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1

Bisutti, Francesca, and Elisabetta Molteni. La corte della Niobe. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-281-9.

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Abstract:
La coincidenza delle ricorrenze – l’Università Ca’ Foscari compie 150 anni dalla fondazione e sono passati 100 anni dalla fine della Grande guerra – invita a ricordare la coraggiosa, allora ancora giovane, Scuola Superiore di Commercio, che, alla fine del primo conflitto, è costretta a contare i suoi allievi caduti. Dopo due decenni, nel 1943, il Regio Istituto di Economia e Commercio stabilisce di dedicare la corte minore del palazzo Giustinian dei Vescovi alla memoria di tutti gli studenti, i docenti e i dipendenti caduti nei conflitti che fino ad allora avevano insanguinato il secolo. Monumenti, memorie e lapidi sono, in senso figurato, ricomposti nella statua di Niobe, Mater Studiorum che piange la morte violenta dei propri allievi. La corte della Niobe è abitata dalla potente scultura di Napoleone Martinuzzi, suo fulcro visivo ed emotivo, e da tanti, tanti nomi. Il tentativo è stato quindi di cominciare a restituire non solo la storia di quello spazio ma anche delle esistenze e del pensiero di coloro i cui nomi hanno qui trovato dimora. Questi aspetti della memoria sono stati al centro del lavoro di molti e sottotraccia nel lavoro di tutti: di chi si è occupato di delineare un profilo esistenziale dei caduti, di chi ha studiato le ideologie e le politiche che hanno animato i periodi tribolati delle guerre e dei dopoguerra o ha analizzato i processi istituzionali e la mentalità in tempo di guerra, di chi ha indagato sull’assetto e le trasformazioni architettoniche della corte. Ma il problema del tempo passato, delle tracce che lascia e di come conservarle si è posto anche a chi ha compiuto ricerche sui documenti e a chi ha studiato le pietre del sacrario e ne ha avuto cura.
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2

Dessì, Giuseppe, and Enrico Falqui. Lettere 1935-1972. Edited by Alberto Baldi. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-771-5.

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Abstract:
Poco più di 150 pezzi epistolari, provenienti dagli archivi novecenteschi di Firenze e di Roma, pubblicati per la prima volta grazie all’attenta trascrizione di Alberto Baldi, consentono non solo di ricostruire la storia di un’amicizia nata intorno alle pagine dei giornali e consolidatasi nel tempo fino a coinvolgere le compagne dei due interlocutori (Gianna Manzini, Lina Baraldi e Luisa Babini), ma di seguire la presenza di Giuseppe Dessí su uno dei quotidiani più letti nella capitale. La corrispondenza editoriale (precocemente avviata da un Falqui animatore di cultura) si trasforma ben presto – tramite picchi di frequenza: dal ’48 al ’58 – nella consulenza di un lettore solidale a cui va il merito di avere fatto proseguire, nonostante i dissensi politici per la linea conservatrice del «Tempo», una collaborazione che avrebbe nutrito alcune delle più significative raccolte di racconti dello scrittore. Chiudono il libro trentotto testi narrativi di Dessí dispersi sulla «terza pagina», mai prima d’ora recuperati in volume.
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3

Manzini, Gianna. Lettere a Giuseppe Dessí e a Luisa. Edited by Alberto Baldi. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-923-2.

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Abstract:
L’amicizia tra Gianna Manzini e Giuseppe Dessí, ricostruita in questo libro grazie alle ricerche di Alberto Baldi, era nata alla metà degli anni 40, nell’ambito delle collaborazioni alla rivista «Prosa», e sarebbe durata fino al ’74, anno della morte della scrittrice. Agli incontri romani, un tempo frequenti tra i due, si sarebbe sostituito a causa di lontananze forzate un fitto dialogo epistolare, destinato a coinvolgere i rispettivi compagni. Nelle sue lettere, in toni sempre più confidenziali, la Manzini parla a Dessí della malattia e della morte, allude talvolta a complessi rapporti familiari, lamenta la difficoltà di conciliare il lavoro letterario con la vita privata, confidando sempre nella comprensione, vicinanza e discrezione dell’amico, da cui spera aiuto anche per riuscire a capire il non sempre facile carattere di Enrico Falqui. In appendice al carteggio, adeguatamente annotato, viene riproposto un singolare inedito dal titolo I sogni di Dessí che la Manzini aveva realizzato per una trasmissione radiofonica degli anni 60 (l’Almanacco dei sogni). A chiudere il volume una preziosa antologia della critica dispersa, che raccoglie recensioni e saggi apparsi su quotidiani e riviste dedicati ai lavori della scrittrice.
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4

Hugo Fernando, Guerrero Sierra, Vega María Eugenia, and Acosta Castellanos Pedro Mauricio. Estudios sobre medio ambiente y sostenibilidad: una mirada desde Colombia. Universidad Santo Tomás, 2020. http://dx.doi.org/10.15332/dt.inv.2020.01695.

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Abstract:
La atención puesta por la comunidad internacional sobre los temas ambientales no constituye ninguna novedad; desde los años 70, han proliferado un sinnúmero de tratados, protocolos, acuerdos, cumbres, organismos e instituciones en la búsqueda de lograr acciones concertadas entre los Estados a fin de enfrentar una problemática global. Sin embargo, y ya bien entrado el siglo XXI, su falta de operatividad muestra la distancia que existe entre los objetivos propuestos por las distintas instancias y los instrumentos que posibilitarían al menos paliar parte del problema. Si bien son innegables los avances -muchos y variados, sobre todo en ciertas regiones del planeta-, los temas ambientales parecen haber caído en el campo de la retórica.
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5

López López, Andrés Felipe, Olga L. Larre Angélica, María Rodríguez Ortiz, Juan Camilo Hernández Rodríguez, César Augusto Guerra Villa, Danny A. J. Gómez Ramírez, Juan Pablo Cardona Buitrago, et al. Logos y filosofía. Temas y debates contemporáneos. Universidad San Buenaventura, 2020. http://dx.doi.org/10.21500/9789588474953.

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Abstract:
"Miguel García-Baró ha identificado en el desarrollo de la Filosofía tres navegaciones generales, y el sentido que le da a la expresión navegación filosófica es muy semejante al significado de las salidas del Quijote. La primera navegación es como la primera salida de don Quijote a las aventuras: sin escudero, sin dinero, sin haberse armado caballero, o sea, sin prevención alguna. En 99d del Fedón, Platón dice por boca de Sócrates que los pensadores habían navegado la primera vez como si pudieran tratar las cosas directamente, como si pudieran conducirse entre y con las cosas directamente, a fin de conocerlas. Pero esta confianza excesiva no resultó en conocerlas, sino en una crisis de incertidumbre que con el tiempo vendría a ser llamada escepticismo. No podía ser otro el desenlace si de la multitud de doctrinas incompatibles se afirma de todas ellas estar en la verdad. La segunda navegación de la Filosofía se ve germinal en Anaxímenes de Mileto, pero en Parménides y en Heráclito es ya un hecho consagrado. Consiste en la búsqueda de algo donde las cosas mismas se reflejen para no perecer ante la multitud de opiniones o ante un dogmatismo, ese algo fue el espejo del discurso, el Logos, el medio de la verdad donde se deja captar. El ser es estable, eterno, y este Logos nuestro que es el pensamiento, si acaso quiere aproximarse a la verdad, debe ser estable como el ser. Dos milenios de la Filosofía se han invertido en hacer del Logos, del juicio, el lugar primordial del conocimiento de la verdad; dos milenios y siga contando. Todavía cuando apareció la idea de una tercera navegación que descubra las formas más primitivas, elementales o remotas del conocimiento —en la persona de René Descartes—, el Logos o el juicio no perdió su lugar, pues esas formas remotas del conocimiento, precisamente, fueron buscadas para que nuestros juicios llegaran a esencias ideales. La primera navegación, primera salida de la Filosofía, consistió en el estudio de la naturaleza, incluyendo la búsqueda de un principio rector, tal y como se deja ver, por ejemplo, en Anaximandro de Mileto quien fuera el primero en escribir un tratado en prosa sobre los temas que, andado el tiempo, serían los de la Filosofía y de la ciencia, además de ser el primero en diseñar un mapa del mundo. La segunda navegación, que se emprende con el aprendizaje doloroso de los malogros de la primera, consiste en la teoría de la verdad, y como don Quijote, esta segunda salida no se realiza estando solo. La tercera se podría nombrar como teoría del conocimiento."
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6

Timmermann, Marybeth, trans. Introduction to Women Insist. University of Illinois Press, 2017. http://dx.doi.org/10.5406/illinois/9780252039003.003.0034.

