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Miller, Tyrus, Deanna Shemek, Michelangelo Antonioni, William Arrowsmith, and Seymour Chatman. "Quel bowling sul Tevere." MLN 102, no. 1 (January 1987): 164. http://dx.doi.org/10.2307/2905576.

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Cavallar, Osvaldo. "Il Tevere sfoccia nell’Arno." Rechtsgeschichte - Legal History 2003, no. 03 (2003): 223–31. http://dx.doi.org/10.12946/rg03/223-231.

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3

Desibio, Luca. "Il Tevere come frontiera tra Umbria ed Etruria." Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, no. 132-1 (June 10, 2020): 17–35. http://dx.doi.org/10.4000/mefra.9796.

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4

Organte, Mario. "Two Bridges over the Tevere River in Rome, Italy." Structural Engineering International 10, no. 4 (November 2000): 223–25. http://dx.doi.org/10.2749/101686600780481392.

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5

Cozza, Lucos. "Roma: le Mura Aureliane dalla Porta Flaminia al Tevere." Papers of the British School at Rome 57 (November 1989): 1–5. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009065.

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Abstract:
Como ho già detto (p. xii), Ferdinando Castagnoli ha lasciato interrotti ma bene avviati i lavori di revisione e aggiornamento della nuova edizione della Forma Urbis di Lanciani in scala 1:1000. Al fine di mantenere vivo l'interesse per la realizzazione di quest'opera approfitto dell'ospitalità dei Papers per pubblicare una mia revisione delle mura di Aureliano tra la Porta Flaminia e il Tevere preparata a tale scopo (Fig. 1).La porzione delle mura di Aureliano compresa tra l'attuale via Ferdinando di Savoia in prossimità dell'imbocco di ponte Margherita e la porta Flaminia è rappresentata in pianta nella tavola I della FUR di Lanciani (edita nel 1893?) Il colore nero indica le parti ancora esistenti al tempo di Lanciani, oppure quelle che egli potè vedere fugacemente in occasione di scavi. Il nero è usato anche per un monumento non più visibile ma per il quale egli aveva raggiunto una sua convinzione di certezza: si tratta del ‘sepulcrum’ coincidente con la terza torre ad occidente di Porta Flaminia. Il colore grigio (ottenuto grafıcamente con linee parallele accostate) indica le parti non più visibili che Lanciani ricostrui tenendo presente piante dal XVI al XVIII secolo (de' Rocchi, Bufalini, Nolli).
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6

Giustini, Laura. "I molini lungo il Tevere a Roma agli inizi dell’Ottocento." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 118, no. 1 (2006): 53–59. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2006.10288.

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7

Cesari, Giorgio. "Le vie navigabili interne: il Tevere dalla foce a Perugia." Riparia, no. 1 (2018): 56–62. http://dx.doi.org/10.25267/riparia_sup.2018.i1.08.

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Johnson, Paul, Simon Keay, and Martin Millett. "Lesser urban sites in the Tiber valley: Baccanae, Forum Cassii and Castellum Amerinum." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 69–99. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002671.

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Abstract:
ABITATI MINORI NELLA VALLE DEL TEVERE: BACCANAE, FORUM CASSII E CASTELLUM AMERINUML'articolo presenta i risultati delle indagini geofisiche e topografiche condotte a Baccano, Forum Cassii e Castellum Amerinum, come parte del progetto ‘Città romane nella Media e Bassa Valle del Tevere’. I risultati forniscono nuove informazioni sulla struttura e sull'estensione di questi centri, integrando le evidenze raccolte in occasione degli scavi precedenti. A Baccano sono stati individuati nuovi elementi della planimetria del sito. A Forum Cassii è stato chiarito l'andamento della via Cassia in questo punto e sono state individuate nuove strutture, tra cui tombe e un possibile anfiteatro. Infine a Castellum Amerinum sono stati rintracciati il percorso della via Amerina e nuove strutture lungo la riva del Tevere. Si discute inoltre il rinvenimento da quest'ultimo sito di tre tegole con bollo.
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Colzi, Francesco. "Il Tevere ed il commercio del legno a Roma nel XVIII secolo." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 118, no. 1 (2006): 35–44. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2006.10286.

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Peterson, Charles S. "Gaining Ground: The Renewal of America’s Small Farms by J. Tevere MacFadyen." Western American Literature 20, no. 1 (1985): 81–82. http://dx.doi.org/10.1353/wal.1985.0052.

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Di Domenicantonio, Alfredo, Manuela Ruisi, and Paolo Traversa. "WFD and hydrogeological setting plans: the example of the Tevere River Basin." Environmental Science & Policy 8, no. 3 (June 2005): 233–37. http://dx.doi.org/10.1016/j.envsci.2005.01.003.

