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1

Moro, Renato. "Aldo Moro nelle storie d'Italia." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2010): 17–69. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002003.

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Abstract:
Le ricostruzioni sintetiche della storia di un paese rappresentano uno specchio del lavoro degli storici. Il saggio č dedicato ad un'analisi di ciň che le storie dell'Italia contemporanea dicono di Aldo Moro, dalla fine degli anni Sessanta fino a oggi, e ripercorre buona parte della discussione sulla storia e i problemi della democrazia italiana degli ultimi quarant'anni. La ricerca sulla storia dell'Italia repubblicana č oggi solidamente avviata; tuttavia, essa non sembra aver trovato ancora quella consapevolezza di concetti interpretativi raggiunti invece nella ricostruzione delle vicende precedenti il 1945. E l'analisi dei giudizi sulla figura di Moro lo conferma. Salvo alcune significative eccezioni, infatti, le storie d'Italia ci dicono di piů sui loro autori, sulle loro simpatie e antipatie, sulle loro culture politiche di riferimento, sulle congiunture attraversate dal paese che su Moro stesso. L'interpretazione della sua figura appare ancora orientata piů dalle formule brillanti della pubblicistica che da studi e ricerche puntuali, i quali, del resto, sono ancora parziali e iniziali. Č stato cosě il «caso Moro» ad avere finora attratto l'attenzione prevalente, provocando lo svilupparsi di una sterminata bibliografia, mentre l'immagine del Moro leader politico e uomo di Stato č rimasta legata alla sua tragica fine. Scarsa eco ha avuto il suggerimento, formulato giŕ nel 1979 da George Mosse, di allargare lo sguardo e cercare di collegare l'esperienza politica di Moro, la sua cultura, le sue analisi, i suoi problemi, alle grandi trasformazioni della democrazia occidentale.
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2

Caiazzo, Monica. "Il mito dell'alleanza italo-francese nella Grande Guerra." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (December 2010): 62–94. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002003.

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Abstract:
Con la crisi di coscienza provocata dallo scoppio della prima guerra mondiale gli intellettuali dovettero interpretare nuove realtŕ a partire dalla concezione di "guerra giusta". La consapevolezza di questa crisi indusse a ricercare nella propria memoria nazionale elementi unificanti, verso i quali convogliare i comportamenti delle masse. A questo processo di autoresponsabilizzazione contribuě il mito della fratellanza latina, nell'accezione di un'intesa prevalentemente culturale italo-francese. Milano fu il centro di questo rinnovato incontro tra culture teso al recupero di un'identitŕ nazionale che si ricongiungesse con la propria storia. Note biografiche: Monica Caiazzo č dottore di ricerca in "Storia delle istituzioni e della societŕ nell'Europa contemporanea". Attualmente insegna presso un istituto di secondo grado ed č tutor presso la cattedra di Storia contemporanea della Facoltŕ di scienze politiche dell'Universitŕ degli Studi di Milano. E-mail: monica_caiazzo@yahoo.it
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3

Cornelli, Roberto. "Spunti dalla storia per una teoria della polizia." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 565–74. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173010.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra il 2018 e il 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave interdisciplinare, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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4

Coco, Vittorio. "La polizia in Italia. Una storia complessa." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 556–64. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173009.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio.
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D’Alessandri, Antonio. "Viaggiatori romeni in Italia durante il Risorgimento." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2021): 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001005.

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Abstract:
Il saggio affronta l'immagine dell'Italia durante la prima metà del XIX secolo negli scritti di viaggio di alcuni fra i più importanti autori romeni che, a vario titolo, visitarono la penisola. L'obiettivo è di mettere a fuoco in che modo la cultura italiana sia stata recepita e, soprattutto, come abbia influenzato l'elaborazione dell'identità nazionale romena contemporanea nella sua fase di formazione. L'analisi tiene in considerazione i maggiori eventi della storia romena dell'epoca, per collocare quelle opere nel loro contesto originario. Per i romeni del XIX secolo, l'Italia, con la sua storia, la lingua, la cultura, significò soprattutto la riscoperta delle antiche radici culturali della nazione. Accanto a ciò, la percezione romena dell'Italia, così come si può leggere nei testi dei viaggiatori selezionati, racchiudeva in sé anche gli stimoli a trovare, nei luoghi visitati, esempi concreti che potessero contribuire all'incipiente sviluppo delle terre romene e, infine, l'ammirazione per l'azione politica del Piemonte sabaudo nel processo di formazione statale italiana.
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6

Mori, Simona. "Polizia e società italiana fra Otto e Novecento: spunti da alcuni studi recenti." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Visani, Enrico. "I rapporti fra gender e sex." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 35–43. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030003.

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Abstract:
Nella storia la differenza di gender e di sex si č sempre accompagnata da una marcata asimmetria di potere a favore dell'uomo. Solamente negli ultimi decenni sono cresciuti movimenti emancipativi diffusi delle donne rivolti allo sviluppo di una cultura della paritŕ dei sessi. Anche il campo della terapia famiglia č stato attraversato da questi movimenti e la critica femminista ha preso corpo nello sviluppo di una terapia familiare orientata al gender (gender sensitive). La famiglia rappresenta uno dei luoghi dove maggiormente la differenza di gender e sex pesa e queste differenze rappresentano una delle chiavi di volta per lo sviluppo dell'identitŕ. Uno sguardo complessivo alle differenze di gender e di sex presenti nella societŕ contemporanea lascia pensare che possa svilupparsi una cultura relazionale dell'interdipendenza fra gender e sex.
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8

Leghissa, Giovanni. "Bellezza e tristezza, l'organizzazione nell'etŕ del neoliberalismo compiuto." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 16 (September 2011): 133–43. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016010.