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Abstract:
“Disruption, my sister …” This issue [of Les temps modernes] is presented with disruption in mind. The reader expecting to find here a methodical and complete account of women’s condition will be disappointed. We do not claim to denounce here all the injustices suffered by women, nor to draw up an exhaustive statement of their demands, and even less to propose a revolutionary tactic. We only hope to spark some unrest in people’s minds. The prevailing principle in gathering together these texts was that of freedom. We established no preconceived plan. Some women—a few of whom have even remained anonymous to us—spontaneously chose to speak about subjects that mean a lot to them, and we welcomed their writings. A radical refusal of women’s oppression was a priori a common feature among them. As a result, certain themes kept reappearing in the articles that we received, which allowed us to regroup them afterward into a small number of headings. Nevertheless there exist great differences between the articles and sometimes even contradictions. Feminist thought is far from monolithic; every woman in the struggle has her own motivations, perspectives, her singular experience, and she presents them to us in her own way....
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7

Repede, Doina. El español hablado en Sevilla Corpus PRESEEA-Sevilla. Vol III Hablantes de instrucción media. 2019th ed. Editorial Universidad de Sevilla, 2019. http://dx.doi.org/10.12795/9788447221936.

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Abstract:
Los textos que aquí se incluyen, correspondientes al nivel de instrucción media, cierran la publicación del corpus El español hablado en Sevilla. Corpus PRESEEA-Sevilla, iniciada con el volumen I dedicado al nivel de instrucción superior y el volumen II que recoge las transcripciones de las encuestas a hablantes de instrucción baja. Las 24 grabaciones que conforman estos materiales se han realizado entre 2009- 2018. Se trata de entrevistas semidirigidas en las que el entrevistador, a partir de una serie de temas generales -formas de tratamiento, descripción de la casa, del barrio, viajes realizados, fiestas, costumbres, etc.-, intenta mantener con el informante una conversación que se vaya acercando progresivamente a los registros más espontáneos1. Con este fin, el entrevistador procura no someter la conversación a un guion rígido, sino dar prioridad a los temas con los que el informante se siente más cómodo.
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8

As significações do texto coletivo no processo alfabetizador de jovens e adultos do Cedep/Paranoá e Itapoã – UnB. Editora Universidade de Brasília, 2020. http://dx.doi.org/10.26512/9786558460220.

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Abstract:
Este livro visa contribuir para uma práxis de alfabetização de jovens e adultos desde uma perspectiva histórico-cultural marxista, adotada pelo Grupo de ensino, pesquisa e extensão em educação popular e estudos filosóficos histórico culturais (Genpex), desde seu projeto original em fins da década de 1980, no Paranoá e Itapoã. Seu foco é sobre a formação, que se prefere nomear constituição, de alfabetizadoras/es e formadoras/es de alfabetizadoras/es, na atividade pedagógica de elaboração de texto coletivo em sala de aula, como parte de um processo alfabetizador mais amplo, que se dá nas etapas de planejamento coletivo, execução do planejamento e avaliação do trabalho executado. O objetivo deste trabalho é iluminar o processo de elaboração de texto coletivo com base nas significações que alfabetizandas, alfabetizadoras, estudantes e professoras/es universitários/as constroem sobre a atividade ao nela se engajar durante um determinado tempo. Para isso, foram realizadas entrevistas com essas/es atoras/es e procedidas análises coletivas em várias rodadas de leitura e interlocução sobre os textos transcritos. Como principais achados tem-se que o texto coletivo se constitui nas relações sociais de contradição (avanços e recuos, acordos e desacordos) nos vários ambientes educativos numa perspectiva dialógica-dialética-transformadora. Sua elaboração é, ao mesmo tempo, produto e procedimento metodológico. Possibilita o dessilenciamento das alfabetizandas, alfabetizadoras, dirigentes do movimento popular, professoras, estudantes e demais atoras/es. Assim, a ampliação da compreensão sobre o texto coletivo revela as várias fases do seu movimento de constituição e de seus desdobramentos no processo alfabetizador.
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9

Capparelli, Alberto. Fisicoquímica básica. Editorial de la Universidad Nacional de La Plata (EDULP), 2013. http://dx.doi.org/10.35537/10915/27875.

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Abstract:
El presente texto cubre los aspectos fundamentales de un curso básico de Fisicoquímica General para estudiantes de Ciencias Exactas (Química, Bioquímica, Biotecnología y Farmacia), Ingeniería Química y ciencias afines. Si bien existen textos de carácter general, el que se propone aquí está basado en más de 30 años de actividad docente desarrollada por el autor en el ámbito de la la UNLP en este campo de la química. El libro, como tal, cubre aspectos básicos y aplicados de la fisicoquímica general, tratando de orientar al estudiante en aquellos temas que presentan mayores dificultades en la comprensión de los conceptos que se enseñan como parte de un curso básico e introductorio de fisicoquímica. En este aspecto, este libro no cubre los capítulos de estructura molecular, espectroscopía, termodinámica estadística y fisicoquímica de superficies. Por lo tanto, el texto se sustenta sobre tres aspectos centrales: la descripción macroscópica de los fenómenos, el establecimiento de correlaciones entre los fenómenos observados así como la formulación de hipótesis, modelos y teorías para explicar los hechos experimentales. Se busca mostrar las limitaciones implícitas en los modelos, con el fin de establecer una dinámica entre lo que se observa y lo que se pretende describir en términos de los mismos. En el desarrollo de los temas, la ejercitación y la resolución de problemas está incluida explícitamente en el texto, enfatizando los aspectos en los cuales el estudiante presenta sistemáticamente mayores dificultades de comprensión de las ideas centrales. Aquellos temas que se fundamentan en herramientas más elaboradas, se presentan en forma de Anexos para no entorpecer el desarrollo de los aspectos más básicos.
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10

Investigación y desarrollo forestal en la pequeña propiedad Vol.2. INFOR, 2004. http://dx.doi.org/10.52904/20.500.12220/4796.

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Abstract:
El escenario de nuevos actores campesinos incorporándose al sector forestal, trae consigo la necesidad de informar y actualizar los conceptos y contenidos sobre los cuales se desarrolla actualmente la actividad forestal en el país. En este contexto se enmarcó el II Seminario de Investigación y Desarrollo Forestal en la Pequeña Propiedad, organizado por INFOR y Fundación Chile, y financiado por CORFO a través del proyecto "Sistema de Gestión Predial para el uso y conservación del recurso forestal en la pequeña y mediana propiedad de la precordillera andina desde la región del Maule a la Araucanía" y por FONDEF por medio del proyecto "Innovación tecnológica y comercial de productos forestales no madereros en Chile". A fin de difundir los contenidos y conceptos tratados en el seminario, este libro contiene in extenso los trabajos presentados al encuentro, divididos en tres grandes temas: Silvicultura, manejo y productividad de plantaciones forestales en pequeñas propiedades; Silvicultura, manejo y productividad de bosques naturales en manos de pequeños propietarios y Gestión y fomento forestal.
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Seoane Toimil, Inés, and Susana Lonigro, eds. Lazo social y procesos de subjetivación. Editorial de la Universidad Nacional de La Plata (EDULP), 2015. http://dx.doi.org/10.35537/10915/46807.

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Abstract:
El trabajo de esta obra representa una ocasión para transmitir un recorrido que desde hace más de 15 años un grupo de docentes investigadores venimos construyendo. Elegimos titularlo con lo que para nosotras significa una buena síntesis de temas que anudan los trazos de lo histórico-social y la constitución de los sujetos: lazo social y procesos de subjetivación. El título que ofrecemos es un sintagma definitivamente arbitrario que nos pone de cara al desafío de la transmisión de una enseñanza desde el psicoanálisis, en un espacio académico de formación de trabajadores sociales. Un lugar complejo que implica al mismo tiempo la apuesta de pensar en los modos de articulación de las intervenciones en el dominio del “para todos” sin perder de vista la singularidad del “cada uno”. Se trata de algún modo de poner en dialogo los conceptos propios de los procesos psíquicos y de los procesos sociales a fin de darle espesor a lo que entendemos por subjetividad, significante anclado siempre en el devenir de lo contemporáneo.
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Crisorio, Ricardo Luis, Ángela Liliana Rocha Bidegain, and Agustín Amílcar Lescano, eds. Ideas para pensar la educación del cuerpo. Editorial de la Universidad Nacional de La Plata (EDULP), 2015. http://dx.doi.org/10.35537/10915/46746.

