Academic literature on the topic 'Storia della psichiatria'

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Journal articles on the topic "Storia della psichiatria"

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Giacanelli, Ferruccio, and Pier Francesco Galli. "Tracce." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2012): 569–84. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-004003.

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Abstract:
Protagonista e testimone della psichiatria italiana in trasformazioneUn ricordoL'Ospedale Psichiatrico di Colorno nella storia della psichiatria di Parma (1996)Alcune pubblicazioni di Ferruccio GiacanelliDopo una Nota redazionale di Pier Francesco Galli che ricorda la figura di Ferruccio Giacanelli (1930-2012), psichiatra, fenomenologo e storico della psichiatria, viene pubblicato uno scritto inedito di Giacanelli del 2004 in cui ricostruisce la storia dell'Ospedale Psichiatrico di Colorno (Parma), che lui stesso diresse dal 1972 al 1978. La storia dell'Ospedale Psichiatrico di Colorno viene suddivisa in quattro "momenti", che hanno i seguenti titoli: "La nascita del manicomio di Parma", "L'Ospedale Psichiatrico Provinciale in Colorno", "La chiusa compattezza istituzionale", "La rottura istituzionale", "La riforma del 1978: e dopo?". (Questo testo č stato letto al Convegno "La chiusura dell'Ospedale psichiatrico di Colorno: proposte per la futura psichiatria di Parma", tenuto a Colorno [PR] il 25 ottobre 1996).
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Di Petta, Gilberto, Danilo Tittarelli, and Raffaele Vanacore. "Il medico psichiatra: chi era costui? Riflessioni sulla crepa dello specchio." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2022): 113–33. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001007.

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Abstract:
Le forme del conoscere, dell'essere e dell'agire psichiatrico sono state tutt'altro che stabilite una volta per tutte. Gli attuali strumenti accademici di formazione si sono appiattiti da tempo su di una linea semplicistica e riduzionistica. Nel Secondo Novecento una serie di condizioni aveva conferito alla figura dello psichiatra una centralità mai avuta prima nella storia: la chiusura/ridimensionamento dei manicomi, l'introduzione e la diffusione degli psicofarmaci, l'avvento del concetto di "salute mentale" territoriale. Il suddetto riduzionismo, però, ha scelleratamente decomplessizzato la figura dello psichiatra, il cui problema identitario è, così, divenuto ancor più pressante, fino ad implodere, come l'immagine alla rottura di uno specchio. La psichiatria, infatti, a differenza di altre branche mediche, mette in gioco un fattore antropologico, quello della "follia" e delle sue modalità di manifestazione e di costituzione. Se questo fattore, storicamente, era considerato decisivo nello strutturarsi e nel rivelarsi della cosiddetta "malattia mentale", in epoca più recente la bonifica della psichiatria dalle paludi della follia ha prodotto, a nostro avviso, e in maniera speculare, una rottura nella costituzione identitaria dello psichiatra. Chi è lo psichiatra se non è più in grado di tenere acceso il dialogo tra la società e la follia? La questione della follia mette in moto, come legna che alimenta il fuoco dell'umano, la ricerca del senso e della cura. Lo sradicamento della follia dal territorio dell'umano ha prodotto una classe di psichiatri in cerca d'autore, partecipi di una quotidiana messinscena clinica, senza alcuna pretesa di comprensione, di cura e di libertà. Le sole, queste ultime, a poter consentire uno specchiarsi non deforme - attraverso il prisma umano dello psichiatra - della "follia" e della "norma", in quanto entrambe espressioni della vita.
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Galli, Pier Francesco. "Psicoterapia, psicoanalisi e psichiatria nei primi anni 1960. Appunti per una storia." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2011): 75–88. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-001004.

