Academic literature on the topic 'Strutturale'

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Journal articles on the topic "Strutturale"

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Terzi, Federico. "Bach e Quintiliano: la Dispositio del Preludio BWV 552/1." Rhetorica 39, no. 1 (2021): 91–113. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2021.39.1.91.

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Abstract:
Il contributo indaga la Dispositio delle strutture compositive del Preludio in mi bemolle maggiore – BWV 552/1 (Clavierübung III, 1739) – di Johann Sebastian Bach alla luce dell’Institutio oratoria di Quintiliano. La retorica fu parte integrante dell’esperienza religiosa, culturale e musicale bachiana: partendo da questo assunto, si richiamano le precedenti letture simbolico-strutturali del Preludio ed il precedente accostamento storiografico di Quintiliano a Bach, dando ragione di questo nuovo. Si dimostra in che misura e sotto quali aspetti l’opera quintilianea potrebbe aver influenzato il Kantor della Thomaskirche, fungendo da base strutturale per la composizione presa in esame.
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Picardi, Angelo, Giovanni de Girolamo, Giovanni Santone, Enrico Zanalda, Ian Falloon, Angelo Fioritti, Rocco Micciolo, Pierluigi Morosini, and Alessandro Svettini. "2. Le caratteristiche strutturali delle SR." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 7–21. http://dx.doi.org/10.1017/s182743310000006x.

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Abstract:
La prima parte di questa monografia prende in esame le variabili di tipo strutturale delle SR, ovvero le caratteristiche quanti- e qualitative sia delle SR che dello staff curante. L'importanza delle caratteristiche strutturali delle SR è duplice: da un lato si trattava di comprendere in che misura il cambiamento strutturale innescato e promosso dalla Legge 180 si fosse tradotto in una effettiva e coerente trasformazione del contesto assistenziale, e dall'altro quale fosse il gradiente di variabilità delle strutture sul territorio nazionale (peraltro già messo in luce, in termini generali, nella fase 1 del progetto); è inoltre noto che la presenza di condizioni strutturali di qualità accresce le probabilità di un processo appropriato e quindi di un esito favorevole degli interventi.Oltre la metà delle 265 SR partecipanti (N=138, 52,1%) è localizzata nel Nord Italia, mentre le altre si distribuiscono in proporzione simile nel Centro (N=64, 24,2%) e nel Sud (N=63, 23,7%) del paese. Le SR del Sud presentano un numero medio di ospiti per struttura significativamente più elevato (14,1±7,2) rispetto a quelle del Nord (N=ll,2±8,6) e del Centro (N=9,4±5,8) (p<0,01; Nord vs Sud p<0,05; Centro vs Sud p<0,001). Il numero medio di residenti nelle SR selezionate è risultato pari a 10 (media 11,4±7,9), con un range piuttosto ampio, che va da un minimo di 4 ad un massimo di 60. La percentuale di SR con un numero di posti-letto superiore a 20 è tuttavia ridotta (N=16; 5,7%). Le SR con maggiore capienza (>20 posti-letto) presentano alcune differenze statisticamente significative rispetto alle SR di minore capacità ricettiva (<20 posti-letto): una percentuale inferiore di dimissioni concordate (12,7% vs 32,3%; p<0,05), ed una percentuale maggiore di fughe di residenti (17,1% vs 5,5%; p<0,01) e di drop-out (14,5% vs 4,2%; p<0,1).
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Saraceno, Benedetto, Corrado Barbui, Alessandra Bedoni, Graziella Civenti, and Lucilla Frattura. "Evaluation of dehospitalization policies of the former psychiatric hospitals of Regione Lombardia. QUALYOP study results. I: Structural resources, organizational procedures and activities." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 59–71. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003948.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — Lo studio QUALYOP si prefigge tre obiettivi: 1) descrivere la situazione dei 12 ex ospedali psichiatrici lombardi in relazione a caratteristiche strutturali e organizzative e all'andamento di ammisioni/dimissioni e decessi dei pazienti ricoverati; 2) descrivere la qualita di strutture, organizzazione e attivita dei reparti; 3) descrivere le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e le potenzialita riabilitative della popolazione ricoverata. I dati presentati in questo articolo si riferiscono ai primi due obiettivi. Disegno - Studio descrittivo-valutativo. Gli ospedali sono stati vistitati nell'arco di sei mesi (luglio-novembre 1994) da un gruppo di ricercatori-rilevatori in una data concordata con i rispettivi direttori. Sono state utilizzate quattro fonti di informazione e documentazione: scheda ospedale, scheda reparto, scheda paziente, documentazione fotografica delle strutture. Setting - I 12 ex-ospedali psichiatrici pubblici della Regione Lombardia in funzione alia data della rilevazione (Bergamo, Brescia, Castiglione delle Stiviere, Codogno, Como, Cremona, Limbiate, Mantova, Milano, Sondrio, Varese, Voghera). Principali misure utilizzate - È stato utilizzato un gruppo di indicatori che forniva informazioni sulle strutture, sull'organizzazione della vita di reparto e sulle attività svolte. I giudizi di qualita sono stato espressi in relazione a criteri espicitati a priori. I reparti sono stati quindi raggruppati in tre tipologie a seconda del livello di adeguatezza delle strutture, dell'organizzazione e delle attività. Risultati - I 12 ospedali psichiatrici pubblici della Lombardia risultano costituiti da 63 reparti che accolgono complessivamente 2752 ricoverati. La situazione risulta estremamente eterogenea nei diversi ospedali che si differenziano per affollamento dei reparti, rapporto operatori-pazienti, decremento negli anni della popolazione ricoverata e numero di nuove ammissioni. La valutazione della qualita strutturale, organizzativa e delle attivita evidenzia che il 70% dei reparti e inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista strutturale, mentre più del 70% è inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista organizzativo e delle attività che vi si svolgono. Conclusioni - Lo studio dimostra la fattibilita di valutazioni di programmi di sanita pubblica utilizzando criteri non riferiti a dati di efficacia ma formulati a partire da valori etici, senso comune, eventi non ammissibili, risultati di studi quasi-sperimentali ed esperienza. I dati cosi raccolti permettono di concludere che le politiche di superamento dell'ospedale psichiatrico sono estremamente carenti nella maggior parte dei casi e che la ricoversione esclusivamente strutturale degli immobili, in molti casi assolutamente necessaria, non è tuttavia sufficiente a garantire un reale superamento. Molto più urgente sembra essere la necessita di formare e motivare il personale di assistenza e amministrativo.
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Salaffi, F., M. Carotti, and C. Cervini. "Modificazioni morfo-funzionali della cartilagine nella senescenza e nell'osteoartrosi." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 3_suppl (October 1994): 25–36. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s305.