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Abstract:
Nella Germania nazista, giŕ nel 1934, fu creato il Büro für die Schönheit der Arbeit, che aveva come finalitŕ il miglioramento delle condizioni di vita sul posto di lavoro. Dall'analisi di questo episodio, a lungo dimenticato, della storia del taylorismo, si passa all'analisi delle nuove forme di organizzazione, tipiche dell'impresa strutturata "in rete". Pur abissalmente diversa da qualsiasi forma-impresa inserita in un contesto politico totalitario, anche l'organizzazione contemporanea spesso rischia di non sottrarsi alle critiche che Foucault muove nei confronti di quelle forme di governo che hanno di mira la vita degli individui al fine di instaurare sottili forme di controllo. Il saggio si conclude ipotizzando che sia ancora possibile, tuttavia, arginare le derive biopolitiche della vita organizzativa contemporanea riattivando il modello classico della Bildung: se l'impresa č comunque luogo di formazione, cioč luogo in cui si produce senso, si tratterŕ allora di educare gli individui ad affinare quello spirito critico che serve non solo a costruire la cosiddetta "cultura d'impresa", ma anche a formare cittadini autonomi e responsabili.
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9

Sinopoli, Franca. "Recenti modelli di transnazionalismo nella cultura e letteratura contemporanee dal punto di vista comparatistico." ENTHYMEMA, no. 28 (January 2, 2022): 231–39. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/16852.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione intorno alla categoria di “transnazionalismo”, di derivazione storica e sociologica, al fine di coglierne le opportunità di impiego nel campo della teoria della comparatistica letteraria. In particolare, sono chiamati in causa alcuni temi centrali della storia della disciplina, quali la “letteratura mondiale” e il “canone”, i quali alla luce della dimensione transnazionale – da non confondere con quella internazionale – si aprono a nuove declinazioni e ai mutati panorami letterari della contemporaneità.
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Tekavčić, Pavao. "Italianismi nella prosa non narrativa croata contemporanea: (sulle opere di Željka Čorak)." Linguistica 38, no. 2 (December 1, 1998): 149–55. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.38.2.149-155.

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Abstract:
L'autrice di cui qui ci occupiamo è una delle personalità più illustri della cultura croata attuale: storica dell'arte, specialist dell'architettura e dell'urbanesimo della Zagabria otto- e novecentesca, Željka Čorak è anche letterata, saggista, traduttrice, critica e vicepresidente del P.E.N. croato. Tra le sue opere spicca un libro di ricordi intitolato Krhotine ('Frantumi'), 1 vero capolavoro del genere, tanto artisticamente raffinato quanto profondamente vissuto e umano, dedicato dalla prima all'ultima pagina all'evocazione delle case distrutte nella II guerra mondiale (1942), alle tristi vicende successive e alla descrizione dei mille cimeli ricuperati. 2 Il volume, uscito nel 1991, è il tentativo dell'autrice di ricomporre i «frantumi», quasi i tasselli di un mosaico vivo nella memoria; una specie della Recherche du temps perdu dei nostri giorni, in sostanza Le temps retrouvé. Vi troviamo tutte le componenti dello stile di Željka Čorak presenti anche negli altri suoi scritti: intellettualismo meditativo e raffinato, vasta erudizione, abbondanza di reminiscenze (non soltanto letterarie), espressione deliberatamente indiretta, mai piatta né triviale, assenza totale di qualsiasi «marcia a vuoto», pregnanza di idee, ricchezza di associazioni. Nelle sue Krhotine vi si aggiunge una commovente affettività e una nobiltà d'animo, priva di qualunque rancore malgrado le tragedie sofferte. Con questi caratteri dello stile concorda la lingua, ricca, moderna e impressiva, lingua che non rifugge da tecnicismi, regionalismi, dialettismi e voci straniere.
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La Trecchia, Patrizia. "Identitŕ migranti e luoghi della memoria." MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 301–18. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002013.

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Abstract:
In questo saggio intraprendo una riflessione personale e teorica sulle complessitŕ dell'identitŕ migrante nel tentativo di darne una definizione attraverso frammenti di esperienze personali, teoria attuale sull'identitŕ migrante e, in conclusione, attraverso un diario di viaggio. Riferendomi alle immagini di cosmopolitismo presenti nella cultura contemporanea, rifletto sulle storie che emergono quando luogo e cittadinanza si intersecano. Concludo soffermandomi sul ruolo costituito dalla memoria nella formazione dell'identitŕ dei migranti e ponendo la mia identitŕ ibrida al centro della riflessione.
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Malgeri, Francesco, Sergio Zoppi, and Emma Fattorini. "Piero Gobetti tra storia e mito. Il mondo di Gobetti di fronte alla sua morte ; Dalle amiche e espressioni piů toccanti ; La differenza nella partecipazione al dolore." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 258 (September 2010): 103–7. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258006.

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Abstract:
Francesco Malgeri, Sergio Zoppi, Emma Fattorini intervengono sul libro curato da Bartolo Gariglio, L'autunno delle libertŕ. Lettere ad Ada in morte di Piero Gobetti. Malgeri si sofferma con finezza sui temi della morte e dell'esilio, sia sulla scorta delle lettere raccolte nel volume - di antifascisti intellettuali (Croce, Fortunato, Salvemini, Einaudi, Dorso, Salvatorelli, Rosselli, Sraffa), e uomini politici (Sturzo, Tasca, Miglioli e altri) - sia facendo riferimento a pagine di contemporanei come Gaetano Salvemini, la stessa Ada, Francesco Luigi Ferrari. Zoppi considera i sentimenti espressi nelle lettere ad Ada, e i valori che vi sono testimoniati - rigore morale, importanza della cultura e dell'impegno civile, fratellanza - in quel momento dispersi, ma "capaci di sopravvivere nel corso della dittatura e di rigenerarsi, alimentando la resistenza alla barbarie e la nascita di una repubblica fondata su libertŕ e giustizia". Emma Fattorini evidenzia come le numerose lettere di donne siano tutte segnate in primo luogo dalla preoccupazione per - e dalla presa in carico di - Ada, mentre in quelle degli uomini "sono presenti tutti gli ingredienti classici della costruzione identitaria del modello maschile degli anni venti: la forza morale, l'eroismo della volontŕ, l'audacia della causa giusta, la franchezza di uno spirito aperto, [...] in una dimensione ancora positiva e idealizzata, tipica della cultura prebellica".
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Sobański, Remigiusz. "Prawo kanoniczne a kultura prawna." Prawo Kanoniczne 35, no. 1-2 (June 5, 1992): 15–33. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.02.