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Abstract:
Pier Francesco Galli descrive alcuni sviluppi della psicoterapia, della psicoanalisi e della psichiatria in Italia nei primi anni 1960, in particolare riguardo al progetto culturale del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia da lui fondato (che nel 1978 prenderŕ il nome di Psicoterapia e Scienze Umane). Vengono discussi, tra gli altri, i seguenti temi: l'inserimento di nuove tecnologie e discipline (come la psicologia e la sociologia) nella cultura italiana del dopoguerra, il ruolo degli intellettuali, la formazione alle professioni di aiuto e la diffusione della psicoanalisi, il lavoro di équipe nei servizi psichiatrici, il ruolo delle case editrici, i corsi di aggiornamento organizzati a partire dal 1962, la cultura della psichiatria descrittiva importata nei primi anni 1980 dagli Stati Uniti col DSM-III, la aziendalizzazione della Sanitŕ, e cosě via.
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Galli, Pier Francesco. "Psicoterapia e psicoanalisi tra tecnica e ideologia. Appunti per una storia." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 21 (April 2011): 107–42. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-021007.

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Abstract:
Pier Francesco Galli descrive alcuni sviluppi della psicoterapia, della psicoanalisi e della psichiatria in Italia nei primi anni 1960, in particolare riguardo al progetto culturale del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia da lui fondato (che nel 1978 prenderŕ il nome di Psicoterapia e Scienze Umane). Vengono discussi, tra gli altri, i seguenti temi: l"inserimento di nuove tecnologie e discipline (come la psicologia e la sociologia) nella cultura italiana del dopoguerra, il ruolo degli intellettuali, la formazione alle professioni di aiuto e la diffusione della psicoanalisi, il lavoro di équipe nei servizi psichiatrici, il ruolo delle case editrici, i corsi di aggiornamento organizzati a partire dal 1962, la cultura della psichiatria descrittiva importata nei primi anni 1980 dagli Stati Uniti col DSM-III, la trasmissione della cultura psicoanalitica spesso come veritŕ di fede in cui si č confuso il concetto di "tecnica standard" con il metodo e l"essenza stessa della psicoanalisi, i criteri di fondazione del metodo psicoanalitico, il problema della identitŕ terapeutica, e cosě via.
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Galli, Pier Francesco. "Tracce." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2011): 523–50. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004010.

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Abstract:
In questa rubrica compare la pubblicazione di materiali, editi o inediti, che tentano di ricostruire una specie di storia della psicologia, della psichiatria e della psicoterapia, a volte con la forza emozionale dell'aneddotica sottratta alle storiografie accademiche. La rubrica si sviluppa lungo tre filoni: uno č quello dell'analisi delle varie stereotipie psicoanalitiche nelle loro declinazioni e del modo con cui č stata trasmessa la teoria della tecnica; il secondo č la ricostruzione di pezzi della storia italiana del settore, nell'ottica che č sempre stata del gruppo di Psicoterapia e Scienze Umane; il terzo filone č costituito dalla ristampa di articoli "d'epoca" rilevanti per il dibattito attuale. Al sito Internet www.psicoterapiaescienzeumane.it/tracce.htm vi č l'elenco di tutti i documenti pubblicati nella rubrica.
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Misztal, Henryk. "Elementy prawnokanoniczne "świętości kanonizowanej" w świetle najnowszej jurysprudencji Kongregacji Spraw Kanonicznych." Prawo Kanoniczne 39, no. 3-4 (December 10, 1996): 171–97. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1996.39.3-4.06.

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Abstract:
La teologia prepara di solito il concetto della santità; il diritto canonico invece adatta questo concetto alle esigenze della procedura di beatificazione e canonizzazione. Le misure della „santita canonizzata” elaborate da secoli e inserite alla prattica della Congregazione delle Cause dei Santi, sono sempre le stesse: il martirio, le virtù eroiche e il miracolo. L’articolo tratta dell’evolizione dei concetti sopramenzionati durante i secoli e particolarmente tratta dell’aggiornamento della dottrina di Benedetto XIV alle esigenze dei tempi moderni con il contributo delle scienze: storia, medicina, psichologia e psichiatria. Oltre questo l’autore del l’articolo vuole mostrare come secondo la dottrina del Concilio Vaticano II la „santità canonizzata” diventa più vicine e accesibile a tutti i fedeli.
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Bombardieri, Chiara, Elisabetta Farioli, and Gaddomaria Grassi. "Perché parlare oggi di psichiatria e della sua storia. Verso il Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (August 2013): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2013-002007.

