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Lemmi, Martina, and Deborah Catteruccia. "Nuove prospettive della comunicazione: inclusione di tutti i generi e di tutte le persone nell’UE." Revista Letras Raras 10, no. 2 (May 29, 2021): 265. http://dx.doi.org/10.35572/rlr.v10i2.2072.

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Abstract:
Questa recensione presenta i contenuti e l’utilità della guida pubblicata dal Segretariato Generale del Consiglio Europeo intitolata Comunicazione inclusiva all’SGC, la quale si concentra su somiglianze e differenze tra le versioni inglese, tedesca, portoghese e italiana. Sono mostrate alcune delle strategie che possono essere utilizzate per un linguaggio più inclusivo nell’SGC. Ogni versione presenta specificità linguistiche e socio-culturali relative alle singole lingue prese in considerazione e, pertanto, sono mostrati esempi diversi in ogni traduzione del documento. Gli obiettivi sono di ottenere una maggiore consapevolezza del nostro utilizzo del linguaggio orale, scritto e visivo e di invitare il lettore a prestare maggiore attenzione all’identità delle singole persone. L’argomento trattato nella guida è attuale e sempre in evoluzione come lo sono altresì le lingue, le quali sono in costante mutamento. Si offre uno spunto di riflessione su strutture e parole di uso quotidiano, le quali in base ai contesti d’uso possono risultare discriminatorie o rischiano di essere interpretate erroneamente.
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Vinci, Maria Gloria. "Ideologia e traduzione: Jorge Amado in Italia e la traduzione in italiano di Capitães da Areia." Revista de Italianística, no. 34 (November 7, 2017): 4. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p4-11.

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Abstract:
Il presente lavoro intende prendere in considerazione la traduzione in italiano del romanzo di Jorge Amado, Capitães da areia, realizzata nel 1953 da Dario Puccini, collocandola nel contesto storico-ideologico dell’Italia degli anni ’50 dominato dalla contrapposizione tra Partito comunista e Democrazia Cristiana. Il testo della traduzione, infatti, porta i segni di una costrizione ideologica che piega il romanzo amadiano, mediante recisioni e tagli piuttosto netti di interi capitoli, semplificazioni linguistiche e riscrittura di corposi brani del testo originale, dentro gli schemi del realismo socialista e, dunque, di una letteratura a forte impronta esemplare-educativa.
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Marangon, Giorgia. "Una "Lupa" tra lupe. Riflessioni filologiche e traduttive nella combinazione linguistica italiano-spagnolo-francese." Cuadernos de Filología Italiana 26 (October 2, 2019): 221–32. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.61766.

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Abstract:
Questa indagine centra la sua attenzione nell’analisi filologica e dei risultati traduttivi in spagnolo e francese di alcuni frammenti della novella La Lupa di Giovanni Verga, raccolta nell’opera Vita dei campi (1880). Abbiamo scelto, per la sua comparazione, la traduzione spagnola del granadino José Abad Baena, Cavalleria rusticana y otros cuentos sicilianos (20112), e quella francese, della svizzera Béatrice Haldas, Cavalleria rusticana et autre nouvelles siciliennes (2013). I risultati pratici ottenuti sono utili per uno studio approfondito della traduzione dei fenomeni di variazione linguistica tra lingue affini.
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract:
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Ivancic, Barbara. "Tra le (non) virgole di Alla cieca. Osservazioni sulla traduzione di Alla cieca e sul rapporto tra Claudio Magris e i suoi traduttori." Quaderni d'italianistica 32, no. 1 (December 6, 2011): 83–109. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v32i1.15936.

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Abstract:
Le opere di Claudio Magris sono state tradotte in molte lingue; il primato spetta a Danubio (1986), che segnò il successo internazionale dello scrittore e germanista triestino, con ventidue traduzioni, seguono Un altro mare (1991), tradotto in quattordici lingue, e Microcosmi (1997), a quota diciassette, mentre l’ultimo romanzo Alla cieca (2005) è stato finora tradotto in sedici lingue. Oltre ad essere un autore pluritradotto, Magris nutre anche un profondo interesse per l’argomento della traduzione e in particolare per la traduzione dei suoi stessi testi, come testimonia un intenso dialogo che instaura con molti dei suoi traduttori. A questo rapporto per molti versi singolare tra l’autore e i suoi traduttori1 è dedicata la prima parte del presente contributo. Nella seconda parte ci si concentra su Alla cieca e in particolare su un tratto stilistico del romanzo, quello dei segnali interpuntivi, il cui uso viene dapprima descritto nel testo fonte e che poi si analizza nelle traduzioni inglese, tedesca e croata.1Per un’analisi più approfondita di questo rapporto rimando al mio studio Il dialogo tra autori e traduttori. L’esempio di Claudio Magris (cfr. Ivancic 2010).
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Mosca, Anna. "Scannasurice di enzo moscato: um esempio di plurilinguismo del teatro italiano." Dramaturgias, no. 7 (July 4, 2018): 14–31. http://dx.doi.org/10.26512/dramaturgias.v0i7.9505.

