Academic literature on the topic 'Stratificazione del rischio'

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Journal articles on the topic "Stratificazione del rischio"

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Trimboli, Pierpaolo, Lorenzo Scappaticcio, and Marco Castellana. "Dati evidence-based sulla affidabilità dei sistemi ecografici per la stratificazione del rischio di malignità del nodulo tiroideo (TIRADS)." L'Endocrinologo 22, no. 3 (May 19, 2021): 225–30. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00867-8.

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Abstract:
SommarioL’esame strumentale più comunemente utilizzato per valutare il rischio di malignità del nodulo tiroideo è l’ecografia. Con questo esame è possibile individuare posizione, dimensioni e caratteristiche del nodulo. Dal momento che l’uso dei singoli aspetti ecografici di sospetto ha dimostrato una bassa riproducibilità nell’indicazione all’agoaspirato, nel corso degli ultimi anni sono stati sviluppati diversi sistemi per la stratificazione del rischio ecografico di malignità (Thyroid Image And Reporting Data Systems, TIRADS). Nella presente rassegna vengono riportati e discussi alcuni recenti studi relativi all’affidabilità dei sistemi ecografici.
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Toma, Matteo, Giulia Guglielmi, Gabriele Crimi, Italo Porto, and Pietro Ameri. "La stratificazione del rischio nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare e ipertensione polmonare cronica tromboembolica." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (October 14, 2021): 123–30. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-5.

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Abstract:
La stratificazione del rischio nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare (IAP) permette ai clinici di predire l’outcome e monitorare la progressione di malattia. Inoltre, risulta fondamentale per guidare le strategie di trattamento. Nell’ultimo decennio, numerosi score sono stati implementati per valutare il profilo di rischio dei pazienti con IAP e hanno dimostrato come il raggiungimento di un profilo di rischio basso sia associato ad una migliore sopravvivenza libera da trapianto a lungo termine. Ulteriori studi sono necessari per migliorare la valutazione del rischio, in particolare nei pazienti classificati come a rischio intermedio per i quali può risultare complesso effettuare delle scelte terapeutiche.
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Toma, Matteo, Giulia Guglielmi, Gabriele Crimi, Italo Porto, and Pietro Ameri. "La stratificazione del rischio nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare e ipertensione polmonare cronica tromboembolica." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (October 14, 2021): 123–30. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-5.

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Abstract:
La stratificazione del rischio nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare (IAP) permette ai clinici di predire l’outcome e monitorare la progressione di malattia. Inoltre, risulta fondamentale per guidare le strategie di trattamento. Nell’ultimo decennio, numerosi score sono stati implementati per valutare il profilo di rischio dei pazienti con IAP e hanno dimostrato come il raggiungimento di un profilo di rischio basso sia associato ad una migliore sopravvivenza libera da trapianto a lungo termine. Ulteriori studi sono necessari per migliorare la valutazione del rischio, in particolare nei pazienti classificati come a rischio intermedio per i quali può risultare complesso effettuare delle scelte terapeutiche.
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Douillet, D., A. Penaloza, N. Delvau, and P. M. Roy. "Embolia polmonare in medicina d’urgenza: stratificazione del rischio e strategia terapeutica." EMC - Urgenze 25, no. 4 (November 2021): 1–9. http://dx.doi.org/10.1016/s1286-9341(21)45627-9.

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5

Molinaro, Eleonora. "Impatto della estensione extralinfodale nella stratificazione del rischio del carcinoma papillare della tiroide." L'Endocrinologo 20, no. 4 (July 31, 2019): 255–56. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00606-0.

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6

Marescotti, Roberto. "Le placche ateromasiche localizzate al tratto tronco comune-succlavia destra, come marker precoce di malattia ateromasica." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 3 (December 31, 2022): 192–95. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-6.

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Abstract:
I pazienti che sviluppano una malattia cardiovascolare sono generalmente portatori, nel corso di una lunga fase preclinica, di fattori di rischio, spesso molteplici, per aterosclerosi. In questi soggetti è fondamentale una stratificazione del rischio per identificare e trattare adeguatamente coloro che andranno incontro alle manifestazioni cliniche della malattia aterosclerotica. L’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici, che valuta la presenza di placche ateromasiche e lo spessore medio-intimale carotideo, è fondamentale nello screening di tali pazienti. L’ecocolordoppler è una metodica validata ed entrata nell’uso comune, non invasiva, facilmente ripetibile, ma che richiede un adeguato training dell’operatore per acquisire le adeguate competenze. Le nostre osservazioni richiamano l’attenzione sulla ateromasia delle arterie del distretto tronco brachiocefalico-succlavia destra, come marker precoce e predittivo del rischio, indipendente rispetto allo spessore medio-intimale carotideo.
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Limite, Luca Rosario, Russo, Domitilla, and Arcari, Luca. "Il rischio aritmico nella cardiomiopatia ipertrofica: un focus sulla stratificazione del rischio di morte cardiaca improvvisa." Cardiologia Ambulatoriale, no. 1 (March 30, 2019): 55–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2019-1-5.