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Bonfiglio, Basilio. "Ricostruzione della storia del paziente. Supervisione psicoanalitica in psichiatria." PSICOBIETTIVO, no. 3 (October 2009): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/psob2008-003007.

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Abstract:
- It is taken into account one of the functions of the psychoanalytic group clinical thinking within Mental Health Services: the collection-reconstruction of the patient's history. This work, especially in rehabilitation centres where the patient stays for long term periods, allows to relocate the problems and tensions arising from dealing with the patient within a context which grants their comprehension on a deep emotional and thinking level. From that stems an ongoing redefinition of the patient's image and his/her better individualization in the mind of those who look after them. This in turn fosters a consolidation of their own identity as Mental Health professionals. A transcript of two supervision meetings with the staff of a exemplifies some aspects of this work.Key Words: Supervision, Patient's History, Psychosis, Identity, Projective Identification, Rehabilitation, Residential Therapeutic Centre.Parole chiave: supervisione, storia del paziente, psicosi, identitŕ, identificazione proiettiva, riabilitazione, strutture intermedie.
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De Girolamo, Giovanni, Valentina Candini, Laura Iozzino, and Cristina Zarbo. "Ricerca in salute mentale: un decennio di progetti all'IRCSS Fatebenefratelli." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002006.

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Abstract:
In Italia il sistema degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) rappresenta, da decenni, il pilastro fondamentale della ricerca condotta all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia è l'unico in Italia ad avere come area ufficiale di riconoscimento la psichiatria. L'obiettivo di questo capitolo è di descrivere e discutere le attività di ricerca condotte dall'Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa (UOPEV) dell'IRCCS Fatebenefratelli in oltre un decennio (2009-2020). Tali attività di ricerca si collocano all'interno di tre grandi aree: la ricerca epidemiologica, la ricerca clinica e la health services research. I progetti relativi alla ricerca epidemiologica presentati riguardano lo studio della prevalenza dei disturbi mentali e da uso di sostanze nella popolazione generale (WMHSI), le caratteristiche dei pazienti trattati nelle strutture residenziali (PERDOVE), i fattori prognostici di esito di pazienti anziani ospedalizzati (PERDOVE-anziani), la prevalenza e l'incidenza dei disturbi depressivi in persone affette da diabete di tipo 2 (INTERPRET-DD), le caratteristiche socio-demografiche, cliniche ed assistenziali di pazienti con una storia grave di violenza (VIORMED ed EU-VIORMED), e l'impiego di dispositivi di telemedicina per la gestione dei pazienti con depressione, sclerosi multipla o epilessia (RADAR-CNS). Tra i progetti di ricerca clinica verranno discussi in particolare un trial sull'impiego della ossitocina intranasale per il trattamento di pazienti con diagnosi di schizofrenia (OXIS), la psicoeducazione per pazienti con disturbo bipolare, e il progetto DIAPASON. Infine, nell'ambito del macro-settore di ricerca dei servizi di salute mentale sarà presentato il progetto MILESTONE. Tale excursus consentirà di intrecciare e discutere criticamente lo stato della pratica clinica e della ricerca in psichiatria, e consentirà di formulare delle proposte su aree di ricerca innovative nel prossimo decennio.
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Di Cesare, Gianluigi. "Individuazione e cura di Sé: il rifiuto del potere." STUDI JUNGHIANI, no. 33 (September 2011): 99–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun2011-033008.

