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1

Marazzini, Claudio. "Perché e a che scopo si sono scritte le grammatiche italiane. Un confronto con Nebrija." Boletín de la Sociedad Española de Historiografía Lingüística 14 (December 20, 2020): 9–22. https://doi.org/10.5281/zenodo.4457744.

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Abstract:
L'articolo esamina le motivazioni diverse che stanno dietro alle prime grammatiche italiane e spagnole, tra Quattrocento e Cinquecento. La differenza tra le motivazioni che emergono nelle due nazioni è molto evidente. Da una parte, in Spagna, il grammatico Nebrija fa leva su ragioni di ordine politico, e propone la sua grammatica come strumento del potere e come aiuto per chi, suddito di Spagna residente all'estero, dovrà imparare lo spagnolo; dall'altra parte, i grammatici italiani Fortunio e Bembo fanno leva solamente su ragioni di ordine letterario, estetico e poetico. La grammatica italiana e quella spagnola, insomma, nascono con motivazioni e scopi assolutamente differenti.
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2

D. Stanojević, Slađana. "IL VOCALISMO TONICO NELLE GRAMMATICHE STORICHE E STORICO-COMPARATIVE E NEI MANUALI DI STORIA DELL’ITALIANO." PHILOLOGIA MEDIANA 15, no. 1 (2023): 445–56. http://dx.doi.org/10.46630/phm.15.2023.31.

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Abstract:
Il vocalismo tonico può essere considerato uno degli aspetti più importanti della grammatica storica della lingua italiana, considerato che l’approfondita conoscenza dei cambiamenti riguardanti le vocali posizionate nella sillaba accentata può essere indispensabile per comprendere i mutamenti più complessi avvenuti al livello morfosintattico. Pertanto la maggioranza delle grammatiche storiche dedica largo spazio alle particolarità dei percorsi evolutivi delle vocali toniche. L’obiettivo del nostro articolo è di offrire una rassegna di diversi approcci adottati dalle grammatiche storiche e storico-comparative, nonché dai manuali di storia di lingua nei confronti di questo interessante problema. Attraverso un’approfondita analisi delle particolarità riscontrate nelle svariate trattazioni dell’argomento succitato presenti nelle grammatiche e nei manuali diacronici cercheremo di dimostrare come la strutturazione dei materiali all’interno di essi cambia in dipendenza dal pubblico previsto e dagli atteggiamenti scientifici e intenzioni metodologiche dell’autore. Tali considerazioni possono essere utili non soltanto agli insegnanti dedicati all’istruzione di questa materia, ma anche per la stesura delle future grammatiche storiche, facendo luce sugli aspetti di questo importante fenomeno che andrebbero ulteriormente sviluppati e mettendo in rilievo gli approcci didattici più adatti per diversi contesti formativi.
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3

Tekavčić, Pavao. "Alcune riflessioni a proposito di una recentissima grammatica della lingua italiana." Linguistica 29, no. 1 (1989): 149–60. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.29.1.149-160.

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Abstract:
L'Italia, che neppure nel passato mancava di grammatiche di indirizzo normativo e descrittivo, si è arricchita negli ultimi anni di una serie di opere glottodidattiche dedicate all'italiano. Una delle ultime è il poderoso volume La lingua e i testi, Grammatica de/la lingua italiana di P. Agazzi, A. Fallica e A. Menegoi, edito da Minerva Italica, Bergamo, 1988. II libro non è soltanto una grammatica in senso usuale: infatti, vi si trattano le nozioni fondamentali della teoria linguistica attuale (comunicazione, segno linguistico, codice, funzioni della lingua, metafora e metonomia, denotazione e connotazione, fattori della comunicazione), della teoria del testo (con alcuni campioni di testi di vario genere), in seguito l'origine e lo sviluppo della lingua italiana (dall'Indovinello veronese ai nostri giorni), i dialetti e le comunita alloglotte, e nell'ultima delle quattro appendici si danno gli elementi della composizione scritta. Il volume include dunque in notevole misura la sociolinguistica, la pragmatica, la comunicazione e la teoria dell'informazione (invece di parlante o locutore e collocutore si usano conseguentemente i termini emittente e destinatario ), la storia della lingua, la cultura del parlato e dello scritto. Si cerca insomma di avvicinare il Linguaggio all'alunno e di sviluppare in lui non solo la competenza grammaticale ma anche quella comunicativa, attiva e passiva.
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4

Branciforti, Giuseppe. "TRA COLOMBO E PRANDI. UNA RASSEGNA RAGIONATA DELLE ALTRE GRAMMATICHE DI RIFERIMENTO." Italiano LinguaDue 15, no. 2 (2023): 475–99. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/21964.

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Abstract:
Per capire quanto sia stato innovativo l’articolo di Colombo Coordinazione e coesione testuale del 1984, incentrato sulla differenza tra congiunzioni e avverbi anaforici e di conseguenza sulla differenza tra coordinazione e giustapposizione, in rapporto a quanto preesisteva sul tema in Italia e all’estero, e alla descrizione delle grammatiche che saranno pubblicate successivamente, l’articolo passa in rassegna le più importanti grammatiche di riferimento moderne dell’italiano, a partire da quelle pubblicate nel 1988, anno che segna un “nuovo inizio” nella storia della grammaticografia italiana. Il punto di arrivo della proposta di Colombo, a cui rinviano tutti gli articoli inclusi nel presente volume, è rappresentato dalla teoria del linguista Michele Prandi, secondo il quale anche la distinzione tra coordinazione e giustapposizione, oltre che quella tra congiunzioni e avverbi anaforici, è netta e rigorosa.
 Lo scopo dell’articolo, dunque, non si esaurisce nella pura rassegna, ma affronta in modo ragionato le varie descrizioni grammaticali nel tentativo di ricostruire, sulla differenza in questione, il quadro delineato dalle più importanti grammatiche scientifiche moderne.
 
 Between Colombo and Prandi. An annotated review of other reference grammars
 
 In order to understand how innovative was Colombo’s 1984 article Coordinazione e coesione testuale (Coordination and Textual Cohesion) focusing on the difference between conjunctions and anaphoric adverbs and consequently on the difference between coordination and juxtaposition, in relation to what existed on the subject in Italy and abroad, and to the description of the grammars that would be published subsequently, the article reviews the most important modern reference Italian grammars, starting with those published in 1988, a year that marks a “new beginning” in the history of Italian grammar. The point of arrival of Colombo’s proposal, to which all the articles included in this volume refer, is represented by the theory of linguist Michele Prandi, according to whom the distinction between coordination and juxtaposition, as well as that between conjunctions and anaphoric adverbs, is clear and rigorous. The purpose of this article, therefore, does not consist in a pure review, but in dealing in a reasoned manner with the various grammatical descriptions in an attempt to reconstruct the framework outlined by the main modern scientific grammars on the difference in question.
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A. Cortelazzo, Michele. "Evoluzione della lingua e staticità della norma nell'italiano contemporaneo : gli ausiliari nei costrutti con verbi modali." Linguistica 49, no. 1 (2009): 95–106. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.95-106.