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Abstract:
Il presente articolo propone una riflessione sulla peculiarità linguistica, e conseguentemente, sulle specifiche questioni traduttologiche del Teatro Italiano, attraverso lo studio di Scannasurice (Degolarratos), testo teatrale del drammaturgo, attore e regista Enzo Moscato, come esempio di scrittura ibrida tra italiano e napoletano. Si analizza dunque la traduzione di alcuni frammenti di Scannasurice dal napoletano al portoghese del Brasile e, pari- menti, si presenta la contestualizzazione dell’opera nella prospettiva storica, artistica, teatrale nell’ambito della Tradizione Drammatica Italiana e Napoletana.
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Roić, Sanja. "LA GINESTRA DI GIACOMO LEOPARDI A CETTIGNE VLADAN DESNICA MEDIATORE DI CULTURA ITALIANA IN MONTENEGRO." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 15–33. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.1.

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Abstract:
Nonostante le difficili condizioni materiali in cui si è trovato nel 1954, lo scrittore Vladan Desnica non aveva rinunciato alla propria dignità intellettuale. Alla rinomata rivista culturale Stvaranje di Cettigne lo scrittore ha inviato da Zagabria la propria traduzione de “La Ginestra o il fiore del deserto”, canto tra i più complessi della raccolta poetica di Giacomo Leopardi. Nel momento storico della crisi dei rapporti italo-jugoslavi la rivista Stvaranje ha realizzato un’importante mediazione culturale pubblicando la traduzione del classico italiano, confermando allo stesso tempo lo scrittore Vladan Desnica come eccellente conoscitore della cultura italiana e intellettuale critico.
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Cicali, Gianni. "Destouches e Goldoni tra nobildonne, arcadi e liberi muratori. Percorsi della riforma del teatro comico italiano del Settecento." Quaderni d'italianistica 40, no. 2 (October 4, 2020): 49–81. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i2.34878.

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Abstract:
La riforma del teatro italiano promossa da Carlo Goldoni a metà del Settecento ha avuto dei momenti preparatori. Tra le fasi importanti di questa preparazione si devono includere le traduzioni di testi teatrali francesi di Destouches, drammaturgo aristocratico e accademico di Francia. Inoltre, questi segnali di una pre-riforma si notano particolarmente in ambienti legati all’illuminismo, all’aristocrazia e alla Massoneria in Toscana, regione in cui il giovane avvocato Goldoni soggiornò per alcuni anni. Un altro elemento sono le donne della nobiltà italiana che in alcuni casi non solo recitano da dilettanti i testi del francese durante eleganti villeggiature ma a volte li traducono o li fanno circolare tra compagnie significative di attori e attrici. In questo saggio vedremo questi antecedenti formativi della riforma di Goldoni e in particolare una traduzione di un testo di Destouches che si rivela importante per le persone coinvolte e che era sfuggita agli studi sui rapporti tra Goldoni e Destouches e la riforma del teatro italiano del Settecento.
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Ferenczi, Sŕndor, and Otto Rank. "Prospettive di sviluppo della psicoanalisi. Sull'interdipendenza tra teoria e pratica (1923 [1924])." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2012): 487–538. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-004001.

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Abstract:
Dopo una Nota redazionale, viene tradotta integralmente per la prima volta in italiano e con una nuova traduzione la monografia Prospettive di sviluppo della psicoanalisi. Sull'interdipendenza tra teoria e pratica di Sándor Ferenczi e Otto Rank, scritta nel 1923 e pubblicata nel 1924 (precedentemente erano stati tradotti in italiano solo i capitoli 1, 3 e 5, pubblicati nel terzo volume dei Fondamenti di psicoanalisi dell'editore Guaraldi nel 1974 e delle Opere dell'editore Raffaello Cortina nel 1992). Viene anche pubblicata una postfazione di Michael Turnheim a una ristampa tedesca dell'editore Turia & Kant di Vienna del 1996. Prospettive di sviluppo della psicoanalisi rappresenta una importante tappa del dibattito sulla teoria della tecnica psicoanalitica, e mostra come giŕ agli inizi degli anni 1920 fossero ben presenti alcune tematiche discusse attualmente all'interno del movimento psicoanalitico.
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Testa, Carlo. "Per una traduzione multidimensionale della poesia: “Notte, strada, lampione, farmacia” di Aleksandr Blok tra esistenzialismo e simbolismo." Quaderni d'italianistica 34, no. 1 (July 22, 2013): 217–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19880.

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Abstract:
Questo articolo propone al pubblico di lingua italiana una nuova traduzione in verso e rima, commentata e ragionata, della classica poesia blokiana “Notte, strada, lampione, farmacia,” anche nota come Danza macabra II (1912), tratta dalla raccolta Un mondo terribile (Strashnyi mir). La mia proposta viene presentata analiticamente attraverso un confronto puntuale con quattro preesistenti traduzioni in italiano: in primo luogo quella di Renato Poggioli, ne Il fiore del verso russo (1949), e successivamente quelle di Angelo Maria Ripellino (1975), Bruno Carnevali (1977) e Sergio Pescatori (1981). La caratteristica precipua di questa mia proposta è la presentazione di una traduzione poetica, ovvero una traduzione “multidimensionale” che nella lingua destinataria conservi, oltre ovviamente ad un massimo possibile della dimensione semantica (il “senso” strettamente letterale), anche tratti di verso e rima quanto più possibile simili a quelli che il testo di partenza possiede nella propria veste originale.
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Pasi, Riccardo, Vittore Negretto, and Francesco Musco. "Diversi approcci al drenaggio urbano sostenibile: un confronto tra il contesto normativo inglese e quello italiano." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 125 (August 2019): 120–40. http://dx.doi.org/10.3280/asur2019-125006.