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Abstract:
<i>Ideas para pensar la educación del cuerpo</i> es un libro compuesto, de algún modo extraño, irregular y, sin embargo, no necesariamente sin orden. Reúne un conjunto de artículos, ponencias, informes de investigación, extractos de tesis (producido en el tiempo discontinuo y a la vez progresivo de un programa de investigación) cuyo objeto común es el cuerpo y su educación en el marco de la enseñanza universitaria. Articula temas abstractos, teóricos, con problemas técnicos, instrumentales, reflexiones sobre las prácticas académicas en nuestro campo, sobre la materialidad, las prácticas y las políticas de los cuerpos, en fin, sobre un conjunto de problematizaciones que desde hace años Educación Física 5 y los equipos de investigación que sus integrantes conformamos vienen realizando. El libro procura cumplir, a la vez, una tarea democratizadora, en la medida en que intenta articular la producción de saber con su enseñanza y difusión, en este caso particularmente entre los estudiantes (pero no sólo entre ellos); trata de contagiar en ellos (pero no sólo en ellos) el deseo de elaborar ciencia, saber, no en un sentido reducido o especializado sino en el sentido más amplio; de desarrollar la actividad teórica; de estudiar profundamente su disciplina y empeñarse en la verdad.
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Espejel, Ileana. Resiliencia de socioecosistemas costeros. Universidad Nacional Autónoma de México, Instituto de Investigaciones Económicas, 2020. http://dx.doi.org/10.22201/iiec.9786073031523e.2020.

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Abstract:
En las zonas costeras coexisten procesos sociales y ecológicos, dinámicos en tiempo y espacio, que generan sistemas acoplados no lineales y anidados a diversas escalas llamados socioecosistemas. La capacidad de los socioecosistemas costeros de absorber disturbios, autoorganizarse y desarrollarse manteniendo su estructura básica esencial y las formas de funcionamiento y retroalimentación, es justamente la resiliencia, tema central del libro. Cada capítulo presenta los temas más debatidos en la literatura internacional para estudiar y aplicar los conceptos de resiliencia: la delimitación del socioecosistema costero, la identificación de la diversidad, intensidad y sinergia de los estresores, la medición de los umbrales, las interacciones entre escalas y la medición de sus trayectorias. En particular, se señalan los retos para México en términos conceptuales, metodológicos, de monitoreo, de interdisciplina y transdisciplina, así como de integración para vincular la investigación con el diseño de políticas públicas más adecuadas a la realidad actual y futura de los socioecosistemas costeros mexicanos. Uno de los grandes retos que aborda esta obra es identificar patrones que, sin perder la heterogeneidad y especificidad de cada socioecosistema, permitan comprender la resiliencia en los ámbitos local y regional con el fin de diseñar e implementar estrategias de comanejo adaptativo y políticas públicas a distintas escalas.
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Piana, Ricardo Sebastián. El Estado. Editorial de la Universidad Nacional de La Plata (EDULP), 2013. http://dx.doi.org/10.35537/10915/31675.

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Abstract:
Es muy común encontrar en la literatura de los últimos años interrogantes acerca del poder del Estado, su futuro y su capacidad de integración social así como de la compleja acción de gobierno. Se ha vuelto casi un leit motiv hablar de crisis, ocaso o más aún, del fin del Estado por la pérdida de poderes y funciones de los aparatos estatales. La descripción del Estado que predomina hoy es la de un Estado débil, que ha perdido irremediablemente su soberanía en medio de la sociedad compleja. No es la intención de este libro dar cuenta de cómo, con esas afirmaciones, se esconden posiciones antipolíticas o que pretenden desplazar o hacer compartir la decisión política con otros actores (sean éstos, el tercer sector, las empresas o la sociedad civil) que no responden a la lógica de la responsabilidad democrática de validar el ejercicio o la renovación del poder mediante elecciones periódicas libres. Resulta evidente que la producción de resultados justifica la existencia de cualquier institución pero ¿cuáles deben ser los “productos” en una institución pública?; ¿cuáles son los resultados esperados de un Estado, la institución pública más compleja de la modernidad? En términos más sencillos: ¿qué puedo esperar de un Estado?; ¿por qué y para qué existe esta forma política propia de la modernidad? Una pregunta tan sencilla no suele sino encontrar respuestas complejas y elípticas y orientadas al modelo Estatal legitimado pero ese modelo ha cambiado (y mucho) en los últimos dos siglos. Siendo el objetivo de esta publicación acercar los temas claves de la materia a los alumnos de grado, como parte del Programa Libros de Cátedra de la Editorial de la Universidad Nacional de La Plata, trataremos de exponer los problemas centrales de una forma directa sin que ello implique disminuir la necesaria profundidad de los diversos aspectos que debemos abordar. El lector más interesado podrá consultar la bibliografía citada, mucha de ella de libre disposición.
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Jimenez Arango, Mariana, María Sofia Luna Siachoque, and Francisco Calderon Ossa, eds. Revista La Cicuta. Edición conmemorativa: antología de textos. Universidad de los Andes, 2021. http://dx.doi.org/10.30778/2020.17.

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Abstract:
Una celebración del ejercicio filosófico. Con el fin de festejar la décima publicación de la revista La Cicuta, el comité editorial ha decidido seleccionar diez artículos, uno por cada edición, para ser compilados en un libro conmemorativo. Esta obra pretende dar cuenta de al menos una fracción de lo que ha sido, y espera continuar siendo, la revista. Inadvertidamente, este texto es una muestra del alcance del ejercicio filosófico. Una de las virtudes de la antología es que no cuenta con una unidad temática más allá de poder decir, vagamente, que tiene que ver con “filosofía”, pero en el barrido de problemas, autores y reflexiones que contienen estos artículos —a pesar de que existen muchísimos otros— se hace justicia a la riqueza de la “filosofía”, justamente por tratarse de un término en ocasiones tan difuso. En los textos compilados hay problemas que afectan nuestra cotidianidad, como la memoria, los prejuicios, la muerte, el feminismo, cuestionamientos sobre nuestra moral y la manera en la que pensamos, actuamos y sentimos. Asimismo, se abordan problemas clásicos de la filosofía sobre el lenguaje, la ética, la prudencia, la manera en que conocemos y tratamos al mundo y a los demás. Las aproximaciones a estos temas se enfocan en autores pertenecientes, en su mayoría, a los cánones tradicionales de la filosofía occidental, desde Grecia hasta nuestros días, así como también hay un artículo que rescata reflexiones filosóficas orientales. Como pieza de celebración de nuestra historia, el libro cuenta también con tres de nuestras editoriales, que se encadenan en una reflexión sobre el espíritu que impulsa a una publicación como La Cicuta. Adicionalmente, este espíritu se profundiza en el prólogo de Juan Guevara, uno de nuestros fundadores, que abre este volumen con una reflexión sobre lo que es hacer filosofía y lo que, como revista, queremos decir cuando decimos que somos una revista de filosofía
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Gonzalez, Ricardo Hugo, and Samuel Miranda Mattos. Intervenções não medicamentosas na promoção da saúde. Editora Amplla, 2021. http://dx.doi.org/10.51859/amplla.inm689.1121-0.

