo-francese. Milano fu il centro di questo rinnovato incontro tra culture teso al recupero di un'identitŕ nazionale che si ricongiungesse con la propria storia. Note biografiche: Monica Caiazzo č dottore di ricerca in "Storia delle istituzioni e della societŕ nell'Europa contemporanea". Attualmente insegna presso un istituto di secondo grado ed č tutor presso la cattedra di Storia contemporanea della Facoltŕ di scienze politiche dell'Universitŕ degli Studi di Milano. E-mail: monica_caiazzo@yahoo.it
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Cornelli, Roberto. "Spunti dalla storia per una teoria della polizia." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 565–74. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173010.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra il 2018 e il 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave interdisciplinare, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Coco, Vittorio. "La polizia in Italia. Una storia complessa." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 556–64. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173009.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio.
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D’Alessandri, Antonio. "Viaggiatori romeni in Italia durante il Risorgimento." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2021): 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001005.

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Abstract:
Il saggio affronta l'immagine dell'Italia durante la prima metà del XIX secolo negli scritti di viaggio di alcuni fra i più importanti autori romeni che, a vario titolo, visitarono la penisola. L'obiettivo è di mettere a fuoco in che modo la cultura italiana sia stata recepita e, soprattutto, come abbia influenzato l'elaborazione dell'identità nazionale romena contemporanea nella sua fase di formazione. L'analisi tiene in considerazione i maggiori eventi della storia romena dell'epoca, per collocare quelle opere nel loro contesto originario. Per i romeni del XIX secolo, l'Italia, con la sua storia, la lingua, la cultura, significò soprattutto la riscoperta delle antiche radici culturali della nazione. Accanto a ciò, la percezione romena dell'Italia, così come si può leggere nei testi dei viaggiatori selezionati, racchiudeva in sé anche gli stimoli a trovare, nei luoghi visitati, esempi concreti che potessero contribuire all'incipiente sviluppo delle terre romene e, infine, l'ammirazione per l'azione politica del Piemonte sabaudo nel processo di formazione statale italiana.
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Mori, Simona. "Polizia e società italiana fra Otto e Novecento: spunti da alcuni studi recenti." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Visani, Enrico. "I rapporti fra gender e sex." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 35–43. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030003.

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Abstract:
Nella storia la differenza di gender e di sex si č sempre accompagnata da una marcata asimmetria di potere a favore dell'uomo. Solamente negli ultimi decenni sono cresciuti movimenti emancipativi diffusi delle donne rivolti allo sviluppo di una cultura della paritŕ dei sessi. Anche il campo della terapia famiglia č stato attraversato da questi movimenti e la critica femminista ha preso corpo nello sviluppo di una terapia familiare orientata al gender (gender sensitive). La famiglia rappresenta uno dei luoghi dove maggiormente la differenza di gender e sex pesa e queste differenze rappresentano una delle chiavi di volta per lo sviluppo dell'identitŕ. Uno sguardo complessivo alle differenze di gender e di sex presenti nella societŕ contemporanea lascia pensare che possa svilupparsi una cultura relazionale dell'interdipendenza fra gender e sex.
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Leghissa, Giovanni. "Bellezza e tristezza, l'organizzazione nell'etŕ del neoliberalismo compiuto." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 16 (September 2011): 133–43. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016010.

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Abstract:
Nella Germania nazista, giŕ nel 1934, fu creato il Büro für die Schönheit der Arbeit, che aveva come finalitŕ il miglioramento delle condizioni di vita sul posto di lavoro. Dall'analisi di questo episodio, a lungo dimenticato, della storia del taylorismo, si passa all'analisi delle nuove forme di organizzazione, tipiche dell'impresa strutturata "in rete". Pur abissalmente diversa da qualsiasi forma-impresa inserita in un contesto politico totalitario, anche l'organizzazione contemporanea spesso rischia di non sottrarsi alle critiche che Foucault muove nei confronti di quelle forme di governo che hanno di mira la vita degli individui al fine di instaurare sottili forme di controllo. Il saggio si conclude ipotizzando che sia ancora possibile, tuttavia, arginare le derive biopolitiche della vita organizzativa contemporanea riattivando il modello classico della Bildung: se l'impresa č comunque luogo di formazione, cioč luogo in cui si produce senso, si tratterŕ allora di educare gli individui ad affinare quello spirito critico che serve non solo a costruire la cosiddetta "cultura d'impresa", ma anche a formare cittadini autonomi e responsabili.
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Sinopoli, Franca. "Recenti modelli di transnazionalismo nella cultura e letteratura contemporanee dal punto di vista comparatistico." ENTHYMEMA, no. 28 (January 2, 2022): 231–39. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/16852.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione intorno alla categoria di “transnazionalismo”, di derivazione storica e sociologica, al fine di coglierne le opportunità di impiego nel campo della teoria della comparatistica letteraria. In particolare, sono chiamati in causa alcuni temi centrali della storia della disciplina, quali la “letteratura mondiale” e il “canone”, i quali alla luce della dimensione transnazionale – da non confondere con quella internazionale – si aprono a nuove declinazioni e ai mutati panorami letterari della contemporaneità.
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Tekavčić, Pavao. "Italianismi nella prosa non narrativa croata contemporanea: (sulle opere di Željka Čorak)." Linguistica 38, no. 2 (December 1, 1998): 149–55. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.38.2.149-155.

