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Journal articles on the topic 'Terzo spazio'

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Luca, Mori. "Esperimenti mentali e altri "terzi spazi" dell'apprendimento." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 17 (December 2011): 89–102. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017008.

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Abstract:
Partendo dal ruolo cruciale giocato dagli esperimenti mentali nella ricerca filosofica e scientifica, l'obiettivo di questo articolo č mostrare le implicazioni del loro utilizzo come strumenti per la formazione e l'apprendimento: l'ipotesi č che gli esperimenti mentali consentano di accedere ad un "terzo spazio" nel quale diventano percepibili nessi, relazioni e anelli intermedi che normalmente sfuggono. In questo senso, gli esperimenti mentali sono correlabili ad altre tipologie di "terzo spazio", in cui gli esseri umani evolvono scoprendo e sfidando la propria ambiguitŕ: dalla terza area di Winnicott allo "spazio di gioco" di Bettelheim, dai "mondi intermedi" dell'illusione studiati da Iacono alle esperienze formative che fanno riferimento alla mindfulness o al sogno.
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Carrera, Letizia. "Le politiche urbane per l'inclusione. Generare terzo spazio." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 123–28. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093019.

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Abstract:
Oggi la città è più che in passato caratterizzata dalla multiculturalità, affrontata ancora con la logica del ‘melting pot', quindi di omogeneizzazione delle differenze, piuttosto che di quella più complessa della ‘salad bowl'. Uno strumento strategico è rappresentato dalla (ri)progettazione dello spazio urbano in vista della realizzazione di processi di inclusione, attraverso interventi strutturali puntuali e diffusi nel territorio. Centrali gli spazi terzi, spazi fisici nei quali soggetti diversi hanno la possibilità di incontrarsi e di iniziare percorsi di riconoscimento e di costruzione di comunità territoriali fondate sulle differenze e sulla contaminazione. Alcune politiche hanno optato per strategie di attesa di processi spontanei di composizione virtuosa di quelle differenze, altre per la messa in campo di azioni di governo delle differenze stesse e di processi di inclusione attiva.
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3

Filipovic, Aleksandra. "L’ipotesi sulla progettazione dello spazio della chiesa Djurdjevi Stupovi." Starinar, no. 59 (2009): 221–36. http://dx.doi.org/10.2298/sta0959221f.

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Abstract:
(italijanski) Quest?articolo tratta l?analisi del progetto della chiesa monastica dedicata a S. Giorgio (1170/71), situata nei pressi di Novi Pazar, fondazione del gran giuppano Stefan Nemanja. Il metodo dell? autore richiedeva un cambio dei canoni di lettura di quelli applicati a S. Nicola a Toplica, la fondazione precedente della stessa committenza, per poter comprendere l?organizzazione della pianta di S. Giorgio, progettazione del suo spazio interno, modellazione del suo volume e realizzazione da parte dallo stesso costruttore. Secondo l?autore l?interno della chiesa sia stato congeniato attraverso le due assialit? - longitudinale e trasversale configurando una nuova concezione dello spazio, cui contribuisce, anche notevole altezza. La pianta della chiesa presenta una superficie quadrata in cui centro ? posizionata l?aula centrale, coperta da cupola. L?aula centrale ? il luogo che ammetteva due diverse assialit? (per questo volutamente rettangolare in pianta), e aveva perseguito senso della verticalit? che ha dato movimento all?intera volumetria centrale offrendo luogo alla terza asse, quella verticale. Le simili misure di queste tre assi (13.8 m, 14.24 m, 14.3 m) hanno fatto pensare all?autore che la genesi progettuale sottostante sia una forma cubica, la cui base sono tre assi avvalorati dalle prospettive conseguenti: una parte dall?ingresso ad ovest toccando il culmine dell?abside centrale; questo asse ? tagliato ortogonalmente dal secondo che unisce i due portali laterali; il terzo asse parte dal centro geometrico d?incontro delle prospettive a terra salendo al sommo della cupola. L?analisi ha mostrato anche l?ingresso principale era il luogo delle generatrici visive: una ortogonale (l?ase longitudinale) e due oblique (che si creano lungo i fuochi dell?elisse centrale che immettevano nelle abside laterali).
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4

Bizzarri, Virginia. "Anima e coraggio. Il paziente svela il sintomo, il terapeuta cerca il simbolo." STUDI JUNGHIANI, no. 35 (February 2013): 113–24. http://dx.doi.org/10.3280/jun2012-035007.

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Abstract:
L'autrice s'interroga sul senso attribuibile al tertium, riferimento spaziale e temporale ricorrente nell'opera junghiana. Partendo dal sintomo alla volta del simbolo e, parallelamente, procedendo dalle parole alle immagini, l'autrice presenta la funzione trascendente come ponte interpersonale e intrapersonale che permette alla diade analitica di creare con sacrificio lo spazio per accogliere contemporaneamente il reale e il potenziale, l'immanente e il trascendente. Il materiale del paziente, che rinasce ed č contenuto nel presente dal setting e dalla relazione analitica, diventa un altro terzo elemento, nuova energia psichica liberata e disponibile per proseguire il processo di guarigione di sé. In quest'ottica, anche la sabbia č presentata come terzo luogo possibile ove rappresentare e congedare vecchie e nuove forme di esistenza ed esperienza: toccando il complesso e lasciando risuonare gli archetipi, si procede sul sentiero dell'individuazione di cui paziente e analista sono a tratti alterni, guardiani e ladri.
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5

Librandi, Rita. "Segregare, segregazione – sequestrare, sequestrazione." XI, 2019/4 (ottobre-dicembre) 11, no. 4 (December 3, 2019): 42–43. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3249.

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Abstract:
Alcuni lettori chiedono se in ambiti specialistici sia opportuno usare il sostantivo segregazione e il verbo segregare in alternativa ad altre forme (es: “sequestrazione o segregazione della CO2?"; “Legge della segregazione o separazione di Mendel?”). Altri chiedono se il verbo segregare può essere usato anche riferendosi a oggetti (es: "Materiale da segregare. Non conforme!" parlando di vetro; "la zona è segregata" per uno spazio non accessibile; “segregare due materiali altamente corrosivi interponendo un terzo materiale isolante”). Infine  un lettore chiede quale sia la posizione dell’accento nelle forme dell’indicativo presente del verbo segregare.
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Bhabha, Homi K. "I nostri vicini, noi stessi. Riflessioni contemporanee sulla sopravvivenza." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 44 (September 2012): 99–118. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044008.

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Abstract:
Il saggio evoca lo spirito di Hegel, nel tentativo di comprendere le problematiche contemporanee legate alla testimonianza etica, alla memoria storica, ai diritti e alle rappresentazioni delle minoranze all'interno della sfera culturale. Chi č oggi il nostro vicino? Cosa significa ospitalitÀ di questi tempi? Perché il riconoscimento degli altri diviene spesso un incontro straziante con l'alteritÀ del sé? L'articolo esemplifica come il ‘Terzo Spazio' - uno dei concetti chiave del postcolonialismo - puň aiutarci a costruire una nuova concezione di ospitalitÀ all'interno di un mondo globalizzato e cosmopolita, una concezione che poggia sul diritto alla differenza nell'uguaglianza.
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Caputi, Rosastella, and Valentina Iavasile. "Intimitŕ, sessualitŕ e tradimento nella coppia." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 34 (December 2011): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34006.

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Abstract:
Viene esplorata la dimensione dell'intimitŕ di coppia, dando particolare rilievo alle dinamiche relazionali implicate nella sessualitŕ e nel tradimento. In primo luogo, vengono delineate le differenze di genere nell'atto sessuale e gli aspetti non relazionabili presenti in ogni relazione di coppia. Č stata messa in luce la dialettica in cui trova spazio il tradimento. In tale prospettiva vengono descritte due "tipologie" di tradimento: il tradimento in "chat", in cui l'altro č un altro virtuale e lo scambismo, ovvero un paradosso in termini, in cui l'esperienza dell'inclusione di un terzo nella relazione č codificata da entrambi i partner.
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Arnaldi, Marta. "Terapia della traduzione nel Purgatorio di Dante." Quaderni d'italianistica 41, no. 2 (June 11, 2021): 9–32. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36769.

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Abstract:
Questo saggio muove da tre considerazioni critiche: che il terzo luogo o spazio del purgatorio sia intimamente traduttivo; che l’accezione metaforica di ‘traduzione’ non sia fenomeno unicamente linguistico ma comprenda traslazioni fisiche e metafisiche; e che i linguaggi della mistica e della malattia, apparentemente scollegati, presentino un’analoga resistenza nei confronti del linguaggio, concettualizzabile come ‘intraducibilità’. Il presente saggio affronta queste tre aree in modo organico e sintetico. Da un lato, viene proposta una nuova interpretazione del purgatorio dantesco, fondato sulla traduzione in quanto processo di transizione e intermedietà. Dall’altro, il saggio interpreta il viaggio di Dante come metafora della cura, facendo della traduzione una teologia della terapia.
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Szewczul, Bożena. "Zadania osób konsekrowanych według uchwał II Polskiego Synodu Plenarnego (1991-1999)." Prawo Kanoniczne 46, no. 3-4 (December 20, 2003): 39–64. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2003.46.3-4.03.