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Abstract:
Si presenta la versione polacca di una relazione tenuta nell’ambito dei seminari sul tema „Scienza giuridica e diritto canonico” al’Università di Torino 2. 5. 1990. Il testo originale viene pubblicato nel volume sullo stesso tema curato da Rinaldo Bertolino, Torino 1991. Ci presentiamo le osservazioni finali. 1. Il diritto canonico non può non giovarsi dello sviluppo della cultura giuridica (allo stesso modo che l'intero magistero della Chiesa non può non giovarsi del patrimonio culturale dell’umanità). Immutato è il quesito di fondo: in che misura queste vicende possono riuscire utili ad esprimere la „verità” ecclesiale. L’utilità dipende dallo sviluppo delle scienze giuridiche, come di quelle ecclesiali: il che significa che il diritto canonico ha, di fronte alla cultura giuridica, un atteggiamento aperto ed assorbente, pur se differenziato e non privo di critica. 2. Per sua vocazione universale la Chiesa ha un atteggiamento aperto di fronte alla cultura giuridica d’ogni ambiente in cui esse è presente ed agisce. Il riferimento alla cultura giuridica locale e i rapporti con le vicende delle culture regionali sono omogenei con i principi fondamentali della relazione Chiesa universale-Chiese locali. L’influsso del diritto romano e di quello germanico sul diritto canonico, da un lato; la romanizzazione del diritto dei barbari attraverso la Chiesa o, anche, l’influsso del diritto canonico p. es. sul diritto polacco dall’altro, dimostrano quanto il contatto della Chiesa con la cultura giuridica dell’ambiente possa ruiscire fecondo. 3. Negli ultimi secoli la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica è, al massimo, passiva. Cerca d’assicurarsela una presenza mediante l’adattamento. Se anche sia vero che qualunque presenza debba accompagnarsi con la disponibilità ad imparare, occorre riconoscere che questa posizione unicamente difensiva non consente al diritto canonico di incidere e di ispirare la cultura giuridica. Inoltre, l’esito di questa presenza (passiva) è parziale, non solo perché le premesse filosofiche che fondano il pensiero giuridico sono (o sembrano essere) per la Chiesa inaccettabili, ma perché, in seguito all‘atteggiamento esclusivamente recettizio, si corre il rischio di trasferire nell’ambito metagiuridico tutto cio che non si ritrovi nell’ottica delle attuali dottrine giuridiche. 4. Non c’è dubbio che la Chiesa non sia l’ambiente topico di sviluppo delle scienze giuridiche e che la scienza giuridica goda di una sua piena autonomia. Ma la comunione ecclesiale, non di raro definita Ecclesia iuris, non lo è in seguito alla recezione del diritto ab extrinseco, ma in forza della propria immanente dimensione giuridica. (Senza di essa non avrebbe ragion d’essere un autonomo diritto canonico, ed i problemi organizzativi della Chiesa potrebbero essere risolti alla stregua del solo diritto ecclesiastico dello Stato). Si deve quindi riconoscere che la Chiesa, iscritta nella storia umana del diritto, ha qualche cosa da dire nella sfera del diritto, sia nella sua dimensione ideologica che in quella della sua realizzazione pratica. L’assenza di un ruolo ispiratore del diritto canonico sulla scienza giuridica contemporanea dovrebbe dar a pensare per la più che i fondamentali problemi giuridici vengono continuamente discussi dai cultori di diritto: viviamo tuttavia in un mondo di nazioni sempre più unite nel quale le interferenze di differenti teorie e sistemi giuridici tendono ad aumentare e le dottrine giuridiche si rivelano particolarmente suscettibili agli influssi di molteplici filosofie. 5. Su un contatto non unidirezionale ma bilaterale del diritto canonico con la cultura giuridica si potrà contare soltanto allora, quando la canonistica abbia fatto proprio il metodo del Concilio Vaticano II, durante il quale la Chiesa ha rinunciato a presentarsi ratione status, ed ha invece cercato di esporre la sua natura secondo la propria convinzione di fede. Anche nel diritto canonico bisogna finalmente decidersi ad una riflessione profondo sulla Chiesa alla luce della fede, sulle proprie radici e finalità, per poter realizzare il diritto ecclesiale nel modo più coerente e per potere, per cio stesso, dialogare con le altre culture giuridiche. Il dialogo non nascerà da una passiva traslitterazione, quasi a ricalco, del diritto civile nell’ambiente ecclesiale, ma attraverso una franca ed aperta meditazione sulle proprie premesse ontologiche, le proprie peculiarità, le proprie esigenze: anche quelle di una „nuova giustizia”. Soltanto allora la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica potrà essere non solo riproduttiva, ma anche produttiva. 6. Anche sotto questo punto di vista appare urgente la necessità di una robusta elaborazione di una teoria generale del diritto canonico. Si tratta di una teoria del diritto della Chiesa secondo il suo proprio „credo Ecclesiam”, non già elaborata all’interno di rigide teorie aprioristiche. Troppo generiche e scarsamente feconde le prese di posizione a favore di una deteologizzazione del diritto ecclesiale e, al contrario, le obiezioni stesse contro una presunta sua teologizzazione. Non si tratta invero di una „teologizzazione”, ma di prendere in seria considerazione i principi teologici, grazie ai quali il dialogo con la cultura giuridica diventa possibile e razionale.
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Lanslots, Inge. "Gli ingranaggi della memoria del G8 2001 in Carlo Giuliani. Il ribelle di Genova." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 51, no. 1 (February 17, 2017): 112–32. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816682489.