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Abstract:
Tra i fenomeni che vengono attribuiti alla recente evoluzione dell'italiano (e che vengono stigmatizzati dalle grammatiche normative) vi è l'uso generalizzato dell'ausiliare avere nei tempi composti dei verbi modali, anche quando il verbo modale regge un verbo all'infinito che nei tempi composti richiede l'ausiliare essere. Studi recenti hanno già mostrato che, nell'uso, l'impiego di avere è prevalente rispetto all'uso di essere e che si tratta di un fenomeno che percorre tutta la storia dell'italiano. Queste conclusioni sono state confermate e rafforzate dall'analisi di un corpus formato da 116 romanzi italiani pubblicati a partire dal secondo dopoguerra.
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Redaelli, Arianna. "PER UN’INTERPRETAZIONE COMUNICATIVA DELLA PUNTEGGIATURA NELLE GRAMMATICHE FRANCESI DEL SECOLO XVIII: ESEMPI DI LETTURA MANZONIANA." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (2022): 573–88. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17149.

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Abstract:
L’articolo intende fornire una breve disamina delle riflessioni riservate alla punteggiatura da parte di alcune tra le principali grammatiche del Settecento francese, allo scopo di segnalarne la modernità, la profondità d’analisi e l’influenza che esercitarono sulla sintassi moderna, non solo d’oltralpe. Una prima sezione è destinata a osservare come, di fronte alla storia recente dell’interpunzione, i grammatici illuministi si scostino sensibilmente dalle tendenze imperanti in Italia. Essi, infatti, non riservano all’argomento spazio esiguo e liminare, né si limitano a fornire semplici regole d’uso oscillanti tra un’interpretazione pausativa e un’interpretazione sintattica dei segni, e non di rado ridotte a vaghezze sul libero arbitrio degli scriventi. Al contrario, propongono osservazioni ampie e acute, poco o per nulla connesse alla mera prassi (dunque scarsamente fruibili a livello didattico), e perlopiù relate al problematico rapporto tra oralità e scrittura, ai cambiamenti verificatisi nel tempo entro il sistema scrittorio e ai fondamenti logici e semantici che presiedono all’organizzazione del discorso, cui la punteggiatura prende attivamente parte. Si procede poi con l’osservazione diretta di alcuni scritti, in particolare dei notevoli esempi forniti dalle opere di Claude Buffier, dell’abate Girard e di Nicolas Beauzée. Pur nella difformità delle trattazioni, tali grammatici condividono un approccio ragionativo al problema, che prende avvio da un’analisi minuziosa del testo e che offre altresì i presupposti per un fertile dialogo tra indirizzi interpretativi talora divergenti. Le loro proposte giungono, tra Settecento e Ottocento, anche in Italia, al punto che uno scrittore quale il Manzoni dei Promessi Sposi sembra venirne influenzato. Di qui, una casistica che lo dimostri. Si pensi, ad esempio, all’impiego della virgola tra soggetto e predicato – che i grammatici italiani teorizzano solo a partire dal Novecento, con il Malagòli – quando il primo sia espanso o da tematizzare; e all’uso del corsivo – ancora considerato, in ambiente peninsulare, appannaggio del tipografo – per segnalare la citazione, nel testo, di un altro testo scritto: riflessioni riscontrabili, almeno sino a Ottocento inoltrato, nella sola grammatica del Beauzée. Qualche considerazione conclusiva, infine, inserisce questi lavori nel complesso degli studi sull’interpunzione e chiarisce il legame sussistente tra essi e il testo manzoniano, anche in relazione alla diffusione del paradigma comunicativo-testuale nel panorama grammaticografico italiano. A communicative interpretation of punctuation in the French grammar books of the XVIII century: manzonian examples The article provides a brief examination of the reflections on punctuation in some of the main eighteenth century French grammar books, in order to point out their modernity, depth of their analysis and the influence they exerted on modern syntax, not only in France. The first section observes how, in the face of the recent history of punctuation, the grammarians of the Enlightenment deviated considerably from the prevailing trends in Italy. In fact, they dedicated ample space to the subject, going beyond providing simple rules for use that oscillated between a pausative interpretation and a syntactic interpretation of the signs, which not infrequently were reduced to vagueness regarding the free will of the writers. The ample and acute observations, barely connected to mere practice (therefore scarcely usable at a didactic level), were mostly related to the problematic relationship between orality and writing, changes that occurred over time within the writing system and to the logical and semantic foundations that presided over the organization of discourse, where punctuation took an active part. We then proceed with the direct observation of some writings, in particular remarkable examples provided by the works of Claude Buffier, Abbot Girard and Nicolas Beauzée. Despite the differences in their treatments, these grammarians shared a reasoned approach to the problem, which began with a detailed analysis of the text and which also offered the basis for a fertile dialogue between interpretative, sometimes divergent, approaches. Between the eighteenth and nineteenth centuries, their proposals reached Italy, where Manzoni, in Promessi Sposi, seemed to have been influenced by them. Hence, a series of cases demonstrate this. Think, for example, of the use of the comma between subject and predicate – that Italian grammarians theorized only from the twentieth century with Malagòli – when the first was expanded or thematized; or the use of italics – still considered, in a peninsular environment, the prerogative of the typographer – to signal a citation, in the text, of another written text: reflections that can be found, at least until the late nineteenth century, only in the grammar book by Beauzée. Finally, a few concluding considerations place these works within studies on punctuation and clarify the link between them and Manzoni’s text, also in relation to the diffusion of the communicative-textual paradigm in the Italian grammatical panorama.
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Stefenelli, Arnulf. "Dal lessico latino al lessico italiano." Linguistica 31, no. 1 (1991): 177–84. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.177-184.

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Abstract:
Con questo contributo in onore dello stimato collega Pavao Tekavčić tenteremo un panorama sommario, rna su base sistematica, dei rapporti storici fra illessico Iatino e illessico italiano. Concentrandoci sulla prima tappa di questa storia lessicale considereremo soprattutto alcuni aspetti trattati o accennati anche dal Festeggiato nel terzo volume ("Lessico") della sua magistrate Grammatica storica dell'italiano.
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8

Blasco Ferrer, Eduardo. "Grammatica storica e storia della lingua italiana: un nuovo bilancio." Romance Philology 55, no. 1 (2001): 75–102. http://dx.doi.org/10.1484/j.rph.2.304456.