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Abstract:
Il II Sinodo Plenario della Polonia si propone di rinnovarvi la vita cristiana dei fedeli. Nella realizzazione del programma di tale rinnovamento doveno inserirsi anche tutti i consacrati. Nell’ambito di questo impegno ecclesiale i decreti del Sinodo presentano i compiti più importanti delle persone consacrate che stanno vivendo la loro vocazione speciale in Polonia all’inizio del terzo millennio. Nell’articolo l’autrice parla in primo luogo della necessità, da parte dei consacrati, di mantenere viva la loro identità vocazionale specifica e poi dedica un ampio spazio al bisogno del primato della vita spirituale nella loro vita sottolineando l’importanza della consacrazione e del’osservanza dei consigli evangelici, il valore della vita fraterna, la promozione vocazionale e la ncessità della formazione permanente.
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Nohe, Hanna. "Diventare estranea e marginale." apropos [Perspektiven auf die Romania], no. 5 (December 17, 2020): 88. http://dx.doi.org/10.15460/apropos.5.1598.

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Abstract:
In un momento in cui il discorso politico, sociale e mediatico rappresenta il tema della migrazione e della fuga come socialmente esplosivo, questo articolo analizza come nei racconti di Fra-intendimenti (2010) di Kaha Mohamed Aden la percezione di sé del soggetto migrante venga formata dagli stereotipi che la società di arrivo proietta su loro e come, allo stesso tempo, si rappresenti la vera complessità della realtà vissuta dal soggetto migrante attraverso una doppia referenzialità. Da una parte si ricorrerà alle riflessioni di Edward Said sulla costruzione europea ed egemonica dell’alterità e all’approccio di bell hooks, che si focalizza sulle intersezioni tra race e gender, per evidenziare le percezioni stereotipe della società di arrivo; dall’altra, il concetto di «Terzo Spazio» sviluppato da Homi K. Bhabha per segnalare le dinamiche di comunicazione in contesti migratori contribuirà a mostrare la complessità della realtà sperimentata dal soggetto migrante. Così, il lettore o la lettrice ha la possibilità di cambiare la propria percezione della realtà.
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Ricoveri, Giovanna. "Beni comuni e nuovo modello di sviluppo." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2011): 91–106. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003005.

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Abstract:
La tesi sostenuta in questo articolo è che i beni comuni del passato - quelli di sussistenza - possono diventare, se riletti ed aggiornati alla luce del presente, la spina dorsale di un ordine sociale alternativo a quello capitalistico, che domina sul mondo da circa tre secoli. Si ritiene che il "ritorno dei beni comuni", come viene chiamata la proposta presentata in questo elaborato, sia una necessità storica per riuscire a superare la crisi del capitalismo e i problemi da esso creati, specialmente nella sua ultima fase finanziaria: il saccheggio della natura, la privatizzazione dello spazio pubblico, la disoccupazione, le disuguaglianze sociali, i disastri ecologici. Per sostenere la proposta avanzata in questo articolo, prima di tutto vengono identificate le caratteristiche principali dei beni comuni come l'autogoverno da parte delle comunità locali., si ricorda brevemente come i beni comuni siano stati delegittimati dalla Rivoluzione industriale nel passaggio dal Medioevo alla modernità . Terzo: si mettono in evidenza le nuove "recinzioni" di acqua, aria, terra ed dell'energia, così come quella del cambiamento climatico. Quarto: il ritorno ai beni comuni richiede una fase intermedia, cioè la conversione ecologica delle economie che deve essere realizzata dalle comunità locali. Quinto: vengono considerati i motivi che non hanno ancora permesso al ritorno dei beni comuni di diventare il primo tema dell'agenda dei movimenti.
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Casini, Marina, and Antonio G. Spagnolo. "Aspetti giuridici, deontologici ed etici della prescrizione medica degli estroprogestinici a scopo contraccettivo." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2010): 429–51. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.692.

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Abstract:
Di fronte alla richiesta della donna, la prescrizione di sostanze estroprogestiniche con funzione contraccettiva è da considerarsi un atto cui il medico è tenuto, oppure al medico è lasciato uno spazio di libertà per opporsi alla richiesta e seguire i dettami della propria coscienza? La questione venuta alla ribalta con una sentenza del Tribunale di Milano (1997) è affrontata a partire da un’indagine ricognitiva di carattere giuridico relativa all’introduzione nel nostro ordinamento della contraccezione. Viene poi fatta la triplice distinzione: c.d. “contraccezione d’emergenza”, contraccettivi che potrebbero avere un’efficacia abortiva e contraccezione vera e propria. Mentre nel primo caso è possibile ricorrere all’art. 9 L. 194/1978 (obiezione di coscienza all’aborto), nel secondo e nel terzo la lettera e la ratio dell’art. 9 conducono ad una sua non applicabilità. Questo tuttavia non significa obbligare il medico a prestazioni contrarie alla propria coscienza o al proprio convincimento clinico. Alla luce di alcune norme della legislazione sanitaria e del codice deontologico emerge il ruolo centrale della fiducia rapporto medico-paziente e il criterio della libera scelta che presiede tale rapporto. Il carattere fiduciario basato sulla libera scelta, comprende anche la sfera delle convinzioni morali del medico. Questi può dunque contare su un margine di libertà per esprimere contrarietà a quanto richiesto da paziente e il paziente può avvalersi della sua libertà di cambiare medico.
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Viafora, Corrado. "La dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie: i comitati di etica clinica." Medicina e Morale 53, no. 5 (October 31, 2004): 903–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.625.

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Abstract:
Il saggio propone una ricognizione del processo di istituzionalizzazione dei Comitati etici per la pratica clinica prendendo in considerazione la prospettiva nord-americana, segnata dall’evoluzione dal paradigma orientato alla difesa dei diritti al paradigma orientato all’etica dell’organizzazione; la prospettiva europea, orientata verso una duplice direzione: Comitati come forum per il dibattito sulle questioni etiche all’interno dell’ospedale o Comitati etici come strutture direttamente di supporto al processo decisionale; la prospettiva italiana, marcata ancora da una situazione di incertezza e fragilità. Partendo dalla convinzione che l’istituzione di Comitati etici per la pratica clinica comporta importanti potenzialità per ravvivare la dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie, il saggio individua e discute tre modelli attraverso cui potrebbero prendere corpo queste potenzialità. Un primo modello di Comitato si sviluppa in una prospettiva professionale, con la prevalenza delle seguenti funzioni: a. fornire un aiuto alle decisioni per gli operatori sanitari alle prese con problemi etici sempre più complessi; b. istituire uno spazio dedicato all’integrazione delle diverse istanze etico-professionali. Un secondo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva organizzativa, ed ha le seguenti funzioni: a. fornire all’Amministrazione una consulenza che dia credibilità pubblica a indirizzi e direttive istituzionali che abbiano implicanze etiche; b. sensibilizzare alla dimensione etica, con la speranza di coinvolgere maggiormente la responsabilità diretta di ogni operatore sanitario. Un terzo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva pubblica, con le funzioni di: a. contribuire a dare pubblicità e profondità al dibattito relativo alle questioni bioetiche e istituire procedure e occasioni di una reale comunicazione tra la società in generale e i gruppi di professionisti coinvolti nella produzione e nell’utilizzazione del nuovo sapere biomedico.
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Cavalli, Alessandra. "The sound object: a hypothesis about prenatal auditory experience and memory by Maiello, Suzanne Agli albori della vita mentale: Forme nello spazio e nel tempo, e l'emergenza del terzo by Maiello, Suzanne." Journal of Analytical Psychology 54, no. 4 (September 2009): 557–59. http://dx.doi.org/10.1111/j.1468-5922.2009.01802_6.x.