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Abstract:
Il presente contributo propone l’analisi di Carlo Giuliani. Il ribelle di Genova di Francesco Barilli e Manuel De Carli (2011), che a dieci anni di distanza rielabora la memoria degli eventi del G8 2001 tramite quella della figura di Carlo Giuliani. Carlo Giuliani. Il ribelle di Genova, edito da BeccoGiallo, vuole essere una contronarrazione alla versione ufficiale dei fatti inscrivendosi nel sottogenere del docunovel, nel senso che si presenta come una narrazione grafica che si serve delle modalità di rappresentazione tipiche del documentario e della finzione. L’analisi del docunovel partirà dalla rappresentazione della figura di Carlo Giuliani la cui morte viene descritta come un evento tragico e traumatico tipico dell’ingiustizia che caratterizza la storia italiana contemporanea, ma che poi viene collegata ad altri eventi storici altrettanto traumatici. Si metteranno in rilievo le specificità contenutistiche e le strategie narratologiche del docunovel, ma anche l’importanza del fitto apparato paratestuale che iscrive la morte di Giuliani in un contesto storico prettamente italiano. La contestualizzazione porterà anche al confronto di Carlo Giuliani. Il ribelle di Genova con altre narrazioni fumettistiche nella misura in cui tutte sembrano rifarsi alla stessa iconografia. L’analisi del docunovel farà emergere le peculiarità del discorso commemorativo evocato dalla scomparsa di Carlo Giuliani e gli eventuali effetti performativi sul lettore.
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Valdrè, Rossella. "Sulla sublimazione: il destino indiretto della pulsione. Rivisitazione di un concetto fondante nella teoria, la clinica, l'arte e la Civiltà." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2022): 59–87. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002004.

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Abstract:
Il lavoro presenta un'ampia revisione del concetto freudiano di su-blimazione, ripercorrendone la storia nel pensiero di Freud, l'evoluzione nel dopo-Freud, le controversie teoriche, e le vaste ricadu-te sull'arte, sulla Civiltà e sulla clinica. Autrice di un saggio sulla su-blimazione del 2014, l'autrice si domanda se si sia di fronte ad una scomparsa della sublimazione, apparentemente meno diffusa nel dibat-tito contemporaneo. In realtà, sotto mentite spoglie nelle diverse teoriz-zazioni, essa ha continuato ad operare nella clinica e nella collettività. Freud non vi dedicò mai un saggio specifico, per cui occorre ricavarla da tutto il suo pensiero, ma è considerato il Leonardo da Vinci l'opera dove meglio viene teorizzata. Sebbene Freud ponesse la sublimazione ad esito del percorso analitico e come necessità per la sopravvivenza dell'uomo e della Civiltà, negli scritti clinici si mostrò poco ottimista, data la difficoltà che l'uomo ha verso la rinuncia pulsionale. Per sublimazione si intende infatti un destino diverso della pulsione, un cambiamento di meta, che anziché dirigersi sull'oggetto sessuale, si sposta su altri oggetti, non più sessuali, ma in grado di dare ugualmente piacere. Gli investimenti sublimati alla meta comprendono l'amicizia, il lavoro, l'arte, il pensiero, fino alla fondazione della Cultura. Grazie al-la flessibilità pulsionale, l'uomo, a differenza dell'animale in cui gli istinti sono rigidi, può cambiare gli oggetti del desiderio, sostituirli con altri più adeguati, e avviarsi così al processo propriamente umano della simbolizzazione. La sublimazione implica una rinuncia all'oggetto, e questo ne fa un processo non facile per molti individui. Nel dopo Freud, la si è sostituita con la "riparazione", o ci si è spostati nell'area potenziale ma uscendo dalla metapsicologia non si può più, a rigore, parlare di sublimazione, sebbene l'esito pratico possa somigliarle. Ven-gono discusse le misteriose modalità dell'arte, il complesso rapporto con la pulsione di morte e il ruolo della contemporaneità.
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Di Franco, Andrea. "I confini della cittŕ." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 70–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059012.

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Abstract:
Parlare di confine della cittŕ, di limite urbano, oltre la formalizzazione storica data dal manufatto perduto delle mura di cinta, conduce il concetto stesso di limite verso una nuova possibilitŕ di forma per le molteplici culture, pratiche urbane, modi abitativi. Un tema chiave per istruire quest'ottica progettuale nella cittŕ contemporanea č quello della differenziazione tra gli ambiti periferici. Il rapporto tra cittŕ e territorio č attualmente connotato dalla condizione evanescente del discrimine tra assetti distinti. Differenze, specificitŕ, soglie: su questi nodi il progetto č forse ancora in grado di comprendere e formalizzare la distinzione dei molteplici paesaggi urbani e dunque svolgere una base di condivisione del senso dello spazio comune.
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Cacciatore, Giuseppe. "Contro le borie "ritornanti": per un sano uso della critica." Trans/Form/Ação 37, no. 3 (December 2014): 45–56. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732014000300006.

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Abstract:
L'Autore ritiene che la critica vichiana delle borie non si riferisca solo a nazioni, culture e teorie filosofico-teologiche concentrate a discutere sull'origine oscura e favolosa dei tempi e sulla relazione tra storia sacra e storie profane. Ma è anche un dispositivo etico-filosofico che invita l'umanità, ormai al culmine del processo di incivilimento, a guardarsi da ogni forma di boria delle nazioni (in termini contemporanei: superbia etnocentrica), così come da ogni manifestazione boriosa da parte dei dotti (ovvero da ogni forma di filosofia e di teoria astrattamente antropocentrica).
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Pias, Giuliana. "Testimoniare “un altro tempo all’interno del nostro tempo”." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 10–27. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9378.

