Academic literature on the topic 'Studio morfologico'

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Journal articles on the topic "Studio morfologico"

1

Colombo, N., and G. Scialfa. "Studio anatomico RM del sistema nervoso centrale." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 1_suppl (April 1988): 13–26. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s103.

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Abstract:
La Risonanza Magnetica (R.M.) è la metodica diagnostica che attualmente fornisce la migliore rappresentazione dell'anatomia morfologica e funzionale del Sistema Nervoso Centrale (SNC). L'alta risoluzione di contrasto e spaziale della metodica, e la possibilità di acquisire immagini dirette nei tre principali piani anatomici (assiale, sagittale e coronale), sono tra i vantaggi che sanciscono la sua superiorità rispetto ad altre modalità di imaging. Le immagini «pesate in T1» sono le più idonee per uno studio morfologico-macroscopico delle varie strutture del nevrasse, mentre le immagini «pesate in T2» meglio delineano strutture intrinseche al SNC (fasci di sostanza bianca, nuclei grigi centrali).
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Nikiforov, Aleksandr I., and Remo Faccani. "Per uno studio morfologico della fiaba popolare." La Ricerca Folklorica, no. 12 (October 1985): 87. http://dx.doi.org/10.2307/1479250.

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3

Canzi, M., P. Coral, T. Roggio, L. De Filippo, and G. Panarello. "Valutazione clinico/morfologica di Amukine Med® e Braunol®, su CVC in spisilicone." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 2 (January 24, 2018): 19–22. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1431.

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Abstract:
La gestione infermieristica riveste un ruolo importante per la sopravvivenza dell'accesso vascolare per emodialisi, soprattutto quando per la sua realizzazione sono stati utilizzati materiali protesici etcrologhi. Scopo di questo studio è di valutare in vitro e in vivo gli eventuali effetti collaterali e l'efficacia di due disinfettanti tra i più comunemente usati (ipoclorito di sodio allo 0,057 Amukine Med® e iodopovidone al 10% Braunol®,) per le medicazioni dei cateteri venosi centrali. Lo studio è stato effettuato da gennaio 2003 a gennaio 2004. In tale periodo abbiamo valutato in vitro mediante esame morfologico gli effetti sui cateteri incubati a breve e lungo termine nei 2 disinfettanti e in vivo l'incidenza di reazioni cutanee locali e la positività dell'esame colturale del tampone cutaneo, in 17 malati uremici con “Tesio cat®” Medcomp (spisilicone) come accesso vascolare per emodialisi. Non si sono notate differenze morfologiche significative nello studio in vitro tra i campioni trattati con i due disinfettanti. Il contatto prolungato dello spisilicone con Amukine Med e Braunol anche in ambiente libero non ha determinato alterazioni morfologiche della parete all'esame macro e microscopico. Nello studio in vivo, condotto su due gruppi composti da 10 pazienti nel gruppo Amukine Med e 7 pazienti in quello con Braunol, sono state effettuate 1088 medicazioni (640 con Amukine Med pari al 58,8% medicazioni totali e 448 con Braunol pari al 41,2% medicazioni totali) pari al 40,5% delle sedute dialitiche con ambo le tecniche di disinfezione. Dagli esami colturali (271 tamponi) in 71 casi è stata riportata crescita batterica; 68 Staphilococcus Epidermidis; 2 Escherichia Coli (gruppo Amuchina Med) 1 Pseudomonas Aeruginosa (gruppo Braunol). Negli ultimi 3 casi (1/68 mesi d'esposizione) era presente sepsi locale. Non si sono rilevate differenze nell'incidenza di infezioni locali o di effetti collaterali indotti dai due disinfettanti.
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N. Vujović, Marija, and Luigi E. Beneduci. "LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLʼITALIANO NEO-STANDARD IN DUE ROMANZI ITALIANI CONTEMPORANEI (ASPETTO MORFOLOGICO)." Филолог – часопис за језик књижевност и културу 12, no. 24 (December 30, 2021): 239–67. http://dx.doi.org/10.21618/fil2124239v.

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Abstract:
Se l’italiano standard è la varietà linguistica codifcata nei libri di grammatica, per neo-standard si intendono le abitudini comunicative, parlate e scritte, di una fascia di parlanti acculturati, in una varietà linguistica più informale. Utilizzando le tassonomie di Sabatini e Berruto, gli autori dello studio hanno rintracciato la presenza del neo-standard in un corpus formato da due romanzi italiani contemporanei, Io e te di Niccolò Ammaniti ed Esco a fare due passi di Fabio Volo. Considerando l’alto numero di occorrenze, ci si è limitati all’aspetto morfologico del sistema pronominale e verbale, con valore esemplifcativo. Le opere analizzate sono diversamente signifcative di due autori agli antipodi: il romanzo di un acclamato scrittore e il romanzo di esordio di un DJ e conduttore televisivo. Il risultato dello studio è che, a parte poche differenze, i tratti neo-standard caratterizzano entrambe le operazioni di scrittura, con l’intento di raggiungere l’immediatezza comunicativa della lingua parlata. Se ne conclude che i narratori hanno colto, rappresentato e riprodotto l’urgenza e la penetrazione delle nuove forme della lingua italiana, che potrebbero diventare un nuovo futuro standard normativo.
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5

D'Aprile, P., F. Macina, A. Nella, P. Spagnolo, G. Tripoli, F. Vessio, and A. Carella. "Studio Angio-RM selettivo del circolo vertebro-basilare intracranico." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 6 (December 1994): 921–28. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700611.

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Abstract:
La possibilità di effettuare un esame non invasivo e significativo dal punto di vista diagnostico, ha reso la RM di base e l'Angio-RM metodiche prioritarie per una valutazione diagnostica accurata nel sospetto di patologia aterosclerotica (dolicoectasia vertebro-basilare), steno-occlusiva o nel sospetto di conflitto neurovascolare riguardanti il distretto vertebro-basilare. Il sistema vertebro-basilare può risultare infatti di difficoltoso approccio se esaminato con le metodiche ad ultrasuoni (US), mentre la angiografia tradizionale (metodica ancora di riferimento per quanto riguarda lo studio morfologico accurato dei vasi), che può risultare a volte indaginosa, non è esente da complicanze, talora molto gravi. Viene proposta una nuova tecnica per lo studio selettivo con Angio-RM (tecnica 3D- TOF) del circolo vertebro-basilare che prevede un opportuno posizionamento dello «slab» o volume di acquisizione, e delle bande di presaturazione. È così possibile visualizzare selettivamente il segmento intracranico delle arterie vertebrali, l'arteria basilare e le arterie cerebrali posteriori, escludendo dal campo di studio il circolo carotideo.
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Trevisan, C., and M. Spagnoli. "La RM dei tumori vertebro-midollari." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 1_suppl (April 1988): 59–65. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s107.

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Abstract:
La RM ha enormemente facilitato la diagnosi delle lesioni tumorali vertebro- midollari soppiantando completamente la mielografia e riducendo di molto l'impiego della TC. Questa può essere considerata un'indagine complementare volta a studiare soprattutto il coinvolgimento osseo da parte di neoformazioni primitive o secondarie a partenza dalle componenti ossee o nervose. La tecnica di indagine è la stessa in uso per ogni altra affezione del sistema nervoso centrale: immagini pesate in T1 ottenute con sequenze spin-echo brevi per lo studio morfologico ed immagini pesate in T2 ottenute con sequenze spin-echo lunghe o con tecniche veloci per ottenere informazioni circa il comportamento dell'intensità del segnale dei tessuti patologici.
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Chersich, S. "Soil evolution in spruce forest ecosystems: role and influence of humus studied by morphological approach." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 4, no. 3 (September 20, 2007): 333–39. http://dx.doi.org/10.3832/efor0474-0040333.

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8

Crasto, S., S. Duca, I. Gomes Pavanello, L. Rizzo, and R. Soffietti. "Carcinomatosi meningea cranica e spinale: Studio con RM." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 5 (October 1997): 585–95. http://dx.doi.org/10.1177/197140099701000515.

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Abstract:
In accordo con i dati della letteratura la risonanza magnetica si è dimostrata il gold standard nell'individuazione delle localizzazioni metastatiche meningee; inoltre, la RM dovrebbe essere considerata l'indagine di scelta, anche nei confronti dell'esame citologico del liquor, non solo nella ricerca della disseminazione meningea, ma anche nel controllo nel tempo. Nella nostra casistica i tumori più rappresentati sono i medulloblastomi, i carcinomi della mammella, del polmone e i linfomi. Dopo somministrazione e.v. di mdc in RM abbiamo osservato diversi quadri topografici (disseminazione durale, leptomeningea oppure mista) e morfologici (lineare focale, lineare diffuso, nodulare oppure misto) della carcinomatosi meningea. Volendo tentare di fornire un quadro sintetico delle carcinomatosi meningee, si può concludere che nei pazienti con tumore primitivo intra-SNC la disseminazione meningea è prevalentemente di tipo durale e leptomeningea, con morfologia mista (lineare e nodulare), mentre nei pazienti con tumore primitivo extra-SNC si presenta soprattutto di tipo durale e con morfologia lineare diffusa.
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Magnaldi, S., and M. Ukmar. "La tomografia computerizzata nella diagnostica delle metastasi spinali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 161–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800205.