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Abstract:
Che la storia della psichiatria sia da sempre indissolubilmente legata con il potere č cosa sufficientemente nota da non richiedere, almeno apparentemente, ulteriori indagini. Che perň questo legame sia il piů delle volte ridotto esclusivamente al problema dell'esercizio di una violenza, tralasciando sullo sfondo tutte le dinamiche di potere effettivamente all'opera, č forse meno noto o, piů opportunamente, sufficientemente rimosso. Questo problema č ancora piů vero se l'indagine non si limita alla psichiatria in senso stretto, ma si estende alla psicoanalisi o alle varie psicoterapie. La tesi di questo lavoro č che il pensiero di Jung si distacchi da tutti gli altri e acquisti una sua assoluta specificitŕ che ne costituisce al contempo il valore inestimabile e un fortissimo limite dal punto di vista dell'operativitŕ e della trasmissibilitŕ, proprio perché abdica, fin dall'inizio, a ogni esercizio di potere, offrendosi invece come una continua ricerca esperenziale. Proprio per questo motivo il pensiero e l'opera di Jung si inscriveranno all'interno di un percorso che potremmo definire di "cura di sé" in opposizione a quei percorsi che, privilegiando gli aspetti esplicativi e interpretativi si inscrivono piuttosto all'interno di una "conoscenza di sé".
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Dissertations / Theses on the topic "Storia della psichiatria"

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RIVA, MICHELE AUGUSTO. "L’Autonomia della Psichiatria Universitaria in Italia. Analisi dell'Archivio "Carlo Lorenza Cazzullo"." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Insubria, 2016. http://hdl.handle.net/10281/172686.

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BELLA, ANDREE'. "Genealogia del disturbo borderline come problematizzazione dell'autonomia nel mondo contemporaneo. Un tentativo di analisi della medicalizzazione delle condotte impulsive e dei problemi di autorolazione nelle odierne "istituzioni del sè"." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20372.

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Abstract:
Starting from the recognition of the significant ethical importance, on an individual and collective level, of the problem of self-regulation in the contemporary world, I attempted to carry out a genealogical analysis of Borderline Personality Disorder, with a specific focus on the question of impulsiveness and of the relationship with limits. Looking at the relations between the philosophical, psychological-clinical, educational and political dimensions, and examining how the possibility of constructing an autonomous subjectivity has become a central problem with the onset of modernity, I reconstructed a critical history of the borderline disorder as a subject of psychological and psychiatric discourse, as a means to reflect epistemologically upon this field of knowledge and on the historical articulations of psychological distress and of its treatment. I divided my historical inquiry into three parts, corresponding to the main forms that BPD, a hard to define clinical entity always on the threshold of diagnostic impossibility, took on over time. Firstly, I analysed moral insanity during the course of the 1800s (also using a research on the confinement and psychiatrisation of insane people/moral idiots between 1873 and 1939 in Venice’s former mental hospitals, carried out through a qualitative analysis of some clinical case histories found in the archives of the San Servolo and San Clemente institutions). Secondly, I considered the borderline syndrome between the 1930s and 1970s. Psychoanalytic theories are the main reference for this period, during which the borderline label will come eventually to designate a personality organisation, a stably unstable identity structure. Thirdly, I examined the Borderline Personality Disorder from the 1980s, when some temperamental dimensions of a biochemical origin such as impulsiveness became central in this diagnostic category.
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Scarfone, Marianna. "La psichiatria coloniale italiana : teorie, pratiche, protagonisti, istituzioni 1906-1952." Thesis, Lyon 2, 2014. http://www.theses.fr/2014LYO20035.

