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Dissertations / Theses on the topic 'Tecnologie di base'

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Santini, Nicola. "Utilizzo di tecnologie innovative come alternativa alle tecnologie tradizionali per l'inattivazione microbica, l'estrazione di componenti secondarie e riduzione dello scarto di prodotti a base di pomodoro." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25108/.

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Abstract:
La seguente tesi tratta dell’utilizzo di tecnologie innovative per l’inattivazione microbica, l’estrazione di componenti secondarie e riduzione degli scarti di lavorazione di prodotti a base di pomodoro. In particolare, sono state trattate cinque diverse tecnologie innovative, viste durante il percorso di studi e qui approfondite. Tra queste tecnologie innovative troviamo le alte pressioni idrostatiche, le radiazioni ionizzanti, gli ultrasuoni e i campi elettrici pulsati, una valida alternativa alle tecnologie termiche poiché sono in grado a salvaguardare non solo la sicurezza dell’utilizzatore finale come utilizzando la pastorizzazione, ma anche mantenere dei buoni livelli per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche e nutrizionali dei prodotti trattati. In particolare, nei prodotti a base di pomodoro è stato notato come queste tecnologie siano in grado ad inattivare microrganismi patogeni come: E. coli O157:H7, S. aureus, S. Typhimurium e L. monocytogenes, e non come: B. Coagulans e C. pasteurianum, nonché alcuni enzimi (es. PME e LOX) nel prodotto finale. Inoltre, la maggior parte di queste tecnologie è in grado di aumentare le rese di estrazione di componenti secondarie, quali β-carotene, licopene e polifenoli totali. Questi composti possono essere estratte sia dal pomodoro, che direttamente da prodotti di scarto come le vinacce di pomodoro o le bucce, andando a diminuire sprechi alimentari e conseguentemente inquinamento, che sarebbe prodotto dagli stessi scarti per il loro smaltimento.
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D'Alessandro, Vittorio. "Principi attivi di prodotti fitoterapici a base di Aglio Rosso Di Sulmona in relazione alla tecnologia di produzione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il mercato degli integratori alimentari e dei prodotti fitoterapici è in continua espansione. L’utilizzo dell’aglio in questo ambito è ormai consolidato, tanto che in commercio c’è un’ampia varietà di estratti di aglio, prodotti e/o confezionati in Italia e all’estero sia da piccoli produttori che da grandi multinazionali. In nessuno di questi prodotti, però, è dato rilievo all'indicazione della materia prima utilizzata che presumiamo provenire da Cina e altri paesi extraeuropei. Questo studio è stato condotto per iniziare la caratterizzazione analitica degli estratti di bulbi e scapi fiorali (zolle) di Aglio Rosso di Sulmona, varietà autoctona del centro Italia, e per capire quale miscela estrattiva e quale tecnologia di estrazione restituisca il miglior risultato. In particolare, abbiamo scelto di focalizzarci sui composti solforati non volatili dell’aglio, gamma-glutamil-allilcisteina, gamma-glutamil-propenilcisteina, allil cisteina, alliina, allicina, che abbiamo caratterizzato sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo attraverso analisi HPLC. Gli estratti sono stati prodotti con estrattore solido liquido dinamico e con macerazione tradizionale per 21 giorni, utilizzando 4 diverse miscele estraenti: etanolo/acqua 50:50 v/v, etanolo/acqua 80:20 v/v, etanolo/acqua/glicerolo 33:33:33 v/v e olio di semi di girasole. In particolare, gli estratti ottenuti con estrattore solido liquido dinamico sono risultati più ricchi di composti solforati non volatili (+10%) rispetto agli estratti ottenuti con macerazione classica per 21 giorni. Tra le miscele il miglior recupero della componente non volatile è stato ottenuto con etanolo/acqua 50:50 v/v (2034 mg l-1). Utilizzando l’estrattore si riduce notevolmente anche la perdita di composti solforati rispetto al materiale di partenza (-34%). I bulbi sono risultati circa 5 volte più ricchi di composti solforati rispetto alle zolle.
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Domeniconi, Andrea. "Studio delle proprietà tecnologiche e funzionali di snack essiccati a base di kiwifruit." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Studio delle proprietà tecnologiche e funzionali di snack essiccati a base di kiwifruit Per diminuire i volumi di scarto di Actinidia chinensis cv. Jintao causati da standard estetici, in questo lavoro di tesi è stato studiato lo sviluppo di un nuovo prodotto partendo dalla purea di kiwifruit a polpa gialla alla quale sono stati aggiunti altri prodotti ortofrutticoli ed eventualmente saccarosio o trealosio, fino ad ottenere degli snack funzionali ad elevato valore nutritivo. Gli effetti benefici derivano principalmente dall’elevato contenuto di acido ascorbico degli ingredienti. L’agar è un polisaccaride che è stato aggiunto alla purea base per il suo potere addensante, conservante e stabilizzante. Dopo aver pensato a tre formulazioni con differenti ingredienti, i campioni sono stati sottoposti a liofilizzazione o essiccazione, in modo da ottenere due tipologie di prodotti entrambi stabili a temperatura ambiente. Dopodiché, i prodotti ottenuti a seguito dei processi di stabilizzazione sono stati caratterizzati dal punto di vista qualitativo (attività dell’acqua, contenuto in acqua, sostanza secca, colore e consistenza), nutrizionale (attività antiossidante con il metodo DPPH e ABTS, contenuto in polifenoli ed acido ascorbico) e sensoriale. I trattamenti di essiccazione riducono in parte le caratteristiche nutrizionali rispetto alla purea fresca tal quale, anche se i campioni liofilizzati, rispetto a quelli essiccati, hanno dimostrato di preservare meglio i composti antiossidanti, il contenuto in polifenoli ed in acido ascorbico. L’aggiunta di saccarosio o trealosio ha migliorato la durezza, e nei campioni dello snack contenente kiwifruit, finocchio e spinaci e in quelli liofilizzati contenenti kiwifruit, fragola, finocchio e succo di limone, svolgono un’azione protettiva dallo stress dei trattamenti di essiccazione sui composti antiossidanti. Dall’analisi sensoriale è emerso che i campioni liofilizzati contenenti saccarosio sono quelli maggiormente preferiti.
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FIORI, ANGELAMARIA. "Sintesi e caratterizzazione delle proprietà di emissione di campo di materiali nanostrutturati a base carbonio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/778.

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Abstract:
Due to their novel properties, nanostructured carbon materials are concentrating more and more efforts within the scientific community. The latest members of this ever increasing family, carbon nanotubes, have been indicated as the most interesting and promising material both from a purely scientific and technological point of view. Field emission based devices are considered their closest to market technological application. Synthesis and characterization of such structures represents, therefore, key tasks in material science research. Within such framework, the three-year work reported in this thesis face the challenge in optimizing the deposition of Single Wall Carbon Nanotubes (SWNTs), synthesizing a new hybrid nanostructured material consisting of diamond and SWNTs and investigating their field emission properties. As for the synthesis step, a modified Hot Filament Chemical Vapor Deposition set-up was used. Carbon nanopowders were used as carbon feedstock, plain and lithographically patterned Si as substrates; different morphologies of SWNT bundles were obtained. By slightly varying the synthesis conditions and getting longer deposition times a new hybrid material constituted by a diamond outer phase and a SWNT inner phase was obtained. For both the plain (SWNTs) and hybrid (SWNTs-diamond) selected area growth onto predefinite areas was achieved. Field emission investigation was carried out by using a home-made set-up which enabled the I-V characterization of the samples. Being interested in the quantitative comparison of morphologically different samples, a simple, new and reliable measurement methodology has been set up. Procedures for the evaluation of interelectrode distance and emitting area are presented: as for the former, a capacimetric approach is described; as for the emitting area evaluation, an approximated analytical formula is proposed. A quantitative comparison among three samples showing different features is carried out: extraction fiel is found out to increase as the density of the SWNT bundles increase. The results are explained in term of mutual field screening. A preliminary study on the diamond/nanotubes hybrid material revealed favourable field emission properties. The novelty of such structures lead me to go deeper in the investigation: a study of the emission pattern and of the energy spectrum in systematically different experimental conditions was carried out. A unusual, never-seen spectrum consisting of many sharp peaks located within 500 eV from the Fermi level was recorded. We explained this behavior by invoking the highly resistive nature of diamond. We consider our results as referring to the truly intrinsic properties of the outer diamond. As a result of the field emission investigation two field emission devices are proposed: a triode and a X-ray tube.
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Menendez, Gianmarco. "Uso di ceppi di lievito non convenzionali per lo sviluppo di ingredienti innovativi a base di farina di insetto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Secondo recenti dati FAO (2015), la popolazione mondiale raggiungerà nel 2050 circa i nove miliardi di persone e ciò rende impellente la necessità, da parte del’industria alimentare, di trovare nuove fonti proteiche in sostituzione o in alternativa a quelle tradizionalmente impiegate. Oltre ai prodotti carnei, anche la soia, i legumi e alcune alghe sono fonti di proteine ma, recentemente, la letteratura ha messo in evidenza l’uso di insetti edibili come fonti innovative di proteine. L'obiettivo della mia sperimentazione è stato quello di determinare il profilo in aminoacidi degli idrolizzati in relazione al ceppo di lievito impiegato, nonché il profilo in molecole volatili. Parallelamente è stata valutata anche la capacità dei ceppi microbici utilizzati a degradare la chitina. I dati della mia tesi hanno dimostrato le buone potenzialità applicative dei ceppi di Yarrowia lipolytica e Debaryomyces hansenii testati in farina di grillo. Entrambi i ceppi, grazie alle loro attività lipolitiche e proteolitiche, sono stati in grado di impartire specifici profili in molecole volatili ed aminoacidi, caratterizzando pertanto gli idrolizzati in maniera ceppo specifica. Questa sperimentazione ha permesso di ottenere idrolizzati a partire da farina di grillo anche con specifiche caratteristiche chimico-fisiche dimostrando, pertanto, il loro possibile re-impiego per la produzione di prodotti innovativi da fonti proteiche alternative.
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Bonvento, India. "Shelf life di ricotta vaccina confezionata in packaging a base di polibutilen-succinato." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12135/.