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Abstract:
La TC si rivela di particolare utilità nello studio delle metastasi spinali che coinvolgono i tessuti molli paravertebrali, lo scheletro del rachide e lo spazio epidurale. L'esecuzione della TC prevede uno scout view o topogramma di localizzazione, sul quale si scelgono dei piani assiali focalizzati su un particolare livello. Le scansioni devono essere acquisite e documentate in modo da poter visualizzare sia le parti molli che le strutture scheletriche. Nelle maggior parte dei casi è sufficiente l'esame TC diretto; talora possono essere utili la TC dopo mezzo di contrasto per via endovenosa o la mielo-TC, come pure le ricostruzioni elettroniche su piani diversi da quello assiale. L'aspetto TC delle metastasi vertebrali, che sono le più frequenti, è multiforme e comprende l'osteolisi (che può essere lacunare, a tarlatura o infiltrativa), l'osteosclerosi (che può presentarsi sotto forma di orletto sclerotico, di nodulo sclerotico o di sclerosi diffusa), le deformazioni e i crolli vertebrali (che derivano dall'infiltrazione del tessuto osseo normale da parte del tessuto neoplastico, con conseguenti fratture patologiche) e lo sconfinamento extravertebrale nelle parti molli pre e paravertebrali e verso lo speco vertebrale. Le metastasi vertebrali presentano inoltre aspetti caratteristici per sede rachidea (più spesso multiple e a livello lombare) e localizzazione nell'ambito della singola vertebra (interessamento preferenziale del corpo vertebrale). Nella diagnostica delle metastasi vertebrali, la TC presenta sia vantaggi che limiti. I vantaggi, dovuti all'assenza di fenomeni di sovrapposizione, sono rappresentati dall'ottima dimostrazione di lesioni in «sedi difficili» per la radiologia convenzionale (peduncoli, processi trasversi o passaggio lombo-sacrale), dall'esatta valutazione della presenza e del numero delle lesioni, dalla migliore definizione della natura delle lesioni (valutazione densitometrica e potenziamento delle lesioni solide dopo mezzo di contrasto) e dal bilancio di estensione. I limiti della TC sono rappresentati dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, dalla qualità talora subottimale delle ricostruzioni elettroniche, dalla scarsa panoramicità e dall'insufficiente sensibilità (soprattutto per lesioni con estensione all'interno dello speco vertebrale) e specificità. La TC si pone in una posizione di passaggio tra le indagini cosiddette di primo livello, con scopi meramente diagnostici, e quelle di secondo livello, con finalità terapeutiche. La TC è utile, soprattutto per le lesioni ossee, nella valutazione morfologico-volumetrica della/e metastasi, nella definizione dell'estensione extravertebrale delle lesioni, nella guida alle biopsie e nell'eventuale controllo dopo radioterapia e riveste inoltre un ruolo importante nella pianificazione di ulteriori provvedimenti terapeutici (interventi chirurgici di decompressione e radioterapia).
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Káčerková, Michaela. "Analýza pohybu Homo neanderthalensis." Anthropologia integra 9, no. 1 (June 30, 2018): 31–37. http://dx.doi.org/10.5817/ai2018-1-31.

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Abstract:
Cílem studie je zhodnotit možnosti lokomoce druhu Homo neanderthalensis a porovnat zjištěné skutečnosti s lokomocí moderního člověka (Homo sapiens). Po krátké charakteristice neandertálců následuje popis jednotlivých druhů lokomoce. Možnosti lokomoce neandertálců jsou (kromě přírodních podmínek) závislé především na kostře osové (zde je důležitá bederní lordóza a s ní související lordotický úhel) a na morfologii horních a také dolních končetin. Horní končetiny jsou uvažovány v souvislosti s manuální zručností a se škrábáním a házením. Zmíněna je také jejich síla. Morfologie dolních končetin má vliv na chůzi a běh, činnosti spojené s pohybem kolenního a hlezenního kloubu.
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Dissertations / Theses on the topic "Studio morfologico"

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Belvisi, Viviana. "Studio morfologico e morfometrico delle strutture vulcaniche sottomarine di Linosa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Le isole vulcaniche costituiscono generalmente porzioni limitate rispetto all’estensione totale di un edificio vulcanico sottomarino, del quale rappresentano la sommità. Grazie all’acquisizione di nuovi dati di batimetria multibeam (campagne Linosa 2016 e BioGeoLin 2017 organizzate da IAMC-CNR di Napoli) è stato possibile indagare le ampie porzioni sommerse di Linosa, isola interamente vulcanica che rappresenta l'espressione superficiale del vulcanismo del Canale di Sicilia. Il DTM marino di Linosa mostra una grande varietà di strutture vulcaniche, che sono state mappate e descritte dettagliatamente prendendo in considerazione aspetti quali forme, superficie, distribuzione, ecc. In particolare, i centri eruttivi minori sommersi, presenti dalla piattaforma insulare fino alla base dell'edificio vulcanico, sono stati analizzati dal punto di vista morfometrico, utilizzando parametri significativi applicati in contesti analoghi (es. Hawaii e Canarie). Successivamente le informazioni raccolte sono state confrontate con quelle di Pantelleria (altra importante isola vulcanica del Canale di Sicilia) evidenziando aspetti comuni e differenze.
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Naldi, Ilaria <1977&gt. "Studio neuroradiologico (morfologico e funzionale) nei pazienti con Epilessia Frontale Notturna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5975/1/naldi_ilaria_tesi.pdf.

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Abstract:
L'epilessia frontale notturna (EFN) è caratterizzata da crisi motorie che insorgono durante il sonno. Scopo del progetto è studiare le cause fisiopatologiche e morfo-funzionali che sottendono ai fenomeni motori nei pazienti con EFN e identificare alterazioni strutturali e/o metaboliche mediante tecniche avanzate di Risonanza Magnetica (RM). Abbiamo raccolto una casistica di pazienti con EFN afferenti al Centro Epilessia e dei Disturbi del Sonno del Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Bologna. Ad ogni paziente è stato associato un controllo sano di età (± 5 anni) e sesso corrispondente. Tutti sono stati studiati mediante tecniche avanzate di RM comprendenti Spettroscopia del protone (1H-MRS), Tensore di diffusione ed imaging 3D ad alta risoluzione per analisi morfometriche. In particolare, la 1H-MRS è stata effettuata su due volumi di interesse localizzati nei talami e nel giro del cingolo anteriore. Sono stati inclusi nell’analisi finale 19 pazienti (7 M), età media 34 anni (range 19-50) e 14 controlli (6 M) età media 30 anni (range 19-40). A livello del cingolo anteriore il rapporto della concentrazione di N-Acetil-Aspartato rispetto alla Creatina (NAA/Cr) è risultato significativamente ridotto nei pazienti rispetto ai controlli (p=0,021). Relativamente all’analisi di correlazione, l'analisi tramite modelli di regressione multipla ha evidenziato che il rapporto NAA/Cr nel cingolo anteriore nei pazienti correlava con la frequenza delle crisi (p=0,048), essendo minore nei pazienti con crisi plurisettimanali/plurigiornaliere. Per interpretare il dato ottenuto è possibile solo fare delle ipotesi. L’NAA è un marker di integrità, densità e funzionalità neuronale. E’ possibile che alla base della EFN ci siano alterazioni metaboliche tessutali in precise strutture come il giro del cingolo anteriore. Questo apre nuove possibilità sull’utilizzo di strumenti di indagine basati sull’analisi di biosegnali, per caratterizzare aree coinvolte nella genesi della EFN ancora largamente sconosciute e chiarire ulteriormente l’eziologia di questo tipo di epilessia.
Nocturnal frontal lobe epilepsy (NFLE) is characterized by motor seizuresoccurring during sleep. Aims of the study were to identify the pathophysiological and anatomo-functional factors implicated in the genesis of the motor episodes and possible structural alterations and/or metabolic disorders ,in NFLE patients using advanced techniques of Magnetic Resonance (MR). We have collected a series of patients with NFLE attending the Epilepsy and Sleep Centres of the Department of Neurological Sciences, Bologna University. For each NFLE patient, one control subject of the same sex and age (±5 years) was recruited. All subjects were studied using proton spectroscopy (1H-MRS), diffusion tensor imaging and high resolution 3D-imaging for morphometric analyses. In particular, 1H-MRS was performed in two regions of interest: the thalami and the anterior cingulate gyrus. Nineteen patients (7M), mean age 34 years (range 19-50) and 14 controls (6 M), mean age 30 years (range 19-40), were included in the final analysis. At the level of the anterior cingulate the ratio of the concentration of N-Acetyl-Aspartate compared to Creatine (NAA/Cr) was significantly reduced in patients compared with controls (p=0,021). A multiple regression analysis was performed, showing that the NAA/Cr ratio in the anterior cingulate in patients correlated with the seizures frequency (p=0,048), being lower in patients with very frequent seizures. As NAA is a marker of integrity, density and neuronal function, we speculate that metabolic changes in specific structures, such as the anterior cingulate, may underlie the pathogenesis of NFLE. Our results open up new possibilities for the use of methodologies of biomedical signal/image processing to characterize the areas involved in the genesis of NFLE, which are currently largely unknown and to further clarify the etiology of this type of epilepsy.
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Naldi, Ilaria <1977&gt. "Studio neuroradiologico (morfologico e funzionale) nei pazienti con Epilessia Frontale Notturna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5975/.