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Tekavčić, Pavao. "Italiano e dialetti nel tempo, Saggi di grammatica per Giulio C. Lepschy, a cura di Paola Beninca', Guglielmo Cinque, Tullio De Mauro, Nigel Vincent; Università di Roma "La Sapienza", Dipartimento di Scienze del Linguaggio; Bulzoni Editore, Roma, 1996, XI." Linguistica 36, no. 1 (1996): 118–21. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.36.1.118-121.

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Abstract:
La presente Miscellanea, dedicata al grande linguista italiano da tempo resi­ dente e docente in Gran Bretagna, autore di volumi fondamentali (La linguistica strut­ turale 1966, La lingua italiana 1981 (originale inglese 1977), La linguistica del Nove­ cento 1992) e di numerosi saggi, riflette l'ampiezza dei suoi interessi scientifici e, con le parole dell'autrice della Presentazione (V-IX, bibliografia scelta X-XI), Anna Mor­ purgo Davies, racchiude «una serie di lavori di linguistica italiana scritti da punti di vista teorici diversi, senza dogmatismo» (V): grammatica generativa e descrittiva, dialettologia, linguistica storica, filologia ecc. Gli autori dei contributi sono linguisti italiani e stranieri, e gli idiomi studiati sono l'italiano (standard, regionale) e tutti i dialetti della Penisola.
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Jernej, Josip. "Intorno all'analisi sintattica della frase semplice in italiano /." Linguistica 44, no. 1 (2004): 17–26. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.17-26.

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Abstract:
Secondo una lunga tradizione confermata anche da opere illustri come la Sin­ tassi italiana di Raffaello Fornaciari del 1881, gli autori delle grammatiche italiane, nel trattare la struttura della frase semplice, adottano una soluzione fortemente influenzata dalla semantica, con i cosiddetti complementi indiretti. Trattasi di un modello che si differenzia completamente da quello adottato nelle grammatiche delle altre grandi lingue europee, come i1francese, il tedesco, il russo, in cui l'analisi della frase semplice è impostata su criteri essenzialmente sintattici.
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Jemej, Josip. "Oggetti diretti e indiretti in Italiano." Linguistica 39, no. 1 (1999): 3–16. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.39.1.3-16.

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Abstract:
Nella classificazione degli elementi costitutivi della frase le grammatiche italiane, trattando degli oggetti, si limitano di regola agli oggetti diretti, dipendenti cioè da verbi transitivi. Gli oggetti indiretti, ossia preposizionali, vengono relegati nella numerosa serie dei "complementi indiretti" (puramente semantici). Ciò si riflette poi sulla trat­ tazione delle proposizioni oggettive.
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Lépinette, Brigitte. "Le grammatiche italiane per ispanofoni (secoli XVI-XIX). Par Paolo Silvestri." Historiographia Linguistica 31, no. 1 (2004): 170–75. http://dx.doi.org/10.1075/hl.31.1.13lep.

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Rakar, Atilij. "Il tema del diverso in una letteratura di frontiera." Acta Neophilologica 23 (December 15, 1990): 39–49. http://dx.doi.org/10.4312/an.23.0.39-49.

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Abstract:
Volendo volgere subito l'attenzione ad un'area culturale geograficamente e storicamente determinata, per essere in grado di mostrare su testi precisi dove e come si manifesta la tematizzazione del diverso nella cultura letteraria di un ambiente a caratteri specifici, definibile come letteratura di frontiera, nell'ambito delle lettere italiane difficilmente troveremmo opere che più si prestino a tale definizione di queUe che nell'ambito delle lettere italiane offre la letteratura triestina. E basta restare ad autori come uno Svevo, un Saba e uno Slataper che ne sono i rappresentanti più vistosi, per cogliere anche quelli che sono i caratteri più tipici della cultura letteraria che va maturando a Trieste a partire dalla fine dell'Ottocento per prendere presto coscienza di sé e presentarsi come letteratura di frontiera anche neUe dichiarazioni pro­ grammatiche in cui si definisce.
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Rakar, Atilij. "Il tema del diverso in una letteratura di frontiera." Acta Neophilologica 23 (December 15, 1990): 39–49. http://dx.doi.org/10.4312/an.23.1.39-49.

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Abstract:
Volendo volgere subito l'attenzione ad un'area culturale geograficamente e storicamente determinata, per essere in grado di mostrare su testi precisi dove e come si manifesta la tematizzazione del diverso nella cultura letteraria di un ambiente a caratteri specifici, definibile come letteratura di frontiera, nell'ambito delle lettere italiane difficilmente troveremmo opere che più si prestino a tale definizione di queUe che nell'ambito delle lettere italiane offre la letteratura triestina. E basta restare ad autori come uno Svevo, un Saba e uno Slataper che ne sono i rappresentanti più vistosi, per cogliere anche quelli che sono i caratteri più tipici della cultura letteraria che va maturando a Trieste a partire dalla fine dell'Ottocento per prendere presto coscienza di sé e presentarsi come letteratura di frontiera anche neUe dichiarazioni pro­ grammatiche in cui si definisce.
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Stefanini, Ruggiero, and Arrigo Castellani. "Grammatica storica della lingua italiana. Vol. I: Introduzione." Italica 79, no. 4 (2002): 545. http://dx.doi.org/10.2307/3656051.

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Vari, Autori. "Rassegna bibliografica." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 303 (December 2023): 303–38. http://dx.doi.org/10.3280/ic303-oa4.

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Abstract:
Il fascismo in biografia, Politica e partiti nell'Italia repubblicana, Storia memoria tra fascismo e resistenza,  Anni Settanta: movimenti e lotte, La società italiana in trasformazione: abitudini e costumi, Le guerre italiane in età contemporanea, L'antisemitismo fascista, Economia e storia d'impresa
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Giuntini, Andrea. "Il ruolo delle infrastrutture. Percorsi di modernizzazione e svolte tecnologiche nella storia delle infrastrutture italiane dalla seconda metà del Novecento a oggi." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 121–40. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295006.

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Abstract:
La storia delle infrastrutture italiane nel periodo storico che dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi è costellata di percorsi di modernizzazione e di svolte tecnologiche. Nel saggio vengono analizzati alcuni casi a titolo esemplificativo.
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Armando, Luigi Antonello. "Guardare senza vedere: una storia esemplare." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (February 2024): 73–80. http://dx.doi.org/10.3280/pu2024-001004.