Full text
Abstract:
Tutto il miele è finito fa parte dell'interesse di Carlo Levi per le culture Altre e nella continuità dell'incontro con la diversità antropologica del Mezzogiorno inaugurato da Cristo fermato a Eboli. Questo articolo si concentra sul tema dell'arcaico, e sulla prospettiva della "compresenza dei tempi" che caratterizza il pensiero di Levi, per dimostrare come da Tutto il miele è finito emerge la testimonianza "di un altro tempo che precede la storia ma che è se stesso contemporaneo della storia e presente come la storia stessa ”(G. Agamben).
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Biasillo, Roberta, and Giacomo Bonan. "Storia ambientale e storia d'Italia: specificità e percorsi comuni." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 67–75. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297003.

Full text
Abstract:
Questo saggio introduttivo propone una sintesi sullo stato dell'arte della storia ambientale italiana, analizzando alcune criticità della disciplina e i filoni di ricerca più diffusi, in particolare in riferimento all'età contemporanea. La parte finale del saggio descrive i quattro lavori che compongono la sezione monografica.
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Labanca, Nicola. "Enzo Collotti e la storia contemporanea in Italia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298002.

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Abstract:
Il gruppo di interventi che questo articolo introduce mira a ricordare, a pochi mesi dalla morte, un grande studioso italiano di respiro europeo. Enzo Collotti (1929-2021) è stato per lunghi decenni una delle figure più importanti della storiografia contemporaneistica italiana. Questo articolo, oltre a ricordare i punti essenziali del suo percorso di vita e di studi, sottolinea l'essere stato Collotti sia formalmente uno dei primi docenti universitari italiani di storia contemporanea, sia il suo esserlo stato sostanzialmente da studioso impegnato, ma in modalità che in niente perdevano per questo in rigore filologico e metodologico. Gli articoli si occupano degli anni trascorsi da Collotti presso l'Istituto Giangiacomo Feltrinelli, 1959-1963 (David Bidussa), della sua dimensione di grande storico del Novecento europeo (Mariuccia Salvati), della difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra e dell'essere stato il più grande storico germanista dell'Italia della seconda metà del Ventesimo secolo (Brunello Mantelli), del suo impegno per il processo della Risiera di San Sabba (Tullia Catalan), del suo percorso di ricerca sulle persecuzioni antiebraiche e sulla Shoah in Italia e in Europa (Valeria Galimi), sulla sua apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici in quanto docente universitario (Silvia Salvatici), e su una importante e trentennale attività svolta con gli insegnanti delle scuole superiori di Firenze (Gaspare Polizzi).
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Shea, William R. "Storia della scienza moderna e contemporanea. Paolo Rossi." Isis 81, no. 2 (June 1990): 309. http://dx.doi.org/10.1086/355361.

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22

Willson, Perry. ""Italia contemporanea" agli albori della storia delle donne." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 300 (November 2022): 17–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-300002.

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Ciglioni, Laura, and Guido Panvini. "Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Federico Romero." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (September 2020): 109–16. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001004.

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Abstract:
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Federico Romero.
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Fuss, Michael. "La figura di Cristo nelle nuove credenze religiose contemporanee." Revista Pistis Praxis 7, no. 1 (September 13, 2015): 13. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.07.001.ds01.

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Abstract:
La figura di Cristo, cuore della fede cristiana, è esplosa in postmodernità in nuove e strane cristologie, alternative alla Chiesa e in competizione con lei. Catturato nella mistico-esoterica galassia New Age, la figura di Cristo è vista ora come quella della gnostico-cosmica Sofia , ora come il Messia che porta una nuova rivelazione, ora come il Principio interior di guarigione integrale e integrazione universale, ora come la Leggenda fantastica e populista che ritiene confusi ricorsi magici. Sulla figura religiosa e storica di Cristo stanno tutti i tipi di alegorizanti interpretazioni, come quella che lo vede come il ricercatore ed il maestro della saggezza salvatrice . L’atteggiamento della Chiesa nei confronti di tali cristologie mobili è quello di capire come espressione di una cultura disorientata e, in dialogo conloro e in ricupero di suoi punti di luce, offrirne la “diakonia della verità” circa il Cristo della grande tradizione apostolica.
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Ciglioni, Laura, and Guido Panvini. "Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Jean-François Sirinelli." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (February 2022): 177–83. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-002006.

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Abstract:
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Jean-François Sirinelli.
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Busino, Giovanni. "Della cultura: storia e teoria." Revue européenne des sciences sociales, no. 145 (March 1, 2010): 63–80. http://dx.doi.org/10.4000/ress.740.

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Prampolini, Antonio. "Internet e l'uso pubblico della storia. Dalle riflessioni di Nicola Gallerano alle indagini di Antonino Criscione sui siti web." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 797–813. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134008.

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Abstract:
Chi volesse oggi affrontare il tema dell'uso pubblico della storia, quale paradigma storiografico di successo nell'Italia degli ultimi vent'anni, dovrebbe assumere come punto di riferimento le fondamentali riflessioni di Nicola Gallerano sui rapporti tra storia, memoria e societÀ. L'avvento di Internet, nuovo medium dove convergono tutti gli altri media della moderna societÀ di massa, ha avuto un'influenza significativa sull'uso pubblico della storia. Antonino Criscione ne ha fatto oggetto di una particolare attenzione nei suoi studi sulla Rete. L'articolo inizia prendendo in esame la definizione di uso pubblico della storia proposta da Gallerano, che precede l'affermazione di Internet-Web, per poi analizzare le indagini di Criscione sulla presenza della storia nel nuovo medium. L'esigenza di adottare un approccio critico, ma positivo, nei confronti dell'uso pubblico della storia, inteso come fenomeno culturale e sociale complesso e articolato (che non deve essere identificato a priori con un revisionismo mistificatorio o apologetico) accomuna i due storici. E questo approccio č necessario soprattutto in Internet, dove non pochi siti di storia contemporanea si propongono come "luoghi della memoria" e "comunitÀ di rete".
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Galimi, Valeria. "L'Italia come "eccezione"? Ripensare il canone nazionale." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 617–28. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173015.