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Abstract:
L'epilessia frontale notturna (EFN) è caratterizzata da crisi motorie che insorgono durante il sonno. Scopo del progetto è studiare le cause fisiopatologiche e morfo-funzionali che sottendono ai fenomeni motori nei pazienti con EFN e identificare alterazioni strutturali e/o metaboliche mediante tecniche avanzate di Risonanza Magnetica (RM). Abbiamo raccolto una casistica di pazienti con EFN afferenti al Centro Epilessia e dei Disturbi del Sonno del Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Bologna. Ad ogni paziente è stato associato un controllo sano di età (± 5 anni) e sesso corrispondente. Tutti sono stati studiati mediante tecniche avanzate di RM comprendenti Spettroscopia del protone (1H-MRS), Tensore di diffusione ed imaging 3D ad alta risoluzione per analisi morfometriche. In particolare, la 1H-MRS è stata effettuata su due volumi di interesse localizzati nei talami e nel giro del cingolo anteriore. Sono stati inclusi nell’analisi finale 19 pazienti (7 M), età media 34 anni (range 19-50) e 14 controlli (6 M) età media 30 anni (range 19-40). A livello del cingolo anteriore il rapporto della concentrazione di N-Acetil-Aspartato rispetto alla Creatina (NAA/Cr) è risultato significativamente ridotto nei pazienti rispetto ai controlli (p=0,021). Relativamente all’analisi di correlazione, l'analisi tramite modelli di regressione multipla ha evidenziato che il rapporto NAA/Cr nel cingolo anteriore nei pazienti correlava con la frequenza delle crisi (p=0,048), essendo minore nei pazienti con crisi plurisettimanali/plurigiornaliere. Per interpretare il dato ottenuto è possibile solo fare delle ipotesi. L’NAA è un marker di integrità, densità e funzionalità neuronale. E’ possibile che alla base della EFN ci siano alterazioni metaboliche tessutali in precise strutture come il giro del cingolo anteriore. Questo apre nuove possibilità sull’utilizzo di strumenti di indagine basati sull’analisi di biosegnali, per caratterizzare aree coinvolte nella genesi della EFN ancora largamente sconosciute e chiarire ulteriormente l’eziologia di questo tipo di epilessia.
Nocturnal frontal lobe epilepsy (NFLE) is characterized by motor seizuresoccurring during sleep. Aims of the study were to identify the pathophysiological and anatomo-functional factors implicated in the genesis of the motor episodes and possible structural alterations and/or metabolic disorders ,in NFLE patients using advanced techniques of Magnetic Resonance (MR). We have collected a series of patients with NFLE attending the Epilepsy and Sleep Centres of the Department of Neurological Sciences, Bologna University. For each NFLE patient, one control subject of the same sex and age (±5 years) was recruited. All subjects were studied using proton spectroscopy (1H-MRS), diffusion tensor imaging and high resolution 3D-imaging for morphometric analyses. In particular, 1H-MRS was performed in two regions of interest: the thalami and the anterior cingulate gyrus. Nineteen patients (7M), mean age 34 years (range 19-50) and 14 controls (6 M), mean age 30 years (range 19-40), were included in the final analysis. At the level of the anterior cingulate the ratio of the concentration of N-Acetyl-Aspartate compared to Creatine (NAA/Cr) was significantly reduced in patients compared with controls (p=0,021). A multiple regression analysis was performed, showing that the NAA/Cr ratio in the anterior cingulate in patients correlated with the seizures frequency (p=0,048), being lower in patients with very frequent seizures. As NAA is a marker of integrity, density and neuronal function, we speculate that metabolic changes in specific structures, such as the anterior cingulate, may underlie the pathogenesis of NFLE. Our results open up new possibilities for the use of methodologies of biomedical signal/image processing to characterize the areas involved in the genesis of NFLE, which are currently largely unknown and to further clarify the etiology of this type of epilepsy.
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Zolpi, Elisa. "Malformazioni anorettali: classificazione e studio morfologico ed immunoistochimico della nostra casistica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423634.

