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Giacanelli, Ferruccio, and Pier Francesco Galli. "Tracce." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2012): 569–84. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-004003.

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Abstract:
Protagonista e testimone della psichiatria italiana in trasformazioneUn ricordoL'Ospedale Psichiatrico di Colorno nella storia della psichiatria di Parma (1996)Alcune pubblicazioni di Ferruccio GiacanelliDopo una Nota redazionale di Pier Francesco Galli che ricorda la figura di Ferruccio Giacanelli (1930-2012), psichiatra, fenomenologo e storico della psichiatria, viene pubblicato uno scritto inedito di Giacanelli del 2004 in cui ricostruisce la storia dell'Ospedale Psichiatrico di Colorno (Parma), che lui stesso diresse dal 1972 al 1978. La storia dell'Ospedale Psichiatrico di Colorno viene suddivisa in quattro "momenti", che hanno i seguenti titoli: "La nascita del manicomio di Parma", "L'Ospedale Psichiatrico Provinciale in Colorno", "La chiusa compattezza istituzionale", "La rottura istituzionale", "La riforma del 1978: e dopo?". (Questo testo č stato letto al Convegno "La chiusura dell'Ospedale psichiatrico di Colorno: proposte per la futura psichiatria di Parma", tenuto a Colorno [PR] il 25 ottobre 1996).
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Di Petta, Gilberto, Danilo Tittarelli, and Raffaele Vanacore. "Il medico psichiatra: chi era costui? Riflessioni sulla crepa dello specchio." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2022): 113–33. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001007.

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Abstract:
Le forme del conoscere, dell'essere e dell'agire psichiatrico sono state tutt'altro che stabilite una volta per tutte. Gli attuali strumenti accademici di formazione si sono appiattiti da tempo su di una linea semplicistica e riduzionistica. Nel Secondo Novecento una serie di condizioni aveva conferito alla figura dello psichiatra una centralità mai avuta prima nella storia: la chiusura/ridimensionamento dei manicomi, l'introduzione e la diffusione degli psicofarmaci, l'avvento del concetto di "salute mentale" territoriale. Il suddetto riduzionismo, però, ha scelleratamente decomplessizzato la figura dello psichiatra, il cui problema identitario è, così, divenuto ancor più pressante, fino ad implodere, come l'immagine alla rottura di uno specchio. La psichiatria, infatti, a differenza di altre branche mediche, mette in gioco un fattore antropologico, quello della "follia" e delle sue modalità di manifestazione e di costituzione. Se questo fattore, storicamente, era considerato decisivo nello strutturarsi e nel rivelarsi della cosiddetta "malattia mentale", in epoca più recente la bonifica della psichiatria dalle paludi della follia ha prodotto, a nostro avviso, e in maniera speculare, una rottura nella costituzione identitaria dello psichiatra. Chi è lo psichiatra se non è più in grado di tenere acceso il dialogo tra la società e la follia? La questione della follia mette in moto, come legna che alimenta il fuoco dell'umano, la ricerca del senso e della cura. Lo sradicamento della follia dal territorio dell'umano ha prodotto una classe di psichiatri in cerca d'autore, partecipi di una quotidiana messinscena clinica, senza alcuna pretesa di comprensione, di cura e di libertà. Le sole, queste ultime, a poter consentire uno specchiarsi non deforme - attraverso il prisma umano dello psichiatra - della "follia" e della "norma", in quanto entrambe espressioni della vita.
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Galli, Pier Francesco. "Psicoterapia, psicoanalisi e psichiatria nei primi anni 1960. Appunti per una storia." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2011): 75–88. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-001004.

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Abstract:
Pier Francesco Galli descrive alcuni sviluppi della psicoterapia, della psicoanalisi e della psichiatria in Italia nei primi anni 1960, in particolare riguardo al progetto culturale del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia da lui fondato (che nel 1978 prenderŕ il nome di Psicoterapia e Scienze Umane). Vengono discussi, tra gli altri, i seguenti temi: l'inserimento di nuove tecnologie e discipline (come la psicologia e la sociologia) nella cultura italiana del dopoguerra, il ruolo degli intellettuali, la formazione alle professioni di aiuto e la diffusione della psicoanalisi, il lavoro di équipe nei servizi psichiatrici, il ruolo delle case editrici, i corsi di aggiornamento organizzati a partire dal 1962, la cultura della psichiatria descrittiva importata nei primi anni 1980 dagli Stati Uniti col DSM-III, la aziendalizzazione della Sanitŕ, e cosě via.
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Galli, Pier Francesco. "Psicoterapia e psicoanalisi tra tecnica e ideologia. Appunti per una storia." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 21 (April 2011): 107–42. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-021007.

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Abstract:
Pier Francesco Galli descrive alcuni sviluppi della psicoterapia, della psicoanalisi e della psichiatria in Italia nei primi anni 1960, in particolare riguardo al progetto culturale del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia da lui fondato (che nel 1978 prenderŕ il nome di Psicoterapia e Scienze Umane). Vengono discussi, tra gli altri, i seguenti temi: l"inserimento di nuove tecnologie e discipline (come la psicologia e la sociologia) nella cultura italiana del dopoguerra, il ruolo degli intellettuali, la formazione alle professioni di aiuto e la diffusione della psicoanalisi, il lavoro di équipe nei servizi psichiatrici, il ruolo delle case editrici, i corsi di aggiornamento organizzati a partire dal 1962, la cultura della psichiatria descrittiva importata nei primi anni 1980 dagli Stati Uniti col DSM-III, la trasmissione della cultura psicoanalitica spesso come veritŕ di fede in cui si č confuso il concetto di "tecnica standard" con il metodo e l"essenza stessa della psicoanalisi, i criteri di fondazione del metodo psicoanalitico, il problema della identitŕ terapeutica, e cosě via.
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Galli, Pier Francesco. "Tracce." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2011): 523–50. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004010.

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Abstract:
In questa rubrica compare la pubblicazione di materiali, editi o inediti, che tentano di ricostruire una specie di storia della psicologia, della psichiatria e della psicoterapia, a volte con la forza emozionale dell'aneddotica sottratta alle storiografie accademiche. La rubrica si sviluppa lungo tre filoni: uno č quello dell'analisi delle varie stereotipie psicoanalitiche nelle loro declinazioni e del modo con cui č stata trasmessa la teoria della tecnica; il secondo č la ricostruzione di pezzi della storia italiana del settore, nell'ottica che č sempre stata del gruppo di Psicoterapia e Scienze Umane; il terzo filone č costituito dalla ristampa di articoli "d'epoca" rilevanti per il dibattito attuale. Al sito Internet www.psicoterapiaescienzeumane.it/tracce.htm vi č l'elenco di tutti i documenti pubblicati nella rubrica.
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Misztal, Henryk. "Elementy prawnokanoniczne "świętości kanonizowanej" w świetle najnowszej jurysprudencji Kongregacji Spraw Kanonicznych." Prawo Kanoniczne 39, no. 3-4 (December 10, 1996): 171–97. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1996.39.3-4.06.

