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1

Mancini, Daniela. "L'azienda-rete e le decisioni di partnership: il ruolo del sistema informativo relazionale." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (April 2011): 65–97. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001004.

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Abstract:
La collaborazione tra aziende č sempre piů il percorso tipico per realizzare la crescita e determinare la strategia aziendale: dalle singole relazioni ditra due aziende, alla rete di aziende, per arrivare all'azienda-rete. Parallelamente, si determina un ampliamento, oltre i confini della singola azienda, dell'orizzonte nell'ambito del quale formulare i giudizi di convenienza. Oggetto di questo articolo č l'evidenziazione di alcune problematiche ancora aperte nello studio dei sistemi informativi dell'azienda-rete. L'autore ritiene, infatti, che la gestione delle informazioni rappresenti un elemento chiave per il successo della rete di collaborazioni sviluppate. Il sistema informativo diventa un elemento fondamentale per la sincronizzazione dei processi di governo e di controllo della rete di collaborazioni ed il fenomeno delle alleanze ne costituisce un elemento di cambiamento che deve essere investigato nei diversi aspetti. Nel primi due paragrafi l'autore descrive proprio la relazione chiave che si stabilisce tra sistema di governo, sistema di controllo e sistema informativo in contesti relazionali, mentre nei paragrafi successivi l'attenzione viene focalizzata sul sistema informativo relazionale.
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Costantini, Antonio, Filippo Zanin, and Marco Fasan. "Strategia, incertezza ambientale e balanced scorecard. Quali impatti sulla performance aziendale?" MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (July 2019): 39–65. http://dx.doi.org/10.3280/maco2019-002003.

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3

Testa, Ugo. "Il progetto Life Ambiente Sapid: i dubbi di una difficile coesistenza Ogm/no Ogm." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 73–84. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001007.

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Abstract:
Il Dna degli Ogm, in quanto legato ad organismi viventi, si può diffondere nello spazio e nel tempo attraverso il polline (come avviene soprattutto per il mais) ed i semi (colza), causando una "contaminazione" delle piante non Ogm e dei relativi prodotti. Contaminazione dei prodotti che può verificarsi anche nelle aziende di trasformazione. La politica della coesistenza pertanto rischia, in alcune realtà , di essere di difficile applicazione e di compromettere l'identità di quelle produzioni di qualità riconosciuta (biologico, Dop, Igp, tipico). Le strategie di coesistenza vanno quindi applicate tenendo conto delle specificità territoriali e delle agricolture prevalenti nelle singole aree. Il progetto "Sapid" è stato cofinanziato nell'ambito del programma europeo Life Ambiente. Il suo obiettivo principale è di individuare le strategie e gli strumenti a livello territoriale, di filiera ed aziendale, per garantire la coesistenza dei diversi modelli agricoli, evitando le contaminazioni con Ogm, anche di tipo accidentale. I risultati della sperimentazione dimostrano che è possibile ridurre la contaminazione Ogm/non Ogm al di sotto della soglia di coesistenza (0,9%), ma è impossibile azzerarla, sia in campo e nel resto delle filiere, a causa delle particolare struttura del comparto agroalimentare marchigiano. Il progetto "Sapid" è giunto alla conclusione che, in un regime di coesistenza, una possibile strategia per tentare di garantire l'assenza di contaminazione da Ogm, anche quelle accidentali, è la costituzione dibasati su accordi volontari di tutti gli operatori delle filiere, per la moratoria della coltivazione, della trasformazione e dell'utilizzo di piante e prodotti Ogm.
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De Falco, Stefano. "Un'analisi geografica dei determinanti insediativi delle imprese a Napoli." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 147–57. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095016.

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Abstract:
Il contributo riporta la sintesi di un'attività di ricerca triennale svolta nell'ambito di un progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. L'obiettivo del lavoro è verificare l'influenza di configurazioni topologiche delle imprese, in forma clusterizzata o indipendente, e tipologiche in termini di diverso settore industriale di loro afferenza, sui determinanti di scelta localizzativa in ambito urbano. L'analisi empirica ha riguardato l'area urbana di Napoli e il campione di imprese analizzate è stato selezionato in ottica della strategia regionale di sviluppo aziendale RIS3 (Research Innovation Smart Specialization Strategy) della Regione Campania per la piena conformità tra le linee di intervento ministeriali e quelle regionali.
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Dal Maso, Lorenzo, and Nicola Lattanzi. "Strategia aziendale e creazione di valore nella Decoupling Economy: le prospettive di misurazione disaccoppiata della performance." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (March 2022): 31–44. http://dx.doi.org/10.3280/maco2022-001003.

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6

Fichter, Michael, Markus Helfen, and Katharina Schiederig. "Si puň organizzare la solidarietŕ internazionale a livello aziendale? La prospettiva degli International Framework Agreements (Ifa)." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 97–114. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123006.

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Abstract:
Organizzare la solidarietŕ a livello internazionale è il tallone d'Achille del sindacato, particolarmente nell'attuale contesto di competizione e produzione globale. In primo luogo, l'articolo mostrerŕ il dispiegarsi di relazioni di potere asimmetriche fra le parti sociali nelle aziende multinazionali e nelle loro reti produttive globali e in che modo gli International Framework Agreements (Ifas) - con i limiti di un approccio focalizzato sull'impresa - possano contribuire a rafforzare la posizione contrattuale del lavoro. I sindacati possono utilizzare questo strumento per creare nuovi spazi di organizzazione, ottenere riconoscimento e promuovere la contrattazione collettiva. Nella seconda parte, il focus si sposterŕ sulle federazioni sindacali globali (Guf) e sui diversi approcci da esse adottati con l'obiettivo di fare degli Ifa un mezzo per costruire forme di solidarietŕ internazionale. Evidenzieremo la loro importanza nel garantire alle federazioni sindacali globali ri-conoscimento come attori della contrattazione - sia rispetto agli affiliati sia nei confronti del management - e un'agenda contrattuale. L'articolo si concluderŕ con una valutazione di quanto è stato raggiunto attraverso questa strategia e delle sfide che ancora restano da affrontare.
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7

Sainaghi, Ruggero. "Eventi fieristici e performance delle imprese alberghiere." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 265–87. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002004.

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Abstract:
Il presente scritto riflette sul complesso intreccio esistente tra la strategia di destinazione e i risultati competitivi delle imprese alberghiere. L'ipotesi di fondo č che i tratti morfologici delle stagionalitŕ siano legati piů al posizionamento complessivo della destinazione che non alla strategia aziendale messa in campo dalle singole imprese. Detto diversamente, le stagionalitŕ tendono ad assumere una certa omogeneitŕ per le imprese locali e sono difficilmente modificabili attraverso le scelte di posizionamento. L'analisi si basa sui dati giornalieri di occupazione e prezzi di un campione di 29 imprese alberghiere localizzate a Milano ed operanti nella categoria 4 stelle. Ai valori giornalieri č stato sovrapposto il calendario, sempre giornaliero, di Fiera Milano, degli anni 2006-2008, ottenendo oltre 30 mila osservazioni. Le evidenze empiriche, nel loro complesso, mostrano il rilievo che il comparto fieristico riveste per la cittŕ. Le fiere sono capaci di creare un gap positivo nel ricavo medio per camera disponibile pari al 52% nei giorni feriali e all'82% in quelli festivi. Tuttavia, l'analisi dei singoli giorni fiera mostra effetti alquanto differenziati. Circa un terzo dei giorni fiera feriali non origina ricadute significative né sull'occupazione, né sul prezzo; questa percentuale sale a poco piů del 40% nei giorni festivi. Le ricadute sulle imprese del campione sono consistenti in presenza: di manifestazioni contraddistinte da un'ampia apertura internazionale, di una contemporaneitŕ di piů eventi nello stesso giorno, di eventi particolarmente grandi.
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Bernardi, Antonio. "Alcune osservazioni sulle cause di tenuta del settore del franchising nelle fasi recessive." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (July 2012): 439–74. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003003.