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Alcini, Laura. "PAOLO ANTONIO ROLLI PRIMO TRADUTTORE DI MILTON UN POETA, EDITORE, POLEMISTA E MAESTRO D'ITALIANO NELL'INGHILTERRA DEL SETTECENTO." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 39, no. 2 (September 2005): 398–420. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900205.

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Abstract:
Il saggio intende ricostruire la vicenda biografica e letteraria di Paolo Antonio Rolli, intellettuale eclettico nella Londra del secolo diciottesimo, a cui spetta il merito, scarsamente riconosciuto, di precursore e fautore degli scambi letterari tra Italia e Gran Bretagna. Per almeno trenta anni Rolli fu infatti uno dei più autorevoli rappresentanti della lingua e della cultura italiana a Londra, diventandone principale ambasciatore. Oltre al Rolli poeta arcade, librettista ed editore-filologo esiste anche un Rolli docente di lingua italiana la cui vocazione maieutica si esprime nell'intento, assolutamente moderno, di rendere più vicini il mondo letterario inglese e quello italiano. Egli si colloca d'altronde nella scia di quella corrente culturale che, già dal secolo XVII, aveva visto la lingua italiana diventare fulcro della formazione culturale anglosassone. Tendenza che in John Milton aveva trovato il suo più illustre rappresentante. L'attività di traduttore, dai classici e dai moderni, costituisce senza dubbio la parte fondamentale della produzione di Paolo Rolli, particolarmente intensa durante la permanenza inglese. Il più importante lavoro traduttivo rimane la versione italiana del Paradise Lost di J. Milton che impegnò il poeta per circa quindici anni. L'opera, pionieristica per l'epoca, rappresenta una pietra miliare della critica italiana in rapporto alla letteratura inglese.
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Scotti Jurić, Rita, and Lorena Lazarić. "TRADUZIONE E TRADIZIONE. ALCUNE RIFLESSIONI SULLA POESIA DI DANIEL NAČINOVIĆ." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 175–93. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.11.

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Abstract:
C’è una differenza sostanziale tra chi si esprime con la lingua standard e chi lo fa in dialetto. Gli studi sulla traduzione della poesia dialettale sono pochi e le prospettive teoriche denunciano per lo più difficoltà implicite in una tale operazione, ma non forniscono modelli operativi soddisfacenti. La domanda che ci si pone è se sia corretto tradurre la poesia ciacava nel dialetto istroveneto o lo si debba fare in italiano standard. Nel saggio si discuteranno le peculiarità della scrittura poetica dialettale di Daniel Načinović: l'espressività della lingua orale legata alla concretezza e all’immediatezza, l'uso frequente di immagini e paragoni, di suoni onomatopeici, di forme allocutive e di modi di dire. In particolare si analizzeranno le tecniche traduttive che permetteranno di recuperare quell'orizzonte antropologico che può essere testimoniato non solo dal ciacavo che lo esprime, ma anche dall'istroveneto che questo mondo lo conosce e lo vive.
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Sollami, Alfonso, Luca Caricati, Monica Bianconcini, Cinzia Guidi, and Tiziana Mancini. "Misurare la cultura della sicurezza: primo adattamento italiano del Safety Attitude Questionnaire (SAQ)." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 103–21. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002007.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio č fornire un primo adattamento al contesto sanitario italiano del(SAQ), uno strumento largamente utilizzato nel contesto anglosassone per misurare la cultura della sicurezza. La versione italiana, tradotta e adattata dall'originale inglese, č stata somministrata a 660 professionisti sanitari (infermieri, ostetrici e fisioterapisti) provenienti da diverse aziende ospedaliere della Regione Emilia Romagna e impegnati in aree di lavoro diverse (Medicina, Chirurgia, Materno-Infantile e Sale Operatorie). I risultati hanno mostrato una struttura fattoriale solo in parte simile a quella originale. Tre fattori sono stati, infatti, estratti: un fattore Prossimale all'agire quotidiano (clima di sicurezza e clima di lavoro), un fattore Distale alla pratica professionale (organizzazione dell'azienda) e un fattore di Stress. Essi riaccorpano i sei riscontrati nelle ricerche condotte in altri paesi e mostrano una buona validitŕ di contenuto, indici di adattamento accettabili e invarianza strutturale tra le tre diverse aree di provenienza delle unitŕ operative. Seppure preliminari, i risultati evidenziano alcune specificitŕ che richiamano ai significati che la cultura della sicurezza assume nel contesto italiano.
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Ožbot, Martina. "Che cosa (non) è rimasto della francesità?: addomesticamento e straniamento nelle traduzioni italiana e slovena di Les fleurs bleues di Raymond Queneau." Linguistica 53, no. 1 (December 1, 2013): 161–75. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.53.1.161-175.