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Abstract:
Los conocimientos científicos y tecnológicos se encuentran en un constante estado de cambio. En un esfuerzo por comprender diferentes fenómenos relacionados a la salud y la educación miles de profesionales en el mundo trabajan de manera interdisciplinar y transdisciplinar con el único objetivo de contribuir a la sociedad con la búsqueda de la verdad o la solución de problemas. En la actualidad están apareciendo temas trascendentales y decisivos en la vida del ser humano a tal punto de ser considerados como piedra de toque de nuestra existencia como especie. Esta realidad abruma de interrogantes tanto al profesional experto como al estudiante. En este caso en particular muchas de las “grandes preguntas” que interesan a la humanidad han sido respondidas utilizando una metodología pertinente por este distinguido colectivo de autores. El objetivo de este texto radica en la comprensión de estrategias no medicamentosas desde una óptica novedosa y contemporánea. Con este fin se reseñan una serie de teorías, definiciones y conceptos relacionados a la salud y la educación. Queremos precisar sus contenidos temáticos como la música como factor socioemocional sobre el desenvolvimiento neurocognitivo, la terapia asistida por animales, el arte como recurso expresivo – terapéutico, las alternativas no medicamentosas para el manejo del miedo y la ansiedad, la gráfica cómica como tecnología preventiva e terapéutica anti obesidad, la intervención no medicamentosa para el tratamiento del asma, el autocuidado de las plantas nativas, el arte como recurso expresivo-terapéutico y sus interfaces con las prácticas Integrativas y complementarias, la alimentación y el ayurveda, la mini guía de prácticas profesionales inclusivas para personas que viven con obesidad, por último y no menos importante el ejercicio terapéutico como analgésico. Después de haber revisado el libro exhaustivamente se pone en relieve tres aspectos fundamentales. Primero; la amplia gama de estrategias no medicamentosas de carácter bioenergético, segundo; la rigurosidad metodológica (método, resultados y conclusiones) utilizando como base la información actualizada y tercero; una notable profundidad en el estado del arte. Por todo lo expuesto, solo queda felicitar y abrazar la esperanza de un futuro mejor que persiguen los autores a través de esta publicación y por su puesto recomendar este libro a estudiantes y profesionales que desean profundizar sus conocimientos en esta área.
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Núñez, Paula Gabriela. Distancias entre la ecología y la praxis ambiental. Editorial de la Universidad Nacional de La Plata (EDULP), 2011. http://dx.doi.org/10.35537/10915/27586.

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Abstract:
Dado que el problema que quiero tratar involucra una exhaustiva reflexión sobre la utilización (o la relación con) del entorno o la naturaleza, sigo un camino que parte de revisar la ecología como disciplina científica, y su articulación (o no) con los movimientos ambientalistas para, desde estos sitios de acción, investigar y movilizar, avanzando sobre los temas que en ambos casos subyacen como problema, y que no terminan de explorarse desde las perspectivas habitualmente aceptadas. Indago, así, la tradición occidental de pensamiento en cuanto a los supuestos jerarquizantes se refiere, a fin de mostrar los modos en que históricamente se han edificado, tanto las prácticas en relación al uso del medioambiente (criticadas por los ambientalismos), como la producción del conocimiento científico, entendido como base legítima del saber reconocido en nuestras sociedades. Aún cuando haga mención a formas de vida no-humanas o a culturas ajenas a la tradición moderna, dirijo el foco de mi reflexión a las promesas incumplidas de la modernidad occidental, desde una perspectiva a-moderna (tal como la denomina Bruno Latour), quien revisa las expectativas de progreso a la luz de tales proyectos inconclusos. A partir de estos desarrollos inacabados reviso, entonces, las experiencias de los «perdedores» del desarrollo moderno; es decir, de los sujetos que plantean resistencias y alternativas. Indago esas resistencias, no tanto a la luz de las desigualdades económicas sino, sobre todo, desde las falencias de reconocimiento. A fin de echar luz sobre los aspectos que permitan repensar las prácticas, avanzo con el interés de entender cómo la desigualdad social y la reproducción de esa desigualdad en las prácticas cotidianas, no son independientes de los problemas ambientales. Pongo en evidencia que el modo en que se ha edificado el saber occidental, sustentado en jerarquías que implican diversos ejercicios de dominio, ha llevado a pensar a la sociedad y a la naturaleza como ámbitos aislados o independientes, pero siempre igualmente jerárquicos. Dado este modo de considerar el mundo –presente también en el contexto de globalización actual– la reducción del medioambiente al concepto de recurso es cada vez más profunda. Por eso, tomo como guía el análisis de la problemática dualidad sociedad-naturaleza sobre la que se construyó el pensamiento y la praxis moderna. La escisión antagónica y excluyente de ambos conceptos se asocia a la idea del hombre como el ser de máximo desarrollo, cuya portación de razón permitiría justificar su dominio sobre todo lo no-humano, fundamento último de evaluación de lo nonatural como «diferente» en términos peyorativos o inferiorizantes. Como muestro en este libro, no solo de eso se trata. Por tanto, exploro especialmente el modo en que históricamente se consideró «lo natural» como dependiente y concebido con potencialidades que solo lograría desarrollar en caso de que un ser racional lo dominara. En este orden de cosas, aún en el ámbito humano, los pueblos no-occidentales, los sectores económicos menos privilegiados y la población femenina, fueron algunos de los grupos que quedaron asociados necesariamente a la idea de naturaleza. Dentro de ese marco, examino con especial interés la situación femenina y el peso fundante de la metáfora que liga a la mujer a la naturaleza, no solo para dar cuenta de un problema sectorizado, sino para profundizar en el análisis de la constitución de las formas de dominio y la búsqueda de alternativas. Las mujeres –como oportunamente lo señala la australiana Val Plumwood–, parecemos estar mejor colocadas para examinar y resolver ese antiguo dualismo: podemos hablar y razonar desde la posición de –y en solidaridad con– los que han sido considerados como «la naturaleza». Ese es, en definitiva, el objetivo central de este libro.
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Plan Estratégico de la Organización Panamericana de la Salud 2020-2025: La equidad, el corazón de la salud. Organización Panamericana de la Salud, 2020. http://dx.doi.org/10.37774/9789275373613.

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Abstract:
En el Plan Estratégico de la Organización Panamericana de la Salud (OPS) se establece la orientación estratégica de la Organización, sobre la base de las prioridades colectivas de los Estados Miembros, y se especifican los resultados que deberán lograrse en el ámbito de la salud pública en el período 2020-2025. En el plan se fija el compromiso conjunto de los Estados Miembros de la OPS y la Oficina Sanitaria Panamericana (la OSP o la Oficina) para los próximos seis años. Los Estados Miembros de la OPS han dejado en claro que el Plan Estratégico es el principal instrumento para ejecutar la Agenda de Salud Sostenible para las Américas 2018-2030 (ASSA2030) y, por lo tanto, para alcanzar los Objetivos de Desarrollo Sostenible (ODS) relacionados con la salud en la Región de las Américas. Las once metas de ASSA2030 constituyen los objetivos a nivel del impacto de este plan. Bajo el tema La equidad, el corazón de la salud, este plan procura catalizar los esfuerzos en los Estados Miembros para reducir las inequidades en materia de salud entre los países y los territorios y dentro de ellos, a fin de mejorar los resultados en materia de salud. En el plan se señalan medidas específicas para abordar la desigualdad en la salud, incluidas las recomendadas de la Comisión sobre Equidad y Desigualdades en Salud en las Américas, y se sigue la orientación de la Comisión de Alto Nivel para la Salud Universal. El enfoque que se adopta en este plan para abordar los determinantes de la salud incluye cuatro temas transversales clave: la equidad, el género, la etnicidad y los derechos humanos. Para abordar los determinantes sociales, en el Plan Estratégico no solo se hace hincapié en un enfoque multisectorial integrado, sino que además se aplican estrategias de salud pública basadas en la evidencia, como la promoción de la salud, el enfoque de atención primaria de salud y la protección social en la salud. Además de abordar directamente las prioridades regionales establecidas en la ASSA2030, este plan está en consonancia con el 13.o Programa General de Trabajo (13.º PGT) de la Organización Mundial de la Salud (OMS) y con otros mandatos regionales y mundiales en vigor durante el período de planificación.
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Sepúlveda, Jovanny, ed. Investigación y tendencias en educación e ingeniería. CUA - Medellin, 2020. http://dx.doi.org/10.52441/ing202004.