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Lucatello, Barbara, Alfredo Muni, and Marco Gallo. "Utilizzo della 18F-FDG-PET nella stratificazione del rischio delle masse surrenaliche." L'Endocrinologo 22, no. 3 (May 14, 2021): 277–78. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00879-4.

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9

Favilli, Silvia. "Affrontare la gravidanza con una cardiopatia." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 47–50. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-11.

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Abstract:
Le malattie cardiovascolari costituiscono la prima causa indiretta di mortalità materna in gravidanza. Fra le cardiopatie pre-esistenti alla gravidanza, le Cardiopatie Congenite (CC) rappresentano la condizione più frequente nei paesi occidentali, mentre gli esiti della Malattia Reumatica rimangono la prima causa di morte materna nei paesi in via di sviluppo. Anche se molto più rare delle CC, le Cardiomiopatie, soprattutto le forme dilatative, sono la causa più frequente di scompenso cardiaco in gravidanza. La stratificazione del rischio è fondamentale in tutte le donne portatrici di cardiopatia che desiderano una gravidanza; idealmente la valutazione completa delle condizioni cardiovascolari, l’eventuale correzione di fattori di rischio modificabili ed un counselling strutturato dovrebbero precedere la gravidanza. In tutte le cardiopatie moderate o severe, la consulenza pre-concezionale, la gestione della gravidanza e la programmazione del parto dovrebbero essere affidate ad un team multidisciplinare con esperienza nelle gravidanze ad alto rischio.
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Crafa, Andrea, Rosita A. Condorelli, Rossella Cannarella, Sandro La Vignera, and Aldo E. Calogero. "Ruolo del volume piastrinico medio nella disfunzione erettile a patogenesi arteriosa." L'Endocrinologo 22, no. 2 (March 5, 2021): 98–102. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00839-y.

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Abstract:
SommarioIl volume piastrinico medio (VPM) è un parametro che sta acquisendo sempre maggiore importanza nella stratificazione del rischio vascolare sistemico dal momento che è in grado di predire il grado di attività piastrinica. Piastrine più attive sono infatti più trombogeniche e contribuiscono al processo di aterosclerosi che, a sua volta, è la principale causa della disfunzione vascolare. La disfunzione erettile (DE) è una condizione che impatta notevolmente sulla qualità della vita di un uomo e, tra le varie cause, la DE su base vascolare arteriosa è quella che ha la prevalenza maggiore. Per questo motivo, alcuni studi hanno cercato di valutare la relazione tra i valori di VPM nei pazienti con DE, suggerendo che questo parametro può essere considerato uno strumento per la diagnosi precoce della DE oltre che un possibile nuovo bersaglio terapeutico, facilmente valutabile.
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Dissertations / Theses on the topic "Stratificazione del rischio"

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Falanga, Matteo. "Studio e simulazione della fluidodinamica atriale in fibrillazione atriale e in soggetti di controllo per la stratificazione del rischio tromboembolico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La fibrillazione atriale è associata ad un aumento di cinque volte del rischio di eventi cerebrovascolari, essendo responsabile del 15-18% di tutti gli ictus. Il rimodellamento elettro-anatomico e funzionale dell'atrio sinistro causato dalla fibrillazione atriale favorisce la stasi sanguigna e, di conseguenza, il rischio di ictus. In questo contesto, diversi studi clinici suggeriscono che la stratificazione del rischio tromboembolico potrebbe essere migliorata utilizzando le informazioni sulla fluidodinamica dell'atrio sinistro e sull’auricola sinistra. L'obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di analizzare i parametri emodinamici ricavati dall’analisi fluidodinamica paziente-specifica, che potrà potenzialmente aiutare a quantificare le implicazioni emodinamiche della fibrillazione atriale su base specifica del paziente verso una stratificazione del rischio di ictus ottimizzata e l'erogazione della terapia.
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Masci, Alessandro. "Development of a patient-specific computational fluid dynamics model of the left atrium in atrial fibrillation." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13277/.