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Abstract:
Negli ultimi anni il confezionamento basato sull’utilizzo di materiali sostenibili e biodegradabili è diventato uno dei punti principali della moderna industria, in quanto l’interesse pubblico è sempre più attento alla protezione dell’ambiente. A questo scopo, numerosi studi sono stati sviluppati a livello sia di laboratorio che di scala pilota per lo sviluppo di biopolimeri da impiegarsi per la produzione di materiali di imballaggio innovativi e funzionali. Questo elaborato di tesi è stato realizzato nell’ambito delle attività di ricerca sviluppate per il progetto SucciPack “Development of active, intelligent and sustainable food PACKaging using PolybutyleneSUCCInate“, finanziato dalla Comunità Europea e finalizzato allo studio della possibilità di utilizzare poli-butilene-succinato (PBS), polimero ottenuto a partire dall’acido succinico e dal 1,4 – butandiolo, per lo sviluppo di nuovi materiali di imballaggio per alimenti. In particolare il presente lavoro rappresenta uno studio preliminare volto alla verifica della possibilità di utilizzare dei materiali di imballaggio a base di PBS per la conservazione di alimenti deperibili, e più precisamente ricotta confezionata in vaschette e/o buste a base di PBS. I campioni sono stati quindi analizzati nel corso della conservazione refrigerata analizzando alcune caratteristiche chimico-fisiche (aw, pH, colore) associabili alla shelf-life dei prodotti e monitorando l’evoluzione della popolazione microbica.
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Cannini, Elena. "Valutazione della qualità di prodotti trasformati a base di carne di cappone conservati in regime di congelamento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
L’obiettivo del presente elaborato è stato quello di valutare l’evoluzione dei principali parametri qualitativi (pH e colore) e della stabilità ossidativa della frazione lipidica e proteica di due diversi prodotti a base di carne di cappone nel corso della conservazione in regime di congelamento protratta per 3 mesi. I prodotti, Tulipano (TUL) e Arrosto (ARR) sono stati conservati a -20°C per tre mesi e destinati, a cadenza mensile, a determinazione di pH, colore, quantificazione di TBARS e carbonili. Sono state condotte analisi microbiologiche (dopo la preparazione dei prodotti e dopo 1 mese di conservazione a -20°C) per quantificare i microrganismi degradativi ed escludere la presenza di patogeni. Dai risultati emerge che in seguito alla conservazione dei prodotti per 2 mesi si osserva una riduzione nel pH attribuibile a fenomeni di denaturazione delle proteine e/o concentrazione dei soluti presenti. Nessuna variazione in termini di colore è stata osservata in TUL mentre ARR ha manifestato un incremento nell’indice di rosso. Per quanto riguarda la stabilità ossidativa, TUL ha presentato un significativo incremento nel contenuto di TBARS associato ad una riduzione nel livello di carbonilazione delle proteine, riscontrato anche nei campioni ARR. Dai risultati delle analisi microbiologiche è emerso come TUL presentasse prima del congelamento un carico di mesofili totali più elevato (di un ciclo logaritmico) rispetto a ARR. Per quanto riguarda le analisi microbiologiche condotte in seguito alla conservazione dei prodotti in regime di congelamento (per un mese), i risultati hanno dimostrato come questo trattamento non consenta di sanificare il prodotto ma permetta unicamente di rallentare lo sviluppo dei microrganismi presenti. È tuttavia necessario sottolineare come anche in questo caso i criteri di sicurezza relativi ai patogeni sono stati soddisfatti.
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Bartolini, Federica. "Caratterizzazione di batteri lattici isolati da El Kadid, prodotto tipico algerino a base di carne di dromedario." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14585/.

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Abstract:
La regione del Nord Africa presenta una antica tradizione di prodotti trasformati a base di carne, ottenuti principalmente attraverso disidratazione, salagione e fermentazione. Questi prodotti derivano spesso da contesti domestici, ma negli ultimi anni si è verificato un crescente interesse verso il passaggio a processi più industrializzati per garantire la sicurezza igienico-sanitaria e controllare le fasi di disidratazione. Il prodotto trattato in questa sperimentazione è El Kadid, un alimento disidratato tipico algerino a base di carne di dromedario, caratterizzato a livello microbiologico e chimico-fisico. Queste produzioni di nicchia, ottenute in modo artigianale, possono costituire una preziosa fonte di biodiversità da cui isolare ceppi microbici che possono essere utilizzati come potenziali colture starter e bioprotettive su altri prodotti. Le analisi effettuate si concentrano in particolare sulla caratterizzazione della popolazione dei batteri lattici poiché, pur non essendo quella predominante, è quella da cui si possono individuare i più interessanti candidati come colture starter. A questo scopo, su alcuni ceppi selezionati sono stati valutati aspetti legati alla sicurezza (produzione ammine biogene e antibiotico-resistenza) ed un aspetto tecnologico importante, ossia la capacità di crescita in presenza di concentrazioni crescenti di sale. Tra i ceppi di L. plantarum, due mostrano cinetiche di crescita maggiori ad alti contenuti di sale (G5 e J8), ma essendo anche in grado di produrre grandi quantità di tiramina, vengono esclusi da un possibile uso come starter. Un altro aspetto interessante è l’elevata sensibilità dei ceppi considerati agli antibiotici. In futuro si procederà anche ad una ulteriore caratterizzazione di questi isolati, valutando il loro potenziale effetto bioprotettivo ed il loro contributo al profilo aromatico del prodotto.
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Mayr, Hannah. "Utilizzo di diversi starter microbici per la messa a punto di un processo fermentativo di una conserva vegetale a base di barbabietola rossa." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Lo scopo del lavoro è l’esplorazione della fermentazione come metodo di conservazione, con particolare riguardo alla fermentazione lattica dei prodotti di origine vegetale. Vengono illucidati i numerosi vantaggi degli alimenti fermentati, gli effetti benefici per la salute, ma anche i possibili pericoli connessi a questa tipologia di prodotti. Nella parte sperimentale del lavoro è stata studiata la possibilità di produrre una conserva fermentata a base di barbabietola rossa. La barbabietola cruda è stata fermentata a 22 °C per 20 giorni in barattoli di vetro. Sono state utilizzate diverse colture starter di batteri lattici per l’inoculo, accanto a una fermentazione spontanea che è servita come controllo. I risultati delle varie analisi confermano l’idoneità della barbabietola rossa come verdura da poter essere sottoposta a una fermentazione lattica. I batteri lattici si sono moltiplicati (1,2x105 – 1,7x106 UFC/mL), hanno prodotto acido lattico (3,31 – 4,57 g/L) e hanno abbassato il pH a livelli pari a 3,63 – 3,69. La produzione di acido acetico è stata bassa (0,30 – 0,54 g/L). Dall’analisi metabolomica (GC-SPME) risulta che due starter in particolare erano in grado di sintetizzare composti aromatici, principalmente alcoli ed esteri, con ricadute positive sul profilo sensoriale/organolettico del prodotto. L’analisi sensoriale ha evidenziato due attributi come molto forti, il salato e l’acido, di cui soprattutto il primo è stato percepito come eccessivo. La durezza delle fette di barbabietola rossa è diminuita poco ed è rimasta croccante, molto simile alla barbabietola cruda. In generale, per tutti i risultati, si è notata una limitata omogeneità tra le varie repliche dello stesso starter. Ulteriori prove vanno fatte per studiare le performances dei singoli starter e per sviluppare una ricetta più sofisticata, aggiungendo ad esempio spezie od erbe aromatiche.
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Gaiani, Leonardo. "Caratterizzazione di un prodotto tipico algerino a base di carne di Camelus dromedarius (El Kadid) e della sua popolazione microbica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14149/.