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Abstract:
Questa rassegna discute, da tre diverse prospettive, L'Italia come storia, a cura di Francesco Benigno e Igor Mineo. Il volume tratta, con una periodizzazione ampia, i principali snodi attorno ai quali la storiografia ha tematizzato, sia in termini positivi sia negativi il tema dell'eccezione, attraverso cui è stata interpretata la storia d'Italia. Il contributo di Valeria Galimi prende in esame - dal punto di vista dello studioso dell'età contemporanea - la crisi del "canone nazionale" e l'interpretazione prevalente in parte della storiografia dell'Italia come "eccezione". Infine sono analizzati suggerimenti e proposte nel volume per un rinnovamento profondo della scrittura della storia nazionale.
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Musella, Luigi. "Dalla storia economico-­sociale alla storia della società rurale. Un passaggio negli studi di storia contemporanea di Pasquale Villani." SOCIETÀ E STORIA, no. 171 (February 2021): 175–85. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171009.

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Abstract:
L'autore sottolinea il passaggio dalla storia economico-­sociale alla storia della società rurale nella produzione scientifica di Villani. Si sono considerate alcune pubblicazioni che meglio di altre evidenziano, prima, la sua partecipazione a quel dibattito che ci fu tra studiosi con una impostazione crociana e studiosi con una impostazione gramsciana e/o marxista nel corso degli anni cinquanta e sessanta;; poi, quella fase che lo portò a riprendere la lezione delle «Annales» attraverso l'esperienza dei «Quaderni Storici». In tale contesto, vengono esaminate le sue posizioni rispetto al dibattito tra Emilio Sereni e Rosario Romeo, l'atteggiamento nei confronti dell'impegno politico degli storici. L'adesione alle novità della storiografia francese lo portarono a una visione più ampia e complessa e all'uso della categoria di "società rurale".
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Castellucci, Erio. "Modelli di ministero sacerdotale nella storia." Revista Pistis Praxis 7, no. 2 (September 13, 2015): 285. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.07.002.ds01.

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Abstract:
Questo articolo vuole specificare i modelli di ministero sacerdotale più caratteristici nella Storia della Chiesa: missionario, cultico, sacrale, pastorale, presidenziale e funzionale.Di ogni modello l’Autore ci presenta l’origine, lo sviluppo storico teologico, le possibili deformazioni, l’assunzione eventuale di qualche prospettiva o di certi elementi da parte del Vaticano II, nonchè lo stato della sua ricezione nella Chiesa contemporanea. In questo caso, modello non viene inteso in senso prescrittivo, ma piuttosto euristico. Ciò nonostante, la verifica dei modelli può servire ad una più lucida percezione e una più oggettiva valutazione delle procedure ecclesiali, soprattutto quelle concernenti i ministeri.
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Camposano, Raffaele. "Storia della Polizia di Stato in Dura Lex sed Lex." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 523–31. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173005.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi spunti, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore argomenta i motivi alla base del volume a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli, Dura Lex sed Lex. Storia e rappresentazione della polizia di Stato dal 1852 alla riforma del 1981, offrendone un profilo.
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Di Figlia, Matteo. "Gli ebrei in Italia, il dibattito su Israele e la questione ebraica. Quattro riflessioni recenti." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 171–83. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298013.

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Abstract:
La storia degli ebrei nell'Italia contemporanea è stata molto discussa dalla recente storiografia. In questa nota si prendono in esame quattro libri pubblicati tra il 2018 e il 2020 che affrontano il tema da prospettive differenti come il ruolo politico degli ebrei nell'Italia liberale e negli anni della grande guerra, la storia delle persecuzioni in età fascista, il problematico avvento della Repubblica, la raffigurazione degli ebrei e di Israele nelle sinistre italiane e la più generale percezione di Israele nel mondo politico e culturale italiano.
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Râmbu, Nicolae. "La claca nella storia della cultura." Cultura International Journal of Philosophy of Culture and Axiology 3, no. 1 (2006): 117–29. http://dx.doi.org/10.5840/cultura20063115.

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Eagle, Morris N. "Teoria psicoanalitica contemporanea: un bilancio complessivo." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2012): 167–86. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-002001.

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Abstract:
Vengono discusse criticamente le principali tendenze nella teoria psicoanalitica contemporanea, facendo riferimento anche al recente libro dell'autore del 2011 Da Freud alla psicoanalisi contemporanea. Critica e integrazione (Milano: Raffaello Cortina, 2012). In particolare, questi sono alcuni dei temi affrontati: passioni profonde versus superficie banale, i temi comuni nelle teorie psicoanalitiche contemporanee, la psicologia mono-personale versus bipersonale, la costruzione sociale della mente, la progressiva "cognitivizzazione" della psicoanalisi, l'origine della psicopatologia nella condizione umana oppure nel fallimento ambientale, il problema dell'esame di realtŕ nella psicoanalisi contemporanea, l'influenza dello Zeitgeist (cioč della cultura del tempo, ad esempio riguardo alle concezioni post-moderne o relativistiche) sulle formulazioni teoriche degli psicoanalisti, e cosě via.
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Magnani, Alberto. "Umberto Massola e la riorganizzazione del Partito comunista clandestino a Milano (1941-1943)." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (December 2010): 95–115. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002004.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce la fase di riorganizzazione della rete clandestina del Partito comunista italiano fra il 1942 e il 1943 a Milano ad opera di Umberto Massola con la collaborazione di vecchi militanti. Questa riorganizzazione che comprese la produzione di stampa clandestina, tra cui «L'Unitŕ», favorě il risveglio di altre forze antifasciste e pose le premesse degli scioperi del 1943. Note biografiche: Storico, collaboratore dell'Istituto lombardo per la storia contemporanea, del Centro studi Piero Ginocchi, della Societŕ pavese di storia patria e dell'Adar di Madrid. E-mail: krizai@email.it
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Azzarelli, Andrea. "Per una storia delle polizie in epoca contemporanea. Alcune riflessioni a partire da due recenti volumi." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 546–55. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173008.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare il volume di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e il volume, curato da Raffaele Camposano e Fabio Santilli, Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981.
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Caffarena, Fabio. "L’Archivio Ligure della Scrittura Popolare." REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto), no. 37 (July 21, 2022): 111–26. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2022.7058.