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Abstract:
La Fibrillazione Atriale è associata a un incremento di quattro-cinque volte del rischio di eventi cerebrovascolari, i quali sono ritenuti responsabili del 15% di tutti gli strokes. In questo contesto, alcuni studi clinici hanno suggerito che la stratificazione del rischio di stroke potrebbe essere sensibilmente migliorata utilizzando le informazioni emodinamiche sull'atrio sinistro e in particolare sull'auricola sinistra. L'obiettivo di questo studio è stato lo sviluppo di un modello fluidodinamico computazionale paziente specifico, il quale potrebbe quantificare le implicazioni emodinamiche della fibrillazione atriale su una base paziente-specifica. Questo modello potrebbe consentire un miglioramento della stratificazione del rischio di stroke del paziente e l'ottimizzazione della terapia. L'acquizione di dati CT dinamici cardiaci è stata utilizzata per derivare il modello anatomico 3D dell'atrio sinistro paziente specifico, tramite la progettazione e l'applicazione di un algoritmo di segmentazione. Successivamente, è stato sviluppato il modello computazionale per risolvere la fluidodinamica all'interno dell'atrio sinistro. I dati Doppler acquisiti in corrispondenza dell’ingresso delle vene polmonari e della valvola mitrale, in pazienti affetti da fibrillazione atriale, sono stati utilizzati per la definizione delle condizioni al contorno del modello fluidodinamico. In questa Tesi, verrà descritto in dettaglio il modello sviluppato e la applicazione di esso su due pazienti affetti da fibrillazione atriale persistente. I risultati hanno evidenziato che il modello ha restituito profili di velocità realistici e ha mostrato una riduzione nello svuotamento di sangue nell'auricola sinistra. Queste indicazioni confermano, mediante un modello computazionale fluidodinamico paziente-specifico, che la fibrillazione atriale aumenta il rischio di stroke a causa di un possibile ristagno di sangue, soprattutto in regioni specifiche, quali l'auricola sinistra.
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RENGO, MARCO. "Stratificazione del rischio coronarico in una popolazione di pazienti asintomatici: impatto della Cardio-TC." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918411.

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Abstract:
Scopo: valutare l’impatto della Coronaro-TC nella stratificazione del rischio coronarico in una popolazione di pazienti asintomatici con due o più fattori di rischio per malattia coronarica e comparare i risultati ottenuti con quelli calcolati con il sistema SCORE (Systematic Coronary Risk Evaluation). Materiali e Metodi: 123 pazienti (97 maschi e 26 femmine), con un punteggio SCORE a 10 anni inferiore al 5%, sono stati sottoposti ad un esame di Cardio-TC. È stato valutato inoltre il calcium score. I pazienti sono stati suddivisi in 3 gruppi: pazienti senza malattia coronarica, pazienti con stenosi non significative delle coronarie, e pazienti con stenosi significative delle coronarie. È stato sviluppato un modello di simulazione per la valutazione dei possibili differenti effetti terapeutici sulla base dei risultati della Cardio-TC e dello SCORE system. Sono stati comparati i risultati ed inoltre è stata valutata la percentuale di morte da tumore indotto da radiazioni. Abbiamo effettuato una valutazione globale del rischio coronarico con la Cardio-TC, incluso il rischio derivante l’uso di radiazioni, e comparato tale rischio con l’ipotesi di non effettuare alcuna terapia. Risultati: il rischio pretest di sviluppare malattia cardiovascolare nella popolazione asintomatica studiata è del 1,06%. Il valore medio del calcium score è 56,48 ± 176,61 (rischio moderato). 17 pazienti con stenosi significativa delle coronarie sono stati sottoposti a interventi di rivascolarizzazione. Il rischio medio di sviluppare eventi cardiovascolari utilizzando la Cardio-TC è del 0.42 ± 0.66. Utilizzando la Cardio TC per la stratificazione del rischio, abbiamo trovato un valore significativamente (p<0.05) inferiore. Conclusioni: La stratificazione del rischio coronarico risulta più accurata di quella ottenuta con lo SCORE system. Il rischio correlato all’uso di radiazioni risulta inferiore rispetto al rischio derivante dal non effettuare alcuna terapia.
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MARASCHI, ILARIA. "Stratificazione del rischio di morte cardiaca improvvisa nella ripolarizzazione precoce mediante nuove metodiche diagnostiche." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1342815.