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Abstract:
Nei paesi industrializzati la produzione di molti alimenti include fasi quali essiccamento, salagione e fermentazione, che vengono condotte in modo strettamente controllato per evitare lo sviluppo di microrganismi indesiderati e garantire la sicurezza e qualità del prodotto finale. La disidratazione è ancora estremamente diffusa in numerose aree del mondo a livello domestico: in Nord Africa questo avviene tramite esposizione diretta della carne al sole. La microflora che accompagna questo processo può svolgere un ruolo importante sulle caratteristiche igienico-sanitarie del prodotto. Il prodotto trattato in questa sperimentazione è El Kadid, un alimento disidratato tipico algerino a base di carne di dromedario, su cui è stata effettuata una caratterizzazione microbiologica, aromatica e chimico-fisica. I risultati hanno mostrato che El Kadid è caratterizzato da un basso valore di aw, un pH di circa 5.6. Tra gli acidi organici, il principale è risultato l’acido lattico (6.22 g/kg), mentre le ammine biogene erano presenti solo in tracce. Nel profilo aromatico è stata riscontrata la presenza di aldeidi come gruppo chimico dominante, seguite da chetoni, acidi ed alcoli. La caratterizzazione della microflora ha evidenziato la predominanza di microstafilococchi, lieviti e batteri lattici. L’aspetto interessante di questo elaborato è che questo prodotto domestico può costituire un’importante fonte di biodiversità e può essere una nicchia da cui isolare microrganismi per applicazioni nell’industria della carne. Alcuni batteri lattici, tra cui le principali specie identificate sono Lactobacillus plantarum e Lactobacillus sakei, saranno infatti oggetto di ulteriori analisi per valutarne il potenziale come colture starter, sia per meglio guidare il processo di disidratazione (e quindi garantire la sicurezza igienico-sanitaria), sia per processi di fermentazione di carni diverse da quella da cui sono stati isolati.
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Giorgini, Valentina. "Impregnazione sottovuoto per l'ottenimento di snack innovativi a base di mela e mirtillo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il concetto di alimento funzionale è la risposta da parte dell’industria alla domanda dei consumatori di alimenti che siano allo stesso tempo sia attraenti che salutari. La tecnologia di impregnazione sottovuoto è stata riconosciuta come un metodo efficace per l’incorporazione di composti bioattivi all’interno di matrici porose di frutta e vegetali. L’obbiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare l’effetto di diverse concentrazioni di trealosio in un succo di mirtillo utilizzato per l’impregnazione di fette di mele per l’ottenimento di uno snack funzionale. Dopo impregnazione ottenuta a 50 mPa, le mele sono state essiccate ad aria a 50°C. Diversi modelli sono stati valutati per la descrizione delle cinetiche di essiccazione. Inoltre, i prodotti ottenuti sono stati caratterizzati per le principali caratteristiche qualitative (contenuto in acqua, attività dell’acqua, colore e texture) e per le caratteristiche funzionali (contenuto in antociani e polifenoli). Fra i modelli utilizzati per la modellazione del processo di essicazione, quello di Weibull ha permesso di osservare che l’aggiunta di trealosio ha permesso di aumentare la velocità del fenomeno di trasferimento di massa. Il processo di impregnazione ha causato una significativa variazione dei parametri colorimetrici dei campioni, a causa del colore del succo utilizzato per il processo. Tuttavia, al termine del processo di essicazione, l’unica differenza riscontrata è stata una minore luminosità nei campioni contenenti trealosio. Nessuna differenza invece è stata riscontrata per i parametri di texture. Infine, dal punto di vista nutrizionale, il trealosio ha confermato la sua capacità protettiva nei confronti dei composti biologicamente attivi, quali antociani e polifenoli totali. Infatti, al termine dell’essicazione, il campione impregnato con la maggiore concentrazione di zucchero, ha mostrato valori maggiori rispetto agli altri campioni per entrambi i parametri considerati.
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Bonazzi, Erica. "Valutazione della shelf-life di un prodotto fermentato innovativo a base di frutta secca." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13679/.

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Abstract:
Questo elaborato costituisce l’ultima fase di messa a punto di un processo di un prodotto vegano innovativo (“formaggio” a base di frutta secca fermentata). Negli ultimi anni, con l’incremento del mercato dei prodotti vegani, molte aziende si sono rivolte a questa nicchia di consumatori implementando particolari processi produttivi per realizzare alimenti vegani stabili e sicuri da un punto di vista microbiologico. Nello specifico, grazie alla collaborazione tra un’industria del territorio e il CIRI Agroalimentare (UNIBO), partendo dallo studio di un prodotto artigianale e del consorzio microbico che guidava la sua fermentazione, si sono definite le condizioni per lo scale-up industriale, con un’attenzione particolare alle caratteristiche organolettiche e alla sicurezza igienico-sanitaria. In questo contesto, l’obiettivo dell’elaborato è stato quello di valutare la shelf-life del prodotto messo a punto definendo nel tempo l’evoluzione di numerosi parametri chimico fisici e microbiologici, sia durante una conservazione a 4°C, sia ad una temperatura di abuso termico (8°C). Essendo un prodotto innovativo, non è stato facile individuare i criteri per definire la shelf-life ma le sue caratteristiche intrinseche e le condizioni di confezionamento hanno fatto sì che il prodotto si dimostrasse sicuro e stabile (anche nel suo profilo aromatico) per tutto il corso della conservazione ad entrambe le temperature. Dal punto di vista igienico sanitario, i rischi possono essere legati soprattutto alla presenza di Listeria monocytogenes che però non può crescere ai valori di pH raggiunti attraverso il processo di fermentazione messo a punto. L’alta acidità del prodotto infatti garantisce l’inibizione degli eventuali patogeni presenti e limita lo sviluppo dei batteri degradativi. In virtù di questi risultati si può definire in 60 giorni la potenziale shelf-life del “formaggio” vegano, ovviamente se prodotto e mantenuto in condizioni idonee.
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Lonoce, Silvia. "Applicazione delle alte pressioni di omogeneizzazione per la stabilizzazione di una bevanda a base di riso." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14625/.

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Abstract:
Le bevande vegetali a base di riso presentano un elevato valore nutritivo risultando una matrice adeguata alla proliferazione di microrganismi patogeni e degradativi. Attualmente, per preservare l’alimento da questi ultimi, si impiegano trattamenti termici molto severi che portano alterazioni delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali. La richiesta del consumatore di prodotti salutistici ha stimolato la ricerca verso tecnologie alternative per la stabilizzazione del prodotto tra cui l’utilizzo delle alte pressioni di omogeneizzazione (HPH), capaci di abbattere la carica microbica delle bevande vegetali senza alterarne le caratteristiche. Nella messa a punto di trattamenti di stabilizzazione, è essenziale l’identificazione dei microrganismi presenti nel prodotto di interesse. A questo scopo sono stati isolati e identificati, attraverso sequenziamento, diversi ceppi di batteri e lieviti provenienti dalla bevanda di riso. Tra le più presenti, le Enterobacteriaceae e Bacillus spp. nonché batteri degradativi e lieviti ad ampia diffusione ambientale. Infine, i challenge-test condotti per valutare gli effetti di trattamenti iperbarici ripetuti (200MPa) su campioni inoculati con i microrganismi patogeni più frequentemente associati alla bevanda di riso, aventi diverse temperature di entrata all’omogeneizzatore, hanno confermato la maggiore resistenza alle HPH dei Gram positivi rispetto ai Gram negativi. Infatti, Listeria monocytogenes sembra aver subito più danni dall’effetto combinato di pressione e temperatura, mentre Staphylococcus aureus è risultato sempre al di sopra del limite di rilevabilità. Le spore di Bacillus cereus hanno confermato grande resistenza al trattamento iperbarico. Sebbene i risultati siano stati estremamente interessanti per la stabilizzazione in caso di presenza di E. coli e L. monocytogenes, ulteriori sperimentazioni sono necessarie per individuare la sequenza di stress ottimali per la disattivazione di S. aureus e spore di B. cereus.
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Ciani, Sara. "Presenza di Listeria monocytogenes nei prodotti Ready to Eat (RTE) a base di carne: impatto sull'incidenza dei casi di Listeriosi umana nell'Unione Europea." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Epidemie di Listeriosi si verificano in tutto il mondo ogni anno ed i dati epidemiologici dimostrano chiare associazioni tra gli isolati umani e quelli da vari prodotti alimentari. Tuttavia, la maggior parte dei casi di Listeriosi nell'uomo sono sporadici e difficili da ricondurre ad una specifica fonte alimentare. Dal 2008 al 2017 c’è stato un aumento dei casi di Listeriosi e nel 2017 la mortalità nell'Unione Europea è stata del 13,8% tra i 1.633 casi confermati. A causa del recente coinvolgimento di prodotti Ready to Eat (RTE) a base di carne in epidemie di Listeriosi, l’obiettivo di questa tesi è stato approfondire le possibili cause e gli scenari più frequentemente associati alla moltiplicazione di Listeria monocytogenes in queste tipologie di alimenti. La presenza di L. monocytogenes nei prodotti RTE a base di carne dipende da numerosi fattori intrinseci ed estrinseci dei prodotti. Tra i fattori intriseci sono importanti il pH, l’attività dell’acqua e la composizione dell’alimento. Invece per quanto riguarda i fattori estrinseci sono importanti la concentrazione dei nitriti, la concentrazione dei batteri lattici, il tipo di confezionamento, il tempo e la temperatura di conservazione e le manipolazioni del prodotto. Le fonti di contaminazione con L. monocytogenes sono la materia prima, i macchinari a contatto con l’alimento ed il personale dell’azienda di produzione. Per prevenire la presenza di L. monocytogenes nelle fasi di produzione degli alimenti RTE a base di carne è fondamentale adottare adeguate procedure di pulizia e disinfezione per limitare gli episodi di contaminazione crociata. Inoltre, bisognerebbe limitare la diffusione di prodotti non confezionati e istruire il consumatore sulla corretta gestione della temperatura del frigorifero e dei tempi di scadenza, sia quando l’alimento è ancora nella confezione originaria sia quando la confezione viene aperta.
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Crucitti, Maria Cristina. "Effetto dell'applicazione di un biostimolante commerciale a base di trichoderma sullo sviluppo, stato nutrizionale e qualità dei frutti di fragola allevate fuori suolo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Da anni, diversi studi hanno dimostrato e sottolineato l’importanza che i batteri promotori di crescita (PGPR) hanno nell’aumentare la resa, lo sviluppo, la nutrizione della pianta, oltre che le caratteristiche del frutto come la dolcezza, i metaboliti secondari con proprietà antiossidanti (fenoli e flavonoidi) e il contenuto di minerali in particolare nell’uva, nelle mele, nelle fragole, nelle more e nelle ciliegie. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare l’efficacia di 2 diversi formulati a base di Trichoderma spp. (Biocross Eva e Biocross Tris). I formulati, a confronto con un controllo non trattato, sono stati addizionati al substrato di crescita utilizzato per la coltura fuori-suolo della fragola. La sperimentazione, condotta fra luglio 2019 e giugno 2020, ha interessato i seguenti rilievi: la biomassa microbica del suolo, lo sviluppo della pianta (radici, colletto e chioma), la clorofilla fogliare, l’analisi dei minerali delle foglie, la produzione, il peso del frutto, il residuo secco rifrattometrico, l’analisi dell’attività antiossidante e la concentrazione totale di fenoli e flavonoidi. Da questa sperimentazione è emerso un effetto positivo del consorzio PGPR sullo stato nutrizionale e sulla qualità nutraceutica dei frutti, pur con una leggera riduzione della produzione e del peso medio del frutto.
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Spada, Gian Marco. "Utilizzo di antimicrobici naturali per il miglioramento della shelf-life di prodotti di iv gamma a base mela." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6011/.