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Abstract:
La riproposizione di una scelta dei contributi a due convegni tenuti presso l'Università di Napoli "L'Orientale" nel 1996 e nel 1999 fornisce lo spunto per proporre una lettura di un momento della psichiatria e della psicoanalisi italiane. Viene mostrata la significatività di quel momento in quanto esemplare di fenomeni anche attuali la cui rilevanza va oltre lo specifico suo e di quelle discipline e riguarda i campi della religione e della politica.
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Ryzhik, Michael. "Grammatica storica delle parlate giudeo-italiane, written by M. Aprile. 2012." Journal of Jewish Languages 4, no. 2 (2016): 261–66. http://dx.doi.org/10.1163/22134638-12340074.

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Bombardieri, Chiara, Gaddomaria Grassi, and Francesco Paolella. "L'OPG di Reggio Emilia 1896-2015 Storia di un'istituzione." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no. 3 (2022): 159–80. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003009.

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Abstract:
Gli autori ricostruiscono la storia dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia, una delle prime istituzioni italiane dedicate ai prosciolti. Vengono analizzati in particolare il rapporto con la città e con l'ospedale psichiatrico San Lazzaro, le vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, le rivolte, gli scandali e le contestazioni dal dopoguerra alla chiusura.
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Di Figlia, Matteo. "Gli ebrei in Italia, il dibattito su Israele e la questione ebraica. Quattro riflessioni recenti." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 171–83. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298013.

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Abstract:
La storia degli ebrei nell'Italia contemporanea è stata molto discussa dalla recente storiografia. In questa nota si prendono in esame quattro libri pubblicati tra il 2018 e il 2020 che affrontano il tema da prospettive differenti come il ruolo politico degli ebrei nell'Italia liberale e negli anni della grande guerra, la storia delle persecuzioni in età fascista, il problematico avvento della Repubblica, la raffigurazione degli ebrei e di Israele nelle sinistre italiane e la più generale percezione di Israele nel mondo politico e culturale italiano.
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Pavan, Luca. "PREPOSIZIONI ITALIANE E ARTICOLI: DIFFICOLTÀ E STRATEGIE NELL’APPRENDIMENTO AI LIVELLI PIÙ BASSI DEL QCER." Verbum 7, no. 7 (2016): 252. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10300.

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Abstract:
In questo studio si affronta uno dei temi che procura maggiori ostacoli nell’apprendimento della lingua italiana da parte di studenti stranieri: le preposizioni, qui intese come preposizioni proprie. L’uso delle preposizioni italiane nella lingua è complicato da una casistica piuttosto vasta di varia­bili, a partire dalla presenza o meno degli articoli determinativi, che danno luogo alle preposizioni articolate. Per gli studenti L2 nel livello A1 del QCER risulta spesso problematico usare le preposizioni con o senza l’articolo, dal momento che gli aspetti grammaticali che interessano questo tema sono molti e non facilmente gestibili. La difficoltà aumenta se si tratta di studenti la cui lingua madre non proviene dall’area delle lingue romanze, come nel caso del lituano, che è una lingua che non fa alcun uso di articoli.Si propone, in questa sede, un excursus attraverso l’evoluzione di alcune preposizioni, comparando la teoria esposta in varie grammatiche storiche. Poi si espongono alcune strategie di apprendimento dell’uso degli articoli con le preposizioni dell’italiano odierno, per fornire al docente L2 qualche spunto nel momento in cui deve introdurre questo tema nelle lezioni.
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Bjelobaba, Saša. "La rappresentazione dei significati preposizionali locativi nelle grammatiche italiane: una valutazione dalla prospettiva delle grammaticografia croata." Italica Wratislaviensia 14, no. 1 (2023): 35–56. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2023.14.1.02.

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Abstract:
The starting point of this study stems from the two assumptions that are commonly accepted and, to a great extent, proven within cognitive linguistics: 1. members of the category of prepositions are bearers of autonomous meanings, and 2. prepositional meanings are conditioned significantly by the concepts pertinent to the domain of space. In the light of the theoretical model of the semantic representation of prepositions previously developed by the author (2022) and his reflections on the nature of prepositional meaning in general, this article presents the results of an analysis conducted on a corpus of 13 Italian grammars published in the last 70 years. Specifically, the representations of spatial meanings of Italian prepositions as proposed by grammarians are examined. Since a clear prevalence of approaches characterised by the use of the terms of logical analysis to provide the semantic description of a preposition is identified, the author compares this trend with some models used within Croatian grammaticography. In conclusion, the author indicates some potential alternative evolutionary paths of Italian grammaticography that might lead it to a higher level of cognitive plausibility of representation of the semantic structure of a preposition.
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Bjelobaba, Saša. "La rappresentazione dei significati preposizionali locativi nelle grammatiche italiane: una valutazione dalla prospettiva delle grammaticografia croata." Italica Wratislaviensia 14, no. 1 (2023): 35–56. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2022.14.1.02.

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Abstract:
The starting point of this study stems from the two assumptions that are commonly accepted and, to a great extent, proven within cognitive linguistics: 1. members of the category of prepositions are bearers of autonomous meanings, and 2. prepositional meanings are conditioned significantly by the concepts pertinent to the domain of space. In the light of the theoretical model of the semantic representation of prepositions previously developed by the author (2022) and his reflections on the nature of prepositional meaning in general, this article presents the results of an analysis conducted on a corpus of 13 Italian grammars published in the last 70 years. Specifically, the representations of spatial meanings of Italian prepositions as proposed by grammarians are examined. Since a clear prevalence of approaches characterised by the use of the terms of logical analysis to provide the semantic description of a preposition is identified, the author compares this trend with some models used within Croatian grammaticography. In conclusion, the author indicates some potential alternative evolutionary paths of Italian grammaticography that might lead it to a higher level of cognitive plausibility of representation of the semantic structure of a preposition.
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Vučetić, Zorica. "Milan Moguš, Povijest hrvatskoga književnoga jezika (Storia della lingua croata), /Globus/, Zagreb 1993, pp. 205." Linguistica 35, no. 2 (1995): 329–31. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.329-331.