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Abstract:
Introduzione-La morte cardiaca improvvisa (MCI) è uno dei principali problemi di salute pubblica dei Paesi Industrializzati. La stratificazione del rischio di MCI ed una migliore modalità di prevenzione/trattamento della stessa costituiscono una problematica complessa e per molti versi irrisolta della cardiologia moderna, nonostante l’aumentata efficacia del trattamento con defibrillatori cardiaci ICD, dapprima in profilassi secondaria e, quindi, in profilassi primaria, nella riduzione dell’incidenza sia di MCI che di mortalità totale in popolazioni selezionate di pazienti. A dispetto di un alto tasso di incidenza di MCI in sottopopolazioni specifiche ad alto rischio, un numero assoluto considerevole di eventi di MCI è altresì riscontrabile nella popolazione generale; per tale motivo risulta indispensabile individuare tecniche strumentali capaci di effettuare una efficace stratificazione del rischio aritmico anche in quest’ultima. La Ripolarizzazione precoce (RP) fa parte delle J-wave syndromes, in cui si ha un pattern J-wave all’ECG e possibile sviluppo di aritmie ventricolari maligne. Il meccanismo fisiopatologico prevede un mismatch fra le correnti dei canali ionici (riduzione delle correnti del Na+ e Ca++ ed aumento delle correnti in uscita del K+) che risultano in un aumento importante della corrente di ripolarizzazione epicardica con conseguente dispersione transmurale endo-epicardica nella durata del potenziale d’azione cardiaco che causa rientro in fase 2 e TV/FV. Il pattern di RP è stato considerato negli ultimi 70 anni benigno e fra l’altro la sua alta prevalenza nella popolazione generale fu considerata miglior argomento per supportare tale natura benigna. In seguito più recenti studi hanno messo in luce l’importanza di questa anomalia elettrocardiografica mettendo in evidenza un più alto rischio di MCI nei portatori di questo pattern. Allo stato attuale ci sono troppe incertezze per utilizzare il pattern da RP come predittore di MCI. Obiettivo- Valutare nuove metodiche diagnostiche per individuare la RP maligna per una migliore stratificazione del rischio di MCI e conseguente ottimale gestione terapeutica primaria. Materiali e metodi- Sono stati arruolati 47 pazienti con pattern da RP senza cardiopatia strutturale, i quali sono stati sottoposti ad una metodica diagnostica non invasiva: 2D-speckle tracking, nuova metodica ecocardiografica che consente la misurazione di nuovi parametri di funzione miocardica quali lo strain, ossia la valutazione della deformazione miocardica, per studiare un’eventuale correlazione meccanica con il gradiente elettrico causa del rientro funzionale. I pazienti valutati al tempo zero non avevano storia di aritmie ventricolari maligne. Abbiamo valutato nel tempo chi le ha sviluppate e chi no durante il follow-up e abbiamo osservato le differenze presentate nella metodica fra i due gruppi. Risultati- All’analisi dei dati ecocardiografici, diversi indici sistolici e diastolici di strain longitudinale, radiale e circumferenziale sono risultati essere statisticamente significativi, evidenziando quindi una maggior dispersione, in termini sia temporali che spaziali (globali e regionali) della deformazione miocardica longitudinale, radiale e circumferenziale, sia in sistole che in diastole nel gruppo con VA, soprattutto nell’ultima parte della diastole, ovvero la parte elettricamente più vulnerabile. Conclusioni- Questo studio prospettico potrebbe gettare le basi per una discussione a favore del 2D-speckle tracking, comunque metodica non invasiva e facilmente eseguibile, nell’individuare portatori di rischio per aritmie ventricolari potenzialmente maligne. Si amplierebbero quindi gli strumenti per una migliore stratificazione di MCI e conseguente gestione terapeutica.
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MARRA, ALBERTO MARIA. "Ruolo degli assi ormonali-metabolici nell’ipertensione arteriosa polmonare idiopatica: stratificazione del rischio ed impatto prognostico." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1327657.