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Abstract:
La teologia prepara di solito il concetto della santità; il diritto canonico invece adatta questo concetto alle esigenze della procedura di beatificazione e canonizzazione. Le misure della „santita canonizzata” elaborate da secoli e inserite alla prattica della Congregazione delle Cause dei Santi, sono sempre le stesse: il martirio, le virtù eroiche e il miracolo. L’articolo tratta dell’evolizione dei concetti sopramenzionati durante i secoli e particolarmente tratta dell’aggiornamento della dottrina di Benedetto XIV alle esigenze dei tempi moderni con il contributo delle scienze: storia, medicina, psichologia e psichiatria. Oltre questo l’autore del l’articolo vuole mostrare come secondo la dottrina del Concilio Vaticano II la „santità canonizzata” diventa più vicine e accesibile a tutti i fedeli.
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Bombardieri, Chiara, Elisabetta Farioli, and Gaddomaria Grassi. "Perché parlare oggi di psichiatria e della sua storia. Verso il Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (August 2013): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2013-002007.

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Bonfiglio, Basilio. "Ricostruzione della storia del paziente. Supervisione psicoanalitica in psichiatria." PSICOBIETTIVO, no. 3 (October 2009): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/psob2008-003007.

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Abstract:
- It is taken into account one of the functions of the psychoanalytic group clinical thinking within Mental Health Services: the collection-reconstruction of the patient's history. This work, especially in rehabilitation centres where the patient stays for long term periods, allows to relocate the problems and tensions arising from dealing with the patient within a context which grants their comprehension on a deep emotional and thinking level. From that stems an ongoing redefinition of the patient's image and his/her better individualization in the mind of those who look after them. This in turn fosters a consolidation of their own identity as Mental Health professionals. A transcript of two supervision meetings with the staff of a exemplifies some aspects of this work.Key Words: Supervision, Patient's History, Psychosis, Identity, Projective Identification, Rehabilitation, Residential Therapeutic Centre.Parole chiave: supervisione, storia del paziente, psicosi, identitŕ, identificazione proiettiva, riabilitazione, strutture intermedie.
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De Girolamo, Giovanni, Valentina Candini, Laura Iozzino, and Cristina Zarbo. "Ricerca in salute mentale: un decennio di progetti all'IRCSS Fatebenefratelli." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002006.

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Abstract:
In Italia il sistema degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) rappresenta, da decenni, il pilastro fondamentale della ricerca condotta all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia è l'unico in Italia ad avere come area ufficiale di riconoscimento la psichiatria. L'obiettivo di questo capitolo è di descrivere e discutere le attività di ricerca condotte dall'Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa (UOPEV) dell'IRCCS Fatebenefratelli in oltre un decennio (2009-2020). Tali attività di ricerca si collocano all'interno di tre grandi aree: la ricerca epidemiologica, la ricerca clinica e la health services research. I progetti relativi alla ricerca epidemiologica presentati riguardano lo studio della prevalenza dei disturbi mentali e da uso di sostanze nella popolazione generale (WMHSI), le caratteristiche dei pazienti trattati nelle strutture residenziali (PERDOVE), i fattori prognostici di esito di pazienti anziani ospedalizzati (PERDOVE-anziani), la prevalenza e l'incidenza dei disturbi depressivi in persone affette da diabete di tipo 2 (INTERPRET-DD), le caratteristiche socio-demografiche, cliniche ed assistenziali di pazienti con una storia grave di violenza (VIORMED ed EU-VIORMED), e l'impiego di dispositivi di telemedicina per la gestione dei pazienti con depressione, sclerosi multipla o epilessia (RADAR-CNS). Tra i progetti di ricerca clinica verranno discussi in particolare un trial sull'impiego della ossitocina intranasale per il trattamento di pazienti con diagnosi di schizofrenia (OXIS), la psicoeducazione per pazienti con disturbo bipolare, e il progetto DIAPASON. Infine, nell'ambito del macro-settore di ricerca dei servizi di salute mentale sarà presentato il progetto MILESTONE. Tale excursus consentirà di intrecciare e discutere criticamente lo stato della pratica clinica e della ricerca in psichiatria, e consentirà di formulare delle proposte su aree di ricerca innovative nel prossimo decennio.
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Di Cesare, Gianluigi. "Individuazione e cura di Sé: il rifiuto del potere." STUDI JUNGHIANI, no. 33 (September 2011): 99–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun2011-033008.

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Abstract:
Che la storia della psichiatria sia da sempre indissolubilmente legata con il potere č cosa sufficientemente nota da non richiedere, almeno apparentemente, ulteriori indagini. Che perň questo legame sia il piů delle volte ridotto esclusivamente al problema dell'esercizio di una violenza, tralasciando sullo sfondo tutte le dinamiche di potere effettivamente all'opera, č forse meno noto o, piů opportunamente, sufficientemente rimosso. Questo problema č ancora piů vero se l'indagine non si limita alla psichiatria in senso stretto, ma si estende alla psicoanalisi o alle varie psicoterapie. La tesi di questo lavoro č che il pensiero di Jung si distacchi da tutti gli altri e acquisti una sua assoluta specificitŕ che ne costituisce al contempo il valore inestimabile e un fortissimo limite dal punto di vista dell'operativitŕ e della trasmissibilitŕ, proprio perché abdica, fin dall'inizio, a ogni esercizio di potere, offrendosi invece come una continua ricerca esperenziale. Proprio per questo motivo il pensiero e l'opera di Jung si inscriveranno all'interno di un percorso che potremmo definire di "cura di sé" in opposizione a quei percorsi che, privilegiando gli aspetti esplicativi e interpretativi si inscrivono piuttosto all'interno di una "conoscenza di sé".
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Vezzani, Gabriele. "Tracce: Medicina di base e gruppi Balint dagli anni 1970 a oggi / Alcune note sul rapporto medicina generale/psicoterapia (1991)." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2012): 241–48. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-002005.

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Abstract:
Vengono fatte alcune considerazioni sul rapporto tra medicina generale e psicoterapia, sottolineando anche la importanza della formazione dei medici di base tramite il metodo dei gruppi Balint. Questo scritto č una sintesi dell'intervento tenuto al convegno "Psichiatria e medicina di base" (Reggio Emilia, 25 gennaio 1991) Qui č preceduto da una dettagliata nota introduttiva dell'Autore in cui viene ripercorsa la storia del rinnovamento nell'assistenza sociosanitaria, e dell'attenzione allora prestata dalle amministrazioni pubbliche verso la formazione dei medici di base, a Reggio Emilia negli anni 1970-80. Questo rinnovamento, che investiva anche altri settori (welfare, igiene ambientale, psichiatria, medicina del lavoro, ospedali, scuola, ecc.), piů tardi subě un arresto, le cui cause vengono qui brevemente discusse.
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Cerro, Giovanni. "Una umanità più squisita e migliore”. Gli eugenisti italiani e il First International Eugenics Congress (Londra, 1912)." Asclepio 74, no. 2 (December 2, 2022): p613. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2022.26.

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Abstract:
[it] L’articolo indaga la partecipazione degli studiosi italiani al First International Eugenics Congress, tenutosi a Londra, sotto la presidenza di Leonard Darwin (24-30 luglio 1912). L’analisi delle relazioni presentate dagli eugenisti italiani rivela le caratteristiche principali del movimento eugenico nazionale: un’impostazione interdisciplinare, che coinvolge antropologia, psichiatria, sociologia, demografia, economia e politica; il ruolo preminente riconosciuto alle condizioni sociali e ambientali; l’enfasi posta sulle riforme educative e igieniche. Allo stesso tempo, tuttavia, l’articolo mostra come alcuni importanti eugenisti italiani fossero in linea di principio favorevoli all’adozione di misure repressive, tra cui la sterilizzazione degli inadatti; la rifiutavano unicamente per ragioni pratiche, dal momento che era difficile sterilizzare interi gruppi umani e vincere la resistenza della popolazione e della Chiesa cattolica. Questo aspetto consente di sottolineare i limiti del concetto di eugenica latina applicato al caso italiano. Inoltre, l’articolo sostiene che il congresso ha costituito una svolta nella storia dell’eugenica italiana, fornendo una cornice istituzionale al movimento, incoraggiando la discussione di questioni relative al miglioramento umano nel dibattito scientifico e politico e segnando il passaggio da un’eugenica qualitativa a un’eugenica quantitativa.
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De Cristofaro, Ernesto. "La sovranità nei corsi di Foucault al Collège de France." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 313–40. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19256.