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Abstract:
L'autrice di cui qui ci occupiamo è una delle personalità più illustri della cultura croata attuale: storica dell'arte, specialist dell'architettura e dell'urbanesimo della Zagabria otto- e novecentesca, Željka Čorak è anche letterata, saggista, traduttrice, critica e vicepresidente del P.E.N. croato. Tra le sue opere spicca un libro di ricordi intitolato Krhotine ('Frantumi'), 1 vero capolavoro del genere, tanto artisticamente raffinato quanto profondamente vissuto e umano, dedicato dalla prima all'ultima pagina all'evocazione delle case distrutte nella II guerra mondiale (1942), alle tristi vicende successive e alla descrizione dei mille cimeli ricuperati. 2 Il volume, uscito nel 1991, è il tentativo dell'autrice di ricomporre i «frantumi», quasi i tasselli di un mosaico vivo nella memoria; una specie della Recherche du temps perdu dei nostri giorni, in sostanza Le temps retrouvé. Vi troviamo tutte le componenti dello stile di Željka Čorak presenti anche negli altri suoi scritti: intellettualismo meditativo e raffinato, vasta erudizione, abbondanza di reminiscenze (non soltanto letterarie), espressione deliberatamente indiretta, mai piatta né triviale, assenza totale di qualsiasi «marcia a vuoto», pregnanza di idee, ricchezza di associazioni. Nelle sue Krhotine vi si aggiunge una commovente affettività e una nobiltà d'animo, priva di qualunque rancore malgrado le tragedie sofferte. Con questi caratteri dello stile concorda la lingua, ricca, moderna e impressiva, lingua che non rifugge da tecnicismi, regionalismi, dialettismi e voci straniere.
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Dissertations / Theses on the topic "Storia della cultura contemporanea"

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Moro, Laura <1982&gt. "La "cultura della sicurezza". La Fondazione Enzo Hruby per la protezione e sicurezza dei beni culturali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3354.

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Abstract:
La tesi parla dell’aspetto della sicurezza nella tutela dei beni culturali. Una breve introduzione di carattere generale su alcuni concetti principali come tutela, valorizzazione, natura del bene culturale e legislazione, seguita dalla descrizione dell’importante attività dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, avvia alla presentazione della Fondazione Enzo Hruby, che sin dalla sua nascita, a Milano nel 2008, ha come obiettivo la diffusione della “cultura della sicurezza”. La Fondazione, senza scopo di lucro, persegue il suo obiettivo finanziando gratuitamente progetti che riguardano la messa in sicurezza dei beni culturali: realizzazioni di impianti e sistemi di prevenzione dotati di tecnologia avanzata. In alcuni casi l’attività di protezione si è allargata a quella della valorizzazione. Fino ad oggi sono state portate a termine molte iniziative, i progetti conclusi sono più di venti e molti altri sono tuttora in esecuzione. La linea sostenuta nella tesi è che la sicurezza non deve essere qualcosa di secondario, ma deve essere considerata di primaria importanza in quanto la salvaguardia del bene culturale fa sì che possa avvenire la tutela, la fruibilità, la valorizzazione, la diffusione stessa della cultura.
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Scuro, Luca <1992&gt. "In adversa ultra adversa. Storia, cultura e strategia delle forze speciali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12105.

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Abstract:
L'undici settembre 2001 ha segnato l'inizio di quella che molti hanno definito come "l'età dei commandos", da allora ad oggi il personale delle forze speciali è quasi raddoppiato, il budget triplicato. Nel 2014 l'US Special Operation Command (SOCOM) contava 63.000 operativi, un numero mai visto considerando che negli anni Sessanta in tutto il globo vi erano solamente 800 soldati appartenenti alle forze speciali. L'ascesa del terrorismo transnazionale nella sua brutalità ed efferatezza e l'estrema mediatizzazione della guerre, hanno spinto notevolmente le forze politiche e militari ad investire sullo sviluppo delle forze speciali. Operatori in grado di portare a termine missioni ad alto rischio, anche politico, mantenendo un basso profilo e garantendo allo stesso tempo un alto tasso di successo. L'elaborato prenderà in analisi lo sviluppo storico, culturale e della dimensione strategica delle forze speciali dalla Seconda guerra mondiale sino alla Guerra al terrore, attraverso una profonda ricognizione della storiografia contemporanea.
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Forte, Lisa <1975&gt. "IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA DI TREVISO: LA SFIDA DI GENERARE CULTURA DELLA VITA TRA MATERNITA E IMMIGRAZIONE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5476.

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Abstract:
La tesi ripercorre la storia del Centro di Aiuto alla Vita di Treviso dalla nascita del primo CAV italiano ai giorni nostri, con le fatiche, i conflitti e le soddisfazioni delle interazioni con le altre associazioni e enti che operano nel territorio. La seconda parte si sofferma sulla tipologia di utenti prevalenti oggi,indagando il non sempre facile rapporto tra immigrazione e maternità e quali tipi di intervento mettere in atto perché si formino anche in queste situazioni le basi di una cultura della vita nascente.
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Rossi, Anna <1994&gt. "Il filo nero: cultura e pratiche della destra radicale tra atlantismo e anticapitalismo dagli anni Settanta agli anni Novanta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17693.