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Abstract:
Background: i Deficit ormonali-metabolici (MHDS) multipli sono associati a peggior status clinico ed impattano in maniera significativa sulla sopravvivenza dei pazienti con patologie cardiovascolare. Tuttavia, l'impatto dei MHDS sullo status clinico e sulla sopravvivenza dei pazienti affetti da Ipertensione arteriosa polmonare (PAH). Obiettivo dello studio: Stimare la prevalenza dei DOM nella PAH e studiare la loro eventuale associazione con parametri clinici significativi. Materiali e Metodi: Pazienti affetti da PAH che avevano effettuato dosaggio serico dei 5 principali DOM (Testosterone, DHEA-S, HOMA index, IGF-1 ed ormoni tiroidei) sono stati arruolati in maniera retrospettiva. I pazienti sono stati categorizzati in MHDS+ se erano presenti ≥2 deficit ormonali. E' stata quindi valutata l'associazione di MHDS+ con lo stato funzionale, la capacità di esercizio fisico, l'emodinamica polmonare, la funzionalità ventricolare destra e un end-point composito di mortalità ed ospedalizzazione. Risultati.: I pazienti con MHDS+ costituiscono il 43% dell'intera popolazione affetta da PAH. MHDS+ si associa con un peggiore test del cammino dei sei minuti (380.12 ± 66.11 vs 456.91 ± 70.35, p:0.012), peggiore frazione d'eiezione del ventricolo destro (37.30 ± 10.07 vs 26.76 ± 16.05, p< 0.05) ed aumentate resistenze vascolari polmonari (12.62 ± 3.26 vs 7.07 ± 2.99, p: 0.001). Dividendo in base alla gravità dei deficit ormonali (1 deficit= MHDS lieve, 2= MDHS media, 3 o più deficit= MHDS grave) una differenza statisticamente significativa risultava per quanto riguarda la distanza percorsa al test del cammino (467.94 ± 70.62 vs 419.40± 61.33 vs 380.12±66.12 in lieve, moderata e lieve, rispettivamente, p:0.02). Nonostante una differenza nell’end-point combinato di circa il 20% fra i due gruppi ed una differenza del 23% nell’occorrenza dell’evento morte, il basso sample size non ha permesso il raggiungimento della significatività statistica (p: 0.278 per il composito di mortalità ed ospedalizzazione, p:0.237 per la mortalità). Conclusioni: I deficit ormonali multipli identificano un sottogruppo di pazienti caratterizzati da peggiore status clinico, capacità di esercizio fisico, emodinamica polmonare. Nonostante siano stati registrati un maggior numero di eventi (sia composito di mortalità ed ospedalizzazione, sia mortalità da tutte le casi) nel gruppo di pazienti con deficit ormonale multiplo, tale differenza non ha raggiunto una significatività statistica. Studi futuri sono necessari per rafforzare l'ipotesi dell'impatto dei deficit anabolici nell'ipertensione arteriosa polmonare.
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LAMARTINA, LIVIA. "Studio osservazionale prospettico sull’outcome clinico dei pazienti affetti da carcinoma della tiroide." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1240201.

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Abstract:
Aim: To identify clinical and molecular prognostic factors in differentiated thyroid cancer (DTC) Methods: A web based longitudinal database of newly diagnosed DTC was settled down. The risk of recurrence and the response to treatment were classified according to the American Thyroid Association (ATA) guidelines. Circulating miR analysis of sera collected before surgery and about 1 months and 1-2 years after surgery was performed with TaqMan MicroRNA Assay. Results: 2730 patients had a follow-up ≥1 year. The ATA risk of recurrence was low in 1386 (50.8%), intermediate in 1168 (42.8%) and high in 176 (6.4%). The response to treatment was excellent in 1675 (61.3%), biochemical incomplete in 63 (2.3%), structural incomplete in 70 (2.6%), and indeterminate in 922 (33.8%). A significantly higher rate of structural disease was found in intermediate (2.7%, Odds ratio 4.85, 95% confidence interval 2.18 - 12.23, p<0.01) and high risk (17.1% Odds ratio 35.21, 95% confidence interval 15.41 - 90.66, p<0.01) patients compared with low risk patients (0.6%). Of the 829 patients that had a follow up of ≥3 years, only 3 (0.6%) intermediate risk patients experienced relapse. Serum samples of 44 patients with papillary thyroid cancer (PTC) were available for miR profiling. After a screening analysis, miR-146a-5p and miR-221-3p were selected for validation because of superior accuracy in PTC identification from healthy controls and benign thyroid nodules. The trend over time of miR-146a-5p and miR-221-3p was decreasing in patients with disease remission and increasing in patients with structural disease. In 3 cases miR profile was more informative than the serum thyroglobulin. Conclusion: The ATA risk stratification is an effective clinical prognostic tool for structural disease prediction in DTC. One third of the patients has an indeterminate response to treatment due to low detectable serum markers (thyroglobulin or anti thyroglobulin antibodies). miR profile may represents a promising alternative marker of disease status for these patients.
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