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Segarra Lagunes, Maria Margarita. "Le attività produttive del Tevere nelle dinamiche di trasformazione urbana : i mulini fluviali." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 118, no. 1 (2006): 45–52. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2006.10287.

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Esposito, Anna. "Le inondazioni del Tevere tra tardo Medioevo e prima età moderna : leggende, racconti, testimonianze." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 118, no. 1 (2006): 7–12. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2006.10283.

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Bellotti, Piero. "Regime fluviale del Tevere e variazione del litorale deltizio dal Rinascimento ai nostri giorni." Riparia, no. 1 (2018): 50–55. http://dx.doi.org/10.25267/riparia_sup.2018.i1.07.

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Gualtieri, Maurizio, and F. Di Gennaro. "Forme d'insediamento tra Tevere e Fiora dal Bronzo Finale al principio dell 'Età del Ferro." American Journal of Archaeology 92, no. 4 (October 1988): 612. http://dx.doi.org/10.2307/505270.

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Palmer, Robert E. A., and Eugenio La Rocca. "La riva a mezzaluna: Culti, agoni, monumenti funerari presso il Tevere nel Campo Marzio occidentale." American Journal of Archaeology 92, no. 4 (October 1988): 618. http://dx.doi.org/10.2307/505275.

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Patterson, Helen, Helga Di Giuseppe, and Rob Witcher. "Three South Etrurian ‘crises’: first results of the Tiber Valley Project." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 1–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002658.

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Abstract:
LE TRE ‘CRISI’ DELL'ETRURIA MERIDIONALE: RISULTATI PRELIMINARI DEL PROGETTO VALLE DEL TEVERECon questo articolo si intende fornire un resoconto preliminare su alcuni dei risultati principali del progetto Valle del Tevere condotto dalla British School at Rome. Il lavoro si concentra sui risultati attenuti dal riesame dei materiali raccolti in occasione della South Etruria Survey e illustra come questi consentano di rivedere le precedenti interpretazioni proposte. Sono stati scelti tre casi-studio al fine di dimostrare come il progetto stia consentendo di ripensare i cambiamenti dei paesaggi della Media Valle del Tevere e, in particolare, di collocarli nel contesto del continuo e mutevole rapporto con Roma, durante i periodi storici di supposta ‘crisi’: il V–IV secolo a.C, il II secolo a.C. e il tardoantico–alto medioevo. Ogni periodo mostra differenti gradi di continuità e cambiamenti. Si è preferito pertanto adottare un termine neutrale come ‘trasformazione’, piuttosto che ‘crisi’ e situare ognuno di questi cambiamenti all'interno di una più lunga prospettiva storica e di una più ampia struttura interpretativa.
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Kleiner, Diana E. E., and Sylvia Diebner. "Reperti Funerari in umbria a sinistra del Tevere (I Sec. A. C.-I Sec. D. C.)." American Journal of Archaeology 93, no. 1 (January 1989): 155. http://dx.doi.org/10.2307/505418.

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Di Rita, Federico, Celant, Alessandra, and Conati Barbaro, Cecilia. "Interazioni tra clima, ambiente e uomo nell'evoluzione olocenica del delta del Tevere: dati paleobotanici e ritrovamenti archeologici." Rendiconti Online della Società Geologica Italiana, Vol. 18 (January 16, 2012): 19–23. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2011.60.

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Enzi, Silvia. "Le inondazioni del Tevere a Roma tra il XVI e XVIII secolo nelle fonti bibliotecarie del tempo." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 118, no. 1 (2006): 13–20. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2006.10284.

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Megna, Laura l. "«Acque e immonditie del fiume» : inondazioni del Tevere e smaltimento dei rifiuti a Roma tra Cinque e Settecento." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 118, no. 1 (2006): 21–34. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2006.10285.

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Faris, John D. "Dall'Oronte al Tevere. Scritti in onore del cardinale Ignace Moussa I Daoud per il cinquantesimo di sacerdozio (review)." Catholic Historical Review 93, no. 2 (2007): 440–42. http://dx.doi.org/10.1353/cat.2007.0164.

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Amorosi, Alessandro, and Salvatore Milli. "Late Quaternary depositional architecture of Po and Tevere river deltas (Italy) and worldwide comparison with coeval deltaic successions." Sedimentary Geology 144, no. 3-4 (November 2001): 357–75. http://dx.doi.org/10.1016/s0037-0738(01)00129-4.