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Abstract:
La cartilagine articolare è un tessuto connettivo avascolare, aneurale che ricopre le superfici articolari. La funzione di assorbimento delle sollecitazioni meccaniche, a protezione dell'osso subcondrale, rende la supeficie articolare idonea a sostenere il carico. Le funzioni inerenti le modalità di assorbimento della sollecitazione meccanica, che fanno sì che la deformazione sia reversibile, dipendono in larga parte dalle caratteristiche della cartilagine, intesa come struttura altamente organizzata. Nell'osteoartrosi umana e nei suoi modelli animali l'alterazione strutturale dei proteoglicani cartilaginei rappresenta l'evento centrale. Vengono discusse, alla luce delle acquisizioni più recenti, le implicazioni sulle proprieta fisico-chimiche e morfo-strutturali della cartilagine articolare riguardanti le caratteristiche di base dei proteoglicani, la struttura dei collageni, l'organizzazione della matrice extracellulare e le sue modificazioni nella senescenza ed in corso di osteoartrosi con le relative conseguenze sulle proprietà biomeccaniche del disco intervertebrale. Le conoscenze relative alle alterazioni della struttura proteoglicanica e lo sviluppo di nuovi metodi di determinazione dei markers biochimici del danno cartilagineo potrebbero migliorare la comprensione delle relazioni fra senescenza ed osteoartrosi, nonchè il riconoscimento delle modificazioni più precoci e la valutazione della risposta terapeutica.
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Incoronato, A. "Introduzione alla geologia strutturale." Physics of the Earth and Planetary Interiors 72, no. 1-2 (July 1992): 128. http://dx.doi.org/10.1016/0031-9201(92)90055-z.

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Costanzo, G. Damiana, and Michelangelo Misuraca. "Un approccio statistico integrato per lo studio del disagio minorile nelle scuole del Comune di Cosenza." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (March 2010): 104–22. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-001004.

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Abstract:
Obiettivo di tale lavoro č quello di studiare il disagio minorile tra gli studenti nell'etŕ cosiddetta evolutiva (9-14 anni) nel Comune di Cosenza, allo scopo di fornire alle strutture preposte della Pubblica Amministrazione un supporto al monitoraggio e alla realizzazione di adeguate politiche d'intervento. Per tale motivo č stata approntata una strategia statistica integrata per l'analisi strutturale del disagio, tenendo conto delle caratteristiche socio-demografiche e psico-linguistiche degli studenti coinvolti nella ricerca.
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Scrima, Fabrizio, and Lucrezia Lorito. "Un contributo alla validazione italiana dell'Adult Attachment in the Workplace." RISORSA UOMO, no. 3 (September 2012): 389–99. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-003008.