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Abstract:
Los lectores de este libro, resultado de investigación, encontrarán un acercamiento a la aplicación del conocimiento en ciencias básicas, ingeniería y su impacto en las comunidades. Este texto compila diversas experiencias investigativas alrededor de temas de interés como son: investigación, innovación y gestión del conocimiento como las principales herramientas utilizadas para abordar las diversas temáticas que propenden por una puesta en práctica del conocimiento sobre el desarrollo sostenible y sus propios desafíos. La investigación es uno de los pilares de este libro, y como en la universidad, constituye un valor fuerte en el desarrollo educativo de la comunidad, ya que es en los procesos investigativos donde se forma nuevo conocimiento haciendo uso de herramientas conceptuales, por lo que es una práctica importante que, como sociedad, se debe promover pues fenómenos como la globalización han acrecentado la importancia de los profesionales investigadores, ya que son estos los que ayudan a mejorar la calidad de los procesos dentro de las disciplinas y los encargados de gestionar su innovación (Peña, 2014). En el libro, entonces, se articulan investigaciones alrededor de temas como la influencia de las ciencias básicas en la resolución de problemas, el uso de las tecnologías de la información y la comunicación (TIC), las tendencias tecnológicas para el desarrollo sostenible en varios sectores, diseño de sistemas, metodologías aplicadas en el desarrollo empresarial y evaluación de propiedades de los materiales. Todo esto bajo la premisa de la investigación como herramienta para el progreso del contexto social. En este contexto se presentan, entonces, algunos estudios dirigidos al entendimiento del comportamiento de sistemas, sus propiedades y aplicaciones en la industria. Por un lado, se muestra el estudio de la viscosidad y la conductividad de líquidos iónicos observando propiedades baja volatilidad y un gran rango de temperaturas que permite que sean una importante alternativa para su uso como disolventes en la industria química, así como en dispositivos (como baterías) dando paso a más investigaciones por hacer en este campo. Por otro lado, se puede encontrar con el desarrollo de un sistema de reciclaje de papel y cartón para el desarrollo de productos de uso general, lo que constituye no solo una propuesta de negocio, sino una alternativa para el desarrollo sostenible, un tema de gran impacto bajo un periodo enfocado en el cumplimiento de los objetivos de desarrollo sostenible (ODS), donde se hace aprovechamiento de residuos sólidos. Y asociado a la óptima toma de decisiones para el diseño, control y mejora de un entorno productivo, se estudia una metodología llamada valor-minuto que consta de definir, clasificar y consolidar todos los costos de una empresa, proceso o actividad con el fin de calcular el valor por minuto para así tener la opción de tomar mejores decisiones en los movimientos de las compañías en un mercado competitivo y cambiante. En los últimos años, un tema de gran relevancia ha sido el uso de las TIC como herramienta, no solo informática sino para la integración de saberes y experiencias en diversos temas y situaciones, ofreciendo condiciones donde el usuario desarrolle capacidades creativas, innovadoras y críticas (Delgado et al., 2009). En el entorno educativo se hace una aproximación del uso de la teoría de las situaciones didácticas que permite integrar el uso del software y el hardware, como el programa Geogebra, en las aulas para el aprendizaje de asignaturas de matemáticas que son de gran importancia en cursos de ingeniería. Otro caso abordado trae el uso de la tecnología de realidad aumentada (RA) como una herramienta usada para la apropiación de la comunidad del patrimonio cultural e histórico que posee y su importancia dentro de la ciudad. En específico se hace el ejercicio investigativo aplicado al desarrollo de una aplicación de realidad aumentada a la Plaza Cisneros en Medellín para reactivar la enseñanza del patrimonio histórico del lugar. Una herramienta utilizada también de manera usual en los ejercicios experimentales, sobre todo para el estudio y discusión de las tendencias tecnológicas e investigativas, es la bibliometría, la cual permite estudiar la naturaleza y el curso de una disciplina a través de las publicaciones e información que se encuentre de ella y que lo hace bajo tres aspectos: actividad, productividad y progreso científico (Sancho, 2002). Se abordan análisis bibliométricos hechos desde el desarrollo sostenible y la innovación. Si bien se estudian las tendencias de ecoinnovación en el sector de la construcción que ayuda a determinar las rutas de investigación y de las tecnologías aplicadas a este sector, dejando clara la importancia del entendimiento del impacto ambiental del uso de los recursos y energía en el desarrollo constructivo, así como la integración de materiales naturales en los diferentes procesos. Así mismo, se tiene un análisis a la evolución de las tecnologías utilizadas para la sostenibilidad energética, siendo este un gran tema de interés pues involucra al sector residencial y al industrial dentro de sus propios niveles de demanda energética. Por último, la educación ingenieril es un tema que ha cobrado cada vez más importancia, por lo que se han estudiado enfoques asociados a las habilidades matemáticas e ingenieriles. Directamente relacionada se encuentra un estudio sobre el enfoque STEM como herramienta educativa e integradora de las ciencias básicas, tecnología, ingeniería y matemáticas (por sus siglas en inglés) esto dado a la necesidad de formar a profesionales capaces de enfrentarse a los retos del mañana. Bajo esta misma línea, se puede encontrar el estudio de la implementación de proyectos en aula, una propuesta educativa en la que se aplica la física dentro de la solución de problemas para el mejor entendimiento teórico enseñado. Esta propuesta gira alrededor de la pregunta de muchos estudiantes de ingeniería, ¿y esto para que me sirve?, que se vuelve común en las aulas de clase. Así pues, ambos estudios se enfocan a la población objetivo de estudiantes de ingeniería y los retos de formación que tiene la academia y los docentes para un mayor aporte económico y social de los futuros ingenieros.
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Sepúlveda, Jovanny. Emociones y liderazgo en el desempeño laboral y el emprendimiento. CUA - Medellin, 2020. http://dx.doi.org/10.52441/ciadcon202003.

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Abstract:
Es un enorme agrado presentar esta obra, producto de las disertaciones de expertos en áreas de ingeniería, humanidades y ciencias sociales, ciencias económicas, administrativas y contables, pedagogía, neuropsicología, comportamiento y aprendizaje; quienes de forma magistral han concentrado constructos de forma interdisciplinar para generar conocimiento de vanguardia aplicado a dichas áreas. Además de apreciar el trabajo de esta compilación, debo precisar que el mismo proporciona información sucinta de un sinnúmero de acontecimientos del quehacer organizacional, lo que permite al lector y lo invita a transitar en temas como el estrés y la depresión que afectan el estado de ánimo a profesores universitarios de la ciudad de Medellín, aportando estrategias claras para el mejoramiento del desempeño académico, la calidad de vida y la productividad de dicho grupo de estudio. También deja evidencia de cómo la telemedicina y la telepsicología se pueden convertir en estrategias útiles para prevenir y tratar las conductas depresivas que afectan al público en general, lo cual impacta en el desempeño laboral, en especial en momentos de crisis. En este momento de pandemia por Covid-19, algunos discursos dejan entrever la necesidad de definir el rol que espera el mundo de sus líderes, desde actuar con una perspectiva humana hasta guiar participativamente en la reconfiguración del mundo globalizado con responsabilidad social e invita a que los líderes que guían las instituciones de educación superior (IES), actúen con probidad y mantengan un acercamiento con sus egresados, a fin de construir con una mirada colectiva los cambios que el sector educativo demanda actualmente. Dicha demanda ha puesto foco en la prioridad que se tiene acerca de las competencias digitales, especialmente en los docentes universitarios, y cómo estos deben ser motivados para que impacten de manera positiva en los indicadores de desempeño laboral; ya que han tenido que responder de manera emergente con la llegada del Covid-19 al mundo. Por otro lado, han dejado evidencia acerca de cómo algunas empresas han incursionado en la construcción de plataformas que facilitan el quehacer docente, herramientas que apoyan las competencias funcionales del docente y, a su vez, ayudan a mitigar el síndrome de Burnout en los principales actores del ecosistema educativo. Se exhibe otro discurso sobre las formas poco equitativas e igualitarias a la que la comunidad LGBTI se ha visto enfrentada a la hora de buscar empleo en Medellín, discurso que pretende dejar prueba de las razones por las cuales la comunidad LGBTI sufre discriminación y es vulnerada. En cuanto a características grupales, la generación “Y” o generación millennials, no escaparon de la mirada investigativa, y se les relacionaron sus características neurocognitivas con la capacidad para el diseño, ejecución y seguimiento de los procesos empresariales a pesar de su inestabilidad laboral, la cual suma de manera importante al indicador rotación de personal de las organizaciones. En otro contexto, y no menos importante, se da prueba de las implicaciones legales negativas y los efectos en la consecución de recursos monetarios que una microempresa puede encarar por la no adopción de las normas internacionales de información financiera (NIIF), así como de los desaciertos que las empresas en general pueden tener por no conocer los procedimientos de internacionalización y de acompañamiento que debe seguir cuando deciden exportar y crecer. Además de su sencillez, la obra permite que los lectores sin conocimientos específicos del tema puedan comprender sin mayores dificultades cómo pueden articular una serie de sugerencias, competencias, habilidades, procesos y tecnologías en sus organizaciones. Agradezco el espacio para compartir con los lectores mi sentir de la obra y poder recomendarla.
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Hernández Correa, Gerardo. Marco legal del Banco de la República - Banco central de Colombia. Banco de la República de Colombia, 2021. http://dx.doi.org/10.32468/ebook.664-424-2.