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Abstract:
BACKGROUND The etiology and pathogenesis of anorectal malformations (ARM) are multifactorial, poorly understood and controversial. The classification of ARM from a genetic perspective, it is not easy due to the fact that these malformations exist in various forms probably influenced by different factors such as gender and associated anomalies. In the literature, several chromosomal genetic syndromes have been associated with this malformations; the analysis of associated malformations is an important aspect of the genetic study of ARM, because the association of anomalies with mendelian transmission or with a recognized causative gene can be an essential starting point for further investigations. The normal development of the hindgut depends on the proper development of the cloaca and the cloacal membrane, and epithelial-mesenchymal interactions on the correct essential for proper morphogenesis. Sonic Hedgehog (Shh) is an excellent candidate as a mediator in the interaction between endoderm and mesoderm, multiple studies in animal models have shown that the reduced or non-presence of Shh or its downstream signal mediators, are able to cause defects of different anorectal region. AIM OF THE STUDY The first part of the study is for the most part retrospective, and has the purpose of classifying the genetic point of view and clinical the patients suffering from ARM followed at the Department of Pediatric surgery until the year 2011 (period 1991-2011), dividing them into syndromic forms and not , in isolated or familial cases. Another part of the study aims to identify chromosomal abnormalities associated with ARM. The second part is intended to perform a morphological and immunohistochemical staining of tissue taken from the site of the malformation to verify such alteration parietal are present, and assess the expression of Shh in the context of normal and pathological tissue. MATHERIALS AND METHODS The first retrospective of the project has been obtained by re-evaluating the clinical history of all patients followed at the Department of Pediatric Surgery from 1991 until 2011. To achieve the second objective was performed classical and molecular cytogenetic analysis (by FISH: Fuorescence in situ hybridization or array-CGH: array-based comparative genomic hybridization) of the peripheral blood of patients followed since 2000, with possible extension to their parents or other family members. For the morphological study of the material coming from the site of the malformation, was evaluated by light microscopy and subjected to classical staining hematoxylin-eosin, with the aim to evaluate: the type of coating, the presence of erosion and/or ulceration, edema of the lamina own, the structural architecture of the muscularis layer, the presence of the connective tissue and its disposal. Study of some immunohistochemical markers of muscle differentiation and maturation processes (myogenin), stem cell markers (CD34, CD133,) and the possible pathogenetic pathways involved Shh. RESULTS Were identified in the period 1991-2011, 143 patients divided into 56 isolated forms, 82 associated forms with 6 syndromic forms, 4 clinical associations; 5 cases are not classified. In the male are 50 associated forms and 32 with isolated forms, in the female are 32 associated forms and 24 with the isolated forms. Syndromic forms are found: 2 chromosomal syndromes, 4 genetic syndromes. Was not identified familial form. The most interesting observations of histological study relate to the muscularis evaluated both in its internal and external component: in most of the defects is observed an important disarray of muscle fibers with significant fibrosis. The expression of CD133 was evaluated in the different layers of the intestinal wall and it shows there is an intense expression of this marker but to a lesser extent than the CD34 that presents an intense positivity in all the layers, especially in the lamina propria directly to below the epithelium. The myogenin is constantly negative. Regarding Shh levels of signal strength is considerably lower in the muscularis. CONCLUSIONS The results of this work indicate, in agreement with the literature, that 60% of patients with ARM has a defect associated. Rectovescical fistula in 80% of cases are associated with other malformations, followed by: cloaca (78%), rectourethral fistula (71%), vestibular fistula (65%), perineal fistula (49%). From the reduced expression of Shh in the mesodermal tissue can mean that, or an alteration that affects directly Sonic or its downstream mediators, that causes absence of an optimal gradient parietal necessary for a correct shaping of the intestinal wall layers, and hence the changes in the observed in this preliminary study. This down-regulation may provide a molecular support to the hypothesis that the incomplete formation and division of the cloaca results in a wide variety of malformations of the hindgut. To confirm this hypothesis are still needed further studies on the expression of mediators downstream of the Shh signal such as for example Gli2, Bmp-4, Hox genes and the Wnt protein.
PRESUPPOSTI DELLO STUDIO L’eziopatogenesi delle malformazioni anorettali è sconoscosiuta e multifattoriale. La classificazione delle MAR dal punto di vista genetico non è semplice per il fatto che tali malformazioni si presentano sotto differenti forme influenzate probabilmente, da fattori diversi come il genere e le anomalie associate. Sono descritte in letteratura sindromi genetiche e cromosomiche associate a tali malformazioni e per tale motivo risulta importante conoscere il fenotipo con le quali si manifestano ed eseguire un analisi citogenetica classica nei pazienti con MAR al fine di per poterle individuare anomalie cromosomiche che potrebbero essere associate ad una certa ereditarietà. Il normale sviluppo dell’intestino posteriore (hindgut) dipende dal corretto sviluppo della cloaca e della membrana cloacale, nonché dalle corrette interazioni epitelio-mesenchimali indispensabili per una morfogenesi corretta. Sonic Hedgehog (Shh) è un eccellente candidato come mediatore nelle interazione tra endoderma e mesoderma , multipli studi su modelli animali hanno evidenziato come la ridotta o mancata presenza di Shh o dei mediatori a valle del suo segnale, siano in grado di causare difetti diversi nello sviluppo della regione anorettale. SCOPO La prima parte dello studio è per la maggior parte retrospettivo, ed ha lo scopo di classificare dal punto di vista genetico e clinico, i pazienti affetti da MAR seguiti presso il reparto di chirurgia pediatrica fino all’anno 2011 (periodo 1991-2011), suddividendoli in forme sindromiche e non, in casi sporadici o familiari. Un ulteriore parte dello studio ha lo scopo di identificare anomalie cromosomiali associate alle MAR. La seconda parte ha lo scopo di effettuare una caratterizzazione morfologica e immunoistochimica del tessuto prelevato dal sito della malformazione per verificare quali alterazione parietali siano presenti, e valutare l’espressione di Shh nel contesto del tessuto normale e patologico. MATERIALI E METODI La prima parte del lavoro retrospettivo è stato ottenuto rivalutando la storia clinica di tutti i pazienti seguiti presso il reparto di chirurgia Pediatrica dall’anno 1991 fino al 2011. Per il conseguimento del secondo obiettivo è stata effettuata l’analisi citogenetica classica e molecolare (mediante FISH: Fuorescence in situ Hybridization o con array-CGH: array based-comparative genomic Hybridization), del sangue periferico dei pazienti seguiti dall’anno 2000, con eventuale estensione ai genitori o altri familiari. Per lo studio morfologico il materiale proveniente dalla sede della malformazione, è stato valutato al microscopio ottico e sottoposto alla colorazione classica Ematossilina-Eosina, con lo scopo di valutare: il tipo di rivestimento, presenza di erosione e/o di ulcerazione, edema della lamina propria, l’architettura strutturale della tonaca muscolare, la presenza della trama connettivale e della sua disposizione. Per lo studio immunoistochimico sono stati utilizzati di alcuni marcatori dei processi di maturazione e differenziazione muscolare (Miogenina), dei marcatori di staminalità (CD34, CD133,) e delle possibili vie patogenetiche coinvolte (Shh). RISULTATI Sono stati individuati nel periodo 1991-2011, 143 pazienti affetti da MAR suddivisi in forme isolate 56, forme associate 82, con 6 forme sindromiche , 4 associazioni cliniche; 5 casi non sono classificabili. Nel maschio sono 50 le forme associate e 32 le forme isolate; nella femmina sono 32 le forme associate e 24 le forme isolate. Le forme sindromiche riscontrate sono: 2 sindromi cromosomiche, 4 sindromi genetiche. Non è stata identificata nessuna forma familiare Le osservazioni più interessanti dello studio istologico riguardano la tonaca muscolare valutata sia nella sua componente circolare interna che longitudinale esterna: nella maggior parte dei difetti si osserva un importante disarrangiamento delle fibre muscolari con rilevante dissociazione da parte della componente fibrosa. L’espressione di CD133 è stata valutata nei diversi livelli della parete intestinale; vi è un’intensa espressione di tale marker ma in misura minore rispetto il CD34 che presenta un’intensa positività in tutti gli strati, soprattutto nella lamina propria direttamente al di sotto dell’epitelio. La miogenina è costantemente negativa. Per quanto riguarda Shh i livelli di intensità del segnale è notevolmente più basso nella tonaca muscolare. CONCLUSIONI I risultati di questo lavoro indicano, in accordo con la letteratura, che il 60% dei pazienti con MAR ha un difetto associato. La fistola rettovescicale nel 80% dei casi si associa ad altre malformazioni seguita da: cloaca (78%), fistola rettouretrale (71%), fistola rettovestibolare (65%), fistola perineale (49%). Dalla ridotta espressione di Shh a livello del tessuto mesodermico del difetto si può ipottizare che o, ad un alterazione che colpisce direttamente Sonic o i suoi mediatori a valle, porti all’assenza di un ottimale gradiente parietale necessario per un corretto modellamento degli strati parietali intestinali, e quindi alle alterazioni in parte osservate in questo studio preliminare. Questa down-regulation può fornire una supporto molecolare all’ipotesi che l’incompleta formazione e divisione della cloaca determina un’ampia varietà di malformazioni dell’intestino posteriore. Per confermare tale ipotesi sono comunque necessari ulteriori studi sull’espressione dei mediatori a valle del segnale Shh quali per esempio Gli2, Bmp-4, Hox geni e le proteine Wnt.
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Tabellini, Gianluca. "Mycelium tectonics: studio di comportamenti morfologico-costruttivi attraverso sistemi biologici e simulazioni al computer." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8539/.

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Abstract:
Mycelium Tectonics è un lavoro multidisciplinare che interseca l’architettura con la biologia e con la tecnologia. Il concetto di tettonica - qui definito come il territorio in cui si costruiscono le relazioni tra l’organizzazione formale e i processi di funzionamento endogeni - viene indagato partendo da un punto di vista materico, dai limiti fisici e meccanici della materia e dalle differenze che ne possono emergere attraverso il cambio di scala. Procedendo dunque dal basso, sono stati studiati fenomeni quali l’auto-organizzazione e le intelligenze collettive, costituite da elementi con comportamenti autonomi, in cui l’organizzazione globale non è pianificata a priori ma emerge dalle interrelazioni degli elementi stessi. Si è tentato di descrivere una tettonica in cui fosse proprio la differenziazione e la variazione, di cui il sistema è intrinsecamente capace, a produrre una propria forma di organizzazione tettonica ed estetica su cui la funzionalità potesse essere mappata in modi non convenzionali. La biologia fornisce in questo diversi stimoli circa il concetto di costruire in termini di articolazione spaziale e adattabilità: in natura ogni struttura viene generata mediante processi di crescita intrinsecamente coerenti, e le relazioni che la regolano rendono impossibile scindere le parti dal tutto; una logica profondamente differente dai processi produttivi - e costruttivi – odierni, che racchiude in questo il potenziale per superarne i limiti. L’esperienza di laboratorio ha permesso un’ indagine approfondita sulle capacità esplorative e di morfogenesi del micelio: un organismo pluricellulare molto semplice formato da numerosi filamenti (ife), capaci di ramificarsi e riconnettersi tra loro per formare una rete biologica di trasporto. Le strategie messe in atto durante la crescita, poi simulate digitalmente, si sono evidenziate durante tutto il percorso di ricerca pratica, fornendo non solo motivo di dibattito teorico, quanto stimoli e possibilità a livello operativo. Partendo dagli esperimenti in vitro, lo studio si è poi soffermato sulla possibilità di far crescere il micelio (della specie Pleurotus Ostreatus) su strutture fibrose di canapa. Queste sono state simulate ed indagate digitalmente, al fine di costruire prototipi fisici da far colonizzare attraverso una crescita controllata del micelio. I modelli, lasciati essiccare, mostrano caratteristiche e performance emergenti, coerentemente alle premesse architettoniche. Considerando i risultati - seppur parziali - dell’attività teorico-sperimentale condotta, diviene necessario considerare un significato più esteso del termine sostenibilità, oltre ad un esame più approfondito delle ripercussioni a scala ecologica conseguenti l’applicazione di soluzioni qui soltanto ipotizzate.
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Vitali, Alessandra. "Studio morfologico e quantitativo dell'organo adiposo di topi C57BL/6J in differenti condizioni sperimentali." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241865.

