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Dissertations / Theses on the topic 'Strategia aziendale'

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1

TREZZI, SIMONE. "La pianificazione aziendale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2009. http://hdl.handle.net/10281/7363.

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Abstract:
Nell'ambito dell'economia e della gestione delle aziende, l’ottica di "guardare al futuro" costituisce senza alcun'ombra di dubbio uno dei punti di forza fondamentali che permettono all’azienda stessa di continuare a vivere ed a crescere nel tempo. La pianificazione aziendale sta alla base di questo processo di sviluppo e di continuità della vita di un'azienda, la quale, senza di essa, si ritroverebbe a seguire obiettivi esclusivamente di breve periodo, quali, ad esempio, il conseguimento di dividendi e l'incremento del valore delle azioni. La gestione aziendale di breve periodo da sola non è dunque sufficiente a garantire all'azienda di poter continuare a vivere nel tempo. Con la pianificazione l'azienda stabilisce i propri obiettivi, le sue linee guida e tende a concentrare i propri sforzi affinché questi siano raggiunti. Il presente lavoro è suddiviso in due sezioni: una sostanzialmente teoria e un'altra applicativa. La parte teorica cerca di valutare, dapprima, in maniera critica quello che è stato il pensiero dottrinale, espresso da numerosi scrittori in ambito economico aziendale, del concetto di pianificazione. Per capire a fondo l'importanza di questo strumento, è inoltre fondamentale capire in quale fase della gestione è collocata. La teoria zappiana dell'economia aziendale ci porta a collocare la pianificazione nell'ambito del cosiddetto sistema di amministrazione e controllo e, più precisamente, all'interno del sistema di pianificazione, programmazione e controllo. Non è tutto. Il concetto di pianificazione è di per sé legato a quello di strategia. La fusione di questi due ambiti di studio origina la pianificazione strategica: è dunque indispensabile conoscere alcuni concetti che stanno alla base della gestione strategica dell'impresa. Il piano rappresenta poi il risultato, o meglio, l'output del processo di pianificazione. E' allora importante capire come si costruisce, quali sono le sue componenti, e come esso non sia nient'altro che la rappresentazione della dimensione quantitativa e qualitativa della pianificazione stessa. La seconda parte, invece, è costituita dalla realizzazione di un piano pluriennale o business plan e dalla sua applicazione ad una azienda industriale di medie dimensioni.
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2

Acciarri, Giovanni. "La comunicazione della strategia aziendale nella produzione dell'acciaio: Strutture e caratteristiche dei siti aziendali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2727/.

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3

Ciurria, Stefania Maria. "Proprietà, governance e strategia aziendale: il caso Poste Italiane." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1462/.

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4

Tarantini, Jacopo. "L'utilizzo del social media marketing nell'ambito della strategia aziendale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/4987/.

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5

Comandini, Chiara. "Social Media Marketing: Integrazione dei social network nella strategia aziendale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15194/.

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Abstract:
La rivoluzione tecnologica che caratterizza l'era digitale si sta rivelando un fenomeno di massa che ha profondamente modificato il modo di agire e di pensare delle persone. La globalizzazione, l’evoluzione delle tecnologie e la digitalizzazione degli accessi alle informazioni sono i principali fattori che hanno determinato profondi cambiamenti sui mercati, sulle imprese e sui consumatori. Il Web è diventato un elemento fondamentale della quotidianità delle persone, ed è in grado di raggiungere gli individui in qualsiasi luogo o in qualsiasi momento. Nel contesto economico, le tecnologie informatiche coinvolgono le relazioni tra le imprese e il consumatore, e le singole componenti del marketing mix. Dal punto di vista sociale, permettono a milioni di persone di scambiarsi informazioni, di costruire una rete relazionale e comunicativa priva di barriere geografiche, di creare contenuti diversificati in qualsiasi parte del mondo. Queste potenzialità hanno costretto imprese e individui a prendere coscienza di un cambiamento radicale nel paradigma del marketing. La figura del consumatore assume un ruolo centrale e un’importanza molto diversa rispetto all’entità passiva tipica del marketing tradizionale: gli “utenti 2.0” utilizzano i numerosi strumenti digitali a loro disposizione per partecipare attivamente alle community che si sono create sulla Rete, condividendo opinioni e ricercando informazioni sui prodotti e servizi. Le imprese hanno la possibilità di sfruttare questa fonte di conoscenza gratuita e largamente disponibile per meglio comprendere le esigenze e i reali bisogni del target di riferimento, adattando di conseguenza l'offerta. I social network sono le piattaforme su cui avviene la maggior parte degli scambi relazionali tra gli utenti, e le imprese che intendono competere in un mercato globale orientando la propria comunicazione sul Web devono integrare questi new media nella propria strategia, distribuendo contenuti creativi e monitorando l'attività online.
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6

Tondo, Enrico. "Storia dell'Ilva-Italsider, i rapporti tra politica e strategia aziendale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3146/.

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7

Giannini, Caterina <1991&gt. "Strategia e gestione "all'Opera": il caso triestino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10774.

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Abstract:
I Teatri lirici vivono una realtà molto complessa e devono perseguire obiettivi sia artistici che economici. La Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, tra crisi economica e continui mutamenti ed adattamenti, rappresenta un caso variegato.
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8

Carfi', Stefano <1993&gt. "Strategie di valorizzazione dell’arancia rossa di Sicilia: dal marchio di origine IGP alla strategia DESIGN WITH." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15810.

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Abstract:
Mentre le campagne siciliane rischiano l’abbandono per crisi aggravata del comparto agrumicolo, la tesi dimostra che esiste una soluzione capace non solo di tutelare e sviluppare l’arancia rossa di Sicilia, ma di esprimerne il bacino di potenzialità inespresse. Dopo aver condotto un’indagine quanti-qualitativa dei principali aggregati a livello mondiale, europeo, italiano e regionale si dimostra che grazie ad una nuova strategia competitiva - chiamata DESIGN WITH - sia possibile creare un mercato premium-luxury per l’arancia rossa di Sicilia.
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9

Gardoni, Pietro. "Big Data Analytics: il valore delle informazioni nella strategia e nell'organizzazione aziendale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Questo elaborato vuole illustrare gli impatti strategici e organizzativi della Big Data Analytics per le organizzazioni moderne nell'attuale contesto competitivo del business. L'obbiettivo vuole essere quello di fornire delle linee guida generali adatte a supportare l'azienda nell'ottica del business data-driven. A tal fine, il testo è stato strutturato partendo con l'illustrazione del legame esistente tra l'informazione e la tecnologia, esaminando inoltre gli effetti nell'ottenimento del vantaggio competitivo. Si è poi voluta presentare una panoramica riguardante la governance dei dati nelle organizzazioni e le implicazioni dei big data all'interno dei modelli di business. Inoltre, sono stati illustrati alcuni aspetti organizzativi chiave da prendere in considerazione in un business data-driven. In aggiunta, sono stati osservati due casi innovativi reali nel campo della Big Data Analytics. L'ultimo capitolo fornisce un riepilogo degli argomenti trattati nel testo insieme ad ulteriori pensieri conclusivi.
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10

Terenzi, Mathias. "Analisi di una simulazione aziendale svolta da Mathias Terenzi gruppo N.F.G. spa." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6391/.

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11

Bobbato, Valentina <1988&gt. "Analisi dell'impatto della Corporate Social Responsibility sulla strategia aziendale. Il caso Jolly Sgambaro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4502.

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Abstract:
Lo scopo del progetto è provare che attraverso lo sviluppo e la comunicazione di una gestione basata sulla generazione di valore attraverso la sostenibilità e la visione multi stakeholder, le imprese hanno l’opportunità di sviluppare la brand awareness nei confronti dei consumatori socialmente consapevoli, aumentando il valore del marchio e i benefici di tipo economico in tutta l'azienda.
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12

MARCAZZAN, ENRICO. "Saggi sulla resilienza organizzativa e strategia di anticipazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459410.