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Abstract:
La ricerca esamina le imprese che operano in franchising attraverso microdati raccolti da Assofranchising, la principale associazione italiana nel campo del franchising. Mediante tecniche esplorative e multivariate si dimostra che, ceteris paribus, un aumento della scala delle reti, basata sulla crescita delle risorse umane e materiali, ha un effetto positivo sull'efficienza aziendale attraverso il miglioramento di indicatori strategici di produttivitŕ. Questo fatto indica che le reti in franchising italiane, costituite principalmente ma non esclusivamente da parte delle piccole e medie imprese, anche se sono forti del vincolo associativo, non possono e non devono distogliere lo sguardo dal cercare ogni possibile espansione della loro dimensionalitŕ. Inoltre, questa strategia aiuta ad affrontare meglio le fasi di recessione economica, come l'attuale. The research examines companies operating under franchise through microdata collected from Assofranchising, the main Italian association in the field of franchising. By means of explorative and multivariate techniques it is shown that, other things being equal, an increase in the size of the networks, based on growth of human and material resources, has a positive effect on business efficiencies by improving strategic indicators of productivity. This fact indicates that the Italian franchise networks, consisting primarily but not exclusively by small and medium enterprises, even though they are strong of the associative link, cannot and should not divert their gaze from seeking any possible expansion of their dimensionality. Furthermore, this strategy helps to better address the downturn the economic cycle, like the present one
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Telljohann, Volker. "Processi di delocalizzazione nel settore europeo degli elettrodomestici e forme di regolazione sociale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 82–96. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123005.

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Abstract:
Negli ultimi anni, le aziende produttrici di elettrodomestici dei Paesi dell'Europa occidentale hanno subito importanti processi di ristrutturazione. La delocalizzazione delle attivitŕ produttive dai Paesi dell'Europa occidentale ai Paesi a basso costo del lavoro è diventato anche una questione importante nelle relazioni industriali di tutta Europa. Ll saggio esamina i modi e in che misura è possibile, attraverso pratiche di relazioni industriali, influenzare le decisioni di delocalizzazione e la loro attuazione. L'autore sostiene che la capacitŕ di sviluppare strategie che siano in grado di prendere in considerazione sia la necessitŕ di migliorare la competitivitŕ sia gli aspetti sociali della ristrutturazione aziendale, dipende in larga misura da un efficace sistema di regolazione sociale. Viene infine evidenziato l'influenza degli attori a livello europeo, quali la Federazione Europea dei Metalmeccanici e i Comitati Aziendali Europei, sui processi di ristrutturazione transnazionale.
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Torrigiani, Claudio. "La visita all'Acquario di Genova: definizione di un indice di efficacia educativa." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 93–117. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049007.

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Abstract:
Questo saggio illustra un percorso di ricerca valutativa, richiesto dall'Acquario di Genova e sviluppato dal Dipartimento di Scienze Antropologiche, finalizzato alla costruzione di un indice di efficacia educativa della visita, che consentisse al management aziendale di avere un'indicazione sintetica e di individuare piů facilmente i punti di forza e di debolezza del percorso dal punto di vista educativo. A questo scopo, dopo una preliminare ricognizione della bibliografia di riferimento, il primo passo č consistito nella chiarificazione concettuale dell'evaluando, ricercata attraverso focus group e interviste in cui i dirigenti e gli operatori della struttura sono stati invitati a definire in maniera piů puntuale gli obiettivi educativi della visita. Trovato un accordo dei partecipanti su questo punto focale della ricerca, a partire dagli indicatori cosě individuati sono stati costruiti dei questionari somministrati ai visitatori sia prima della visita, per assicurarsi che gli obiettivi individuati dal management aziendale collimassero con le aspettative dei visitatori, sia dopo la visita, per valutarne l'efficacia. In fase conclusiva il personale della struttura č stato coinvolto nel processo di ponderazione degli indicatori di efficacia educativa precedentemente individuati, consentendo di rivalutare i punteggi ottenuti sui diversi indicatori con la somministrazione dei questionari e di calcolare cosě un indice di efficacia educativa, su una scala 0- 100, che rispettasse le prioritŕ relative degli obiettivi educativi come definiti da manager e esperti dell'Acquario. Il pregio dell'indice, cosě calcolato, č che esso rispecchia le prioritŕ assegnate ai diversi obiettivi educativi dal management aziendale e su queste basi restituisce un feed-back sintetico sull'efficacia educativa della visita. Il suo limite intrinseco consiste nella non necessaria coincidenza tra le prioritŕ assegnate agli obiettivi da dirigenti e operatori, da un lato, e la prioritŕ relativa delle aspettative degli utenti, dall'altro, e questo rappresenta un importante elemento di incertezza per la definizione di strategie aziendali appropriate.
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Iannotta, Iolanda Sara, and Roberta Scarano. "Digital transition: promotion and development of transferable skills within the company." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no. 1 (February 4, 2023): 151–60. http://dx.doi.org/10.36253/form-13636.

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Abstract:
The advent of Industry 4.0 and the difficulties emerged in the pandemic and post-pandemic period have introduced important changes, raising many reflections on the skills needed to address the new social, economic, and professional challenges. This contribution is part of the epistemological and methodological framework of a larger project dealing with in-company training. Today it is necessary to invest, more and more resolutely, in the training of human capital to life skills, adopting strategies consistent with the availability of companies and business objectives. Technical-specific skills are no longer sufficient to guarantee the worker’s permanence and well-being in the labour market. We will look at digital competence as one of the essential skills for active citizenship and digital transition. Transizione digitale: promozione e sviluppo delle skill trasferibili in ambito aziendale. L’avvento di Industria 4.0 e le difficoltà emerse nel periodo pandemico e post-pandemico, hanno introdotto importanti cambiamenti, sollevando numerose riflessioni relative alle competenze necessarie per affrontare le nuove sfide sociali, economiche e lavorative. Il presente contributo si colloca nel quadro epistemologico e metodologico di un progetto più ampio che si occupa di formazione in azienda. Ad oggi è necessario investire, sempre più e con maggiore risolutezza, nella formazione del capitale umano alle life skill, adottando strategie coerenti con la disponibilità delle aziende e con gli obiettivi di business. Le competenze tecnico-specifiche non sono più sufficienti, infatti, a garantire la permanenza e il benessere del lavoratore nel mercato del lavoro. In particolare, ci occuperemo di competenza digitale, fra le competenze essenziali per la cittadinanza attiva e la transizione digitale.
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Belvedere, Valeria, Simone Laratro, and Stefano Villa. "Integrazione della catena logistica nel settore sanitario: quali strategie sono implementate?" MECOSAN, no. 122 (December 2022): 45–57. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14617.

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Abstract:
Lo studio fa luce sulle strategie di integrazione della logistica dei beni nel settore sanitario. La presente ricerca focalizza l'attenzione sulla partnership tra fornitori e aziende sanitarie e si pone l'obiettivo di rispondere a tre diverse domande: i) quali sono le strategie di integrazione che le organizzazioni sanitarie cercano di attuare con i propri fornitori?; ii) quali sono i vantaggi e le barriere delle diverse strategie di integrazione?; iii) quali sono le condizioni organizzative per una strategia di integrazione di successo?I dati sono stati raccolti mediante la somministrazione di un questionario rivolto ai Responsabili Acquisti/Logistici delle aziende sanitarie del centro-nord Italia. La popolazione target finale per questa analisi era costituita da 135 unità. Il tasso di risposta è stato del 46%.Le evidenze mostrano un notevole grado di maturità delle organizzazioni sanitarie. I progetti di integrazione tendono a focalizzarsi maggiormente sui beni più costosi e complessi: (i) dispositivi medici e (ii) materiali per sale operatorie. Le organizzazioni sanitarie cercano partner industriali in grado di offrire elevati standard di qualità dei servizi logistici. La standardizzazione, il commitment del top management e la rilevanza strategica della funzione logistica sono ampiamente considerati come aspetti chiave per l'implementazione di successo di questi progetti.
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Rago, Emilio. "Dal mercato del lavoro al mercato della conoscenza. Proposte operative." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 99 (May 2013): 119–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099007.