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Abstract:
L’Archivio Ligure della Scrittura Popolare, fondato da Antonio Gibelli nel 1986 presso il Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, dal 2017 è un centro di ricerca e documentazione del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. La sua attività è finalizzata al recupero, allo studio e all’utilizzo didattico delle testimonianze scritte della gente comune nei secoli XIX e XX, con l’intento di analizzare i processi di affermazione della soggettività che affiorano fra le scritture di migranti, soldati, operai, donne e bambini.
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Iacopini, Alessandro, and Renato Sansa. "La produzione storiografica di «Roma moderna e contemporanea», 1993-2008." STORIA URBANA, no. 126 (September 2010): 169–87. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126008.

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Abstract:
L'articolo si pone l'obiettivo di analizzare la produzione storiografica di una rivista di storia urbana, che ha come campo di indagine la realtŕ romana tra etŕ moderna e contemporanea. Il primo numero di Roma moderna e contemporanea č stato pubblicato nel 1993, da allora la rivista ha collezionato quindici annualitŕ: un tempo sufficiente per tentare un primo bilancio storiografico di questa esperienza. Il metodo utilizzato per compiere l'indagine si č incentrato su una analisi quantitativa degli articoli pubblicati, classificati secondo alcune consolidate categorie storiografiche. L'interpretazione si č inoltre giovata di un criterio originale, volto a stabilire il tasso di multidisciplinarietŕ della rivista. L'articolo č accompagnato da una intervista al direttore della rivista.
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Favretto, Ilaria, Marco Meriggi, David Laven, Giulia Albanese, and John Foot. "Round Table. The ‘British School’ and Italian Historiography." Modern Italy 22, no. 4 (September 20, 2017): 471–83. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2017.46.

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Abstract:
Italian summaryI contributi sopra intendono riflettere sulla cosiddetta ‘scuola britannica’ di storici e ricercatori specializzati nello studio dell’Italia moderna e contemporanea. Facendo seguito ad una tavola rotonda tenutasi durante il Convegno ASMI 2016, abbiamo chiesto a coloro che vi hanno partecipato di pubblicare i propri interventi nella forma di brevi saggi. In essi viene discussa l’influenza della storiografia britannica sullo studio della storia italiana dal diciannovesimo secolo fino al Fascismo e il ventesimo secolo. Gli autori dei saggi riflettono pure sul ruolo e l’uso della storia in Italia, la strumentalizzazione di dibattitti storiografici che ha a lungo contraddistinto la politica italiana, editoria e strategie di divulgazione del sapere storico. Tutto ciò con un occhio di riguardo alla vita e alla produzione scientifica di Christopher Duggan a cui è dedicato questo numero speciale della rivista.
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Messa, Fausta. "L'attività dell'Istituto sondriese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (April 2022): 248–51. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001016.

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Shea, William R. "Caos e armonia: Storia della fisica moderna e contemporanea. Enrico Bellone." Isis 83, no. 1 (March 1992): 108–9. http://dx.doi.org/10.1086/356031.

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Pacciolla, Aureliano. "EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN." Studia Philosophica et Theologica 18, no. 2 (December 7, 2019): 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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Abstract:
By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. Ales Bello, Angela, Empathy, a return to reason, in The self and the other. The irreducibile element in a man. Part I, ed. by A. T. Tymieniecka, Dordrecht-Boston, Reidel Publishing Company, in «Analecta Husserliana», 6 (1977), pp. 143-149. – Edith Stein: da Edmund Husserl a Tommaso D’Aquino. In Memorie Domenicane, n. 7, n.s., 1976. – Edmund Husserl e Edith Stein. La questione del metodo fenomenologico, in «Acta Philosophica», 1 (1992), pp. 167-175. – Fenomenologia dell’essere umano – Lineamenti di una filosofia al femminile, Città Nuova, Roma 1992. – Analisi fenomenologica della volontà. Edmund Husserl ed Edith Stein, in «Per la filosofia», 1994, n. 31, pp. 24-29. – Lo studio dell’anima fra psicologia e fenomenologia in Edith Stein, in Sogno e mondo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995, pp. 7-25. – Edith Stein. Invito alla lettura, Edizioni San Paolo, Milano 1999. – Edith Stein, Piemme, Casale Monferrato 2000. – Empatia e dialogo: un’analisi fenomenologica, in A. DENTONE (a cura di), Dialogo, silenzio, empatia, Bastoni Editrice Italiana, Foggia 2000, pp. 65-85. – L’universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di Edmund Husserl, Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, Edizioni ETS, Pisa 2003. – Persona e Stato in Edith Stein in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein. Una vita per la verità, «Quaderni dell’AIES», n. 1, Edizioni OCD, Roma 2005. – Edith Stein: lo spirito umano in cammino verso la santità in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein.Lo Spirito e la santità, «Quaderni dell’AIES», n. 2, Edizioni OCD, Roma 2007. Alfossi, Maura. et al., Guarire o curare? Comunicazione ed empatia in medicina, La Meridiana, Molfetta (BA), 2008. Balzer, Carmen, The Empathy Problem in Edith Stein, in Huusserlian Phenomenology in a New Key. Intersubjectivity, Ethos, the Social Sphere, Human Encouter, Pathos, ed. by A. T. Tymieniecka, Kluwe Academic Publisher, Dordrecht-Boston-London, in «AnalectaHusserliana», 35 (1991), pp. 271-278. 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Peláez, Manuel J. "Materiali per una storia della cultura giuridica." Revista de estudios histórico-jurídicos, no. 33 (2011): 726–28. http://dx.doi.org/10.4067/s0716-54552011000100038.