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Abstract:
Tra i temi di carattere giuridico e politico quello della sovranità è il più presente nei corsi che Michel Foucault ha tenuto presso il Collège de France dal 1970 al 1984. L’insegnamento presso questa istituzione – intitolato, nel suo caso, Storia dei sistemi di pensiero - obbedisce a regole particolari. Una tra queste è l’obbligo gravante sui docenti a non riproporre, di anno in anno, lo stesso corso di lezioni svolte in precedenza, ma di cambiare argomento. Al netto di questa clausola, negli anni che vanno dal 1973 al 1979, Foucault si occupa ripetutamente e intensamente di questioni che hanno una connessione molto esplicita e diretta con la dimensione del potere. Alcuni dei corsi tenuti costituiscono la base di opere che egli pubblica in questo periodo come Sorvegliare e punire o La volontà di sapere. È, certamente, all’interno dei corsi che si viene profilando l’idea del potere che attraversa la sua ricerca in questa fase temporale ed è grazie a questo laboratorio trasparente del suo lavoro che è possibile seguire l’analisi e la rielaborazione che egli svolge sull’argomento “sovranità”. Sebbene questo termine non sia mai espressamente presente nei titoli delle annualità didattiche, molte delle lezioni che impegnano l’insegnamento affidato a Foucault convergono su questa categoria. Foucault riceve dalla teoria giuridica e dalla politologia una parola alla quale si attribuisce pacificamente un preciso significato. Il titolare del potere sovrano è rappresentato, da una lunghissima e importante tradizione, come colui attorno al quale ruota il funzionamento dello Stato. Il sovrano è posto “in alto” e “al centro” della mappa del potere come il punto a partire dal quale e verso il quale si muovono tutti gli ingranaggi essenziali che fanno funzionare la macchina statuale. Inoltre, il sovrano è colui che esercita il proprio potere attraverso l’uso di una forza eminente, idonea a far rispettare le leggi, mantenere l’ordine e inibire qualunque ipotesi di sedizione. Foucault intende, viceversa, mettere in discussione questa lettura. L’itinerario che egli segue punta verso una fenomenologia dei rapporti di potere colti nella loro multiformità e disseminazione. Si tratta di osservare il potere rinunciando alla prospettiva della verticalità, come se esso fosse collocato presso una sola sede, alla prospettiva della patrimonialità, come se esso fosse posseduto esclusivamente da qualcuno e, infine, alla prospettiva della repressione, come se l’unica lingua che esso sapesse parlare fosse quella dell’intimidazione, della sanzione e delle armi. Per rileggere il potere bisogna, al contrario, studiarne il funzionamento presso apparati parziali della società, distribuiti trasversalmente e in grado di implementare una tecnologia che non si fonda sull’interdizione ma, al contrario, sulla sollecitazione della disciplina. Lungo il suo itinerario Foucault incontra lo sviluppo storico della penalità, nel cui perimetro viene sviluppandosi un potere fortemente individualizzante, capace di perseguire un incasellamento degli individui che si serve di molteplici tecniche di osservazione e descrizione operanti a vari livelli della struttura sociale; la storia della psichiatria, grazie alla quale la distinzione normale/anormale, e le conseguenti misure di monitoraggio e controllo della condotta deviante, hanno potuto avvalersi dell’uso di parametri “scientifici” e, pertanto, più cogenti; infine, la biopolitica, che ha ricollocato il tema della sottoposizione dei corpi a regole e vincoli, in vista della massimizzazione delle loro prestazioni, dalla scala degli individui a quella delle popolazioni, lasciando apparire dietro la figura tralatizia del sovrano che esprime la propria egemonia decidendo chi possa vivere e chi debba morire, l’immagine assai più concreta del potere anonimo delle regole di alimentazione, igiene e profilassi che stabiliscono come un’intera collettività debba essere curata e protetta.
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MALACRIDA, LORENZO MARRI. "FRANCESCA VANNOZZI (a cura di), La storia della psichiatria e degli ospedali psichiatrici in Toscana nell'Ottocento, Siena, Tipografia della Provincia, 1990, 243 pp., ed. fuori commercio." Nuncius 6, no. 1 (1991): 285–86. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x00533.

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Paolella, Francesco. "Un esperimento di profilassi sociale. La colonia-scuola "Antonio Marro" di Reggio Emilia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 23–34. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003003.

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Abstract:
Il saggio riprende la storia delle origini e della affermazione della colonia-scuola "Antonio Marro", nata nel 1921 nell'ambito dell'ospedale psichiatrico "San Lazzaro" di Reggio Emilia. La colonia ricoverava bambini che presentavano anormalitŕ del carattere e della intelligenza; l'ammissione era strettamente vincolata al criterio dell'emendabilitŕ. Ogni alunno ammesso veniva esaminato perché si formulasse una doppia diagnosi, neuro-psichiatrica e pedagogica. Il fine principale della istituzione era quello di permettere a deficienti ed anormali di acquisire capacitŕ spendibili nel mondo del lavoro (solo mestieri manuali).
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LAQUIDARA, LANMARCO. "PATRIZIA GUARNIERI, La storia della psichiatria. Un secolo di studi in Italia, Firenze, Leo S. Olschki ed., 1991, 53 + 102 pp." Nuncius 7, no. 1 (1992): 314–15. http://dx.doi.org/10.1163/182539192x00677.

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Dazzan, Paola, Dinesh Bhugra, Mauro G. Carta, and Bernardo Carpiniello. "Decision making process for compulsory admission: study on a group of psychiatrists from Sardinia (Italy)." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 1 (March 2001): 37–45. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008526.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Valutare il processo decisionale che conduce al Trattamento Sanitario Obbligatorio. Setting – Un gruppo di psichiatri (n=81) della provincia di Cagliari (Sardegna, Italia). Principali misure utilizzate – Le attitudini verso il processo decisionale per il Trattamento Sanitario Obbligatorio sono state valutate attraverso tre ipotetici casi clinici che descrivevano: 1) un uomo con un quadro clinico di depressione e sintomi psicotici; 2) una giovane donna ad un possibile primo episodio psicotico; e 3) un uomo con una storia di abuso di sostanze e disturbo bipolare. Ciascun caso era seguito da un elenco di 11 fattori, ritenuti in letteratura come i più importanti nel processo decisionale per il ricovero obbligatorio (status psichico attuale, diagnosi, severità della malattia, pericolosità, utilità di un'eventuale terapia farmacologica, storia psichiatrica, età, sesso del paziente, possesso di un'abitazione, supporto sociale, occupazione). Per ciascun caso è stato chiesto agli psichiatri: a) se avrebbero sottoposto o meno il soggetto a Trattamento Sanitario Obbligatorio; e b) di elencare gli 11 fattori in ordine di importanza nella decisione di ricoverare obbligatoriamente. Risultati – 57 psichiatri (26 uomini e 31 donne) hanno completato il questionario. I fattori ritenuti importanti nella decisione di ricoverare obbligatoriamente sono stati: status psichico, diagnosi, severità della malattia e utilità di un'eventuale terapia farmacologica. La pericolositá per sé o per gli altri è stata ritenuta il fattore più importante dal 23% del campione. Conclusioni – In tre situazioni cliniche ipotetiche esiste un buon accordo sui fattori ritenuti importanti nella decisione di ricoverare obbligatoriamente, con ampia soggettività nell'applicazione di tali fattori. Questi fattori corrispondono ai criteri raccomandati dalla legge italiana. Il criterio della pericolosità per sé o per gli altri ha un ruolo importante nella decisione e viene occasionalmente considerato più importante dello stato psichico del paziente.
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Weiner, Dora B. "Reviews : Patrizia Guarnieri, La storia della psichiatria. Un secolo di studi in Italia, Florence, Leo S. Olschki Editore, 1991; 157 pp.; L. 30.000." European History Quarterly 23, no. 2 (April 1993): 308–10. http://dx.doi.org/10.1177/026569149302300227.