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Bonamico, Margherita, Paola Tuccimei, Lucia Mastrorillo, and Roberto Mazza. "Freshwater–Saltwater Interactions in a Multilayer Coastal Aquifer (Ostia Antica Archaeological Park, Central ITALY)." Water 13, no. 13 (July 4, 2021): 1866. http://dx.doi.org/10.3390/w13131866.

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Abstract:
An integrated research approach consisting of hydrogeologic and geochemical methods was applied to a coastal aquifer in the Ostia Antica archaeological park, Roma, Italy, to describe freshwater–saltwater interactions. The archaeological park of Ostia Antica is located on the left bank of the Tevere River delta which developed on a morphologically depressed area. The water monitoring program included the installation of multiparametric probes in some wells inside the archaeological area, with continuous measurement of temperature, electrical conductivity, and water table level. Field surveys, water sampling, and major elements and bromide analyses were carried out on a seasonal basis in 2016. In order to understand the detailed stratigraphic setting of the area, three surface boreholes were accomplished. Two distinct circulations were identified during the dry season, with local interaction in the rainy period: an upper one within the archaeological cover, less saline and with recharge inland; and a deeper one in the alluvial materials of Tevere River, affected by salinization. Oxygen and carbon isotopic signature of calcite in the sediments extracted from the boreholes, along with major elements and Br concentration, allowed us to recognize the sources of salinity (mainly, local interaction with Roman salt pans and agricultural practices) and the processes of gas–water–rock interaction occurring in the area. All these inferences were confirmed and strengthened by PCA analysis of physicochemical data of groundwater.
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Joncheray, Claire. "P. Giulierini, P. Bruschetti, F. Gaultier, L. Haumesser, Gli Etruschi dall’Arno al Tevere, Le collezioni del Louvre a Cortona." Kentron, no. 27 (November 1, 2011): 153–56. http://dx.doi.org/10.4000/kentron.1301.

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Massimo Belardinelli. "Portare la scuola a casa: L’esperienza di Didattica a Distanza del I° Circolo didattico “S. Filippo” di Città di Castello." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 167–75. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.52.

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Abstract:
La direzione didattica “San Filippo” di Città di Castello comprende 6 plessi di scuola dell’infanzia e 6 plessi di scuola primaria posti in due comuni dell’Alto Tevere Umbro. A partire dal 3 marzo 2020, a causa dell’emergenza sanitaria, ha riprogrammato le proprie attività didattiche in modalità a distanza che hanno permesso di mantenere la continuità didattica con il 95% degli alunni. In questi mesi di distanziamento sociale è aumentata inoltre l’interazione con le famiglie, e sono state sperimentate modalità di supporto agli alunni in difficoltà con attività di recupero a distanza.
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Bottari, Carla, and Vincenzo Sepe. "The role of earthquakes, landslides and climate changes in the abandonment of the Roman Carsulae site (Tevere basin – Central Italy)." Quaternary International 308-309 (October 2013): 105–11. http://dx.doi.org/10.1016/j.quaint.2012.10.053.

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Osborne, John. "A Note on the Medieval Name of the So-Called ‘Temple of Fortuna Virilis’ at Rome." Papers of the British School at Rome 56 (November 1988): 210–12. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009612.

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Abstract:
NOTA SULLA DENOMINAZIONE MEDIEVALE DEL COSIDDETTO “TEMPIO DELLA FORTUNA VIRILIS” A ROMAIl piccolo tempio repubblicano, che si trova presso la sponda del Tevere, generalmente noto come “Tempio della Fortuna Virile”, fu convertito, nei primi secoli del Medioevo, in una chiesa cristiana. L'identificazione della sua dedicazione è stata oggetto di controversie. L'autore ritiene che, se lo Stefano che era menzionato quale fondatore della chiesa in una perduta iscrizione può essere riconosciuto nello Stefano che detenne la carica di “secundicerius” nei primi anni del pontificate di Giovanni VIII, ciò raforzerebbe l'ipotesi avanzata da coloro che identificavano questo edificio con la chiesa di “S. Maria Sccundicerii”.
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Patterson, Helen, and Martin Millett. "The Tiber Valley Project." Papers of the British School at Rome 66 (November 1998): 1–20. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004207.