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Abstract:
Questo lavoro si occupa di analizzare le posizioni culturali e politiche della destra radicale italiana in ambito nazionale e internazionale dalla fondazione del Movimento Sociale Italiano alla fine della prima repubblica, con una particolare attenzione agli anni della contestazione studentesca e della strategia della tensione. La prima parte del lavoro si occupa di analizzare la frattura all'interno del MSI tra coloro che ritenevano opportuno entrare a far parte del sistema repubblicano come fascisti in democrazia e coloro che, più intransigenti, restarono legati al passato seguendo il nostalgismo tipicamente evoliano. A lungo andare coloro che si proclamarono eredi del bagaglio culturale della destra radicale si rivelarono essere movimenti extraparlamentari. La seconda parte si concentra sugli anni della contestazione studentesca e l’impegno politico della destra nella lotta contro il comunismo sottolineando la sua apparente adesione atlantista. Dall'altra parte i movimenti, come Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, diventano i protagonisti della violenza politica: prima contro la sinistra e in seguito contro l’intero sistema capitalista, dando inizio al periodo del terrorismo di destra. La terza parte analizza la produzione culturale della destra radicale, un processo di rielaborazione che si svolgerà parallelamente a quello delle stragi che agiteranno l’Italia. La creazione di un immaginario mitopoietico per arricchire e dare corpo alla destra si delineò a partire dalla fine degli anni Settanta nell'ambito musicale, editoriale e sociale.
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Bombardelli, Anna <1988&gt. "Centrale Fies: un centro di creazione e produzione delle arti contemporanee. Analisi della realtà organizzativa e culturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4537.

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Abstract:
Questa tesi di laurea magistrale nasce da un periodo di tirocinio universitario svolto presso Centrale Fies, che mi ha permesso di conoscere la struttura e di approfondire il suo funzionamento ed organizzazione. Centrale Fies è centro di creazione e produzione dell'arte contemporanea in Provincia Autonoma di Trento. La particolarità della struttura nasce dal binomio fra arte ed energia prodotta dall'acqua. Centrale Fies occupa infatti da diversi anni alcune sale che un tempo erano adibite alla produzione di energia all'interno degli spazi di una centrale idroelettrica parzialmente ancora funzionante. Nel primo capitolo si forniranno gli strumenti necessari per comprendere l'ambiente, la struttura territoriale nel quale Centrale Fies è inserita e l'offerta culturale e sportiva del Trentino. Successivamente sarà possibile approfondire la storia della centrale di Fies costruita all'inizio del Novecento, l'attività del centro artistico e capire il complesso iter che ha permesso alla struttura artistica di farsi conoscere ed apprezzare in tutti questi anni dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Moltissime sono le attività prodotte: le due più famose e radicate sono il Festival Drodesera che ha raggiunto la trentatreesima edizione e Fies Factory un progetto artistico che sostiene sette artisti-compagnie che in questi anni hanno raggiunto traguardi importanti in campi artistici eterogenei, facendosi conoscere ed apprezzare nel panorama sia italiano che internazionale. Viene poi analizzato il festival, l'aspetto creativo ed organizzativo, compreso il risultato economico ed il confronto fra le edizioni 2011 e 2012. Vi sarà poi la possibilità di soffermarsi brevemente sulla partecipazione di alcuni degli artisti che compongono la Factory di Centrale Fies alla Biennale di Venezia, rispettivamente in campo teatrale ed in campo artistico. Infine si descriverà il network europeo APAP del quale Centrale Fies è l'unico partner italiano assieme ad altre sette realtà artistiche europee per il progetto di durata quinquennale (2011-2016) Performing Europe.
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Badialetti, Enrico. "Le mutazioni della città storica. Uno spazio per la cultura contemporanea a Firenze." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13457/.

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Abstract:
L’intervento elaborato costituisce il tentativo di inserire un’architettura che sappia declinare il concetto di contemporaneità della città storica all’interno del centro storico “cristallizzato” fiorentino. Eretta sulle manifestazioni più recenti della città e basata sul suo nuovo essere, si lega così ai mutamenti evidenti che la globalizzazione e la cultura di massa hanno apportato sulle città italiane. Si tratta di un esercizio compositivo, una ricerca personale volta a comprendere il metodo con cui approcciare queste dinamiche che inevitabilmente hanno interessato e sempre di più interesseranno questi ambiti. Nell’approcciare la città storica con il fine di redigere un progetto di architettura, è dunque possibile procedere in due direzioni: la prima può avere come scopo il contenimento e la correzione di queste derive mercificatrici della storia e della cultura di un luogo. La seconda, ed è il metodo adottato in questa sede, si prefigge l’accettazione a-valutativa delle dinamiche più recenti e ne indaga le possibili espressioni progettuali.
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Fernandes, Novaes Maristela Abadia <1961&gt. "Storia della costruzione di un oggetto della moda fra Otto e Novecento. Uno spencer Liberty ai confini di Minas Gerais: aspetti culturali e materiali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8565/1/Vers%C3%A3o%20Final_Costruzione%20di%20un%20oggetto%20della%20moda_TESI_2018.pdf.