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Abstract:
Nei mammiferi si possono distinguere due tipi di tessuto adiposo che collaborando per un fine strategico e funzionale costituiscono l’ Organo Adiposo. Questi due tessuti sono il bianco (WAT) ed il bruno (BAT). Il BAT e’ specializzato nella produzione di calore, mentre il WAT e’ necessario all’ organismo per conservare energia in eccesso sottoforma di trigliceridi . L’ acclimatazione a freddo induce un incremento della componente bruna, senza modificare il numero totale di cellule. Questa forma di plasticita’ cellulare fino ad ora e’ stata associata a modelli animali che possiedono resistenza all’obesita’ ed al diabete. In questo lavoro e’ stato effettuato uno studio anatomico di topi adulti C57BL/6J (B6), linea molto sensibile allo sviluppo della sindrome metabolica con obesita’, iperglicemia e insulinoresistenza se alimentati con HFD . Lo scopo e’ stato quello di verificare la percentuale di adipociti bianchi e bruni di tutti i depositi che compongono l’Organo Adiposo di questo ceppo a 28°C (gruppo di controllo) ed a 6°C. Inoltre e’ stato verificato lo stato termogenico degli adipociti ML tramite l’espressione della proteina UCP1 ed effettuato uno studio sistematico sul numero di fibre noradrenergiche parenchimali TH (Tirosina idrossilasi) positive. La composizione cellulare di tutti i depositi era mista, con entrambi i citotipi rappresentati, non ne sono stati trovati di completamente puri. Questo dato conferma l’ esistenza di un Organo Adiposo . Nei controlli il 77% degli adipociti era UL, mentre negli animali acclimatati a freddo sono piu’ numerose le ML, che rappresentano il 60% di tutti gli adipociti, di questi il 79% era immunoreattivo per l’ anticorpo UCP1. Dopo l’esposizione a 6°C il numero totale di adipociti nell’ organo adiposo non era cambiato, il numero di ML era incrementato in modo significativo (+ 37% p =0.011) e il numero di UL era diminuito approssimativamente della stessa proporzione (- 41% p= 0.05). Non e’ stata trovata nessuna evidenza di apoptosi tra gli adipociti bianchi. Questi dati documentano una plasticita’ dell’ organo adiposo dei B6 che e’ stata osservata maggiormente nel deposito sottocutaneo anteriore (ASC) e nell’ addomino pelvico (AP), mentre in uno studio effettuato in passato su un ceppo piu’ resistente all’ obesita’ (SV129), che presentava una maggior quantita’ di ML sia a caldo che a freddo i depositi piu’ trasformati erano il sottocutaneo posteriore (PSC) ed il mesenterico (MES). La proteina UCP1 che riflette l’attivazione della termogenesi (non shivering) a freddo e’ espressa nel 34% degli adipociti bruni dei controlli, il loro numero incrementa significativamente a 6°C (79% p=0,02). L’ aumento dell’ espressione di UCP1 correla positivamente con quella della Tirosina-idrossilasi (TH), soprattutto negli animali esposti a freddo, suggerendo un ruolo fondamentale del sistema nervoso nella trasformazione dell’ organo adiposo. In molti depositi dei C57BL sia a caldo, ma soprattutto dopo acclimatazione a 6°C sono state osservate molte cellule “Pauciloculari”. In questa linea, come nei 129SV il volume totale dell’ organo si riduce e questo e’giustificato da una diminuzione di volume anche degli adipociti UL ed ML. Complessivamente tutte queste osservazioni suggeriscono un processo di Transdifferenziazione degli adipociti bianchi in adipociti bruni nei topi acclimatati a freddo, confermando quanto gia’ osservato nella linea SV129. concludendo possiamo affermare che la plasticita’ dell’ organo adiposo e’ indipendente dal background genetico, che invece potrebbe influire nel cambiamento di alcuni depositi piuttosto che altri.
In mammals, two functionally different type of adipose tissues are contained in a multi-depot organ: the adipose organ. It consists of several subcutaneous and visceral depots. Some areas of these depots are brown and correspond to brown adipose tissue, wich is specialized in energy expenditure, while many are white and correspond to white adipose tissue, the primary site of triglyceride storage. Cold acclimatisation induces an increase in the brown component without affecting the overall number of adipocytes; so far this form of plasticity was associated to obesity and diabetes resistance in experimental models. In this work we performed an anatomical study of adult C57BL/6J mice, which on HFD develop severe obesity, hyperglycemia and isulin resistance. The aim of this work was to check the percentage of white and brown adipocytes of all fat depots that make up the adipose organ of this strain at 28 ° C (control group) and 6 ° C. Was also monitored the thermogenic status of ML adipocytes through the expression of UCP1 protein and carried out a systematic study on the number of tyrosine hydroxylase parenchymal (noradrenergic)-positive nerve fibers (no. of fibers per 100 adipocytes). The cellular composition of all depots was mixed, with both cellular populations represented, there are not completely pure. This shows the existence of an adipose organ also in C57BL/6J. In the control animals the prevalent cell type were withe adipocytes (77% of all adipocytes), conversely in the cold-acclimated mice there was a prevalence of brown adipocytes (60% of all adipocytes); of these the 79% were immunoreactive for UCP1 antibody. After cold acclimation the total number of adipocytes in the adipose organ was unchanged, the number of brown adipocytes increased significantly (+37% p = 0.011) and the number of white adipocytes decreased by approximately the same amount (-41% p= 0.05). No evidence of apoptosis of white adipocytes was detected. The most prominent differences in cell composition (adipocyte plasticity) were found in the anterior subcutaneous (ASC) and in the abdomino- pelvic depots (AP). In a study conducted in 2005 on strain considered resistant to dietary induced obesity (SV129), was observed that the adipose organ contained a greater amount of ML in both conditions (28 ° C and 6 ° C) and the most changed depots were posterior subcutaneous (PSC) and the mesenteric (MES). In the control group the thermogenic protein UCP1 was expressed only in 34% of ML adipocyes, but their number increase significantly after cold exposure (79% p=0,02). The proportion of brown adipocytes UCP1+ is positively correlated with noradrenergic fiber density especially in the cold-acclimated mice, suggesting a crucial role of nervous system on the changes of the adipose organ after cold exposure. In many depots of C57BL (both 28°C and 6°C),especially after cold acclimation were observed Paucilocular cells (the “transdifferentiation marker”). In In this strain, like in SV129 the adipose organ shrank in volume; this reduction corresponded to the volume reduction of each brown and white adipocyte. Overall, these modifications of the adipose organ suggest a process of transdifferentiation of white into brown adipocytes in cold-acclimated mice confirming what was observed in the SV129 mice. In conclusion we can affirm that the phenotypic plasticity of the whole adipose organ is independent of genetic background, that could affect a greater change in a depot rather than in another .
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CLERICI, MARCO. "TRANSIZIONE EPITELIO-MESENCHIMALE IN CELLULE DI CARCINOMA DUTTALE DEL PANCREAS: STUDIO MORFOLOGICO E MOLECOLARE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/252716.

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Abstract:
Abstract Epithelial-to-Mesenchymal Transition (EMT) is a stepwise and complex biological mechanism which plays an important role in tumor progression. During EMT, epithelial cells undergo a phenotypical switch to mesenchymal cells, acquiring motility and invasion capability. We aimed at clarifying the role of this complex mechanism in the Pancreatic Ductal Adenocarcinoma (PDAC) focusing on the expression of EMT markers in different cell culture conditions, such as monolayer and spheroids. For this study we used immunofluorescence and confocal microscopy, zymography, differential proteomics, real-time pcr and western blot to analyse and characterize three commercial PDAC cell lines ( HPAF-II, HPAC and PL45) cultured as monolayer or 3D- spheroids. Our analyses revealed that PDAC cells cultured in monolayer show different epithelial characteristics, such as retention of the E-cadherin/β-catenin complex – and, consequently, keep zonula adherens junctions – as well as some mesenchymal and EMT markers, such as high levels of matrix metalloproteinases (MMPs). The analysis of 3D-spheroids revealed that the E-cadherin/ β-catenin complex was similarly expressed at the cell boundaries on the plasma membrane in 2D-monolayers as well as in the 3D-spheroids, but cleavage fragments were detectable in lysates obtained from monolayers. By contrast, N-cadherin expression was observed in few HPAC cells grown in monolayers but increased in 3D-spheroids, and some cells expressing collagen type I were observed in 3D-spheroids. Podoplanin and α-smooth muscle actin were similarly expressed in both experimental conditions, as well as Snail, Slug and Zeb1. Our results confirm that EMT plays a role in PDAC. In particular, the concomitant retention of an epithelial phenotype based on the retention of zonula adherens junctions together with the expression of mesenchymal markers and proteins involved in actin cytoskeleton reorganization, strongly suggest a collective migration mechanism for PDAC cells. Moreover, the overall information provided by this study support the use of 3D cultures in biomedical research to bridge the gap between traditional cell cultures and in vivo settings. 3D cultures seem provide powerful information on PDAC cells phenotype possibly better reflecting the in vivo organization than monolayer cell culture systems, and could therefore represent a pre-clinical model to identify and validate tumor markers and to study new molecular tools to inhibit signalling pathways, or to target EMT transcription factors.
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CADDEO, GUGLIELMO. "Studio morfologico e mineralogico-geochimico di speleotemi in cavità carsiche della Sardegna sud occidentale, Italia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/266016.

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Zizzo, Maurizio. "Colite acuta da raggi dopo radioterapia preoperatoria short-course per il cancro del retto: uno studio morfologico, immunoistochimico e genetico." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1246166.