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Abstract:
IL PROGETTO ‘LA VALLE DEL TEVERE’Questo articolo tratta gli obiettivi e struttura del nuovo progetto di ricerca della British School at Rome, il progetto ‘la Valle del Tevere’ e presenta alcuni dei primi risultati, anche se preliminari. L'obiettivo principale di questo progetto è di studiare il mutevole paesaggio della valle dal 1000 a.C. al 1300 d.C., indagando sull'impatto di crescita, successo e declinio di Roma sul suo entroterra e sui conseguenti effetti della città e flume sull'insediamento, economia e identità culturale. Questa iniziativa raduna molti studiosi con interessi di ricerca in questo campo ed in effetti include una serie di progetti connessi, ciascuno con i suoi specifici obiettivi di ricerca, ma allo stesso tempo parte di un progetto più ampio. La storia dell'insediamento è studiata tramite un riesame dei dati rilevati dai progetti britannici, in particolare quelli della ‘South Etruria Survey’, diretta da John Ward-Perkins, oltre ai dati pubblicati di progetti italiani. Allo stesso tempo, nuove ricerche sul campo sono in programma con l'intento di riempire le lacune esistenti. Due nuovi progetti iniziarono nel 1997 concentrandosi sul tema dell'urbanismo. Le ricognizioni a Falerii Novi e a Forum Novum hanno esaminato l'organizzazione interna delle citta tramite sistematiche ricognizioni in superficie e indagini geofisiche. I primi risultati chiaramente dimostrano il potenziale di questo approccio. Queste tecniche verranno applicate ad una gamma di centri urbani nella media valle del Tevere. La comprensione dell'interazione della città e della valle implica il mettere insieme l'informazione esistente relativa l'insediamento, le reti di comunicazione, l'economia e l'ambiente, oltre all'integrazione dei nuovi dati. Un elemento chiave del progetto è l'uso di un sistema GIS per l'integrazione ed analisi dei diversi livelli di informazione.
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Downes, Sophy. "Head of an athlete from Falerii Novi." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 265–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003044.

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Abstract:
RELAZIONE DI SCAVO: TESTA DI UN ATLETA DA FALERII NOVIL'articolo presenta una testa scultorea di marmo trovata nel 1997 durante le ricognizione eifettuate a Falerii Novi nell'ambito del Progetto Valle del Tevere. La testa viene collocata nel genere delle sculture romane idealizzanti, e datata al I secolo a.C. grazie al confronto con altre statue ellenizzanti coeve. Si considera anche la scultura nel contesto storico di Falerii Novi e Veteres, in particolare le possibili origini falische della nuova città e si esaminano i dati degli scavi condotti nel sito nel XIX secolo per suggerire una possibile punto di ritrovamento e di esposizione nel teatro e nel complesso termale della città.
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Tucci, Pier Luigi. "Eight fragments of the Marble Plan of Rome shedding new light on the Transtiberim." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 185–202. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002713.

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Abstract:
OTTO FRAMMENTI DELLA PIANTA MARMOREA DI ROMA CHE GETTANO NUOVA LUCE SU TRANSTIBERIMViene presentata per la prima volta l'identificazione dell'antica topografia delineata sui frammenti 138a–f e 574a–b della Forma Urbis, la pianta marmorea di Settimio Severo. Vi è rappresentato un lungo tratto — finora del tutto sconosciuto — della sponda destra del Tevere, di fronte all'Aventino. Gli edifici non hanno un carattere monumentale: si tratta di strutture e di aree legate al commercio fluviale. Si afFacciano su una strada larga circa 10 m, che rappresenta la continuazione del tratto della via Campana-Portuensis già identificato su un'altra lastra della Pianta. I frammenti suggeriscono che la via, in età severiana, non si dirigeva verso il pons Aemilius, ma si raccordava con un altro ponte, i cui piloni furono demoliti alla fine del XIX secolo. Si trattava evidentemente del pons Sublicius, la cui ubicazione è stata finora dibattuta.
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Taylor, Rabun. "A citeriore ripa aquae: aqueduct river crossings in the ancient city of Rome." Papers of the British School at Rome 63 (November 1995): 75–103. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010205.

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Abstract:
A CITERIORE RIPA AQUA: ATTRAVERSAMENTI FLUVIALI DELL'ACQUEDOTTO NELLA ROMA ANTICAUn attento esame delle fonti letterarie suggerisce che l'introduzione di quattro acquedotti nella zona transtiberina, l'Aqua Appia, l'Anio Vetus, l'Aqua Marcia e l'Aqua Virgo, sia dovuta ad Agrippa. Si ritiene che il Pons Cestius sia stato costruito per lo meno in parte per realizzare questo progetto. Il Pons Agrippae, che certamente trasportava l'Aqua Virgo e forse l'Anio Vetus o anche l'Aqua Marcia, fu più tardi smantellato e ristrutturato a breve distanza più a valle, da Probo, con il nome di Pons Aurelius. I vecchi ponti dell'acquedotto vennero deviati verso questo nuovo ponte per mantenere il rifornimento di acqua nella trans-tiberina. L'Aqua Traiana attraversava il Tevere da ovest con un proprio ponte e procedeva verso est subito a sud del Colle Aventino, per congiungersi probabilmente alla rete di distribuzione sul Celio prima di diramarsi per alimentare le Terme Traiane e le altre regioni della città che giacevano ad est del fiume.
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Uroz Sáez, José, and Rafael Esteve Tébar. "Las manufacturas etrusco-romanas y el santuario de época republicana de Colle Plinio." Lucentum, no. 21-22 (December 15, 2003): 103. http://dx.doi.org/10.14198/lvcentvm2002-2003.21-22.07.