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Pazzagli, Adolfo. "Depressione e mania: solo due "fasi" di una malattia o anche due modi di manifestare sofferenze traumatiche?" PSICOANALISI, no. 1 (September 2010): 69–81. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001004.

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Abstract:
Il presente contributo ha lo scopo di presentare un caso di depressione grave nel quale la terapia psicoanalitica, accompagnata all'inizio da un trattamento con farmaci antidepressivi, ha portato a un percorso di indagine, ri-scoperta e conoscenza di ragioni lontane e riattivate nel transfert che erano soggiacenti non solo alla grave depressione e ad alcuni tratti della personalitŕ ma anche, specificatamente, ad alcuni dei sintomi, il cui significato, che ha acquisito valore comunicativo col procedere del processo, č stato possibile elaborare e, se pur parzialmente, superare. Il caso si presta poi ad alcune considerazioni generali sulle difficoltŕ, in un setting quale quello psicoanalitico, di separare nettamente gli episodi depressivi da aspetti del carattere, i periodi di normalitŕ da quelli dominati dal disturbo, cosa piů facile in un setting psichiatrico, nel quale lo psichiatra focalizza la sua attenzione e la sua indagine su alcuni sintomi e alcune loro caratteristiche che sono giŕ presenti nella sua mente. Nel contempo, tuttavia, č possibile constatare la maggior possibilitŕ di contattare, attraverso la psicoanalisi, la depressione come risultato di una storia di vita e non come un puro episodio, che sovente č superato solo attraverso un viraggio maniacale non solo del paziente ma anche dello psichiatra curante.
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Porteri, Corinna. "Bioetica clinica – Considerazioni bioetiche su un caso clinico: P. P. di anni 35." Medicina e Morale 48, no. 6 (December 31, 1999): 1107–19. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.791.

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Abstract:
Si propone l’analisi etica di un caso clinico di ambito psichiatrico, giunto all’attenzione del Comitato etico delle Istituzioni Ospedaliere Cattoliche di Brescia. Per una proposta di soluzione a questa storia clinica, insieme al riferimento alla documentazione internazionale relativa ai diritti dell’uomo in generale e ai diritti del malato di mente in particolare, l’Autore indica la necessità di assumerne la prospettiva etica secondo cui il bene della persona più debole, il benessere di questo malato, è “bene per me”. L’analisi del caso proposto evidenzia in particolare il dovere della medicina di accostarsi alla persona malata nella sua interezza, attraverso l’attenta considerazione della sua storia e degli aspetti fisico, mentale e sociale che la costituiscono. Il caso pone inoltre la questione di una specifica discussione bioetica del disturbo mentale, tema che non sempre entra nelle trattazioni classiche della bioetica.
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Basso, Elisabetta, and Alessio Petrizzo. "Archivi e storie della psichiatria." PASSATO E PRESENTE, no. 103 (January 2018): 161–89. http://dx.doi.org/10.3280/pass2018-103009.

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Fazzini, Ilaria. "Una pluralità di sguardi sulla follia. Storia delle internate cremonesi nella seconda metà dell'ottocento." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (September 2020): 114–32. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002006.

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Abstract:
La storia delle donne internate in manicomio, della loro vita dentro e fuori gli istituti psichiatrici, è divenuta negli ultimi decenni oggetto di grande interesse e studio. La presente ricerca, condotta a partire dallo studio e dall'analisi delle cartelle cliniche e dei fascicoli personali delle donne internate nel Manicomio di Cremona dal 1868 al 1904, ha lo scopo di indagare l'internamento della follia femminile nella seconda metà dell'Ottocento e di farne emergere le caratteristiche e le peculiarità. Le cartelle cliniche delle pazienti cremonesi si sono rivelate una fonte utile e preziosa che ha fatto emergere chiaramente come l'internamento delle donne in manicomio fosse un processo "corale". Al suo interno infatti si intrecciava una pluralità di voci e di "sguardi" che "costruivano" e definivano la follia femminile: dallo "sguardo" dei familiari e dei rappresentanti delle istituzioni religiose e politiche coinvolti nelle procedure di ammissione, alla "voce" inascoltata delle internate portatrici di una propria soggettività, fino alle diagnosi e alle cure degli alienisti. L'autrice analizza e indaga questi soggetti, mostrandone il ruolo nelle diverse fasi del processo di internamento e rintracciando i differenti riferimenti culturali e i diversi linguaggi da loro utilizzati per individuare, comprendere, descrivere e, nel caso delle internate, manifestare e narrare la follia.
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Amaddeo, Francesco, Paola Bonizzato, Franco Rossi, Jennifer Beecham, Martin Knapp, and Michele Tansella. "Evaluating costs of mental illness in Italy. The development of a methodology and possible applications." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 4, no. 2 (August 1995): 145–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003833.

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Abstract:
RiassuntoScopo - Il presente lavoro, oltre a fare il punto sui più recenti sviluppi della valutazione economica degli interventi effettuati nel settore della salute mentale, propone una metodologia per la valutazione dei costi, applicable nella situazione assistenziale italiana, messa a punto tenendo conto degli sviluppi suddetti. Metodo e risultati - I presupposti per realizzare questo tipo di valutazione sono l'identificazione dei servizi sanitari e sociali offerti ai pazienti con disturbi psichici, la raccolta di dati sull'utilizzazione dei servizi sanitari (costi diretti) e sull'uso di altri servizi e risorse all'interno del sistema socio-economico (costi indiretti) e l'assegnazione di un valore monetario a tali costi. È stato quindi realizzato un elenco dettagliato degli interventi effettuati e delle attività svolte nei Servizi Psichiatrici Territoriali italiani, con particolare riferimento al Servizio di Verona-Sud. Di ciascuno/a di essi è stato stimato il costo (Lista dei Costi Unitari o LICU). Si è tenuto conto, inoltre, degli altri servizi socio-sanitari, pubblici e privati, disponibili sul territorio, degli interventi delle Forze dell'ordine, delle associazioni di volontariato e dei gruppi di self-help. In questo articolo vengono descritte, in dettaglio, le procedure che hanno portato alia quantificazione dei costi per tre di queste attività (le degenze in SPDC, le visite ambulatoriali ed i gruppi socio-riabilitativi). È stata inoltre sviluppata un'intervista (ICAP) per raccogliere i dati sull'utilizzazione dei servizi e sulle condizioni socio-economiche degli utenti. Per verificarne l'applicabilità, le eventuali difficoltà di comprensione e la durata di somministrazione, l'ICAP è stata testata in cinque pazienti. Conclusioni - Uno sviluppo particolarmente interessante ci sembra quello di utilizzare su vasta scala PICAP e la LICU, allo scopo di realizzare studi epidemiologically-based e poter predire ed analizzare i costi in relazione a variabili socio-demografiche, alia diagnosi, alia storia psichiatrica precedente ecc. È necessario sottolineare l'importanza, per le politiche e la pratica sanitaria, di un'analisi combinata di costi, bisogni ed esito (outcome). Una ricerca di questo tipo è attualmente in corso a Verona-Sud.
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Masi, Maurizio. "Albino, la scrittura, la nevrosi. Ipotesi in margine all’eziologia nevrotica in Memoriale di Paolo Volponi." Quaderni d'italianistica 40, no. 1 (May 4, 2020): 99–116. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i1.34154.