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Abstract:
En Colombia es difícil ponerse de acuerdo sobre algo; sin embargo, en la Asamblea Nacional Constituyente hubo consenso entre los participantes de distintas ideologías y partidos sobre la bondad de reformar de manera integral al Banco de la República y convertirlo en un banco central independiente. La historia del debate constitucional está recogida en las distintas ponencias y discusiones de la Constituyente de 1991 y en un número importante de trabajos académicos que son material indispensable para los interesados en los temas de la banca central. De estos textos se destaca el libro La autonomía del Banco de la República: economía política de la reforma, editado por Roberto Steiner (1995), en donde los protagonistas de la reforma analizan las principales discusiones y conflictos que se presentaron en el marco de la constituyente y los acuerdos que se fueron formando para la transformación del Banco de la República. Igualmente relevante los artículos “Autonomía del Banco de la República en la Constitución de 1991 y en la Ley 31 de 1992” de Alberto Boada, Carolina Gómez y Marcela Ocampo (2017) y “El debate sobre la banca central en la constituyente de 1991” de Rudolf Hommes y José Elías Melo (2017) que hacen parte del libro Historia del Banco de la República: 1923-2015. En estos trabajos se presenta un análisis sistemático de la reforma y la visión, muy particular, de quienes participaron en nombre del gobierno Gaviria en las discusiones de la Asamblea Nacional Constituyente. Con el paso de los años también hay consenso sobre el importante rol que ha desempeñado el Banco de la República y su Junta Directiva como autoridad monetaria, cambiaria y crediticia, en el adecuado manejo de la economía nacional. Crisis profundas como la de fin de siglo, la que se desató en el mundo con la quiebra de Lehman Brothers o la más reciente, producto de la pandemia del Covid-19, han puesto a prueba el marco institucional establecido en 1991. En todas ellas la respuesta del banco central ha seguido el carácter técnico que le impuso la Carta Política. Este texto no profundiza en lo sucedido en la constituyente, sino que se centra en la forma como la ley reguló el nuevo esquema de banca central independiente y el papel preponderante que ha tenido la jurisprudencia de la Corte Constitucional. Las decisiones, en su mayoría, han respaldado el marco institucional adoptado por la Ley 31 de 1991, lo que ha permitido a la Junta Directiva cumplir con su mandato de preservar la capacidad adquisitiva de la moneda en coordinación con la política económica general. La idea de esta obra surgió como una actualización del libro “La Banca Central en Colombia” editada por el Banco de la República en 1994 y que tenía en su portada un billete de diez pesos con la figura de Antonio Nariño. Sin embargo el texto derivó en comentarios a la Ley 31 de 1992 y al Decreto 2520 de 1993 (Estatutos del Banco) que constituyen el marco legal de funcionamiento del banco central. Los comentarios se apoyan en las discusiones en el Congreso previas a la aprobación de la Ley 31, en los fallos de las distintas cortes y en mi experiencia como secretario de la Junta, gerente ejecutivo y, recientemente, como miembro de la Junta del Banco. Las opiniones, naturalmente, no comprometen al Banco de la República ni a su Junta Directiva y son de mi exclusiva responsabilidad. Agradezco a la Secretaría de la Junta Directiva y al Departamento Jurídico por su colaboración permanente, en especial a Alberto Boada Ortiz, actual secretario, y a los distintos abogados que seguramente reconocerán ideas discutidas con ellos en distintas épocas del Banco. También, a Consuelo Páez que, con su insistencia, logró llevar a feliz término este libro y a Natalia y Juana que, en medio del confinamiento obligatorio del Covid-19, me animaron a seguir adelante con el proyecto.
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Avances de investigación y vinculación UF 2021. ACVENISPROH EDICONES, 2021. http://dx.doi.org/10.47606/lib004.

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Abstract:
Este libro, surge en el preciso momento en que la humanidad atraviesa una gran adversidad; una pandemia, producto del covid-19, nos obligó a readaptarnos y a entender que la vida no se detiene: se reinventa de manera permanente, en sintonía con el universo. Es, precisamente, lo que muchos autores de la gestión organizacional ponen de manifiesto: La capacidad de una organización de reinventarse y adaptarse a la circunstancia del entorno. Esta publicación del Instituto Superior Universitario de Formación -UF-, es evidencia de ello. En medio de esta adversidad pandémica, se reinventa, y afronta el escenario universal desde su contribución a la academia; con el aporte de estas experiencias investigativas, con un discurso amigable y en procura de sensibilizar al lector en la apropiación de los conceptos abordados desde la reflexión y el discurso científico. Como resultado de ello, nos presentan este libro titulado: La investigación en el ámbito organizacional, donde nos presentan VI capítulos y en cada uno de ellos, se explora sobre conceptos que impactan en la empresa moderna (en todos sus tamaños), haciendo énfasis en el emprendimiento, como una figura que emerge dentro del panorama económico mundial. En el capítulo I, denominado: La educación inclusiva: una visión desde el docente investigador; se asume que la educación inclusiva es uno de los grandes avances de la educación del siglo XXI, y los docentes dentro de su rol como investigador han desempañado un rol invaluable. Sin embargo, en la práctica siguen existiendo algunas interrogantes acerca de la realidad que se presenta en las aulas de clase, cuando se trata de mediar procesos de educación inclusiva. Es por ello que, el objetivo de este capítulo es analizar la educación inclusiva desde la visión del docente investigador. Esto permitió a los autores concluir que, sin lugar a dudas, la realidad actual requiere de un modelo de educación inclusiva donde el rol del docente investigar es fundamental para garantizar a todos los niños, niñas, jóvenes y adultos, una educación de calidad. Sin que sean excluidos por razones de la raza, condición social, cultura o religión. De la misma manera, el capítulo II: Seguridad y prevención de riesgos empresariales: Fundamentos e importancia, ofrece evidencia que el factor humano dentro de las organizaciones empresariales es un elemento indispensable para su funcionamiento, por lo que estas organizaciones deben velar por ofrecer un clima laboral estable y con posibilidades de crecimiento profesional y personal para sus trabajadores, además de ofrecer las condiciones que permita a su talento humano ejercer sus funciones bajo las medidas adecuadas en prevención de riesgos. Es por ello, que los autores describen los fundamentos básicos recomendados para asegurar la seguridad y prevención de riesgos que toda organización empresarial debe tener como política de funcionamiento. Desde este contexto, en el capítulo III, titulado: El emprendedor: Una aproximación teórica; los autores expresan que cada emprendedor debe desarrollar habilidades y competencias que vayan a correspondencia al éxito de su emprendimiento. Sin lugar a duda, estas cualidades no son innatas, pero se van aprehendiendo y desarrollando en el transcurso de la curva de aprendizaje de esta experiencia. Se infiere que un emprendedor es aquel que cuenta con la virtud de detectar y manejar problemas y oportunidades mediante el aprovechamiento de sus capacidades y los recursos a su alcance. Son líderes soñadores con talentos, habilidades y destrezas que desarrollan asertivamente para alcanzar sus sueños en el campo empresarial. Un emprendedor debe tener la capacidad de exploración, desarrollar un pensamiento emprendedor, actúa sobre el medio para cambiarlo, tener la habilidad para la resolución de problemas e iniciativa propia. Todas estas ideas son, en el momento actual, aún más vigentes. 2 Volver índice general El capítulo IV, Ciencias administrativas y el rol del docente investigador en la educación superior; explora la relación manifiesta del docente en su rol de investigador en las disciplinas de carácter administrativo. En este sentido, la investigación es el medio para abordar dichos cambios y convertirlos en oportunidades y alternativas de éxito y progreso en el campo de la administración. Por tanto, es fundamental promover el desarrollo efectivo del rol del docente como investigador en la universidad. El docente universitario debe preocuparse por desarrollar competencias, habilidades, actitudes necesarias para formarse en su rol como investigador, a fin de promover estas competencias en sus educandos. Además, debe ser capaz de abordar el contexto educativo como una realidad dinámica y en constante transformación, en sintonía con el entorno. En el capítulo V, donde se explora al Plan operativo, como herramienta para la gestión organizacional; se destaca a este mecanismo gerencial como una herramienta que permite coadyuvar al control, evaluación y seguimiento óptimo de las acciones y actividades que conllevan a la gestión organizacional; porque permite evaluar el progreso de las metas de la organización y de la calidad de los productos. De esta manera, el plan operativo vendría a constituirse en un documento donde se especifican, por escrito, cuáles serán los pasos a seguir por la empresa y las acciones que deberán desempeñar cada uno de los involucrados en los procesos para alcanzar la meta planteada al final de cada etapa. Esto quiere decir que el Plan Operativo es una referencia significativa que se adapta, además, en correspondencia al entorno organizacional. Finalmente, el capítulo VI, La investigación y el diseño gráfico: una convergencia productiva; diserta sobre una relación importante del abordaje científico y su aplicabilidad en una disciplina académica reciente, como lo es el diseño gráfico. Ello, permitirá a los cursantes de esta carrera encontrar soluciones, desde la metódica investigativa, a los problemas y situaciones por mejorar que se enfrentan durante su ejercicio profesional. Así pues, se asume que la iniciativa investigativa es pertinente y relevante en la formación del diseñador gráfico y en su quehacer profesional, ya que permite perfeccionar técnicas y desarrollar nuevos conocimientos, desde lo meramente estético hacia la calidad de su trabajo como profesional del diseño en sintonía con los objetivos comunicacionales de la organización. Cada uno de estos capítulos, aporta una aproximación teórica sobre cada uno de los temas abordados, demostrando que la investigación es un eje trasversal en el área organizacional ya que, gracias a ella, se puede configurar información confiable que sirve como base para la toma de decisiones y edificar alternativas de mejoras en pro, tanto de los trabajadores como de las organizaciones. Este libro brinda a los lectores, elementos, características y estrategias aplicables dentro de las organizaciones con el fin de contribuir al crecimiento y éxito profesional, aún más a la figura del emprendedor, tan vigente en el momento actual de la humanidad.
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Sepúlveda, Jovanny, ed. La independencia judicial y las reformas a la justicia. CUA - Medellín, 2017. http://dx.doi.org/10.52441/der201701.