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Abstract:
El famoso templo dedicado a Ceres que Plinio el Joven poseía dentro de su gran hacienda in Tuscis, que él mismo dice que es antiguo, arranca seguramente de época republicana, a tenor de los recientes descubrimientos que aquí se explican. El fundus está situado en la comarca italiana de la «Alta Valle del Tevere», que ha sido históricamente una zona de frontera étnica entre umbros y etruscos, ubicado en el piedemonte de los Apeninos, a caballo entre una economía agraria de llanura y la silvio-pastoril de la montaña. Controla vías de paso fundamentales, y sus tierras están atravesadas por el Tíber, que le transporta sus productos a Roma. El santuario va asociado a unas novedosas producciones cerámicas locales, de barniz negro, barniz rojo y cerámica común, destinadas a usos rituales. La cronología no pasa desapercibida, pues se trata de la época de incorporación a Roma de la Umbría, con la creación de una serie de colonias estratégicas, y la construcción de la vía Flaminia, que ayudan a estructurar el territorio.
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MORI, EMILIANO, ANDREA VIVIANO, LEONARDO BRUSTENGA, FRANCESCO OLIVETTI, LUCA PEPPUCCI, CHIARA PUCCI, DAVIDE SENSERINI, et al. "DISTRIBUTION AND GENETIC ANALYSIS OF WILD-LIVING EURASIAN BEAVERS IN CENTRAL ITALY." Redia 104 (November 26, 2021): 209–15. http://dx.doi.org/10.19263/redia-104.21.24.

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Abstract:
The presence of the Eurasian beaver Castor fiber L. has been recently confirmed with two separated populations in Tuscany (Central Italy) and probably represents the result of an unofficial release. In late spring and summer 2021, seven reliable records of Eurasian beaver have been collected in Umbria and other neighbouring regions, implying that the distribution of this large rodent is even wider than previously reported. In this short work, we updated the distribution of this protected species in Central Italy, by collecting and mapping all the confirmed occurrences. Beavers were proved to be present throughout the Tiber (Tevere) river basin in both provinces of Umbria, and another individual has been road-killed in the Marche region, near the border with Tuscany. Other single signs of presence occurred in Emilia Romagna and Latium. The only hair sample we were able to collect confirmed it as the Eurasian beaver species. No reliable evidence is available on the number of free-ranging beavers in Central Italy, and systematic monitoring is needed. Before any management and conservation action, further data are required concerning distribution range, potential origin, social perception, and the effects on the ecosystems.
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di Giuseppe, Helga, Marta Sansoni, John Williams, and Robert Witcher. "The Sabinensis Ager revisited: a field survey in the Sabina Tiberina." Papers of the British School at Rome 70 (November 2002): 99–149. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002129.

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Abstract:
UNA RILETTURA DEL SABINENESIS AGER: LA RICOGNIZIONE NELLA SABINA TIBERINAQuesto articolo presenta i risultati di una piccola ricognizione nella Sabina Tiberina, a sud-ovest dell'antica citta di Cures Sabini, a nord di Roma. La scelta dell'area di indagine e degli obiettivi risponde a quesiti di ricerca specifici identificati dal ‘Tiber Valley Project’ della British School at Rome — tra questi, una valutazione della differenza di densità di insediamento sulle due sponde del Tevere, apparentemente molto marcata. Allo scopo, è stata selezionata un'area precedentemente analizzata da Muzzioli, nella speranza di poter perfezionare la cronologia dei siti noti e di poter identificare insediamente precedentemente sconosciuti. L'area di ricerca offriva l'opportunità di valutare la divisione del territorio in media età repubblicana proposta da Muzzioli. La nuova ricognizione ha permesso l'identificazione della maggior parte dei siti già noti così come di un numero significativo di altri insediamenti. Ciò sembrerebbe suggeririre che la minore densità di insediamento della Sabina possa essere dovuta a tecniche meno intensive di ricognizione sul campo. È stato inoltre possibile estendere in maniera significativa la cronologia dei siti conosciuti, fino al periodo sabino e tardo antico.
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Keay, Simon, Martin Millett, and Kristian Strutt. "An archaeological survey of Capena (La Civitucola, provincia di Roma)." Papers of the British School at Rome 74 (November 2006): 73–118. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003238.