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Lora, Antonio, Angelo Cocchi, Graziella Civenti, and Roberto Blaco. "Cluster analysis of the community psychiatric services in Lombardy." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 2 (August 1996): 126–35. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004073.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Lo scopo di questo lavoro è la classificazione delle USSL lombarde in gruppi, ognuno dei quali omogeneo, per quanto possibile, rispetto alle modalitá di funzionamento dei servizi psichiatrici territoriali; il fine è valutare il mix di servizi psichiatrici offerti dalla Regione attraverso le USSL. Disegno - Sono stati analizzati i dati raccolti nel 1992 e 1993 dal Sistema Informativo Psichiatrico Regionale lombardo relativi alle strutture, il personale e le attività delle Unitá Operative di Psichiatria ed ai ricoveri nelle strutture private nelle 83 USSL lombarde. Tramite l'analisi delle componenti principali sono state selezionate sette variabili sulle quali basare la classificazione; per formare i gruppi e stata utilizzata la Cluster Analysis secondo il metodo di Ward. Risultati - Sono stati selezionati 5 cluster. Nel primo i servizi sono focalizzati sull'attivitá di ricovero (a cui ricorrono anche in ambito privato), mentre le équipe territoriali sembrano riflettere un certo «grigiore» nella loro composizione e nella varietà di interventi offerti. Il secondo è caratterizzato da un tasso estremamente ridotto di interventi nelle strutture territoriali (svolti prevalentemente in sede) e da una loro scarsa diversificazione; è ridotta anche l'attività di ricovero. Nel terzo le USSL sono in grado di offrire una «ricca» attività territoriale (in termini sia di quantità che di varietà), ma tendono delegare al ricovero in strutture private la risoluzione di una parte rilevante dei loro problemi, forse anche a causa della limitata dotazione di strutture riabilitative. Il quarto cluster è composto da servizi,con una ricca dotazione di strutture e soprattutto di personale,che utilizzano al massimo le risorse disponibili per l'attivita di ricovero (sia in SPDC che in CRT-CP), mentre a livello territoriale offrono un servizio adeguato sia in termini di quantita che di varieta degli interventi offerti. Nelle USSL che compongono il quinto cluster gli elementi caratterizzanti sono la ricca dotazione di strutture riabilitative e la accentuata differenziazione delle équipe territoriali, la cui attività quantitativamente molto rilevante (anche se poco diversificata) viene svolta soprattutto all'esterno della struttura. Conclusioni - L'analisi proposta ha consentito di osservare rilevanti disomogeneità nell'offerta dei servizi psichiatrici lombardi e di individuare 5 differenti modelli sintetizzabili nelle tipologie sopradescritte. Il metodo utilizzato permette di monitorare, nel tempo e nello spazio, lo sviluppo dei diversi modelli, utilizzando dati forniti routinariamente dai servizi, senza la necessità di indagini ad hoc.
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Moccia, Luigi. "Cittadinanza europea e spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 115–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001006.

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Abstract:
L'obiettivo dell'Unione di offrire ai suoi cittadini uno spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia senza frontiere interne fa della cittadinanza europea, al di lŕ del suo valore ideale e simbolico, il terreno operativo su cui fondare un'Europa unita come unione di popoli e quindi di cittadini. In questa cornice di riferimento vengono segnalati i principali contenuti normativi, insieme con le strategie e prioritŕ politiche poste con i programmi pluriennali, da quello di Tampere a quello, per ultimo, di Stoccolma, in merito alla costruzione di tale spazio, quale spazio di coesione e integrazione tra popolazioni dei paesi membri (ma anche di protezione nei riguardi di stranieri, migranti e richiedenti asilo, provenienti da paesi terzi), cioč quale spazio comune di cittadinanza dell'Unione avente rilievo autonomo che, come tale, si aggiunge a quella nazionale.
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Balboni, Marco. "Diritto dell'Unione europea. Giurisprudenza." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 111–27. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002008.

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Abstract:
Rassegna di giurisprudenza (periodo 1.12.2010/15.6.2011). Corte di Giustizia dell'Unione europea 28.4.2011, caso Hassen El Dridi, alias Soufi Karim, causa C-61/11 - spazio di libertŕ, di sicurezza e di giustizia - rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno č irregolare - normativa nazionale che prevede la reclusione per i cittadini di Paesi terzi in soggiorno irregolare in caso di inottemperanza all'ordine di lasciare il territorio di uno Stato membro - compatibilitŕ.
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Vettoretto, Luciano, and Laura Fregolent. "Il Veneto dopo la Terza Italia: spazi metropolitani e postmetropolitani." TERRITORIO, no. 76 (March 2016): 46–51. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-076006.

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Baisini, Tiziana, and Roberto Carnevali. "La terza dimensione in psicoterapia come espressione dell'universo affettivo/emozionale in uno spazio bidimensionale." GRUPPI, no. 3 (January 2017): 23–37. http://dx.doi.org/10.3280/gru2015-003003.

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Olivetti, Maria Livia. "La terza via. Nuove regole per trasformare gli spazi aperti nei quartieri della città pubblica." TERRITORIO, no. 72 (March 2015): 40–46. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-072006.

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Goebl, Hans. "Il posto dialettometrico che spetta ai punti-ais 338 (Adorgnano, Friuli), 398 (Dignano/Vodnjan, Istria) E 367 (Grado, Friuli) Presentazione di tre carte di similiarità." Linguistica 28, no. 1 (December 1, 1988): 75–103. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.75-103.

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Abstract:
Il titolo del nostro contributo non è stato scelto a caso. Il problema del posto da assegnare a una varietà linguistica tanto locale quanto regionale costituisce, dal lontano 1876 (ASCOLI 1876a: Del posto che spetta al ligure nel sistema dei dialetti italiani) fino ai giorni piu vicini a noi (BLASCO FERRER 1986: La posizione linguistica del catalano nella Romània) un capitolo tra i più importanti della dialettologia e/ o geografia linguistica romanza. Si badi però al fatto che la ricerca del posto da assegnarsi a una qualsiasi varietà geolinguistica rappresenta, in ultima analisi, una delle tante metafore scientifiche tra le quali si annoverano, fra l'altro, I'albero genealogico (tedesco: Stammbaum) e I'onda (tedesco: Welle). Orbene, si sa che, in sede di scienza, le metafore di qualsiasi indole non costituiscono risultati scientifici a se stanti, bensí strumenti euristici. La metafora della collocazione di una varietà geolinguistica data non puo prescindere dall'utilizzazione mentale dello spazio tridimensionale e cioè euclidèo. Nella prospettiva tridimensionale, il posto della varietà geolinguistica esaminata equivale a un punto ben definito (median te le coordinate x, y ez) all'interno di uno spazio tridimensionale ugualmente ben definito. Se si considera dunque, in chiave tridimensionale, il posto di una varietà geolinguistica data, la considerazione concomitante dello spazio euclidèo appartenentevi è indispensabile. In questo articolo, due delle tre dimensioni euclidèe sono rappresentate dai 251 punti della nostra rete-AIS, mentre la terza dimensione viene definita dalla misurazione delle s_imilarita linguistiche tra il punto di riferimento-AIS - e cioe quello di cui si esamina il posto dialettometrico - ed i restanti 250 punti della rete di osservazione.
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Accardo, Agostino, Flavia Costa, and Iolanda Perrone. "The Influence of the Spatio-Temporal Terzi Treatment on the Kinematics of Cursive Writing of Dysgraphic Subjects." IEEE Transactions on Human-Machine Systems 47, no. 2 (April 2017): 249–58. http://dx.doi.org/10.1109/thms.2017.2658445.

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Pasquino, Gianfranco. "UN'ELEZIONE NON COME LE ALTRE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no. 3 (December 2001): 387–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029786.

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Abstract:
Introduzione La storia delle elezioni italiane non ha mai offerto una situazione paragonabile a quella del 13 maggio 2001 (Corbetta, Parisi e Schadee 1988). In questo breve articolo, argomenterò che le elezioni del 13 maggio non sono state «elezioni come le altre» a causa della comparsa di tre importanti condizioni: 1) resistenza di una effettiva competizione bipolare fra un governo in carica e un'opposizione organizzata per sostituirlo; 2) la costruzione di coalizioni contrapposte che hanno ridotto lo spazio politico e hanno sconfitto le terze forze; 3) la possibilità concreta dell'alternanza che si è tradotta in un limpido esito elettorale, politico e governativo. Nessuna di queste condizioni, né separatamente né congiuntamente, aveva mai fatto la sua comparsa nel sistema politico italiano.
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Mei, Oscar, Lorenzo Cariddi, and Massimo Gasparini. "L'area forense di Forum Sempronii: nuovi dati architettonici e urbanistici alla luce degli scavi 2013-2017." REUDAR. European Journal of Roman Architecture 1 (December 1, 2017): 75. http://dx.doi.org/10.21071/reudar.v1i0.10164.

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Abstract:
Il presente contributo fornisce una preliminare analisi urbanistica e architettonica dell'area forense e delle relative strutture portate alla luce durante le campagne di scavo 2013-2017, presso il municipium di Forum Sempronii. Allo stato attuale sono stati identi cati, a livello di fondazione, la piazza del foro e i portici che la delimitavano; sul lato Nord dello spazio forense sono stati identi cati tre templi, dei quali il Tempio A interamente scavato. Al di fuori del limite orientale del forum e in posizione prospiciente alla via Flaminia, è stato rinvenuto, in buono stato di conservazione, una terza struttura con probabile funzione cultuale e amministrativa e identi cata come l'Augusteum di Forum Sempronii. Dai dati nora emersi, sembrerebbe possibile ipotizzare la pertinenza di tutte le strutture a una imponente riforma urbanistica e architettonica del municipium avvenuta in epoca augustea.
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Matiello, Suzana Terezinha. "Educare alla vita buona del vangelo negli ambiti della vita sociale. La scuola: laboratorio di cultura e di umanitá." Caminhos de Diálogo 7, no. 10 (August 31, 2019): 6. http://dx.doi.org/10.7213/cd.a7n10p6-20.