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Abstract:
The purpose of this doctoral thesis is to investigate the choice of adopting an anticipation strategy of adversities in the small business context. The first paper is aimed to explore the organisational and individual (entrepreneurial) factors associated with the choice of adopting a strategy that aims to anticipate and prepare for potential threats for the business survival. The second paper is aimed to investigate the outcome of this choice, in terms of firm performance and in relation to the organisational structure. Building on the recent capability-based conceptualisation of resilience, the first paper aims to explore whether the experience of a previous crisis and entrepreneur resilience are associated with Small- and Medium-Sized Enterprises (SMEs’) adoption of different anticipation strategies for adversities. Using original survey data on 959 Italian and German SMEs, the research uses a multinomial logistic regression model in order to test the influence of the prior experience of a crisis and the entrepreneur resilience on the likelihood of adopting different anticipation strategies. The paper shows that the previous experience of a crisis increases the likelihood of regularly adopting proactive but non-formalised anticipation actions while decreasing the likelihood of adopting a pure reactive strategy to adversities; in addition, entrepreneur resilience is nonlinearly associated with anticipation strategies. The main originalities rely on eschewing a pure binary view in relation to the organisational choice of adopting a reactive or a proactive approach toward adversities and on considering the entrepreneur resilience as a factor with both ‘bright’ and ‘dark’ side effects in relation to the anticipation of adversities. The second paper is aimed to investigate the benefit of adopting an anticipation mentality in SMEs. Anticipation of adversities improves the potential resilience of a firm. However, no prominent studies have investigated (1) the influence of the adoption of a strategy that aims to anticipate and prepare for an adversity on the firm performance in a small business context, and (2) the role of the organisational structure in amplifying or diminishing the positive effects of the adoption of an anticipation strategy of adversities. The purpose of this paper is to shed some light on the benefit of building potential resilience in SMEs and the role of the organisational structure. Using an original dataset of 409 Italian SMEs, our research uses a Generalized Structural Equation Modelling in order to test whether the adoption of an anticipation strategy of adversities influences the firm performance and whether there is a mediation effect of the organisational structure. Our paper shows the positive influence of the anticipation and preparation for adversities on the firm performance and the partial mediation effect of the coordination mechanism based on standardisation. The originalities rely on the investigation of the benefit related to the adoption of an anticipation strategy of adversity in small business context out of an actual crisis and the link that we suggest between organisational resilience and organisational structure. Cultivating the potential resilience of the firm and the coordination mechanisms based on standardisation means improving the performance even if an actual crisis does not happen.
The purpose of this doctoral thesis is to investigate the choice of adopting an anticipation strategy of adversities in the small business context. The first paper is aimed to explore the organisational and individual (entrepreneurial) factors associated with the choice of adopting a strategy that aims to anticipate and prepare for potential threats for the business survival. The second paper is aimed to investigate the outcome of this choice, in terms of firm performance and in relation to the organisational structure. Building on the recent capability-based conceptualisation of resilience, the first paper aims to explore whether the experience of a previous crisis and entrepreneur resilience are associated with Small- and Medium-Sized Enterprises (SMEs’) adoption of different anticipation strategies for adversities. Using original survey data on 959 Italian and German SMEs, the research uses a multinomial logistic regression model in order to test the influence of the prior experience of a crisis and the entrepreneur resilience on the likelihood of adopting different anticipation strategies. The paper shows that the previous experience of a crisis increases the likelihood of regularly adopting proactive but non-formalised anticipation actions while decreasing the likelihood of adopting a pure reactive strategy to adversities; in addition, entrepreneur resilience is nonlinearly associated with anticipation strategies. The main originalities rely on eschewing a pure binary view in relation to the organisational choice of adopting a reactive or a proactive approach toward adversities and on considering the entrepreneur resilience as a factor with both ‘bright’ and ‘dark’ side effects in relation to the anticipation of adversities. The second paper is aimed to investigate the benefit of adopting an anticipation mentality in SMEs. Anticipation of adversities improves the potential resilience of a firm. However, no prominent studies have investigated (1) the influence of the adoption of a strategy that aims to anticipate and prepare for an adversity on the firm performance in a small business context, and (2) the role of the organisational structure in amplifying or diminishing the positive effects of the adoption of an anticipation strategy of adversities. The purpose of this paper is to shed some light on the benefit of building potential resilience in SMEs and the role of the organisational structure. Using an original dataset of 409 Italian SMEs, our research uses a Generalized Structural Equation Modelling in order to test whether the adoption of an anticipation strategy of adversities influences the firm performance and whether there is a mediation effect of the organisational structure. Our paper shows the positive influence of the anticipation and preparation for adversities on the firm performance and the partial mediation effect of the coordination mechanism based on standardisation. The originalities rely on the investigation of the benefit related to the adoption of an anticipation strategy of adversity in small business context out of an actual crisis and the link that we suggest between organisational resilience and organisational structure. Cultivating the potential resilience of the firm and the coordination mechanisms based on standardisation means improving the performance even if an actual crisis does not happen.
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Nadalin, Marco <1992&gt. "Rebranding delle società calcistiche: strategia aziendale o investimento sbagliato? : il caso del Pordenone Calcio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17060.

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Abstract:
La tesi si articola in 3 parti: nella prima parte si tratta di cos'è un brand e di una serie di concetti ad esso collegati. Inoltre si inizia a trattare anche il ruolo del brand all'interno delle società sportive, in particolare all'interno delle società di calcio. Nella seconda parte si tratta invece il rebranding, ovvero di cosa si tratta e perché le aziende adottano tale strategia. Anche in questo caso, in un secondo momento, si prenderanno in considerazione le società di calcio (in particolare il Pordenone Calcio). Nella terza, e ultima, parte si studierà un modello matematico applicabile al Pordenone Calcio e si tireranno le somme.
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Deschermeier, Dorothea <1976&gt. "Avventure urbanistiche e architettoniche dell'Eni di Enrico Mattei (1953-1962): tra progetto e strategia aziendale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/609/1/Tesi_Deschermeier.pdf.

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Deschermeier, Dorothea <1976&gt. "Avventure urbanistiche e architettoniche dell'Eni di Enrico Mattei (1953-1962): tra progetto e strategia aziendale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/609/.

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Giulianelli, Guia <1992&gt. "La strategia oceano blu nella mobile phone industry: il caso della start-up Fairphone." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12784.

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Abstract:
Spesso ciò che è nuovo fa paura. Il nuovo è temibile e sconvolge schemi ben radicati, e quando si crede di non possedere gli strumenti adeguati per affrontarlo, si frena la potenza della creatività. Il cambiamento è però considerato l’unica arma nel mondo di oggi. Le imprese e le organizzazioni devono essere lungimiranti e adattarsi rapidamente ai cambiamenti che avvengono sia all’interno, che al di fuori dei confini del proprio settore; non soltanto per rimanere competitive, ma per essere loro stesse motore di cambiamento, che generi una crescita costante per l’economia e la scoperta di nuovi mercati. Sin dalle prime teorie del management, i comportamenti delle imprese si sono sempre focalizzati sulla c.d. “strategia competitiva”, ossia uno schema d’azione facilmente replicabile dagli altri operatori nel settore, con lo scopo di vincere contro i propri competitors. Tuttavia tale strategia, è ormai nota per erodere la redditività nel lungo periodo, frutto di un costante spreco di energie e risorse impiegate nel perseguimento di miglioramenti incrementali rispetto ai prodotti e servizi della concorrenza. La Strategia Oceano Blu nasce nel 2005 grazie a un’attenta analisi svolta su 150 imprese da parte di W. Chan Kim e Renèe Mauborgne, i quali a seguito di 25 anni di ricerche, sono riusciti a formulare i punti chiave di una strategia di successo. Gli autori propongono la Strategia Oceano Blu come un nuovo tipo di pensiero strategico per competere nei mercati, il quale si oppone alla letteratura tradizionale principalmente incentrata sulla competizione testa a testa; e supportato da un approccio metodologico innovativo con il fine di ridurre i rischi di insuccesso. Il presente elaborato analizza la start-up Fairphone come caso esemplare di applicazione di tale strategia nella Mobile Phone Industry, analizzandone la proposta di valore, l’efficacia del modello di business, i cicli di finanziamento e quei fattori che l’hanno portata alla sopravvivenza e alla crescita, i quali potranno essere replicati e riadattati in un vicino futuro, anche a tutte quelle nuove imprese che si apprestano ad entrare in un questo settore in rapidissima evoluzione.
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Mastrapasqua, Leonardo <1989&gt. "Business Plan e strategia d'impresa. Differenze tra start up ed imprese in espansione. Il caso Design Italia Srls." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4908.

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Cogo, Riccardo <1993&gt. "Branding nell’industria musicale indipendente italiana: come trasformare un artista in un brand e l'importanza di una strategia di branding." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15255.

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Abstract:
Il branding nell’industria musicale indipendente italiana sembra essere diventato uno degli strumenti di marketing più di tendenza per la distribuzione e promozione del prodotto e servizio musica. I consumatori vedono nei generi musicali un capitale di valori e tendenze, una forma di associazione tra persone che condividono principi e che sentono riflettere il proprio stato d’animo. Gli artisti diventano così i portavoce di un movimento. La musica, e i valori che comunica l’artista, vengono racchiusi nel suo brand che si esplicita attraverso il suo nome d’arte e diventa lo stemma sotto il quale l’audience si unisce e comunica con l’artista. La brand image di un artista è così il simbolo che racchiude tutta l’essenza di un’artista. Da parte sua l’artista ha l’obbligo della coerenza di quei valori che lo rendono unico e distinguibile dagli altri artisti e il dovere di comunicare sé stesso attraverso i canali di comunicazione messi a disposizione dall’industria musicale. L’obiettivo dell’artista brand è aumentare la sua awareness, creare legami con l’audience per poter incrementare le vendite dei prodotti e aumentare la sua notorietà. Senz’altro per quello che sono le caratteristiche di un artista indipendente, internet e le nuove tecnologie digitali rappresentano il miglior strumento per comunicare la brand equity in termini di efficacia ed efficienza. Nel processo di creazione del brand e nella fase successiva di gestione, l’artista, l’industria musicale e l’audience, cooperano tra loro. Queste tre figure rappresentano l’insieme degli stakeholder che relativamente hanno funzioni e obiettivi diversi ma è proprio grazie al legame che intercorre tra essi che l’artista si trasforma in un brand e si parlerà dunque di co-branding. Con queste premessa, è interessante capire come l’artista e il suo management gestiscono il brand ma soprattutto è interessante individuare la proprietà del brand. Metodologia: Partendo da uno studio del background teorico della materia, verrà fatta una descrizione approfondita del concetto di brand e di branding, individuando gli stakeholder che influiscono nel processo di creazione e gestione del brand. Al fine di realizzare ciò verranno studiati case studies passati e realizzate interviste con etichette discografiche, manager e agenzie di booking per un’analisi qualitativa. Scoperte: I musicisti possono essere pensati come un brand da gestire al fine di coltivare e comunicare un’immagine di loro stessi, come un’insieme di valori nei quali l’audience si rispecchia. Il brand è il risultato delle azioni compiute dagli stakeholder nella rete di relazioni che intercorrono tra artista, industria musicale e audience. Parole chiave: Brand, Branding, Co-branding, Industria musicale indipendente italiana, Brand Artist.
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Perin, Luca <1987&gt. "Il Social CRM: l’utilizzo di strumenti social come estensione del CRM aziendale. Strategia e scenari nel settore arredo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2634.