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Abstract:
Questa ricerca indaga gli aspetti culturali e materiali della storia della costruzione di uno spencer Liberty, che viene qui esaminato come documento storico. Questo capo faceva parte di un vestito da sposa e fu indossato il 12 ottobre 1912, giorno delle nozze, da una quindicenne a Villa Platina, entro i confini di Minas Gerais, regione del sud est del Brasile. La ricerca prende le mosse dalla cultura materiale per svilupparsi poi nel campo della storia, considerando aspetti economici, culturali e politici, della società platinense: una società rurale e tradizionale che si trovava agli albori del sistema repubblicano (periodo denominato di Republica Velha) e coincidente con il movimento artistico dell’Art Nouveau, in Italia denominato Liberty. La tesi indaga dunque le relazioni tra la società, il suo sistema di vestiario e il suo collegamento con la moda occidentale, tenendo sempre presente la storia dell’oggetto. La tesi si struttura su cinque assi: ¬la persona che ha posseduto l’oggetto stesso, l’ambiente produttivo, l’ambiente formativo dei sarti, la stampa e le comunicazioni e, infine l’oggetto. La ricerca si basa su diverse fonti: iconografiche, censimenti, libri contabili, periodici e riviste di moda, manuali tecnici della manifattura degli abiti (modellistica, taglio e cucito), periodici politici ed economici, archivi, testimonianze orali, oggetti manufatti del periodo, materie prime, la ricostruzione filologica dell’oggetto, ecc. L’obiettivo principale di tale indagine è comprendere processi e problematiche proprie delle materie prime, della commercializzazione, dei procedimenti di lavorazione, dei costi, delle mode e delle gerarchie sociali che questo manufatto presenta nelle varie fasi di lavorazione, di taglio ed assemblaggio.
This research questions the material and cultural aspects of a Liberty Spencer construction, which is examined here as a historical document. This clothing was part of a wedding dress and was used about 12 October 1912, the wedding day, by a 15 years old girl. The weeding took place on the border of Minas Gerais, southeast region of Brazil. This research starts from material culture perspective to develop into the fields of history, considering economic, political and cultural aspects of the platinense society. That was a rural and traditional society on the beginning of republican system (so called Republica Velha), the same period of the Art Nouveau artistic movement, named Liberty movement in Italy. Thus, the thesis questions the relationship between society, its vesture system and its link with occidental fashion, considering the object history. This thesis is structured on five axes: the person who owned the object; the productive environment; the dressmakers professional qualification environment; the press; and finally, the object. This research is based on several sources: iconographic, census, accounting books, fashion newspapers and magazines, technical manuals of clothes manufacturing (modeling, cutting and sewing), political and economic periodicals, archives, oral testimonies, artifacts of the period, raw materials, the philological reconstruction of the object, etc. The main object is to understand the process and the raw materials, commercialization, manufacturing, cost, fashion and social hierarchy problematics that this artifact represents in the various manufacturing stages, of cutting and assembly.
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Castiglioni, E. "PAOLO MURIALDI E LE PAGINE CULTURALI DEL 'GIORNO': LETTERATURA E ARTE NEL MONDO(1960-67)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/172663.

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Abstract:
The first part of this research focuses on Paolo Murialdi as a journalist, the second one considers his cultural choices for the newspaper ‘Il Giorno’, in particular for the special weekly page Letteratura e arte nel mondo and for the monthly supplement ‘Giornolibri’. Murialdi, well known as the major historian of Italian journalism, was born in 1919 in Genoa, where he started his career at ‘Il Secolo XIX’. After the Second World War Murialdi settled in Milan and changed several editors: he worked for ‘Milano Sera’, ‘L’Avanti!’, as well as for ‘L’Umanità’ and for ‘Corriere della Sera’. In 1956 Murialdi accepted the role of editor in chief in the brand new newspaper ‘Il Giorno’. He was initially responsible for political information but, from 1960 till 1967, he also supervised cultural sections: he structured Letteratura e arte nel mondo and ‘Giornolibri’, published from 1963 to 1966. Murialdi’s special page was quite different from the traditional Italian Third page: the absence of the Elzevir, the accessible language, new cultural and critical reports and several book reviews were its main features. Thanks to young and still unknown collaborators, critics and writers, such as Pietro Citati and Alberto Arbasino, but also to historians and experts like Brunello Vigezzi, Marco Valsecchi, Enzo Forcella, Roberto De Monticelli, Pietro Bianchi and many others, Murialdi designed cultural pages concerned with literature, philosophy, history, arts and mass culture.
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De, Benetti Nicola <1994&gt. "Cultura popolare e identità politiche : il "recupero delle tradizioni" nel Trevigiano dal fascismo al leghismo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15686.

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Abstract:
Partendo dalla figura di Giuseppe Mazzotti, con questa tesi si vuole mettere sotto la lente d’ingrandimento la valorizzazione della cultura popolare. Un’opera stimolata durante il fascismo dagli ideali tradizionalisti che impregnavano l’ambiente culturale e politico di Treviso durante gli anni Venti e Trenta. Come promotore culturale, Mazzotti contribuì a mettere in risalto la tradizione, intesa sia come cultura popolare, sia come critica al modernismo. Nel dopoguerra egli continuò a celebrare la cultura trevigiana, mitizzandone i valori artistici e popolari. Nel mentre, il territorio e la società iniziarono a risentire dei cambiamenti dovuti dallo sviluppo tecnologico ed economico che coinvolsero la Penisola. Un cambiamento che modificava non solo l’aspetto paesaggistico ma pure le abitudini e i consumi dei trevigiani. Il benessere degli anni Ottanta finì nella crisi politica che contribuì a far emergere nuovi attori politici; tra cui la Lega Nord. A Treviso il rifiuto delle nuove abitudini consumistiche della gente si concretizzò nella creazione dell’Ombralonga, una manifestazione enologica tra le varie osterie della città. Iniziata per svago da dei giovani ragazzi, l’Ombralonga diventò un evento noto anche al di fuori delle mura, attirando soprattutto l’attenzione della Lega. Patrocinando e finanziando la manifestazione, il partito rivendicava non solo il carattere tradizionale e locale del consumo enologico, ma tentava di rilanciare l’etichetta della ‘Marca Gioiosa’ entrata in auge grazie a Mazzotti.
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Guidali, F. "UOMINI DI CULTURA E ASSOCIAZIONI INTELLETTUALI NEL DOPOGUERRA TRA FRANCIA, ITALIA E GERMANIA OCCIDENTALE (1945-1956)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/227690.