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Abstract:
Nella prima parte del lavoro troveranno spazio alcune riflessioni suggerite dallo studio del documento della Conferenza Episcopale Italiana Educare alla vita buona del vangelo. Nella seconda parte si osserverà come la Regola d’oro costituisca una valida opportunità educativa per una civiltà della fraternità e del rispetto reciproco. Si noterà anche secondo il docomento della Commissione Teologica Internazionale, alla ricerca di un’ética universale: nuovo sguardo sulla legge naturale, come uomini di diverse culture e religioni “hanno progressivamente elaborato e sviluppato tradizioni di sapienza nelle quali esprimono e trasmettono la loro visione del mondo, come pure la loro percezione riflessa del posto che l’essere umano occupa nella società e nel cosmo”, Infine nella terza parte verrà riportata un’esperienza di lavoro a livello scolastico condotta con spirito evangelico cercando di mettere in pratica proprio la regola d’oro - la scuola, vero laboratorio di cultura e di umanità.
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Tatasciore, Carlo. "Le "due culture": echi di un dibattito mai interrotto." PARADIGMI, no. 3 (December 2010): 173–89. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-003013.

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Abstract:
Cinquant'anni dopo la pubblicazione del noto saggio di C.P. Snow (1959), l'autore delinea un breve schizzo dello spazio che esso ebbe nel dibattito culturale italiano degli anni Sessanta, prima analizzando alcune pagine di E. Vittorini e I. Calvino e poi soffermandosi sul piů ampio esame fattone dal filosofo G. Preti. Il giudizio di quest'ultimo sul libro di Snow era molto critico, ma egli pensava che il suo successo confermasse la serietŕ di un problema antico: quello della polemica tra cultura scientifica e cultura umanistica, la cui dialettica riteneva per molti versi vitale. La conclusione č dedicata all'ultima opera di G. Steiner, il quale č tornato a parlare di crisi della civiltŕ occidentale, collegandola in particolare al "cataclisma" che si č abbattuto sulle strutture educative, e si č nuovamente riferito alla problematica snowiana, avanzando l'ipotesi che con la rivoluzione elettronica si sia di fronte ormai a una vera e propria "terza cultura".
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Sireci, Maria Grazia. "Al di là di ciò che posso vedere con gli occhi." GRUPPI, no. 1 (October 2020): 170–81. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2020oa10492.

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Abstract:
Un viaggio attraverso le opere della mostra itinerante e interattiva: Don't Ask Me Where I'm From, toccando alcuni temi comuni nel percorso di vita dei migranti di seconda e terza generazione. La mostra invita il visitatore/viaggiatore a fare un vero e proprio viaggio all'interno e fuori di sé, facendo risuonare delle corde personali che parlano di aspetti fondamentali nella vita di ciascun individuo; punti di riferimento, senza i quali difficilmente potremmo vivere una condizione di benessere.Temi dunque come la casa, la memoria e la lingua prendono forma attraverso il colore o il bianco e nero, le linee o gli spazi vuoti e tanto altro. L'arte rende giustizia a ciò che questi artisti hanno vissuto o stanno vivendo e permette un approdo simbolizzante, un ponte tra noi e loro.
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G.C, Punam, and Jash Hang Limbu. "Spatio-temporal variation of fish assemblages in Babai River of Dang district, Province No. 5, Nepal." Our Nature 17, no. 1 (December 31, 2019): 19–30. http://dx.doi.org/10.3126/on.v17i1.33988.

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Abstract:
Spatial and temporal variation of fish assemblages were investigated seasonally from October 2018 to May 2019. Fish assemblages were agglomerated with environmental variables both to spatial and temporal scales. Water temperature, dissolved Oygen, free carbon-dioxide, pH and water velocity of water of each site were measured. Based on analysis of similarities (ANOSIM), fish assemblages were significantly different in spatial variation but not in temporal variation. A total of 1,024 individuals belonging to 5 orders, 9 families and 15 genera and 24 species were collected. The dominated species were Puntius sophore, followed by P. terio, P. ticto and Barilius bendelisis. The Redundancy Analysis (RDA) vindicated that environmental variables of water temperature, pH, water velocity and free carbon-dioxide were found to be contributed variables to shape the fish assemblage structure of Babai River. The cluster analysis delineated that similarity between fish species decreases as the distance of sites increased.
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Özbek, Tülay. "La formazione dell'identità nell'interazione tra culture." INTERAZIONI, no. 1 (April 2021): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001004.

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Abstract:
La formazione dell'identità dei bambini che sono cresciuti entro due o più background cul-turali è caratterizzata da un ampio spettro di identificazioni divergenti. Questo ha un impatto specifico sulla loro struttura psichica, visto che ci sono identificazioni con almeno due back-ground etnicoreligiosi e due grandi gruppi, che possono interferire col sentimento di apparte-nenza. Con riferimento ai concetti di formazione dell'identità (Erikson), identificazione (Freud), identificazione col gruppo interno e col gruppo esterno e l'emergenza di un oggetto interno (Davids, Volkan), viene proposto lo svolgersi dello sviluppo di un'identità ibrida e diasporica con almeno tre introietti gruppali per i membri della terza generazione che sono sot-toposti a una socializzazione biculturale. La formazione di un'identità ibrida rende l'Io capace di legare assieme complesse affiliazioni culturali, in modo tale che il soggetto possa sentirsi identico a se stesso nello spazio, nel tempo e nei luoghi. Allo stesso tempo, tutto ciò richiede che il dolore e la destabilizzazione associati al fatto di non avere ciò che originariamente era visto come formazione identitaria, ovverosia il sentimento di appartenere a uno ed uno solo grande gruppo, possa essere tollerata e accettata.
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Cortese, Fulvio. "Le politiche scolastiche a livello regionale: quale autonomia?" ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2020): 79–88. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001005.

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Abstract:
Il contributo è diviso in tre parti. Nella prima si descrive brevemente il riparto delle funzioni legislative e amministrative di Stato e Regioni in materia di istruzione, con qualche cenno alle competenze delle autonomie speciali e facendo riferimento alle interpretazioni svolte dalla Corte costituzionale. Nella seconda parte si illustrano i contenuti della legislazione regionale attualmente vigente, con esemplificazioni concernenti gli interventi normativi approvati in alcune Regioni ordinarie. Nella terza parte si traggono alcune conclusioni, evidenziandosi, nell'ordine: lo stato di scarso sviluppo delle politiche scolastiche territoriali, anche in relazione ai difetti di attuazione della riforma costituzionale del 2001; la tradizionale e persistente attinenza di quelle politiche ai temi del diritto allo studio; la difficile interazione tra le politiche regionali e quelle statali pur presupposte al buon funzionamento della rete scolastica; la ricerca da parte delle Regioni di spazi alternativi di manovra, per recuperare maggiore capacità di indirizzo nel contesto dell'esercizio di funzioni amministrative concernenti altre politiche (anche di matrice europea).
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Chiodo, Emanuela. "Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Abstract:
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Nuzzo, Mariella. "Lo spazio sacro della Terza Roma : dinamiche di insediamento, aspetti devozionali e caratteri formali degli edifici religiosi dei nuovi quartieri della capitale tra Leone XIII e Pio X (1878-1914)." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 117, no. 2 (2005): 497–518. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2005.10448.

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Szewczyńska, Małgorzata, Małgorzata Pośniak, and Joanna Kowalska. "Spaliny emitowane z silników Diesla, mierzone jako węgiel elementarny. Metoda oznaczania w powietrzu na stanowiskach pracy." Podstawy i Metody Oceny Środowiska Pracy 36, no. 4 (December 10, 2020): 146–67. http://dx.doi.org/10.5604/01.3001.0014.5869.