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Abstract:
Oggigiorno i consumatori di tutte le fasce d’età interagiscono in qualunque modo, luogo e tempo, attraverso una moltitudine di canali che la rete Internet mette a loro disposizione. I social media sono il luogo dove avvengono queste conversazioni. I social media non solo diventano così strumento di comunicazione innovativa ma contribuiscono a stabilire attraversi l'ascolto una  relazione  attiva  1:1 con i consumatori. La pubblicità tradizionale e l’utilizzo dei diversi social media e altri strumenti web 2.0 consentono alle aziende di realizzare interazioni, che possono essere gestite, attraverso la combinazione di social media e Customer Relationship Management: questa combinazione tra social media e CRM è configurato ed identificato con il termine di Social CRM (SCRM). La tesi sviluppa il tema del Social CRM e illustra un’indagine sullo sviluppo del SCRM nel settore arredo illustrando qualche strategia.
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Favale, Francesco. "Strategia di diversificazione del mercato: il caso IBM." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7221/.

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Abstract:
La strategia di diversificazione ha l’obiettivo di sviluppare la presenza competitiva di un’impresa in una molteplicità di settori, non necessariamente correlati. Un’impresa diversificata ha le competenze e il vantaggio di realizzare, quindi, una quota significativa del proprio volume d’affari in settori diversi da quello di origine, o comunque considerato come principale. Ciò che ha suscitato in me maggiore interesse, nell'ambito delle strategie e delle decisioni aziendali e in particolar modo lo studio della diversificazione del mercato, è cercare di capire quali siano le ragioni che conducono le aziende, di grandi e piccole dimensioni, ad ampliare il proprio raggio d’azione. Oggetto di studio e di analisi è il caso IBM – International Business Machine – considerata, a tutt'oggi, una delle più grandi aziende che, da oltre un secolo, opera nel settore informatico. Lo scopo di questo elaborato è cercare di capire quali siano stati in questi lunghi anni e quali tuttora sono gli obiettivi del management aziendale di IBM, che hanno portato ad un lento addio della divisione hardware e puntato su nuove aree di business, cercando di analizzare, nel dettaglio, la strategia di diversificazione attuata. Nel primo capitolo verrà esposta la strategia di diversificazione. Per inquadrare l'ambito di discussione di questo elaborato, verranno esposti i punti fondamentali dell’analisi di settore, la gestione delle imprese diversificate e le decisioni di portafoglio. Il secondo capitolo verterà sull'analisi approfondita dell'azienda, al quale si fa riferimento con una Company Overview che non può prescindere dalla storia della società, passando per le origini e le prime innovazioni in ambito informatico per arrivare fino ai successi di oggi con una particolare focalizzazione al periodo buio attraversato negli anni ‘80. Dopo aver fotografato l’impresa, nella terza e ultima parte, cercherò di ripercorrere, cronologicamente, attraverso i modelli teorici precedentemente esposti, le decisioni manageriali, le strategie e le scelte che hanno portato IBM a diversificare.
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POLETTI, LAURA. "Il transmedia storytelling come nuova strategia di Public Engagement per la valorizzazione della Terza Missione. Il caso The Shifters dell’Università degli Studi di Cagliari." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2021. http://hdl.handle.net/11584/315416.

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Abstract:
The present thesis investigates the Third Mission phenomenon focusing specifically on the role of Public Engagement in enlarging universities’ audience and enhancing the diffusion of scientific research. The primary objective of this study is to better understand how universities can improve their Third Mission activities by implementing key public engagement strategies and using innovative communication models. More specifically, the present research aims to uncover the mechanisms underlying the use of digital media in the formulation of new science communication models within Public Engagement activities; the latter represents a challenge and an opportunity for universities from both a social and managerial perspectives. To achieve this objective, I first employed an extensive literature review using a topic modeling approach to examine the latent structure of twenty years of literature on the Third Mission and Public Engagement. This analysis allowed identifying the most prominent research paths, evolutionary patterns, and future trends that characterize this body of research. Three core streams were outlined: digital engagement, science engagement and knowledge, and technology engagement. These streams offered the basis for a more in-depth examination of how new science communication models represent a crucial element for a comprehensive understanding of the public engagement of universities within a specific territory. In addition, I adopted a participatory observation approach using storytelling and transmedia narration techniques and examined the case of “The Shifters: The Third Mission”—a pilot project carried out by the University of Cagliari. The project offers unique real-life insights into the role of transmedia communication to foster the diffusion of scientific research by involving both experts on communication strategies and academic researchers. The core outcome of this study, owed by the case analysis, consists of developing a conceptual framework that combines key concepts of Third Mission (public audience, research, and media), uncovering potential connections. Findings showed a positive effect of the strategic use of new social media; nevertheless, the analysis highlighted universities do not exploit their overall potentiality. Indeed, this type of organization could leverage new media tools to promote Third Mission activities using a transmedia communication model that allows reaching a large audience characterized by high heterogeneity. In so doing, the present work contributes to both Third Mission and public engagement literature by offering a novel and hybrid conceptual model that can serve as a guideline for science communication. Finally, several practical implications, limitations, and future research avenues are also presented and further discussed.
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Veronesi, Andrea. "Le Pay TV in Italia: sviluppo tecnologico e strategie aziendali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7418/.

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Abstract:
Con questa tesi si è voluto evidenziare lo stretto rapporto di dipendenza delle aziende televisive con gli eventi sportivi al fine di poter guadagnare fette di mercato e quindi posizione strategiche rispetto ai concorrenti. Tra le aziende televisive e il settore sportivo c'è quindi un rapporto mezzo/contenuto decisamente complementare. Nessuno dei due può fare a meno dell'altro. Da una parte, come evidenziato, le emittenti televisive, durante la messa in onda di eventi sportivi, registrano elevati livelli di audience e ciò costituisce la "cassa di risonanza" preferita dagli sponsor. Dall'altra parte lo sport, che anno dopo anno ha visto aumentare la propria dipendenza dai network dal momento che la cessione dei diritti televisivi è diventata una delle maggiori fonti di reddito per le società sportive.
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Di, Donato Davide. "La Strategia Competitiva basata sulla Leadership di costo nei mercati dei beni durevoli." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L'elaborato tratterà, in linea teorica e successivamente con un esempio pratico, il tema della strategia di costo basata sulla leadership di costo. La prima parte vedrà partirà da una linea ampia, al fine di chiarire al meglio cosa sia una strategia aziendale e come essa vada implementata,si restringerà poi andandosi a focalizzare con particolare attenzione su come applicare tale strategia nei mercati di beni durevoli, beni il cui consumo viene ripetuto nel tempo. L'analisi vedrà in particolare, li strumenti, i metodi aziendali e la filosofia per far si che tale strategia diventi più che competitiva nei mercati individuati. Si analizzerà inoltre brevemente il caso di Ikea, leader mondiale della produzione e distribuzione di mobili, la quale ha posto il suo modello di business proprio sulla Leadership di costo. La seconda parte vedrà un caso pratico: come tale strategia è stata implementata e utilizzata nel contesto del business game, una simulazione di un mercato proprio di beni durevoli, lavatrici e asciugabiancherie. L'analisi verterà sulla squadra Freedinelli che ha conseguito buoni risultati attraverso tale strategia. Infine verranno tratte delle conclusioni sulla convenienza ad utilizzare tale strategia, in quali casi sia più conveniente farlo e come farlo al meglio.
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Cavina, Francesco. "Perchè le imprese dovrebbero investire in mhealth? pro e contro della nuova frontiera del healthcare." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9651/.

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Abstract:
La tesi si occupa della nuova frontiera del healthCare, la salute mobile o mHealth, analizzando al situazione di mercato, le previsioni future, quelli che possono essere i vantaggi di questo nuovo mercato e le barriere che ne possono limitare lo sviluppo. Integrando il lavoro con un analisi tramite le teorie strategiche imparate durante i corsi di studio
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Vicariucci, Marco. "Strategie competitive nel settore dei videogiochi: Il caso di take-two interactive." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6189/.

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Abstract:
Partendo da un’analisi di mercato che si sviluppa meglio con una segmentazione, andremo ad analizzare il settore degli editori di videogiochi, le loro quote di mercato e come si stanno evolvendo per rimanere al passo con la tecnologia in un settore con forte competizione. Lo scopo di questa tesi è spiegare il successo della Take Two Interactive descrivendo la sua storia, le strategia che ha adottato negli anni per arrivare a competere con altri grandi editori e come si sta approcciando alle nuove tecnologie, all’evoluzione dei comportamenti d’acquisto dei consumatori e ai nuovi mercati emergenti.
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DAGNINO, IRENE. "MULTIMARKET COMPETITION E STRATEGIE INTERNAZIONALI: EVIDENZE NEL SETTORE DEL FASHION RETAILING." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6051.