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Baioni, Massimo. "Cultura fascista e usi pubblici della storia." Transalpina, no. 12 (December 10, 2009): 51–68. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.2799.

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La Rocca, Francesca. "Oggetti fluttanti in attesa di collocazione. Note sul design oltre il modernos." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 2 (June 6, 2010): 171–81. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2010.v2i.12714.

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Abstract:
L'idea di opacità in opposizione alla trasparenza nei progetti di design moderno emerge con l'arrivo del periodo post-industriale nella storia. Il termine è adatto per evidenziare l'importanza dell'opacità nei progetti di design contemporaneo e può essere visto come opacità sociale, funzionale o di materia oltre che come categoria estetica. Tuttavia, c'è una nuova e più radicale forma di opacità implicata dal design contemporaneo, soprattutto nell'ultimo decennio: la diffusione di ciò che oggi è considerato "oggetto di design" all'aspetto più evidente, all'organizzazione immateriale e, in particolare, alla dimensione emozionale. Negli ultimi vent'anni sono nate nuove pratiche e visioni. Queste non sono legate al classico design del "prodotto industriale", ma riflettono interamente quella che viene intesa come cultura del progetto di design: design dei servizi, design delle interfacce, design per ambienti produttivi, interaction design, experience design, strategic design, ecc.
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Bondě, Davide. "Heymann Steinthal tra scienze della cultura e "filosofia della storia"." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 4 (December 2010): 781–95. http://dx.doi.org/10.3280/sf2010-004008.

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Di Renzo Villata, Maria Gigliola. "Per una storia del notariato nell’Italia centro settentrionale tra ascesa e declino. Qualche aggiornamento." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 563–94. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16898.

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Abstract:
L’obiettivo è quello di tracciare una linea di evoluzione della professione notarile attraverso i secoli dal basso medioevo all’età contemporanea nell’Italia centro-settentrionale tra ascesa e declino, due poli di uno sviluppo multiforme. Nella ricostruzione si concentrerà l’attenzione su alcuni momenti e snodi: il notaio dell’età bassomedievale interviene nella società e nelle istituzioni con un ruolo crescente, consapevole della propria funzione e forte della sua preparazione, verificata all’ingresso nell’attività. Il Cinquecento sembra rappresentare un momento di crisi, quanto meno nella percezione diffusa. Si intensificano i controlli della preparazione, si istituiscono archivi, si discute della ‘nobiltà’ dei notai. Tra fine Sette e Ottocento gli interventi statali si moltiplicano fino alle prime leggi unitarie: solo nel 1913 si chiederà, come requisito per la professione, la laurea.
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Antonielli, Livio. "Per una storia delle polizie in Italia in età contemporanea." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 521–22. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173004.

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Abstract:
La formula adottata per discutere i volumi è stata in qualche misura inusuale: si è chiesto a quattro relatori (Andrea Azzarelli, Vittorio Coco, Roberto Cornelli, Simona Mori) di intervenire liberamente su tutti o solo su alcuni dei libri; nel contempo si è domandato ad autori e curatori (Raffaele Camposano, Laura Di Fabio, Michele Di Giorgio, Nicola Labanca) di delineare ragioni e domande alla base dei rispettivi lavori. Un ristretto pubblico di invitati ha infine partecipato al vivace dibattito conclusivo. Si riportano qui i testi di sette degli otto interventi, essendosi trovato Nicola Labanca nell'impossibilità di fornire il proprio. Nello stesso tempo non si è proceduto alla trascrizione e inserimento della pur interessantissima discussione conclusiva.
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De Rossi, Antonio, Roberto Dini, and Stefano Girodo. "Regionalità e produzione architettonica contemporanea nelle Alpi." Regionalità e produzione architettonica contemporanea nelle Alpi, no. 1 ns, november 2018 (November 15, 2018): 8–10. http://dx.doi.org/10.30682/aa1801introita.

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Abstract:
In occasione del numero inaugurale, abbiamo pensato che la prima uscita della rivista internazionale «ArchAlp» dovesse essere caratterizzata da uno sguardo panoramico, configurandosi come una sorta di vero e proprio tour d’horizon dello spazio alpino. Ragionando con il comitato scientifico della rivista, ci è sembrato allora che una riflessione sui caratteri della produzione architettonica contemporanea nel territorio alpino europeo a partire da analisi e interpretazioni a base regionale potesse avere una valenza importante. Una restituzione quindi dello “stato dell’arte”, che però, per avere validità scientifica, doveva muovere da letture comparate, con l’obiettivo di restituire continuità e differenze nella cultura del costruire tra le diverse aree regionali alpine. Da qui l’idea di costruire il nucleo centrale del numero intorno a una serie di monografie locali.
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Bonuzzi, di Luciano. "La storiografia medica nell'età della Rivoluzione : l'esperienza francese e italiana." Gesnerus 48, no. 2 (November 25, 1991): 157–70. http://dx.doi.org/10.1163/22977953-04802002.

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Abstract:
Dopo un breve cenno alia storia della storiograjia medica da fppocrate alVeta della grande Rivoluzione, si confrontono i contributi italiani efrancesi editi alia fine del ’700. Nel ’700 la storia della medicina segue indirizzi annalistici, bibliografici e metodologici. In Francia, con Pinel e Cabanis, la storia della medicina ha soprattutto carattere metodologico come aveva insegnato Cullen. Anche in Italia, dove rinteresse per la disciplina è più tardivo rispetto agli altri paesi europei, si impone il modello metodologico trasmesso dalla cultura di lingua francese.
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