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Abstract:
The associations established in the years following the Second World War – in particular the Congress for cultural freedom (CCF) and the Société européenne de culture (European Society of Culture, SEC) – were intended to create bonds among intellectuals and to promote the discussion about their function within society. This study investigates the reasons and causes which lead to said associations, and it analyses the intellectual’s perception of their own role at that time and of the instruments they had to perform their civil task. The SEC, founded by the philosopher Umberto Campagnolo in 1950, has been chosen as the case study. The present PhD thesis is divided into: a methodology introduction, a story of culture organization between the end of the Nineteenth Century and the Second World War (a part which has been considered necessary in order to underline the aspects of continuity and the possible original features regarding intellectuals’ associations that were founded during the Cold War years) and, finally, an in-depth analysis of the case study. The investigation moves from a transnational and comparative perspective, making use of the analytical procedure, first introduced by Pierre Bourdieu and Gisèle Sapiro, in a critical manner. In order to explore the core of this thesis, several different phases have been identified: the first one falls between 1945 and 1950, the second between 1950 (year of birth for the main intellectuals’ associations) and September 1953, the third covering the period until March 1956, an important date in SEC history. For this study a wide review of cultural magazines, as well as of relevant archive material has been carried out. Campagnolo conceived culture as a creation of values: in his opinion since intellectuals, were responsible for conceiving ideas and symbols they should maintain full autonomy in the literary field. It was exactly in such dualism between autonomy and engagement that the SEC’s originality can be traced. The association was founded on the conviction that, only by uniting their strength, intellectuals would have been able to win influence within society, though it was the individual who had to commit himself/herself personally. The SEC’s peculiarity was determined also by its effective political independence, in spite of financing from the Italian government. It was conceived as a real association, and the instruments used for its action – the magazine “Comprendre”, the national centres and the Rencontre Est-Ouest [“East-West Encounter”] – did represent new important elements for the organizations of the time. By means of a thorough study of Campagnolo’s speeches, of the “Comprendre” magazine, of the Meetings debates, of correspondence and of the strategy for new members’ recruitment, the SEC’s task was defined as “metaphysical”, meaning that it was not linked to events, but to the spirit which should have accompanied any cultural action. It was hence inferred that the SEC and the CCF were competing for non-political reasons. Actually, the SEC intended to safeguard the autonomy of intellectual relations (defining such an approach as politique de la culture [politics of culture]), while the CCF supported heteronomy, employing Art and literature with a precise political aim. The contrast between these two institutions was hence due to a different conception the intellectuals held about their own role in society. Therefore, the associations under examination did not represent an instrument with a univocal meaning: as demonstrated by the analysis which has been carried out, they were devoid of any intrinsically autonomous or heteronymous function with respect to the literary field. Furthermore it is clearly confirmed that intellectuals had a role of mediation, as they had always affirmed during past history The development of intellectuals’ associations needs to be ascribed to the social aspects of the writer’s or artist’s function, more than to political factors related to the conflict between the blocks. In the attempt to fully understand the reasons for the success of intellectuals’ associations in those years, it has been hypothesized that a decline of the authority provided by traditional mediation forms among intellectuals, masses and politics had occurred. The social problem connected to such form of cultural organization was brought to light: in the SEC, it was less renowned intellectuals who showed particular involvement, and this means that actual interest for the SEC was due to their social condition and to the position a person had in the intellectual field. The sources examined have shown how in Western Europe, after the Cold War peak reached in the months of armed conflict in Korea, the conception of engagement itself evolved: intellectuals were integral part of society, were free to choose time, place and mode for their interventions, positioning themselves midway between pure action and pure Art. This point of arrival corresponded to Campagnolo’s own conclusions, who rightly maintained that the root of the intellectuals’ problem and of their crisis was social, rather than moral or political, relating to their role in a society which was more and more massified. The acceptance of an intermediate position among those expressed after the Second World War put a light on how ideological differences could be smoothed, while the need for autonomy and defence of intellectuals as expressed by associations remained.
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Books on the topic "Storia della cultura contemporanea"

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1949-, Montanari Massimo, ed. Convivio oggi: Storia e cultura dei piaceri della tavola nell'età contemporanea :[antologia. Roma: Laterza, 1992.

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La catastrofe della politica nell'Italia contemporanea: Per una storia della seconda Repubblica. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2014.

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Marcelli, Angelina. Produzione serica, cultura contadina e politiche d'intervento pubblico in età contemporanea: Una storia nascosta : il caso della Calabria. Roma: Aracne editrice S.r.l., 2013.

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De Boni, Claudio, ed. Lo stato sociale nel pensiero politico contemporaneo. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-274-5.

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Abstract:
L'idea di "stato sociale" è una delle più controverse nella storia del pensiero politico contemporaneo. Il motivo dell'intervento dello stato nella vita economica, con scopi di consolidamento politico e di riequilibrio sociale, è stato oggetto di accese polemiche ideali fin dal suo affacciarsi, fra Sette e Ottocento, come possibile cura della povertà. Lo scontro tra fautori e oppositori delle politiche sociali si è poi ripresentato a proposito del formarsi dello stato sociale come strumento di integrazione del proletariato negli stati nazionali e come risposta ai diritti sociali connessi con la cittadinanza. E continua oggi, come riflesso culturale della crisi del Welfare e dell'offensiva ideologica neoliberista. Questo primo volume (dei due in cui l'opera è articolata) riattraversa i momenti più importanti della disputa nel secolo XIX, evocando temi come la formazione della cultura liberale e il suo confronto con la questione sociale, le varie ipotesi di protezione delle classi subalterne, le discussioni intorno all'emergere dei diritti sociali (come il diritto all'istruzione e il diritto al lavoro), la precoce formulazione delle ipotesi socialdemocratiche di riforma sociale. I TRE VOLUMI: Lo stato sociale nel pensiero politico contemporaneo L'Ottocento Lo stato sociale nel pensiero politico contemporaneo. Il Novecento Parte prima: Da inizio secolo alla seconda guerra mondiale Lo stato sociale nel pensiero politico contemporaneo. Il Novecento Parte seconda: dal dopoguerra a oggi
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Graziani, Michela, ed. Trasparenze ed epifanie. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-473-2.