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UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA A CAPENA (LA CIVITUCOLA, PROVINCIA DI ROMA)Questo articolo presenta i risultati della ricognizione geofisica e topografica condotta a Capena, come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. I risultati si basano su precedenti lavori e forniscono nuove informazioni sull'organizzazione e lo sviluppo del sito all'incirca dall'VIII secolo a.C. fino al periodo tardo-antico. L'indagine geofisica rivela che l'insediamento antico fu strutturato intorno ad una sistema stradale che seguiva la sommità della Civitucola, con strade che si diramavano da essa. Le evidenze emerse, inoltre, indicano che nel periodo arcaico, il sito occupava probabilmente 3 ha, espandendosi fino a circa 8, 7 ha nel periodo repubblicano perpoi contrarsi fino a circa 6 ha in quello imperiale. Strutture antiche appaiono sia verso l'estremità occidentale dell'insediamento, intorno alle strutture emergenti del cosiddetto Castellaccio, dove esse sono verosimilmente collegate al Foro della città, sia ad un più basso livello sull'estremità orientale della città. Complessivamente i risultati raggiunti suggeriscono che, sebbene Capena sia stata una citta relativamcnte piccola rispetto ad altri centri come Falerii Novi, essa doveva probabilmente essere abbastanza densamente occupata e giocava un importante ruolo amministrativo nel territorio.
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Carlucci, Claudia, Maria Anna De Lucia Brolli, Simon Keay, Martin Millett, and Kristian Strutt. "An archaeological survey of the Faliscan settlement at Vignale, Falerii Veteres (province of Viterbo)." Papers of the British School at Rome 75 (November 2007): 39–121. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003524.

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Abstract:
UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA DELL'INSEDIAMENTO FALISCO A VIGNALE, FALERII VETERES (PROVINCIA DI VITERBO)L'articolo presenta i risultati di una ricognizione geofisica condotta a Vignale nel 2001–2 come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. Il sito costituisce una parte importante dell'insediamento topograficamente complesso di Falerii Veteres (moderna Civita Castellana) nella provincia di Viterbo. Il sito ebbe una lunga e complessa occupazione che si estese dall'età del bronzo al basso medioevo, benché il suo principale periodo di vita sia stato l'età del ferro.Le caratteristiche di questo sito particolare necessitavano di una ricognizione topografica dettagliata, associata all'uso della magnetometria, della resistività e di un programma di campionatura geochimica. I risultati di simili approcci hanno gettato nuova luce sull'organizzazione spaziale del pianoro di Vignale. Inoltre, i dati sono stati integrati con quelli raccolti in passato sulla stessa Vignale da Raniero Mengarelli tra il 1895 e il gennaio del 1896. Le evidenze emerse, insieme al riesame delle terrecotte raccolte sul sito, suggeriscono che a Vignale si trovasse uno dei santuari falisci principali di Falerii Veteres e che esso si sia sviluppato tra il V e il III secolo a.C.
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Bruun, Christer. "Frontinus, Pope Paul V and the Aqua Alsietina/Traiana confusion." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 299–315. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001847.

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Abstract:
FRONTINO, PAPA PAOLO V E LA CONFUSIONE TRA AQUA ALSIETINA E TRAIANAL'iscrizione sulla Fontana dell'Acqua Paola del Gianicolo, a Roma, contiene un errore significativo. Secondo l'iscrizione, infatti, Papa Paolo V ristorò l'acquedotto augusteo dell'Aqua Alsietina, mentre in realtà i suoi ingegneri usarono l'Aqua Traiana per migliorare il rifornimento idrico della città (c. 1610). Questo errore non è semplicemente casuale. L'amministrazione papale era a conoscenza della presenza dell'Aqua Alsietina sulla sponda destra del Tevere dal trattato De aquae ductu urbis Romae di Frontino, ma non sapeva che i Romani avevano costruito anche un altro acquedotto sulla stessa sponda, poiché questo non veniva invece menzionato da Frontino. In questo articolo si sostiene che Frontino († c. 100 d.C.) doveva essere universalmente conosciuto tra gli ingegneri idraulici e gli amministratori delle risorse idriche in età rinascimentale e barocca (come Vitruvio tra gli architetti). La ‘riscoperta’ moderna dell'Aqua Traiana non avvenne che nel 1680 con Raffaele Fabretti, che fece uso di fonti antiche disponibili anche alla cancelleria di Paolo V, se solo fossero state condotte altre ricerche oltre Frontino. Furono necessari altri 150 anni prima che le conclusioni di Fabretti divennero generalmente note. Per la prima volta, inoltre, questo articolo prende in esame tutta l'evidenza antica e medievale in cui viene nominata l'Aqua Traiana.
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Magrini, Paolo, Augusto Degiovanni, and Fulvio Cirocchi. "UN NUOVO DUVALIUS DELL’UMBRIA, APPARTENENTE A UNA NUOVA LINEA FILETICA (Coleoptera, Carabidae)." Fragmenta Entomologica 42, no. 1 (October 31, 2010): 23. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2010.59.