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Abstract:
Il lavoro analizza gli effetti della multimarket competition sulle principali undici aziende multinazionali operanti nel fashion retailing, e approfondisce l’analisi del posizionamento strategico che le imprese scelgono in ciascun mercato. L’analisi empirica mostra che, per le aziende che si confrontano su diversi mercati comuni, il grado di market commonality con i concorrenti è negativamente associato alla redditività a livello di gruppo. Inoltre, i risultati mostrano che le imprese differenziano il posizionamento sulla base dell’ importanza strategica del mercato: minore risulta essere l’importanza strategica, maggiore è il markup applicato. Le imprese tendono quindi a ricercare, nei mercati strategicamente poco rilevanti, un posizionamento più alto, che giustifichi un markup più elevato rispetto al posizionamento ottenuto a livello globale. Inoltre, la dimensione del mercato influisce sull’effetto che le scelte di posizionamento generano sulla redditività locale. Nello specifico lo studio mostra che: (a) nei mercati grandi la redditività maggiore è associata ad aziende che registrano simultaneamente quote di mercato elevate e livelli di markup maggiori; (b) nei mercati piccoli la redditività maggiore è basata alternativamente sulla ricerca di quote di mercato maggiori o di un prezzo più alto (elevato markup).
This study investigates the outcomes of multimarket competition using data on the top eleven global fashion retailers, and deepens the analysis of the strategic positioning that firms choose in each foreign market where they operate. Empirical results suggest that the level of international market commonality with direct competitors is negatively related to their corporate financial performance. Moreover, focusing on the strategies of the single local units, the results of the analysis show that firms do not choose the same positioning in all their international markets, but they rather differentiate their positioning. In markets that constitute a small fraction of a firm’s total export, fashion retailers tend to skim the market commanding fairly higher price compared with their average global pricing level. Furthermore, market size also has influence on strategic positioning and on the relationship between strategic positioning and financial performance. Specifically, this study shows that: (a) in large markets, the winning strategy requires both a high market share and a high pricing; (b) in small markets, winning strategies can be based either on large market share or on high pricing.
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DAGNINO, IRENE. "MULTIMARKET COMPETITION E STRATEGIE INTERNAZIONALI: EVIDENZE NEL SETTORE DEL FASHION RETAILING." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6051.

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Abstract:
Il lavoro analizza gli effetti della multimarket competition sulle principali undici aziende multinazionali operanti nel fashion retailing, e approfondisce l’analisi del posizionamento strategico che le imprese scelgono in ciascun mercato. L’analisi empirica mostra che, per le aziende che si confrontano su diversi mercati comuni, il grado di market commonality con i concorrenti è negativamente associato alla redditività a livello di gruppo. Inoltre, i risultati mostrano che le imprese differenziano il posizionamento sulla base dell’ importanza strategica del mercato: minore risulta essere l’importanza strategica, maggiore è il markup applicato. Le imprese tendono quindi a ricercare, nei mercati strategicamente poco rilevanti, un posizionamento più alto, che giustifichi un markup più elevato rispetto al posizionamento ottenuto a livello globale. Inoltre, la dimensione del mercato influisce sull’effetto che le scelte di posizionamento generano sulla redditività locale. Nello specifico lo studio mostra che: (a) nei mercati grandi la redditività maggiore è associata ad aziende che registrano simultaneamente quote di mercato elevate e livelli di markup maggiori; (b) nei mercati piccoli la redditività maggiore è basata alternativamente sulla ricerca di quote di mercato maggiori o di un prezzo più alto (elevato markup).
This study investigates the outcomes of multimarket competition using data on the top eleven global fashion retailers, and deepens the analysis of the strategic positioning that firms choose in each foreign market where they operate. Empirical results suggest that the level of international market commonality with direct competitors is negatively related to their corporate financial performance. Moreover, focusing on the strategies of the single local units, the results of the analysis show that firms do not choose the same positioning in all their international markets, but they rather differentiate their positioning. In markets that constitute a small fraction of a firm’s total export, fashion retailers tend to skim the market commanding fairly higher price compared with their average global pricing level. Furthermore, market size also has influence on strategic positioning and on the relationship between strategic positioning and financial performance. Specifically, this study shows that: (a) in large markets, the winning strategy requires both a high market share and a high pricing; (b) in small markets, winning strategies can be based either on large market share or on high pricing.
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Del, Vescovo Matteo. "Analisi delle strategie di lobbying di Uber nel mercato politico statunitense." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23027/.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi propone un’analisi sull’attività di lobbying di Uber Technology Inc. e di quanto quest’ultima abbia influito sulle decisioni politiche del Congresso degli Stai Uniti d’America. La ricerca è stata condotta soffermandosi sulle strategie di lobbying adottate da Uber, mirate ad influenzare l’opinione politica del Congresso sulle proposte di legge giudicate rilevanti ai fini aziendali. Nella prima fase di lavoro è stata svolta una ricerca dati riguardante l’attività di lobbying di Uber Technologies tramite il sito Open Secrets, il più importante sito al mondo di raccolta dati riguardante il lobbying politico. In seguito si è svolta un'analisi di questi dati cercando di comprendere la posizione di Uber nel mercato politico statunitense e gli obiettivi che ha perseguito investendo in attività di lobbying. I risultati ottenuti mostrano la riuscita delle strategie di lobbying politico di Uber e una crescita esponenziale degli investimenti in queste attvità.
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Borrelli, Pietro. "Analisi delle aziende leader di settore della mobilità nel prossimo ventennio nel campo dell’energia rinnovabile." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
La mia tesi ha come scopo quello di voler analizzare la realtà della mobilità a carattere rinnovabile, nello specifico dell’elettrico nel panorama mondiale. Analizzando quali sono le aziende leader di questo settore, oltre ad identificare le proprie scelte strategiche per una politica che prediliga le fonti di energie rinnovabile a quelle endotermiche, identificare le nuove tecnologie introdotte e brevettate dalle aziende produttrici di automobili, capire quali saranno le scelte per la ricerca di una sostenibilità ambientale che preme riportare alla normalità e quale ruolo avranno i governi nel dettare nuove politiche istituzionali per il rispetto dei limiti delle emissioni di CO2. Le politiche di attuazione, tipo gli incentivi degli stati ai singoli cittadini per preferire l’acquisto di automobili elettriche/ibride a quelle endotermiche, insieme alla diminuzione del costo delle batterie, mette a dura prova le industrie petrolifere. Un grande ostacolo che si oppone, ad oggi, ad un aumento esponenziale delle auto elettriche è il loro prezzo, in gran parte determinato dal costo della batteria. Un’auto elettrica che percorre 6 km per ogni kWh di elettricità immagazzinata richiede una batteria da 50 kWh per avere un’autonomia di 300 km. Tuttavia, una batteria simile, che oggi costa 10.000 euro, nel 2025 costerà circa 4.000 euro e renderà competitivo il prezzo delle auto elettriche rispetto a quelle a benzina o gasolio. Nel 2040 il 90% delle automobili saranno elettriche e l’energia accumulata nelle loro batterie potrà anche essere riversata, a un prezzo conveniente, nella rete per bilanciarla. Come conclusione andrò a identificare quali aziende a livello mondiale oggi ricoprono la posizione di leader di settore nelle vendite di veicoli elettrici, inoltre, quali sono state le scelte strategiche di successo che hanno portato ad esserlo.
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Petrocchi, Alberto. "Le pressioni delle web company sulle istituzioni europee." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6187/.

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Abstract:
Grazie all’analisi del dibattito in corso nelle istituzioni europee inerente il tema della neutralità della rete si è avuto modo di capire come le web companies, debbano non solo interagire con il proprio mercato, ma anche con un ambiente in cui vi sono attori che definiscono regole ed influenzano i contesti sociali. Questo ambiente è composto da quei fattori sociali, politici e legali che interagiscono e influenzano dall’esterno i mercati e gli accordi privati. Esso comprende quindi tutte le interazioni economiche che hanno come intermediario un soggetto pubblico, in questo caso le istituzioni europee, e in cui, causa questa presenza, la natura degli accordi non risponde prettamente a logiche economiche ma più a quelle politiche.
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CICCOLA, ROBERTA. "Exploring the interplay between accounting and strategizing through a socio-spatial view of organizations." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2020. http://hdl.handle.net/11566/274660.