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Abstract:
Il presente contributo e volto a presentare la validazione italiana dell'Adult Attachment in the Workplace (AAW). La ricerca e stata eseguita con la partecipazione di 211 lavoratori di organizzazioni di medie e grandi dimensioni. I risultati principali indicano una struttura a 3 fattori che discriminano i tre stili di attaccamento: sicuro, preoccupato e distanziante. L'analisi fattoriale confermativa, effettuata con l'ausilio dei modelli di equazione strutturale, indica un sostanziale miglioramento del modello originale, non in grado di discriminare le due dimensioni dell'attaccamento insicuro.
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Aqueci, Francesco. "La metodologia strutturale in Marx e Saussure." PARADIGMI, no. 2 (July 2010): 137–52. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002011.

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Abstract:
Francesco Aqueci, La metodologia strutturale in Marx e Saussure Il valore di scambio di Marx e il valore linguistico di Saussure sono i differenti aspetti di una comune metodologia che nasce autonomamente, prima in economia politica e poi in linguistica. Una metodologia in cui il valore č la struttura soggiacente di ogni concreto atto linguistico e di ogni concreta transazione economica. In questo modo risulta possibile spiegare le allusioni di Marx al linguaggio come prodotto sociale analogo ai prodotti di merci, e gli esempi che Saussure trae dall'economia politica per spiegare il funzionamento del segno. L'autore mostra anche il modo in cui la tematica marxiana dell'alienazione si intreccia con la latente dimensione critica della semiologia di Saussure. Mostra, infine, la necessitŕ di superare il carattere neutro della metodologia strutturalista, per recuperare il momento etico della relazione tra soggetto e oggetto.
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Micelli, Ezio. "Modelli di perequazione tra piano strutturale e operativo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 96 (September 2010): 113–32. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096005.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio č di considerare l'effetto della nuova articolazione del piano urbanistico in piano strutturale e operativo sul metodo perequativo. Alcuni piani pongono l'enfasi sulla componente strategica del piano strutturale, delegando alla parte operativa i compiti legati allo sviluppo della principio perequativo; altri, al contrario, promuovono la centralitŕ del piano strutturale e in esso collocano le scelte rilevanti in tema di perequazione. Entrambi i modelli presentano limiti significativi. La soluzione puň essere cercata in scelte capaci di coniugare norme flessibili, capaci di adeguarsi all'evoluzione delle domande collettive, e tuttavia in grado di fissare i capisaldi del metodo perequativo.
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Calzoni, Daniela. "Rom, sinti e violenza strutturale." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (April 2011): 130–38. http://dx.doi.org/10.3280/mg2011-001013.

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Dissertations / Theses on the topic "Strutturale"

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Marabitti, Nicola. "Metodologia per il progetto e la verifica strutturale di strutture lattice." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La ricerca di materiali sempre più resistenti e con un peso specifico sempre minore ha favorito l’introduzione delle strutture lattice nelle strutture ottenute per Additive Manufacturing (Prototipazione Additiva). Questa nuova tecnologia porta con sé grandi vantaggi ma, a causa della sua intrinseca complessità strutturale, data dal fatto di avere elementi molto sottili ed allungati, il disegno e le analisi strutturali FEM (Finite Element Method) su componenti di questo tipo sono complicate. In particolare un fattore che crea non poche difficoltà è il costo computazionale dell’analisi stessa. Questo è dovuto in primis, data la conformazione di queste strutture, alla lunghezza del tempo di calcolo necessario per la mesh (discretizzazione) del componente, a prescindere dal tipo di elemento solido utilizzato per la mesh stessa. In seconda battuta, la difficoltà di calcolo di analisi FEM 3D in queste strutture è un termine non trascurabile: un alto numero di nodi porta infatti all’inversione di una matrice di rigidezza molto grande. Questa tesi parte quindi da questo presupposto, e si pone come obiettivo la sperimentazione di metodi utili a semplificare l’analisi per componenti basati su strutture lattice.
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Fabbri, Michele. "Analisi del comportamento meccanico e strutturale di connettori dissipativi per strutture prefabbricate." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
L'elaborato si concentra sullo sviluppo di connettori dissipativi a U per le connessioni trave-pilastro e trave-tegoli di copertura. Nella prima parte, dopo una breve parte di introduzione vengono effettuate prove su diverse configurazioni di dispositivi per analizzarne il comportamento meccanico al fine di parametrizzarne il comportamento. Lo studio viene effettuato sia tramite prove sperimentali che modellazione agli elementi finiti. Nella seconda parte viene studiato in comportamento strutturale su un fabbricato esistente tramite l'utilizzo di un programma di calcolo. In particolare si determinano i benefici derivanti dall'introduzione di tali connettori nelle connessioni travi-tegoli.
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Aecherli, Claire-Line. "L'opera di Vittorini : uno studio strutturale." Thesis, McGill University, 1985. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=66020.