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Abstract:
Il seguente articolo intende valutare più approfonditamente alcune ipotesi sull’eziologia della nevrosi in Memoriale di Paolo Volponi, partendo proprio dall’originaria definizione di questa fornitaci da Freud. Spesso l’interpretazione del testo è rimasta troppo confinata ad un’esclusiva lettura in chiave di “romanzo familiare”, usando una dicitura strettamente analitica del contesto di riferimento, presentato quale unico fattore da cui scaturirebbe il disturbo nevrotico, ben più complesso e subdolo del previsto o di quanto, superficialmente, emerge dal vissuto di Albino, protagonista in primis ed io narrante della storia ed autore del memoriale. L’articolo, dopo una prima attenta e circostanziata descrizione della realtà interiore del nostro, delle sue attitudini ed aspettative, delle sue incertezze e, soprattutto, dei suoi “mali” fisici e morali che tornano quasi come un refrain nelle pagine e nelle note autobiografiche del romanzo, indaga il nesso molto stretto tra nevrosi, sindrome paranoide ed infezione tubercolotica, sulla base di quanto afferma in maniera profonda e precisa lo psichiatra francese Henri Baruk. La tesi si avvale, inoltre, di una confessione importante ad opera del protagonista che chiarisce bene le scaturigini della sua malattia fisica. Egli afferma, infatti, che la mancanza di una resistenza, di un pensiero “forte” fondato su progetti concreti e meno utopici ed astratti, aveva permesso alla tubercolosi d’insinuarsi inconsciamente e lentamente sotto la sua pelle.
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Roccatagliata, Giuseppe. "Book Reviews : Emilio Maura and Paolo Francesco Peloso. Lo Splendore della Ragione. Storia della Psichiatria Ligure negli Anni del Positivismo (The Splendour of Reason. A History of Liguria's Psychiatry in the Era of Positivism). Genoa: La Clessidra, 1999. Pp. 704. 80, 000 lire (Pbk)." History of Psychiatry 12, no. 47 (August 2001): 385–86. http://dx.doi.org/10.1177/0957154x0101204710.

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Molinari, Augusta. "Emigrazione e follia nel primo Novecento. Una storia poco nota dell'emigrazione transoceanica italiana." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 47–65. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003005.

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Abstract:
L'autore presenta una ricerca sul rapporto tra emigrazione e follia nel contesto delle migrazioni transoceaniche italiane di massa e documenta il ruolo delle pratiche di selezione psico-fisica nei paesi di destinazione nel trasformare l'emigrante in un malato mentale. La ricerca č stata focalizzata su alcuni manicomi del Sud d'Italia (Nocera Inferiore, Catanzaro) attraverso l'analisi di contributi su riviste di psichiatria dell'epoca, periodici di emigrazione, fonti di storia sociosanitaria.
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Bombardieri, Chiara, Gaddomaria Grassi, and Francesco Paolella. "L'OPG di Reggio Emilia 1896-2015 Storia di un'istituzione." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no. 3 (December 2022): 159–80. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003009.

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Abstract:
Gli autori ricostruiscono la storia dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia, una delle prime istituzioni italiane dedicate ai prosciolti. Vengono analizzati in particolare il rapporto con la città e con l'ospedale psichiatrico San Lazzaro, le vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, le rivolte, gli scandali e le contestazioni dal dopoguerra alla chiusura.
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Nuzzaci, Valentina. "Il gruppo di lavoro e la comunicazione della diagnosi. Riflessioni a partire dalla lettura del libro: "La diagnosi genetica: un dialogo per la cura. Storie cliniche negli Alberi della vita"." GRUPPI, no. 2 (October 2021): 194–200. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12591.

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Abstract:
L'équipe può funzionare come un gruppo clinico "fondativo", dentro cui circolano idee, valutazioni e riflessioni, per poter giungere alla formulazione di un pensiero condiviso, metabolizzato e comprensibile anche dal paziente. La diagnosi è una costruzione e un dialogo, che deve includere tutte le parti e proseguire seguendo gli sviluppi dell'altro. Nel Test dell'Albero c'è la persona del paziente, le sue radici e i suoi frutti, nei percorsi della genia sindromica. Questi disegni sono una delle parti del modello di Consulenza Genetica Integrata (CGI) ideato dell'équipe multidisciplinare formata da neurologi, biologi, genetisti, che operano con psichiatri e psicologi, presso il Servizio di diagnosi e cura dell'IRCCS "Carlo Besta" di Milano. L'esperienza del modello della CGI è un esemplare modello di lavoro, espressione della potenza del gruppo di lavoro generato dall'équipe e dei gruppi che abitano il paziente e la stanza dei clinici. Lo strumento del gruppo di consultazione svolge la funzione di contenitore dinamico plurale vivente delle angosce di impotenza e di inutilità che le malattie genetiche suscitano nei curanti, che non possiedono cure efficaci. Il lavoro messo a punto da quest'équipe mostra come l'approccio gruppale consenta di evitare il burn out degli specialisti, ma anche di lavorare con maggior profondità, spessore scientifico e umano.
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Alvano, Sebastian A. "Trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia. Sono efficaci le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi? Fondamenti storici e neurobiologici. Risultati clinici." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (May 2012): 47–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001004.

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Abstract:
L'autore procede ad una revisione bibliografica sul tema del trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia utilizzando PUBMED e riviste specializzate in farmacologia, psicofarmacologia e psichiatria. Tuttora determinate scuole di salute mentale sostengono che le cause dei disturbi mentali derivano da alterazioni genetiche e biologiche, oppure da conflitti socioculturali, senza considerare la coniugazione tra variabili genetico-biologiche e socioculturali. Queste prese di posizione radicali generano orientamenti estremi - o tutto č biologia e prescrizione farmacologica, o tutto č contesto ed interpretazione - e ostacolano approcci transdisciplinari. Per di piů, su un altro versante, le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi hanno una storia di descrizione di casi, e pochi studi basati sulle evidenze, o di confronto tra procedimenti terapeutici. Nondimeno, diversi autori hanno tentato nel corso degli anni di articolare dimensione biologica e approccio socioculturale, senza invalidare nessuno dei due approcci. Oggigiorno, la comprensione del ruolo giocato dai fattori etiopatogenetici e neurobiologici nei disturbi psichiatrici, evidenzia l'interazione gene-contesto e attutisce le antiche dicotomie teoriche. Le scoperte nel campo delle neuroscienze evidenziano i meccanismi d'azione dei processi terapeutici. Gli studi basati sulle evidenze sottolineano la necessitŕ di utilizzare percorsi di cura integrati combinando psicoterapie e cure psicofarmacologiche, in particolare nei quadri dei disturbi depressivi e d'ansia. Finora, la maggioranza degli studi sono stati realizzati con terapie cognitivo-comportamentali (CBT) e terapie interpersonali, tuttavia esiste ormai un numero crescente di lavori basati sulla psicoterapia psicodinamica e sulla psicoanalisi.
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Aragona, Massimiliano. "Endogeno, psicogeno e organico: analisi storica e filosofica di una distinzione classica della psichiatria continentale." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (August 2009): 343–64. http://dx.doi.org/10.3280/pu2009-003004.