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Abstract:
Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro l'universitŕ ha sviluppato nel tempo approcci e strategie diversi: progetti sul campo, testimonianze aziendali, incarichi a professionisti esterni per insegnamenti specialistici o di frontiera, stage, uffici di placement, formazione extra-curriculare, eventi di presentazione delle aziende. L'attuale riforma dell'alto apprendistato facilita ulteriormente tale relazione, semplificando l'incontro tra studenti in alta formazione o ricerca e datori di lavoro. Il sentore č che questi interventi possano comunque non bastare, poiché non affrontano le questioni di fondo che condizionano le relazioni tra il mondo dell'universitŕ e quello del lavoro. Le considerazioni qui presentate problematizzano la situazione da un punto di vista differente. Universitŕ e azienda sono concepiti come due interlocutori fondamentali dell'offerta e della domanda di conoscenza. Nel mercato della conoscenza bisogna affrontare le questioni epistemologiche, pedagogiche e politiche che influenzano i processi di produzione e diffusione di conoscenza dal lato dell'offerta, e dal lato della domanda occorre intervenire sulle problematiche piů diffuse che impediscono una reale formazione integrale per lo sviluppo personale e professionale del lavoratore, formazione quanto mai necessaria per affrontare la complessitŕ, l'instabilitŕ e l'incertezza del mercato del lavoro contemporaneo. La proposta di riflessione vuole interessarsi sia delle dinamiche interne all'offerta di conoscenza e alla domanda di competenza, sia sui vari meccanismi di interazione che potrebbero facilitare questa transazione cognitiva. Permane, lungo tutto il ragionamento, la forte attenzione al valore dei metodi cooperativi nell'apprendimento universitario, organizzativo e tra i diffe renti operatori della conoscenza, per la creazione di quella saggezza pratica, la phronesis aristotelica, che vuole superare la tradizionale divisione tra teoria e pratica nel mondo della conoscenza. Le considerazioni nascono nell'ambito delle scienze manageriali, ma taluni ragionamenti, mutatis mutandis, possono essere applicati anche ad altri ambiti scientificodisciplinari
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Negrelli, Serafino, and Angelo Pichierri. "Introduzione. Strategie di Anticipazione delle Ristrutturazioni. Aziendali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2009): 73. http://dx.doi.org/10.3280/so2009-002004.

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Penco, Laura, and Giovanni Satta. "Connotati strategici della media impresa operante nei KIBS (Knowledge Intensive Business Services). Il caso CAP." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (July 2012): 475–98. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003004.

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Abstract:
Numerosa letteratura č stata prodotta sulle imprese di media dimensione mediante lo studio di casi aziendali, che sono tuttavia riconducibili prevalentemente ai diversi settori industriali. Il presente contributo č finalizzato a cogliere quali siano i principali fattori di successo e gli elementi di criticitŕ delle medie imprese (MI) operanti nei KIBS (Knowledge Intensive Business Services), attraverso l'analisi del comportamento strategico di un'impresa di successo nel comparto dell'Information Technology. Dopo aver investigato i contenuti delle strategie adottate dall'impresa oggetto di studio, e averne valutato l'appropriatezza rispetto ai mutamenti dell'ambiente competitivo, le indagini sono state dirette a valutare le modalitŕ di formulazione della strategia, verificando anche il livello di adozione di strumenti di formulazione e gestione strategica piů o meno formalizzati, rispetto al sussistere di processi decisionali di tipo implicito. Mediante l'analisi di questo caso rappresentativo ed emblematico di MI di servizi si tenta pertanto di comprendere quali siano le principali leve competitive attraverso cui le MI italiane possano competere in business altamente dinamici quali i KIBS. I risultati consentono di comprendere le analogie e le differenze del comportamento strategico delle MI operanti nei servizi rispetto alle MI industriali.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Capriotti, Paola, and Angela Santangelo. "Rigenerare e abitare. Il ruolo delle Aziende casa nel quadro delle norme regionali." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (March 2021): 53–77. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130004.

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Abstract:
Il contributo indaga il rapporto tra la rigenerazione urbana e l'abitare accessibile. Per farlo considera, da un lato, le leggi regionali per il governo del territorio e il modo in cui mettono in relazione tra loro l'edilizia residenziale sociale e la rigenerazione urbana; dall'altro, il pe-rimetro di azione concesso alle Aziende casa secondo le leggi regionali che le hanno istitui-te. In assenza di una strategia nazionale, il lavoro contribuisce alla riflessione sul ruolo che le Aziende possono assumere nei processi rigenerativi.
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Henke, Roberto, and Cristina Salvioni. "La diversificazione dei redditi nelle aziende agricole italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (September 2011): 25–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-003002.

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Abstract:
La diversificazione dei redditi nelle aziende agricole italiane In questo lavoro si propone un'analisi della diversificazione dei redditi in agricoltura. Nella prima parte viene argomentato come l'indebolimento della logica produttivista e il contemporaneo emergere di nuove traiettorie di sviluppo abbiano contribuito ad ampliare la gamma di strategie utilizzabili dalle aziende agricole per far fronte al declino e alla instabilitŕ dei redditi. Successivamente, l'attenzione si concentra sugli aspetti teorici dei processi di diversificazione e, in particolare, sulle cause che stanno alla base dell'adozione di attivitŕ diverse da quella strettamente agricola. Nella terza parte si offrono evidenze empiriche sulla diffusione di varie forme di diversificazione tra le aziende agricole italiane.
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Tartaglia Polcini, Paolo, Natalia Aversano, Giuseppe Nicolò, and Nadia Ardito. "La diversità di genere nella direzione strategica delle aziende sanitarie: il rapporto tra governance e performance nelle aziende ospedaliere italiane." MECOSAN, no. 120 (February 2022): 21–43. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-120003.

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Abstract:
Negli ultimi decenni, istituzioni e policymakers a livello europeo hanno profuso notevoli sforzi volti a promuovere la parita di genere nelle posizioni di leadership gestionale e strategica, sia in ambito politico sia in ambito economico. Il presente studio, inquadrato nell'approccio teorico della Resource Dependence Theory, analizza l'associazione tra la presenza di donne in posizione di vertice e performance finanziaria nel contesto delle aziende sanitarie italiane. A tal fine, sono state condotte due analisi di regressione multipla attraverso le quali e stata analizzata l'influenza esercitata dalla presenza delle donne nelle posizioni di vertice di un campione di 49 aziende sanitarie italiane sulla performance finanziaria, misurata come Return on Assets (ROA). In linea con i precedenti studi, i risultati delle analisi condotte evidenziano come una maggiore presenza delle donne nelle posizioni di maggior responsabilita a livello gestionale abbia una ricaduta positiva in termini di performance operativa ed economica delle aziende sanitarie oggetto di analisi. La presente ricerca conferma che le donne possono rappresentare una fondamentale leva di cambiamento di management e governance delle aziende sanitarie. Alla luce di cio, i risultati del presente studio potrebbero rappresentare un incentivo per il varo di politiche piu specifiche che favoriscano l'incremento della gender diversity nello specifico comparto delle aziende sanitarie che da anni soffrono di inefficienze sia a livello manageriale sia di governance.
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Fanelli, Simone, Chiara Carolina Donelli, Fiorella Pia Salvatore, and Antonello Zangrandi. "Migliorare la performance nelle aziende sanitarie pubbliche: il contributo dei professionisti-manager." MECOSAN, no. 122 (December 2022): 123–35. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14620.

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Abstract:
Le aziende sanitarie pubbliche sono da sempre impegnate nell'identificare soluzioni organizzative e manageriali che permettano di rispondere con successo alle molteplici pressioni a cui sono sottoposte. In questo scenario, fondamentale è il ruolo dei professionisti. L'obiettivo del presente lavoro è quello di indagare quali strategie possono essere adottate dalle aziende per valorizzare e supportare i professionisti al fine di migliorarne la performance. I risultati della ricerca evidenziano che le aziende sanitarie devono supportare il "professionista-manager" in grado di generare un clima collaborativo nella sua organizzazione; di comunicare a livello interpersonale; di definire obiettivi coerenti con le risorse disponibili; di fare valutazioni di efficienza, efficacia e qualità; di conoscere la propria organizzazione.
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Castellano, Nicola. "Modelli e misure di performance aziendale: analisi della letteratura e spunti di ricerca." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (April 2011): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001003.

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Abstract:
I sistemi di misurazione delle performance (SMP) nascono e si diffondono con l'obiettivo di orientare in maniera dinamica i comportamenti dei responsabili aziendali verso l'attuazione delle strategie. L'esigenza di utilizzo di questi strumenti si rafforza peraltro con la presa d'atto che gli strumenti di controllo tradizionale, a base esclusivamente contabile, impediscono una lettura efficace dei risultati e delle relative cause gestionali ed offuscano la ricerca delle conseguenti azioni volte al miglioramento. Questo articolo si propone di analizzare la piů recente letteratura in campo internazionale sul tema dei SMP, allo scopo di delineare i temi su cui si concentra l'attenzione dei ricercatori, le principali metodologie adottate ed i piů significativi risultati ottenuti. La classificazione dei contributi di ricerca selezionati č stata realizzata in relazione alle principali fasi del ciclo di vita di questi strumenti, cioč progettazione, implementazione ed utilizzo dei SMP. Nella parte finale sono proposti alcuni spunti per lo sviluppo futuro della ricerca.
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Greca, Rainer. "Strategie d'impiego neo-liberali - responsabilitŕ sociale d'impresa o getting more from less? Il caso della Germania." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 127 (September 2012): 223–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127014.