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Telesca, Angelo. "Ottimizzazione strutturale di un forcellone motociclistico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi concerne la progettazione di un forcellone motociclistico in lega AlSi10Mg, da realizzare mediante tecnologia additive Selective Laser Melting. Al fine di sfruttare a pieno i vantaggi propri dei processi di additive manufacturing è stata impiegata l'ottimizzazione topologica come metodologia di progettazione, con l'obiettivo di minimizzare la massa del componente a fronte di specifici target di rigidezza. È stata definita la geometria di massimi ingombri, studiata al fine di rispettare i vincoli di layout del veicolo e di poter dare il miglior rapporto massa/rigidezza. Tale geometria rappresenta il dominio di design dell'ottimizzazione topologica eseguita. Il layout ottimale in output è stato successivamente ricostruito, seppur in modo approssimativo, così da poter essere processato mediante analisi FEM per verificarne le rigidezze e la resistenza statica. Le verifiche hanno messo in evidenza che la geometria ottenuta necessita di interventi locali, soprattutto in zone dove il grado di approssimazione della ricostruzione del modello è stato eccessivamente grossolano ed in corrispondenza delle trabecole più snelle, sede di concentrazioni di tensione indesiderate. Nonostante ciò, il risultato presenta un rapporto massa/rigidezza decisamente migliore rispetto ad un componente analogo realizzato mediante tecnologie convenzionali. Il lavoro proseguirà con una ricostruzione più accurata, alla quale seguiranno le medesime analisi FEM presentate in questo elaborato, le verifiche a fatica e ad instabilità elastica locale, a causa della presenza di diverse trabecole snelle.
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Martella, Simona. "Analisi strutturale del Duomo di Modena." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1658/.

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Lelli, Alice. "Progettazzione strutturale di un sottovia stradale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2568/.

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Tonti, Valeria. "Il polinomio strutturale di un'algebra monounaria." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9445/.

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Abstract:
Questa tesi descrive alcune proprietà delle algebre monounarie finite e si propone di trovare un metodo per classificarle. Poiché infatti il numero di algebre di ordine n aumenta notevolmente con la crescita di quest’ultimo, si cerca un modo per suddividerle in classi d’isomorfismo. In particolare, dal momento che anche il numero di queste classi cresce esponenzialmente all’aumentare di n, utilizziamo una classificazione meno fine dell’isomorfismo basata sul polinomio strutturale. Grazie a questo strumento infatti è possibile risalire a famiglie di grafi orientati associati ad algebre monounarie, a due a due non isomorfi, ricavando perciò alcune specifiche caratteristiche di quest’ultime. Infine, calcolando l’ordine di gruppi particolari, detti automorfi, si può ottenere l’effettivo numero di algebre aventi un dato polinomio strutturale.
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Faccioli, Marco <1979&gt. "Organizzazione strutturale della catena respiratoria mitocondriale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2886/.