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Abstract:
Nella presente nota viene descritto <em>Duvalius irmoi</em> n. sp. dell’Umbria (Grotta Lo Sprofondo, N° 420 U/Pg, Monte Tezio), si tratta di una specie anoftalma e depigmentata che probabilmente abita l’MSS più che le cavità tettoniche di ampie dimensioni della zona. La specie presenta una lamella copulatrice di forma singolare, piccola, con una lamina biforcuta conformata a doccia, sormontata da un fanero mediano impari quadrangolare di grandi dimensioni. La struttura singolare della lamella pone questa specie come capostipite di un nuovo gruppo, che denominiamo “gruppo <em>irmoi</em>” e la sua localizzazione all’interno del Triangolo Etrusco (delimitato dai fiumi Arno, Tevere e costa tirrenica e finora privo di nuovi rappresentanti di questo genere) fa pensare che ulteriori ricerche in quest’area geografica porteranno al reperimento di nuovi taxa similari. Questo nuovo gruppo si pone a metà strada fra il “gruppo <em>vallombrosus</em>”, diffuso più a nord (Toscana-Romagna) e il “gruppo <em>straneoi</em>” diffuso più a sud (Umbria-Lazio-Marche-Abruzzi): la lamina principale dell’endofallo ricorda quella di alcuni Duvalius del “gruppo <em>vallombrosus</em>”, ma è priva del vistoso pacco rotondeggiante di spine presente in questo gruppo (v. iconografia del testo), che è sostituito da un ampio fanero mediano impari, simile a quello di alcune specie del “gruppo <em>straneoi</em>”.
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Clay, T. "S. Diebner, Reperti Funerari in Umbria a Sinistra del Tevere I sec. A. C-I sec. D.C. (Archaeologia Perusina IV, Archaeologica LXVII). Rome: G. Bretschneider, 1986. Pp. 134, 48 pls. ISBN 88-7689-077-7." Journal of Roman Studies 79 (November 1989): 231–32. http://dx.doi.org/10.2307/301239.

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Fedeles, Tamás. "Ungarische Weihekandidaten in Curia Romana im späten Mittelalter." Specimina Nova Pars Prima Sectio Medaevalis 10 (April 27, 2022): 121–36. http://dx.doi.org/10.15170/spmnnv.2019.10.06.

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Abstract:
On the 19th of March 1496, the inhabitants of Rome could observe a group of foreign clerics in the neighbourhood of the Piazza Navona. Naturally, this proved to be a usual practice, as people of different status from every corner of the European continent arrived continuously to the Urbs Aeterna. Among those, who arrived in the city next to the River Tevere, from time to time we may observe those, who wanted to receive different grades of the holy orders either on their own or in groups. In one of these groups, we may mention numerous clericals, whom were on their way to the Church San Panthaleone in the Parione district of the city, where the general ordination was performed by Joshua, the bishop of Ascoli. Among the 118 candidates, altogether 53 clericals arrived in Rome from the remote Carpathian Basin. Both the number of Hungarians and their ratio among the whole group (46%) should be highlighted, as such a populous group of clericals cannot be mentioned neither from the previous nor from the following decades. In my presentation, I will survey the general characteristic features of the “turismo delle ordinazioni” of Hungarian clericals on the bases of the Libri formatarum series, which can be found in the Camera Apostolica fond of the Archivio Segreto Vaticano. I will seek answers to the following questions: Who and why did undertake the long journey? From which regions and in which ratio of the Carpathian Basin arrived clericals to the Papal Court? Did the Hungarian and international political events influence these journeys?
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Rickman, G. E. "Stefania Quilici Gigli: Il Tevere e le altre vie d'acqua del Lazio antico. Settimo incontro di studio del comitatoper l'archeologia laziale. (Quademi del Centra di studio per l'archeologia etrusco-italica.) Pp. 229; 180 illustrations. Rome: Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1986. Paper." Classical Review 37, no. 2 (October 1987): 327. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x0011128x.

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Loriaux, Sylvie. "Teveel rijkdom of teveel ongelijkheid?" Algemeen Nederlands Tijdschrift voor Wijsbegeerte 109, no. 4 (October 2, 2017): 437–40. http://dx.doi.org/10.5117/antw2017.4.lori.

