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Journal articles on the topic 'Strutturale'

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Terzi, Federico. "Bach e Quintiliano: la Dispositio del Preludio BWV 552/1." Rhetorica 39, no. 1 (2021): 91–113. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2021.39.1.91.

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Abstract:
Il contributo indaga la Dispositio delle strutture compositive del Preludio in mi bemolle maggiore – BWV 552/1 (Clavierübung III, 1739) – di Johann Sebastian Bach alla luce dell’Institutio oratoria di Quintiliano. La retorica fu parte integrante dell’esperienza religiosa, culturale e musicale bachiana: partendo da questo assunto, si richiamano le precedenti letture simbolico-strutturali del Preludio ed il precedente accostamento storiografico di Quintiliano a Bach, dando ragione di questo nuovo. Si dimostra in che misura e sotto quali aspetti l’opera quintilianea potrebbe aver influenzato il Kantor della Thomaskirche, fungendo da base strutturale per la composizione presa in esame.
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Picardi, Angelo, Giovanni de Girolamo, Giovanni Santone, Enrico Zanalda, Ian Falloon, Angelo Fioritti, Rocco Micciolo, Pierluigi Morosini, and Alessandro Svettini. "2. Le caratteristiche strutturali delle SR." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 7–21. http://dx.doi.org/10.1017/s182743310000006x.

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Abstract:
La prima parte di questa monografia prende in esame le variabili di tipo strutturale delle SR, ovvero le caratteristiche quanti- e qualitative sia delle SR che dello staff curante. L'importanza delle caratteristiche strutturali delle SR è duplice: da un lato si trattava di comprendere in che misura il cambiamento strutturale innescato e promosso dalla Legge 180 si fosse tradotto in una effettiva e coerente trasformazione del contesto assistenziale, e dall'altro quale fosse il gradiente di variabilità delle strutture sul territorio nazionale (peraltro già messo in luce, in termini generali, nella fase 1 del progetto); è inoltre noto che la presenza di condizioni strutturali di qualità accresce le probabilità di un processo appropriato e quindi di un esito favorevole degli interventi.Oltre la metà delle 265 SR partecipanti (N=138, 52,1%) è localizzata nel Nord Italia, mentre le altre si distribuiscono in proporzione simile nel Centro (N=64, 24,2%) e nel Sud (N=63, 23,7%) del paese. Le SR del Sud presentano un numero medio di ospiti per struttura significativamente più elevato (14,1±7,2) rispetto a quelle del Nord (N=ll,2±8,6) e del Centro (N=9,4±5,8) (p<0,01; Nord vs Sud p<0,05; Centro vs Sud p<0,001). Il numero medio di residenti nelle SR selezionate è risultato pari a 10 (media 11,4±7,9), con un range piuttosto ampio, che va da un minimo di 4 ad un massimo di 60. La percentuale di SR con un numero di posti-letto superiore a 20 è tuttavia ridotta (N=16; 5,7%). Le SR con maggiore capienza (>20 posti-letto) presentano alcune differenze statisticamente significative rispetto alle SR di minore capacità ricettiva (<20 posti-letto): una percentuale inferiore di dimissioni concordate (12,7% vs 32,3%; p<0,05), ed una percentuale maggiore di fughe di residenti (17,1% vs 5,5%; p<0,01) e di drop-out (14,5% vs 4,2%; p<0,1).
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Saraceno, Benedetto, Corrado Barbui, Alessandra Bedoni, Graziella Civenti, and Lucilla Frattura. "Evaluation of dehospitalization policies of the former psychiatric hospitals of Regione Lombardia. QUALYOP study results. I: Structural resources, organizational procedures and activities." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 59–71. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003948.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — Lo studio QUALYOP si prefigge tre obiettivi: 1) descrivere la situazione dei 12 ex ospedali psichiatrici lombardi in relazione a caratteristiche strutturali e organizzative e all'andamento di ammisioni/dimissioni e decessi dei pazienti ricoverati; 2) descrivere la qualita di strutture, organizzazione e attivita dei reparti; 3) descrivere le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e le potenzialita riabilitative della popolazione ricoverata. I dati presentati in questo articolo si riferiscono ai primi due obiettivi. Disegno - Studio descrittivo-valutativo. Gli ospedali sono stati vistitati nell'arco di sei mesi (luglio-novembre 1994) da un gruppo di ricercatori-rilevatori in una data concordata con i rispettivi direttori. Sono state utilizzate quattro fonti di informazione e documentazione: scheda ospedale, scheda reparto, scheda paziente, documentazione fotografica delle strutture. Setting - I 12 ex-ospedali psichiatrici pubblici della Regione Lombardia in funzione alia data della rilevazione (Bergamo, Brescia, Castiglione delle Stiviere, Codogno, Como, Cremona, Limbiate, Mantova, Milano, Sondrio, Varese, Voghera). Principali misure utilizzate - È stato utilizzato un gruppo di indicatori che forniva informazioni sulle strutture, sull'organizzazione della vita di reparto e sulle attività svolte. I giudizi di qualita sono stato espressi in relazione a criteri espicitati a priori. I reparti sono stati quindi raggruppati in tre tipologie a seconda del livello di adeguatezza delle strutture, dell'organizzazione e delle attività. Risultati - I 12 ospedali psichiatrici pubblici della Lombardia risultano costituiti da 63 reparti che accolgono complessivamente 2752 ricoverati. La situazione risulta estremamente eterogenea nei diversi ospedali che si differenziano per affollamento dei reparti, rapporto operatori-pazienti, decremento negli anni della popolazione ricoverata e numero di nuove ammissioni. La valutazione della qualita strutturale, organizzativa e delle attivita evidenzia che il 70% dei reparti e inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista strutturale, mentre più del 70% è inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista organizzativo e delle attività che vi si svolgono. Conclusioni - Lo studio dimostra la fattibilita di valutazioni di programmi di sanita pubblica utilizzando criteri non riferiti a dati di efficacia ma formulati a partire da valori etici, senso comune, eventi non ammissibili, risultati di studi quasi-sperimentali ed esperienza. I dati cosi raccolti permettono di concludere che le politiche di superamento dell'ospedale psichiatrico sono estremamente carenti nella maggior parte dei casi e che la ricoversione esclusivamente strutturale degli immobili, in molti casi assolutamente necessaria, non è tuttavia sufficiente a garantire un reale superamento. Molto più urgente sembra essere la necessita di formare e motivare il personale di assistenza e amministrativo.
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Salaffi, F., M. Carotti, and C. Cervini. "Modificazioni morfo-funzionali della cartilagine nella senescenza e nell'osteoartrosi." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 3_suppl (October 1994): 25–36. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s305.