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Abstract:
- The classical psychopathological distinction of endogenous, organic and psychogenic conditions is historically considered. In a first phase it was difficult to deal with the fundamental problem of causality. The following "ontological" phase (Tellenbach) tried to solve previous problems by means of a "positive" definition of the Endon, based on Heidegger's ideas on human existence being thrown into the world (Geworfenheit). Being non-testable, it was not followed by scientific psychiatry. Finally, the phenomenal approach tried to overcome previous limits by means of a purely descriptive approach, based on the formal description of psychopathological phenomena disclosed in any of the three conditions considered. Nevertheless, it did not succeed completely because it reintroduced a less evident but still significant form of causality. On the basis of this analysis, the main elements that new ideas on this subject should consider are discussed.KEY WORDS: psychopathology, phenomenology, philosophy, epistemology, history of psychiatry
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Rezzonico, Raffaele, Ivano De Simone, Wauder Garramboneº, Viola Ghidelli, Monica Luraschi, Annalisa Radice, and Germana Mosconi. "Riflettere nella tempesta: la relazione tra arte, benessere e innovazione in un'esperienza di teatro sociale nell'ambito della salute mentale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 89–103. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002007.

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Abstract:
L'articolo presenta una ricerca che esplora il nesso tra arte, benessere e innovazione a partire da un'esperienza di teatro sociale nell'ambito della salute mentale, prendendo a riferimento il progetto Apprendisti Teatrali/INGIOCO, sviluppatosi dalla collaborazione tra il Centro Diurno di Riabilitazione Psichiatrica/Centro Psicosociale di Garbagnate Milanese - ASST Rhodense e l'Associazione culturale Mirmica. La ricerca mira a far emergere e articolare i fattori che nella storia decennale del progetto, e in particolare modo nella fase pandemica, hanno favorito oppure ostacolato la realizzazione di una agentività distribuita e di dinamiche co-evolutive che hanno a loro volta supportato processi di innovazione e adattamento personale, istituzionale e comunitario. Le possibilità di cambiamento e resilienza offerte dall'arte performativa in ambito psicosociale sembrano potersi attuare con più forza entro un progetto condiviso che si orienti al benessere territoriale e sappia mantenere viva la capacità di riformulare, a tutti i livelli, le prassi riguardanti i flussi di conoscenza, la presa di decisione e l'attribuzione di significati.
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Martini, Paolo, and Franco Domenici. "Assistenza psichiatrica e monitoraggio dei servizi. Il Registro dei casi di Arezzo 1987–1990." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 1, no. 1 (April 1992): 29–43. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006527.

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Abstract:
RiassuntoSono descritte, con la stessa metodologia impiegata in altre 4 aree italiane, sedi di registri psichiatrici dei casi (RPC), le caratteristiche della catchment-area, del RPC, della struttura e dei principi del Servizio di Salute Mentale di Arezzo. II monitoraggio della domanda su 4 anni evidenzia che i tassi di prevalenza annua (1537/100000 15 + ) e un giorno (714/100000 15 + ), specie per le psicosi funzionali, hanno valori vicini ai RCP europei. Con la incidenza (256/100000 15 + ), i tassi indicano un coverage e una presa in carico dei principali bisogni psicopatologici di popolazione di area. II monitoraggio dei servizi offerti evidenzia la chiusura dell'OP nel 1989 con dimissione dei lungodegenti e 1'espansione considerevole delle attivita e degli utenti in molteplici strutture e servizi a differente gradiente assistenziale, residenziali (66/100000 15 + ospitati nel 1990), diurni (205/100000 15 + utenti nel 1990), di inserimento lavorativo, domiciliari, ambulatoriali e ospedalieri, che ruotano intorno a un Centro con équipe in mobilita e aperto 24h/24 e 7 gg./7. II rapporto tra prevalenza annua non ospedaliera e ospedaliera e nel 1990 di 20:1; l'intervento precoce e alternativo consente un tasso medio di ammissioni ospedaliere di 86/100000 15 + con SPDC ma senza reparto e senza nuovi lungodegenti. II tasso di lungoassistiti (541/100000 15 + ) e il pattern di utilizzo dei servizi indicano una risposta continuativa, flessibile e integrata ad utenti per il 90% viventi nel proprio ambiente. II costo del Servizio e pari alia spesa storica dell'OP, rapportato alia popolazione e all'indice di costo ISTAT.Parole chiaveservizi psichiatrici territoriali, registri psichiatrici dei casi, utilizzazione dei servizi.SummaryThe principles, structure, Psychiatric Case Register (PCR) and catchment-area of the Community Mental Health Service (CMHS) of Arezzo are described, using the same methodology employed in 4 other Italian PCRs. The monitoring of the demand over 4 years shows that the mean year prevalence (1537/100000 15 +) and day prevalence (714/100000 15 +) rates, especially for functional psychoses, are statistically close to European PCRs. Together with incidence (256/100000 15 +), those rates indicate full coverage and response to the principal psychopathological needs of the population of the area. The monitoring of the service shows: the closure of the psychiatric hospital in 1989 with the discharging of long-stay patients; the considerable expansion of activities and the number of users in multiple structures and services, offering different degrees of care; i.e. residential (66/100000 15+ users in 1990), day-centres (205/100000 15+ users in 1990), work emplacement, domiciliary care, out and in-patients. Those services revolve around the Centre (open round the clock, 7 days a week) with a mobile crisis intervention team. The ratio between hospitalized and non-hospitalized users is 1:20, for 1990; early and alternative intervention gives an average rate of hospital admissions of 86/100000 15+ in clinical and psychiatric beds but with no psychiatric ward and no new long-stay patients. The rate of long-term patients (541/100000 15 +) and the pattern of use of the services indicate an ongoing, flexible and integrated response to users needs, 90% of whom live in their own home environment. The costs of the CMHS work out equal to the former expenses of the psychiatric hospital, in ratio to inflation and the cost of living.
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Bernardi, Iara, and Maria José Rocha Lima. "Prima infanzia: la nuova agenda governativa." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, September 18, 2020, 155–72. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/prima-infanzia.