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Abstract:
Uno dei principali argomenti del pensiero neo-liberale si basa sul fatto che il mercato č un'istituzione migliore, rispetto ad interventi o regolamentazioni statali, per aumentare il livello di benessere comune. Misure politiche europee - definite da questa ideologia - incoraggiano i governi a promuovere, e le imprese a favorire, iniziative di responsabilitŕ sociale d'impresa (Rsi) e cittadinanza aziendale (Ca), in quanto strumenti appropriati per migliorare il lavoro e le condizioni di vita. Nel saggio, attraverso risultati emersi da ricerche dell'autore e analisi di dati, si mostra che la conseguenza di queste politiche spesso č un'intensa partecipazione nella Rsi e nella Ca prevalentemente nel settore delle Pr o in attivitŕ di interesse pubblico, mentre le politiche neo-liberali e strategie di business provocano una crescita della disoccupazione, dei lavori precari, dell'intensificazione del lavoro ("getting more from less") e addirittura della tratta di persone.
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Méndez Reátegui, Rubén, and Amparo Álvarez Meythaler. "Pensiero progettuale: Innovazione e protezione delle idees." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 16 (December 16, 2021): 61–70. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2021.v16i.13084.

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Abstract:
Desde un enfoque de Design Thinking, este artículo pretende explicar cómo los procesos creativos en las organizaciones, expresados en un contexto de efervescencia de los derechos de propiedad, requieren la formulación de métodos más rigurosos de obtención y evaluación de la información, que permitan mitigar los efectos asimétricos y la pérdida de eficiencia y eficacia de los esfuerzos realizados por las empresas. Se analizan tres posibles intervenciones para que el proceso creativo genere conocimientos valiosos. Las ideas pueden patentarse durante las fases iniciales: orientación del pensamiento creativo, uso de la tecnología a través de herramientas de registro digital y estrategias empresariales sostenibles centradas en el comportamiento humano. Se concluye que partir de un pensamiento de diseño requiere sistematizar e incorporar mayor rigor en el proceso creativo para facilitar los procesos de registro de derechos de propiedad sobre un producto original de la organización. A partire da un approccio di Design Thinking, questo articolo mira a spiegare come i processi creativi nelle organizzazioni, espressi in un contesto di effervescenza dei diritti di proprietà, richiedono la formulazione di metodi più rigorosi per ottenere e valutare le informazioni, che permettono l’attenuazione degli effetti asimmetrici e la perdita di efficienza ed efficacia degli sforzi fatti dalle aziende. Si analizzano tre possibili interventi affinché il processo creativo generi un prezioso know-how. Le idee possono ricevere un trattamento organizzato durante le fasi iniziali: guida del pensie­ro creativo, uso della tecnologia attraverso strumenti di registro digitale, e strategie aziendali sostenibili focalizzate sul comportamento umano. Si conclude che partire da un pensiero progettuale richiede la sistematizzazione e l’incorporazione di un mag­gior rigore nel processo creativo per facilitare i processi di registrazione dei diritti di proprietà su un prodotto originale dell’organizzazione.
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Bonfanti, Angelo. "Sviluppo sostenibile in azione: il ruolo delle Banche di Credito Cooperativo nella comunitÀ locale." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 2 (May 2009): 61–81. http://dx.doi.org/10.3280/mc2009-002004.

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Abstract:
- This paper will analyze the role of Cooperative Credit Banks (CCBs) as actors and promoters of sustainable development within the local community. In particular, the Total Corporate Communication Model (Balmer & Gray, 2000) will be used to present a qualitative exploratory research on the initiatives and interventions undertaken by CCBs in their territories. The communication tools employed by CCBs to promote the value of sustainability will be discussed. The analysis will lead to the identification of potential strategic strengths as well as improvement areas in the CCBs' actions for sustainable development.Keywords: Cooperative Credit Banks, sustainable development, corporate social responsibility, corporate identity, corporate communication, corporate culture.Parole chiave: Banche di Credito Cooperativo, sviluppo sostenibile, responsabilitÀ sociale d'impresa, identitÀ d'impresa, comunicazione d'impresa, cultura aziendale
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Boldo, Alessandro. "L'abitare delle competenze: aziende casa ed economia civile alla prova dell'ERS." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (August 2021): 90–112. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131005.

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Abstract:
Un'analisi qualitativa tra il modello del Veneto, dell'Emilia Romagna e le esperienze del terzo settore cerca di abilitare il paradigma dell'investimento sociale con i nuovi stimoli provenienti dall'Edilizia Residenziale Sociale. Il confronto tra le Aziende Casa e l'economia civile conduce il welfare abitativo all'interno di una rinnovata strategia per l'abitare delle competenze di cui una parte di Pubblico partecipa attivamente.
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Sardanelli, Domenico, Agostino Vollero, Alfonso Siano, and Francesca Conte. "Come i CEOs rispondono alla crisi: un'analisi comparativa delle strategie retoriche durante la pandemia da Coronavirus." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 1 (November 2020): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10116.

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Abstract:
L'esplosione di una crisi aziendale esogena impone il consolidamento della fiducia di stakeholder sempre più scettici, delusi o insoddisfatti. Il lavoro analizza come le strategie retoriche dei CEO nei settori più colpiti dalla pandemia da Covid19 sono improvvisamente cambiate ad inizio del 2020. La diffusione mondiale del virus ha costretto le imprese di questi settori (trasporto aereo e ferroviario, servizi di ristorazione e di ricezione turistica) a incorrere in costi inaspettati e un rapido deterioramento dei profitti, così da aumentare le preoccupazioni degli stakeholder. Utilizzando le lettere dei CEO agli shareholders, contenute nei proxy statements del 2019 e del 2020, è stata realizzata una content analysis delle strategie retoriche adottate da queste imprese per fronteggiare la crisi globale derivata dalla pandemia. L'analisi mostra che le lettere agli azionisti che fanno riferimento diretto al virus tendono ad avere un indice di sentiment più basso e un indice di supportiveness più alto rispetto alle lettere nelle quali non viene menzionato il tema del virus. Lo studio offre spunti per i CEO su come comunicare un cambiamento inaspettato delle prospettive di crescita.
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Scarano, Gianluca. "Sindacato e cambiamento tecnologico nella piccola e media impresa italiana. Un'indagine sul Veneto." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 163 (August 2022): 249–68. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163013.

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Abstract:
Questo contributo si concentra sul ruolo dei sindacati nel contesto dell'implementazione delle tecnologie legate a "Industria 4.0" a livello delle PMI. A tal proposito, sono state condotte interviste a rappresentanti sindacali di alcune imprese del settore metalmeccanico del Veneto, sia a livello di impresa che di terri-torio. Le evidenze sono state organizzate sulla base di tre dimensioni: adattamento delle imprese rispetto ai cambiamenti provenienti dall'ambiente esterno; compe-tenze dei dipendenti; atteggiamento e supporto del management e della proprietà. I risultati mostrano come ci sia un legame tra prospettive dell'innovazione tecnologica e futuro delle strategie contrattuali sul territorio. Ulteriori considerazioni chiamano in causa la debolezza dei processi formativi, la scarsa pianificazione e condivisione delle scelte aziendali.
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Scozzafava, Gabriele, and Leonardo Casini. "Analisi degli effetti a livello aziendale e territoriale della nuova politica agricola comunitaria: il caso della Toscana." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 1 (May 2012): 249–71. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2012-001012.

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Abstract:
The objectives to which Common Agricultural Policy (cap) was intended have been deeply changed in the last fifty years. Today, the debate at national and European level is amplified in relation to the need to reshape agricultural policy after 2013. The awareness of the failure of the decoupled aid as well as it was conceived, focuses on the effects that a change of this intervention tool could generate both at farm and territorial scale. This study emphasizes these issues by proposing a cognitive analysis considering and studying the financial flows within the first pillar received by each farm in Tuscany. The first objective of this research is to analyze the current situation of the decoupled aid in order to highlight potential problems at farm or territorial scale. The second objective of this proposal is to simulate different scenarios to examine the effects of regionalization of the aid. As a matter of fact, on an even programming stage it is very important to provide strategic information to the public decisionmaker who must negotiate at political phase the final choices between the various proposals.
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Donna, Giorgio, and Salvatore Nieddu. "Creare Valore Sanitario: nuove prospettive per il management delle aziende sanitarie." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 1, no. 1 (March 15, 2000): 25–34. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v1i1.708.