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Abstract:
La cartilagine articolare è un tessuto connettivo avascolare, aneurale che ricopre le superfici articolari. La funzione di assorbimento delle sollecitazioni meccaniche, a protezione dell'osso subcondrale, rende la supeficie articolare idonea a sostenere il carico. Le funzioni inerenti le modalità di assorbimento della sollecitazione meccanica, che fanno sì che la deformazione sia reversibile, dipendono in larga parte dalle caratteristiche della cartilagine, intesa come struttura altamente organizzata. Nell'osteoartrosi umana e nei suoi modelli animali l'alterazione strutturale dei proteoglicani cartilaginei rappresenta l'evento centrale. Vengono discusse, alla luce delle acquisizioni più recenti, le implicazioni sulle proprieta fisico-chimiche e morfo-strutturali della cartilagine articolare riguardanti le caratteristiche di base dei proteoglicani, la struttura dei collageni, l'organizzazione della matrice extracellulare e le sue modificazioni nella senescenza ed in corso di osteoartrosi con le relative conseguenze sulle proprietà biomeccaniche del disco intervertebrale. Le conoscenze relative alle alterazioni della struttura proteoglicanica e lo sviluppo di nuovi metodi di determinazione dei markers biochimici del danno cartilagineo potrebbero migliorare la comprensione delle relazioni fra senescenza ed osteoartrosi, nonchè il riconoscimento delle modificazioni più precoci e la valutazione della risposta terapeutica.
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Incoronato, A. "Introduzione alla geologia strutturale." Physics of the Earth and Planetary Interiors 72, no. 1-2 (July 1992): 128. http://dx.doi.org/10.1016/0031-9201(92)90055-z.

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Costanzo, G. Damiana, and Michelangelo Misuraca. "Un approccio statistico integrato per lo studio del disagio minorile nelle scuole del Comune di Cosenza." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (March 2010): 104–22. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-001004.

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Abstract:
Obiettivo di tale lavoro č quello di studiare il disagio minorile tra gli studenti nell'etŕ cosiddetta evolutiva (9-14 anni) nel Comune di Cosenza, allo scopo di fornire alle strutture preposte della Pubblica Amministrazione un supporto al monitoraggio e alla realizzazione di adeguate politiche d'intervento. Per tale motivo č stata approntata una strategia statistica integrata per l'analisi strutturale del disagio, tenendo conto delle caratteristiche socio-demografiche e psico-linguistiche degli studenti coinvolti nella ricerca.
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Scrima, Fabrizio, and Lucrezia Lorito. "Un contributo alla validazione italiana dell'Adult Attachment in the Workplace." RISORSA UOMO, no. 3 (September 2012): 389–99. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-003008.

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Abstract:
Il presente contributo e volto a presentare la validazione italiana dell'Adult Attachment in the Workplace (AAW). La ricerca e stata eseguita con la partecipazione di 211 lavoratori di organizzazioni di medie e grandi dimensioni. I risultati principali indicano una struttura a 3 fattori che discriminano i tre stili di attaccamento: sicuro, preoccupato e distanziante. L'analisi fattoriale confermativa, effettuata con l'ausilio dei modelli di equazione strutturale, indica un sostanziale miglioramento del modello originale, non in grado di discriminare le due dimensioni dell'attaccamento insicuro.
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Aqueci, Francesco. "La metodologia strutturale in Marx e Saussure." PARADIGMI, no. 2 (July 2010): 137–52. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002011.

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Abstract:
Francesco Aqueci, La metodologia strutturale in Marx e Saussure Il valore di scambio di Marx e il valore linguistico di Saussure sono i differenti aspetti di una comune metodologia che nasce autonomamente, prima in economia politica e poi in linguistica. Una metodologia in cui il valore č la struttura soggiacente di ogni concreto atto linguistico e di ogni concreta transazione economica. In questo modo risulta possibile spiegare le allusioni di Marx al linguaggio come prodotto sociale analogo ai prodotti di merci, e gli esempi che Saussure trae dall'economia politica per spiegare il funzionamento del segno. L'autore mostra anche il modo in cui la tematica marxiana dell'alienazione si intreccia con la latente dimensione critica della semiologia di Saussure. Mostra, infine, la necessitŕ di superare il carattere neutro della metodologia strutturalista, per recuperare il momento etico della relazione tra soggetto e oggetto.
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Micelli, Ezio. "Modelli di perequazione tra piano strutturale e operativo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 96 (September 2010): 113–32. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096005.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio č di considerare l'effetto della nuova articolazione del piano urbanistico in piano strutturale e operativo sul metodo perequativo. Alcuni piani pongono l'enfasi sulla componente strategica del piano strutturale, delegando alla parte operativa i compiti legati allo sviluppo della principio perequativo; altri, al contrario, promuovono la centralitŕ del piano strutturale e in esso collocano le scelte rilevanti in tema di perequazione. Entrambi i modelli presentano limiti significativi. La soluzione puň essere cercata in scelte capaci di coniugare norme flessibili, capaci di adeguarsi all'evoluzione delle domande collettive, e tuttavia in grado di fissare i capisaldi del metodo perequativo.
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Calzoni, Daniela. "Rom, sinti e violenza strutturale." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (April 2011): 130–38. http://dx.doi.org/10.3280/mg2011-001013.

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Sornicola, Rosanna. "I tipi italiani conesso, lunghesso, sovresso, sottesso e la grammaticalizzazione di ipse." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 121–30. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.121-130.