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Abstract:
La mia sperimentazione si inserisce in un progetto di respiro nazionale- “AGER-STAY FRESH”- volto a trovare soluzioni di lavaggio alternative al cloro per il prolungamento della shelf-life delle produzioni di IV gamma. Questi prodotti rappresentano, attualmente, uno dei più promettenti ed innovativi comparti del settore ortofrutticolo e sono definiti, secondo le norme della Comunità Europea, prodotti minimamente trasformati, cioè soggetti a interventi tecnologici ridotti, ed utilizzabili per il consumo diretto senza ulteriori manipolazioni, o con manipolazioni minime. La loro espansione sul mercato deriva dal fatto che sono in grado di offrire alta convenienza, alto valore nutrizionale ed organolettico e sono concepiti dai consumatori come prodotti “genuini” in quanto a base vegetale e, generalmente, non contengono sostanze antimicrobiche. Tuttavia, le materie prime vegetali utilizzate per le produzioni di IV gamma sono spesso caratterizzate da elevate contaminazioni microbiche (4-6 log UFC/g) poiché, durante la crescita o il post-raccolta, frutti o vegetali vengono a contatto con il suolo, insetti o contaminazioni di origine umana.Al momento la shelf-life e la sicurezza d’uso di questa categoria di prodotti sono basate principalmente sul mantenimento della catena del freddo unitamente alla fase di lavaggio delle materie prime con sostanze clorate. Recentemente, però, alcuni autori hanno evidenziato alcuni svantaggi derivanti da questa fase di processo come la formazione di composti clorati cancerogeni. In questa prospettiva, il principale obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare gli effetti di olio essenziale di cedro e alcuni composti bioattivi degli oli essenziali (citrale, esanale, trans-2-esenale e carvacrolo), utilizzati singolarmente o in combinazione, sulla shelf-life di mele affettate di IV gamma. Su tutti i prodotti sono state eseguite analisi microbiologiche, di texture e colore. Un ulteriore obiettivo di questo lavoro sperimentale è stato quello di ottimizzare alcuni parametri di processo come la riduzione del rapporto acqua di lavaggio/prodotto ed incrementare la temperatura dell’acqua utilizzata al fine di meglio solubilizzare gli antimicrobici in fase di dipping.
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Sacchetti, Valentina. "Effetti della composizione e del processo fermentativo sulle proprieta antiossidanti di prodotti fermentati a base di Kamut." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23272/.

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Abstract:
Il grano KAMUT®, ed in generale tutti i cereali antichi, costituiscono un importante fonte di composti bioattivi e sostanze benefiche per la salute. Il crescente interesse per questo tipo di cereale è legato alla sua capacità di adattamento a coltivazioni in agricoltura biologica e a basso input, all’utilizzo come cereale integrale, al maggior valore nutritivo e alle svariate proprietà funzionali della sua farina che la rendono adatta ai processi di fermentazione e panificazione. La biodisponibilità dei composti bioattivi nei prodotti integrali a base KAMUT® dipende da una serie di fattori, tra cui: tipo di fermentazione, genotipo, fase di maturazione, preparazione dell’impasto e processo di cottura. Il KAMUT® è considerato un substrato idoneo sia per la fermentazione industriale sia, in particolar modo, per la fermentazione a lievitazione naturale. Quest’ultima consente di migliorare la bioaccessibilità dei nutrienti, ottenere un profilo antiossidante in grado di conferire protezione da infiammazioni e da stress ossidativo, e apportare un profilo aromatico caratteristico del prodotto dato il complesso di composti volatili che produce. Al fine di ottenere un miglioramento delle caratteristiche qualitative degli impasti di KAMUT® sono stati utilizzati ceppi specifici di Lactobacillus; tra questi, i ceppi L. paracasei I1 e L. plantarum hanno ottenuto prestazioni più elevate. L’effetto antiossidante ed antinfiammatorio dei componenti del KAMUT® è stato dimostrato sia da studi in vitro che in vivo. Nel complesso, nonostante siano state messe in evidenza le maggiori proprietà benefiche del grano KAMUT® rispetto ai grani moderni, sono necessari ulteriori e più estesi studi che approfondiscano la tematica. Inoltre, è fondamentale considerare nel corso degli studi gli effetti additivi, sinergici o antagonisti tra i diversi componenti dell’alimento, dal momento che il grano KAMUT® è il risultato dell’effetto sinergico di tutti gli ingredienti.
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Ragazzini, Giulia. "Dieta di sostituzione con alimenti a base di grano khorasan KAMUT in pazienti affetti da diabete di tipo 2: Valutazione dell'effetto sull'espressione genica in campioni di sangue intero." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14588/.

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Abstract:
Il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) è una patologia cronica multifattoriale, la cui incidenza è correlata a fattori socio-economici e comportamentali. Sono ormai numerose le evidenze epidemiologiche che dimostrano la correlazione tra uno stile di vita scorretto e l’insorgenza di T2DM. Essendo la dieta uno dei maggiori fattori di rischio modificabili, la ricerca in ambito nutrizionale si è adoperata nell’ultimo decennio al fine di ridurre il rischio di insorgenza di T2DM e di possibili complicanze attraverso il miglioramento del controllo glicemico e lipidico. In tale ambito, l’Università di Firenze, in collaborazione con l’Ospedale Careggi di Firenze, ha condotto recentemente un trial clinico di intervento per valutare se il consumo regolare di alimenti a base di grano khorasan KAMUT® potesse coadiuvare le terapie nel controllo glicemico, rispetto ad una dieta a base di prodotti con grani moderni. Dati i risultati clinici positivi, è nata una collaborazione con l’Università di Bologna volta a chiarire il meccanismo alla base delle evidenze cliniche mediante valutazione dell’espressione di alcuni geni chiave. Poiché il diabete causa infiammazione cronica e sbilanciamento dell’omeostasi redox, si è ipotizzato il coinvolgimento di meccanismi molecolari connessi alla protezione dal danno ossidativo e infiammatorio, nonché al controllo glicemico. Pertanto, è stata valutata l’espressione del fattore di trascrizione PPARG, coinvolto nell’omeostasi lipidica, di geni legati alla via del segnale PI3K/AKT/mTOR, fondamentale nella regolazione del metabolismo glico-lipidico, e geni della via del segnale Nrf2–Keap1, strettamente connessa alle difese antiossidanti. A seguito di analisi tramite qPCR, è stata riscontrata una down-regolazione del gene codificante per Keap1, dalla dieta con prodotti a base di grano KAMUT® e, al contrario, una up-regolazione dalla dieta con prodotti a base di grani moderni. Tuttavia, le basi molecolari di tali effetti risultano ancora da chiarire.
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Roberti, Simone. "Effetto della somministrazione di un additivo alimentare a base di Citrus aurantium in diverse fasi della crescita del broiler sul profilo ossidativo delle carni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’ossidazione dei lipidi e delle proteine è una delle principali cause del deterioramento qualitativo dei prodotti carnei. Negli ultimi decenni sono state sviluppate diverse strategie allo scopo di ridurla e mitigarla. Tra queste, la manipolazione della dieta è una delle principali strategie per ridurre i fenomeni ossidativi sia in vivo che in post-mortem. In questo contesto, il presente lavoro ha avuto lo scopo di valutare l’effetto dell’inclusione, in diverse fasi della dieta del broiler, di un additivo a base di estratti naturali dell’arancio amaro (Citrus aurantium) sul profilo ossidativo della carne di petto di pollo. Il supplemento dietetico è stato introdotto in diverse fasi dietetiche in funzione del gruppo sperimentale (n=12/gruppo): starter (0-14 gg), grower (15-28 gg), finisher (28-42 gg), mentre il gruppo di controllo è stato alimentato con dieta commerciale. L’effetto dell’inclusione di tale supplemento nella fase di finisher (28-42 gg) ha permesso di ottenere una significativa riduzione del livello di ossidazione lipidica (p<0,05) nella carne di petto di pollo, pari al 40% se paragonato al gruppo di animali alimentati con dieta commerciale. Il risultato è promettente, in quanto una riduzione simile è stata registrata anche in seguito alla conservazione refrigerata, per un tempo breve, nella quale i processi ossidativi sono di entità piuttosto limitata. In contrapposizione alla riduzione di malondialdeide, la quantificazione dei carbonili non ha riportato differenze, se paragonato ai polli alimentati con dieta commerciale.
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Stefoni, Riccardo. "Sviluppo di un'applicazione "proximity-based" tramite la tecnologia WebRTC." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15462/.