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Abstract:
The value creation is the primary target of a firm and to this pattern is inspired each managerial instrument, behaviour and action. For particular firms as health companies, the pattern of value creation can be well – grounded, provided that it takes care of their particular attributes. Therefore this article is structured on the following methodology of analysis: first of all the pattern of value creation for private firms is shown making clear the meaning of value creation compared with firm’s strategic targets. Then the particular attributes of health companies and the meaning that value creation can undertake in these circumstances are analysed. If the creation of health value can become the strategic target of a health company, it is essential a valuation of the “key variables” marking out the way to create value. At last the change of classical instruments of management and administration control are described. To create health value is the real strategic target of health companies. After years of prevailing or exclusive orientation to efficiency, now managerial instruments rediscover the efficacy and the quality of medical treatments as “key variables” to program and control. Old management tools, such as the budget or the reporting, can become an excellent support for every operator, first of all the medical class that, because of various motives, was (and is) particularly refractory to these instruments. The pattern of value creation can become the philosophy which has to inspire all the health management instruments, and the common language for all the cultures and the professions inside the health companies. Concluding, the pattern of value creation can be an interesting proposal to innovate control systems of health companies and to put an end to the impasse of most of the health management’s applications, but, it required a new co-operation between managers and medical class. Only if the medical class will accept valuation and measurement systems of activity, the value creation will stop to be just a theory and will become a reality.
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Vezzali, Loris, Dora Capozza, and Rossella Falvo. "Confronto tra strategie di contatto in contesti di lavoro." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (March 2010): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001006.

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Abstract:
Nella presente ricerca, si č analizzata l'efficacia di alcuni modi di contatto nel migliorare le relazioni tra Italiani e immigrati. In particolare, si sono confrontate la teoria del contatto intergruppi (Brown e Hewstone, 2005), il modello dell'identitŕ dell'ingroup comune (Gaertner e Dovidio, 2000), il modello dell'identitŕ duplice (Gaertner et al., 2000). Lo strumento utilizzato era un questionario. I partecipanti, tutti Italiani, erano lavoratori di aziende in una regione del Nord. L'ipotesi era che la salienza dell'identitŕ comune sarebbe stata la modalitŕ di contatto piů efficace per migliorare le relazioni tra Italiani e immigrati entro il contesto di lavoro. La generalizzazione degli effetti del contatto alla categoria generale degli immigrati avrebbe dovuto, invece, essere piů forte quando, negli incontri tra lavoratori italiani e stranieri, era saliente l'identitŕ duplice. I risultati hanno confermato l'ipotesi relativa all'efficacia dell'identitŕ comune, anche se non si sono rilevati i previsti effetti di moderazione. Sono state, infine, discusse le implicazioni pratiche e teoriche dei risultati ottenuti.
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Capurro, Rosita, Michele Galeotti, and Stefano Garzella. ""Mondo reale-tradizionale" e "mondo digitale", strategie aziendali e web intelligence: il futuro del controllo e della gestione delle informazioni." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (March 2018): 83–111. http://dx.doi.org/10.3280/maco2018-su2005.

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Liguori, Gerardo, and Vincenzo De Paola. "Riorganizzazione dell’attività chirurgica per setting assistenziali e complessità di cura." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, no. 2 (July 25, 2021): 69–82. http://dx.doi.org/10.48268/chirurgia/2021/0001.1.

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Abstract:
Il Ministero della Salute svolge attività di supporto e collaborazione con le Regioni per migliorare sia i livelli di efficienza e di produttività che quelli di appropriatezza, sicurezza ed efficacia delle cure ospedaliere (D.M. 70/2015, Legge di Stabilità 2016 e D.M.21 giugno 2016). A tal fine ha attivato il progetto “Riorganizzazione dell’attività chirurgica per setting assistenziali e complessità di cura” di durata triennale, allo scopo di mettere a disposizione conoscenze e competenze messe a punto in altre realtà sanitarie nazionali. L’implementazione di tali Best Practices, finalizzata a migliorare la gestione dei blocchi operatori, risulta strategica nel contesto nazionale, data la necessità di affinare gli strumenti per misurare le performance delle strutture ospedaliere a maggior complessità, in particolare per quelle attività di alto livello ed elevato costo come l’attività chirurgica. A questo progetto Ministeriale la Regione Campania ha aderito, proponendo come Aziende Pilota l’Azienda Ospedaliera Cardarelli di Napoli e l’Azienda Ospedaliera Universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno.
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de Berardinis, Daniela. "Ospedale e cronicità." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 13–18. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003003.

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Abstract:
Nel contesto ospedaliero le forme organizzative più idonee per consentire l'integrazione sono quelle che prevedono l'istituzione di Servizi o Unità di Psicologia con funzioni di coor-dinamento per l'ottimale utilizzazione delle competenze psicologiche ai diversi livelli e per le attività necessarie ad una adeguata implementazione ed aggiornamento dei professionisti, della loro integrazione nelle diverse strutture operative ospedaliere e della collaborazione interprofessionale. La politica sanitaria centrata sul concetto di azienda come luogo in grado di gestire processi in modo efficace e efficiente presuppone una adeguata attenzione a quei fattori soggettivi che possono incidere sui costi e sulla produttività. Si tende ad una Psicologia Ospedaliera che sappia tenere insieme questi diversi bisogni, collocandoli in un orizzonte di analisi ed interventi specifici, fortemente integrati, che renda visibile la strategia "sistemica" e su questa costruisca sinergie ed alleanze. In campo scientifico e professionale si è affermato e consolidato il concetto che la salute sia un fenomeno multidimensionale, per cui occorre costruire una alleanza e una sinergia tra ricerca e intervento che abbia obiettivi condivisi e chiari. L'articolo resoconta dell'esperienza di collaborazione multiprofessionale nell'area delle malattie croniche nel contesto ospedaliero e pome la questione dei setting di lavoro e di ricerca congiunti come spazi dove diviene possibile costruire modelli di lavoro transdisciplinari.
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Vadori, M. "Essere infermiere in dialisi tra tecnologia e relazione con la persona straniera: l'operatore sanitario." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 2 (January 26, 2018): 87–92. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1145.

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Abstract:
La carenza infermieristica è ormai un problema mondiale, le cui cause sono fortemente correlate tra loro e riconducibili a quattro fattori: • L'invecchiamento della popolazione infermieristica • La riduzione delle iscrizioni ai corsi universitari • Il mutamento delle condizioni lavorative • L'immagine scadente della professione infermieristica. La migrazione infermieristica è motivata dalla ricerca di sviluppo professionale, di una migliore qualità della vita e di sicurezza personale. Vi sono Paesi donatori e Paesi riceventi. Anche in Italia il fenomeno è da anni presente. Nel 2007–2010 vi è stato il boom dell'ingresso in Italia di infermieri stranieri superiore al 25%. Nel 2010 erano iscritti all'albo IPASVI 375 185 infermieri, 77% donne e 10% erano stranieri. Ogni Azienda Sanitaria ha attuato la propria strategia di risoluzione. Presso l'ASLTO2 di Torino, dapprima sono state indette gare per “Cooperative infermieristiche”, poi per “Agenzie Interinali” e attualmente sono presenti i professionisti degli “Studi Associati”. Presso la dialisi del S.G. Bosco di Torino l'esperienza è ormai decennale, strutturata e consolidata. Dal 2001 si sono alternati 30 infermieri stranieri provenienti da sei Paesi diversi, il maggiore è ancora la Romania. Il piano didattico di inserimento del neo infermiere straniero, segue quello usato presso la Struttura complessa per tutti i neo assunti e questo permette una qualità omogenea dell'assistenza e un buon livello di “integrazione” percepito dai lavoratori stranieri. (nursing)
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Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi, and Francesco Incelli. "Architectural technology responds to the environmental crisis: participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale: la progettazione partecipata in ambito emergenziale." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Abstract:
Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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Alberti, Fernando G. "Il contratto di rete: una rassegna." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 176–97. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002007.