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Abstract:
La catena respiratoria mitocondriale è principalmente costituita da proteine integrali della membrana interna, che hanno la capacità di accoppiare il flusso elettronico, dovuto alle reazioni redox che esse catalizzano, al trasporto di protoni dalla matrice del mitocondrio verso lo spazio intermembrana. Qui i protoni accumulati creano un gradiente elettrochimico utile per la sintesi di ATP ad opera dell’ATP sintasi. Nonostante i notevoli sviluppi della ricerca sulla struttura e sul meccanismo d’azione dei singoli enzimi della catena, la sua organizzazione sovramolecolare, e le implicazioni funzionali che ne derivano, rimangono ancora da chiarire in maniera completa. Da questa problematica trae scopo la presente tesi volta allo studio dell’organizzazione strutturale sovramolecolare della catena respiratoria mediante indagini sia cinetiche che strutturali. Il modello di catena respiratoria più accreditato fino a qualche anno fa si basava sulla teoria delle collisioni casuali (random collision model) che considera i complessi come unità disperse nel doppio strato lipidico, ma collegate funzionalmente tra loro da componenti a basso peso molecolare (Coenzima Q10 e citocromo c). Recenti studi favoriscono invece una organizzazione almeno in parte in stato solido, in cui gli enzimi respiratori si presentano sotto forma di supercomplessi (respirosoma) con indirizzamento diretto (channeling) degli elettroni tra tutti i costituenti, senza distinzione tra fissi e mobili. L’importanza della comprensione delle relazioni che si instaurano tra i complessi , deriva dal fatto che la catena respiratoria gioca un ruolo fondamentale nell’invecchiamento, e nello sviluppo di alcune malattie cronico degenerative attraverso la genesi di specie reattive dell’ossigeno (ROS). E’ noto, infatti, che i ROS aggrediscono, anche i complessi respiratori e che questi, danneggiati, producono più ROS per cui si instaura un circolo vizioso difficile da interrompere. La nostra ipotesi è che, oltre al danno a carico dei singoli complessi, esista una correlazione tra le modificazioni della struttura del supercomplesso, stress ossidativo e deficit energetico. Infatti, la dissociazione del supercomplesso può influenzare la stabilità del Complesso I ed avere ripercussioni sul trasferimento elettronico e protonico; per cui non si può escludere che ciò porti ad un’ulteriore produzione di specie reattive dell’ossigeno. I dati sperimentali prodotti a sostegno del modello del respirosoma si riferiscono principalmente a studi strutturali di elettroforesi su gel di poliacrilammide in condizioni non denaturanti (BN-PAGE) che, però, non danno alcuna informazione sulla funzionalità dei supercomplessi. Pertanto nel nostro laboratorio, abbiamo sviluppato una indagine di tipo cinetico, basata sull’analisi del controllo di flusso metabolico,in grado di distinguere, funzionalmente, tra supercomplessi e complessi respiratori separati. Ciò è possibile in quanto, secondo la teoria del controllo di flusso, in un percorso metabolico lineare composto da una serie di enzimi distinti e connessi da intermedi mobili, ciascun enzima esercita un controllo (percentuale) differente sull’intero flusso metabolico; tale controllo è definito dal coefficiente di controllo di flusso, e la somma di tutti i coefficienti è uguale a 1. In un supercomplesso, invece, gli enzimi sono organizzati come subunità di una entità singola. In questo modo, ognuno di essi controlla in maniera esclusiva l’intero flusso metabolico e mostra un coefficiente di controllo di flusso pari a 1 per cui la somma dei coefficienti di tutti gli elementi del supercomplesso sarà maggiore di 1. In questa tesi sono riportati i risultati dell’analisi cinetica condotta su mitocondri di fegato di ratto (RLM) sia disaccoppiati, che accoppiati in condizioni fosforilanti (stato 3) e non fosforilanti (stato 4). L’analisi ha evidenziato l’associazione preferenziale del Complesso I e Complesso III sia in mitocondri disaccoppiati che accoppiati in stato 3 di respirazione. Quest’ultimo risultato permette per la prima volta di affermare che il supercomplesso I+III è presente anche in mitocondri integri capaci della fosforilazione ossidativa e che il trasferimento elettronico tra i due complessi possa effettivamente realizzarsi anche in condizioni fisiologiche, attraverso un fenomeno di channeling del Coenzima Q10. Sugli stessi campioni è stata eseguita anche un analisi strutturale mediante gel-elettroforesi (2D BN/SDS-PAGE) ed immunoblotting che, oltre a supportare i dati cinetici sullo stato di aggregazione dei complessi respiratori, ci ha permesso di evidenziare il ruolo del citocromo c nel supercomplesso, in particolare per il Complesso IV e di avviare uno studio comparativo esteso ai mitocondri di cuore bovino (BHM), di tubero di patata (POM) e di S. cerevisiae.
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La, Grotta Alessandro. "Sperimentazione e modellazione di un nodo a tre vie appartenente ad un sistema prefabbricato in cemento armato." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1971/.

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Montenovo, Luca. "ottimizzazione strutturale elementi in composito dell’imbarcazione 051." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Analisi dei carichi che l'imbarcazione subisce e ottimizzazione della struttura. Utilizzando modelli semplificativi l'imbarcazione è stata schematizzata ed è stato possibile svolgere lo studio. Dopo aver determinato i carichi è stato proposto un laminato e grazie a normative specifiche è stato verificato. Successivamente è stato realizzato in cantiere un provino del pannello studiato e sono state verificate le proprietà del laminato.La fase successiva è stata l'ingegnerizzazione dove in funzione dei carichi sono stati determinati i rinforzi da applicare all'imbarcazione. Nella parte finale in relazione alla procedura di realizzazione dell'imbarcazione e dei risultati ottenuti sono state proposti dei perfezionamenti e delle modifiche.
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Books on the topic "Strutturale"

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Strutture: Morfologia strutturale in architettura. Venezia: Arsenale Editrice, 1991.

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Tagliaventi, Gabriele. Morfologia strutturale dell'architettura. Roma: Gangemi, 1996.

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Weinrich, Harald. Tempus: Le funzioni dei tempi nel testo. Bologna: Società editrice il Mulino, 2004.

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Maurizio, Orlando, and Spinelli Paolo, eds. Il vetro come materiale strutturale. Firenze: Polistampa, 2010.

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5

Benvenuto, Edoardo. Restauro architettonico--il tema strutturale. Trento [Italy]: Comitato Giuseppe Gerola, 1994.

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6

Durand, Olivier. La lingua ebraica: Profilo storico-strutturale. Brescia: Paideia, 2001.