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Abstract:
W Polsce dotychczas nie było konieczności oznaczania stężenia węgla elementarnego (EC) w celu oceny narażenia inhalacyjnego pracowników, ponieważ polska wartość NDS jest ustalona dla frakcji respirabilnej spalin silników Diesla. Nie ma również żadnych danych dotyczących poziomu stężeń EC w powietrzu stanowisk pracy, a narażenie na ten niebezpieczny dla zdrowia czynnik dotyczy bardzo dużej populacji pracowników zatrudnionych m.in. w podziemnych wyrobiskach górniczych, jak również strażaków, kierowców tirów, autobusów, a także pracowników stacji obsługi samochodów (Szymańska i in. 2019). Wprowadzenie do Dyrektywy Parlamentu Europejskiego i Rady (UE) 2019/130 z dnia 16 stycznia 2019 r. wartości BOELVs 0,05 mg/m3 dla spalin silników wysokoprężnych Diesla w środowisku pracy, mierzonych jako węgiel elementarny, wymaga dostosowania przepisów krajowych do tej wartości i opracowania metody oznaczania węgla elementarnego. Celem prac badawczych było opracowanie metody oznaczania węgla elementarnego w powietrzu na stanowiskach pracy na poziomie 0,005 mg/m3. W wyniku badań opracowano metodę oznaczania węgla elementarnego w powietrzu na stanowiskach pracy z zastosowaniem termo-optycznego analizatora z detektorem płomieniowo-jonizacyjnym. Metoda polega na przepuszczeniu badanego powietrza zawierającego spaliny silnika Diesla przez filtr kwarcowy umieszczony w kasecie i analizie w odpowiednim programie temperaturowym. Uzyskano oznaczalność EC 0,0027 mg/m3. Całkowita precyzja badania wynosiła 5,6%, względna niepewność całkowita 11,2%, a niepewność rozszerzona 22,4%. Zakres tematyczny artykułu obejmuje zagadnienia zdrowia oraz bezpieczeństwa i higieny środowiska pracy będące przedmiotem badań z zakresu nauk o zdrowiu oraz inżynierii środowiska.
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ADHIKARI, ASHIM, JASH HANG LIMBU, and SOMIKA PATHAK. "Fish Diversity and Water Quality Parameters of Mechi River, Jhapa, Province No. 1, Nepal." Borneo Journal of Resource Science and Technology 11, no. 1 (June 30, 2021): 24–34. http://dx.doi.org/10.33736/bjrst.2954.2021.

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Abstract:
Species diversity is widely recognised as an important trait of functioning and resilient ecosystem. Spatio-temporal patterns of fish community structure in the Mechi River was studied based on stratified random survey, conducted between September 2018 and April 2019. The survey was conducted at three different sampling stations in three different seasons. For the fish sampling, two cast nets of different sizes were used, one having large mesh size of 0.5 cm, 3 m diameter and 2 kg weight and another having mesh size of 2 cm, 6 m diameter and 6 kg weight. In addition, drag net and gill net were also used to collect the fish samples. A total of 1,772 fishes belonging to 4 orders, 8 families, 16 genera and 33 species were documented. The results from the similarity percentage analysis indicated that, the species Schistura devdevi, Brachydanio rerio, Puntius sophore, Barilius barila, Schistura beveani and Puntius terio were the most copious fish species recorded from the Mechi River. One-way analysis of similarity testing for space and time variations in fish community indicated that there was a significant difference in space (R = 0.66, p<0.01) but no significant difference in time (R = -0.0123, p>0.433). The Canonical Correspondence Analysis hinted that dissolved oxygen, water velocity and pH have shown to influence the fish assemblage structure in Mechi River.
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Limbu, Jash hang, BISHNU BHURTEL, ASHIM ADHIKARI, PUNAM GC, MANIKA MAHARJAN, and SUSANA SUNUWAR. "Fish Community Structure and Environmental Correlates in Nepal’s Andhi Khola, Province No. 4, Syangja." Borneo Journal of Resource Science and Technology 10, no. 2 (December 31, 2020): 85–92. http://dx.doi.org/10.33736/bjrst.2510.2020.

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Abstract:
The study of correlations between fish diversity, environmental variables and fish habitat aspects at different space and time scales of Nepal’s rivers and streams is scanty. This study investigated spatial and temporal patterns of fish assemblage structure in Nepal’s Andhi Khola. The field survey was conducted from September 2018 to May 2019 and the fishes were sampled from three sites using a medium size cast net of mesh size ranging from 1.5 to 2.5 cm and gill net having 2-3 cm mesh size, 30-35 feet length and 3-4 feet width, with the help of local fisher man. A total of 907 individuals representing 15 species belonged to four orders, six families and 11 genera were recorded during the study time. To detect the feasible relationships between fish community structure and environmental variables, we executed a Canonical Correspondence Analysis (CCA). Based on similarity percentage (SIMPER) analysis, the major contributing species are Barilius barila (26.15%), Barilius vagra (20.48%), Mastacembelus armatus (8.04%), Puntius terio (6.64%), and Barilius bendelisis (5.94%). One-way analysis similarity (ANOSIM) tried out for both time and space variations in fish community structure suggested that there was a significant difference in temporal variation (R = 0.794, P = 0.0037) but no significant difference in spatial variation (R = -0.18, P = 0.923). Results from the Canonical Correspondence Analysis (CCA) vindicated that dissolved oxygen, free carbon-dioxide and total hardness were the principle physio-chemical correlates of fish assemblage structure. One-way analysis of similarity (ANOSIM) on the Non-metric Multidimensional Scaling (NMDS) showed significant difference between spring, autumn and winter season but no significant difference was found in spatial variation. The extraction and transportation of boulders, cobbles, pebbles, sand mining, haphazard ongoing road development and dam construction for the irrigation without fish ladders were found to be existing threats to the fish diversity of Andhi Khola. Keywords: Fish assemblage, multivariate analysis, rivers, spatio-temporal, streams
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De Paula, Ignacio Carrasco. "Il concetto di persona e la sua rilevanza assiologica: i principi della bioetica personalista." Medicina e Morale 53, no. 2 (April 30, 2004): 265–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.643.

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Abstract:
La Bioetica personalista è una riflessione che affronta le questioni etiche riguardanti la vita umana da una prospettiva che riconosce l’essere e la dignità della persona come valori assoluti, e, di conseguenza, pone come primum principium il rispetto incondizionato della loro inviolabilità e la tutela della loro libera espressione, in primis sul versante dei diritti umani. Nella prospettiva personalista il bonum, cioè il valore ultimo che misura l’agire morale, viene inteso come promozione dell’essere e della preziosità o dignità della persona in quanto persona. Il credente, sia esso un moralista, un filosofo, un bioeticista, o quant’altro, si trova a suo agio quando la sua mente percorre le vie della persona; egli, in altre parole, si sente particolarmente agevolato, similmente al pellegrino che dopo aver battuto sentieri impervi e sconosciuti, ritrova le strade familiari della sua casa. Nella dimora della persona, fede e ragione verificano la propria identità e forza, libere da patteggiamenti o da innaturali rinunce ai propri doveri e diritti; una morale personalista intesa come una sintesi organica e rigorosa è un desiderio che ancora si deve realizzare. Una Bioetica personalista dovrebbe, ad esempio, concedere maggiore spazio alla domanda propriamente etica, cioè se e perché l’embrione deve essere trattato come un qualsiasi essere umano, anche senza esplicitare il problema ontologico. Tre fondamentali ragioni possiamo addurre a fondamento della dimostrazione del primato valoriale della persona. La prima ragione è contenuta nella nota affermazione di S. Tommaso: “persona significat id quod est perfectissimum in tota natura, scilicet subsistens in rationali natura”. La dignità della persona trova qui un sostegno fortemente ontologico: chi è massimamente perfetto non può non essere riconosciuto e rispettato semper et pro semper, in ogni circostanza di tempo e di luogo, cioè in modo assoluto. Nessun valore creato - neanche il superamento di tutte le malattie e sofferenze - può reggere al confronto del valore di ogni singola persona. La seconda ragione fondativa è merito di I. Kant ed in fondo può essere interpretata come una applicazione della tesi di Tommaso d’Aquino: l’essere perfettissimum in tota natura resiste a qualsiasi tentativo di abbassarlo alla condizione di semplice strumento. Come dice il filosofo tedesco nel famoso paragrafo dei Fondamenti della metafisica dei costumi, la persona impone l’imperativo categorico di agire in modo da trattare l’umanità, in te e negli altri, sempre come fine e mai soltanto come mezzo. Infine, la terza ragione proviene da un brano molto noto, come i due precedenti, anche se poco utilizzato in ambito bioetico, forse per l’evidente contenuto teologico. Ci si riferisce alla definizione antropologica del documento conciliare Gaudium et spes che indica l’uomo come “la sola creatura in terra che Iddio abbia voluto per se stessa”.
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Lijphart, Arend. "PRESIDENZIALISMO E DEMOCRAZIA MAGGIORITARIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 3 (December 1989): 367–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008637.