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Abstract:
Il libro del noto linguista Milan Moguš è un valido contributo alla storia della lin­ gua croata dall'iscrizione di Baška (Bašćanska ploča) fino ai nostri giorni. È la storia del croato scritto o letterario; essa è più complessa della storia della lingua standard dato che comprende anche i testi scritti la lingua dei quali non è stata soggetta alla stan­ dardizzazione. La letteratura croata, compresa in senso lato, come parte della ricca cul­ tura croata, contiene i testi scritti prima della standardizzazione, per cui in questo libro è descritto l'intero periodo della lingua croata scritta o letteraria. Alla base della lingua croata stanno tre parlate organiche (stocavo, caicavo e ciacavo) come dimostrano i testi scritti: i documenti, le lettere, le opere letterarie, le grammatiche, i dizionari ed altri testi. Nella sua storia la lingua croata era caratterizzata dalla continua compenetrazione di forti diversità e proprio da queste diversita il croato traeva una più profonda omo­ geneità. L'iscrizione di Baška (Bašćanska ploča) è un documento storico e linguistico che rappresenta con ragione il più antico monumento della lingua nazionale croata; ha tutte le caratteristiche della lingua a cavallo tra l' 11. e il 12. secolo. I primi testi nascono sul territorio del dialetto ciacavo, ma accanto ai testi con base ciacava appaiono ben presto quelli con base stocava.
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Lepschy, Anna Laura, and Giulio Lepschy. "I tempi del passato." Linguistica 32, no. 2 (1992): 75–88. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.75-88.

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Abstract:
Normalmente in italiano, in una frase principale, per riferirci al passato, abbia­ mo la scelta fra Imperfetto (scrivevo), Passato Prossimo (PP) (ho scritto), e Passato Remoto (PR) (scrissi). Trascuriamo qui ii fatto che Imperfetto e PR appartengano inequivocabilmente al paradigma morfologico del verbo, mentre il PP è una forma composta, costruita sintatticamente, che si potrebbe voler affiancare ad altri costrutti, come sto scrivendo ecc.; del resto ci sono proposte generativiste di considerare ii PP come risultante dall'inserimento di una frase al passato entro un predicato al presente (l'ausiliare). Postuliamo invece che, a qualche livello, si ponga, nel sistema verbale italiano, la scelta fra i tre paradigmi citati (indipendentemente dalla constatazione che essi di fatto compaiono nelle tradizionali grammatiche italiane). Notiamo anche che ii Trapassato Prossimo, in maniera esplicita o implicita, e ii Trapassato Remoto in ma­ niera esplicita, nell'italiano modemo indicano anteriorità relativa, rispetto a un altro punto di riferimento passato.
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Berretta, Monica. "Note sulla sintassi dell'accusativo preposizionale in italiano." Linguistica 31, no. 1 (1991): 211–32. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.211-232.

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Abstract:
In un breve quanto limpido paragrafo della sua Grammatica storica dell'italiano (§ 553 dell'ed. 1972,_ §_ 436 nell'ed. 1980), Pavao Tekavčić descriveval'accusativo preposizionale dei dialetti italiani centromeridionali, accennandone iconfini geografici e collegandolo, molto correttamente, con il fenomeno analogodelle lingue iberoromanze e del rumeno. Ne forniva anche, nella scia della miglioretradizione di pensiero sull'argomento, una convincente spiegazione funzionale: lapreposizione funge da segnacaso esplicito per quegli oggetti che, avendo referenteumano, sarebbero interpretabili come soggetti se non fossero marcati (cfr. già Diez1882 , III., pp. 835 s.; oggi Bossong 1985 e 1986 per una panoramica tipologica, e1988 per le lingue romanze).
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Carrattieri, Mirco. "Spunti microstorici per la storia contemporanea della psichiatria italiana." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 147, no. 3 (2023): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2023-003006.

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Abstract:
La microstoria è una delle pratiche storiografiche italiane più note e imitate. Molto spesso tuttavia il termine è abusato o equivocato. In questo saggio rintraccio le radici della microstoria, ne individuo i caratteri fondamentali e gli sviluppi più recenti. Ricostruisco poi brevemente la vicenda della storiografia contemporanea sulla psichiatria italiana evidenziando gli esempi riusciti di microstoria. Indico infine alcuni autori e opere recenti che a mio parere possono offrire spunti utili per un uso consapevole e efficacie della microstoria anche in questo campo.
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Rovinello, Marco. "Il Mezzogiorno pre - e postunitario nei libri di Storia per le superiori." SOCIETÀ E STORIA, no. 174 (January 2022): 769–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174008.

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Abstract:
Il contributo prende in esame circa 40 manuali di storia per le scuole superiori di secondo grado attualmente in commercio allo scopo di verificare in che modo essi affrontino alcune fasi cruciali della storia del Mezzogiorno ottocentesco: l'età preunitaria sotto il regime borbonico (1815-1860), il processo di unificazione e l'età postunitaria (1861-1914). La prima parte del saggio analizza alcuni fra i più rilevanti fattori che condizionano la produzione dei libri di testo scolastici: le indicazioni ministeriali, il profilo degli autori, il ruolo giocato dalle case editrici, dai loro consulenti e dagli editor, le esigenze didattiche e commerciali, i destinatari, la formazione dei docenti e le relazioni fra l'insegnamento della storia a scuola e la public history. La seconda parte analizza invece testi e immagini dei manuali selezionati per mostrare quanto e come l'ampia storiografia sul Mezzogiorno ottocentesco penetri nella manualistica, quali paradigmi storiografici e approcci prevalgano, e in che modo la storia del Sud entri nelle scuole italiane.
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Alfieri, Luca. "La storia della morfologia derivazionale nelle grammatiche sanscrite tra Roth (1660-1668) e Bopp (1827)." Atti del Sodalizio Glottologico Milanese 2022, no. 17 n.s. (2024): 1–17. http://dx.doi.org/10.54103/1972-9901/24039.

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Abstract:
As is well-known, the descriptive grammars of the European languages started to regularly include a chapter on word-formation after Bopp’s work (Lindner 2015). However, the grammars of the Semitic languages, the philosophical grammars of German, the grammars of Sanskrit and some missionary grammars include such chapter even before Bopp. Among these, the German grammars were subject to some recent studies (Alfieri 2018, 2019), while the remaining groups of grammars have never been discussed in this perspective. The present paper aims to fill the gap by analysing the treatment of word-formation in the grammars of Sanskrit written before Bopp (1827).
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Tekavčić, Pavao. "Walter Belardi, Breve storia della lingua e della letteratura ladina, 2.edizione aggiornata; con un'appendice di Marco Forni; Istitut Ladin "Micurà de Rü", San Martin de Tor; 138 pp.+indice (5 pagine non numerate)." Linguistica 44, no. 1 (2004): 182–83. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.182-183.