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Abstract:
Ce travail aborde les développements de la psychiatrie dans les colonies italiennes de la Corne de l’Afrique et de la Libye. La psychiatrie coloniale – que l’on appelle aussi ‘ethnographique’, ‘comparée’, ‘raciale’ – se nourrit de théories anthropologiques consolidées, de mensurations anthropométriques, d’observations cliniques ; c’est dans ce cadre complexe qu’elle émerge comme discipline autonome, en partie au moins, par rapport à la psychiatrie de le mère-patrie et qu’elle contribue au bon fonctionnement du régime colonial. Les protagonistes sont en premier lieu les médecins et les patients ; à l’arrière plan on trouve aussi les administrateurs et les hommes politiques, ou encore les familles et les communautés d’origine des patients. À travers des documents précieux comme les dossiers médicaux, il est possible de reconstituer les parcours des patients, de raconter des histoires de vie et d’identifier des éléments récurrents dans les différentes expériences. De plus, grâce à la documentation privée de certains médecins coloniaux, il est possible de saisir les motivations qui poussaient certains spécialistes à venir exercer dans les colonies. L’étude de la littérature psychiatrique de l’époque, associée à l’analyse des parcours des médecins, fait apparaître les échanges et les influences qui marquaient l’activité des psychiatres coloniaux. En ce sens il m’a semblé important d’analyser les modèles anglais et français dont les médecins italiens déclarent s’inspirer dans leur réflexion théorique et donc dans la construction de la discipline ainsi que dans les solutions pratiques mises en œuvre pour faire face à la question psychiatrique dès le début des différentes expériences coloniales. Le nœud de l’assistance aux colons et aux militaires qui présentaient des troubles psychiques, ainsi qu’aux indigènes considérés fous, a plus retenu l’attention dans la colonie libyenne (déjà en 1911-1912, avec des réalisations institutionnelles dans les années trente) tandis que dans les colonies de l’Afrique orientale italienne, la question de l’assistance psychiatrique a été moins débattue, débouchant par conséquent sur très peu de réalisations pratiques
The dissertation reviews the ways in which psychiatry developed in the Italian colonies in the Horn of Africa and in Libya. Colonial psychiatry – variously called “ethnographic”, “comparative”, or “racial” psychiatry – drew on established anthropological theories, anthropometric measurements and clinical observations, the consistently-organized framework within which it emerged as an discipline supporting colonial government and at least partially independent of psychiatry in the home country. The primary interaction within this colonial psychiatry was that between doctors and patients; in the background were the colonial administrators, the political decision-makers, and the patients’ families and home communities. Precious documentary resources such as medical records let us trace patients’ careers, tell their life stories, reconstruct typical cases and confirm recurrent features in their various experiences; from the private papers of some colonial doctors we can gather the specialists’ motivations to move to the colonies; and an examination of the psychiatric literature of the day enables us to reconstruct the discussions and inspirations which fostered the work of the colonial psychiatrists. I have recognized the importance of analysing the British and (still more) the French models from which the Italian clinicians claimed to draw their inspiration, both in terms of theory (and the construction of the resulting discipline), and in the practical solutions implemented to tackle psychiatric issues from the earliest days of the various colonial experiments. This issue – of supporting psychiatrically-afflicted colonists and soldiers and natives regarded as “mad” – was paid most attention in the Libyan colony, starting in the very first months of the occupation (in 1911 and 1912) and then taking institutional form in the 1930s; in the colonies of what was known as “Italian East Africa”, on the other hand, there was less discussion of psychiatric support and correspondingly limited practical achievements
La tesi percorre gli sviluppi della psichiatria nelle colonia libica e nelle colonie del Corno d’Africa. La psichiatria coloniale – che assume denominazioni diverse: ‘etnografica’, ‘comparata’, ‘razziale’ – si nutre di teorie antropologiche consolidate, di misurazioni antropometriche, di osservazioni cliniche ed è in questo quadro articolato che emerge come disciplina autonoma, almeno in parte, rispetto alla psichiatria della madrepatria, e funzionale al buon ordine del regime coloniale. Nella cornice della psichiatria coloniale interagiscono in primo luogo medici e pazienti; sullo sfondo ci sono gli amministratori e i decisori politici, le famiglie e le comunità di provenienza dei pazienti. Attraverso documenti preziosi come le cartelle cliniche è possibile tracciare le traiettorie dei pazienti, raccontare storie di vita, ricostruire casi esemplari e fissare dei punti ricorrenti nelle diverse esperienze. Grazie alla documentazione privata di alcuni medici coloniali è possibile cogliere le ragioni che spingevano gli specialisti in colonia. Infine la letteratura psichiatrica del periodo preso in esame permette di ricostruire gli scambi e le ispirazioni che alimentavano l’attività degli psichiatri coloniali. In tal senso si è ritenuto importante analizzare i modelli inglese e soprattutto francese a cui i medici italiani dichiarano di ispirarsi, sia nella riflessione teorica e quindi nella costruzione della disciplina, sia nelle soluzioni pratiche attuate per far fronte alla questione psichiatrica sin dai primi tempi delle diverse esperienze coloniali. Tale questione, ovvero il problema dell'assistenza ai coloni e ai militari che presentavano disturbi psichiatrici nonché agli indigeni ritenuti folli, ha ricevuto maggiore attenzione nella colonia libica, e questo sin dai primi mesi della sua occupazione, tra 1911 e 1912, per poi manifestarsi in realizzazioni istituzionali negli anni Trenta; mentre nelle colonie della cosiddetta Africa Orientale Italiana il tema dell’assistenza psichiatrica è stato meno dibattuto, sfociando pertanto in scarse realizzazioni pratiche
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MOLARO, AURELIO. "'Ja, Geistigkeit Ist (Hier) Alles!': Dialettica dell'umano ed epistemologia tra Sigmund Freud e Ludwig Binswanger." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/10281/239839.