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7

Badino, Sergio. Professione sceneggiatore: Dritte, trucchi e segreti del mestiere. Latina: Tunué, 2007.

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8

economici, Istituto di ricerca sulla dinamica dei sistemi. Trasformazioni strutturali e competitività dei sistemi locali di produzione: Rapporto sul cambiamento strutturale dell'economia italiana. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1999.

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9

Stano, Loredana. Organicità strutturale nei modelli architettonici: Fiumefreddo Bruzio. Cosenza, Italy: Luigi Pellegrini, 1994.

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10

Balbi, Giuliano. I delitti di corruzione: Un'indagine strutturale e sistematica. Napoli: E. Jovene, 2003.

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Book chapters on the topic "Strutturale"

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Beretta, Stefano. "Affidabilità strutturale." In UNITEXT, 211–47. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1079-6_7.

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Markus, Lawrence. "Sistemi Dinamici Con Stabilità Strutturale." In Sistemi dinamici e teoremi ergodici, 149–57. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-10945-4_5.

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Fiore, Alessio. "La signoria nel gioco politico: una lettura strutturale (area subalpina, secoli XIV-XV)." In La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 3 L’azione politica locale, 89–106. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-427-4.06.

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Abstract:
Aim of this article is to discuss the structural role of territorial lordship for its owners in north-western Italy between the fourteenth and fifteenth centuries. Through analysis of a large number of cases, we can see that it performed different functions according to different frameworks. In particular, it was a device for reproducing the social eminence of lords compared to the rest of the regional elite. Indeed, controlling a lordship meant having a huge and stable political capital, which could however be invested in two substantially opposite strategies: in the search for substantial autonomy from state power, or on the contrary in the creation of a structural and symbiotic link with state powers.
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Manetti, Marco. "Strutture topologiche." In UNITEXT, 37–60. Milano: Springer Milan, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0757-4_3.

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5

Manetti, Marco. "Strutture topologiche." In UNITEXT, 41–65. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5662-6_3.

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Masciocchi, Carlo. "Il referto strutturato." In La comunicazione radiologica nella società del benessere, 179–82. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2504-2_19.

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Abate, Marco, and Francesca Tovena. "Strutture su varietà." In UNITEXT, 315–74. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1920-1_6.

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Meduri, Agostino, Luigi Natale, and Lorenzo Bonomo. "Come strutturare un esame RM completo." In Risonanza magnetica cardiaca, 65–79. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1694-1_7.

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Biddau, Roberto. "Cause non strutturali di morte improvvisa." In Cardiologia dello Sport, 231–39. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2352-9_21.

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Ferrari, Attilio. "Struttura interna delle stelle." In UNITEXT, 295–327. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1833-4_12.

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Conference papers on the topic "Strutturale"

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Tognetti, R., S. Ravera, Bruno Lasserre, Ugo Chiavetta, M. Maesano, F. Lombardi, and Marco Marchetti. "Caratterizzazione strutturale e sink di carbonio in alcuni boschi vetusti e popolamenti persistenti d'Italia." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.040.

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Taddei, Domenico, Caterina Calvani, Roberto Pistolesi, Antonio Taddei, and Andrea Martini. "Recupero architettonico e strutturale del “mastio” e del suo cortile della fortezza nuova di Volterra." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11361.

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Abstract:
Architectural and structural recovery of “mastio” and its courtyard of the new fortress of VolterraThe recovery of the “mastio” and the surrounding courtyard of the new fortress of Volterra (1472-1474) has as its objective the opening to the public of this fortified work, after 542 years from its construction, with the possibility of being enjoyed without interposing with the prison function of the complex, it also represents the possibility of knowledge and study of a constructive typology in the context of the Renaissance fortified architecture of the Italian school called “transition” with the use of the first artillery. The fortress was born as a military garrison and at the time of Lorenzo the magnificent only a part was used as a prison, it will be definitively transformed into a House of Imprisonment during the Grand Duchy of Lorraine in the middle of the eighteenth century. It is the first work by Francesco di Giovanni di Matteo called the Francione (1428-1495), it has an almost square shape with large cylindrical towers at the corners (rondelle) and at the center of the inner courtyard, a large cylindrical tower like of “mastio” (donjon) and inserted the artillery in the walls. The “mastio” consists of a basement and five floors above ground with a domed roof and connected by a narrow spiral staircase. After the cognitive essays carried out on the internal domes of the “mastio”, placed in the first three floors including the cistern, the presence of “hemispherical domes” emerged, made by workers of the Opera del Duomo in Florence, built entirely in bricks without the carpentry of “centina” (self-supporting), with the system called “alla fiorentina”, as well as the dome of Santa Maria del Fiore in Florence by Filippo Brunelleschi. This construction system is also applied in the fortified structures of Pietrasanta, Poggibonsi, Sarzanello, Castrocaro, Pisa and Terra del Sole.
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Guiso, Bianca, and Maria Vittoria Tappari. "Il castello dei conti di Biandrate: indagini sulle strutture superstiti." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11542.