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Abstract:
I tipi morfologici caratteristici dell’italiano antico, conesso, lunghesso, sottesso, sovresso, pongono alcuni interessanti problemi di analisi strutturale e di formazione diacronica. Sono possibili due rappresentazioni alternative di struttura in costituenti, una in cui il dimostrativo esso forma sintagma con la preposizione, l’altra in cui forma sintagma con il nome. Le due rappresentazioni potrebbero esplicitare fasi diverse del processo di grammaticalizzazione del dimostrativo nelle costruzioni in esame. Tale processo tuttavia non si lascia facilmente descrivere in maniera unitaria. Decisivo sembra, in ogni caso, l’esame della complessa evoluzione del dimostrativo latino IPSE.
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Cavanagh, W. G., and R. R. Laxton. "An Investigation into the Construction of Sardinian Nuraghi." Papers of the British School at Rome 55 (November 1987): 1–74. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008941.

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Abstract:
UNO STUDIO SULLA COSTRUZIONE DEI NURAGHI DELLA SARDEGNALo studio della struttura dei nuraghi è basato su accurate misurazioni di 24 volte in 15 monumenti. La parte principale analizza attraverso lo studio della loro forma la stabilità strutturale delle volte a modiglioni. La teoria, basata sulle condizioni necessarie alla stabilità, prevede che le volte debbano avere la forma:y = cxdI dati ricavati dalle volte concordano strettamente con questa previsione. Quindi le volte sono raggruppate secondo il valore dell'esponente d e la presenza o l'assenza di un ‘punto di variazione’ nella volta. Gruppi geografici sono riconosciuti. L'articolo discute anche dettagli generici della struttura e della forma dei nuraghi. L'appendice presenta reperti da un saggio di scavo al Nuraghe Sant'Antine, con importanti risultati riguardanti la data del monumento e la costruzione delle sue fondamenta.
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Heimgartner, Stephanie. "Existentielle Zwitter." Deutsches Dante-Jahrbuch 93, no. 1 (September 28, 2018): 160–76. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0008.

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Abstract:
RiassuntoNell’Inferno dantesco, chi separa volontariamente il corpo dall’anima con l’atto del suicidio, deve consapevolmente sopportare la disgrazia di uno stato puramente vegetativo, che secondo la classificazione scolastica sarebbe privo di coscienza. Questa metamorfosi ›contro natura‹ modella la struttura del canto XIII dell’Inferno a livello verbale e retorico, ma anche a livello strutturale: su entrambi i livelli, difatti, si creano dinamiche antitetiche. Tormentando i dannati del canto con antichi mostri quali centauri e arpie, Dante esibisce l’ordine specifico del suo mondo immaginario. Da un lato, infatti, troviamo creature ibride mitico-finzionali provenienti dagli auctores Virgilio e Ovidio; creature che nel loro contesto – sia pure infernale – funzionano senza restrizioni; dall’altro abbiamo mostri ›reali‹, creature esistenzialmente ibride che si sono private volontariamente della loro condizione umana e devono perciò sopportare l’eterna separazione del corpo dall’anima.
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D'Anna, Giancarlo. "Strutturale incostituzionalità ed irragionevolezza del ballottaggio di coalizione." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 1 (August 2014): 103–13. http://dx.doi.org/10.3280/ded2014-001013.

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Butera, Federico. "Il change management strutturale: approccio, metodi e casi." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (January 2016): 135–63. http://dx.doi.org/10.3280/so2015-002005.

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Skubic, Mitja. "Calchi di provenienza romanza nello sloveno occidentale." Linguistica 37, no. 1 (December 1, 1997): 99–106. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.37.1.99-106.

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Abstract:
Il calco è il processo linguistico dove, contrariamente al prestito, si imita solo il contenuto semantico dell'espressione in una lingua straniera, o anche in un dialetto della stessa lingua, se si tratta di un calco semantico; oppure dove si imita la struttura in un altro sistema linguistico, e in tal caso abbiamo a che fare con un calco sintattico, strutturale. Bruno Migliorini ha dedicato al problema del calco un succinto studio, dove delimita chiaramente i due processi linguistici: »La forma più elementare di scambio linguistico che consegue a una simbiosi più o meno profonda tra due comunità linguistiche è quella del prestito, cioè I'imitazione più o meno esatta di vocaboli altrui, nella loro forma e nel significato.« Il calco, invece,è per il Migliorini l'imitazione dello spirito informatore, e questo procedimento »implica un più alto livello culturale e un maggior grado di bilinguismo.«
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Ricucci, Roberta. "Fra ansia di assimilazione e timori di comportamenti antisociali. Riflessioni intorno alle seconde generazioni." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 65–73. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002006.

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Abstract:
L'articolo vuole offrire alcuni elementi di analisi sui processi di inclusione e integrazione di ragazze e ragazzi figli di famiglie immigrate sul territorio nazionale negli ultimi decenni. I flussi migratori sono divenuti nel tempo un fattore strutturale (e strutturante) della società italiana. In questi anni molti giovani di origine straniera si stanno confrontando con la delicata fase della transizione all'età adulta. Le loro dinamiche identitarie sono complesse e ricche di sfaccettature: lo studio di alcuni fenomeni sociali può contribuire a capirle. Particolare attenzione va posta a situazioni di marginalizzazione, microcriminalità giovanile e conflitto di matrice etnica. Allo stesso tempo il contributo sottolinea l'esistenza di percorsi di integrazione ed emancipazione per la gran parte dei giovani figli dell'immigrazione, soprattutto attraverso l'associazionismo e la costruzione di una presenza attiva in ambito sportivo e culturale. Il contributo propone quindi alcune riflessioni sull'identità e sulla convivenza al fine di cogliere i bisogni dei territori e sviluppare risposte in grado di contrastare il disagio e l'emarginazione delle seconde generazioni.
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Ruggirello, Fabio. "STRUTTURE IMMAGINATIVE NELLA TRAGEDIA DEL CINQUECENTO: IL TOPOS DEL SOGNO PREMONITORE." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 39, no. 2 (September 2005): 378–97. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900204.