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Abstract:
Nel presente contributo vengono offerte alcune riflessioni sulla traduzione di aspetti culturalmente specifici nel testo letterario, e in particolare sulle versioni italiana e slovena del romanzo Les Fleurs bleues di Raymond Queneau, che sono opera rispettivamente di Italo Calvino e di Ana Barič Moder. Al centro dellʼattenzione è soprattutto la dicotomia traduttiva tra lʼapproccio straniante e quello domesticante. Un esame del testo originale e delle due traduzioni ha dimostrato che ambedue i traduttori si sono sforzati di preservare i caratteri della cultura di partenza iscritti nel romanzo queneauiano. Allo stesso tempo, però, hanno cercato di integrare le proprie versioni negli ambienti dʼarrivo quando ciò pareva necessario per rendere possibile il pieno funzionamento delle due traduzioni come opere letterarie che, nei specifici contesti italiano e sloveno, sono destinate ad avere la funzione di entità letterarie a sé stanti, cioè indipendenti dal loro primario legame con il testo di partenza francese. Fatte queste premesse, lʼapproccio generale dei due traduttori può essere caratterizzato come relativamente addomesticante, anche se in entrambe le versioni, e in particolare in quella italiana, viene concesso ampio spazio anche allo straniamento, purché esso non incrini la funzionalità della traduzione.
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Sabbatino, Pasquale. "I "Peli" della Gatta Cenerentola di De Simone e del Cunto de li cunti di Basile. Una parodia dell'illustre don Benedetto Croce." Quaderni d'italianistica 29, no. 2 (June 1, 2008): 73–92. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v29i2.8457.

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Abstract:
Nel corso del presente intervento si pone l'attenzione sul profondo e prolifico legame letterario che intercorre tra il drammaturgo novecentesco Roberto De Simone e lo scrittore seicentesco Giovanbattista Basile. In questo senso si evidenziano tre tappe salienti. De Simone debuttò nel 1976 al Festival dei due Mondi di Spoleto con un'opera intitolata La gatta cenerentola chiaramente inspirata alla favola di Basile, nel 1989 pubblicò la traduzione dall'antico napoletano in dialetto moderno della raccolta Il Pentamerone ovvero Lo cunto de li cunti trattenimento de piccerille (Napoli, ed. Il Mattino), mentre del 2002 è la doppia riscrittura, in dialetto e in italiano, del Cunto de li cunti di Basile (Torino, Einaudi). L'analisi, in particolar modo, di quest'ultima opera permette, inoltre, di sottolineare il forte intento parodico di De Simone nei confronti di Benedetto Croce. Nell'anno del cinquantesimo anniversario della morte del filosofo abruzzese, De Simone decide di inserire nella propria riscrittura del Cunto di Basile il personaggio Croce, condannandolo irriverentemente a "un peteggiare involontario, ereditato dall'aerofagia patita prima di morire".
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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Abstract:
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Godini, Neva. "Il punto su Sebastijan Krelj." Linguistica 27, no. 1 (December 1, 1987): 33–45. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.27.1.33-45.

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Abstract:
Come Sebastianus Krelo Austriacus si era iscritto all'Accademia di Jena nel 1557 colui che oggi viene considerato uno dei protagonisti di spicco dell'epopea pro­ testante slovena. Sono ormai parecchi anni che, nel celebrare l'anniversario del1584 nella cultura e storia slovena (anno della pubblicazione della traduzione della Bibbia ad opera di Jurij Dalmatin e della prima grammatica slovena, scritta in Iatino, Arti­ cae horulae di Adam Bohorič), non si contano ormai più libri, saggi, articoli, con­ vegni e commemorazioni varie così in Slovenia come all'estero ed in particolare a Derendingen, oggi periferia della città di Tübingen, che diventò Ia seconda patria di colui che viene considerato il padre della letteratura slovena, cioè Primož Trubar. E nella vicina città di Urach aveva sede l'importantissima tipografia dei protestanti sloveni e non: basterà ricordare che qui in soli cinque anni vennero alia stampa ben 50 tra pubblicazioni in sloveno, croato, glagolitico, italiano ecc. Ma queste dovreb­ bero essere cose abbastanza risapute. Meno conosciuta e, oseremmo dire quasi un po' trascurata in questa messe di commemorazioni, appare l'opera e l'importanza di uno dei protagonisti del protestantesimo sloveno, appunto Sebastijan Krelj.
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Santos, Maria Aparecida Cardoso, and Alice Rodrigues Crivano da Silva. "Sobre a tradução poética e o Poetry Slam: crepa! – uma análise e muitos diálogos." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 14. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62088.