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Abstract:
Il volume Trasparenze ed epifanie. Quando la luce diventa letteratura, arte, storia, scienza riunisce trenta contributi presentati al convegno interdisciplinare organizzato all’Università degli Studi di Firenze in occasione dell’International Year of Light 2015. Studiosi delle scienze, della storia, storia dell’arte e del cinema, della filosofia, della filologia e della teoria della letteratura e delle letterature italiana, straniere e comparate, provenienti da sette dipartimenti dell'ateneo fiorentino, introducono alle varie accezioni e rappresentazioni simboliche della luce in epoca antica, medievale, moderna e contemporanea, e insieme propongono un “viaggio luminoso” nella civiltà del dialogo scientifico e culturale aperto.
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Graziani, Michela, ed. Un incontro lusofono plurale di lingue, letterature, storie, culture. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-655-2.

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Abstract:
Il volume Un incontro lusofono plurale di lingue, letterature, storie, culture vuole evidenziare una delle specificità della cultura lusofona: il pluralismo linguistico-letterario che dall'epoca delle scoperte marittime continua, ancora oggi, a contraddistinguere la cultura portoghese dal Brasile, all'Africa, all'Asia. I saggi riuniti segnano, a riguardo, un duplice percorso: interculturale poiché alternano l'aspetto letterario a quello linguistico dall'epoca umanistica a quella contemporanea, e intergeneris in quanto alternano non solo la storiografia e la trattatistica alla poesia e narrativa, con incursioni inter-artistiche tra letteratura, pittura e fotografia, ma anche aspetti linguistici propriamente grammaticali, a esempi di riscritture e questioni traduttologiche, in una sorta di ulteriore dialogo lusofono tra generi e tòpoi.
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Alberti, Alberto, Stefano Garzonio, Nicoletta Marcialis, and Bianca Sulpasso, eds. Contributi italiani al XIV Congresso Internazionale degli Slavisti. Florence: Firenze University Press, 2008. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-771-3.

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Abstract:
Il volume racchiude i contributi della delegazione italiana al XIV Congresso Internazionale degli Slavisti (Ocrida, 10-16 Settembre 2008). Suddivisi in tre macrosezioni (Filologia &#1077; Linguistica; Letteratura, cultura e folclore; Storia della slavistica) gli articoli appaiono rappresentativi delle principali direttrici della ricerca coltivata dalla slavistica: dalla linguistica tipologica alla paleografia, dai problemi dell'intertestualità e della multiculturalità alla storia della letteratura, dalla poetica storica all'analisi di testi poetici contemporanei. Chiudono il volume due saggi dedicati alla ricostruzione di alcune tappe fondamentali dei primi anni della Slavistica italiana e la Bibliografia della produzione slavistica italiana relativa al periodo 2003-2007 (a cura di Gabriele Mazzitelli), testimonianza eloquente della vivace diffusione e complessa ramificazione degli studi negli ultimi anni.
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Miccoli, Paolo. Storia della filosofia contemporanea. 2nd ed. Roma: Pontificia Università urbaniana, 1992.

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Biagini, Antonello. Storia della Romania contemporanea. Milano: Bompiani, 2004.

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10

Pitassio, Armando. Storia della Bulgaria contemporanea. Passignano s.T. [i.e. Passignano sul Trasimeno, Italy]: Aguaplano, 2012.

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Book chapters on the topic "Storia della cultura contemporanea"

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Boldrighini, Francesca. "La gens Propertia e l’edilizia di età augustea ad Assisi: il caso della Domus Musae." In Properzio e l'etá augustea. Cultura, storia, arte, 51–74. Turnhout: Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.splslp-eb.5.102580.

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Vio, Ettore. "La basilica di San Marco da cappella ducale a cattedrale della città: storia, procuratori, proti e restauri." In Matematica e cultura 2011, 11–31. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1854-9_2.

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Azzetta, Luca. "Iniziative per un centenario. Dante al Dipartimento di Lettere e Filosofia." In L'illustre volgare, 21–33. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.02.

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Abstract:
Il contributo presenta le iniziative maturate all’interno del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze in occasione del settimo centenario della morte di Dante. In particolare si sofferma su due iniziative: dapprima l’ampio ciclo di conferenze Dante e i poeti italiani del Novecento, dedicato al vario rapporto intrattenuto da venti poetesse e poeti del secolo scorso con la poesia dell’Alighieri; quindi la mostra Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, ospitata nelle sale del Museo del Bargello, che ricostruisce le modalità con cui Firenze, pochi anni dopo la morte di Dante, si riappropriò della memoria e della figura del poeta, dando vita a un profondo processo di rielaborazione della memoria: esso culmina con la consacrazione dell’Alighieri dovuta a Giovanni Boccaccio e ha ricadute decisive per la storia della letteratura e della cultura italiana, cioè del modo in cui ancora oggi si guarda a Dante e si legge la Commedia. All’interno di questo percorso di riappropriazione un aspetto rilevante è quello che riguarda le prime traduzioni dai classici latini, che intrattengono con la Commedia un rapporto privilegiato e complesso.
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Baradel, Virginia. "Gabriella Oreffice: l’esordio alla Ca’ Pesaro del 1919." In Storie dell’arte contemporanea. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-199-7/007.