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Abstract:
IntroduzioneNel suo noto saggio su Democracy, Presidential or Parliamentary: Does it Make a Difference? — ampiamente diffuso e da considerarsi ormai una sorta di classico non pubblicato — Juan Linz (1987, 2) osserva correttamente che gli scienziati della politica hanno trascurato le importanti differenze istituzionali e comportamentali tra regimi parlamentari, presidenziali e semipresidenziali e che, in particolare, queste differenze «ricevono solo scarsa attenzione nei due più recenti lavori di comparazione delle democrazie contemporanee», cioè Comparative Democracies di G. Bingham Powell (1982) e il mio Democracies (Ljiphart 1984). Una ragione per cui il presidenzialismo risulta relativamente trascurato nel mio libro è che nell'universo di 21 democrazie ivi considerato — definito da quei paesi che hanno avuto una ininterrotta esperienza di governo democratico approssimativamente dalla fine della seconda guerra mondiale — compare un solo chiaro caso di governo presidenziale (gli Stati Uniti) e due casi più ambigui (la V Repubblica francese e la Finlandia). Retrospettivamente ritengo di aver applicato i miei criteri in modo troppo stretto e che avrei dovuto includere anche l'India e il Costa Rica tra le mie democrazie «prolungate». Quest'ultimo avrebbe costituito un quarto caso di presidenzialismo. Powell fa ricorso ad una definizione meno esigente di democrazia (un minimo di 5 anni di democrazia nel periodo dal 1958 al 1976), il che gli mette a disposizione altri 4 casi di presidenzialismo: Venezuela, Cile, Uruguay e Filippine.Vorrei essere ancor più esplicitamente critico sul mio libro del 1984: la debolezza principale non è tanto lo scarso spazio dedicato al contrasto tra presidenzialismo e parlamentarismo (circa 12 pagine su 222, cioè un po’ più del 5% del libro) ma piuttosto il fatto che la discussione non è sufficientemente integrata con la comparazione della democrazia maggioritaria e consensuale, che costituisce il tema principale del lavoro. In particolare, ho definito presidenzialismo e parlamentarismo in riferimento a due caratteristiche contrastanti, ignorando una terza cruciale distinzione, ed ho poi legato il contrasto presidenziale/parlamentare ad una sola delle differenze tra democrazia consensuale e maggioritaria, ignorando il suo impatto su numerose altre distinzioni. L'obiettivo di questo articolo è correggere queste lacune e stabilire la connessione generale tra il contrasto presidenziale/parlamentare e quello maggioritario/consensuale.Come Linz, il mio atteggiamento sarà critico verso il presidenzialismo, ma tale critica si baserà su argomenti in parte diversi. L'argomento principale di Linz (1987, 11) riguarda «la rigidità che il presidenzialismo introduce nel processo politico e la flessibilità di gran lunga maggiore di questo processo nei sistemi parlamentari». Concordo pienamente con Linz e, in aggiunta, sono d'accordo che rigidità e immobilismo costituiscono i più seri punti deboli del presidenzialismo. In questo articolo la mia critica si concentrerà su una ulteriore debolezza della forma presidenziale di governo: la sua potente inclinazione verso la democrazia maggioritaria e il fatto che, nel gran numero di paesi in cui un naturale consenso di fondo è assente, appare necessaria una forma di democrazia consensuale invece che maggioritaria. Questi paesi comprendono non solo quelli caratterizzati da profonde fratture etniche, razziali e religiose, ma anche quelli con intense divisioni politiche che originano da una storia recente di guerra civile o dittatura militare, enormi diseguaglianze socio-economiche e così via. Inoltre, nei paesi in via di democratizzazione o di ri-democratizzazione le forze non-democratiche devono essere rassicurate e riconciliate ed è necessario fargli accettare l'idea non solo di abbandonare il potere, ma anche di non insistere nel pretendere il mantenimento di «domini riservati» di potere non-democratico all'interno del nuovo, e per gli altri versi democratico, regime. La democrazia consensuale, che è caratterizzata dalla condivisione, dalla limitazione e dalla dispersione del potere, ha molte più probabilità di raggiungere questo obiettivo che non il diretto dominio maggioritario. Come Philippe C. Schmitter ha suggerito, democrazia consensuale significa democrazia «difensiva», che per le minoranze etno-culturali e politiche risulta meno minacciosa dell' «aggres-sivo» governo maggioritario.Tratterò questo tema in tre fasi. In primo luogo definirò il presidenzialismo in riferimento a tre essenziali caratteristiche. In secondo luogo mostrerò che, specialmente come risultato della sua terza caratteristica, il presidenzialismo ha una forte tendenza a rendere la democrazia più maggioritaria. Infine, esaminerò le varie caratteristiche non-essenziali del presidenzialismo — caratteristiche che, benché presenti di frequente, non sono elementi distintivi della forma di governo presidenziale — ed il loro impatto sul grado di consensualità o maggioritarietà della democrazia.
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Roncallo, F., I. Turtulici, A. Bartolini, R. Corvò, G. Sanguineti, V. Vitale, G. Margarino, M. Scala, P. Mereu, and F. Badellino. "Tomografia computerizzata e risonanza magnetica nella patologia del distretto testa collo." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 4 (August 1996): 471–91. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900421.

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Scopo del lavoro è quello di delineare le indicazioni generali alla radioterapia, definitiva o in associazione alla chirurgia, nei pazienti affetti da carcinoma del distretto testa-collo, anche sulla base delle informazioni TC ed RM, e di descrivere le alterazioni morfologiche radiologiche che emergono, differenziando quelle suggestive di persistenza o recidiva neoplastica, da quelle indotte dalla radioterapia. Sono stati selezionati 95 pazienti che hanno praticato radioterapia come unico trattamento o in associazione alla chirurgia. Il primo controllo radiologico è stato effettuato di norma in un periodo di tempo compreso tra i 3 e i 4, 5 mesi dal termine della radioterapia. I pazienti sono stati seguiti nel tempo con esami seriati rispettivamente a 6, 9 e 12 mesi a distanza dal termine della radioterapia, a seconda dei rilievi emersi al primo controllo a ciclo terapeutico ultimato. Per quanto concerne la valutazione della risposta del tumore primitivo alla radioterapia sono stati distinti tre gruppi di pazienti. Il primo gruppo comprende soggetti nei quali il tumore primitivo, valutato alla TC e/o RM prima del trattamento radioterapico, ha dimostrato una regressione volumetrica superiore al 75% nei controlli tra i 3 ed i 12 mesi dalla fine del ciclo terapeutico (31 pazienti). Il secondo gruppo comprende soggetti nei quali il volume tissutale residuo dopo radioterapia, nei controlli a tre mesi, ha dimostrato una regressione inferiore al 50%, una persistenza o addirittura una progressione (44 pazienti). Un terzo gruppo è costituito da soggetti nei quali la regressione volumetrica del tessuto neoplastico nel controllo a tre mesi dal termine del ciclo terapeutico radioterapico è compresa tra il 50 ed il 75%. Quest'ultimo gruppo è quello che pone i maggiori problemi diagnostici e che viene seguito con controlli seriati ogni tre mesi, anche in presenza di negatività degli esami clinici ed endoscopici (20 pazienti). Le alterazioni tissutali post-radioterapiche sono state distinte in transitorie e permanenti. Quelle transitorie hanno raggiunto il massimo della loro espressività al termine del ciclo di trattamento, con visualizzazione di una massa conglomerata più estesa del tumore primitivo. Quelle permanenti si sono verificate a carico dei tessuti superficiali (ispessimenti della cute e del platisma, addensamenti nel tessuto adiposo sottocutaneo), nei piani fasciali profondi periviscerali (fibrosi del connettivo lasso adiposo parafaringeo, cervicale anteriore e posteriore, pericarotideo), nelle logge salivari (scialoadenite reattiva e degenerazione grassa), a livello degli spazi mucosi profondi (ispessimento simmetrico e infiltrazione delle pliche ariepiglottiche e delle corde vocali false, obliterazione dei piani adiposi pre- e paraglottici). La difficoltà di interpretazione delle immagini, con particolare riguardo ai possibili falsi positivi e falsi negativi, rappresenta soltanto una delle diverse facce della complessa problematica in corso di carcinoma del distretto testa-collo. Infatti i quesiti da risolvere coinvolgono anche il clinico, il chirurgo, il radioterapista oltre che il radiologo, il cui sforzo comune deve essere quello di garantire al paziente la migliore terapia possibile a fronte di una qualità di vita accettabile.
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ROZA, Isis Silva, and Luciano Magela ROZA. "NEABs e a Proposição de Educação para as Relações Étnico-raciais." INTERRITÓRIOS 6, no. 12 (December 7, 2020): 93. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248991.