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Abstract:
La cura istituzionale per i bambini piccoli, in tutta la storia del mondo, dell’America Latina e del Brasile, ha presentato diverse concezioni sulla loro funzione. La maggior parte di queste istituzioni erano destinate a servire solo i bambini poveri. Tuttavia, è molto recente l’istituzione di una politica nazionale per la prima infanzia, come investimento pedagogico, sociale, nella salute materna e infantile, economica ed educativa, che considera i bambini come soggetti di diritti e cittadini nel processo di sviluppo. Così, questo articolo intende ricostituire la traiettoria della nuova legislazione sulla prima infanzia, che obbliga i manager e i professionisti dell’istruzione, dell’assistenza sociale, della salute, della psicologia, della psichiatria in tutto il paese ad adattare le loro attività alle norme stabilite dalla legge. Detto questo, questo studio si basava su prove scientifiche; argomenti pedagogici e giuridici diffusi in Brasile negli ultimi tre decenni, soprattutto dopo la Costituzione dei cittadini del 1988, che ha promosso l’evoluzione della legislazione della prima infanzia. In cui è stato possibile osservare che solo nel 2006, con la creazione di FUNDEB, sono stati istituiti finanziamenti per l’istruzione della prima infanzia; nel 2016, il quadro giuridico della prima infanzia è stato sanzionato. E nel 2020, per la prima volta nella storia, l’infanzia è stata menzionata e inclusa negli allegati di tredici leggi dei piani plennali delle entità federate brasiliane, che es hanno effetto dal 2021 al 2023.
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"La storia della psichiatria: Un secolo di studi in Italia. Patrizia Guarnieri." Isis 84, no. 4 (December 1993): 820–21. http://dx.doi.org/10.1086/356701.

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Carrasco de Paula, Ignacio, and Maria Addolorata Mangione. "Confronto tra l’ontologia dimensionale di V.E. Frankl e il volume della persona di E. Mounier: una riflessione antropologica e metodologica." Medicina e Morale 54, no. 6 (December 30, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.373.

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Abstract:
Nel centenario della nascita sia dello psichiatra viennese V.E. Frankl, che del filosofo E. Mounier, si è pensato di compiere un confronto tra le proposte antropologiche dei due Autori, che hanno vissuto in maniera parallela gli anni tragici del Novecento, esponendosi entrambi per la fede nei propri ideali e pagando in prima persona, offrendo con la testimonianza della propria vita un grande insegnamento. Entrambi hanno lasciato una traccia importante nella storia del pensiero, pur non essendo dei filosofi nel senso tradizionale: l’uno psichiatra, l’altro filosofo sì, ma al di fuori di accademie. Gli studi antropologici elaborati da entrambi mirano ad approfondire le dimensioni della persona, senza cadere in riduttive descrizioni in senso deterministico, senza operare frammentazioni né divisioni, ma facendo emergere l’integrità della persona umana, attraverso il riconoscimento della sua apertura alla spiritualità e alla trascendenza. Si è messo in luce il ricorso ad una metodologia che ha radici antiche: utilizzare delle metafore di natura geometrica, per esprimere delle similitudini efficaci e, nel nostro caso, adatte ad esprimere l’unità della persona, irriducibile ad una semplice somma di parti. L’auspicio è che la commemorazione di anniversari importanti si accompagni alla ripresa del pensiero di Autori che hanno ancora molto da dire, soprattutto quando l’attualità registra forme pericolose di negazione della dignità umana. ---------- Abstract not available in english language.
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"Giuseppe Roccatagliata. A history of ancient psychiatry (Contributions in Medical Studies, Number 16. Westport, Conn.: Greenwood Press, 1986, 296 pp. Storia della psichiatria antica. Milano: Hoepli, 1973, 353 pp.; Le origini della psicoanalisi nella cultura classica. Roma: Il pensiero scientifico, 1981, 253 pp.; Storia delta psichiatria biologica, Firenze: Nuova Guaraldi, 1981, 343 pp. (Reviewed by George Mora)." Journal of the History of the Behavioral Sciences 27, no. 2 (April 1991): 188–92. http://dx.doi.org/10.1002/1520-6696(199104)27:2<188::aid-jhbs2300270213>3.0.co;2-7.

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Mancuso, Francesco, Diego Aguilar Marucco, Enrico De Vivo, Marina Bellinato, Giuliano Desantis, Alessandro Gramoni, Daniele Pini, Daniela Zeme, and Emanuele Bignamini. "Panico: nosografia di un'entità, clinica di un disturbo." MISSION, no. 48 (October 2017). http://dx.doi.org/10.3280/mis48-2016oa4726.

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Abstract:
Il disturbo di panico non &egrave; sempre stato riconosciuto come condizione esclusivamente psichiatrica. La ricerca in ambito clinico si &egrave; sviluppata sia in ambito medico che psicologico fino al 1980, quando lo sviluppo dei criteri diagnostici e statistici del DSM -III ha identificato il concetto generale di disturbo di panico. Questo articolo sintetizza brevemente la storia del disturbo fino alla sua attuale formulazione secondo il DSM-5 e fornisce elementi di diagnosi differenziale con gli attacchi di panico, l'agorafobia ed i disturbi da uso di sostanza e dipendenza. Gli autori delineano anche una cornice per comprendere il ruolo della cognizione, delle emozioni e dei sintomi fisici nella patogenesi del disturbo. Sono inoltre riportate le raccomandazioni per un'appropriata farmacoterapia.
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Silva, Agnaldo Plácido da, Eloá Jessica Mendes dos Santos Plácido, and Walber Breno de Souza Moraes. "Miiasi umana: Caso clinico." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, September 10, 2020, 39–46. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/miiase-umana.

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Abstract:
La miiasi è considerata un’infestazione di dermatozoonosi causata dall’infestazione di larve di dipteran nei tessuti o negli organi, che depongono le loro uova negli esseri umani o negli animali, che per un certo periodo si nutrono di tessuti vivi o morti dell’ospite la presenza di miiasi nella cavità orale può essere considerata una cosa rara. Questo tipo di malattia colpisce più spesso persone di basso status socioeconomico, immunocompromato, anziani costretti a letto e con disturbi psichiatrici. Grazie al suo grande potenziale distruttivo, una prevenzione e un trattamento appropriati tempestivi e importanti, c’è anche poca conoscenza del professionista dentale per la diagnosi e il trattamento di tale patologia, Per questo motivo, il presente studio riporta un caso clinico di miiasi orale in una persona anziana costretta a letto con una storia di lesione maligna laringe/glottal neoplasia, presentando debolezza fisica e mentale e inadeguata igiene del corpo e mancanza di tenuta delle labbra che ha portato all’infestazione della lingua. La diagnosi è stata clinicamente stabilita sulla base dell’osservazione del sanguinamento della lingua, del distacco del tessuto e della presenza di larve che erano tra il secondo e il terzo fase dello sviluppo. Il trattamento è stato avviato come ricovero in ospedale del paziente per debridement dei tessuti necrotici e rimozione di larve e prescrizione di ivermectina. I pazienti costretti a letto con debolezza fisica e metallica costituiscono un gruppo di rischio per la miiasi orale, ed è di grande importanza guidare gli operatori sanitari e i familiari in relazione alle cure dentistiche al fine di prevenire questa patologia. Tuttavia, la mancanza di un consenso sul miglior approccio terapeutico per i casi di miiasi orale è stata presa come condotta terapeutica per la malattia la rimozione meccanica delle larve e l’istituzione dell’uso orale dell’ivermectina.
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"Patrizia Guarnieri. La storia della psichiatria. Un secolo di studi in Italia. Firenze: Olschki, 1991. 157 pp.; Francesco De Peri. “II medico e il folle: istituzione psichiatrica, sapere scientifico e pensiero medico fra Otto e Novecento,” in Storia d'Italia, Annali 7: Malattia e Medicina, A cura di Franco Delia Peruta. Torino: Einaudi. 1984, pp. 1057–1140; Germana Agnetti, Angelo Barbaro. Il barone Pisani e la Real Casa del Matti. Palermo: Sellerio. 1987, 205 pp. (Reviewed by George Mora)." Journal of the History of the Behavioral Sciences 30, no. 4 (October 1994): 456–60. http://dx.doi.org/10.1002/1520-6696(199410)30:4<456::aid-jhbs2300300429>3.0.co;2-e.