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Abstract:
La vicenda umana e artistica di Gabriella Oreffice (1893-1984) è assai singolare e rappresentativa di una dimensione femminile che si avvia sotto i migliori auspici di libertà, cultura e cosmopolitismo. L’artista espone alla mostra della Bevilacqua La Masa del 1919 e l’anno successivo è con Gino Rossi e Arturo Martini sulle barricate della rassegna alternativa a Ca’ Pesaro alla Galleria Geri Boralevi.
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"M. STORIA DELLA CULTURA NELL’ETÀ MODERNA." In 1994, 225–60. K. G. Saur, 1999. http://dx.doi.org/10.1515/9783110959352.225.

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Sinopoli, Franca. "Riflessi della condizione “esilica” nella cultura contemporanea:." In Scrittrici in esilio tra Ottocento e Novecento, 209–24. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv360nqpj.16.

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Bertolino, Giorgina. "Come deve essere una sala di esposizione?" In Storie dell’arte contemporanea. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-199-7/006.

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Abstract:
After World War I, from 1918 to 1920, Felice Casorati actively partecipated to Ca’ Pesaro exhibitions and we can therefore identify his new pictorial production in the frame of relationships between Venetian and Turinese environment. Ca’ Pesaro plays an essential role in this phase of his career, offering themes and models that can be traced back to the strategies that inspire his cultural action upon his arrival in Turin. Starting from a premise on his paintings and exhibitions of 1914-16, this contribution compares two cities, their structures and institutions; we can also better understand which works of art he assigns to different shows both in Turin and in Venice: at Ca’ Pesaro, at the Geri Boralevi Gallery, at the Circolo degli Artisti and at the Promotrice delle Belle Arti. The focus is on the exhibition intended as a social space and a milieu where artistic researches are made and discussed, on how Casorati setted up paintings in the rooms and in which sequence, on those different occasions.
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Marchesin, Giorgia. "Dell'Archivio Storico delle Arti Contemporanee «la Biblioteca n’era il principio»." In Storie della Biennale di Venezia. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-366-3/010.

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Abstract:
The essay aims to reconstruct the history and to provide a library analysis about one of the most important libraries of contemporary art in Italy: the Library of the Venice Biennale. The library has been the founding fulcrum of what today is ASAC: Historical Archive of Contemporary Arts of the Venice Biennale. Its long history can be reconstructed by retracing the move of which it has been the protagonist, from the beginning in a small room on the ground floor of the Palazzo Ducale, to the current location inside the Central Pavilion of the Biennale Gardens. The heritage of books is in continuous development thanks to the Book Pavilion project and a network of exchanges between the most important artistic and cultural institutions. Today the Library heritage includes over 153,000 publications and over 3,000 periodicals. This invaluable collection, for the world of contemporary art, offers almost 23,000 volumes owned, in Italy, exclusively from the Library of the Venice Biennale.
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Caprio, Chiara De, and Francesco Montuori. "La scrittura della storia nella Napoli angioina: ambienti cittadini, lingue, cultura storiografica." In Formations et cultures des officiers et de l’entourage des princes dans les territoires angevins (milieu XIIIe-fin XVe siècle). Publications de l’École française de Rome, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.4104.

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Grasso, Ida. "La Spagna di Paragone Letteratura (1950-75)." In Biblioteca di Rassegna iberistica. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-459-2/002.

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Abstract:
Lo studio intende indagare la presenza della cultura ispanica in Paragone, rivista centrale del panorama letterario italiano della seconda metà del Novecento. La dichiarata apertura alla «storia di oggi», come si legge nel programmatico esordio del periodico, lo sguardo raffinato e analitico dei suoi collaboratori, vicini per animus critico e militanza culturale, ne fanno un imprescindibile punto di partenza per verificare, nell’ultimo venticinquennio della dittatura franchista, non soltanto l’eventuale diffusione e attestazione della produzione letteraria ispanica in Italia, ma anche, e soprattutto, la sua analisi in sede critica.
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Conference papers on the topic "Storia della cultura contemporanea"

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Lutzoni, Leonardo. "Forme di dialogo tra sapere tecnico e sapere locale: proposte di metodo: il dispositivo di trascinamento “la Strada che Parla” a Calangianus." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7941.

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Abstract:
Il processo di trasformazione, che ha visto protagonisti il territorio e la città contemporanea nella lunga fase della modernità, scandito dalle dinamiche veloci della globalizzazione e dal venir meno delle forme di controllo e di pianificazione, ormai incapaci di registrare e comprendere gli elementi delle diversità territoriali, sta fortemente riportando al centro dell’attenzione il peso dei territori deboli e dei sistemi locali come protagonisti del progetto. Sono territori, come la regione ambientale del Massiccio del Limbara, nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi contemporanei di progetto, che messi in cortocircuito con gli elementi della storia e del passato, disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente. L’esperienza di ricercaazione svolta a Calangianus, è un esempio di proposta operativa sul territorio che ha provato a costruire, nel rimettere in discussione un’idea di pianificazione piramidale calata dall’alto, un processo relazionale in divenire, di conoscenza, azione e progetto, utilizzando strumenti e dispositivi innovativi. Un processo, esito di un’interazione tra sapere tecnico e competenze diffuse, di una sinergia tra attori, istituzioni, associazioni, strutture economiche, produttive e culturali, che operano nel territorio e che messe in relazione, possono innescare processi alternativi di sviluppo locale nel ripensare una nuova idea di città-territorio.
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Lutzoni, Leonardo. "Paesaggi in divenire: la territorialità attiva dei nuovi abitanti: il caso di Luogosanto in Alta Gallura." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

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Abstract:
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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Calisi, Daniele, Maria Grazia Cianci, and Francesca Geremia. "Strumenti contemporanei a servizio del passato: il quartiere della Suburra a Roma tra storia e attualità." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8008.