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Abstract:
Sin dal contributo di Anthony (1965), il tema delle relazioni che si instaurano tra accounting e strategia è un argomento che è stato costantemente trattato nella letteratura accademica di accounting. Nonostante i numerosi studi, nell'ultimo decennio diversi autori hanno evidenziato la necessità di ulteriori indagini e hanno suggerito di spostare il focus dal concetto di strategia a quello di strategizing per pervenire ad un'analisi più approfondita delle relazioni tra accounting e strategia. Alla luce di questo background, lo scopo della tesi è di indagare come l’accounting influenza il processo di strategizing e il modo in cui essi interagiscono reciprocamente. Per raggiungere questo obiettivo la tesi si basa su un caso di studio singolo, nonché sulle lenti teoriche offerte da una visione socio-spaziale delle organizzazioni. Nel dettaglio, la tesi attinge al framework di Henri Lefebvre (1991) e ai relativi concetti di conceived, perceived e lived space al fine di teorizzare l'esistenza di "spazi strategici" ed indagare come l’accounting possa partecipare alla loro costruzione. La tesi evidenzia che l’accounting può svolgere diversi ruoli nel processo di strategizing agendo sulle diverse dimensioni che costituiscono gli "spazi strategici". L’accounting può supportare e far emergere lo strategizing agendo come guida, come mezzo per mettere in discussione le scelte strategiche e come strumento che permette di portare alla luce nuove iniziative strategiche. Infine, la tesi sostiene che l’accounting e lo strategizing possono influenzarsi vicendevolmente portando, ad esempio, all’introduzione di nuovi strumenti contabili o all’evoluzione degli strumenti stessi in ottica strategica. Combinando le evidenze empiriche con le lenti teoriche utilizzate, la tesi offre molteplici contributi. In primo luogo, essa contribuisce agli studi precedenti analizzando il rapporto tra accounting e strategizing in un’ottica longitudinale ed evidenziando i diversi ruoli che l’accounting può svolgere. Inoltre, la tesi contribuisce alla letteratura sullo strategizing investigando la dimensione spaziale dello strategizing stesso. Infine, i risultati della tesi contribuiscono agli studi di accounting che esaminano il ruolo di quest’ultimo nella costruzione degli spazi organizzativi.
Since Anthony’s (1965) contribution, the relationship between accounting and strategy is a topic that has been constantly examined in the accounting literature. Despite this longstanding tradition, during the last decade, several authors have called for further inquiry and have suggested shifting from the notion of strategy to that of strategizing for a more detailed investigation of the accounting-strategy interplay. Against this background, the purpose of this thesis is to investigate how accounting affects the strategizing process and how they mutually interplay. To achieve this aim, the thesis relies upon a single case study of an Italian firm operating in the manufacturing sector as well as on the theoretical lenses offered by the socio-spatial view of organizations. In detail, the thesis engages with the well-known Henri Lefebvre’s (1991) spatial triad and with the concepts of conceived, perceived and lived space in order to theorize the existence of “strategy spaces” and investigate how accounting can participate at their construction. The thesis argues that accounting plays different roles in the strategizing process by acting on the different dimensions that form the “strategy space”. Accounting can support and perform strategizing acting as a guide, as a means of problematizing and questioning strategic choices and as a way of discovering new strategic patterns. Finally, the thesis argues that the link between accounting and strategizing is not unidirectional, rather they mutually interplay in a process of cross-fertilization. By combining the empirical evidence with theoretical insights, the thesis offers multiple contributions. It contributes to the accounting and strategizing literature by disentangling the relationship between accounting and strategizing on a longitudinal basis and shedding light on the different roles that accounting plays. Then, the thesis contributes to the strategizing literature by advancing prior studies on the spatial dimension of strategizing. Finally, the findings add to previous accounting studies which examine the performative role of accounting in constructing organizational spaces.
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PEDRINI, MATTEO. "Responsabilità di impresa e stakeholder management. La generazione di risorse intangibili." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/117.

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Abstract:
La tesi discute l'introduzione della responsabilità d'impresa nella strategia come un'opportunità per cui la creazione di valore per uno stakeholder possa contribuire alla generazione di valore per ognuno degli altri stakeholder. In particolare si sostiene che la possibilità di sviluppare le risorse intangibili mediante le attività di stakeholder management costituisce il principale nesso tra la responsabilità d'impresa e il miglioramento delle performance dell'azienda. La prima parte della tesi è dedicata a presentare i principali concetti a riguardo della responsabilità d'impresa, le conseguenze della responsabilità sulla gestione, della rilevanza strategica degli stakeholder, per concludersi con la trattazione delle relazioni che riuniscono le tre dimensioni del paradigma Stakeholder management-Risorse intangibili-Performance economiche . La seconda parte presenta i risultati delle ricerche condotte sullo svolgersi del paradigma nelle attività realizzate dai corporate responsibility manager italiani, nei sistemi di misurazione e rendicontazione delle performance e nell'utilizzo che le aziende stanno facendo dei canali e degli strumenti di comunicazione.
This thesis proposes that by introducing corporate responsibility into strategy the value created for a single stakeholder ultimately generates value for every other stakeholder. In particular the thesis affirms that the development of intangible resources through stakeholder management activities constitutes the principal link between corporate responsibility and the enhancement of corporate performance. The first part presents the main concepts of corporate responsibility, the consequences of responsibility on business management, the strategic relevance of the stakeholder, and the relations among the three dimensions of the Stakeholder management-Intangible resources-Economic Performance paradigm. The second part offers the results of research regarding the attention to the paradigm shown in the activities realized by Italian corporate responsibility managers, in the measurement tools, accounting systems and in communication channels utilized.
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PEDRINI, MATTEO. "Responsabilità di impresa e stakeholder management. La generazione di risorse intangibili." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/117.

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Abstract:
La tesi discute l'introduzione della responsabilità d'impresa nella strategia come un'opportunità per cui la creazione di valore per uno stakeholder possa contribuire alla generazione di valore per ognuno degli altri stakeholder. In particolare si sostiene che la possibilità di sviluppare le risorse intangibili mediante le attività di stakeholder management costituisce il principale nesso tra la responsabilità d'impresa e il miglioramento delle performance dell'azienda. La prima parte della tesi è dedicata a presentare i principali concetti a riguardo della responsabilità d'impresa, le conseguenze della responsabilità sulla gestione, della rilevanza strategica degli stakeholder, per concludersi con la trattazione delle relazioni che riuniscono le tre dimensioni del paradigma Stakeholder management-Risorse intangibili-Performance economiche . La seconda parte presenta i risultati delle ricerche condotte sullo svolgersi del paradigma nelle attività realizzate dai corporate responsibility manager italiani, nei sistemi di misurazione e rendicontazione delle performance e nell'utilizzo che le aziende stanno facendo dei canali e degli strumenti di comunicazione.
This thesis proposes that by introducing corporate responsibility into strategy the value created for a single stakeholder ultimately generates value for every other stakeholder. In particular the thesis affirms that the development of intangible resources through stakeholder management activities constitutes the principal link between corporate responsibility and the enhancement of corporate performance. The first part presents the main concepts of corporate responsibility, the consequences of responsibility on business management, the strategic relevance of the stakeholder, and the relations among the three dimensions of the Stakeholder management-Intangible resources-Economic Performance paradigm. The second part offers the results of research regarding the attention to the paradigm shown in the activities realized by Italian corporate responsibility managers, in the measurement tools, accounting systems and in communication channels utilized.
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MINELLI, MICHELE. "MIDDLE MANAGERS AND DIVESTMENT DECISIONS IN MULTINATIONAL CORPORATIONS." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/57900.

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Abstract:
Il progetto di ricerca riguarda le decisioni di disinvestimento ed il coinvolgimento del management di livello intermedio nelle iniziative di disinvestimento. L’obiettivo principale è quello di comprendere il processo decisionale sottostante alle decisioni di disinvestimento nelle grandi aziende multinazionali, con particolare attenzione agli asset di business. I manager di livello intermedio sono chiamati spesso a valutare gli asset di business e scegliere quali tenere e quali vendere, nell’ambito del portafoglio di asset detenuti da un’azienda. Utilizzando il framework di dynamic capabilities, ai fini della presente ricerca, abbiamo adottato una metodologia mista, che ci ha permesso di raccogliere le prime evidenze da un case study, tornare alla letteratura di management per una review di quanto scritto in precedenza e costruire la sezione più innovativa di questo lavoro, ossia l’esperimento di policy capturing. Tramite delle interviste fatte a manager di livello intermedio in una multinazionale europea, sono state individuate quattro prospettive teoriche che possono spiegare i determinati che hanno portato alla dismissione di un asset, ossia real option theory, transaction cost economics, resource-based view e new institutionalism. Il gap di ricerca è stato individuato nel fatto che gli studi condotti in precedenza si sono focalizzati principalmente sul disinvestimento di business unit o filiali e hanno basato le analisi prevalentemente su dati secondari. L’esperimento di policy capturing è stato usato per catturare quali fattori realmente influenzano le valutazioni dei manager di livello intermedio nel momento in cui sono chiamati a valutare la dismissione di asset di business. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare e testare un framework teorico derivante da un fenomeno osservato, che origina dalla pratica manageriale. L’interesse è stato guidato principalmente da un gap percepito tra la teoria e la pratica in merito alle decisioni di disinvestimento e l’impressione che quanto saggiamente descritto nei libri di management non sia diffusamente utilizzato nella pratica.
This research project addresses divestment decisions and the involvement of middle management in divestiture initiatives. The main goal is to understand the practice of divestment decision-making in multinational multibusiness corporations, with a focus on the divestment of business unit assets. Middle managers are routinely asked to assess business unit assets and choose the ones to keep and the ones to be divested within the firm’s portfolio of assets. Within the dynamic capabilities framework, as for the purpose of this research project, we adopted a mixed methodology that allowed us collect useful insights from a case study, go back to the management literature for a structured review and open up the way to the most innovative section of this work, the policy capturing experiment. Middle managers inside a European multinational corporation were interviewed, providing evidence for four main theoretical lenses that can explain determinants related to asset divestment decisions, namely real option theory, transaction cost economics, resource-based view and new institutionalism. A clear research gap was identified as a consequence of the major focus of prior research on business unit or subsidiary divestments and the predominant use of secondary data. The policy capturing instrument, drawing from the four theoretical lenses, is used to capture which factors influence middle managers assessment of the divestment of business unit assets. Our intent is to develop and test a theoretical framework about an existing phenomenon, originating from the management practice. This interest was mainly driven by a perceived gap between theory and practice about divestment decisions and by the belief that the conventional wisdom of management textbooks is not widely used in practice.
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MINELLI, MICHELE. "MIDDLE MANAGERS AND DIVESTMENT DECISIONS IN MULTINATIONAL CORPORATIONS." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/57900.