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RESUMO: O presente trabalho visa a ratificar o papel do tradutor como mediador entre culturas ao discutir as estratégias utilizadas na tradução e na retradução de um poema escrito em língua italiana. O corpus de análise, o poema crepa! criado pelo escritor e poeta sardo Sergio Garau, traduzido para língua portuguesa e apresentado na edição da FLUP de 2016, é um expoente da poetry slam, atribuindo a importância da oralidade, da métrica e das rimas do original durante o ato tradutório. Nesta modalidade, cuja performance artística é essencial para agregar significado ao poema, a meta objetivada seria produzir uma tradução satisfatoriamente fiel tanto no que diz respeito à forma quanto ao conteúdo. À luz de teóricos como Paulo Henriques Brito, Umberto Eco, dentre outros, evidenciamos dificuldades e soluções durante o desafio da tradução poética intercultural. Neste, também comentamos sobre outras questões igualmente pertinentes como a possibilidade de contato com o autor para solucionar eventuais dúvidas; a importância do trabalho em equipe na busca de outras perspectivas para a transposição do poema à língua de chegada; a validade de uma tradução e a necessidade de uma nova versão da mesma em prol da aprimoração constante do trabalho realizado pelo tradutor.Palavras-chave: Tradução poética. Tradução intercultural. Italianística. ABSTRACT: Questo lavoro si propone di confermare il ruolo del traduttore come mediatore tra culture discutendo le strategie utilizzate nella traduzione e nella ritraduzione di una poesia scritta in italiano. Il corpus di analisi, il poema crepa! creato dallo scrittore e poeta sardo Sergio Garau, tradotto in portoghese e presentato nell'edizione della FLUP 2016, è un esponente del poetry slam, attribuendo l'importanza dell'oralità, della metrica e delle rime dell'originale durante l'atto di traduzione. In questa modalità, la cui esecuzione artistica è essenziale per aggiungere significato al poema, l'obiettivo mirato sarebbe quello di produrre una traduzione soddisfacentemente fedele sia in termini di forma che di contenuto. Alla luce di teorici come Paulo Henriques Brito, Umberto Eco, tra gli altri, mettiamo in evidenza difficoltà e soluzioni durante la sfida della traduzione poetica interculturale. In questo commentiamo anche altre questioni altrettanto pertinenti come la possibilità di contattare l'autore per risolvere eventuali dubbi; l'importanza del lavoro di squadra alla ricerca di altre prospettive per trasporre la poesia nella lingua di destinazione; la validità di una traduzione e la necessità di una nuova versione per migliorare costantemente il lavoro svolto dal traduttore.Parole chiave: Traduzione poetica. Traduzione interculturale. Italianistica.ABSTRACT: This work aims to confirm the role of the translator as a mediator between cultures by discussing the strategies used in the translation and re-translation of a poem written in Italian. The corpus of analysis, the poem crepa! created by sardinian writer and poet Sergio Garau, translated into portuguese and presented in the 2016 edition of FLUP, it’s an exponent of poetry slam, attributing the importance of orality, meter and rhymes of the original during the translation act. In this modality, whose artistic performance is essential to add meaning to the poem, the aimed goal would be to produce a satisfactorily faithful translation both in terms of form and content. In the light of theorists such as Paulo Henriques Brito, Umberto Eco, among others, we highlight difficulties and solutions during the challenge of intercultural poetic translation. In this work, we also comment on other equally pertinent issues such as the possibility of contacting the author to resolve any doubts; the importance of teamwork in search of other perspectives for transposing the poem to the target language; the validity of a translation and the need of a new version in order to constantly improve the work performed by the translator.Key words: Poetic Translation. Intercultural Translation. Italian Studies.
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BELMAR, ANTONIO GARCA, and JOS RAMN BERTOMEU SNCHEZ. "ATOMS IN FRENCH CHEMISTRY TEXTBOOKS DURING THE FIRST HALF OF THE NINETEENTH CENTURY:." Nuncius 19, no. 1 (2004): 77–119. http://dx.doi.org/10.1163/182539104x00034.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title Gli ELMENS DE CHIMIE medicale di Mateu Orfila i Rotger (1787-1853) costituiscono una eccellente fonte storica per lo studio dell'ascesa e caduta della teoria atomica nella Francia della prima met dell'ottocento. Il libro fu ristampato otto volte fra il 1817 e il 1851; inoltre parecchie versioni ridotte furono pubblicate in inglese, spagnolo, tedesco, italiano e olandese. Vogliamo analizzare in primo luogo come la teoria atomica fu ricevuta dai libri di testo francesi appartenenti alle prime due decadi dell'ottocento. Gli atomi furono visti dagli autori francesi come strumenti pratici e non come novit teoriche. Vedremo come ci occorre nelle prime edizione dei libri di testo di Orfila e Thenard. Alla fine del 1820 nuovi metodi per il calcolo di pesi atomici furono introdotti nei libri di testo, insieme alle formule di Berzelius. Vedremo come la teoria atomica raggiunge il suo punto culminante nei libri di Orfila e Thenard tra le edizioni del 1827 e 1835. Per ultimo discuteremo perch Orfila cancell i pesi atomici della settima edizione del suo libro pubblicato nel 1843. Analizzeremo i suoi argomenti epistemologici, la sua visione della differenza fra atomi ed equivalenti, i suoi interessi per la chimica vegetale e animale e le costrizioni istituzionali (programmi ufficiali) per quello che si riferisce alla teoria atomica. Non si pu ridurre ad un solo motivo la reazione di Orfila rispetto alla teoria atomica nella decade del 1840. Lui scelse una posizione particolare fra le varie prese in quegli anni dagli autori francesi di libri di testo
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Duran-Muñoz, Isabel, and Katia Peruzzo. "I testi turistici sulle aree naturali protette in italiano e spagnolo: Un compito semplice per il traduttore? // Tourist Texts about Protected Natural Areas in Italian and Spanish: A Simple Task for the Translator?" Ecozon@: European Journal of Literature, Culture and Environment 5, no. 1 (April 1, 2014): 65–83. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2014.5.1.587.