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Abstract:
Studio e analisi della tecnologia WebRTC. Implementazione di un'applicazione web che permette di effettuare chiamate, videochiamate e di condividere file tramite la suddetta tecnologia, delle componenti javascript e HTML.
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TOSCHI, FRANCESCO. "Preparazione di materiali nanocompositi a base carbonio per applicazioni tecnologiche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/983.

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Abstract:
La sintesi e le applicazioni dei materiali nanocompositi sono di importanza strategica nel campo della scienza dei materiali. In questo lavoro di tesi sono stati sviluppati diverse tipologie di materiali nanocampositi: Resina epossidica/nanotubi di carbonio (CNT), Poli(3,4-etilendiossitiofene) polistirensulfonato (PEDOT:PSS)/CNT, metallo/CNT. Questi materiali sono stati caratterizzati con le seguenti tecniche: Microscopia elettronica a scansione (SEM), Microscopia a forza atomica (AFM), microscopia acustica a forza atomica (AFAM), spettroscopia Raman e tecniche elettroanalitiche. La caratterizzazione funzionale è stata condotta testando i materiali in differenti applicazioni: Sensori resistivi, sensori di tipo nano-bilancia al quarzo e gestione del calore. I risultati sperimentali sono riportati nel lavoro di tesi.
The synthesis and applications of nanocomposites are an important and strategical field of nanomaterial science. In this work has been developed several kind of nanocomposit materials, in particular: Epoxy resins and carbon nanotubes (CNT), Poly(3,4-ethylenedioxythiophene) polystyrenesulfonate (PEDOT:PSS) and CNT, metal and CNT. This material has been characterized by means of: scanning electron microscopy (SEM), Atomic force miscroscpy (AFM), acoustic atomic force microscopy (AFAM), Raman spectroscopy and Electroanalitical techniques. The developed nanocomposite material has been tested by means different kind of application: Resistive sensors, quartz nano-balance and thermal management. The results are reported in the thesis work.
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Dadamo, Luigi. "La diffusione dei Location-Based Services: aspetti tecnologici e giuridici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/1901/.

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Foltran, Ismaela <1974&gt. "Progettazione di nuovi biomateriali a base poliesterea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/564/1/foltran.pdf.

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Foltran, Ismaela <1974&gt. "Progettazione di nuovi biomateriali a base poliesterea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/564/.

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De, Prisco Cristian. "Sviluppo di un servizio "proximity-based" di notifica del traffico ferroviario con utilizzo della tecnologia WebRTC." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20601/.

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Abstract:
Con il progetto realizzato durante questo studio è mia intenzione dimostrare che le nuove tecnologie disponibili in campo informatico non siano solamente utilizzabili ai fini di una mera automazione e sostituzione umana in tutti i processi che coinvolgono le nostre attività quotidiane ma, al contempo, possano coadiuvare l'operato umano al fine di permettere una maggior trasparenza e immediatezza nelle comunicazioni e generando così nell'utente finale una migliore percezione di affidabilità dell'impresa. L'approccio utilizzato in fase di progettazione è basato sull'immedesimarsi in una qualsiasi persona che nelle sue attività quotidiane necessiti di spostarsi da una località all'altra. Il treno, al giorno d'oggi, risulta essere uno dei principali mezzi di trasporto che consente rapidità negli spostamenti e, al contempo, produce un minor impatto ambientale per quanto concerne l'inquinamento. Unendo la notevole potenzialità fornita dalle nuove tecnologie di geolocalizzazione e RTC(Real Time Communication) alla semplicità di utilizzo di un comunissimo browser web su una qualsiasi piattaforma, si è quindi giunti alla creazione di un servizio web che consenta all'utente di ricevere aggiornamenti critici riguardo alla circolazione dei treni di proprio interesse ed ottenere assistenza dedicata in ambito stazione.
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Degli, Angeli Francesco. "Mapping di dati spaziali per l'integrazione di reti di sensori." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/4989/.

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TAMBURRI, EMANUELA. "Nanocompositi a base di polimeri conduttori e nanotubi di carbonio: preparazione, caratterizzazione e applicazioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/485.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca si è focalizzato sulla preparazione e caratterizzazione di materiali nanocompositi a matrice polimerica, dove il componente nanostrutturato è costituito da nanotubi di carbonio e la matrice polimerica è data da polimeri organici conduttori. Viene detto nanocomposito un materiale costituito da due o più fasi in cui uno dei componenti presenta almeno una dimensione che è al di sotto dei 100 nm. L’importanza tecnologica di un sistema di questo tipo risiede nel fatto che l’elevata area interfacciale che si viene a produrre nel bulk del materiale può contribuire a trasformare le proprietà chimiche, morfologiche e funzionali del materiale ospite di base con bassi livelli di caricamento dell’additivo. I nanotubi di carbonio sono oggetto di grande interesse nei differenti campi della scienza e dell’ ingegneria in quanto manifestano tipiche proprietà strutturali, chimiche e fisiche che ne fanno uno dei materiali più idonei alla produzione di dispositivi tecnologici d’avanguardia. La loro integrazione in strutture composite, permette di sfruttare le loro eccezionali proprietà per la creazione di sistemi complessi dalle molteplici caratteristiche funzionali. I polimeri conduttori sono materiali organici che presentano una conduttività elettrica intrinseca a temperatura ambiente dovuta all’ esteso sistema di elettroni π che si estende su tutta la catena polimerica principale. Sono materiali che combinano l’alta conduttività normalmente riservata ai metalli con le proprietà meccaniche dei polimeri, come la flessibilità e la possibilità di fabbricarli in forma di film sottili. I materiali preparati nel corso del lavoro sperimentale sono stati sottoposti a diverse caratterizzazioni morfologiche (mediante microscopia elettronica, microscopia a forza atomica e microscopia ad effetto tunnel), strutturali (mediante spettroscopia Raman e di risonanza elettronica di spin) ed elettrochimiche. Infine sono state eseguite delle caratterizzazioni funzionali allo scopo di valutare la possibilità di integrazione dei materiali preparati in dispositivi di interesse tecnologico. Sono state condotte misure di trasporto di carica elettrica, misure piezoresistive, di foto-corrente e di conduttività elettrica in frequenza. Tali studi hanno rivelato come i materiali preparati possano avere interessanti applicazioni in dispositivi elettromeccanici e fotovoltaici di nuova generazioni e come materiali assorbitori radar e schermanti di impulsi elettromagnetici
The research work has been focalized on the preparation and characterization of Polymer Nanocomposites, in which the nanostructured component is constituted of Carbon Nanotubes whereas the polymer matrix is made of Organic Conducting Polymers. The term Nanocomposite indicates a material constituted by the combination of two or more different materials, one of which shows at least a dimension below 100 nm. The technological importance of this kind of material consists in the very high interfacial area produced in the bulk of the composite by the introduction of the nanostructured system. In fact this higher interfacial area could totally change the chemical, morphological and functional properties of the host matrix also with low loadings of additive. Carbon nanotubes are object of intensive studies between scientists and engineers because of their unique structural, chemical and physical characteristics which make them one of the most interesting materials for the production of innovative devices. Moreover their integration into composite structures allows to exploit their exceptional properties for the realization of more complex systems which can have various functionalities. Conducting Polymers (CPs) are organic conjugated polymers which show an intrinsic electrical conductivity at room temperature. This conductivity is due to the  electrons systems delocalized on the principal polymer chain. CPs are very interesting materials which combine the high conductivity typical of the metals with the mechanical properties of the polymers, such as the flexibility and the possibility to be produced as thin films. All the materials prepared during the experimental work have been subjected to several morphological characterizations (such as Scanning Electron Microscopy, Transmission Electron Microscopy, Atomic Force Microscopy and Scanning Tunnelling Microscopy), structural characterizations (such as Raman spectroscopy and Electron Spin Resonance spectroscopy) and electrochemical characterizations (such as Chronoamperometry and Ciclic Voltammetry). Finally, functional characterizations have been performed with the aim to check the possibility to integrate the prepared materials into technological devices. The functional characterizations which have been tested include charge transport measurements, piezo-resistive measurements, photo-current measurements and microwave conductivity measurements. The thesis work demonstrates as the nanocomposites based on Carbon Nanotubes and Conducting Polymers can have useful and interesting applications in electro-mechanical and photovoltaic devices and as radar absorbent and electromagnetic shielding materials when all the steps regarding the composite realization (from synthesis to characterization) are controlled and reproducible.
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Mele, Mattia <1988&gt. "A Methodological Approach to Knowledge-Based Engineering Systems for Manufacturing." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9237/1/Tesi_Mele_32_Ciclo.pdf.