Full text
Abstract:
“Ja, Gestigkeit ist (hier) alles!” – “Yes, (here) the spirit is everything!” - is the fleeting and surprising joke that in September 1927 Sigmund Freud addressed to Binswanger when, in the face of a substantial failure of the analytical treatment of a common patient, he had to agree on the need to think of the action of a "spiritual" component (in the sense of a possible transcendental subjectivity) in the dynamics of psychoanalytic insight. In the background of this observation, this contribution aims to attempt, through the use of the philosophical-psychological category of Geistigkeit (and Geist in general), to be a sort of "dialectical mediation" between classical psychoanalysis (Freud) and psychiatric phenomenology (Binswanger), whose resolution – far from being considered complete – seems to find in Jung and his analytical psychology a privileged term of reference.
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Molaro, A. "'JA, GEISTIGKEIT IST (HIER) ALLES!': DIALETTICA DELL'UMANO ED EPISTEMOLOGIA TRA SIGMUND FREUD E LUDWIG BINSWANGER." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/360243.

Full text
Abstract:
In September 1927, Sigmund Freud tells Binswanger “Ja, Geistigkeit ist (hier) alles!” after realising the failure of their treatmet on their patient. With this sentence Freud seems to recognize the need to design a “spiritual” component (a kind of transcendental subjectivity) in the dynamics of psychoanalytic insight. Based on this observation, our work is a study of the historical and epistemological relations between classical Psychoanalysis and Psychiatric Phenomenology (Daseinsanalyse). The analysis focuses mainly on their foundational areas, the respective visions of man and in particular of mental illness. The thesis is divided into two parts and includes the first complete Italian translation of the Freud and Binswanger correspondence. The first chapter is about an historical and critical analysis of the epistemological foundations of classical Psychoanalysis (psychical apparatus, naturalist determinism of instinct/drive theory, the dreams theory and the relationship between art and sexuality). The aim of the chapter is to demonstrate the substantial biologism or naturalism of classical Psychoanalysis. The second chapter is about an analysis of Binswangerian psychiatric epistemology in his relationship with the Freudian thought: after an introduction dedicated to the foundational aspects of Daseinsanalyse, one can identify the point of maximum contrast in the opposition between Freudian “homo natura” and Binswangerian “homo exsistentia”. Then there is some consideration relating to the inability of an “anthropological refoundation” of classical Psychoanalysis. The third chapter looks for a possible “mediation” between Psychoanalysis and Daseinanalyse based on the idea of Geistigkeit (“the Spirit”, “the Spiritual”). This chapter is the most original part of the whole thesis. Starting from the Freudian problem of consciousness the chapter comes to an epistemological critique (based on the philosophical category of “dualism”) of classical Psychoanalysis is that the psychiatric Phenomenology. The attempt to mediate between Psychoanalysis and Daseinanalyse develops from the idea of Geistigkeit and Geist: the mediation seems, however, destined to fail because of the impossibility in changing the theoretical basis of the two approaches. With regards to this, Jung and his assumption of the complementary opposites Geist-Trieb pair could be a possible and effective alternative way. The second part of the thesis (chapter four) consists of a detailed analysis of the Freud and Binswanger correspondence. From this it appears that the failure of the reconciliation of the two theories is replaced by a strong equilibrium in real life: the theme of death, family and personal lives of emerging in the correspondence show that existence and friendship are capable of overcoming the theoretical difference.
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Padovan, Giordano B. "Psychoses, language and brain asymmetry: fMRI connectivity alterations in bipolar disorders." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423164.