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Nella traduzione di testi che riguardano tematiche ambientali dallo spagnolo all’italiano o viceversa, il traduttore spesso incontra termini che a prima vista possono sembrare equivalenti assoluti, come parque regional in spagnolo e parco regionale in italiano. Tuttavia, questi termini a volte possono dare luogo a errori di traduzione o problemi di interpretazione del testo di partenza, essendo il prodotto della cultura di origine e quindi diversi dal punto di vista sociale, politico e amministrativo. I traduttori devono quindi essere consapevoli delle differenze per evitare i tranelli linguistici che possono portare ad errori di interpretazione e di resa del testo di partenza nella lingua di arrivo. In questo articolo si presenta uno studio condotto su un corpus parallelo spagnolo-italiano composto di testi turistici sulla promozione delle aree naturali protette in Spagna, a cui si affianca l’analisi delle fonti normative nazionali, internazionali ed eurounitarie. Lo scopo dello studio è fornire una descrizione delle differenze e somiglianze a livello concettuale e terminologico nel settore della tutela ambientale, basata sull’analisi delle classificazioni e delle caratteristiche delle aree naturali protette. Nel materiale analizzato si individuano differenze e somiglianze tra i termini specifici delle due culture in esame, mentre la disamina delle traduzioni presenti nel corpus parallelo permette di identificare i principali problemi traduttivi ed eventuali errori di traduzione. Infine, i corpora comparabili monolingui e le fonti normative vengono considerati strumenti fondamentali che permettono di evitare errori traduttivi e selezionare le strategie traduttive più adeguate, come la domesticazione e la stranierizzazione (Venuti 1995) o l’espansione e la semplificazione, al fine di rendere più fruibili i testi tradotti e consentire sia ai destinatari della lingua di partenza che a quelli della lingua di arrivo di condividere se non proprio la stessa realtà concettuale, una realtà molto simile. Abstract In the process of translating Italian-Spanish environmental texts, translators frequently come across terms which at first glance might seem to be perfect translation equivalents, such as parque natural in Spanish and parco naturale in Italian, which can sometimes result in mistranslation and misinterpretation. These terms are embedded in cultures and, thus, different both from a social and a political perspective. Consequently, translators must be aware of these underlying differences so as to avoid possible pitfalls in interpreting the content and translating the texts correctly. This article presents a study carried out on a Spanish-Italian parallel corpus of tourist texts dealing with the promotion of protected natural areas in Spain, which is accompanied by an analysis of the legal sources at national, international and European levels. The purpose of the study is to provide a description of the differences and similarities at the conceptual and terminological levels in the specific field of environmental protection, based on the analysis of the characteristics and classifications of protected natural areas. The use of these resources will identify the differences and similarities between the specific terms of the two cultures examined (the Italian and Spanish), while the discussion of translations in Italian in the parallel corpus allows to highlight the major translation problems and potential translation errors. Finally, the use of the comparable monolingual corpora and the consultation of legal sources are seen as key tools that help translators to avoid errors and to select the most appropriate translation strategies, such as domestication or foreignization (Venuti 1995) and amplification or simplification in order to make the translated texts more accessible and allow both the recipients of the source language and those of the target language to share if not exactly the same conceptual reality, a very similar reality. Resumen En la traducción de textos sobre temas ambientales del español al italiano o vice versa, el traductor se enfrenta a menudo a términos que a primera vista pueden parecer equivalentes absolutos, como parque regional en español y parque regional en italiano. Sin embargo, estos términos a veces puede conducir a errores en la traducción o a una interpretación inadecuada en el texto meta debido a la relación del texto origen con la cultura origen. Por lo tanto, los traductores deben ser conscientes de estas diferencias entre la cultura origen y la meta a fin de evitar posibles errores de interpretación y transmitir correctamente el mensaje original. En este artículo se presenta un estudio llevado a cabo en un corpus paralelo español-italiano compuesto por textos turísticos relacionados con la promoción de las áreas naturales protegidas en España, junto con un análisis de las fuentes aplicables nacionales, internacionales y comunitarias. El propósito del estudio es proporcionar una descripción de las diferencias y similitudes en el plano conceptual y terminológico en el ámbito de la protección del medio ambiente, basado ​​en el análisis de las características y clasificaciones de las áreas naturales protegidas. En el material analizado se identifican similitudes y diferencias entre los términos específicos de las dos culturas en cuestión, mientras que el examen de las traducciones en el corpus paralelo se utiliza para identificar los principales problemas de traducción y errores de traducción. Finalmente, los corpus monolingües y la normativa al respecto se consideran herramientas fundamentales para evitar los errores de traducción y seleccionar las estrategias de traducción más apropiadas, tales como la domesticación y extranjerización (Venuti 1995) o la amplificación y la simplificación, con el fin de producir unos textos traducidos más accesibles y ofrecer tanto a los destinatarios de la lengua de origen como a los de la lengua meta una realidad compartida, si no exactamente la misma desde un punto de vista conceptual, sí muy similar.
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Gremo, S., G. Iannarelli, and M. Vadori. "L'assistenza nefrologica alla persona straniera: ieri, oggi e domani." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 2 (January 26, 2018): 81–86. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1144.