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RESUMOO artigo objetiva apresentar e discutir como os Núcleos de Estudos AfroBrasileiros estão se configurando como espaços formativos estratégicos para o desenvolvimento de propostas orientadas para reeducação das relações étnicoraciais. O artigo estrutura-se em 3 partes. A primeira apresenta o contexto de ampliação dos NEABs. Para tanto, é elencado um conjunto de iniciativas de combate ao racismo, que foram implementadas a partir das primeiras décadas do século XXI. A segunda parte é dedicada à compreensão da articulação entre os NEABs, a Associação Brasileira de Pesquisadores Negros – ABPN e o Consórcio de NEABs – CONNEABs, assim como a caracterização dos núcleos. A terceira parte dedica-se a discussão sobre as contribuições dos Núcleos de Estudos Afro-Brasileiros para as ações orientadas para a reeducação das relações étnico-raciais. Um conjunto de fragmentos de entrevistas de intelectuais negras e negros envolvidas(os) nas atividades dos NEABs é evidenciado.Ações Afirmativas. Núcleo de Estudos Afro-Brasileiros. Educação. Relações étnico-raciais. ABSTRACTThis article aims to present and discuss how the Afro-Brazilian Studies Centers are configuring themselves as strategic training spaces for the development of proposals aimed at re-education of ethnic-racial relations. The article is structured in 3 parts. The first presents the context for the expansion of NEABs. To this end, a set of initiatives to combat racism is listed, which were implemented from the first decades of the 21st century. The second part is dedicated to understanding the articulation between the NEABs, the Brazilian Association of Black Researchers - ABPN and the NEABs Consortium - CONNEABs, as well as the characterization of the nuclei. The third part is dedicated to the discussion about the contributions of the Afro-Brazilian Studies Centers to actions oriented towards the re-education of ethnic-racial relations. A set of fragments of interviews by black and black intellectuals involved in the activities of the NEABs is evidenced.Affirmative Actions. Afro-Brazilian Studies Center. Education. Ethnic-racial relations. RESUMENEl artículo tiene como objetivo presentar y discutir cómo los “Núcleos de Estudos Afro-Brasileiros” se configuran como espacios de formación estratégicos para el desarrollo de propuestas orientadas a reeducación de las relaciones étnicoraciales. El artículo está estructurado en 3 partes. La primera presenta el contexto de expansión de los NEAB. De esa manera, se enumera un conjunto de iniciativas para combatir el racismo, que se implementaron desde las primeras décadas del siglo XXI. La segunda parte está dedicada a comprender la articulación entre los NEAB, la “Associação Brasileira de Investigadores Negros” - ABPN y el “Consórcio NEABs – CONNEABs”, así como la caracterización de los núcleos. La tercera parte está dedicada a la discusión sobre las contribuciones de los “Núcleos de Estudos Afro-Brasileiros” a las acciones orientadas a la reeducación de las relaciones étnico-raciales. Se destaca un conjunto de fragmentos de entrevistas de intelectuales negras y negros involucrados en las actividades de los NEAB.Acciones afirmativas. Núcleo de Estudos Afro-Brasileiros. Educación. Relaciones étnico-raciales. SOMMARIOL'articolo si propone di presentare e discutere come i "Nuclei di studi afrobrasiliani" si configurano come spazi strategici di formazione per lo sviluppo di proposte volte alla rieducazione delle relazioni etnico-razziali. L'articolo è strutturato in 3 parti. La prima presenta il contesto di espansione dei NEAB. In questo modo vengono elencate una serie di iniziative per combattere il razzismo, che sono state attuate sin dai primi decenni del 21 ° secolo. La seconda parte è dedicata alla comprensione dell'articolazione tra i NEAB, l '“Associação Brasileira de Investigadores Negros” - ABPN e il “Consortium NEABs - CONNEABs”, nonché la caratterizzazione dei nuclei. La terza parte è dedicata alla discussione sui contributi dei “Nuclei de Estudos Afro-Brasileiros” alle azioni finalizzate alla rieducazione delle relazioni etnico-razziali. Viene evidenziata una serie di frammenti di interviste ad intellettuali neri e neri coinvolti nelle attività del NEAB.Azioni affermative. Nucleo di studi afro-brasiliani. Formazione scolastica. Relazioni etnico-razziali.
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Arpioni, Maria Pia. "Lo sguardo sul paesaggio nella fotografia di Giovanni Pasinato // The Look into Landscape in the Photography of Giovanni Pasinato // La mirada sobre el paisaje en la fotografia de Giovanni Pasinato." Ecozon@: European Journal of Literature, Culture and Environment 6, no. 1 (March 2, 2015): 73–96. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2015.6.1.639.

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Il saggio presenta il lavoro di un giovane fotografo del Nord Est italiano, Giovanni Pasinato (Venezia 1974-), attraverso l’analisi della sua opera e un’intervista all’autore, impegnato in un’attività dalle consistenti valenze cognitive ed etiche, ascrivibile alla Scuola italiana di fotografia del paesaggio (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), ma dotata di tratti originali in forte sviluppo. Il contributo intende mostrare come la fotografia di Pasinato—dalle esplorazioni del “terzo paesaggio” lungo strade e autostrade, alla ricerca condotta sulle scene urbane di Treviso e Venezia Mestre, fino alla più recente perlustrazione dell’antico bosco del Montello (sulla cui esistenza minacciata si era levato altissimo anche il canto poetico di Andrea Zanzotto, scomparso nel 2011)—sia tutta incentrata sulla funzione fondamentale dello “sguardo,” grazie alla quale il suo lavoro si caratterizza come indagine e strumento di consapevolezza, in senso lato “politica,” sul rapporto fra l’essere umano e i luoghi. Le immagini di Pasinato, sommesse, limpide e allo stesso tempo avvolte da vaghezza, interrogano l’osservatore, proponendogli un dialogo con gli spazi fotografati ed evidenziando l’inscindibilità stilistica fra forma e contenuto; si distinguono per l’assenza di ogni compiacimento soggettivistico ed estetico, a favore della riscoperta, realizzata per mezzo di una essenziale valorizzazione della “visione,” dello stretto nesso fra cultura e natura, fra l’essere umano e gli altri viventi. Proprio mentre sollecitano il senso della nostra responsabilità collettiva, tralasciando ogni cedimento sentimentalistico e nostalgico, queste fotografie invitano ad avere coscienza e perciò, in ultima analisi, speranza. Pasinato rivendica così alla fotografia un’alta funzione artistica e civile, spesso misconosciuta proprio da quegli enti e istituzioni che dovrebbero avere a cuore il bene comune. Abstract The analysis and the interview of the author contained in this essay portray the work of a young Italian photographer, Giovanni Pasinato (Venice 1974-), who lives in the North East of Italy and who devotes himself to an activity encompassing important cognitive and ethical aspects. His work can be included within the Italian School of Landscape Photography (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), but has original features in robust development. This essay will show how Pasinato’s photography—from his explorations of the “third landscape” along roads and highways, through his research in the urban scenes of Treviso and Venice Mestre, up to the latest reconnaissance of the Montello’s ancient wood (on whose endangered existence, Andrea Zanzotto, who died in 2011, wrote wonderful poems)—is entirely focused on the fundamental function of the “look,” thanks to which his work characterizes itself as an investigation, an instrument of the awareness, in the broad sense “political,” of the relationship between human being and place. Pasinato’s whispered, limpid yet at the same time ambiguous images, question their beholders, offering them a dialogue with the photographed spaces, underlining the stylistic indivisibility between form and content. In comparison to other landscape photography experiences, Pasinato’s works stand out, thanks to the absence of any subjective and aesthetic self-gratification and by favouring, through an essential enhancement of the “vision,” the revival of the close relationship between culture and nature and between human beings and other living beings. Just as his photographs stress the importance of our collective responsibility, ignoring any sentimental or nostalgic concession, they are an exhortation to raise awareness and, ultimately, hope. Thus, Pasinato ascribes to photography a highly artistic and civil function, which is often disregarded by those organizations and those authorities that should really care for the common good. Resumen El análisis y la entrevista del autor en que se centra este ensayo presentan la obra de un joven fotógrafo del noreste de Italia, Giovanni Pasinato (Venecia, 1974-), que se dedica a un actividad que abarca importantes aspectos cognitivos y éticos. Su trabajo puede incluirse en la Escuela Italiana de Fotografía del paisaje (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), pero tiene rasgos originales en fuerte desarrollo. Este ensayo mostrará como la fotografía de Pasinato—desde sus exploraciones del "tercer paisaje" en el camino de carreteras y autopistas, la investigación en las escenas urbanas de las ciudades de Treviso y Venecia Mestre, hasta la más reciente exploración del antiguo bosque de la colina llamada Montello (sobre el riesgo de su desaparición, también el poeta Andrea Zanzotto, fallecido en 2011, escribió algunas de sus mejores obras)—está completamente enfocada en la función fundamental de la observación, gracias al que su trabajo se caracteriza como una investigación, un instrumento de la concienciación, en el amplio sentido “político”, de la relación entre ser humano y lugar. Las imágenes de Pasinato, suaves, claras y al mismo tiempo envueltas en vaguedad, questionan a quien observa, le proponen un dialogo con los espacios fotografiados y subrayan la inseparabilidad estilística entre forma y contenido. En comparación con otras experiencias de fotografía del paisaje, las representaciones de Pasinato destacan gracias a la ausencia de autocomplacencia subjetivista y estética, tratando de descubrir nuevamente la estrecha interrelación entre naturaleza y cultura, entre los seres humanos y otros seres vivientes. En cuanto instan nuestro sentido de la responsabilidad colectiva, dejando de poner la atención en sentimentalismos y nostalgias, estas fotografías invitan a adquirir conciencia y, además, esperanza. Pasinato reclama para la fotografía una importante función artística y civil, muchas veces ignorada por las instituciones que deberían preocuparse por el bien común.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Ceolin, Mateo. "Il nuovo Codice del Terzo Settore italiano (D. Lgs. n. 117/2017)." Revista de Direito da Cidade 10, no. 4 (December 3, 2018). http://dx.doi.org/10.12957/rdc.2018.36795.