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Di Giuseppe, Helga. "Book reviews - Marco Rendeli (ed.). Ceramica, abitati, territorio nella bassa valle del Tevere e Latium Vetus (Collection de l'Ecole française de Rome 425). ii+328 pages, 176 illustrations, 21 tables. 2009. Rome: Ecole française de Rome; 978-2-7283-0838-5 paperback € 81." Antiquity 86, no. 333 (August 22, 2012): 939–40. http://dx.doi.org/10.1017/s0003598x00048122.

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Nijboer, Albert J. "J. TABOLLI, NARCE TRA LA PRIMA ETÀ DEL FERRO E L'ORIENTALIZZANTE ANTICO: L'ABITATO, I TUFI E LA PETRINA (Mediterranea Supplemento 9; Civiltà arcaica dei Sabini nella Valle del Tevere 4). Pisa: Fabrizio Serra editore, 2013. 2 vols: pp. 797, illus. isbn9788862276061. €1,485.00." Journal of Roman Studies 108 (May 21, 2018): 190–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0075435818000382.

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GRAHAM, SHAWN. "(C.) Bruun (ed.) Interpretare i bolli laterizi di Roma e della Valle del Tevere: produzione, storia economica e topograca. (Acta Instituti Romani Finlandiae 32.) Pp. x + 323, gs, ills, maps. Rome: Institutum Romanum Finlandiae, 2005. Paper, €45. ISBN: 978-952-5323-10-8." Classical Review 57, no. 1 (February 6, 2007): 223–24. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x06004057.

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Marzialetti, Sara, Luisa Nicoletti, and Gian Domenico Ardizzone. "The polychaete community of the Fregene artificial reef (Tyrrhenian Sea, Italy): a 20-year study (1981–2001)." Zoosymposia 2, no. 1 (August 31, 2009): 551–66. http://dx.doi.org/10.11646/zoosymposia.2.1.38.

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Abstract:
The artificial reef of Fregene, Italy, was built in 1981 as a multipurpose structure with the intent of protecting the coastal environment from illegal trawling and also improving fishery production. It is located at 10–14 m depth on a sandy-silty seabed in the Tyrrhenian Sea, 5 nmi north of the outlet of the Tevere River (Latium, Italy) and 1.5 nmi offshore the town of Fregene (Latium, Italy). The development of the polychaete community on the reef was studied from May 1981 to December 2001 in order to examine long-term community dynamics and verify to what extent changes in polychaete assemblage could depict the development of the benthic assemblage. At each sampling time, two standard surfaces of 400 cm2 were scraped from the vertical walls of the same block. Temporal changes in the development of the polychaete community were detected by univariate (S, N, ExpH', 1/Simpson, J') and multivariate (CLUSTER, nMDS) analysis of the faunal data. Functional structure of the community was also analyzed. Changes in the community structure were shown by an overall increasing trend in the total number of species and individuals. The 20-year development of the polychaete community was divided into five different phases representing different benthic assemblages on the reef: the first two periods correspond to settlement of pioneer species (1981–82); the third is a phase characterized by Mytilus galloprovincialis dominance and regression (1983–85); the fourth is a phase of mud accumulation between dead balanids, with the presence of laminar bryozoans (1991–92), and the last corresponds to a phase dominated by bryozoan bioconstruction (2001). The increased complexity in the benthic assemblage and substratum on the reef is also shown by an increased differentiation and distribution of polychaete functional groups. Increasing environmental heterogeneity on the reef is the basic factor that affected biodiversity by generating new niches that could be occupied by additional species with different ecology. The similarity of the benthic assemblage observed on the reef in 2001 with natural bioconstructions suggest that after two decades the ecological succession has lead to a settlement at a steady-state of equilibrium with the surrounding environment.
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Schreuder, Ferdinand. "Teveel wetenschap?" Huisarts en wetenschap 59, no. 7 (July 2016): 311. http://dx.doi.org/10.1007/s12445-016-0186-x.

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Shipley, Lucy. "A festival and feast of archaeological information flowing along the Tiber - HELGA DI GIUSEPPE, LUNGO IL TEVERE: SCORREVA LENTO IL TEMPO DEI PAESAGGI TRA XV E I SECOLO a.C. (British School at Rome; Scienze e Lettere s.r.l., Roma2018). Pp. xxii + 207, figs. 59. ISBN 978-88-6687-133-0." Journal of Roman Archaeology 33 (2020): 559–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759420000136.

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Akin, I., S. Kische, T. C. Rehders, H. Schneider, H. Ince, and C. A. Nienaber. "TEVAR." Herz 36, no. 6 (September 2011): 539–47. http://dx.doi.org/10.1007/s00059-011-3500-1.

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