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I dati ISTAT al 1° gennaio 2006 dichiaravano che la quota degli stranieri iscritti in Anagrafe era pari al 4.5%, tuttavia si riscontravano forti differenze a livello territoriale. Lo confermano i dati del XXI Rapporto sull'immigrazione al 31 dicembre 2010, dove la ripartizione territoriale degli immigrati in Italia è a Nord Ovest 35.0%; a Nord Est 26.3%; al Centro 25.2%; al Sud e Isole 13.5%. La percentuale di iscrizioni nel 2010 è però aumentata al 7.5% (4 570 317 stranieri) a cui bisogna aggiungere oltre 400mila persone regolarmente presenti (Straniero Temporaneamente Presente) ma non ancora registrate in anagrafe. Questa realtà rispecchia anche quella del nostro Sistema Sanitario Nazionale e delle nostre sale dialisi. Presso la dialisi del Presidio Ospedaliero S.G. Bosco di Torino la persona assistita straniera, nel dicembre 2011, incideva per il 22.2% sul totale degli assistiti (7.2% in emodialisi, 4.2% ambulatorio post-trapianto, 10.8% ambulatorio pre-dialisi). La scarsa conoscenza della lingua italiana compromette la comunicazione tra operatori sanitari e PA e una difficile aderenza terapeutica alle prescrizioni dietetiche-farmacologiche. Abbiamo cercato in questi anni di sopperire a queste difficoltà, mettendoci in relazione con la PA e i suoi familiari senza pregiudizi su stili di vita e valori, diversi da quelli usuali. Il nostro obiettivo è stato quello di risolvere le problematiche incontrate quotidianamente, ma anche con progetti di traduzione delle brochure in uso, e progettando corsi di formazione multiculturale per gli operatori addetti al trapianto renale. È stato laborioso educare all'autocura immunosoppressiva una PA straniera e analfabeta rientrata dal Centro Trapianti, altrettanto laborioso è stato far comprendere a una PA cinese e a una senegalese, che non parlavano italiano, la complessità della preparazione al trapianto, ma siamo riusciti nell'intento personalizzando il loro percorso e adattandolo ai loro punti di debolezza. (nursing)
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Benigni, Valentina. "Una festa da paura! Mi sono divertito da morire! Gli intensificatori iperbolici dell’italiano e la loro resa in russo." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 5–18. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.1.

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Abstrakt Il contributo propone una trattazione complessiva di alcuni tipi di locuzioni aggettivali e avverbiali dell’italiano introdotte dalla preposizione da che hanno la funzione di intensificare il significato dell’elemento a cui si riferiscono attraverso un’iperbole: una vacanza da sogno, bella da impazzire, mi annoio da morire. Alcune di queste strutture mostrano un carattere altamente polifunzionale che si manifesta nella capacità di modificare diverse classi di parole (nomi, aggettivi, verbi), nonché di occorrere da sole, indipendente da una testa sintattica, come segnali discorsivi. Nel lavoro verrà proposta una classificazione corpus based dei diversi pattern sintattici e dei formati semantici che vi si associano. L’analisi offre spunti interessanti anche per una descrizione della polisemia della preposizione da e per lo studio delle relazioni concettuali che codificano l’iperbole. Infine, l’ultima parte del lavoro è dedicata a un’analisi contrastiva italiano-russo-inglese e rappresenta un primo tentativo di individuare convergenze e divergenze nell’uso di iperboli intensificative tra lingue appartenenti a gruppi diversi. "Una festa da paura! Mi sono divertito da morire!". Intensyfikatory o znaczeniu nacechowanym dodatnio i ujemnie oraz ich odpowiedniki w języku rosyjskim Celem niniejszego artykułu jest kompleksowa analiza niektórych włoskich wyrażeńfrazeolologicznych przymiotnikowych i przysłówkowych wprowadzonych przez przyimek ‘da’ i pełniących funkcję intensyfikatora znaczenia elementu, do którego się one odnoszą za pomocą hiperboli: ‘vacanza da sogno’, ‘bella da impazzire’, ‘mi annoio da morire’. Niektóre z tych struktur posiadają wielofunkcyjną naturę: mogą modyfikować różne części mowy (rzeczowniki, przymiotniki, czasowniki), mogą też występować samodzielnie, niezależnie od członu określonego w syntagmie, jako sygnały dyskursywne. Artykuł zawiera klasyfikację różnych wzorców syntaktycznych i tak zwanych formatów semantycznych, które się z nimi łączą, opracowaną w oparciu o korpusową (corpus based) analizę porównawczą. Analiza jest punktem wyjścia do opisu polisemii przyimka ‘da’ i do analizy relacji konceptualnych, które kodyfikują hiperbole. Ostatnia część artykułu poświęcona jest analizie kontrastywnej języków włoskiego, rosyjskiego, angielskiego i stanowi pierwszą próbę wyodrębnienia zbieżności i rozbieżności w zastosowaniu hiperboli intensyfikujących w obrębie języków należących do różnych grup.
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Heyer-Caput, Margherita. ""Dopo il divorzio" (1902, 1905, 1920) di Grazia Deledda: 'opus in fieri' sul riso del moderno." altrelettere, September 17, 2013. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-13.