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Abstract:
Il presente articolo intende essere una breve nota tesa a fare il punto dello stato di adozione e di elaborazione dei contratti di rete. Con il contratto di rete, il Legislatore ha voluto introdurre una nuova fattispecie giuridica finalizzata a favorire l'aggregazione tra imprese di minore dimensione, aumentando cosě le dimensioni aziendali per meglio competere nei mercati internazionali e supportare l'innovazione. Il contratto di rete si differenzia nella ratio da altre forme burocratiche di reti inter-organizzative esistenti, per maggiore flessibilitŕ sia nella definizione degli scopi e dei confini della rete stessa sia nel livello di coinvolgimento dei partner. I contratti di rete stanno assumendo una diffusione tale da essere spesso utilizzati come sinonimi di rete tra imprese. Come ampiamente illustrato e chiarito in un articolo apparso sul numero precedente di Studi Organizzativi, le reti tra imprese si caratterizzano per una varietŕ di forme, assetti, obiettivi, meccanismi operativi e composizione, tale per cui l'appiattimento del fenomeno ai soli contratti di rete, che si registra nella retorica quotidiana di policy makers, giuristi e media, risulta essere non solo immotivato ma anche ontologicamente fallace. Emerge, quindi la necessitŕ anche per gli studiosi di strategia e organizzazione, e non solo per i giuristi, di chiarire questo fenomeno, comprenderne la natura, le potenzialitŕ e i limiti, analizzarne la diffusione e gli strumenti a supporto, ma anche metterlo in relazione con il piů ampio fenomeno delle reti inter-organizzative di cui i contratti costituiscono solo una delle possibili forme. Dagli elementi riportati in questo articolo si evince come il fenomeno dei contratti di rete, per quanto nascente, abbia vissuto nell'ultimo periodo sia un forte incremento quantitativo nell'ultimo anno sia un forte incremento sul fronte qualitativo. L'affinamento della fattispecie giuridica, la crescente casistica e l'ampio dibattito accademico, istituzionale e professionale creatosi attorno al fenomeno hanno stimolato molti a ragionare attorno al tema delle reti di imprese, anche se ancora con poca distinzione tra il concetto di rete di imprese - e le sue variegate forme - e quello di contratto di rete, che rappresenta solo un possibile inquadramento burocratico per la formalizzazione di una rete.
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Snichelotto, Marco. "Trust per il passaggio generazionale e <i>agency cost theory</i>." settembre-ottobre, no. 5 (October 6, 2022): 936–44. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.193.

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Abstract:
Tesi Il tema che qui interessa indagare è relativo alla possibilità di utilizzare il trust in funzione di un passaggio generazionale dell’impresa famigliare che possa dirsi di successo, ed in particolare della possibilità che lo strumento così istituito possa servire a garantire continuità e prosperità all’azienda e alla famiglia di riferimento. Il contributo non mira ad essere esaustivo ma a proporre alcune riflessioni sul tema dei cosiddetti Family Business Trusts al fine di contribuire allo sviluppo di un modello che riesca a coniugare i temi del passaggio generazionale delle aziende famigliari, le best practice di corporate governance. Il saggio prende le mosse dall’applicazione delle strategie sviluppate nell'ambito della agency cost theory of the firm per capire se è possibile estenderle all’istituto del trust. The author’s view The issue we are interested in investigating here relates to the possibility of using the trust as a function of a successful generational transition of the family business, and in particular the possibility that the instrument thus established can serve to guarantee continuity and prosperity to the company and to the family. The contribution does not aim to be exhaustive but to propose some reflections on the theme of the so-called Family Business Trusts in order to contribute to the development of a model that is able to combine the issues of the generational transition of family businesses and the best practices of corporate governance. The Essay starts from the application of the strategies developed within the agency cost theory of the firm to understand if it is possible to extend them to the trust institution.
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Bressani, Roberto, Isidoro Cioffi, Carlo Fraticelli, Franco Grillo, Salvatore Pisani, Anna Maria Verri, Fabio Banfi, and Simone Vender. "The suicidal behaviour in the North province of Varese: an epidemiological analysis." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 3 (September 2001): 180–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005303.

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RIASSUNTOScopo – Conoscere dati quantitativi e caratteristiche del comportamento suicidario nell'area nord della Provincia di Varese, comprendente il capoluogo ed i comuni limitrofi (Valceresio, valli del luinese e nord-Verbano), al fine di individuare interventi preventivi. Disegno – Studio epidemiologico-descrittivo. Sono state utilizzate le schede di morte ISTAT del Registro di Mortalità dell'ex Azienda USSL di Varese negli anni 1995-97. Sono stati inclusi i soggetti che al momento del suicidio risultavano residenti. Successivamente i casi delle schede ISTAT sono stati ricercati negli archivi dei servizi psichiatrici, per valutare eventuali contatti. Per costoro sono state rilevate informazioni, quali tentativi suicidari, patologia psichiatrica, data del primo contatto. Setting – Distretti di Arcisate, Cittiglio, Luino e Varese, corrispondenti al bacino di utenza delle Unità Operative di Psichiatria 1 e 2 dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Macchi di Varese. Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i tassi di suicidio deH'area e tramite standardizzazione diretta sono stati confrontati i tassi dei singoli distretti. Risultati – I suicidi sono stati 78 (24 femmine e 54 maschi), con un tasso dell'8.2 per 100.000. In analogia all'andamento nazionale si osserva una diminuzione generale del fenomeno negli ultimi anni, ma non per i più giovani. Ci sono alcune aree geografiche (distretti di Luino e di Arcisate) da monitorare nel tempo, perche una casistica più ampia potrebbe rivelare un rischio più elevato. La fascia d'età giovane e anziana è più colpita nei maschi, e per i due sessi sono particolarmente a rischio i 55-64enni. I mezzi utilizzati differiscono per fasce d'età. Un'alta percentuale di soggetti sono non coniugati o con scarsa istruzione. Meno di un terzo dei casi era entrato in contatto con i servizi psichiatrici. Conclusioni – I dati consentono un confronto con la casistica nazionale e una riflessione sulle caratteristiche del suicidio nell'area di riferimento, al fine di elaborare strategie preventive orientate da un approccio multidimensionale, la cui efficacia potrà essere validata nel tempo attraverso l'attivazione di un osservatorio provinciale.
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Genovino, Cinzia, and Rosa Maria Caprino. "Il ruolo della banca nel processo di innovazione del modello di business." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 69–105. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002005.

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Abstract:
Il contributo rappresenta un approfondimento del Rapporto MACREF Strategie di integrazione tra produzioni agroalimentari e turismo ed in particolar modo il ruolo della banca nei processi d'innovazione dei modelli di business per le PMI. Si è cercato di offrire un'analisi critica della letteratura sul tema della scelta relativa alla struttura finanziaria efficiente delle imprese, con particolare riguardo alla realtà delle piccole e medie imprese italiane, ed in particolar modo del settore agroalimentare, attraverso una visione della letteratura empirica sull'argomento. Le PMI si caratterizzano tradizionalmente per l'uso quasi esclusivo di capitale di debito nella copertura del fabbisogno finanziario e presentano di conseguenza una struttura finanziaria quanto mai semplificata, nella maggior parte dei casi composta dal debito bancario da una parte e dal capitale dei soci fondatori dall'altra. In questo momento di crisi e di particolare frammentazione del tessuto societario italiano, in particolar modo quello del comparto agroalimentare, un ruolo determinante è stato rivestito dagli istituti bancari anche come gestori di garanzie e contributi pubblici. La scarsa patrimonializzazione delle nostre aziende, spesso a carattere e proprietà familiare, è stata negli anni supplita con un forte ricorso al credito bancario, dal quale le imprese sono diventate dipendenti a scapito di un corretto equilibrio finanziario. L'intero sistema si trova difronte ad una rieducazione finanziaria, dunque sia le imprese che le banche, quest'ultime spinte dall'innovazione tecnologica e dalla ricerca di redditività, si accingono al superamento della loro tradizionale veste istituzionale legata alla erogazione di credito. Gli istituti di credito possono e stanno quindi trasformando in opportunità tale situazione rivedendo i propri modelli distributivi e di business per diversificare le proprie fonti di reddito concentrandosi sull'offerta di nuovi servizi ad alto valore aggiunto alle imprese, sostenendo lo sviluppo e la crescita economica del nostro paese. Oggi il ruolo trainante della ripresa è infatti rappresentato da quelle imprese che sono innovative, che sanno coniugare la produttività e la tecnologia, che si aggregano tra loro o che si internazionalizzano: è proprio a queste impr- se che il sistema bancario deve guardare offrendo loro un supporto non solo in termini finanziari ma in termini di esperienza, conoscenze, competenza e consulenza.
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Rosasco, Paolo, Leopoldo Sdino, and Benedetta Sdino. "Immigration in Genoa: real estate demand survey in the historic centre [Immigrazione a Genova: un’indagine conoscitiva sulla domanda immobiliare nel centro storico]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 67–80. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212807.