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Abstract:
Uno dei maggiori linguisti e filologi italiani dei tempi moderni, Walter Belardi, emerita dell'Università di Roma "La Sapienza" e studioso di fama mondiale, rias­ sume nel presente volumetto la problematica ladina, presentandoci una specie di breviario, quasi un catechismo, con la competenza ben nota da alcuni decenni. Come si legge sul retrocopertina esterno, il Nostro si occupa di Ladinia da più di un mezzo secolo: ricordiamo, a titolo di esempio, la sua [La] poesia friulana del Novecento (1987) e la Narrativa gardenese (1988). La presente Breve storia è la 2. edizione (la 1. risale al 1996) e si divide in due parti: L'aspetto storico-linguistico (pp. 7-72) e L'aspetto linguistico-letterario (pp. 73-124). L'aggiunta di Marco Forni Aspetti della letteratura ladina dolomitica contemporanea e Vocabolari ladini recenti (pp. 125-138) e 5 pagine, come detto, fuori paginazione, chiudono il libro. 11volu­ me consiste di 77 capitoli, ognuno in media di 3-4 pagine, raramente più lunghi (quello sul poeta Max Tosi, pp. 97-105) o più brevi (ad es. Cronologia, temi e co­ stanti p. 10; La situazione demografica attuale, p. 16; Non storia biologica ma Storia, p. 62; La prima grammatica gardense a stampa, p. 85; Prospettive future, p. 120, e alcuni altri).
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Fari, Simone. "La storia della mobilità. Uno studio critico sulle origini, l'evoluzione della disciplina e le carenze della letteratura italiana." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 99–120. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295005.

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Abstract:
Nel corso della storia, gli eventi drammatici e traumatici sono stati spesso lo spunto per alcune riflessio-ni metodologiche e storiografiche. Questo articolo vuole essere, allo stesso tempo, una revisione della letteratura e una provocazione metodologica e storiografica. La finalità di questo articolo è doppia. Da una parte si evidenzia, provocatoriamente, che il paradigma delle mobilità non è incompatibile con l'analisi storica e che anzi, tale paradigma, dovrebbe essere recepito da chi si occupa di storia dei tra-sporti, delle migrazioni e dei movimenti in generale. Dall'altra parte, si vuole mostrare che le scienze sociali e storiche italiane sono un terreno vergine per la diffusione di un tale approccio, poiché il para-digma delle mobilità è stato largamente trascurato. Per questa ragione, l'articolo è un implicito invito agli studiosi di storia dei trasporti a addentrarsi maggiormente nei meandri metodologici delle scienze delle mobilità.
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Luconi, Stefano. "Book Review: Il Grande Esodo: Storia Delle Migrazioni Italiane Nel Mondo." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 38, no. 1 (2004): 292–94. http://dx.doi.org/10.1177/001458580403800128.

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Luconi, Stefano. "Book Review: Migrazioni italiane: Storia e storie dall'Ancien régime a oggi." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 42, no. 2 (2008): 437–39. http://dx.doi.org/10.1177/001458580804200223.

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Morone, Antonio M. "Un colonialismo non più razzista? L'insostenibile aspirazione dei sudditi africani nel secondo dop." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (March 2022): 55–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-003.

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Abstract:
La storia della transizione all'indipendenza delle colonie italiane fu anche la storia dell'antirazzismo che non a caso è stato spesso associato all'anticolonialismo e alla storia dei movimenti nazionalisti in Africa. Il caso della decolonizzazione delle colonie italiane rappresenta un caso speciale non solo per la traiettoria fortemente internazionale della sistemazione postcoloniale decisa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma anche per la forte competizione, tutta sul versante africano, tra movimenti nazionalisti ed élites africane inclini ad appoggiare un progetto di continuità del sistema coloniale. È proprio da questa competizioneche emerse un'istanza antirazzista che è al centro del presente articolo e non necessariamente o semplicemente fu riconducibile ai soli movimenti nazionalisti. Quei sudditi coloniali che si erano dichiarati disponibili all'ipotesi di un ritorno dell'Italia in Africa rivendicarono la necessità di una riforma del sistema coloniale nell'intento di ottenere una loro più ampia partecipazione alla gestione del potere e di superare il regime segregazionista di epoca fascista.Il presente articolo non si propone dunque di indagare l'antirazzismo e l'anticolonialismo dei nazionalisti, bensì il progetto di un colonialismo non più razzista, o comunque maggiormente inclusivo, coltivato da alcuni sudditi africani che intermediarono con la politica e la propaganda colonialista dell'Italia repubblicana. Di fatto, si trattò di un progetto destinato al fallimento, nella misura in cui colonialismo e antirazzismo erano termini in ultima analisi inconciliabili.Furono poi le diverse indipendenze delle colonie a mettere in discussione il razzismo attraverso la fine stessa del colonialismo.
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Molinari, Augusta. "Emigrazione e follia nel primo Novecento. Una storia poco nota dell'emigrazione transoceanica italiana." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 47–65. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003005.

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Abstract:
L'autore presenta una ricerca sul rapporto tra emigrazione e follia nel contesto delle migrazioni transoceaniche italiane di massa e documenta il ruolo delle pratiche di selezione psico-fisica nei paesi di destinazione nel trasformare l'emigrante in un malato mentale. La ricerca č stata focalizzata su alcuni manicomi del Sud d'Italia (Nocera Inferiore, Catanzaro) attraverso l'analisi di contributi su riviste di psichiatria dell'epoca, periodici di emigrazione, fonti di storia sociosanitaria.
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Torresan, Paolo. "Uso strategico della L1: riflessioni ed esperienze." Quaderni d'italianistica 33, no. 2 (2013): 219–44. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19425.

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Abstract:
Perché scandalizzarsi a parlare di traduzione oggi, quando si tratta di una abilità messa in atto spontaneamente da molti studenti e praticata altrettanto sovente dagli insegnanti? In questo saggio partiamo da una ricognizione sull’uso della L1 nella storia della glottodidattica — preponderante nel metodo grammaticale-traduttivo, bandito nel metodo comunicativo — sino ad arrivare ad alcune proposte metodologiche di ricorso mirato avanzate in tempi recenti da diversi autori. Ci inseriremo in questo dibattito, condividendo con il lettore esperienze condotte nell’aula di italiano LS¹ ¹Un ringraziamento a quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo articolo: gli studenti della Universidade do Estado do Rio de Janeiro e della Universidade Federal do Rio de Janeiro; Maria Franca Zuccarello, Carolina Giampietro e Franco Pauletto.
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Sornicola, Rosanna. "Sui pronomi personali di prima e seconda persona plurale in italiano." Linguistica 31, no. 1 (1991): 269–78. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.269-278.