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Abstract:
Il topos classico del sogno premonitore rivivenel teatro tragico italiano del Rinascimento configurandosi come componente strutturale fondamentale, semanticamente pregnante, sulla quale diversi autori basano la sintassi drammatica dei loro testi. Attraverso l'analisi comparativa di cinque opere esemplari di quella stagione letteraria (la Sofonisba di Trissino, l' Orazia dell'Aretino, l' Orbecche di Giraldi Cinthio, la Canace di Speroni e il Torrismondo di Tasso), questo studio cerca di dimostrare come la rinascita della lingua tragica italiana nel Cinquecento si fondi anche sul tentativo di raggiungere una comunicazione più pienamente transitiva fra testo e fruitori, chiamati ad avanzare, per tutta la durata della rappresentazione, possibili “scioglimenti” dei nodi drammatici. Il sogno costituisce non solo un sintomo della rinnovata attenzione verso le strutture immaginative dei testi, ma anche un canale privilegiato per questa comunicazione, un momento topico in cui si tocca quella zona “liminale” dell'esperire umano dove la ragione e la logica lasciano spazio ad altre dimensioni cognitive come l'intuito e le emozioni tragiche per eccellenza della “pietà” e dell‘“orrore.”
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Eusepi, Giuseppe, Alessandra Cepparulo, and Flavio Verrecchia. "La cellula strutturale come ambito di analisi delle performance." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (September 2011): 60–84. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-002003.

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Abstract:
Il metodo proposto mira ad analizzare il contesto regionale europeo (UE 15), utilizzando gli indicatori introdotti nel Rapporto di Primavera 2004 e i dati regionali disponibili (Eurostat e OECD, 1999-2003) per evidenziare i migliori risultati e identificare gruppi regionali omogenei rispetto ai quali svolgere comparazioni. Si propone un nuovo metodo di analisi comparativa regionale bifase volta a individuare dapprima la classificazione "strutturale" delle unitŕ regionali per poi procedere a una classificazione sulla base del "risultato". Tale metodo si propone di superare le problematiche di natura comparativa causate dall'eterogeneitŕ delle unitŕ statistiche considerate ed č alternativo rispetto alle proposte insoddisfacenti fino a ora adottate.
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Gualmini, Elisabetta. "APPRENDIMENTO E CAMBIAMENTO NELLE POLITICHE PUBBLICHE. IL RUOLO DELLE IDEE E DELLA CONOSCENZA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 2 (August 1995): 343–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023601.

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Abstract:
IntroduzioneLe più recenti direzioni di ricerca nell'ambito dell'analisi delle politiche pubbliche rivelano un interesse sempre più marcato verso lo studio delle componenti cognitive del fenomeno politico: le idee e gli assunti normativi che informano l'azione dei decisori pubblici1. Un'ampia letteratura, di prevalente origine anglosassone, si è sviluppata intorno al concetto dipolicy learning, inteso come processo di revisione degli obiettivi e degli strumenti contenuti nei programmi pubblici, nonché delle premesse di valore a cui essi rimandano, in risposta agli errori cumulati nell'esperienza passata, all'acquisizione di nuove informazioni e all'innescarsi di logiche imitative. Più in dettaglio, si individuano tre tematiche salienti intorno alle quali pare meritorio interrogare questa letteratura: la possibilità di spiegare il cambiamento nelle politiche pubbliche accostando alle variabili strutturali, prevalentemente riconducibili alla fenomenologia del potere e del conflitto, le dimensioni cognitive da cui esse non possono prescindere; il riconoscimento della rilevanza della conoscenza e della circolazione delle idee non solo come fonti di innovazione, ma comeframesentro cui la formulazione stessa dei problemi dipolicy, la loro salienza e la loro trattabilità vengono costruite socialmente; l'accettazione dell'indeterminatezza causale e dell'ambiguità strutturale nella descrizione (e spiegazione) del rapporto tra attori, problemi e soluzioni.
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Sollami, Alfonso, Luca Caricati, Monica Bianconcini, Cinzia Guidi, and Tiziana Mancini. "Misurare la cultura della sicurezza: primo adattamento italiano del Safety Attitude Questionnaire (SAQ)." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 103–21. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002007.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio č fornire un primo adattamento al contesto sanitario italiano del(SAQ), uno strumento largamente utilizzato nel contesto anglosassone per misurare la cultura della sicurezza. La versione italiana, tradotta e adattata dall'originale inglese, č stata somministrata a 660 professionisti sanitari (infermieri, ostetrici e fisioterapisti) provenienti da diverse aziende ospedaliere della Regione Emilia Romagna e impegnati in aree di lavoro diverse (Medicina, Chirurgia, Materno-Infantile e Sale Operatorie). I risultati hanno mostrato una struttura fattoriale solo in parte simile a quella originale. Tre fattori sono stati, infatti, estratti: un fattore Prossimale all'agire quotidiano (clima di sicurezza e clima di lavoro), un fattore Distale alla pratica professionale (organizzazione dell'azienda) e un fattore di Stress. Essi riaccorpano i sei riscontrati nelle ricerche condotte in altri paesi e mostrano una buona validitŕ di contenuto, indici di adattamento accettabili e invarianza strutturale tra le tre diverse aree di provenienza delle unitŕ operative. Seppure preliminari, i risultati evidenziano alcune specificitŕ che richiamano ai significati che la cultura della sicurezza assume nel contesto italiano.
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Frendo, Francesco. "Analisi del cedimento strutturale del braccio di una gru portuale." Frattura ed Integrità Strutturale 4, no. 12 (April 1, 2010): 48–56. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.12.05.

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Baiocco, M., S. Casavecchia, E. Biondi, and A. Pietracaprina. "L'Analisi Floristico-Vegetazionale e Dinamico-Strutturale nel Recupero Dei Rimboschimenti." Giornale botanico italiano 130, no. 1 (January 1996): 427. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439655.

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Bevilacqua, Emiliano. "Individualizzazione e condizionamento strutturale: alcune implicazioni per la teoria sociale." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 2 (September 2009): 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/sa2009-002003.