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Abstract:
Questo scritto illustra il risultato di 3 anni di sperimentazioni e ricerche svolte in un’area urbana di prioritaria importanza nella formazione della città di Roma troppo spesso, in ragione della sua posizione non baricentrica rispetto all’attuale centro storico, trascurato dagli studi di settore. L’area presa in esame è stata una porzione del centro storico: uno stralcio del rione Monti, noto storicamente con il toponimo Suburra; nel dettaglio quella parte del Rione rimasta inclusa fra la via Panisperna, la via Cavour e via dei Fori Imperiali, che ha conservato in modo più autentico le caratteristiche del tessuto storico originario. La ricerca ha quindi attivato un processo di conoscenza della città intesa come approfondimento e analisi delle trasformazioni urbane attraverso l’indagine storico-archivistica, la lettura delle cartografie e dei documenti, lo studio tipologico, il controllo strutturale delle architetture messo in relazione alla conformazione geomorfologica del territorio ed alle trasformazioni subite dal tessuto edilizio. Contestualmente all’applicazione e verifica dei dati raccolti attraverso il rilievo e la sistematizzazione grafica. Per rendere più accessibile ed immediata la lettura di questo processo si è scelto di utilizzare la modellazione 3D per comunicare efficacemente e rendere agevole il confronto tra le successive epoche col fine di accogliere e dare una risposta innovativa alle istanze richieste dall’applicazione delle ICT nella documentazione del Cultural Heritage (Horizon 2020 - ICT for digital content and creativity). La modellazione, resa possibile dall’integrazione dei dati desumibili dalle fonti con il rilievo diretto, è stata estesa all’intera area oggetto di studio e si è soffermata sulla ricomposizione di determinati momenti della time-line. This paper shows the results of 3 years of research developped on a urban area of priority importance in the formation of the city of Rome, too often overlooked by the sector’s studies because of its not barycentric position in comparison to the actual historical center. The area is an excerpt of the Rione Monti, historically known with the toponym Suburra; in detail that Rione portion included among via Panisperna, via Cavour and via dei Fori Imperiali, which has preserved the original historic fabric characteristics. The research has then enabled a process of knowledge of the city meant as analysis of urban transformation through the historical-archival investigation, the maps and documents reading, the typological study, the architecture's structural control, all correlated to the geomorphological conformation of the territory and the urban farbic transformations. With the simultaneous application and the collected data examination through the survey and the graphic systematization. To make the reading of this process more accessible and immediate it has been chosen to use the 3D modeling to communicate and facilitate the comparison between the successive eras in order to receive and give a innovative response to the instances required by the application of ICT in the documentation of Cultural Heritage (Horizon 2020 - ICT for digital content and creativity). Modeling, possible by the integration of the data produced from the sources with the direct relief, was extended to the entire studied area and it’s been focused on the reconstruction of certain moments of the timeline.
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Silva, Madalena Pinto da. "Guardare oltre il tempo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7958.

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Abstract:
È nostra convinzione che gli argomenti della dissoluzione del luogo contribuiscono a ideare una città che va aggiungendo architetture atopici, architetture dove si può manifestare più facilmente la spettacolarità delle sue forme, e dove la rottura spaziale della città diventa più evidente. D'altra parte, la difesa dell’anti-storicità del processo creativo architettonico, nel confronto con la città e la sua architettura in nome del progresso e del futuro, crea le forme di rottura e di disagio e dà forza ad una nuova visione puramente funzionalista. Oggi l'architettura appare come controllata d’altre aree del sapere, manifestandosi, tuttavia, esuberante nelle sue forme, in un’autonomia illusoria, e prigioniera di presupposti che le superano e svalutano. L'architettura contemporanea deve chiamare di nuovo a sé il concetto di continuità e permanenza, della prospettiva di creare nuove memorie e di contribuire alla definizione di riferimenti collettivi che possano edificare le forme della nostra storia attuale, e le forme di una città in crescita che oggi è già difficile da identificare. Siamo preoccupati, tuttavia, in un altro ordine, l'ordine che possiamo trovare attraverso esempi che mostrano una sequenza 'genomica', una struttura che stabilisca la continuità dei fatti che hanno determinato la città e che la hanno configurato in molti modi, nel corso della sua storia. In un processo dicotomico di causa ed effetto, la città contemporanea può anche vedere la sua forma descritta con la precisazione della forma dei suoi spazi pubblici (Il suo design e la sua posizione – una grammatica operativa), ma anche con il rapporto e i legami tra loro, (un ordine – una sintassi efficiente). We are convinced that the arguments surrounding the dissolution of place tend toward the materialization of a city which continues to amass atopic architectures, architectures that facilitate the spectacularism of their forms and where the spatial rupture of the city becomes more discernible. On the other hand, the vindication of the architectural creative process as anti-historical creates forms of rupture and discomfort, and empowers a new, merely functionalist, vision. Today architecture is seen as subsidiary to other branches of knowledge, and, despite its exuberant forms, it retains an illusory autonomy, confined by assumptions that surpass and depreciate it. Contemporary architecture must reclaim the notion of perpetuity and permanence, so as to create new memories and contribute to the maintenance of collective references that solidify our current history’s forms and the forms of a growing city increasingly difficult to identify. We are interested in the order that we can find by way of examples that feature a ‘genomic’ sequence, a structure capable of establishing the continuity of facts that throughout history have determined and configured the city in so many ways. By means of a dichotomous cause and effect process, we may also describe the contemporary city’s form by clarifying the form of public spaces (their design and position – an operative grammar) and the relation and articulation between public spaces (an order – an efficient syntax).
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