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La región asiste a una constante sucesión de reformas procesales, producto de la irrefutable insatisfacción de la sociedad con sus sistemas de enjuiciamiento. De entre las múltiples preocupaciones que vienen aparejadas con esos movimientos reformistas destaca aquella por la independencia judicial, un tópico de indagación multidisciplinar: desde la ciencia política a la ciencia jurídica, desde la teoría del Estado a la teoría constitucional y, por cierto, a la teoría procesal. La propia conceptualización de la independencia judicial no es unívoca y, así, los acentos aparecen en distintos aspectos. Una mirada recurrente y tradicional apunta al marco institucional: la independencia judicial se asocia al “autogobierno”, a la “autonomía” e, incluso, a la “autarquía financiera”. En un sentido casi contraintuitivo, se define la independencia judicial como la “sumisión exclusiva a la ley” y, coherentemente, como la no sumisión a tribunales superiores, a otro poder ni a entidad o persona alguna; en suma, a la ausencia de subordinación jerárquica. Al fin, se pensará el deber de independencia de los jueces como correlato del derecho de los ciudadanos a ser juzgados desde el sistema jurídico y no desde parámetros extrajurídicos del sistema social (moral, política, economía, preferencias sociales, modas, entre otros. Con acierto, el compilador del libro que comentamos instala el tema en un tiempo en el que se pretende abrir los espacios para la solución jurídica de los conflictos más allá de las fronteras del proceso judicial. Desde ese punto de partida se puede valorar que la obra cuenta con investigaciones generales sobre la independencia judicial, pero también se amplían las referencias procesales a cuestiones vinculadas a medios alternativos de solución de conflictos, en particular la conciliación y el arbitraje. Entre los trabajos generales, los profesores Diana Ramírez Carvajal y Michele Taruffo —quienes conciben al derecho como un fenómeno en la cultura— tratan las relaciones entre los principios de independencia e imparcialidad, frente a los desafíos que se presentan a la labor judicial en este tiempo, y en particular en Colombia. Dentro de los diversos tópicos que señalan los autores, merece especial atención el acertado tratamiento del tema sobrelos efectos que la falta de independencia del vértice de la pirámide judicial produce en la función de todos los jueces. Por su parte el magistrado y docente Danilo Rojas Betancourth expone un metódico trabajo para aclarar las connotaciones del concepto de independencia judicial en el derecho. Destaca la necesidad de entenderlo dando prevalencia a su enfoque como derecho humano, “tanto como exigencia de los jueces mismos, como de los ciudadanos en aras de justicia”. Las profesoras Luz Amparo Granada de Espinal y Catalina Merino Martínez se hacen cargo de unos de los temas de mayor impacto en la adjudicación judicial en el derecho continental: los casos en los que la decisión implica asumir una colisión de principios. La profesora María del Socorro Rueda Fonseca, mediante un sugerente título “El proceso entre las cuerdas”, elabora un análisis comparado del sistema oral y del sistema escrito de la jurisdicción ordinaria colombiana, denunciando que las reformas judiciales que han previsto reducir los niveles de congestión no cumplen sus objetivos. Martha Eugenia Lezcano Miranda trata sobre los retos que para la justicia tiene el fortalecimiento de los medios alternativos de solución de conflictos y las jurisdicciones equivalentes, no solo en Colombia sino en otros países latinoamericanos. Entre sus propuestas cabe resaltar la de fomentar una sólida formación de los jueces en ese ámbito. El tema del arbitraje es desarrollado en varios trabajos. Laura Carballo Piñeiro muestra lo que a su entender son las insuficiencias de los arbitrajes colectivos en la experiencia española. Ana Luiza Nery no solo presenta un pormenorizado análisis conceptual del arbitraje colectivo sino que además especifica los impactos institucionales que este puede ocasionar en el sistema jurídico brasileño. A su vez Cindy Charlotte Reyes Sinisterra muestra los retos que tiene el árbitro de inversión en el posconflicto en Colombia: ¿pueden invocarse los acuerdos de paz como eximentes del cumplimiento de las obligaciones asumidas por el Estado en un Tratado Bilateral de Inversión? El tema de los Mecanismos Alternativos de Solución de Conflictos (quizás una de las cuestiones más relevantes para la cultura actual), lo desarrollan Adriana Patricia Arboleda López, Luis Fernando Garcés Giraldo, Eduardo Murillo Bocanegra, Astelio Silvera Sarmiento, Jovany Sepúlveda Aguirre y Dany Esteban Gallego Quiceno en el ámbito de la conciliación extrajudicial, con el marcado objetivo de reconocerlo como un mecanismo gratuito, rápido y eficaz para la solución de conflictos jurídicos. Joan Picó i Junoy elabora algunas reflexiones sobre la independencia de los peritos judiciales, aproximándose a las diferencias entre la independencia y la imparcialidad judicial y el interrogante sobre si estas deben cobijar a los peritos judiciales de la misma manera como lo hacen con los jueces. Por último, Darío Alejandro Rojas Araque describe los avances que para el proceso de nulidad matrimonial trajo aparejada la reforma procesal del Papa Francisco de 2015, recortando no solo el tiempo del proceso, sino sus costos económicos. En suma, desde mi propia perspectiva de magistrado y profesor universitario, preocupado por la indagación acerca de mi tarea como juez, me complace destacar la profundidad, solvencia y variedad de estos aportes que, sin duda, contribuirán a reflexionar sobre varios de sus aspectos sobresalientes: la solución pacífica de los conflictos de los ciudadanos, las condiciones de la adjudicación de los derechos (sobre todo, la “independencia judicial”) y la propuesta de otras vías adecuadas que colaboran a la efectividad del acceso a justicia.
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Arce Narváez, Gloria Cristina. Polifonías narrativas en el Acuerdo Final de Paz. Un análisis sociocrítico del discurso. Universidad Libre Sede Principal, 2020. http://dx.doi.org/10.18041/978-958-5578-51-7.