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Abstract:
The essay discusses individualization topic in contemporary social theory. The author asserts necessity to deal the individualization processes with actor/structur classical dichotomy and he also refers to the thories that reconcile systemic balance and individual autonomy; the author also argues that it is desiderable for the future of individualization that sociology studies carefully structural influence, without considering individual liberty as a certainty. The argument will invoke the ideas offered by two currents of contemporary sociology, theories of conflict and rational choice, and analyses two recent essays of Sennett and Touraine to consider actual balance between structure and actor.Key words: Social theory; Individualization; Globalization.Parole chiave: Teoria sociale; Individualizzazione; Globalizzazione.
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Barreca, L., PA Marziliano, G. Menguzzato, and A. Scuderi. "Stand structure and dead wood characterization in cork forest of Calabria region (southern Italy)." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 7, no. 1 (July 30, 2010): 158–68. http://dx.doi.org/10.3832/efor0628-007.

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Carbonari, L., F. Galli, and L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Abstract:
Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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Pierno, Franco. "I meccanismi della divina persuasione: Appunti sul funzionamento strutturale del discor." Cahiers d’études italiennes, no. 2 (April 15, 2005): 119–29. http://dx.doi.org/10.4000/cei.255.

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Curzi, Ylenia. "Variabilità strutturale: varietà di proposte teoriche e metodologiche e loro apprendimento." Quaderni di Sociologia, no. 54 (December 1, 2010): 209–14. http://dx.doi.org/10.4000/qds.690.

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29

Lingua, Valeria. "Limiti e opportunitŕ della democrazia partecipativa nei piccoli comuni." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 97 (February 2011): 297–316. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097017.

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Abstract:
Il percorso partecipativo attivato per la realizzazione del piano strutturale in un piccolo comune della periferia toscana permette di sviluppare alcune riflessioni sulle opportunitŕ e i limiti dell'attivazione di processi partecipativi in realtŕ di piccole dimensioni. L'autrice evidenzia dilemmi e conflitti emergenti in contesti marginali rispetto al sistema socioeconomico, infrastrutturale e turistico dominante, dotati di un buon substrato di capitale sociale, ma di scarse risorse tecniche, finanziarie e culturali.
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Olivieri, Carlo, and Giuseppe Ducci. "L'efficacia del "rapport" nell'ipnoterapia dell'alessitimia." IPNOSI, no. 1 (July 2010): 55–67. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2010-001004.

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Abstract:
L'ipnoterapia sembra essere un approccio terapeutico efficace nel ridurre il grado di alessitimia sia in persone sane che in persone con diversi disordini mentali. In quest'articolo, associando diverse evidenze neuro-fisiologiche e neuro-psicologiche, noi proponiamo l'ipotesi che la particolare relazione terapeutica che caratterizza la nuova ipnosi che si ispira a M. Erickson - il rapport - č in grado di rendere strutturale e permanente il cambiamento in soggetti alessitimici sottoposti a ipnoterapia.
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Sisani, Simone. "Il duovirato nei municipia italici: contributo allo studio della fase finale del processo di municipalizzazione nell’Italia centrale e meridionale." Gerión. Revista de Historia Antigua 39, no. 1 (March 23, 2021): 41–93. http://dx.doi.org/10.5209/geri.74783.

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Abstract:
Il contributo analizza in forma sistematica i casi noti di municipia retti da duoviri all’interno delle regiones augustee I-VII, con lo scopo di offrire una lettura in chiave strutturale della diffusione del duovirato municipale in area italica: l’analisi consente di formulare ipotesi sulle ragioni storiche del ritardo istituzionale manifestato da alcune aree della penisola, dove il processo di municipalizzazione giunge a pieno compimento soltanto a cavallo tra l’età cesariana e l’età augustea.
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Camagni, Roberto, Roberta Capello, and Andrea Caragliu. "Crescita urbana e cambiamento strutturale: il ruolo delle economie di agglomerazione dinamiche." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (June 2016): 15–35. http://dx.doi.org/10.3280/scre2016-002002.

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Cervia, Silvia. "Social innovation come programma istituzionale: analisi del cambiamento strutturale nel caso toscano." SALUTE E SOCIETÀ, no. 2 (May 2019): 116–28. http://dx.doi.org/10.3280/ses2019-002010.

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Beato, Fulvio. "I quadri teorici della sociologia dell’ambiente tra costruzionismo sociale e oggettivismo strutturale." Quaderni di Sociologia, no. 16 (April 1, 1998): 41–60. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1520.

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Acosta, A., C. Blasi, P. Di Marzio, G. Dowgiallo, and A. Stanisci. "Analisi del Gradients Floristico-Strutturale Nelle Piscine del Parco Nazionale del Circeo." Giornale botanico italiano 128, no. 1 (January 1994): 340. http://dx.doi.org/10.1080/11263509409437163.

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van der Hart, Onno. "Amnesia dissociativa e trauma: una prospettiva secondo la teoria della dissociazione strutturale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 121–35. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002007.

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Abstract:
Nel DSM-IV l'amnesia dissociativa č considerata un'entitŕ clinica distinta che puň prendere le seguenti forme: amnesia localizzata, amnesia continua, amnesia sistematizzata, amnesia generalizzata e amnesia selettiva. In ambito clinico, tuttavia, essa č piů comunemente presente come espressione sintomatica di disturbi piů complessi ed estesi, soprattutto i disturbi dissociativi complessi (e spesso in pazienti che hanno subito traumi acuti e cronici). La dissociazione č il risultato di un'integrazione difettosa, che di solito si produce in occasione di esperienze traumatiche, di quei sistemi neuro-bio-psicologici dalla struttura estremamente complessa costituita dalla personalitŕ. Questo difetto comporta una dissociazione della personalitŕ in due o piů parti scisse - sottosistemi dinamici e attivi, ma rigidi e relativamente chiusi. In base a questo approccio concettuale, alcune di queste parti dissociate possono contenere ricordi traumatici che, se riattivati, riscatenano certi vissuti e certe messe in atto; nel contempo, il resto della personalitŕ rimane relativamente intatto, preso dalla vita quotidiana, in un atteggiamento fobico nei confronti delle parti implicate nei ricordi traumatici. Quindi, la dissociazione č mantenuta da una serie di fobie che nel corso del trattamento necessitano di una particolare attenzione. La cura prevista č un trattamento mirato alla fase, preceduto da un'indagine neurologica completa e dall'impiego di procedure diagnostiche standardizzate, nonché dalle scale per i disturbi dissociativi. Il difficile processo di esplorazione dei ricordi traumatici e della loro integrazione con gli altri aspetti della personalitŕ richiede una sufficiente capacitŕ integrativa nel paziente. Quindi, lo scopo iniziale non č la risoluzione rapida (e forzata) dell'amnesia, ma viceversa l'instaurarsi di una senso di sicurezza e di stabilitŕ nella vita quotidiana e nella terapia.
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Missaglia, Marco. "REDISTRIBUTION, GROWTH, STRUCTURAL CHANGE AND DOLLARIZATION: UNDERSTANDING ECUADORIAN PERSPECTIVES." Il Politico 84, no. 1 (June 25, 2019): 5–24. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.48.