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Gianelli Castiglione, A., M. Paganelli, A. Braidotti, and F. Ventura. "Riflessioni bioetiche circa il trapianto di mano." Medicina e Morale 54, no. 4 (August 30, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.385.

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Abstract:
Gli Autori intendono con questo lavoro proporre un contributo nell’analisi delle difficili problematiche etiche che derivano dagli allotrapianti di mano. Nell’articolo si descrive brevemente la storia del primo trapiantato e l’iter che ha condotto, nel settembre del 1998, a Lione, a questo tipo d’intervento. Ci si è soffermati altresì sulle complicazioni nate di seguito e che hanno alfine obbligato all’amputazione dell’arto trapiantato, imputandone le cause ad una superficiale valutazione psichiatrica del ricevente. Questo recente tipo d’intervento obbliga a riflettere, a causa della novità e della particolarità dell’organo da trapiantare, sull’opportunità di quei trapianti cosiddetti “non-salvavita” in base ai rischi conosciuti cui conduce una terapia imunosoppressiva a lungo termine. Ciò porta a riconsiderare anche il concetto di salute e i principi di libertà e autodeterminazione. Ci si è altresì interrogati sulle modalità di scelta dei riceventi e sull’approccio più opportuno da tenersi nei loro riguardi soprattutto a livello psicologico prima e dopo l’operazione. Tutte le recenti acquisizioni sono state valutate in rapporto a ciò che la legislazione italiana e la deontologia medica impongono. Si è detto anche dei vizi di un consenso per lo meno scarsamente informato, derivante dalla carenza di dati sperimentali. Nel prosieguo dell’articolo gli Autori hanno evidenziato come possano sollevarsi numerosi interrogativi e remore culturali e inconsce oltre che morali circa l’acquisizione da parte del ricevente di un organo che più di altri appare visibile e intimamente legato alla propria identità e personalità, la qual cosa rende possibile che venga ancor più percepito come estraneo e intollerabile da alcuni. In conclusione gli Autori ritengono che i candidati ideali dovrebbero essere giovani che hanno perduto di recente entrambe le mani, soprattutto se è stata compromessa anche la loro vista, mentre poco ragionevole appare il trapianto di mano in un amputato unilaterale. ---------- The bioethical issues arising from hand transplantation are discussed in this paper. We briefly recall the first case ever performed of hand transplant, in France in the year 1998. Unfortunately a superficial evaluation of the recipient caused the failure of the transplant with the consequent explant of the graft. The peculiarity of hand transplant poses serious doubts on the opportunity of the non life-saving transplant especially for the controversial costs–benefits relationship of such interventions and the lifelong immunodepressant therapy needed. Most important is therefore the clinical and psychological evaluation of the recipients and the correct communication before and after the intervention. We also underline the limits of the “informed” consent due to the lack of scientifical data on the outcome of such transplant, in respect to the Italian legal framework. In addiction we examine the possible psychological difficulties of the patients to adapt to an organ coming from a dead donor due to the high visibility and strong symbolic meaning of the hand. Our conclusion is for a selection of the recipients limited to strongly motivated, psychologically stable and refusing the protesis application patients such as to get a real improvement to their “health” according to WHO definition.
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Aquila, Isabella, Matteo Antonio Sacco, Carmen Scalise, Salvatore Savastano, Irene Iezzi, Miriam Sirianni, Pasquale De Fazio, and Pietrantonio Ricci. "Violent behaviors and Klinefelter syndrome: Two forensic cases from the past to the future / Comportamenti violenti e sindrome di Klinefelter: Due casi forensi dal passato al futuro / Comportamientos violentos y síndrome de Klinefelter: Dos casos forenses del pasado al futuro." Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, September 30, 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.43.

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Abstract:
Klinefelter Syndrome (KS) (XXY) is the most common sex-chromosome aberration among men. The cognitive phenotype includes language learning problems, mental retardation, and psychiatric disorders. Patients can show criminal personality and psychosocial problems. The most common offences reported are sexual abuse, arson, burglary, homicide, drug-related crimes. KS very often goes under-diagnosed. The aim of our study is to verify the hypothesis of correlation between chromosomal abnormalities and criminal behaviors through the analysis of a forensic case of uxoricide/suicide. We report the case of an old man, found dead in his cottage with a gun in the right hand. Judicial inspection demonstrated suicidal single gunshot injuries. Data analysis highlighted a personal story of uxoricide. Autopsy investigation showed the typical KS phenotype. The post-mortem clinical diagnosis was confirmed through the genetic analysis of the karyotype. The retrospective analysis of literature with this case showed a possible correlation between KS and psychiatric traits, with criminal personality and sexual disorders. RiassuntoLa Sindrome di Klinefelter (KS) (XXY) è l'aberrazione cromosomica più comune tra gli uomini. Il fenotipo cognitivo include problemi di apprendimento linguistico, ritardo mentale e disturbi psichiatrici. I pazienti possono mostrare personalità criminale e problemi psicosociali. I reati più comuni riportati sono abusi sessuali, incendio doloso, furto con scasso, omicidio, reati connessi alla droga. KS molto spesso va sotto-diagnosticato. Lo scopo del nostro studio è verificare l'ipotesi di correlazione tra anomalie cromosomiche e comportamenti criminali attraverso l'analisi di un caso forense di uxoricide / suicidio. Riportiamo il caso di un vecchio, trovato morto nella sua casetta con una pistola nella mano destra. Ispezioni giudiziarie hanno dimostrato lesioni suicide con singolo colpo d'arma da fuoco. L'analisi dei dati ha evidenziato una storia personale di uxoricide. L'indagine dell'autopsia ha mostrato il tipico fenotipo KS. La diagnosi clinica post-mortem è stata confermata attraverso l'analisi genetica del cariotipo. L'analisi retrospettiva della letteratura con questo caso ha mostrato una possibile correlazione tra KS e tratti psichiatrici, con personalità criminale e disturbi sessuali. ResumenEl síndrome de Klinefelter (KS) (XXY) es la aberración de cromosomas sexuales más común entre los hombres. El fenotipo cognitivo incluye problemas de aprendizaje del lenguaje, retraso mental y trastornos psiquiátricos. Los pacientes pueden mostrar personalidad criminal y problemas psicosociales. Los delitos más comunes reportados son abuso sexual, incendio premeditado, robo, homicidio, delitos relacionados con drogas. KS muy a menudo va bajo diagnosticado. El objetivo de nuestro estudio es verificar la hipótesis de correlación entre las anomalías cromosómicas y las conductas delictivas mediante el análisis de un caso forense de uxoricida / suicidio. Informamos el caso de un anciano, encontrado muerto en su casa con un arma en la mano derecha. La inspección judicial demostró lesiones suicidas con un solo disparo. El análisis de datos resaltó una historia personal de uxoricidio. La investigación autopsia mostró el fenotipo típico de KS. El diagnóstico clínico post mortem se confirmó mediante el análisis genético del cariotipo. El análisis retrospectivo de la literatura con este caso mostró una posible correlación entre el SK y los rasgos psiquiátricos, con personalidad criminal y trastornos sexuales.
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