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Abstract:
ste libro es el resultado del encuentro de varias voces que decidieron pensar y repensar la historia del país y el acontecimiento más importante que en ella se dio: el Acuerdo de Paz entre el Gobierno colombiano y la guerrilla más antigua del mundo, las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia. Dicho encuentro surge de los debates internos del grupo de Investigación Educativa y Desarrollo Pedagógico en Ingeniería y el Centro de Escritura, para fortalecer las líneas de investigación de la Facultad de Ingeniería de la Universidad Libre de Colombia, no solo en un aspecto puramente teórico, sino desde la posibilidad de profundizar en rutas metodológicas que permitan reflexionar sobre el devenir contemporáneo del país y, a la vez, comprender que la ingeniería también aporta a la reflexiones sociales y políticas de la nación. Así, el presente libro es resultado del proyecto de investigación Creación del Centro de Escritura y del trabajo con el semillero Alas Escritas, financiado por la institución para el periodo 2017-2021. Desde allí, aparece la propuesta de generar bisagras conceptuales y metodológicas desde las múltiples corrientes de pensamiento y escuelas epistemológicas que confluyen entre los miembros del grupo de investigación y apoyar el ejercicio con invitados externos expertos en la temática y en los métodos de investigación para la implementación del proyecto. De esta suerte, el libro corresponde a muchas voces, unas melódicas y otras disonantes, pero todas ellas necesarias para complejizar el intento de análisis del Acuerdo de Paz. De este modo, el libro presenta cuatro voces. La primera de estas, “Una historia y un camino por repensar”, propone una historicidad del proceso de paz, los avatares que presentó, el hermetismo que evidenciaron los diálogos y las profundas diferencias entre los negociadores; también los momentos difíciles en los que ambas partes pensaron que el acuerdo iba a fracasar. Pero todo ello no es sino la muestra de lo que significó y aún significa para el país el fin del conflicto armado y el inicio de la implementación de los acuerdos. Esta primera voz no es más que el recorrido histórico de la negociación y su importancia para dar paso al Acuerdo de Paz. La segunda voz, denominada “Una visión”, representa la proyección del acuerdo y su implementación en los sujetos que deben ser visibilizados como resultado del Acuerdo de Paz, quienes en la teoría decolonial o poscolonial se conocen como los sujetos subalternos, aquellos que en el trascurso de la guerra pasaron inadvertidos y constituyen el grueso de las víctimas del conflicto; son ellos los protagonistas de esta voz, quienes a pesar de algunos ejercicios de autonomía, autodeterminación o antagonismo, hoy todavía reclaman ser escuchados y por ello debe funcionar la Justicia Especial para la Paz y la Comisión de la Verdad. La tercera voz, “Una perspectiva”, constituye una lectura del Acuerdo de Paz desde la mirada teórico-epistemológica del pensamiento complejo, analizando la importancia de pensar en clave de complejidad los acuerdos como un todo que al fragmentarse permite entrever las líneas de poder y de discurso hegemónico trazadas en dicho texto. En ese sentido, acude en apoyo al análisis social del discurso como una apuesta metodológica transdisciplinar desde la complejidad. No ofrece un análisis exhaustivo pues, en cambio, suscita nuevas preguntas para que puedan responderse a la luz de nuevos momentos y hechos en el devenir histórico del país. Esta voz es otra de las múltiples formas en las que se puede pensar el proceso y el mismo discurso final del acuerdo. Y la cuarta voz, “Una metodología e implementación del corpus electrónico Saberes y voces de la memoria”, compone el escenario metodológico y los resultados de la investigación; por ello, en este apartado hay un exhaustivo ejercicio de análisis crítico del discurso, un trazo del tratamiento de datos, que permite visualizar actos lingüísticos específicos producidos en el discurso como creación y, por ende, la circulación de nuevas categorías discursivas expresadas en palabras, frases o en la misma semiótica, de tal suerte que se evidencia este corpus enriquecido no solo con los acuerdos, sino con las expresiones cotidianas utilizadas en el proceso por diferentes actores de la sociedad. Igualmente, en orden a plantear un glosario electrónico, se observan los resultados a partir de un tratamiento de datos apoyados por un software de análisis y la creación de una ventana-aplicativo para comprender los hallazgos del análisis del discurso, que puede constituirse quizá en una herramienta pedagógica para el acercamiento de niños y jóvenes a la comprensión de los Acuerdos de Paz. Desde esta perspectiva, acercar a la comunidad unilibrista a la familiarización de los cambios sociolingüísticos a partir de los cuatro temas que convocó esta investigación, garantiza desarrollar una nueva narrativa de cara a este contexto sociopolítico. Así, se reconocerán nuevas maneras discursivas y se reforzarán conocimientos metacognitivos y metadiscursivos para preocuparse por sus prácticas lingüísticas desde las nuevas dinámicas en el entorno ambiental, político, social, económico y cultural, de forma tal que logren construir procesos de cambio en sus constructos mentales para abordar y enfrentar los nuevos campos de significados dominantes representados en los discursos y con componentes ideológicos y socioculturales que escalan en este nuevo orden mundial del siglo XXI.
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García, Miguel A., and Gloria Beatriz Chicote. Voces de tinta. Editorial de la Universidad Nacional de La Plata (EDULP), 2008. http://dx.doi.org/10.35537/10915/90795.

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Abstract:
El libro constituye la edición parcial y anotada de un manuscrito inédito de Robert Lehmann-Nitsche en el cual el estudioso alemán reunió un conjunto de poemas que se cantaban en el área cultural del Río de la Plata entre fines del siglo XIX y principios del XX. Los textos que integran el manuscrito se corresponden con las versiones grabadas en un fonógrafo por el mismo investigador en la ciudad de La Plata entre los meses de febrero y mayo de 1905. La amplia variedad de géneros poéticos y musicales presentes en este, y la diversidad de registros de escritura, narrativas y personajes que ellos abordan,dan cuenta de la pluralidad de actores, prácticas y representaciones propias de los escenarios urbanos de entresiglos, en el momento en que la cultura criolla de carácter fundamentalmente rural y los estilos de vida de miles de inmigrantes europeos, comenzaban a fusionarse y a plasmar nuevas formas de convivencia. En el pasado, el conjunto de poemas que editamos en este libro eran poseedores de una naturaleza lúdica y transformadora como parte de las expresiones que los habitantes urbanos empleaban para describir, domesticar y comprender el mundo emergente, y para delinear una frontera entre sus peculiares formas de ser y esa otredad amenazante que pugnaba por establecer zonas particulares de familiaridad. En la actualidad, estos mismos poemas testimonian el carácter fundante e inestable de esa realidad, con letras y músicas que operaron como un campo de experimentación en el cual escritores, músicos, lectores y oyentes intentaban reconfigurar y vigorizar sus viejas identidades desterritorializadas. La edición ofrece una caracterización general del manuscrito y nuestro juicio sobre la perspectiva teórico-metodológica desplegada por Lehmann-Nitsche en torno a la recolección de los poemas y a la confección del manuscrito, partiendo desde una coordenada cultural que intenta reanimar en los textos parte de esa profusión de actores sociales y juegos de exotización y reconocimiento, que evita tanto un estricto análisis de tipo estilístico-literario como otro de orden estructural-musicológico. Asimismo, a partir de una selección representativa y anotada del corpus, intentamos establecer relaciones con el fenómeno de la literatura popular impresa en sus vertientes criollistas y europeizantes, dando cuenta de cómo ha sido comprendida la emergencia de dicha literatura por otros investigadores. Si bien en este trabajo está presente una larga tradición de estudios textualistas que afecta al análisis formal y a la exaltación de las figuras del escritor y del lector, intentamos además, un poco en sentido divergente de esa tendencia, poner de relieve el consumo auditivo de estas expresiones llevando a un primer plano al sujeto que no se constituye sólo como un individuo lector fascinado por la flamante adquisición de la tecnología de la lecto-escritura, sino también como un consumidor de esos mismos textos a partir de su condición de oyente. El objetivo último es hacer confluir el desarrollo de todos estos aspectos en una cuestión que ha sido obsesivamente abordada por las ciencias sociales y las humanidades desde el romanticismo: las relaciones entre las llamadas cultura popular y letrada, y entre los medios de comunicación orales y escritos. En este sentido, la edición del manuscrito ha sido casi un pretexto para reflexionar en clave cultural sobre el proceso que atravesaron los centros urbanos rioplatenses en ese período y marcó el rumbo que adoptaron tanto la literatura como la música popular en las décadas siguientes.Con estas expectativas en el horizonte, brindamos, en primer lugar, una descripción del ambiente sociocultural urbano de la época resaltando la incidencia de las inmigraciones interna y externa, el plan modernizador y el proyecto educativo emprendidos por el Estado, la aparición de un circuito de literatura popular impresa y su interacción con el circuito letrado. En segundo término dedicamos un apartado a la figura de Lehmann-Nitsche a fin de comprender cómo operó en su labor eso que Hans-Georg Gadamer (1991) definió como pertenencia a una tradición de pensamiento. Con ese objetivo establecemos un diálogo entre los textos que componen el manuscrito, la colección de literatura popular impresa también reunida por Lehmann-Nitsche, conocida como, las monografías que dedicó a temas y personajes gauchescos, y su libro Textos Eróticos del Río de La Plata (1981). En tercer lugar exponemos nuestras reflexiones sobre aspectos contextuales, literarios y musicales de los poemas para introducir la selección de textos anotados con transcripciones musicales. Un CD con registros sonoros tomados por Lehmann-Nitsche y reproducciones de imágenes de la época pertenecientes a su Legado completan la publicación.
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