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Abstract:
La sezione 1 è dedicata all’analisi delle tendenze fondamentali dell’economia ecuadoriana negli ultimi tre decenni. Nonostante non ci siano segni di cambiamento strutturale, le condizioni delle persone sono migliorate significativamente, soprattutto negli ultimi dieci anni. Ciò è stato possibile, come è spiegato nella sezione 2, per il crescente ruolo dello Stato come principale motore della crescita e della redistribuzione. Questo “miracolo”, tuttavia, non può sostenersi nel tempo e la profonda crisi degli ultimi due anni lo dimostra. La sezione 3 intende dimostrare che i sintomi della “malattia olandese” sono chiaramente presenti nell’economia ecuadoriana e bloccano il suo sviluppo nel contesto di un modello produttivo invariato. Rimuovere quegli ostacoli è difficile e la dollarizzazione sta diventando un ostacolo-chiave. La sezione 4 si conclude quindi con un’analisi della dollarizzazione, il regime monetario introdotto all’inizio del 2000, che certamente ha contribuito a salvare l’economia e il suo sistema finanziario dalla grande crisi del 1998-1999. Se la dollarizzazione era un buon rimedio per quel tipo di malattia, cioè il disastro finanziario, le cose sono ora diverse ed essa si sta trasformando in un fattore negativo: infatti sta impedendo alle autorità ecuadoriane non solo di attuare politiche monetarie, ma anche politiche di cambiamento fiscale e strutturale. La protezione dei risparmi già accumulati non può infatti essere perseguita rallentando o addirittura bloccando la formazione di nuovo risparmio.
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Lanzalaco, Luca. "LA FORMAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI IN EUROPA OCCIDENTALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 63–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017494.

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Abstract:
IntroduzioneLa progressiva attenzione della scienza politica per le tematiche organizzative sembra essere una tendenza incontrovertibile. Gli attori politici collettivi sono visti sempre meno come delle «scatole nere», dei semplici canali di trasmissione di domande e interessi, e si sottolinea, invece, sempre più come essi siano delleorganizzazioni complessela cui condotta è regolata da meccanismi ed imperativispecificiedautonomie come, di conseguenza, l'individuazione di queste dinamiche organizzative contribuisca in modo determinante alla comprensione del funzionamento del sistema politico nel suo complesso. La configurazione di una organizzazione politicanonè un fatto meramente «tecnico» o «ingegneristico», e men che meno «formale», ma determina l'autonomia e la discrezionalità di cui gode il gruppo dirigente nel ridefinire gli interessi dei gruppi sociali rappresentati e nel «guidare» lamembershipverso determinate mete collettive. Una delle acquisizioni più rilevanti che sono state fatte in questo campo di indagine è che per spiegare le caratteristiche strutturali di una organizzazione politica occorre risalire al modo in cui essa è nata, si è formata e si è consolidata. Il concetto distruttura, infatti, appartiene ad una classe di concetti utilizzati nelle scienze sociali — i cosiddettitime oriented concepts— che assumono significato solo in un orizzonte temporalediacronico(Rosenthal 1978). Ciò che si percepisce come «strutturale» al tempo T sono modelli di comportamento e interazioni sociali che sono perdurati e si sono stabilizzati al tempo T-1, T-2, T-3, … T-n, e che per questo motivo diventano elementicostitutividi quella relazione sociale. Quella che potremmo chiamare lafallacy of synchronic reductionismporta a «fotografare» una organizzazione in un dato momento e a considerare tutti i suoi caratteri strutturali in un orizzonteatemporale.Invece, le proprietà strutturali di una organizzazione sono il risultato di scelte organizzative e di processi di adattamento che si sono verificati inmomenti e fasi differentidella vita dell'organizzazione e i cui risultati si sono poi «congelati», «sedimentati», «stratificati» nel tempo. Una semplice analisi del contesto ambientale in cui opera un'organizzazione, come suggerisce l'approcciocontingency, non è sufficiente in quanto organizzazioni con «storie»differentipotranno daredifferentirisposte, in termini di proprietà organizzative, agliidenticiimperativi posti in un dato momento dallo stesso ambiente. Per spiegare le proprietà strutturali di una organizzazione politica occorre quindi integrare opportunamente l'analisistrutturale-morfologica, basata sull'ipotesi che le organizzazioni tendano ad adattarsi razionalmente alla struttura del loro ambiente, con l'analisistorico-genetica, in base alla quale la razionalità degli attori organizzativi è vincolata dalle loro esperienze passate, dallastoriadell'organizzazione e, in particolare, dal modo in cui l'organizzazione stessa è nata e si è formata. L'approccio genetico ha trovato ampie applicazioni nello studio di vari tipi di organizzazioni politiche: i partiti, i sindacati dei lavoratori, i gruppi di interesse, i movimenti collettivi, le organizzazioni terroristiche. Con questo articolo mi propongo di estendere l'utilizzazione, e di dimostrare l'utilità, di questo approccio anche per quanto riguarda l'analisi di un tipo particolare di organizzazioni politiche, che solo recentemente sono diventate oggetto di studio, cioè leassociazioni imprenditoriali.In particolare, mi occuperò dellepeak associations, cioè delle confederazioni nazionali intersettoriali, come la confindustria e le sue omologhe in altre nazioni. Nella prossima sezione traccerò una tipologia dellepeak associationssulla base del loro «modello originario», cioè del modo in cui sono nate, e del loro grado di istituzionalizzazione; nella seconda sezione verificherò la validità di questa tipologia attraverso l'analisi storico-comparata: illustrerò un «modello a dicotomie successive», costruito alla luce dell'evidenza empirica disponibile, per l'analisi dei processi di formazione delle associazioni imprenditoriali, mettendo in evidenza come a diversi processi di formazione siano corrisposti differenti «modelli originari». Nelle sezioni finali, infine, esaminerò i fattori esplicativi che hanno determinato il prevalere di uno o dell'altro dei vari processi di formazione.
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Pacini, Luca. "La tutela dei minori e il ruolo dei Comuni." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 67–75. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001007.