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Abstract:
Background: La radioterapia preoperatoria con o senza chemioterapia si è dimostrata utile nel ridurre i tassi di recidiva locale e nel migliorare la sopravvivenza globale nel cancro del retto. I cambiamenti indotti dalle radiazioni nel tumore sono ben descritti, mentre è stata prestata meno attenzione agli effetti delle stesse nella mucosa non neoplastica. Il nostro scopo è fornire un'analisi dettagliata delle caratteristiche morfologiche, immunoistochimiche e genetiche presenti nella mucosa non neoplastica. E’ necessario che i patologi acquisiscano familiarità con le suddette caratteristiche morfologiche, quando valutano campioni di cancro del retto di pazienti trattati con radioterapia preoperatoria, in particolare con schema short-course, al fine di evitare diagnosi errate. Metodi e risultati: Abbiamo confrontato 2 gruppi di 95 pazienti con cancro del retto trattati con radioterapia preoperatoria short-course (25 Gy somministrati in 5 giorni consecutivi, seguiti da intervento chirurgico pochi giorni dopo; 45 pazienti) o radioterapia long-course (45-50 Gy in 4-6 settimane, seguito da intervento chirurgico 4 settimane dopo; 50 pazienti). A seconda del tipo di protocollo, sono state osservate diverse caratteristiche istopatologiche, in termini di infiammazione, anomalie ghiandolari e differenziazione endocrina nella mucosa non neoplastica all'interno del volume irradiato. Da notare che le caratteristiche che imitano la displasia come la distorsione della cripta, l'atipia nucleare e citoplasmatica dell'epitelio ghiandolare, sono state identificate solo nel gruppo short-course. L'analisi della mutazione del DNA, utilizzando un pannello di 56 geni frequentemente mutati nel cancro del colon-retto, e l'immunocolorazione con p53 sono state eseguite sia su mucosa neoplastica che su mucosa non neoplastica e danneggiata da radiazioni in un sottogruppo di pazienti short-course. Mutazioni somatiche sono state identificate solo nella mucosa neoplastica, supportando il concetto che i tessuti con caratteristiche "displasiche" indotte dalle radiazioni non sono geneticamente trasformati. Conclusioni: I patologi dovrebbero essere consapevoli dei caratteristici cambiamenti morfologici indotti dalle radiazioni. La presenza di caratteristiche che simulano la displasia nel gruppo trattato con radioterapia short-course può portare a gravi errori diagnostici, se interpretata erroneamente. L'analisi NGS ha ulteriormente convalidato il concetto morfologico secondo cui le anomalie indotte dalle radiazioni non rappresentano lesioni pre-neoplastiche.
Background: Preoperative radiotherapy with or without chemotherapy has been demonstrated of value in reducing local recurrence rates and improving overall survival in rectal cancer. Radiation-induced changes in the tumor are well described, whereas less attention has been given to the non-neoplastic mucosa. Our aim is to provide a detailed analysis of morphological, immunohistochemical and genetic features present in non-neoplastic mucosa. Pathologists need to be familiar with aforementioned morphological features, when evaluating rectal cancer specimens of patients preoperatively treated with radiotherapy, especially with short-course regimen, in order to avoid misdiagnosis. Methods and Results: We compared 2 groups of 95 rectal cancer patients treated preoperatively with either short-course (25 Gy administered in 5 consecutive days, followed by surgery a few days after; 45 patients) or long-course radiotherapy (45-50 Gy in 4-6 weeks, followed by surgery 4 weeks later; 50 patients). Depending on the type of protocol, different histopathological features, in terms of inflammation, glandular abnormalities and endocrine differentiation were seen in the non-neoplastic mucosa within the irradiated volume. Of note, features mimicking dysplasia, such as crypt distortion, nuclear and cytoplasmic atypia of glandular epithelium, were identified only in the short-course group. DNA mutation analysis, using a panel of 56 genes frequently mutated in colorectal cancer, and p53 immunostaining were performed on both neoplastic and radiation-damaged non-neoplastic mucosa in a subset of short-course cases. Somatic mutations were identified only in neoplastic mucosa, supporting the concept that tissues with radiation-induced “dysplastic-like” features are not genetically transformed. Conclusions: Pathologists should be aware of the characteristic morphological changes induced by radiation. The presence of features simulating dysplasia in the group treated with short-course radiotherapy may lead to serious diagnostic mistakes, if erroneously interpreted. NGS analysis further validated the morphological concept that radiation-induced abnormalities do not represent pre-neoplastic lesions.
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Tagliavia, Claudio <1986&gt. "Studio morfologico e morfometrico della stratigrafia di parete dell'apparato gastroenterico di coniglio: aspetti comparativi tra l'esame anatomico microscopico e l'indagine ultrasonografica "in-vivo" ed "ex-vivo"." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8747/3/tagliavia_claudio_tesi.pdf.

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Abstract:
Negli ultimi anni si è assistito ad una maggiore diffusione dei cosiddetti nuovi animali da compagnia, tra i quali si annovera il coniglio. Ne è conseguito un aumento della richiesta di visite veterinarie e la necessità di implementare le conoscenze specialistiche. Nasce così l’esigenza di conoscere le caratteristiche anatomiche, fisiologiche e patologiche specifiche della specie, ben diverse da quella degli animali domestici comunemente trattati. È in questo contesto che si inquadra la ricerca oggetto di questa tesi, in cui si è voluto indagare - da un punto di vista morfologico e morfometrico - l’apparato gastrointestinale di coniglio, utilizzando due tecniche solo apparentemente lontane tra loro: l’anatomia microscopica e l’indagine ecografica “in-vivo” ed “ex-vivo”. L’indagine microscopica ha consentito di valutare con precisione le normali caratteristiche della parete di ciascun tratto preso in esame, misurando gli spessori delle quattro tonache (sierosa, muscolare, sottomucosa e mucosa) e ricavandone i valori assoluti e relativi percentuali. Questi dati sono quindi serviti come valori di riferimento per valutare la correttezza delle medesime osservazioni e misurazioni ottenute con l’esame ecografico e facilitarne l’interpretazione. Dallo studio è emerso che l’indagine ecografica si è dimostrata attendibile per la misurazione dello spessore totale e parziale della sottomucosa e della muscolare, mentre per le restanti tonache, sierosa e mucosa, il valore non è risultato coerente con il dato anatomico. Questo, presumibilmente, è legato alla limitata capacità di risoluzione della sonda ed ai fenomeni di attenuazione, diffusione ed alla risoluzione assiale. Nel complesso ci si auspica che sia l’indagine anatomica che quella ultrasonografica ad alta risoluzione, svolte nel presente studio sull’apparato gastroenterico di soggetti sani, rappresentino le basi per una migliore comprensione dei reperti anatomopatologici e dei quadri ecografici in presenza di lesioni gastrointestinali, con conseguenti importanti implicazioni terapeutiche e prognostiche.
In recent years there has been a wider spread of so-called new pets, among them is the rabbit. This led to an increase in the request for veterinary examination and the need to implement specialist knowledge. This leads to the requirement of knowing the specific anatomical, physiological and pathological characteristics of the species, significantly different from the commonly treated domestic animals. It is in this context that the research object of this thesis is framed, in which the aim was to investigate - from a morphological and morphometric point of view - the rabbit gastrointestinal system, using two techniques which are only apparently distant from each other: the microscopic anatomy and the “in-vivo” and “ex-vivo” ultrasound. The microscopic investigation allowed for the accurate evaluation of the normal wall characteristics of each section taken into consideration, measuring the thicknesses of the four tunics (serosa, muscularis, submucosa and mucosa) and obtaining the absolute and relative percentages values. This data served as reference values to evaluate the correctness of the same observations and measurements obtained with the ultrasound examination and to facilitate their interpretation. The study showed that the ultrasound exam proved to be reliable for the measurement of the total and partial thickness of the submucosa and the muscularis, while for the remaining tunics, serosa and mucosa, the value was not consistent with the anatomical data. This, presumably, is related to the limited resolution of the probe and to the phenomena of attenuation, diffusion and axial resolution. Overall, it is hoped that both the anatomical and high-resolution ultrasonography research carried out in the present study on the gastrointestinal apparatus of healthy subjects, represent the basis for a better understanding of the anatomopathology findings and of the ultrasound images in the presence of gastrointestinal lesions, with consequent important therapeutic and prognostic implications.
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Books on the topic "Studio morfologico"

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Andronico, Marilena. Antropologia e metodo morfologico: Studio su Wittgenstein. Napoli: La città del sole, 1998.

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Studii de morfologie a limbii române. București: Editura Academiei Române, 2005.

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3

Delcò, Alessandro. Morfologie: Cinque studi su Michel Serres. Milano: F. Angeli, 1995.

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4

Duca, M. G. Lo. Creatività e regole: Studio sull'acquisizione della morfologia derivativa dell'italiano. Bologna: Il Mulino, 1990.

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5

Nicola, Grandi, ed. Morfologia e dintorni: Studi di linguistica tipologica ed acquisizionale. Milano: F. Angeli, 2005.

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Krapova, Iliyana, Svetlana Nistratova, and Luisa Ruvoletto. Studi di linguistica slava. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-368-7.

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Abstract:
I contributi raccolti nel presente volume delineano lo stato dell’arte delle ricerche di linguistica slava svolte recentemente nell’ambito della slavistica italiana. I saggi sono dedicati a temi di morfologia, sintassi, semantica, lessicologia, pragmatica, sociolinguistica e didattica delle lingue slave, in ottica contrastiva, sincronica o diacronica, secondo quadri teorici e approcci metodologici di scuole e tradizioni diverse. La grande varietà dei temi trattati dagli autori, non solo italiani, è la più viva testimonianza della vivacità e della ricchezza che oggi permeano lo studio delle lingue slave in Italia e non solo.
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7

Encuentro, de Morfología Investigación y. Docencia (2nd 2006 Cáceres Spain). Morfología: Investigación, docencia, aplicaciones. Cáceres: Universidad de Extremadura, 2007.