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Abstract:
Migratory flows which characterized European cities over the last decade have generated profound changes in the social and economic tissue causing a housing demand with its own characteristics. In Italy, such phenomenon is particularly evident, not only in terms of property demand by foreigner residents, but also as to the turnover produced in terms of volume. Immigration in Genoa manifested itself starting from the second post-war period through a considerable flow of people coming from South of Italy regions looking for an occupation in many state industries and companies in the city or the port. The phenomenon ceased in the ‘70s with the beginning of the deindustrialization and it has been substituted by foreign immigration coming from North Africa and Central America poorest countries. New residents settle in the urban units of Molo, Maddalena and Prè (Historic Centre) abandoned by traditional inhabitants and where the lower prices level makes the buildings more accessible to this specific demand, often characterized by reduced economic capacities. I flussi migratori che caratterizzano le città europee in questi ultimi decenni hanno generato profondi cambiamenti nel tessuto sociale ed economico causando una domanda abitativa con propri caratteri. In Italia, il fenomeno è particolarmente evidente, sia in termini di domanda di immobili da parte di residenti stranieri sia in termini di volumi di affari prodotti. Per la città di Genova il fenomeno dell’immigrazione si manifesta a partire dal secondo dopoguerra con un consistente flusso di soggetti provenienti dalle regioni del sud Italia in cerca di occupazione nelle molte industrie e aziende statali presenti in città e nel porto. Il fenomeno cessa negli anni ‘70 con l’inizio della deindustrializzazione e viene sostituito dall’immigrazione estera dagli stati più poveri del nord Africa e del Centro America. I nuovi residenti si insediano nei sestrieri del Molo, della Maddalena e di Prè (Centro Storico della città) ormai abbandonati dagli abitanti tradizionali e dove il basso livello dei prezzi rende più accessibili gli immobili da parte di questa specifica domanda spesso caratterizzata da ridotte capacità economiche
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Madonna, Raffaella, Marco Valenti, Giovanna Borrelli, Renato Cerbo, Manlio De Lellis, Giorgia Sprovera, Marisa Massaro, et al. "Epidemiological monitoring of psychological, neurological and sensorial handicaps in the 0-24 years population of the Abruzzo region (Italy). Preliminary results." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 3 (December 1998): 188–96. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007387.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Descrivere Pimplementazione epidemiologica nella Regione Abruzzo di un servizio di prevenzione degli handicap psiconeurosensoriali dell'eta evolutiva; presentare i dati di prevalenza delle patologie osservate e i modelli di regressione esplicativi deU'occorrenza, discutere i dati di accesso ai servizi in termini di risposta alle necessità sociosanitarie. Setting e disegno - Sono stati utilizzati i dati forniti da un sistema informativo regionale, costituito da fonti informative primarie operanti presso le aziende USL (Servizio di Medicina scolastica, Medicina di base, Pediatria di base, Consultori familiari, Servizio di Riabilitazione) e da strutture specializzate di individuazione diagnostica (Équipe Multidisciplinari, Divisione Clinicizzata di Neuropsichiatna Infantile, Servizi Territoriali di NPI). Il modello di gestione dei dati è il registro epidemiologico di popolazione. La popolazione target e la popolazione abruzzese di eta inferiore ai 25 anni. Principali misure utilizzate - Vengono utilizzate in questo studio misure epidemiologiche di prevalenza, standardizzate per età, assumendo come standard la popolazione regionale (0-24 anni). La definizione delle patologie è stata effettuata sulla base delle nosografie standard 1CD-9 e ICD-10; la definizione di handicap sulla base della classificazione OMS (1981). Sono state esaminate le associazioni tra le variabili esplicative di tipo sociodemografico e anamnestico e le diverse tipologie di esito clinico attraverso modelli di regressione logistica. Risultati - Le stime di prevalenza per le principali patologie neuropsichiatriche infantili e per le patologie organiche e/o congenite generatrici di handicap nella popolazione dell'Abruzzo sono paragonabili a quelli riscontrati in letteratura in setting analoghi, ad eccezione dei disturbi ipercinetici che sembrerebbero indicare per I'Abruzzo un'alta occorrenza in entrambi i sessi. La riabilitazione risulta essere la necessita sanitaria maggiormente richiesta per tutti gli assi diagnostici; neH'ambito delle necessita sociali risulta relativamente poco rilevante il ricorso all'assistenza scolastica e, soprattutto, domiciliare. L'analisi di regressione logistica indica lo stato socioeconomico e la presenza di handicap in famiglia come fattori associati, rispettivamente, in modo negativo all'occorrenza di disturbi ipercinetici, e in modo positivo alFoccorrenza di ritardo mentale. Inoltre, lo stato di convivenza in famiglia naturale e associato negativamente aU'occorrenza di disturbi evolutivi. Conclusioni - Lo studio riporta i risultati preliminari dell'attivita di un registro specializzato per l'handicap psiconeurosensoriale in eta evolutiva. Tra le prime indicazioni operative emerge con chiarezza l'utilita della standardizzazione delle procedure diagnosu'che, della definizione di linee guida gestionali comuni nelle diverse aree territoriali, e, comunque, l'importanza della conoscenza epidemiologica del fenomeno handicap per una corretta impostazione di strategie di prevenzione e programmazione.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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La Rocca, Maurizio. "General Management: Strategia Aziendale e Valore (Corporate Strategy)." SSRN Electronic Journal, 2020. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3839346.

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Foddis, A. "Il Controllo di Gestione e la Spending Review." Working Paper of Public Health 2, no. 1 (June 15, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6757.

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Obiettivi: In un’ottica di razionalizzazione dei costi, tenuto conto che la regionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la sua articolazione in aziende sanitarie sono state concepite dalle riforme come strumento proprio per tentare di raggiungere un equilibrio tra le limitate risorse e la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), obiettivo del presente lavoro è quello di delineare il ruolo fondamentale che il Controllo di Gestione (CdG), in quanto strumento in grado di verificare l’efficienza di gestione delle singole strutture in cui si articola il SSN, riveste in tale contesto. Metodologia: Caso studio legato agli adempimenti compiuti dall’Azienda Ospedaliera di Alessandria in attuazione della DGR 2-4474 del 06.08.2012 “Determinazione obiettivi economici-finanziari delle aziende sanitarie regionali per l’anno 2012”. Dalla data di approvazione di tale provvedimento, la direzione aziendale si è impegnata in una serie di azioni volte a garantire l’equilibrio economico finanziario della gestione nel rispetto delle citate disposizioni della Regione Piemonte in materia di Spending Review (SR), emanate a compimento di quelle decretate a livello nazionale (DL 95/12 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”). Tali obiettivi hanno di fatto stimolato l’esigenza di dare ulteriore impulso alle già avviate attività aziendali in ambito di Controllo di Gestione (CdG), con particolare riguardo al sistema di budget, quale strumento di responsabilizzazione dirigenziale sulle azioni intraprese e sui risultati raggiunti in riferimento a tali vincoli. Risultati: Il sistema di Cdg collegato a quello di valutazione della performance risulta essere confacente alle misure di SR, solo se inteso come strumento di valutazione di efficacia e di valutazione della capacità delle politiche pubbliche di produrre gli effetti desiderati. La valutazione di efficacia diventa rilevante per identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che sono stati affidati alle diverse strutture sanitarie o che li raggiungono solo in maniera inefficiente, a fronte di spese molto più alte del necessario; tale valutazione deve essere mirata a interventi volti a indurre un cambiamento in condizioni o comportamenti ritenuti problematici. Conclusioni: La SR non dovrebbe assumere carattere di misure correttive straordinarie mirate ad assicurare il rispetto dei vincoli di bilancio (come sembrano essere finalizzate, da ultime, quelle decretate dal Governo Monti), ma intrecciarsi all’interno dell’intero processo di budgeting e di performance management per farle divenire uno strumento sistematico attraverso il quale ricercare le modalità più efficienti ed efficaci di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) su tutto il territorio nazionale, in un contesto di controllo e razionalizzazione della spesa sanitaria. Concludendo, al fine di realizzare un sistematico programma di analisi e valutazione della stessa, e quindi di eludere in futuro la necessità di dover ricorrere ad ulteriori riduzioni per garantire l’equilibrio dei conti pubblici, diventa improrogabile l’esigenza di rafforzare le attività di programmazione strategica e di controllo sul sistema di gestione delle aziende sanitarie potenziando, nel contempo, le strutture e gli strumenti di controllo e monitoraggio all’interno delle medesime.
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Basile, Alessandro. "La Gestione Strategica Delle Innovazioni Biotecnologiche: Trade-Off Tra Integrazioni Aziendali Ed Accordi Interaziendali." SSRN Electronic Journal, 2012. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2147797.