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Abstract:
A survey of implementations of the knowledge-based engineering approach in different technological sectors is presented. The main objectives and techniques of examined applications are pointed out to illustrate the trends and peculiarities for a number of manufacturing field. Existing methods for the development of these engineering systems are then examined in order to identify critical aspects when applied to manufacturing. A new methodological approach is proposed to overcome some specific limitations that emerged from the above-mentioned survey. The aim is to provide an innovative method for the implementation of knowledge-based engineering applications in the field of industrial production. As a starting point, the field of application of the system is defined using a spatial representation. The conceptual design phase is carried out with the aid of a matrix structure containing the most relevant elements of the system and their relations. In particular, objectives, descriptors, inputs and actions are defined and qualified using categorical attributes. The proposed method is then applied to three case studies with different locations in the applicability space. All the relevant elements of the detailed implementation of these systems are described. The relations with assumptions made during the design are highlighted to validate the effectiveness of the proposed method. The adoption of case studies with notably different applications also reveals the versatility in the application of the method.
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Cesari, Gaia <1981&gt. "Sintesi e proprietà di nuovi materiali polimerici a base tiofenica per applicazioni innovative." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/717/1/Tesi_Cesari_Gaia.pdf.

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Cesari, Gaia <1981&gt. "Sintesi e proprietà di nuovi materiali polimerici a base tiofenica per applicazioni innovative." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/717/.

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PAGANO, CLAUDIA. "Miniaturised components based on polymer nanocomposites: compounding and characterization." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/49855.

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Catani, Stefano. "Progettazione e sviluppo del sistema di analisi dati del registro diabetici." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9547/.

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Abstract:
L'obiettivo di questa tesi è la progettazione e realizzazione di una porzione del sistema informatico relativo al registro di patologia per il diabete. L'attività di progettazione e realizzazione del Registro diabetici è stata svolta prevalentemente durante il tirocinio presso il SITIC e ha compreso fasi di ricerca, analisi e sviluppo di un'applicazione in Qlikview.
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Sancisi, Giada. "Integrazione di elementi sintetici in scene reali mediante Photoshop 3d e Maya." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6661/.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è dimostrare che è possibile integrare elementi sintetici in scene reali, producendo rendering realistici, avvalendosi di software come Autodesk Maya e Adobe Photoshop. Il progetto, infatti, consiste nella realizzazione di cinque immagini ottenute assemblando in fotografie reali, oggetti 3D, generati usando il software di modellazione Maya, con l’obiettivo di produrre immagini finali altamente fotorealistiche, per cui l’osservatore non riesce a distinguere se l’immagine è reale o sintetica.
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Di, Nardo di Maio Simone. "I sistemi di raccomandazione in ambito e-learning." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6243/.

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Abstract:
I sistemi di raccomandazione per come li conosciamo nascono alla fine del XX secolo, e si sono evoluti fino ai giorni nostri approcciandosi a numerosi campi, tra i quali analizzeremo l’ingegneria del software, la medicina, la gestione delle reti aziendali e infine, come argomento focale della tesi, l’e-Learning. Dopo una rapida panoramica sullo stato dell’arte dei sistemi di raccomandazione al giorno d’oggi, discorrendo velocemente tra metodi puri e metodi ibridi ottenuti come combinazione dei primi, analizzeremo varie applicazioni pratiche per dare un’idea al lettore di quanto possano essere vari i settori di utilizzo di questi software. Tratteremo nello specifico il funzionamento di varie tecniche per la raccomandazione in ambito e-Learning, analizzando tutte le problematiche che distinguono questo settore da tutti gli altri. Nello specifico, dedicheremo un’intera sezione alla descrizione della psicologia dello studente, e su come capire il suo profilo cognitivo aiuti a suggerire al meglio la giusta risorsa da apprendere nel modo più corretto. È doveroso, infine, parlare di privacy: come vedremo nel primo capitolo, i sistemi di raccomandazione utilizzano al massimo dati sensibili degli utenti al fine di fornire un suggerimento il più accurato possibile. Ma come possiamo tutelarli contro intrusioni e quindi contro violazioni della privacy? L’obiettivo di questa tesi è quindi quello di presentare al meglio lo stato attuale dei sistemi di raccomandazione in ambito e-Learning e non solo, in modo da costituire un riferimento chiaro, semplice ma completo per chiunque si volesse affacciare a questo straordinario ed affascinante mondo della raccomandazione on line.
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Zanuccoli, Matteo. "Progettazione e realizzazione di un software gestionale web-based su piattaforma cloud." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8261/.

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Cevoli, Gianmarco. "Consumo di carne e di prodotti alternativi: analisi dei fattori di influenza sulla scelta d'acquisto del consumatore." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La scelta d'acquisto di carne degli italiani è cambiata negli ultimi anni, il consumo pro capite è infatti sceso a 76 kg nel 2018, nonostante l'aumento del numero di animali macellati. Questo progetto di tesi ha lo scopo di analizzare le risposte dei consumatori ad un questionario riguardante l'influenza sull'acquisto operata da alcuni aspetti della carne e di prodotti che possano sostituirla. Prima di presentare i risultati di questa analisi, nell'elaborato vengono descritte le filiere e le caratteristiche della carne e di tre prodotti innovativi che potrebbero fungere da suoi sostituti all'interno della dieta: gli alimenti Plant-based da fonti 100% vegetali, gli alimenti prodotti con farine risultanti dalla lavorazione di insetti edibili e gli alimenti ottenuti da colture cellulari fatte sviluppare in laboratorio a partire da cellule prelevate da tessuti di animali allevati. Segue poi un commento sui cambiamenti socio-demografici e l'evoluzione delle abitudini alimentari che stanno avvenendo in Italia negli ultimi anni, con anche la presentazione delle nuove diete vegetariane e semivegetariane che si stanno diffondendo. Infine l'analisi dei risultati del questionario mostra come l'interessamento verso nuovi temi, quali l'impatto ambientale e il benessere animale, possano portare, o abbiano già portato, ad un cambiamento delle abitudini alimentari dei consumatori, i quali potrebbero preferire prodotti che possano garantire la soddisfazione di questi requisiti. In particolare le nuove generazioni si dimostrano più recettive verso questo cambiamento, rispetto alle fasce d'età più avanzate. La carne però ricopre ancora un ruolo importante nella dieta ed è preferita agli altri prodotti, soprattutto per le caratteristiche organolettiche. Nel momento in cui questi prodotti però arriveranno ad imitarne ed emularne sapore, consistenza e flavour, si assisterà probabilmente ad un cambiamento delle preferenze, a favore di quegli alimenti innovativi più sostenibili.
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CROTTI, Elena (ORCID:0000-0002-2991-7977). "Malte sostenibili a base di loppa d'altoforno attivata alcalinamente: studio della durabilità e delle proprietà smart." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/212689.

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SILVESTRI, Alessia Teresa. "Processo di powder-based Additive Manufacturing per strutture ibride e su misura: uso della Direct Laser Deposition per nuove applicazioni nell'industria 4.0." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/207094.

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MUSIO, SALVATORE. "FIBRA DI CANAPA PER APPLICAZIONI DI ALTA QUALITA'." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39867.