Full text
Abstract:
INTRODUCTION A mood characterised by alternating mania and depression have been matter of curiosity and attention since ancient times. According to T.J. Crow’s theory on psychosis, Schizophrenia is strictly linked to the development of the faculty of language (begun in hominids from 6 to 4.2 million years ago) which depends by (anatomical and functional) asymmetry observable between the two cerebral hemispheres (Crow 2004). Several data in the recent (and older) (Griesinger 1845) scientific literature support the hypothesis that schizophrenia and bipolar disorder are similar due to a large number of partially common features: symptomatology, genetics, cognitive features, neurobiology, connectivity alteration, etc.. A brief historical account about how often the classification of this disease changed across the last two centuries may suggest how the knowledge underling this diagnostic category is still fragile. AIM OF THE RESEARCH The goal of this paper is to study Functional Connectivity (FC) among bipolar patients and to test the compatibility of Crow’s paradigm with Bipolar Disorder, verifying the potential presence of hemispheric asymmetry alteration (left dominance deficit) through fMRI analysis. MATERIALS AND METHODS 18 outpatients of the Mood Disorders Unit at the Psychiatric Clinic of the University of Padua have been recruited. All subjects had a diagnosis of Bipolar Disorder type I or type II, according to the criteria of the DSM-IV-TR). 16 healthy individuals were chosen matched for age, sex and education. Clinical and psychological conditions at the time of the experiment were investigated through some psychometric scales widely used for the evaluation of mood, anxiety and other psychopathologic aspects. All subjects underwent a MRI scan both in resting state and while they were attending two tasks: a phonemic (verbal fluency) exercise and a visuo-spatial test (mental rotations). RESULTS From the neuropsychological point of view the phonemic task revealed no significant (p<0.05) differences between groups; on the contrary patients group showed decreased performance at the visuo-spatial task. MRI FC was analysed using two different techniques. Independent Component Analysis (ICA) showed mainly a volume within the Dorsal Attention Network located in left Precuneus (Brodmann Area 7) where patient group presented a reduction of FC compared to controls. Graph analysis brought to light a number of inter-hemispheric and left intra-hemispheric connections revealed to be significantly less active in patients compared to controls, on the contrary substantial conservation of indices at the Network Level was observed.
INTRODUZIONE Un tono timico caratterizzato da un’alternanza di mania e depressione è stato oggetto di interesse e attenzione fin dai tempi antichi. Secondo La teoria di T.J. Crow sulla psicosi, la schizofrenia è strettamente legata allo sviluppo della facoltà del linguaggio (che ha avuto origine negli ominidi da 6 a 4,2 milioni di anni fa) che dipende dall'asimmetria (anatomica e funzionale) osservabile tra i due emisferi cerebrali (Crow 2004). Diversi dati nella letteratura scientifica recente (e più antica – Griesinger 1845) supportano l'ipotesi che la schizofrenia e il disturbo bipolare siano simili per un gran numero di caratteristiche parzialmente comuni: sintomatologia, genetica, cognitività, neurobiologia, alterazione della connettività, ecc. Un breve resoconto storico di quanto spesso la classificazione di questa malattia sia cambiata negli ultimi due secoli può suggerire come la conoscenza sottesa a questa categoria diagnostica sia ancora fragile. SCOPO DELLA RICERCA L'obiettivo di questo studio è quello di studiare la connettività funzionale (FC) tra i pazienti bipolari e testare la compatibilità del paradigma di Crow con il disturbo bipolare, verificando la potenziale presenza di alterazioni dell'asimmetria emisferica (deficit di dominanza sinistra) attraverso l'analisi fMRI (risonanza magnetica funzionale). MATERIALI E METODI Sono stati reclutati 18 pazienti ambulatoriali dell'Unità di Disturbi dell'Umore presso la Clinica Psichiatrica dell'Università di Padova. Tutti i soggetti avevano una diagnosi di disturbo bipolare di tipo I o di tipo II, secondo i criteri del DSM-IV-TR). Sono stati scelti 16 individui sani abbinati per età, sesso e istruzione. Le condizioni cliniche e psicologiche al momento dell'esperimento sono state studiate attraverso alcune scale psicometriche ampiamente utilizzate per la valutazione dell'umore, dell'ansia e di altri aspetti psicopatologici. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a una risonanza magnetica sia in stato di riposo che durante l’esecuzione di due compiti: un esercizio fonemico (fluenza verbale) e un test visuo-spaziale (rotazioni mentali). RISULTATI Dal punto di vista neuropsicologico, il compito fonemico non ha rivelato differenze significative (p<0.05) tra i gruppi; al contrario, il gruppo di pazienti ha mostrato una riduzione delle prestazioni nel compito visuo-spaziale. I dati fMRI sono stati analizzati utilizzando due tecniche diverse. L'Independent Component Analysis (ICA) ha mostrato principalmente un volume all'interno della Dorsal Attention Network situato nel precuneo sinistro (area 7 di Brodmann) dove il gruppo di pazienti presentava una riduzione significativa della FC rispetto ai controlli. L'analisi dei grafi ha portato alla luce un numero di connessioni intra-emisferiche e intra-emisferiche di sinistra rivelate significativamente meno attive nei pazienti rispetto ai controlli, al contrario è stata osservata una sostanziale conservazione degli indici a livello di rete.
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MILAZZO, FABIO. "NEVROSI BELLICHE, DINAMICHE DI INTERNAMENTO E SOLDATI ALIENATI IN UN MANICOMIO ITALIANO DURANTE LA “LUNGA” GRANDE GUERRA. IL CASO RACCONIGI (1908-1919)." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11570/3138382.