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8

Handke, Kwiryna. Studia z morfologii języków północno-zachodnio-słowiańskich: Założenia badawcze i źródła. Wrocław: Zakład Narodowy im. Ossolińskich, 1986.

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Bonola, Anna Paola, Paola Cotta Ramusino, and Liana Goletiani, eds. Studi italiani di linguistica slava. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-659-6.

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Abstract:
I saggi qui pubblicati documentano le più recenti ricerche linguistiche svolte nell’ambito della slavistica italiana. I contributi raccolti nella prima parte del volume studiano le strutture morfologiche e sintattiche di varie lingue slave; la seconda parte è dedicata all'uso linguistico; l'ultima contiene tre studi sperimentali sull’acquisizione delle lingue slave, un ambito di ricerca particolarmente promettente sia per le applicazioni glottodidattiche, sia per il contributo agli studi sul rapporto fra pensiero e linguaggio. Diverse sono le lingue slave studiate (il ceco, il polacco, il russo, lo sloveno, i dialetti ucraini, le lingue slave meridionali, tra cui le parlate dei pomacchi nei monti Rodopi), diverse le prospettive (diacronica e sincronica) e vari gli approcci metodologici, a testimonianza della ricchezza e della progressiva maturazione degli studi linguistici all’interno della slavistica italiana.
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I dialetti italiani settentrionali nel panorama romanzo: Studi di sintassi e morfologia. Roma: Bulzoni, 1998.

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Book chapters on the topic "Studio morfologico"

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"Morfologia verbale nell’area Lausberg: uno studio sulla variazione sociolinguistica e lessicale." In Dialettologia, geolinguistica, sociolinguistica, 673–82. Max Niemeyer Verlag, 1998. http://dx.doi.org/10.1515/9783110934038.673.

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Donas-Botto, André, and Jaqueline Pereira. "Morfologia Urbana: Um exercício em torno do Castelo de Ourém." In Arqueologia em Portugal 2020 - Estado da Questão - Textos, 1665–75. Associação dos Arqueólogos Portugueses e CITCEM, 2020. http://dx.doi.org/10.21747/978-989-8970-25-1/arqa124.

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Abstract:
The study of aerial photography through photointerpretation and photointerpretation of urban morphology is not new in Archaeology, although it is increasingly used to draw conclusions within this field. In addition to identifying possible archaeological sites, aerial photography is also a resource for reading urban morphologies. In fact, it is very useful for the perception of the evolution of the layout of an urban network. When observing a landscape - urban or not - we must always pay attention to its dynamism. Thus, through the detection of Isotopic, Isoaxial and Isocline transmissions, we propose to develop a proposal for the morphological evolution of the Medieval Nucleus of Ourém over time and cross this analysis with what is already known within archaeological reality.
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Conference papers on the topic "Studio morfologico"

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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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Kalil, Rosa Maria Locatelli, and Adriana Gelpi. "Habitação e morfologia urbana: criando novas paisagens." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Curso de Arquitetura e Urbanismo. Universidade do Vale do Itajaí, 2016. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6268.

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Abstract:
As políticas de habitação do Programa Minha Casa Minha Vida têm produzido habitações sociais no Brasil, gerando núcleos e conjuntos habitacionais em diversas cidades. A maioria dos conjuntos e núcleos está sendo construída em áreas de expansão urbana, gerando apêndices urbanos deslocados do tecido urbano consolidado. O trabalho aborda estudo de caso em Passo Fundo (RS), em conjunto habitacional que combina a construção privada com investimentos públicos, tendo como característica a diversidade de tipologias, tecnologia construtiva racionalizada e a gradual oferta de equipamentos comunitários. A análise é realizada com base métodos e conceitos de valoração integral das áreas habitacionais propostos por Montaner, Muxi e Falagan (2011). Como resultados, verifica-se que mesmo em empreendimentos privados, as ferramentas de “habitar o presente”, que consideram habitação como parte de projeto urbano, podem contribuir para que a morfologia urbana resultante de novas paisagens obtenha melhor qualidade e sustentabilidade, desde que sejam efetivadas as políticas públicas habitacionais correspondentes The housing policies of the Minha Casa Minha VidaProgramme have produced social housing in Brazil, generating urban developments and housing projects in several cities. Most of them are situated in areas of urban sprawl, generating displaced urban appendices of the consolidated urban fabric. This paper presents a case study in Passo Fundo (RS) that combines private construction with public investments, with the characteristic diversity of typologies, building technology and streamlined the gradual provision of community facilities. The analysis is based in methods and concepts of full valuation of residential areas proposed by Montaner, Muxi and Falagan (2011). As a result, it appears that even in private enterprises, the tools "to inhabit the present," that consider housing as part of urban design can contribute to the resulting urban morphology of new landscapes get better quality and sustainability, provided that effect the corresponding public housing policies.
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Errico, Fernando. "Le torri “tipiche del regno” in Terra d’Otranto: caratteri morfologici e differenze costruttive." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11438.

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Abstract:
The “typical towers of the kingdom” in Terra d’Otranto: characteristics and constructive differencesTo those who travel through Puglia from the Gargano down to Capo di Leuca and from here to the Bradano, it impossible not to appreciate the variety of the coastal landscape that is characterized, from north to south, by the almost constant presence of fortifications. In particular, this presence becomes more concentrated and more perceptible in Terra d’Otranto, where the coastal cities are reduced to only the fortified strongholds –Brindisi, Otranto, Gallipoli and Taranto– while the landscape is characterized by the persistence of traces of over 80 towers. However, they cannot all be traced back to the same age and present themselves with different dimensions, materials and construction techniques. These differences are attributable to not only factors concerning when they were constructed, but above all related to the coastal orography where they are located as well as to the availability and ease of finding materials. In Terra d’Otranto there are five different types: a polygonal plan; “A priest’s hat”, circular towers, some of which are known as “towers of the Otranto series”, quadrangular-based towers with monumental stairs identified as towers of the “Nardò series” and, the most numerous, quadrangular-based towers noted as “typical of the Kingdom” towers. The latter, in particular, are recognizable by the formal and constructive styles adopted not only in the census towers in Terra d’Otranto and/or in the rest of Puglia, but on all the Mediterranean coasts affected by the general fortification plan ordered by Carlo V implemented by the Viceroy Don Parafan de Ribera, Duke of Alcalá. The proposed study intends to elaborate on the morphological characteristics and the constructive differences of this widely diffused typology and in particular to investigate the peculiarities of the “typical of the Kingdom” towers present along the coasts of Terra d’Otranto, the problems of conservation and use, as well as the relationship with the inland organisms and the role played in defining the landscape.
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Barros, Luana Felipe de, and Marcos Eduardo Valle. "A Comparative Study on Morphological Neural Networks for Binary Classification." In Encontro Nacional de Inteligência Artificial e Computacional. Sociedade Brasileira de Computação - SBC, 2021. http://dx.doi.org/10.5753/eniac.2021.18292.

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Abstract:
Redes neurais morfológicas representam uma classe de redes neurais artificiais cujos neurônios efetuam uma operação da morfologia matemática seguida da aplicação de uma função de ativação. Este artigo apresenta um estudo comparativo de diferentes abordagens que utilizam redes neurais morfológicas. Especificamente, de acordo com a regra de treinamento, revisamos abordagens incrementais, baseadas no método de máxima descida, máquinas de aprendizado extremo e procedimento de otimização convexa-côncava. Experimentos computacionais mostraram que, em média, o perceptron erosão-dilatação reduzido com as estratégias bagging e ensemble obteve melhores resultados em diversos problemas de classificação binária.
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Leite, João Silva. "As ruas emergentes: um estudo comparativo da parcela em formações lineares no contexto metropolitano de Lisboa." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5886.

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Abstract:
Em certos contextos urbanos, onde o tecido se fragmentou e as relações de contiguidade entre traçados foram quebradas, as infraestruturas de mobilidade têm assumido um papel determinante na agregação e inter-relação de tecidos. A infraestrutura, maioritariamente rodoviária, incorporou deste modo competências que não possuía na sua génese conceptual. Assim, para além da qualidade de eixo de ligação, diversas infraestruturas de mobilidade assumem a qualidade de eixo de suporte de tecido. Estes elementos urbanos adquirem configurações emergentes, levando a uma meditação sobre o conceito tradicional de rua. Deste modo, o artigo explora concretamente a morfologia urbana do parcelário marginal a estes elementos urbanos, compreendo a sua relação com o eixo infraestrutural, configurações e processo morfogenético. Esta particular abordagem morfológica insere-se nos trabalhos de um doutoramento em curso, com o tema “As Ruas Emergentes. Interpretação morfológica de um novo elemento urbano”, que estuda as tipo-morfologias emergentes de conjunto de elementos urbanos lineares localizados em contextos metropolitanos. Procura-se recentrar o pensamento sobre estes elementos urbanos estruturadores, assim como, o papel da Rua e suas novas configurações nos processos de desenvolvimento urbano contemporâneo. In some urban contexts, where fabric is fragmented and relations of contiguity between urban layouts were broken, mobility infrastructures have played a role in the aggregation and inter-relationship of fabrics. The infrastructure, mainly roads, thereby incorporated skills it didn’t possess in its conceptual genesis. Thus, besides the quality of connection axis, various mobility infrastructures assumed the function of fabric support axis. These urban elements acquire emerging configurations, leading to a meditation on the traditional concept street. Thus, the article specifically explores the urban morphology of these urban elements surrounding plots, understanding their relationship with the infrastructural axis, configurations and morphogenetic process. This particular morphological approach fits into the work of a PhD in progress, with the theme "The Emerging Streets. Morphological interpretation of a new urban element", which studies the emerging type-morphologies of a set of linear elements located in urban metropolitan contexts. Looking to refocus thinking of these structuring urban elements, as well as the role of the Street and their new configurations in contemporary urban development processes.
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Margarit, Iulia. "Oameni și cărți de dincolo de Prut." In Conferinta stiintifica nationala cu participare internationala „Lecturi in memoriam acad. Silviu Berejan”. “Bogdan Petriceicu-Hasdeu” Institute of Romanian Philology, Republic of Moldova, 2021. http://dx.doi.org/10.52505/lecturi.2021.05.13.