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Abstract:
La fibra di canapa europea è l'unica fibra naturale con una certificazione di sostenibilità. La qualità della fibra è influenzata principalmente da genotipo, tecniche agronomiche, epoca di raccolta e metodo di macerazione. L'obiettivo principale della tesi è delineare le pratiche agronomiche e di post-raccolta per migliorare l'estrazione e la qualità della fibra, con particolare attenzione alla produzione di canapa multiuso ritardando la raccolta fino alla maturazione dei semi. Le prove di densità, fertilizzazione azotata e varietali sono state condotte in differenti ambienti Europei. La procedura di decorticazione standardizzata è stata confrontata con la linea longitudinale di estrazione della fibra per applicazioni di alto valore aggiunto. I test su bio-compositi di canapa sono stati effettuati con fibra pettinata per confrontarne le proprietà tra genotipi, epoca di raccolta e metodi di macerazione. I risultati di questa indagine suggeriscono che i) la densità di semina e la concimazione azotata ottimale sono tra 90-150 piante m-2 e 30-60 kg N ha-1; ii) le nuove varietà dallo stelo giallo presentano un'alta efficienza di decorticazione e una ridotta contaminazione da canapulo nella fibra, iii) la fibra di canapa, con proprietà comparabili a quelle del lino, si è dimostrata adatta per applicazioni in compositi di alto valore.
European hemp fibres are the only natural fibre with an established sustainability certification. Hemp fibre quality is affected by genotype, agronomic techniques, harvest time and retting method. The main objective of this thesis is to outline the agronomic and post-harvest practices for improved fibre extraction and fibre quality, with special attention to multipurpose hemp production delaying the harvest from the flowering stage until seed ripening is complete. Planting density and nitrogen fertilization trials and variety trials were conducted in contrasting environments in Europe. Stems were decorticated following a standardised procedure and longitudinal hemp line for textile and high-added values application was compared with lab-scaled decortication. Impregnated fibre bundle tests were carried out with hemp hackled fibre bundles to compare composites and back-calculated fibre properties between genotypes, harvest times and retting methods. Results of this investigation suggest that i) optimum plant density and nitrogen fertilization are between 90 and 150 plants m-2 and 30 and 60 Kg N ha-1 respectively; ii) new yellow stemmed varieties are characterized by high decortication efficiency and relative high cleanness of the extracted fibre and iii) long hemp fibre, having properties comparable to those of flax, proved to be suitable for high-tech composites applications.
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Laghi, Vittoria. "Comparison of earthquake-related consequences through loss analysis of different braced frame structural systems." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Il presente elaborato di tesi tratta la valutazione di differenti sistemi di controventatura, sia dal punto di vista di risposta ad un evento sismico che in termini di perdite economiche legate al danneggiamento delle varie componenti. Tra di esse è presentata anche una nuova tipologia strutturale, ideata per ridurre il comportamento “soft-story” e “weak-story”, tipico delle strutture controventate convenzionali. In questo caso, è integrata alla struttura una trave reticolare metallica, che funge da supporto verticale ed è progettata per rimanere in campo elastico. Tale sostegno garantisce una distribuzione più uniforme degli sforzi lungo l’intera altezza della struttura, anziché concentrarli in un unico piano. La ricerca tratta lo studio della fattibilità economica di questa nuova tecnologia, rispetto alle precedenti soluzioni di controventatura adottate, confrontando le perdite economiche delle diverse soluzioni, applicate ad un unico prototipo di edificio collocato a Berkeley, CA. L’analisi sismica tiene in considerazione di tre diversi livelli di intensità, riferiti a un periodo di ritorno di 50 anni, corrispondente alla vita dell’edificio: questi sono caratterizzati dalla probabilità di ricorrenza, rispettivamente del 2%, 10% e 50% ogni 50 anni. L’ambito di ricerca presentato è estremamente innovativo e di primario interesse per lo sviluppo di uno studio sulla resilienza, che può essere adattato anche in un modello di urbanizzazione futura.
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Larocca, Samanta. "La risposta cellulare ai diversi tipi di radiazione tramite espressione genica e radiobiologia sistemica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7832/.

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Abstract:
Questo progetto ha confrontato gli effetti indotti da diversi tipi di radiazioni, diversa intensità delle dosi, diverso rateo di dose su sistemi cellulari differenti. In particolare sono stati seguiti due studi differenti, finalizzati all’indagine degli effetti e dei meccanismi indotti da trattamenti radioterapici su cellule in coltura. Nel primo studio -EXCALIBUR- sono stati investigati i meccanismi di induzione e trasmissione del danno a basse dosi di radiazioni, in funzione della qualità della radiazione (raggi gamma e protoni) e della dose. Cellule di glioblastoma umano (T98G) sono state irraggiate con raggi gamma e protoni a due diverse dosi (0,25 Gy e 2 Gy); in questo studio è stata valutata e analizzata la variazione di espressione genica rilevata utilizzando la tecnologia dei microarray. Per mezzo dell’analisi statistica, con due software diversi, si è osservato come nelle cellule irraggiate si attivino i geni legati alla senescenza cellulare; questo risultato è significativo, visto che potrebbe rappresentare una prospettiva terapeutica interessante per molte neoplasie. Il secondo studio –Plasma Focus- ha lo scopo di ampliare le applicazioni nel settore medicale di una sorgente radiante che produce raggi X ad altissimo rateo di dose (plasma focus). In questo studio, l’attenzione è stata posta sulla preparazione dei campioni biologici per l’irraggiamento. Cellule di adenocarcinoma mammario (MCF7) sono state coltivate in laboratorio e posizionate all’interno di appositi portacampioni pronte per essere irraggiate con raggi X ad alto e a basso rateo di dose. Per mezzo della microscopia ottica e della citometria a flusso in fluorescenza, si è osservato come un rateo di dose elevato provochi danni cellulari superiori. L’analisi quantitativa ha mostrato che, nelle cellule trattate con il plasma focus, il 18% risulti danneggiato rispetto al 7% delle cellule di controllo; con i raggi X convenzionali risulta danneggiato l'8% di cellule, rispetto al 3% delle cellule di controllo.
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Brucato, Matteo. "Progettazione di un sistema per patient-reported outcome utilizzabile anche su dispositivi mobili." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2722/.

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Abstract:
In questo elaborato prenderemo in esame la questione della progettazione di un sistema software atto a gestire alcuni dei problemi legati alla raccolta dei dati in ambito medico. Da tempo infatti si è capita l'importanza di una speciale tecnica di raccolta dei dati clinici, nota in letteratura col nome di "patient-reported outcome", che prevede che siano i pazienti stessi a fornire le informazioni circa l'andamento di una cura, di un test clinico o, più semplicemente, informazioni sul loro stato di salute fisica o mentale. Vedremo in questa trattazione come ciò sia possibile e, soprattutto, come le tecniche e le tecnologie informatiche possano dare un grande contributo ai problemi di questo ambito. Mostreremo non solo come sia conveniente l'uso, in campo clinico, di tecniche automatiche di raccolta dei dati, della loro manipolazione, aggregazione e condivisione, ma anche come sia possibile realizzare un sistema moderno che risolva tutti questi problemi attraverso l'utilizzo di tecnologie esistenti, tecniche di modellazione dei dati strutturati e un approccio che, mediante un processo di generalizzazione, aiuti a semplificare lo sviluppo del software stesso.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Abstract:
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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SCOLARO, Cristina. "Progettazione di materiali innovativi a base di polietilene per applicazioni ingegneristiche avanzate." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11570/3146772.