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Abstract:
Castello dei Conti di Biandrate: surveys on the surviving structureBiandrate is a northern Italian village in the province of Novara that lies in the Po plain between the Sesia and Ticino rivers. Border area disputed between Vercelli and Novara, since the early Middle Ages it represented an important crossing point because there were the fords of the Sesia river nearby, on the road axis joining Novara and Ivrea. Its importance grew in the tenth century, when the Pieve was erected, today disappeared, dedicated to Santa Maria and, in 1029, the Counts of Pombia family settled in the Biandrate castrum. In 1168 the castrum was destroyed by the armies of Milan, allied with Novara and Vercelli, that in 1194 carved up the territory. In the second half of the thirteenth century the village of Biandrate was divided into the Borgo Vecchio, vercellese, to the west, and the Borgo Nuovo, novarese, to the east. They developed around the canonica of S. Colombano, the hospital and the ruins of the Count’s castrum. The castrum, almost totally destroyed, continued to represent an area with particular rights: in fact the Statues established that the Podestà could pronounce sentences only “in castro veteri Blanderati”. Nowadays the collegiata of S. Colombano stands on the Biandrate castrum ruins; the collegiata was mentioned for the first time in 1146, but was altered various times over the centuries. In particular, portions of the ancient wall are visible in the lower part of the west wall of the church of Santa Caterina, incorporated within the complex of the collegiate of S. Colombano. It is noticed that the ancient castrum had very thick walls made primarily with river pebbles, roughly cut stones in a herringbone pattern and binding mortar.
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Barreca, Loredana, Vittoria Coletta, Francesca Gentile, Pasquale A. Marziliano, and Angelo Scuderi. "Struttura delle pinete di laricio dell'Enta: il caso della pineta Ragabo." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.011.

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Barbati, Anna, and Gherardo Chirici. "Analisi della struttura spaziale e pianificazione del paesaggio agro-forestale: prospettive d'integrazione." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.128.

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Cecamore, Stefano. "Il castello di Morrea. Evoluzione e destino delle strutture fortificate nel centro Italia." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11391.

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Abstract:
The castle of Morrea. Evolution and destiny of fortified structures in Central ItalyThe shape that today characterizes the fortified building of the castle of Morrea is only the last of the various stratifications that have modified the original layout thorughout the centuries. The current aspect of the building is most likely linked to the interventions promoted by the Piccolomini family between the twentieth and twenty-first century. The building represents the evolution from castrum to aristocratic residence that involves the various fortified structures placed along the Apennine ridge between the eastern and western front of Central Italy. In this area the various degrees of transformations of the castles, which are periodically updated for reasons due to oxidation and representative natures, are clearly readable. The artifacts analyseable represent a wide range of samples of fortifications of the most ancient form of specialized buildings which were often largely left in the state of ruins, including that of buildings yet still functional, however, far from their consistency and original purpose. The overall panorama of this architectural heritage outlines a complex scenario consisting of problems related to the conservation and maintenance where restoration projects need to find and be in the proper position of restoration and respect of the bond between the building environment, the landscape and the identities of the territory.
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Berti, Camillo, and Massimiliano Grava. "L’uso della toponomastica come indicatore di insediamenti e strutture fortificate: il caso toscano." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11493.

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Abstract:
The use of toponymy as an indicator of settlements and fortified structures: the Tuscan caseThe purpose of this contribution is to analyze the spatial distribution of the place names referred to the Tuscan territory, to fortified structures and settlements, through the study of the place names recorded geodatabase RE.TO.RE. (Regional Toponymic Repertory) created by the Tuscany Region with the scientific contribution of the Universities of Pisa, Florence and Siena. The Tuscan toponyms has been the object of both a synchronic study within each of the cartographic sources that make up the geographical database, and a diachronic analysis between the temporal thresholds in which the archive is articulated. The database, extrapolated from cartographic supports, in fact covers a time span between the first decades of the nineteenth century (nineteenth century land registries) and the most recent information series produced in the regional context (Carta Tecnica Regionale). In the contribution, the place names related in various ways to different types of structures and fortified settlements, such as castle, fort, tower, fortress, has been analyzed both in relation to the distribution and spatial aspects, and in reference to their evolutionary dynamics (persistence, disappearance, transformation), with the aim of identifying possible relationships between the territory and the distribution in time and space of the different types of fortifications. From a methodological point of view, the study has been carried out, in addition to the traditional tools of the topomastic survey, especially taking advantage of the potential of spatial analysis functions typical of geographical information systems.
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Borghini, Fabio. "Il faro dell’isola del Tino. Trasformazione di una struttura di difesa in riferimento per la navigazione." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11528.