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Abstract:
Nella sua fondamentale Grammatica storica dell'italiano Tekavčić accoglie come spiegazione delle forme pronominali italiane noi, voi una trafila che parte dalle forme nominativo-accusative latine NŌS, VŌS ed esibisce un successivo sviluppo fonetico caratteristico dei monosillabi con uscita in -s, ovvero /si-> /y/. La tesi di una evoluzione di /s/ in posizione finale in /y/, nell'area che include toscano, dialetti italiani centro-meridionali e balcano-romanzo (veglioto, romeno) era già stata avanzata da Reichenkron (1939). In tale area sia parole monosillabiche che polisillabiche presenterebbero questo sviluppo. Ad esemplificare le prime sono chiamate in causa forme come rom. e it. dai < DAS, rom. e it. stai < STAS, rom. e it. poi < POS ( < POST), it. centr. e merid. crai < CRAS, it. merid. ccuy e it. più < PLUS, rom. e it. merid. trei < TRES, oltre per l'appunto, alle forme pronominali rom., vegl. e it. noi < NOS e voi < VOS. Nei polisillabi questo sviluppo si mostrerebbe con minore evidenza, perché qui /y / si sarebbe fusa con la vocale atona precedente, o sarebbe caduta: si pensi all'it. ant. cante (it. mod canti), tosc. sett. canta, rom. cânţi < CANTAS; it. vedi, rom. vezi < VIDES, e così via.
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Candela, Andrea. "Il contributo della riflessione ecologica negli studi di storia della cultura materiale. Considerazioni di sintesi." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 627–39. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137005.

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Abstract:
La storia della cultura materiale ha ormai assunto la funzione di utile strumento di ricerca mediante il quale accrescere l'insieme delle conoscenze riguardanti una specifica area geografica, consentendo la valorizzazione del suo complesso patrimonio di risorse naturali ed antropiche. Gli studi di cultura materiale hanno infatti acquisito, nel contesto delle indagini storiche e paesaggistiche italiane, sulla scia della lezione europea ed internazionale, un ruolo preliminare nelle differenti iniziative di riqualificazione economica e culturale del territorio. Si veda, ad esempio, l'esperienza, ormai diffusa, che ha incoraggiato la nascita di diverse realtÀ ecomuseali. L'articolo cerca dunque di chiarire l'importanza di tale settore di ricerche nello studio interdisciplinare della storia e della conservazione del territorio, ripercorrendone gli andamenti storico-epistemologici e illustrandone alcune linee di sviluppo relativamente recenti, che hanno coinvolto ambiti quali le scienze naturali e biologiche.
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Grochowska-Reiter, Anna. "Il polimorfismo dei verbi in -isco. La storia dell’identità in via di definizione." Studia Romanica Posnaniensia 51, no. 2 (2024): 45–59. http://dx.doi.org/10.14746/strop.2024.51.2.4.

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Abstract:
The paper discusses the problem of overabundance in third-conjugation Italian verbs. It provides a detailed diachronic analysis of grammar compilations to examine how verbs with a dual inflectional paradigm were described and how their usage has changed over the centuries. Extensive research into 59 grammar books intended for both native speakers and foreigners published in Italy and abroad form the 16th to the 19th century has shown that overabundance in the third conjugation was mentioned already in the earliest works of this type. Over time the interest in the topic grew even further as scholars explored its various aspects. The reconstruction of grammatical practice throughout centuries has uncovered the evolution of some verbs and their trajectory. In particular, it was possible to trace the development of: 1) verbs whose alternative, stylistically marked, form has become obsolete and exists only as an -isco form in modern Italian (ferire, languire, patire, perire, tradire); 2) verbs whose usage was unstable over centuries, with one form or the other predominating intermittently, until only one remained in use (tossire); and 3) verbs that have maintained a dual inflectional paradigm for the whole analysed period (aborrire, applaudire, assorbire, avvertire, inghiottire, mentire and nutrire).
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Subrizi, Carla. "Scrivere la storia dell’arte: metodologia e ricerca negli ultimi decenni." Boletín de Arte, no. 38 (October 31, 2017): 171–78. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2017.v0i38.3362.

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Abstract:
All’inizio del nuovo secolo la questione della storia del’arte e dei metodi da utilizzare per la ricerca riapre molti interrogativi e determina la necessità di una revisione critica della storiografia del passato XX secolo. Molte iniziative dimostrano la necessità che molti storici dell’arte, nelle Università italiane ma anche internazionali avvertono in questi anni: i dipartimenti di storia dell’arte, nelle differenti denominazioni che hanno in Europa e in altri paesi del mondo, concentrano ricerche e iniziative sullo stato della storia dell’arte, su quanto sia necessario rivedere e interrogare le strategie della sua costruzione, nonché l’identificazione dei documenti e materiali d’archivio considerati le sue «fonti». Tali problemi coinvolgono gruppi di lavoro e ricerche differentemente orientati, all’interno dei quali è tuttavia possibile individuare premesse simili che da una parte affrontano la questione su un piano teorico e metodologico, dall’altro si concentrano su casi di studio, su particolari aspetti storici e filologici, per mettere in pratica, nuove ipotesi di studio e ricerca. Il saggio si sofferma su tali questioni e analizza alcuni passaggi fondamentali della bibliografia più recente.
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Delli Castelli, Barbara. "L’ABRUZZO DI FERDINAND GREGOROVIUS: TRADUZIONI ITALIANE A CONFRONTO." Годишњак Филозофског факултета у Новом Саду 49, no. 3 (2024): 188–204. http://dx.doi.org/10.19090/gff.v49i3.2473.

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Abstract:
A seguito di un viaggio in Abruzzo compiuto nel 1871, lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius stende un resoconto che pubblicherà nel quarto volume dei Wanderjahre in Italien. Per l’epoca si tratta di uno dei rari testi stranieri dedicati a una regione d’Italia ancora poco conosciuta e apprezzata. Alla sua descrizione Gregorovius si dedica con entusiasmo e sincera ammirazione per le bellezze naturali, e al contempo con culto coscienzioso della storia, mettendo questo territorio in una luce accattivante al pari di altre località ben più note. Nelle versioni italiane dei Wanderjahre, però, le pagine dedicate all’Abruzzo sembrano essere trattate con meno attenzione e cura filologica rispetto ad altri capitoli, quasi a voler riflettere quell’atteggiamento di scarso interesse per la regione che aveva caratterizzato il primo decennio postunitario e oltre. La traduzione si fa dunque specchio della disposizione personale del traduttore rispetto al testo, che a sua volta denota un sentire comune, arrivando in alcuni passaggi a disattendere le intenzioni dell’autore. L’analisi è stata condotta mettendo a confronto il testo originale con le sue principali edizioni in lingua italiana.
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Florit, Francesco. "Obiettivo: Tre anni presso la corte internazionalizzata di Timor Est." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (July 2009): 80–87. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003007.