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Oliveira, Vinícius Cardoso de, and Carla Viana Dendasck. "L’importanza del marketing per le micro e le piccole imprese." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, February 26, 2020, 28–40. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/di-marketing-it/micro-e-le-piccole-imprese.

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Abstract:
Secondo Sebrae, nel 2018, le micro e piccole imprese rappresentavano il 52% delle posizioni lavorative e corrispondono al 99% delle aziende esistenti in Brasile. Tuttavia, anche con questa rappresentatività il 58% di queste aziende riesce a superare i cinque anni di esistenza. Si stima che questa alta percentuale di mortalità delle organizzazioni sia legata alla mancanza di pianificazione e adozione ai principi di base dell’amministrazione. Questo articolo si propone di condurre una riflessione, utilizzando la metodologia della revisione bibliografica, sull’importanza del marketing per queste organizzazioni, nonché sulla necessità per gli imprenditori di adottare una posizione strategica attraverso possibilità di marketing, in particolare in relazione al Digital Marketing, garantendo così la sostenibilità dell’organizzazione.
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Prisco, Sonia Elisa, Giuseppina Moccia, Grazia Cioffi, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Ferrucci, Rosetta Frammartino, et al. "Progetto pilota per la stesura del PDTA Sepsi nelle aziende sanitarie." La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 57–66. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.6.

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Abstract:
Le disposizioni contenute nel DL “Nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria” del 12 marzo 2019, entrano in vigore a partire dal 1° gennaio 2020. Il Sistema di Garanzia, pur indicando dei criteri di standardizzazione, riconosce l’eterogeneità geografica interna alle regioni, che può incidere sulla capacità delle stesse di garantire livelli di assistenza in linea con gli standard nazionali. Alle singole Regioni è demandato, pertanto, il compito di individuare le criticità peculiari e di attuare degli interventi volti all’ottimizzazione dei servizi e delle risorse. La Regione Campania, con decreto n. 32 del 25 marzo 2019, approva il “Documento Tecnico di indirizzo sulla metodologia di stesura dei PDTA in Regione Campania”. Tale documento riconosce il PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) quale “strumento indirizzato a migliorare l’appropriatezza clinica ed organizzativa nella gestione di pazienti affetti da specifiche malattie”. Il PDTA rappresenta, dunque, lo strumento con cui le Linee Guida nazionali e internazionali vengono contestualizzate alla realtà locale. In questo lavoro ci siamo posti l’obiettivo di offrire uno strumento volto a migliorare l’appropriatezza clinica ed organizzativa nella gestione del paziente affetto da sepsi. L’ottimizzazione dell’assistenza al paziente settico passa attraverso la costruzione di un percorso ben definito che include l’identificazione del paziente, delle corrette strategie terapeutiche, il timing delle procedure, l’individuazione delle responsabilità nell’atto assistenziale, la formazione del personale (preliminare e continua) e la rivalutazione e validazione del PDTA stesso. Il lavoro ha previsto l’integrazione delle competenze di molte figure professionali con diverse aree di competenza: Direzione Sanitaria, Responsabili del Rischio Clinico, personale medico e infermieristico di Area Critica (PS, OBI, Anestesia e Rianimazione, TI), Malattie Infettive, Laboratorio Analisi, Chirurgia Generale, Radiologia, provenienti da 4 strutture ospedaliere.
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CABRAL, Leonardo Santos Amâncio, Lucia DE ANNA, and Enicéia Gonçalves MENDES. "INDICATORI DI BUONE PRASSI PER L'INCLUSIONE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI CON DISABILITÀ IN ITALIA." REVISTA DIÁLOGOS E PERSPECTIVAS EM EDUCAÇÃO ESPECIAL 2, no. 02 (January 25, 2016). http://dx.doi.org/10.36311/2358-8845.2015.v2n02.5756.

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Abstract:
L’aumento esponenziale del numero di studenti con disabilità iscritti alle università dei diversi paesi ha incitato tali istituzioni ad attivare alcuni servizi speciici inalizzati al loro supporto, sia a livello accademico, sia a livello professionale. In questo contesto, l’obiettivo della presente ricerca è stato quello di esplorare le diverse iniziative inerenti l’orientamento accademico e professionale degli studenti universitari con disabilità. È stato realizzato il presente un studio di caso sul campo, descrittivo longitudinale in Italia, durante tre anni, in condizione di full immersion presso il Servizio Tutorato Specializzato dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, dov’è stata messa in atto una proposta empirica di orientamento accademico e professionale che ha coinvolto 20 studenti universitari con disabilità iscritti in tre atenei, nella quale sono state messe in atto strategie mirate con l’utilizzo di strumenti speciici di osservazione, valutazione e monitoraggio, con la partecipazione di 4 tutor accademici e 20 tutor aziendali. Il quadro complessivo dell’analisi dei risultati della presente ricerca ha consentito di individuare i punti di forza delle realtà esplorate. Le rilessioni su tali elementi hanno orientato la proposizione di indicatori che potranno contribuire alla comunità scientiica e universitaria nell’attuare, valutare e monitorare eventuali programmi di orientamento accademico e professionale per gli studenti universitari con disabilità.
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Quatrini, Rossana. "Il coaching nel wound care. L'infermiere specialista in wound care, facilitatore nella gestione delle ferite cutanee tra ospedale e territorio nell'Azienda AUSL di Bologna: una proposta progettuale/Coaching in wound care. The wound care specialist nurse, facilitator for the management of skin lesions between hospital and territory in the Bologna Local Health Authority: a research project." Italian Journal of Wound Care 3, no. 1 (March 26, 2019). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2019.37.

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Abstract:
Questo progetto nasce con l’idea di elaborare una strategia organizzativa/professionale che possa favorire un’omogeneizzazione dei comportamenti dei professionisti sanitari, determinando una riduzione dei costi in termini di risparmio di risorse umane ed economiche, ma soprattutto favorire un miglioramento della qualità di vita dei soggetti portatori di lesioni cutanee. Le lesioni cutanee, ma soprattutto le ferite di difficile guarigione, si caratterizzano per una lunga durata e un’elevata incidenza di complicanze, che spesso si traducono in un considerevole onere economico. L’infermiere Specialista Wound Care, collaborando attivamente con i professionisti sanitari attraverso attività di consulenza, formazione on work, supervisione dei processi operativi, si pone come un’importante figura di riferimento in termini di miglioramento degli obiettivi di cura, nonché degli esiti di cura. Il progetto, di dimensioni Aziendali, si sviluppa in setting assistenziali specifici Ospedale-Territorio e lo Specialista Wound Care opera in collaborazione con gli infermieri di quei setting attraverso una metodologia di Coaching. The aim of this is project is the development of an organizational/professional strategy that can help the homogenization of the behavior of healthcare professionals, determining a reduction of human resources and costs, but above all promoting an improvement of the quality of life of people with skin lesions. Some skin wounds are characterized by a long duration and a high incidence of complications, which often result in considerable economic expenses. The Wound Care Specialist Nurse, in collaboration with healthcare professionals by consultancy, training and supervision of operational processes, is an important reference for the improvement of the care and the treatment goals and outcomes. The project involves Hospital/Health Care Home and the Wound Care Specialist that works in collaboration with the nurses of the area.
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Baggiani, Angelo, Michele Cristofano, Andrea Porretta, Michele Totaro, Nunzio Zotti, Chiara Terrenzio, Sara Civitelli, et al. "Management of COVID micro-areas for asymtomatic or paucisymptomatic patients hospitalized in Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (AOUP, Italy)." Journal of Hospital Management and Health Policy, January 2022, 0. http://dx.doi.org/10.21037/jhmhp-22-82.

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