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Abstract:
În comunicarea de față este evocat „un om de carte” din spațiul basarabean, filologul Galaction Verebceanu. Cercetător cu o excelentă pregătire lingvistică, interesat profund de vechiul scris românesc, a realizat studii de fonetică, morfologie, sintaxă, lexic pentru limba „veche și-nțeleaptă” din „Alexandria”. Parcurgerea cărţii i-a reţinut atenţia sub toate aspectele limbii pe care le-a cercetat îndeaproape. Dintre acestea, baza de referinţă a constituit-o compartimentul vocabularului, cel mai susceptibil de comentarii din punctul de vedere al frecvenţei şi răspândirii, dat fiind caracterul său arhaic. GV a întocmit un excelent repertoriu incluzând unităţile lexicale învechite, în prezent, mai ales ca semantism, conservate, sporadic, la nivel dialectal ori ieşite din uz.
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Maia, Juliana L. M., Vinicius M. Netto, and José F. Oliveira Júnior. "Morfologia urbana e qualidade do ar: uma proposição metodológica aplicada em caso empíricono Rio de Janeiro." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Curso de Arquitetura e Urbanismo. Universidade do Vale do Itajaí, 2016. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6269.

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Abstract:
Considerando a importância das cidades como fontes emissoras de poluentes e polos de concentração de população, o trabalho investigapossíveis impactos de aspectos da forma urbana nas concentrações de poluentes. O artigo discute o estado da artesobre as interações entre a qualidade do ar e indicadoresda forma urbana, compara e testa diferentes indicadores da forma urbana, incluindo um indicador de compacidadetridimensional proposto. O artigo sugere uma forma de modelagem e avaliação dessas relações, e apresenta, por fim, um estudo de caso na cidade do Rio de Janeiro, envolvendo métodos estatísticos aplicados a poluentes (SO2, CO e PI), variáveis morfológicas (taxa de ocupação e percentagem de verticalização) e meteorológicas (vento – direção e velocidade -, precipitação pluvial e temperatura do ar). Os resultados apontam para graus de influência das variáveis taxa de ocupação e verticalização na concentração dos poluentes considerados. Considering the importance of cities as pollutants emission sources and population hubs, the work researches possible impacts of the urban form aspects on pollutants concentrations. The paper discussesthe state of art of interactions between air quality and urban form indexes, compares and tests different indicators of urban form, including a proposed tridimensional compacity index. It.s suggested a way of modeling and testing these relations andpresented a case study in Rio de Janeiro city, involving statistical methods applied to pollutants (SO2, CO e PI), morphological variables (ground space index and verticalization) and meteorological (wind . direction and speed - , rainfall and air temperature). Results point to gradesof influenceof the ground space index and verticalizationon concentrations of considered pollutants.
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Martins, Pedro. "A persistência das formas urbanas: construção de uma metodologia para a leitura das pré-existências na morfologia da cidade portuguesa." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5907.

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Abstract:
A forma da Cidade é feita da constante construção, reutilização e sobreposição de uma multiplicidade de elementos urbanos, criando no decorrer de um tempo longo uma entidade heterogénea e multifacetada, uma densa paisagem cultural definida por uma complexa sequência e sobreposição de estratos construídos. Pressupondo a construção urbana no tempo longo como um acto contínuo de produção de tecido sobre pré-existências que deixam a sua marca nas estruturas subsequentes que a elas se impõem ou adaptam, os elementos urbanos, criados e sucessivamente reinterpretados em diferentes épocas, espelham na sua forma as influências e singularidades características de cada cultura que os implantou e utilizou. É assim possível conhecer a evolução morfológica da cidade a partir da leitura dos vestígios das suas diferentes etapas Deste modo o artigo visa, compreender como através da utilização de uma metodologia fundamentada em diversos estudos internacionais, é possível contribuir para o avanço do conhecimento sobre a construção e evolução morfológica da cidade portuguesa, percebendo e evidenciando o valor de elementos urbanos pré-existentes, através da sua utilização contínua, na produção da forma da cidade actual. The City shape is made of the constant construction, reuse and overlap of a multiplicity of urban elements, creating over the long time an heterogeneous and multifaceted entity a dense cultural landscape defined by a complex sequence and overlaying constructed strata. Assuming the urban construction in the long time as an act of continuous production over pre-existing tissue that leaves its mark on subsequent structures that impose or adapt to it, the urban elements, created and subsequently reinterpreted at different times, reflect the influences and singularities characteristic of each culture that implanted and used them. It is thus possible to ascertain the morphological evolution of the city from the reading of the remains of its different stages. Thus the article aims, to understand how, through the use of a well-grounded methodology, based on several international studies, it is possible to contribute to the advancement of knowledge about the construction and morphological evolution of the Portuguese city, realizing and demonstrating the value of pre-existing urban elements through its continuous use in the production of the current form of the.
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Meireles, Isis, Alcilia Afonso, and Aracelly Magalhães. "Análise das tranformações urbanas através de desenhos: o caso da Praça da Graça - PI." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Curso de Arquitetura e Urbanismo. Universidade do Vale do Itajaí, 2016. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6270.

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Abstract:
O presente trabalho trata do estudo da morfologia urbana através da construção de desenhos apresentando como caso o estudo realizado acerca das transformações morfológicas urbanas ocorridas no espaço delimitado pela Praça da Graça, Estado do Piauí, Município de Parnaíba, Brasil, durante o período da ditadura militar no país. Possui como objeto de estudo o espaço delimitado pela Praça de Nossa Senhora das Graças, ou Praça da Graça, seus equipamentos e configuração urbana durante o período de sua formação, que se consolidou como lugar de memória na sociedade, símbolo de identificação de uma sociedade cuja trajetória deve ser preservada como patrimônio histórico e cultural. This article talks about urban morphology study through construction drawings presented as if the study about the urban morphological changes occurring in the area bounded by the Praça da Graça, Piauí State, city of Parnaiba, Brazil, during the period of the military dictatorship in the country. Has as the object of study space delimited by the Praça de Nossa Senhora das Graças or Praça da Graça, their equipment and urban setting during the period of its formation, it has established itself as a place of memory in society, identification symbol of a society whose path should be preserved as historical and cultural heritage.
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Pinto, Carolina. "Paisagem e morfologia na Ilha de Santa Catarina: estudo dos núcleos iniciais do Ribeirão da Ilha, Santo Antônio de Lisboa e Lagoa da Conceição." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Facultad de Arquitectura. Universidad de la República, 2015. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6204.

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Abstract:
A Ilha de Santa Catarina apresenta configurações urbanas típicas da colonização portuguesa. Durante o século XVIII houve um incentivo à ocupação das terras para povoação e defesa do território. Imigrantes portugueses, em sua maioria açorianos, foram instalados em diversos locais da Ilha além da Vila de Nossa Senhora do Desterro, hoje Centro da cidade. A fundação dos núcleos iniciais do Ribeirão da Ilha, Santo Antônio de Lisboa e Lagoa da Conceição influenciou a paisagem destes locais e ainda hoje são percebidas as marcas desta ocupação. Através de análises da morfologia urbana são identificados os traçados coloniais e a configuração urbanística implantada. O processo formador do espaço colonial e um panorama da atualidade são apresentados através de mapas e imagens com a finalidade de valorização da paisagem e do patrimônio formado pelos conjuntos localizados nos sítios estudados. Santa Catarina’s Island offers urban settings of typical Portuguese colonization. During sec XVIII, azorean people came to increase population and defeated territory. These people was located over different places within the Island besides the Village of Nossa Senhora do Desterro, known today as downtown of Florianópolis. The foundation of initial cores of Ribeirão da Ilha, Santo Antônio de Lisboa and Lagoa da Conceição has influenced the landscape of these locations and today they still represent the marks of this kind of occupation. Through urban morphology analysis, colonial traces and the urban configurations are identified. Colonial space configuration and current panorama are presented through maps and images for the purpose of enhancement of the landscape and heritage formed by the sets located in the studied sites.
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