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Abstract:
The Tino Island’s lighthouse. Transformation of a defensive building to a reference for navigationThe special and unique position of the Tino Island in the Gulf of La Spezia, with its complex orography, has strengthen his attitude of sighting, protecting and controlling the sea over centuries. Nothing can escape the view enjoyed from the top of the island, which on the clearest days catches a stretch of sea that goes from Livorno to Genoa. This was certainly noticed by the Republic of Genoa’s engineers around 1600, who probably built the current base of the lighthouse that still exists today. This tower was part of the program to strengthen the defense of the Ligurian’s eastern coast. The structure, of which there are no detailed studies, has a remarkable typological similarity with the ruins of the only surviving coeval tower, Torre Scola, not far from Palmaria Island. It’s not certain that the tower on Tino Island had an offensive character, because its extremely high position relative to the water level would be too difficult to shoot an enemy on the sea, but it is still possible to see defensive features that could be used if the structure had been besieged. What’s certain is that his vocation of control over the sea was never lost, even if Napoleon wanted to transfer this facility to the nearby Palmaria Island. We owe its renovation to the Savoy government, in particular to King Carlo Alberto, who first wanted to build a lighthouse in 1839, adding a small tower to the Genoese structure. Then in 1884, the second lighthouse was built, higher than the first, which can still be seen today and that is still used for the light signals. These structures were added over time to house the lighthouse’s staff. Today the island is closed to the public, as it is the property of the Italian Navy, and perhaps, thanks to this, it has kept intact the features of its architecture surrounded by nature, as it certainly was in the century of its construction.
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Miozzo, Marcello, and Simone Borchi. "La Foresta della Verna in Casentino (AR): influenza della gestione selvicolturale degli ultimi secoli sulla struttura della Foresta." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.116.

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Camiz, Alessandro. "Diachronic transformations of urban routes for the theory of attractors." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5639.

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Abstract:
Alessandro Camiz ¹ ¹ Department of Architecture, Girne American University, Cyprus, Association for Historical Dialogue and Research, Home for Cooperation (H4C), 28 Marcou Dracou Street, Nicosia, Cyprus, 1102. E-mail: alessandrocamiz@gau.edu.tr Keywords (3-5): urban tissues, urban morphology, urban routes, theory, history Conference topics and scale: Tools of analysis in urban morphology Recent urban morphology studies consider urban tissues as living organisms changing in time (Strappa, Carlotti, Camiz, 2016), following this assumption the theory should examine more analytically what Muratori called ‘medievalisation’ (Muratori, 1959), a term describing some of the transformations of urban routes happened in the middle ages. The paper considers the diachronic deformation of routes, and other multi-scalar occurrences of the attraction phenomena (Charalambous, Geddes, 2015), introducing the notion of attractors and repellers. Archaeological studies already do consider attractors and repellers as a tool to interpret some territorial transformations, following the assumption that “the trajectory that a system follows through time is the result of a continuous dynamic interaction between that system and the multiple 'attractors' in its environment” (Renfrew, Bahn, 2013, p. 184). There are different elements that can act as attractors in an urban environment, such as bridges, city walls, city gates, water systems, markets, special buildings, and it is possible to consider each of these anthropic attractors as equivalent to a morphological attractor at the geographical scale. We can even interpret the ridge-top theory (Caniggia, 1976) as the result of attraction and repellence of geographic features on anthropic routes. The territorial scale analysis is the methodological base of the theory, but the attractors herein considered operate at the urban scale, deviating locally across time from a rectilinear trajectory and defining a specific urban fabric. The research interprets and reads the effects of attractors on urban routes and fabrics as a method for the reconstruction of Nicosia’s medieval city walls, in continuity between the Conzenian approach (Whitehand, 2012) and the Italian School of Urban Morphology (Marzot, 2002). References:, Muratori, S. (1959) Studi per un’operante storia urbana di Venezia (Istituto Poligrafico dello Stato, Roma). Caniggia, G. (1976) Strutture dello spazio antropico. Studi e note (Uniedit, Firenze). Marzot, N. (2002) ‘The study of urban form in Italy’, Urban Morphology 6.2, 59-73. Whitehand, J.W.R. (2012) ‘Issues in urban morphology’, Urban Morphology 16.1, 55-65. Renfrew, C., Bahn, P. (eds.) (2013) Archaeology: The Key Concepts, (London, Routledge). Charalambous, N., Geddes, I. (2015) ‘Making Spatial Sense of Historical Social Data’, Journal of Space Syntax 6.1, 81-101. Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A. (2016) Urban Morphology and Historical Fabrics. Contemporary design of small towns in Latium (Gangemi, Roma).
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