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Abstract:
- La storia della corte internazionalizzata che ha operato a Timor Est si radica nello sviluppo della democrazia in quel Paese. La presenza di giudici provenienti da Paesi diversi ha favorito la crescita di una giurisdizione locale sufficientemente attrezzata, anche se segnata da difficoltŕ e contraddizioni. L'apporto della cultura giuridica e dell'esperienza italiane ha rappresentato un fattore positivo e, nello stesso tempo, l'esperienza č stata per noi occasione di una riflessione che meriterebbe di essere meglio conosciuta e valorizzata all'interno del sistema giudiziario del nostro Paese1.
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Bellifemine, Onofrio. "«Praga è sola»: il Sessantotto in Cecoslovacchia raccontato dalla stampa italiana (gennaio 1968 – settembre 1969)." e-Scripta Romanica 8 (November 3, 2020): 1–21. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.08.01.

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Abstract:
La Primavera di Praga è stato uno degli eventi più significativi del 1968, capace di lasciare larghe tracce nella storia del ‘900 europeo. Analizzando i principali quotidiani e riviste italiane del periodo, questo saggio intende fornire un’interpretazione delle linee di lettura, delle analisi e delle cronache giornalistiche più interessanti di quell’evento. Particolare attenzione è stata dedicata a tre momenti che hanno avuto una particolare importanza nello svolgimento dell’intera vicenda: la caduta di Novotný e l’ascesa di Dubček; il consolidamento del gruppo riformista; l’intervento armato sovietico e la reazione della stampa italiana.
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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Abstract:
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Fiorentino, Daniele. "Eccezionalismo, identitŕ nazionale e interdipendenza : nuove sintesi italiane sulla storia degli Stati Uniti d'America." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (August 2009): 177–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2009-002005.

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Abstract:
- The essay examines some central concepts of U.S. history and culture through the analysis of three volumes published in Italy in 2008. The author uses the concept of American Exceptionalism in order to provide a closer reading of the books and a better understanding of the image of the United States offered today, as well as the place of U.S. history in Italy. Cultural Pluralism is an important framework in the historical and historiographical narratives. Touching upon other central ideals of American identity such as Manifest Destiny, the Frontier, and Internationalism, this essay deals with the issue of Imperialism and the reactions against it in the 19th and 20th centuries. Through the question of immigration, reference is made to multiculturalism and the processes that led toward a progressive integration of different minorities on the basis of models proposed by the dominant society. The essay thus recapitulates some of the most widespread stereotypes concerning ethnic groups and the construction of a new model of Cultural Pluralism.Key words: U.S. history, exceptionalism, American imperialism, immigration, cultural pluralism, Melting PotParole chiave: storia degli Stati Uniti, eccezionalismo, imperialismo americano, immigrazione, pluralismo culturale, melting pot
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Ardolino, Enrico Pio, and Alberto Petrucciani. "Raccontare la vita delle biblioteche: il progetto L&L: Lives and libraries e la realizzazione in MOVIO." DigItalia 18, no. 1 (2023): 53–71. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00060.

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Abstract:
Il contributo illustra le finalità del progetto L&L: Lives and Libraries: lettori e biblioteche nell’Italia contemporanea, pensato per offrire un contributo alla storia della cultura, delle biblioteche, della biblioteconomia e della lettura. Il progetto è confluito in un sito web gestito con il kit open source MOVIO, e si propone di censire e indicizzare le testimonianze sull’uso delle biblioteche italiane in età contemporanea. Il sito raccoglie testimonianze tratte da diari, memorie, corrispondenza, biografie e autobiografie, ma anche da interviste, articoli o lettere a giornali, poesie, romanzi e testi creativi. L’articolo illustra le proprietà del sito e fornisce una guida per la consultazione delle sue sezioni.
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Labanca, Nicola. "Una Resistenza italiana fra passato e futuro." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 307 (April 2025): 163–76. https://doi.org/10.3280/ic2025-307008.

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Abstract:
L'articolo analizza il volume di Luca Baldissara "Italia 1943. La guerra continua" (2023) nella prospettiva degli studi recenti sulla storia della partecipazione italiana alla Seconda guerra mondiale, e in particolare degli studi sulle origini della Resistenza antifascista. Esso ne mette in rilievo tre punti, relativi: al rapporto fra la guerra, il regime e il Paese; alla visione proposta del 1943 come problema storiografico nella sua completezza e non a pezzi; alla interpretazione della Resistenza degli italiani e delle italiane come Resistenza plurale e non come sola opposizione politica e guerra partigiana. Tale approccio più comprensivo appare opportuno perché il volume, sintesi della storiografia del passato, possa essere imprescindibile per la ricerca futura.
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Pasquino, Gianfranco. "UN'ELEZIONE NON COME LE ALTRE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no. 3 (2001): 387–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029786.

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Abstract:
Introduzione La storia delle elezioni italiane non ha mai offerto una situazione paragonabile a quella del 13 maggio 2001 (Corbetta, Parisi e Schadee 1988). In questo breve articolo, argomenterò che le elezioni del 13 maggio non sono state «elezioni come le altre» a causa della comparsa di tre importanti condizioni: 1) resistenza di una effettiva competizione bipolare fra un governo in carica e un'opposizione organizzata per sostituirlo; 2) la costruzione di coalizioni contrapposte che hanno ridotto lo spazio politico e hanno sconfitto le terze forze; 3) la possibilità concreta dell'alternanza che si è tradotta in un limpido esito elettorale, politico e governativo. Nessuna di queste condizioni, né separatamente né congiuntamente, aveva mai fatto la sua comparsa nel sistema politico italiano.
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Petruzzi, Carmen. "Paradossi educativi nel Novecento. Lavoro e memoria di Giuseppe Prezzolini (1882-1982) tra Stati Uniti, Italia e Svizzera." Historia y Memoria de la Educación, no. 17 (December 18, 2022): 293–318. http://dx.doi.org/10.5944/hme.17.2023.34622.

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Abstract:
Il saggio analizza gli articoli di Giuseppe Prezzolini pubblicati in Paradossi educativi 1914-1964 (Armando 1964) relativi alle riforme scolastiche italiane, ai modelli educativi e ai programmi scolastici. Nonostante la sua lunga assenza dall’Italia, il giornalista Giuseppe Prezzolini continuò a seguire da lontano i cambiamenti della scuola italiana e arricchì il dibattito contemporaneo con le sue argute osservazioni oltreoceano. Inoltre, attraverso la sua opera, è possibile gettare un nuovo sguardo su alcuni aspetti della storia dell’educazione e della scuola in Italia durante un periodo di cambiamento e, al di là dell’Atlantico, sulla trasformazione della mentalità delle famiglie italoamericane. Nell’anno del quarantesimo anniversario dalla sua morte si ricorda attraverso la sua parola, una figura notevole che visse, scrisse e commentò i grandi eventi del Novecento.
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