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Grazia Deledda, insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 1926, è stata generalmente considerata una delle voci maggiori della scrittura al femminile di primo Novecento, sospesa tra Verismo e Decadentismo e spesso tacciata di regionalismo. Tuttavia la critica italiana e nordamericana più recente ha cominciato a sottolineare la rilevanza della narrativa deleddiana nel discorso sul moderno. Il romanzo "Dopo il divorzio", generalmente trascurato dalla critica, rappresenta un caso esemplare della riflessione deleddiana sulla crisi del moderno 'sub specie Sardiniae' per la sua tormentata vicenda editoriale. Pubblicato dapprima nel 1902, all’apice di una rovente polemica pluridecennale sull’introduzione del divorzio in Italia, "Dopo il divorzio" appare poi in una traduzione inglese corredata di alcune significative modifiche nel 1905, e infine in una seconda versione italiana nel 1920 con il titolo di "Naufraghi in porto". L’analisi delle varianti di carattere strutturale e semantico alla luce della critique génétique dimostrerà che il percorso seguito dall’autrice nella geografia culturale dell’Italia post-unitaria si snoda lungo la dialettica tra margine e centro che definisce la poliedrica identità del modernismo italiano. Inoltre "Dopo il divorzio", profondamente radicato nel paesaggio sardo dei più noti romanzi deleddiani, emerge come opus in fieri del moderno attraverso un dialogo intertestuale con le maggiori espressioni contemporanee della riflessione sull’umorismo, da "Le rire" (1900) di Bergson, a "Der Witz" di Freud (1905) al "Saggio sull’umorismo" di Pirandello (1908). La lettura di "Dopo il divorzio" quale work in progress a colloquio con le teorie sull’umorismo di primo Novecento sottolinea l’appartenenza di Grazia Deledda al modernismo europeo non a dispetto, bensì grazie al punto d’osservazione privilegiato offertole dalla insularità sarda. L’analisi di "Dopo il divorzio" nel suo percorso testuale e nella sua rilevanza extratestuale rivela dunque come Grazia Deledda, una scrittrice spesso stigmatizzata per le sue radici regionali «minori», abbia aperto la letteratura italiana alla riflessione sui più inquietanti elementi del modernismo europeo.
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Cresti, Simona. "Escapismo, escapista: una fuga tra le parole." XVI, 2021/4 (gennaio-marzo), 2020. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.5447.

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Abstract:
Un nostro lettore ci chiede chiarimenti sul significato e l’uso della parola escapismo: “nello specifico se in italiano è possibile formare l’aggettivo denominale (escapista)” e che tipo di relazione intercorre “tra il termine italiano e la versione inglese escapism, escapist”.
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Cresti, Simona. "Escapismo, escapista: una fuga tra le parole." XVI, 2021/4 (gennaio-marzo), 2020. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.5447.

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Un nostro lettore ci chiede chiarimenti sul significato e l’uso della parola escapismo: “nello specifico se in italiano è possibile formare l’aggettivo denominale (escapista)” e che tipo di relazione intercorre “tra il termine italiano e la versione inglese escapism, escapist”.
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Barazza, Roberta. "Jessie White Mario, una donna inglese tra i protagonisti del Risorgimento italiano." Revista Italiano UERJ 4, no. 1 (October 7, 2013). http://dx.doi.org/10.12957/rev.ital.uerj.2013.7669.

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Cosma, Iulia. "Alcune considerazioni sugli eccessi dell’autocensura dell’impudico nella traduzione in rumeno del romanzo Venuto almondo di Margaret Mazzantini." Translationes 4, no. 1 (January 1, 2012). http://dx.doi.org/10.2478/tran-2014-0073.

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Astratto L’intento dell’articolo è quello di evidenziare gli effetti dell’autocensura del traduttore sulla lettura di un romanzo italiano contemporaneo, la cui versione in romeno è stata epurata dai termini licenziosi. Valutando come irrelevante la questione riguardante la motivazione del traduttore, lo scopo è quello di elencare e analizzare le notevoli differenze esistenti tra il testo originale e la sua versione in romeno, per rilevare e, di conseguenza, in un certo senso, annullare gli effetti di tale censura, rendendo giustizia alla scrittrice e alla sua opera.
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MANDRINO, AGNESE. "CRITERI DI EDIZIONE." Nuncius, 2004, 256–96. http://dx.doi.org/10.1163/182539104x00115.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title Viene pubblicata la corrispondenza tra il famoso astronomo italiano Giovanni Schiaparelli (1835-1910) e Percival Lowell (1855-1916), fondatore dell'omonimo importante osservatorio di Flagstaff in Arizona. Entrambi compirono dettagliati studi sul pianeta Marte, per cui la corrispondenza tratta in particolar modo questo argomento. Si tratta di 35 lettere inedite (34 in francese, una in inglese) scritte dal 1896 alla morte di Schiaparelli (1910). Nell'archivio dell'Osservatorio Astronomico di Brera sono custoditi gli originali di Lowell ed alcune minute di Schiaparelli; l'Osservatorio di Flagstaff ha gentilmente messo a nostra disposizione alcune lettere originali di Schiaparelli. title SUMMARY /title In this article we publish the correspondence between the famous italian astronomer Giovanni Schiaparelli (1835-1910) and Percival Lowell (1855-1916), founder of the Flagstaff Observatory in Arizona. Both studied in detail the planet Mars, therefore the correspondence focuses on this topic. In this work we present 35 unpublished letters (34 in French, one in English) written from 1896 until Schiaparelli's death (1910). The original letters from Lowell and some drafts by Schiaparelli are conserved in the archives of the Brera Astronomical Observatory; Flagstaff Observatory has kindly provided us with some of the original letters by Schiaparelli.
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