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Abstract:
La tesi si è incentrata sullo studio, l’analisi, la realizzazione e la caratterizzazione fisica-meccanica-calorimetrica di materiali polimerici innovativi a base di polietilene per diverse applicazioni ingegneristiche in tre ambiti applicatici: quello industriale, energetico e biomedico. Per soddisfare le esigenze della micro tecnologia in ambito industriale, si è fatta spazio la saldatura laser in trasmissione di polimeri che, ormai da diversi anni, riveste un ruolo sempre più importante tra i vari metodi di giunzione per via dei numerosi vantaggi che offre all’utilizzatore. In particolare, in questo lavoro di tesi, è stato studiato il polietilene nella forma UHMWPE, di natura trasparente al fascio laser, e a esso sono stati aggiunti particolari pigmenti (filler) di dimensione nanometrica, per rendere il materiale assorbente alla radiazione laser, il che è condizione necessaria affinché la saldatura in esame possa avere esito positivo. Tali pigmenti sono le nanoparticelle di Carbonio (C), nanoparticelle di Argento (Ag) e nanoparticelle di biossido di Titanio (TiO2). L’innovazione, rispetto a quanto finora presente nella letteratura scientifica, sta nel ridurre al minimo la percentuale di riempitivo, in modo tale da creare un giunto che abbia delle caratteristiche meccaniche apprezzabili e che, contemporaneamente, sia più gradevole visivamente. Infatti, riducendo le particelle di carbonio disperse nella matrice polimerica, il colore del materiale si schiarisce sempre più, avvicinandosi al tipico colore bianco latte del polietilene puro. Lo scopo di tale studio è stato quello valutare l’efficacia di questo tipo di saldatura (double-lap) sui vari materiali polimerici sottoponendo i giunti polimerici a dei test superficiali e di “bulk” che consentono di delinearne le condizioni di sicurezza in esercizio, oltre che permettere una previsione della vita utile della giunzione. A completamento di questo progetto di sperimentazione, si è posta l’attenzione sulle diverse percentuali di filler assorbente, per ottimizzare la composizione chimica del materiale. Lo studio morfologico della zona saldata ha mostrato, infatti, che la resistenza meccanica del giunto dipende da vari fattori, tra cui la quantità di particelle di riempitivo usate. Il polietilene nella forma di LLDPE funzionalizzato è alla base di adesivi e sigillanti da utilizzare nell’ambito energetico, quale adesivo per celle solari. Per verificare il carattere adesivo del polietilene con il vetro, in questa tesi è stato scelto di testare due materiali polimerici basati su LLDPE con molecole chimiche funzionali: uno è un polietilene reticolabile (PE-MAH) e l'altro è una resina polietilenica ionomerica (EMAA). Al fine di simulare una cella solare e studiarne le caratteristiche dell’incapsulante testandone l’efficacia adesiva e compararne le proprietà meccaniche, si è scelto di realizzare dei sistemi adesivi vetro/ polimero adesivo/vetro. I risultati mostrati in questa tesi hanno dimostrando che l’adesivo PE-MAH, a causa della sua struttura reticolata, ha mostrato la migliore potenza adesiva, la migliore stabilità termica, la minore bagnabilità (resistendo quindi più a una possibile azione idrolitica dell'acqua) e la minore permeabilità ai gas, rispetto all'EMAA e per questo, è risultato essere un ottimo adesivo incapsulante adatto per le celle solari ed un ottimo materiale per la sigillatura. Infine, in ambito biomedico, sono studiati prodotti in UHMWPE impiegati nelle protesi articolari e sulla progettazione di tecniche innovative messe a punto al fine di limitare il fenomeno dellʼusura, possibile causa di fallimento della protesi articolare. Obiettivo raggiunto di questa tesi è stato quello di formulare un innovativo materiale nanocomposito costituito da UHMWPE di grado biomedico, nanofiller carbonioso e olio di paraffina, con incrementate proprietà di resistenza all’usura. La degradazione dei materiali polimerici è stata eseguita in liquido sinoviale simulato (SSF) a 37 °C, durante determinati periodi (1-2-4-8 settimane) al fine di riprodurre le condizioni di una articolazione mobile e per valutarne l’evoluzione nel tempo “in vitro”. La necessità di lavorarlo insieme ad additivi quali l’olio di paraffina ed il filler carbonioso è nata dal fatto che l’olio di paraffina ne facilita la lavorabilità in quanto ne abbassa l’estrema viscosità ed inoltre elimina i difetti reticolari nel cristallo polimerico incrementandone grado di ordine e conseguentemente, proprietà meccaniche. Inoltre la presenza del filler carbonioso implementa la resistenza meccanica dell’UHMWPE quando esso viene disperso mediante la tecnologia del Ball Milling, che assicura una interna miscelazione tra polimero ed agente di rinforzo. In termini ingegneristici ciò indica che il tempo d’impiego di una protesi con questa nuova formulazione in situ potrebbe essere incrementato rispetto alle protesi comunemente utilizzate.
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Marchese, Serafino, Crea Fortunato Fortunato, and Cindio Bruno De. "Studio, progettazione, caratterizzazione di materiali innovativi a base cementizia ecocompatibili." Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/533.

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Veltri, Fiore, Luigi Palopoli, Salvatore Marano, and Rango Floriano De. "UWB communication and Networking:A new channel modelling and Interference based routing for distribured systems." Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/393.

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Ciobanu, Giorgiana. "MPEG21 DI Browser : an MPEG-21 based architecture for the consumption of digital items." Master's thesis, 2006. http://hdl.handle.net/10216/12154.

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Abstract:
Um exemplar tem a paginação em folhas e o outro exemplar tem a paginação em folhas, mas ambos têm 125 (folhas ou páginas)
Tese de mestrado. tecnologia Multimédia, Perfil Engenharia. 2006. Faculdade de Engenharia. Universidade do Porto
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Ciobanu, Giorgiana. "MPEG21 DI Browser : an MPEG-21 based architecture for the consumption of digital items." Dissertação, 2006. http://hdl.handle.net/10216/12154.

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Abstract:
Um exemplar tem a paginação em folhas e o outro exemplar tem a paginação em folhas, mas ambos têm 125 (folhas ou páginas)
Tese de mestrado. tecnologia Multimédia, Perfil Engenharia. 2006. Faculdade de Engenharia. Universidade do Porto
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Guerra, Maria Grazia. "Analysis of a 3D optical scanner based on photogrammetry suitable for industrial applications in close and micro-range." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11589/161227.

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Abstract:
The new paradigm of Industry 4.0 encompasses the manufacturing metrology and the necessity for fast, flexible, reliable and holistic systems arises, in order to accompany the more advanced manufacturing technologies. The more extensive use of additive manufacturing techniques, which entail the realization of complex structures and freeform geometries, as well as, the use of new materials, enhances this concept. These driving forces are the basis for the great interest towards 3D scanning systems because they perfectly fit the key factors of the new manufacturing metrology 4.0. Among other things, they have the capacity to reconstruct complete and detailed 3D models in a very short time, which makes them suitable for on-machine verification. In this context, close-range photogrammetry is recognized as a simple, versatile, and effective methodology for 3D measurements of components, even if they are characterized by a prevailing dimension respect to the others (e.g. height is much higher than length or vice versa), complex free form geometry, and under-cuts. Moreover, it is able to provide accurate measurements and 3D photorealistic (thanks to the computation of the texture) surface reconstructions in a simple and inexpensive way, as well as in very short time. Photogrammetry-based systems and, generally, optical-based techniques, are flexible and holistic systems, but their strengths are also their weaknesses, because this complexity results in more variables involved and more sources of error affecting the results. The present thesis is focused on the development and the analysis of an optical 3D scanner based on photogrammetry, suitable for measurements of complex parts in close and micro range. The analysis started from the identification of the main sources of error affecting the measuring system, with the final goal to include them in a proper uncertainty assessment. In particular, there are errors due to the measuring system itself, errors due to the object under measurement, i.e. errors due to the manufacturing process, as well as, errors due to the interaction of the specific system with the object (materials, colours and surface texture). Thus, the uncertainty evaluation of such systems is still an open issue. The first chapters are dedicated to the state of the art of currently available measuring techniques, highlighting the main advantages and drawbacks, in order to explain the importance of developing a photogrammetry-based system for industrial application. The third chapter is of fundamental importance since it describes the state of the art of the currently available standards in 3D optical scanning. They mainly refer to the VDI/VDE 2634 series, in the form of acceptance and reverification test. In addition, the standards usually used for the uncertainty assessment of the more reliable Coordinate Measuring Machine (CMMs), such as the ISO 15530-3, were described, highlighting the main criticalities and the possible adaptation for optical-based scanners. The forth chapter is entirely dedicated to photogrammetry-based systems, with a brief introduction to the state of the art when applying photogrammetry in close and micro range, a description of the measuring principle through the mathematical models behind and the main advances carried out in the development of the reconstruction software algorithms. Then, the photogrammetry-based system is presented together with the sensors and the optical equipment used throughout the thesis. Finally, a summary of the main criticalities is reported. The experimental investigations carried out during the PhD course are collected in the chapters from 5 to 11. Each chapter is dedicated to a specific measuring task, with the aim to analyse a specific aspect or a criticality of the photogrammetry- based system under exam. The fifth chapter is focused on the analysis of repeatability of the photogrammetric reconstruction software used, which has proved to be a fundamental part of the system. The study was conducted on a pyramidal artefact already used in previous experiments. In the sixth chapter, a new three-dimensional reference artefact was presented. The purpose was double: for the estimation of the external orientation, scale adjustment, and for the uncertainty assessment, calibration. The effectiveness of this reference artefact was proved through the reconstruction of the test object used in the previous chapter, the pyramidal artefact. The capacity of the presented system to reconstruct free form geometries was analysed through a preliminary test in Chapter 7. The tests were performed through the use of three artefacts produced by additive manufacturing techniques, which were a customized version of the NPL free form artefact designed and developed by NPL institute. The need for the customization was mainly due to the necessity to resize the artefact to make it measurable with the optical equipment under exam. In Chapter 8, the application of the photogrammetry-based system for measuring additive manufactured biomedical devices was reported, highlighting critical aspects due to their object and surface textures characteristics. Chapters 9 and 10 report the work conducted during the external stay period at the Department of Mechanical Engineering of the Denmark Technical University. The introduction of a step gauge reference artefact was analysed, and the photogrammetry-based system was then compared with other non-contact measuring techniques, such as structured light scanner, laser based scanner and a computed tomography scanner. The performance verification of all those 3D non-contact measuring techniques was conducted through the step gauge reference artefact. In chapter 10, the investigation was focused on the analysis of the interaction between the 3D optical scanning systems and the materials and colours of the objects under measurements. For the purpose, five miniature step gauges made of different polymeric materials and colours were scanned and analyzed. Finally, Chapter 11 is dedicated to the application of the photogrammetry to the microscopic range, for the acquisition of components realized through µEDM (Electro Discharge Machining). The optical equipment, used in this investigation, allowed to reach magnification levels higher than 2x, with optical resolutions up to 2,4 µm. The investigation was mainly focused on the verification of the reproducibility of the internal parameters estimated through the traditional mathematical models, for such magnification levels.
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