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Abstract:
Il progetto di ricerca riguarda le decisioni di disinvestimento ed il coinvolgimento del management di livello intermedio nelle iniziative di disinvestimento. L’obiettivo principale è quello di comprendere il processo decisionale sottostante alle decisioni di disinvestimento nelle grandi aziende multinazionali, con particolare attenzione agli asset di business. I manager di livello intermedio sono chiamati spesso a valutare gli asset di business e scegliere quali tenere e quali vendere, nell’ambito del portafoglio di asset detenuti da un’azienda. Utilizzando il framework di dynamic capabilities, ai fini della presente ricerca, abbiamo adottato una metodologia mista, che ci ha permesso di raccogliere le prime evidenze da un case study, tornare alla letteratura di management per una review di quanto scritto in precedenza e costruire la sezione più innovativa di questo lavoro, ossia l’esperimento di policy capturing. Tramite delle interviste fatte a manager di livello intermedio in una multinazionale europea, sono state individuate quattro prospettive teoriche che possono spiegare i determinati che hanno portato alla dismissione di un asset, ossia real option theory, transaction cost economics, resource-based view e new institutionalism. Il gap di ricerca è stato individuato nel fatto che gli studi condotti in precedenza si sono focalizzati principalmente sul disinvestimento di business unit o filiali e hanno basato le analisi prevalentemente su dati secondari. L’esperimento di policy capturing è stato usato per catturare quali fattori realmente influenzano le valutazioni dei manager di livello intermedio nel momento in cui sono chiamati a valutare la dismissione di asset di business. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare e testare un framework teorico derivante da un fenomeno osservato, che origina dalla pratica manageriale. L’interesse è stato guidato principalmente da un gap percepito tra la teoria e la pratica in merito alle decisioni di disinvestimento e l’impressione che quanto saggiamente descritto nei libri di management non sia diffusamente utilizzato nella pratica.
This research project addresses divestment decisions and the involvement of middle management in divestiture initiatives. The main goal is to understand the practice of divestment decision-making in multinational multibusiness corporations, with a focus on the divestment of business unit assets. Middle managers are routinely asked to assess business unit assets and choose the ones to keep and the ones to be divested within the firm’s portfolio of assets. Within the dynamic capabilities framework, as for the purpose of this research project, we adopted a mixed methodology that allowed us collect useful insights from a case study, go back to the management literature for a structured review and open up the way to the most innovative section of this work, the policy capturing experiment. Middle managers inside a European multinational corporation were interviewed, providing evidence for four main theoretical lenses that can explain determinants related to asset divestment decisions, namely real option theory, transaction cost economics, resource-based view and new institutionalism. A clear research gap was identified as a consequence of the major focus of prior research on business unit or subsidiary divestments and the predominant use of secondary data. The policy capturing instrument, drawing from the four theoretical lenses, is used to capture which factors influence middle managers assessment of the divestment of business unit assets. Our intent is to develop and test a theoretical framework about an existing phenomenon, originating from the management practice. This interest was mainly driven by a perceived gap between theory and practice about divestment decisions and by the belief that the conventional wisdom of management textbooks is not widely used in practice.
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BELLIO, ELENA. "L'invecchiamento dei consumatori in Italia. Il Valore Generato da una Strategia di "Silver Marketing"." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39861.

Full text
Abstract:
L’italia è un paese che invecchia rapidamente. Oggi il marketing dedica una rinnovata attenzione a questo fenomeno, cercando di valorizzarne appieno le potenzialità. La ricerca analizza le caratteristiche peculiari del cliente “over 65” con l’obiettivo di comprenderne specificità e value driver e di orientare correttamente le azioni volte alla creazione di valore. L’analisi è stata condotta in tre ambiti distinti: 1) Grande distribuzione organizzata indagando il ruolo dell’in-store design rispetto alla progettazione dell’esperienza di acquisto del cliente silver con un focus specifico sul ruolo della nostalgia; 2) Settore bancario focalizzando l’attenzione sulle variabili più rilevanti per la creazione di fiducia e sulle relazioni tra fiducia ed importanza attribuita ad un set di variabili; 3) Settore sanitario, indagando la propensione alla spesa a fronte di elementi migliorativi del servizio ed il grado di accettazione di logiche di prezzo dinamico. La metodologia adottata è una survey condotta per mezzo di un questionario. I dati sono stati raccolti mediante interviste interpersonali e interviste CATI. Complessivamente, è stato raggiunto un campione di 1550 soggetti. I dati sono stati elaborati con analisi di moderazione/mediazione e analisi cluster. I risultati ottenuti hanno consentito di profilare i segmenti senior limitatamente ai loro value driver, evidenziando il ruolo della sfera sociale e relazionale, che si conferma la variabile più critica nell’orientare comportamenti e preferenze.
Italy is a rapidly aging country. Today marketing is showing a renewed attention to this phenomenon, trying to fully exploit its potential. The research analyzes the specific characteristics of the "over 65" customer with the objective of understanding its value drivers in order to correctly guide managerial actions aimed at providing value. The analysis was conducted in three different contexts: 1) Mass retailers, looking at the impact of in-store design solutions on silver customers experience with a specific focus on the role of nostalgia; 2) Banking sector, to identify the variables which impact the most on trust in banks and the financial sector and on the relationships between trust and the importance attributed to a set of other variables; 3) Healthcare sector, investigating the willingness to pay for service improvements and dynamic pricing degree of acceptance. The adopted methodology is a survey developed through questionnaires. Data were collected through personal interviews and CATI. Overall 1550 respondents were reached. Moderation/mediation analysis and cluster analysis were performed on the collected data. Results allow to define different segments of silver customers by identifying their value driver, especially highlighting the specific role played by social interactions.
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BELLIO, ELENA. "L'invecchiamento dei consumatori in Italia. Il Valore Generato da una Strategia di "Silver Marketing"." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39861.

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Abstract:
L’italia è un paese che invecchia rapidamente. Oggi il marketing dedica una rinnovata attenzione a questo fenomeno, cercando di valorizzarne appieno le potenzialità. La ricerca analizza le caratteristiche peculiari del cliente “over 65” con l’obiettivo di comprenderne specificità e value driver e di orientare correttamente le azioni volte alla creazione di valore. L’analisi è stata condotta in tre ambiti distinti: 1) Grande distribuzione organizzata indagando il ruolo dell’in-store design rispetto alla progettazione dell’esperienza di acquisto del cliente silver con un focus specifico sul ruolo della nostalgia; 2) Settore bancario focalizzando l’attenzione sulle variabili più rilevanti per la creazione di fiducia e sulle relazioni tra fiducia ed importanza attribuita ad un set di variabili; 3) Settore sanitario, indagando la propensione alla spesa a fronte di elementi migliorativi del servizio ed il grado di accettazione di logiche di prezzo dinamico. La metodologia adottata è una survey condotta per mezzo di un questionario. I dati sono stati raccolti mediante interviste interpersonali e interviste CATI. Complessivamente, è stato raggiunto un campione di 1550 soggetti. I dati sono stati elaborati con analisi di moderazione/mediazione e analisi cluster. I risultati ottenuti hanno consentito di profilare i segmenti senior limitatamente ai loro value driver, evidenziando il ruolo della sfera sociale e relazionale, che si conferma la variabile più critica nell’orientare comportamenti e preferenze.
Italy is a rapidly aging country. Today marketing is showing a renewed attention to this phenomenon, trying to fully exploit its potential. The research analyzes the specific characteristics of the "over 65" customer with the objective of understanding its value drivers in order to correctly guide managerial actions aimed at providing value. The analysis was conducted in three different contexts: 1) Mass retailers, looking at the impact of in-store design solutions on silver customers experience with a specific focus on the role of nostalgia; 2) Banking sector, to identify the variables which impact the most on trust in banks and the financial sector and on the relationships between trust and the importance attributed to a set of other variables; 3) Healthcare sector, investigating the willingness to pay for service improvements and dynamic pricing degree of acceptance. The adopted methodology is a survey developed through questionnaires. Data were collected through personal interviews and CATI. Overall 1550 respondents were reached. Moderation/mediation analysis and cluster analysis were performed on the collected data. Results allow to define different segments of silver customers by identifying their value driver, especially highlighting the specific role played by social interactions.
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MAGNANI, GIACOMO. "Risorse, competenze, orientamento strategico e assetti: il caso delle fondazioni bancarie." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/116.