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Abstract:
Con l’approvazione del d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (c.d. Codice del Terzo Settore) il legislatore ha tentato un riordino organico della materia e delle questioni gravitanti intorno ai c.d. enti non profit. Dopo molti tentativi falliti il Codice del Terzo Settore prova a porre ordine alla numerosa legislazione di settore, non solo cercando di riorganizzarla secondo criteri unitari, ma anche proponendosi quale fonte di revisione sostanziale dell’intera materia. Il nuovo testo tuttavia appare fin da subito come non esaustivo e non autosufficiente; così, per esempio, il testo del Codice Civile relativo alle persone giuridiche non viene toccato se non marginalmente, nonostante una direttiva in senso contrario contenuta nella Legge Delega (art. 1, comma 2, lett. a, l. 6 giugno 2016, n. 106 ); sopravvive, poi, tutta una serie di leggi speciali, cui espressamente il Codice del Terzo Settore rinvia. Sicuramente peculiare appare poi il riferimento massiccio a norme, principi e regole tipici del diritto societario, riferimento che se da una parte ha il pregio di lasciare poco spazio all’indeterminatezza, dall’altra parte può presentare il rischio dell’eccessivo appesantimento procedurale. Il Codice del Terzo Settore, ad ogni modo, pur non essendo esente da ombre come del resto è naturale che sia per testi normativi particolarmente complessi, ha l’indubbio pregio di colmare un vuoto che fino ad oggi era stato riempito perlopiù dalla sola legislazione tributaria; può dirsi che con il d. lgs. n. 117/2017 il diritto civile abbia voluto riprendersi il ruolo di protagonista che negli anni precedente gli era mancato; che ci sia davvero riuscito è ancora tutto da verificare…
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Mezzasoma, Lorenzo. "IL DIRITTO ALL’IMMAGINE FRA CODICE CIVILE E COSTITUZIONE." Revista Internacional de Doctrina y Jurisprudencia, no. 2 (January 15, 2018). http://dx.doi.org/10.25115/ridj.v2i2.1775.

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Abstract:
Nell’ordinamento italiano il diritto all’immagine rappresenta una delle espressioni del diritto alla riservatezza, che garantisce ad ogni individuo uno spazio di riserbo relativamente a tutte quelle caratteristiche della propria personalità che non intende divulgare a terzi. Il diritto alla riservatezza, pertanto, esprime la legittima aspettativa di ciascun individuo di non essere oggetto di interferenze da parte di terze persone circa quelle caratteristiche personali, intime ed interiori che compongono la propria personalità.
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Santuari, Alceste. "GLI ENTI SPORTIVI DILETTANTISTICI (ESD) E I RAPPORTI GIURIDICI DI COLLABORAZIONE CON GLI ENTI PUBBLICI ALLA LUCE DEL CODICE DEL TERZO SETTORE E DELLA RIFORMA DELLO SPORT." Diritto Dello Sport 2, no. 1 - 2021 (July 2021). http://dx.doi.org/10.30682/disp0201b.

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Abstract:
L’obiettivo dell’articolo è quello di evidenziare il ruolo importante che gli enti sportivi dilettantistici (ESD), possono svolgere in ambito locale per la promozione del benessere e, più in generale, per la realizzazione della coesione e solidarietà sociale in spazi, impianti ovvero in immobili di proprietà pubblica con modalità diverse. In questa prospettiva, gli ESD possono risultare concessionari, affidatari, soggetti convenzionati ovvero partners in progetti di partenariato pubblico-privato (si pensi per tutti al project financing) in forza di diverse discipline normative. L’articolo analizza i diversi rapporti giuridici che possono intercorrere tra ESD ed amministrazioni pubbliche, distinguendo tra procedure “di mercato” e istituti giuridici di partnership, tra prestazioni sinallagmatiche e convenzioni che prevedono soltanto il rimborso delle spese.
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"L’AMBIENTE COME FATTORE DI APPRENDIMENTO NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA." Studia Polensia 05, no. 01 (October 31, 2016): 1–20. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2016.05.01.01.

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Abstract:
Nel saggio si elabora il tema dell’ambiente fisico e sociale come fattore essenziale per sviluppare un progetto educativo. L’ambiente è considerato “terzo educatore” e gioca un ruolo decisivo nel determinare la qualità degli apprendimenti. Le aule, i laboratori, i corridoi, la forma materiale dell’edificio, il contesto in cui è collocato, i colori delle pareti, la qualità dell’illuminazione, gli arredi, i materiali didattici: tutto questo crea l’ambiente dove il bambino vive, apprende, fa esperienze, entra in relazione con gli altri. Incisiva nella sua crescita è la figura dell’educatore, il quale attraverso azioni finalizzate dirette e indirette, può creare spazi gradevoli, accessibili e funzionali all’apprendimento. La ricerca empirica conferma l’impegno delle scuole dell’infanzia incluse nell’indagine a essere un luogo d’incontro, interazione, ascolto, reciprocità per migliorare la relazione tra bambino e ambiente scolastico. In particolare lo dimostrano la ricchezza di angoli e materiali messi a disposizione dei bambini dalle educatrici.
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Vedovi, Lucia. "L’‘espace’ letterario in "Stella mattutina" di Ada Negri." altrelettere, November 27, 2016. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-16.

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Nel 1920 Ada Negri annuncia la pubblicazione di "Stella mattutina" con le seguenti parole: «"Stella mattutina" è la storia interiore della mia vita dai sette ai diciassette anni, in terza persona. Vi ho scolpito la figura di mia madre». Avvalendosi delle conclusioni teoriche sul semeotico formulate da Julia Kristeva in "Revolution in Poetic Language" (1984) e in "Language – the Unknown: an Initiation into Linguistics" (1989), nonché del concetto di 'espace' pittorico delineato da Johanna Drucker in "Theorizing Modernism: Visual Art and the Critical Tradition" (1994), il presente saggio intende esaminare come Negri ricostruisca la storia del nucleo familiare tutto al femminile in cui crebbe e si formò attraverso l’impiego di un originale impasto linguistico che fonde prosa e poesia. Questo peculiare stile permette alla scrittrice di sfondare i tradizionali concetti di spazio e tempo e creare un 'espace' lirico nel quale ella, da un lato, rappresenta la storia della classe operaia italiana alla fine del diciannovesimo secolo; dall’altro, rivendica il ruolo delle scrittrici nell’Italia pre-fascista, dominata dai 'diktat' di una società essenzialmente patriarcale. Inoltre si dimostra che, travalicando i confini di quello che Gregory Castle in "Reading the Modernist Bildungsroman" definisce «a genre in crisis», il concetto di un 'espace' letterario virtuale, che caratterizza la modernità e il modernismo di questo romanzo di formazione, ha la funzione di creare uno spazio ‘altro’, una patria riscoperta e, in ultima istanza, «una stanza tutta per sé» nell’opera di una scrittrice di spicco qual è Ada Negri, forse ancora non del tutto consacrata dal canone ufficiale.
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"Riuso temporaneo." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 14–17. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056002.

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Abstract:
Spazi vuoti che non trovano ancora un nuovo utilizzo, possono trovare un uso temporaneo in quel ‘tempo di mezzo' di anni, e spesso decenni, che intercorre tra vecchia e nuova destinazione d'uso. L'articolo introduce sei campi di indagine ed approfondimento tematico. Nella prima sezione ci si domanda che cosa significa riuso temporaneo. La seconda parte del servizio lo rappresenta in un diagramma. Una terza parte č dedicata ai casi ed esperienze internazionali. La quarta parte del servizio guarda a Milano, quale campo di indagine, progettualitŕ e sperimentazione. Nella quinta sezione vengono presentate alcune delle idee progettuali emerse durante la ricerca ‘Temporiuso' a cura del laboratorio multiplicity.lab del Diap e delle associazioni Cantieri Isola e Precare. it. La sesta e ultima sezione prova a confrontare esperti e ricercatori del riuso urbano e sollecitare alcuni temi emergenti.
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