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Abstract:
L'articolo prende in esame il ruolo assegnato nel disegno istituzionale ai Comuni nella tutela dei minori, tenuto conto dell'articolazione del sistema di intervento intorno alle tre aree della Promozione, Prevenzione e Protezione. Tratta quindi di alcuni degli attuali profili critici del sistema: la necessaria creazione di un Fondo strutturale capace di assicurare livelli essenziali di intervento su dimensione nazionale, la qualificazione e stabilizzazione contrattuale di figure professionali, in specie gli assistenti sociali, operanti nel settore pubblico, i passi da compiere in direzione dell'integrazione sociosanitaria.
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Giacopelli, Anna Licia. "Lima cittŕ informale. Attori, ruoli e dinamiche dei processi di trasformazione urbana e di costruzione dell'housing sociale." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099007.

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Abstract:
L'infinito espandersi deglinei Paesi in Via di Sviluppo non č sintomo esplicito di un percorso allo sviluppo. La cittŕ informale ha assunto proporzioni consistenti ed č diventato un problema strutturale delle cittŕ. Si tratta, a livello mondiale, del prodotto di scarto della globalizzazione. Ci interessa provare ad analizzare, attraverso il caso studio di Lima Metropolitana, il ruolo delle Organizzazioni Non Governative (ONG) e delle Comunitŕ di Base nei processi partecipativi di costruzione del diritto a un habitat degno per gli abitanti della cittŕ informale.
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Pastore, Ferruccio. "Migrazioni e pandemia: interazioni empiriche e spunti teorici." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2021): 19–43. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001002.

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Abstract:
Il rapporto tra migrazioni e pandemie si può configurare come l'interazione com-plessa tra due "fatti sociali totali", uno di natura continuativa e strutturale, l'altro imprevisto e traumatico. Le relazioni tra i due fenomeni sono biunivoche e si arti-colano diversamente nel breve e nel medio-lungo periodo. Attingendo alla massa crescente di informazioni e dati generati dall'inizio della pandemia di COVID-19 e rimandando agli articoli che compongono questo numero monografico, l'articolo traccia una mappa di ricerca empirica e teorica per il futuro.
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Corona, P., P. D’Orazio, A. Lamonaca, and L. Portoghesi. "The Winkelmass index as a forest management tool for inventorying stand structure." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 2, no. 2 (June 8, 2005): 225–32. http://dx.doi.org/10.3832/efor0280-0020225.

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Perkins, Philip, and Ida Attolini. "An Etruscan farm at Podere Tartuchino." Papers of the British School at Rome 60 (November 1992): 71–134. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009806.

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Abstract:
UNA FATTORIA ETRUSCA NEL PODERE TARTUCHINOGli scavi della fattoria etrusca rinvenuta nel podere Tartuchino (GR) sono stati compiuti in due successive campagne, eseguite nel 1985 e nel 1986. Lo scopo di questo articolo è quello di fornire una descrizione dei resti strutturali, completata da una ricostruzione della sequenza cronologica entro la quale questi sono stati edificati, un catalogo dei rinvenimenti e, infine, di dare una interpretazione dei dati ottenuti da un punto di vista economico e sociale. Il sito fu frequentato inizialmente durante l'Età del Bronzo, ma nessuna delle strutture scavate può essere riferita a questo periodo. L'occupazione etrusca è datata tra la fine del sesto e il quarto secolo a.C. La più antica struttura individuata è una ambiente rettangolare costruito in pietra con un portico ligneo e un tetto coperto da tegole. Tale struttura fu ingrandita durante la prima metà del quinto secolo e trasformata in un edificio con quattro ambienti principali ed un cortile parzialmente recintato. All'interno di tali ambienti sono stati rinvenute numerose buche di palo, interpretate come i resti di divisioni interne. L'ambiente più grande conteneva un focolare e un pithos interrato che probabilmente veniva usato per la produzione del vino. La fattoria fu abbandonata in seguito ad un incendio. Le evidenze ottenute durante gli scavi circa la produzione di vino, grano e tessuti sono qui usate allo scopo di formulare un'ipotetica ricostruzione dell'organizzazione economica del sito. Vengono inoltre confrontati i dati architettonici con quelli ottenuti da altre strutture scavate in siti dell'Etruria e del Lazio, databili ad eta arcaica e classica.
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Savignano, Armando. "L'antropologia di X. Zubiri." Medicina e Morale 40, no. 1 (April 30, 1991): 11–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1146.

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Abstract:
L'articolo analizza il pensiero del filosofo spagnolo X. Zubiri, approfondendo in particolare l'originalità del contributo sul piano antropologico. L'antropologia si configura attraverso una feconda interazione tra filosofia e scienza: la concezione dell'essenza costitutiva dell'uomo si avvale dei contributi delle scienze (genetica, sociologia, psicologia, etc.), senza ridursi a esse. Gli stadi dell'evoluzione psicosomatica richiedono intrinsecamente un atto creativo ex nihilo: organismo e psiche sono subsistemi della sostantività umana, intesa come unità strutturale dell'individuo aperta alla dimensione storica e alla dimensione teologale. La considerazione di ciò che è specificatamente umano rimanda alla metafisica e al personalismo realista.
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Cirillo, S., F. Caranci, A. D'Amico, F. Briganti, F. Tortora, M. Greco, and R. Elefante. "Giunzione occipito-cervicale." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (June 2000): 289–306. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300302.