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Abstract:
Questo lavoro è incentrato sulle fondazioni bancarie italiane. Lo scopo di questo lavoro è quello di descrivere la situazione di questi enti non profit nate dalle vecchie casse di risparmio (e banche dei monti). Si ritiene che fondazioni bancarie, che sono i soggetti grant making più importanti in Italia, stiano attraversano un momento di cambiamenti (dal punto di vista strategico), dopo un periodo turbolento dal punto di vista della produzione legislativa, in questo lavoro queste aziende sono studiate con l'approccio tipico della resource based view allo scopo di capire se le fondazioni bancarie stiano superando l'isomorfismo istituzionale che caratterizzò il sistema delle fondazioni tecniche bancarie adottando nuove e diverse strategie basate sulle competenze centrali che ogni fondazione possiede. L'ipotesi di questo lavoro sono due: il superando dell'isomorfismo e l'affermazione di una nuova cultura manageriale. La ricerca multi-metodo mostra che le ipotesi non sono ancora completamente verificate anche se alcune fondazioni guidate da direttori più visionari stanno approntando nuovi approcci strategici ed organizzativi per il loro futuro.
This work is focused on the Italian banking foundations. The aim of this work is to describe the situation of these non profit organizations born from the old public banks. The banking foundations which are the richest grant making subjects in Italy are supposed to be in a moment of changes (under the strategic point of view), after a period of turbulent times due to the legislative innovations, in this work these organizations are studied with the typical approach of the Resource based view in order to understand if the banking foundations are overcome the isomorphism that characterized the whole system of banking foundations adopting new different strategies based on the core competences which every foundation has. The hypotheses of this work are two: the overcoming of the isomorphism and the affirmation of a new managerial culture among these subjects. The research that used different methods shows that the hypothesis are still not completely verified even if some foundations lead by visionary managers are trying new strategic and organizational approaches for their future.
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MAGNANI, GIACOMO. "Risorse, competenze, orientamento strategico e assetti: il caso delle fondazioni bancarie." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/116.

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Abstract:
Questo lavoro è incentrato sulle fondazioni bancarie italiane. Lo scopo di questo lavoro è quello di descrivere la situazione di questi enti non profit nate dalle vecchie casse di risparmio (e banche dei monti). Si ritiene che fondazioni bancarie, che sono i soggetti grant making più importanti in Italia, stiano attraversano un momento di cambiamenti (dal punto di vista strategico), dopo un periodo turbolento dal punto di vista della produzione legislativa, in questo lavoro queste aziende sono studiate con l'approccio tipico della resource based view allo scopo di capire se le fondazioni bancarie stiano superando l'isomorfismo istituzionale che caratterizzò il sistema delle fondazioni tecniche bancarie adottando nuove e diverse strategie basate sulle competenze centrali che ogni fondazione possiede. L'ipotesi di questo lavoro sono due: il superando dell'isomorfismo e l'affermazione di una nuova cultura manageriale. La ricerca multi-metodo mostra che le ipotesi non sono ancora completamente verificate anche se alcune fondazioni guidate da direttori più visionari stanno approntando nuovi approcci strategici ed organizzativi per il loro futuro.
This work is focused on the Italian banking foundations. The aim of this work is to describe the situation of these non profit organizations born from the old public banks. The banking foundations which are the richest grant making subjects in Italy are supposed to be in a moment of changes (under the strategic point of view), after a period of turbulent times due to the legislative innovations, in this work these organizations are studied with the typical approach of the Resource based view in order to understand if the banking foundations are overcome the isomorphism that characterized the whole system of banking foundations adopting new different strategies based on the core competences which every foundation has. The hypotheses of this work are two: the overcoming of the isomorphism and the affirmation of a new managerial culture among these subjects. The research that used different methods shows that the hypothesis are still not completely verified even if some foundations lead by visionary managers are trying new strategic and organizational approaches for their future.
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RIZZI, FRANCESCA. "Imprese familiari e acquisizioni: come la famiglia influenza le strategie e le performance aziendali." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39860.

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Abstract:
Il presente lavoro, riconoscendo la rilevanza che le aziende familiari detengono all’interno del contesto internazionale, con particolare riferimento a quello italiano, si propone di analizzare la loro propensione verso l’implementazione della strategia di acquisizione. In particolare lo studio, composto da tre paper tra loro connessi, è volto a delineare una “fotografia” del tessuto imprenditoriale italiano rilevando le caratteristiche delle aziende familiari e della tipologia delle operazioni di crescita per via esterna da queste conseguite. Inoltre, la ricerca fornisce delle comparazioni con le operazioni svolte dalle imprese non familiari così da comprenderne similitudini e differenze evidenziando come la partecipazione della famiglia proprietaria, sia in termini di proprietà che di gestione, incida sulla predisposizione ad acquisire. Il primo paper indaga l’attitudine delle imprese familiari e non familiari ad acquisire, mostrando tipologie e caratteristiche delle operazioni di crescita per via esterna da queste conseguite nel periodo 2000 – 2014. Il secondo lavoro, approfondito il ruolo della distanza culturale ed economica tra acquirente ed acquisita, verifica se le aziende familiari hanno economicamente beneficiato dell’implementazione della strategia di crescita per via esterna. Il terzo contributo analizza come le differenti modalità e livelli di coinvolgimento diretto della famiglia alla vita d’impresa incida sulla predisposizione ad acquisire.
The aim of this work, which recognizes the importance of family-owned firms in the international environment – focusing in particular on the Italian context – is to analyze their propensity to implement the acquisition strategy. The study, composed of three interrelated papers, is intended to “take a picture” of the Italian entrepreneurial fabric, by detecting the features of family firms and the type of growth operations through acquisitions. Furthermore, this research outlines comparisons with the operations led by non family firms, in order to understand similarities and differences by highlighting how the role of family owner, both in terms of property and management, influences the propensity to acquire.  The first paper examines the propensity of family and non family firms to acquire, showing the types and features of the growth operations through acquisitions in the timeframe 2000 - 2014. The second paper, after studying in depth the role of the cultural and economic distance between the acquirer and target, checks whether family firms benefitted from the implementation of acquisition. The third paper analyses the influence of the several implementation procedures and the level of direct involvement of the family in the life of the firms on the propensity to acquire.
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RIZZI, FRANCESCA. "Imprese familiari e acquisizioni: come la famiglia influenza le strategie e le performance aziendali." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39860.

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Abstract:
Il presente lavoro, riconoscendo la rilevanza che le aziende familiari detengono all’interno del contesto internazionale, con particolare riferimento a quello italiano, si propone di analizzare la loro propensione verso l’implementazione della strategia di acquisizione. In particolare lo studio, composto da tre paper tra loro connessi, è volto a delineare una “fotografia” del tessuto imprenditoriale italiano rilevando le caratteristiche delle aziende familiari e della tipologia delle operazioni di crescita per via esterna da queste conseguite. Inoltre, la ricerca fornisce delle comparazioni con le operazioni svolte dalle imprese non familiari così da comprenderne similitudini e differenze evidenziando come la partecipazione della famiglia proprietaria, sia in termini di proprietà che di gestione, incida sulla predisposizione ad acquisire. Il primo paper indaga l’attitudine delle imprese familiari e non familiari ad acquisire, mostrando tipologie e caratteristiche delle operazioni di crescita per via esterna da queste conseguite nel periodo 2000 – 2014. Il secondo lavoro, approfondito il ruolo della distanza culturale ed economica tra acquirente ed acquisita, verifica se le aziende familiari hanno economicamente beneficiato dell’implementazione della strategia di crescita per via esterna. Il terzo contributo analizza come le differenti modalità e livelli di coinvolgimento diretto della famiglia alla vita d’impresa incida sulla predisposizione ad acquisire.
The aim of this work, which recognizes the importance of family-owned firms in the international environment – focusing in particular on the Italian context – is to analyze their propensity to implement the acquisition strategy. The study, composed of three interrelated papers, is intended to “take a picture” of the Italian entrepreneurial fabric, by detecting the features of family firms and the type of growth operations through acquisitions. Furthermore, this research outlines comparisons with the operations led by non family firms, in order to understand similarities and differences by highlighting how the role of family owner, both in terms of property and management, influences the propensity to acquire.  The first paper examines the propensity of family and non family firms to acquire, showing the types and features of the growth operations through acquisitions in the timeframe 2000 - 2014. The second paper, after studying in depth the role of the cultural and economic distance between the acquirer and target, checks whether family firms benefitted from the implementation of acquisition. The third paper analyses the influence of the several implementation procedures and the level of direct involvement of the family in the life of the firms on the propensity to acquire.
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Gazzin, Piero <1991&gt. "IL PRICING COME LEVA STRATEGICA AZIENDALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13686.

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Piero Gazzin Nella mia tesi di laurea magistrale andrò ad analizzare le strategie di pricing attuate dai diversi settori industriali. Nello specifico verrà analizzato il settore luxury che presenta specifiche politiche di pricing. Verranno analizzati i corridoi di pricing mappati dalle aziende e le loro relative applicazioni nel settore. La tesi presenterà anche un caso aziendale relativo a Kering Eyewear S.p.A. in cui verranno analizzati i 5 Brand più importanti nel portafoglio aziendale: Gucci, Bottega Veneta, Brioni, Balenciaga e Saint Laurent Paris. Prenderò come elementi di analisi i modelli più venduti nel 2018 (Gennaio-Giugno) sia per la categoira occhiali da sole che quella da vista. L’analisi si focalizzerà sui 9 mercati mondiali più importanti in termini di volume con l’obiettivo di far emergere quali sono i corridoi di pricing mappati dall’azienda e le logiche utilizzate per la mappatura. Successivamente si calcoleranno i costi dei relativi modelli con il fine di analizzare la marginalità per Brand e mercato di competenza.
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Xhelili, Dijasela <1987&gt. "Pianificazione Strategica e Sistemi Informativi - Un caso aziendale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3946.