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8

STARNINI, MARTINA. ""La rivoluzione morale, lo spirito del secolo". Storia di Carlo Livi, freniatra dell'Ottocento (1823-1877)." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1084956.

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Abstract:
L'elaborato si basa sulla biografia storica dello psichiatra pratese Carlo Livi (1823-1877), una delle figure chiave della psichiatra italiana dell’Ottocento. La tesi si sofferma sia sulla sua opera di carattere medico-psichiatrico e medico-forense, sia sulle tappe fondamentali della sua vita di uomo, di medico e di intellettuale vissuto durante gli anni centrali del Risorgimento italiano.
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DEMICHELIS, CLAUDIA. "Verso una museografia della mente." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11573/917891.

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Books on the topic "Storia della psichiatria"

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Maura, E. Lo splendore della ragione: Storia della psichiatria ligure nell'epoca del positivismo. Genova: La clessidra, 1999.

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2

Per un'epistemologia della complessità: Gaetano Perusini nella storia della psichiatria italiana. Roma: Aracne editrice S.r.l., 2013.

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3

Guarnieri, Patrizia. La storia della psichiatria: Un secolo di studi in Italia. Firenze: L.S. Olschki, 1991.

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4

Dentro la follia del mondo: Per una psichiatria della storia. Milano: Biblioteca universale Rizzoli, 2010.

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5

Piro, Sergio. Cronache psichiatriche: Appunti per una storia della psichiatria italiana dal 1945. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1988.

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6

Don, Orlando Del. Storia della psichiatria del Canton Ticino dalle origini ai giorni nostri. Roma: Aracne, 2014.

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7

Codato, Francesco. Che cos'è l'antipsichiatria?: Storia della nascita del movimento di critica alla psichiatria. Francavilla al Mare: Psiconline, 2013.

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8

Maria, Ferro Filippo, ed. Passioni della mente e della storia: Protagonisti, teorie e vicende della psichiatria italiana tra '800 e '900. Milano: Vita e pensiero, 1989.

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9

Breve storia della psichiatria a Venezia: Dagli anni Sessanta : cenni storici, memorie, tendenze e riflessioni. Verona: Bonaccorso, 2009.

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