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Abstract:
La giunzione occipito-cervicale, regione di transizione tra cranio e colonna vertebrale, possiede caratteristiche uniche per la struttura osteo-ligamentosa di cui è costituita e per le importanti formazioni neuro-vascolari con cui contrae rapporti di contiguità. Questa particolare regione può essere interessata da una serie di differenti entità patologiche: essa è infatti sede di particolari anomalie congenite, di patologie infiammatorie o degenerative, di gravi lesioni traumatiche e di lesioni espansive di differente natura. L'instabilità della giunzione conseguente a tali patologie o le diverse lesioni espansive determinano come conseguenza fondamentale la compressione del midollo cervicale superiore; altri effetti secondari sono rappresentati dalla compressione delle strutture vascolari e dall'ostacolo alla circolazione liquorale. La tomografia computerizzata e la risonanza magnetica rappresentano le metodiche neuroradiologiche di elezione per lo studio della giunzione occipito-cervicale. La TC è in grado di definire con maggiore accuratezza le alterazioni osteo-strutturali e le fini calcificazioni. Malgrado tali prerogative, la RM è la metodica di scelta grazie alla possibilità di uno studio multiplanare, dell'elevata risoluzione di contrasto e dell'assenza di artefatti legati alla vicinanza di strutture ossee; un ulteriore vantaggio è costituito dalla possibilità di studio delle strutture vascolari del basicranio mediante angio-RM. La radiologia tradizionale conserva un ruolo complementare, utile soprattutto in fase di screening nello studio della patologia ossea malformativa o traumatica. Un'accurata conoscenza delle caratteristiche anatomiche e della semeiotica neuroradiologica è essenziale per affrontare uno studio corretto delle patologie della cerniera occipito-cervicale.
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Zanfrini, Laura. "E' tempo di un nuovo paradigma: un modello di sostenibilità economico-sociale per il governo delle migrazioni." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 25, no. 49 (April 2017): 59–77. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004904.

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Abstract:
Riassunto Nell'esperienza europea, le migrazioni economiche sono state tradizionalmente regolate in base a un principio di complementarietà tra manodopera autoctona e immigrata. Funzionale ad assecondare i fabbisogni contingenti del mercato del lavoro, questo approccio ha però provocato la "naturale" concentrazione dei lavoratori stranieri nei gradini più bassi della gerarchia professionale e, nel tempo, una condizione di svantaggio strutturale per gli immigrati e i loro discendenti. Oltre che confliggere con i principi antidiscriminatori sui quali si fondano le civiltà europee, questi fenomeni rappresentano, nell'attuale scenario demografico, una posta in gioco decisiva per la competitività dell'economia e la sostenibilità del modello sociale europeo.
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Ansani, Fabrizio. "Artiglieria e diplomazia. Esportazioni di salnitro e problemi di munizionamento nella corrispondenza degli oratori italiani del quattrocento." SOCIETÀ E STORIA, no. 171 (February 2021): 1–32. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171001.

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Abstract:
Partendo dall'analisi dei carteggi quattrocenteschi, il saggio approfondisce le questioni diplomatiche connesse al commercio del componente primario, e insostituibile, della polvere da sparo: il salnitro. Esaminando le strategie adottate da ambasciatori residenti ed agenti informali per intercettare le forniture del minerale, l'articolo ricostruisce gli orientamenti impressi dalle amministrazioni rinascimentali al mercato - pubblico e privato - degli armamenti, fortemente stimolato dalla contemporanea affermazione dei nuovi eserciti permanenti e dei monopoli statali delle artiglierie. I risultati della ricerca evidenzieranno pertanto l'interdipendenza dei potentati italiani nell'approvvigionamento delle «munitioni», ribadendo, da una prospettiva economica, la complementarità strutturale esistente tra guerra e diplomazia nell'età dell'«equilibrio».
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Carocci, Sandro, and Nicoletta Giannini. "Portici, palazzi, torri e fortezze. Edilizia e famiglie aristocratiche a Roma (XII-XIV secolo)." Studia Historica. Historia Medieval 39, no. 1 (May 31, 2021): 7–44. http://dx.doi.org/10.14201/shhme2021391744.

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Abstract:
Basato sull’esame sistematico delle fonti scritte e sul censimento e l’analisi archeologico-architettonica di tutta l’edilizia civile medievale, l’articolo illustra i patrimoni immobiliari e le forme di residenza sia dei vertici della aristocrazia romana, i cosiddetti baroni, sia del resto della nobiltà cittadina. L’esame di portici, domus magne, palatia, torri e fortezze mostra bene come dall’XI e, soprattutto, dal XII secolo si sia affermato con una forza prima sconosciuta un legame strutturale fra ricchezza e investimenti in costruzioni durature. Pietra, laterizi e malta si sono imposti come uno strumento fondamentale per manifestare l’identità aristocratica e come luogo di espressione dell'agency individuale e familiare.
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Lenzi, Leonardo. "Uno sfondo etico-antropologico per la presa in carico del disabile grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 9–15. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003002.

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Abstract:
Il presente contributo si propone di: 1) esaminare le principali questioni etiche relative al trattamento e alla cura della persona gravemente disabile, confrontandosi con le difficoltŕ di tipo economico, strutturale e programmatico che essi incontrano; 2) discutere dal punto di vista etico, sulla base di tali considerazioni, il cosiddetto Ashley Treatment, come caso significativo rispetto ai valori in gioco; 3) proporre scenari futuri della relazione di cura del disabile alla luce della maggiore diffusione della PGD e dei progressi della terapia genica; 4) evidenziare i presupposti e le possibili ricadute antropologiche di tali questioni e indicare il contributo offerto dall'antropologia cristiana.
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Musso, Fabio. "Prospettive di analisi per l'innovazione nei canali di marketing." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (October 2012): 85–106. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003005.

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Abstract:
Il lavoro propone un'analisi dell'innovazione nei canali di marketing focalizzandosi su ciň che va inteso come innovazione per l'intero canale. Vengono seguite tre prospettive di analisi: una prospettiva tecnologica, riferita all'influenza della tecnologia nelle interazioni fra i membri dei canali e con i clienti finali, una prospettiva strutturale, riguardante nuove configurazioni di canale, e una prospettiva relazionale, relativa ai cambiamenti nei rapporti verticali fra le imprese. Sulla base di una revisione della letteratura, lo studio fornisce uno schema concettuale da cui sviluppare successive ricerche e approfondimenti che possano cogliere la misura e gli effetti dei cambiamenti determinati dall'innovazione.
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