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Implementazione di un sistema informativo aziendale, pianificazione strategica legata alla tecnologia in azienda e le fasi di progettazione del Portale sell-out per i fornitori dell'azienda Sonepar S.p.A.
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Trombini, Marco. "Blockchain: hype or disruptor? Analisi e use cases." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Lo scopo di questa tesi di laurea è quello di fornire una panoramica sulla tecnologia blockchain affrontando tramite analisi della letteratura come viene definita, la tassonomia e le principali proprietà. Partendo da queste si affrontano quali sono oggigiorno gli ambiti di applicabilità della blockchain avvalendosi del supporto dei più recenti report e pubblicazioni da parte di enti di ricerca ed osservatori, per poi analizzare in chiave critica quelli che potrebbero essere gli sviluppi futuri della stessa. Viene brevemente trattato un metodo di indagine iterativo ritenuto adeguato per lo sviluppo di uno studio di applicabilità che purtroppo non è stato condotto ed è un punto aperto per una possibile futura collaborazione tra Accenture S.p.A. ed Università di Bologna. Infine nell’ultimo capitolo vengono presentati alcuni casi di utilizzo della blockchain, per lo più progetti pilota, tra cui quello a cui sto lavorando in ambito tracciabilità dei trasporti: come la blockchain abilita l’utilizzo su vasta scala di sensori connessi per la tracciabilità estesa del prodotto durante la filiera distributiva. Essendo una tecnologia in via di sviluppo il miglior modo per approcciare e sviluppare possibili applicazioni profittevoli è quello di sviluppare delle proof of concept, successivamente tradurle in demo per poi avviare progetti pilota. A riguardo grazie al supporto ricevuto in Accenture abbiamo avviato la concezione e lo sviluppo di una demo focalizzata su come la blockchain possa abilitare una nuova serie di servizi sul tema della logistica distributiva, portando l’integrazione con la sensoristica connessa, il cosiddetto internet of thing, ad un livello superiore rispetto allo stato attuale in termini di sicurezza, agilità delle transazioni e riduzione dei costi.
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Enti, Marco <1993&gt. "La sostenibilità aziendale: strategie e politiche. Il caso Ferrero." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17934.

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La tesi di laurea verterà sull'analisi del concetto di sostenibilità, considerando i vari modelli di business sostenibili che le aziende possono adottare. Verranno poi evidenziate le diverse criticità legate al fenomeno della sostenibilità, proponendo delle soluzioni valide e concrete. Infine verrà riportato un caso di una azienda attiva nell'ambito della sostenibilità, illustrando in maniera approfondita il bilancio di sostenibilità.
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Zorzi, Gianluca <1996&gt. "Matrice di Coerenza Strategica e Performance Aziendali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19773.

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Il processo di esecuzione ed implementazione di una strategia aziendale solitamente riceve molta meno attenzione rispetto al processo di creazione della strategia stessa. Le motivazioni sono molteplici ma una tra tutte è la difficoltà di “misurare la strategia”. Uno strumento che è stato ampiamente utilizzato dall’inizio degli anni ’90 per risolvere il problema misurativo è la Balanced Scorecard che si è dimostrata estremamente utile nell'esecuzione della strategia. Pur beneficiando dell'adozione di questo strumento, molteplici aziende sono giunte ad un'altra conclusione: non è possibile misurare ciò che non è possibile descrivere. È necessario prima descrivere la strategia, quindi misurare la strategia ed infine gestire la strategia in base alle misurazioni. La rappresentazione visiva immediata di relazioni indicanti la causalità delle diverse dimensioni della B.S.C ha permesso lo sviluppo di uno strumento in grado di “misurare la strategia”: la strategy map. Nel corso degli ultimi 30 anni sono stati molteplici i modelli elaborati, uno tra tutti è la Matrice di Coerenza Strategica la cui peculiarità è definita dalla possibilità di evincere la “coerenza strategica” di una organizzazione. Le strategy maps tuttavia non forniscono un sistema di misurazione dunque è necessario definire un sistema di misurazione multidimensionale della performance. Sulla base delle principali critiche dei sistemi di misurazione multidimensionale si propone una nuova metodologia basata sulla Content Analysis finalizzata ad unire il concetto di coerenza strategica alla multidimensionalità di un sistema di performance aziendale. Il risultato sarà dato dalla trasformazione delle domande qualitative iniziali della matrice in indicatori quantitativi applicabili in comparazione ai competitors.
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Nori, Dario <1987&gt. "Report Integrato e Conference Call: sinergia strategica nella comunicazione aziendale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7447.

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La tesi affronta il tema della sfida posta negli ultimi tempi alla comunicazione aziendale. La complessità raggiunta dai mercati, il progresso tecnologico e la globalizzazione hanno condotto in particolare a due fenomeni tra loro interconnessi: un maggiore bisogno informativo da parte di tutti gli stakeholder e la crescente sensibilità e presa di coscienza per le questioni ambientali e sociali, in quello che comunemente viene identificato nei concetti di sviluppo sostenibile e responsabilità sociale d'impresa. Si analizzeranno quindi due strumenti di comunicazione volontaria tra loro molto diversi ma con un grande potenziale sinergico intrinseco: il report integrato e la conference call. Il report rappresenta l'ultima frontiera della rendicontazione, in un approccio olistico che mira ad integrare tra loro in un unico documento, l'informativa finanziaria e quella in chiave ESG. Scopo principale è illustrare come viene creato valore nel lungo termine in modo sostenibile. La conference call è da tempo divenuta una prassi per le grandi aziende ed ha il vantaggio di porre in contatto diretto il management con il mercato. La natura interattiva che scaturisce nella discussione è un'importante fonte di informazione. Si svolgerà infine un'analisi empirica relativa ad un campione di aziende, con l'obiettivo di valutare la prima applicazione dei report e il legame con le rispettive conference call. Se le imprese si impegnano concretamente nell'attuazione di strategie sostenibili e ritengono che il report integrato possa facilitare la comunicazione di questo nuovo percorso, le conference call possono aiutare a superare lo scetticismo attualmente dominante nei mercati sui concreti benefici della sostenibilità.
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Roccato, Anna <1994&gt. "Innovazione e coerenza strategica: la cultura aziendale di Labomar S.p.A." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16462.

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Abstract:
La cultura organizzativa rappresenta i valori e gli assunti di base che governano le scelte decisionali e operative di un’azienda. Secondo la concezione proposta da Edgar Schein, psicologo statunitense fra i maggiori esperti in materia, studiare la cultura di un’organizzazione risulta fondamentale in quanto gli elementi culturali determinano le strategie, gli obiettivi e i modi di agire conducendo dunque alla creazione di valore. Il presente lavoro si occupa di analizzare e descrivere la cultura di Labomar S.p.A, azienda trevigiana fondata nel 1998 che si occupa di ricerca, sviluppo e produzione conto terzi nel settore nutraceutico esportando in più di 30 Paesi in tutto il mondo. Nella suddetta azienda ho avuto modo di svolgere una ricerca etnografica della durata di 4 mesi il cui obiettivo era approfondire e analizzare le tematiche culturali e strategiche legate alle attività interne. Nello specifico, la seguente tesi si occupa di fornire una descrizione dei principali aspetti riguardanti la cultura delle organizzazioni e di esporre le metodologie necessarie per condurre un’etnografia sul campo. Infine, particolare attenzione è riposta sullo studio e l’analisi dell’identità e dei fenomeni culturali di Labomar riscontrati durante la mia permanenza in azienda, necessari per condurre e implementare una strategia di successo.
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Civiero, Veronica <1987&gt. "L'innovazione aziendale e la ridefinizione dei business models in un'ottica strategica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1539.

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Abstract:
La seguente tesi ripercorre le caratteristiche chiave dell'innovazione, evidenziandone l'importanza nel mondo attuale, analizzando alcuni casi di successo e spiegando quali possono essere le cause che portano le aziende italiane a divenire realtà innovatrici di successo.
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Hoxha, Denis <1995&gt. "Strategie di copertura del rischio di cambio in un contesto aziendale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19214.

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Abstract:
L’attività in valuta estera delle imprese è andata sempre più accentuandosi per effetto dell’espansione delle loro attività in ambiti internazionali o globali e del processo di liberalizzazione normativa verificatosi in campo valutario in tempi recenti. Il rischio di cambio ha assunto conseguentemente maggior rilevanza nel complesso sistema dei rischi d’impresa e la sua gestione si è spesso rilevata elemento critico nel perseguimento degli obbiettivi aziendali di redditività. L’obiettivo dell’elaborato è quello di analizzare in modo dettagliato le modalità di gestione del rischio di cambio di breve periodo in un contesto aziendale. Viene proposta, pertanto, un’analisi specifica della gestione operativa e contrattuale e soprattutto della gestione finanziaria del rischio di cambio. Dopo una rapida panoramica delle tipologie d’intervento di natura operativa-contrattuale, si analizzano i principali strumenti finanziari di copertura usati nella pratica aziendale, evidenziando in linea generale i loro vantaggi e svantaggi. Ciascuna delle strategie presenta un profilo di copertura e costi diversi, e benché siano tutte valide, in termini di utilizzo nel risk management offrono soluzioni diverse e ogni azienda deve scegliere la più appropriata allo scopo che vuole raggiungere.
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