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Dissertations / Theses on the topic 'Trattamento acque'

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Antonozzi, Luca. "Tecnologie appropriate per il trattamento delle acque reflue." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/411/.

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Tiozzo, Pagio Massimiliano. "Sperimentazioni sul trattamento delle acque da piscina mediante filtrazione biologica aerobica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14307/.

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Abstract:
Il seguente elaborato nasce con l’obiettivo di applicare il concetto di biopiscina al brevetto Biodesign® presso l’azienda Actual Personal Irrigation (A.P.I.) Italia. La biopiscina ha lo scopo di fornire agli utilizzatori una zona balneabile dove l’acqua è trattata per via biologica da microorganismi, zooplancton, fitoplancton e piante. Ad oggi, il mercato della biopiscina è in forte crescita soprattutto nel nord Europa e in Italia. Visto il nuovo trend di mercato e la forte innovazione di A.P.I. Italia, è nata l'idea di testare due tipologie di filtrazione biologica a due vasche prova costruite attraverso la tecnologia Biodesign. Il brevetto Biodesign depositato nel 2007, consiste in una pavimentazione per piscina composta di diversi strati: il primo geotessile per isolare lo scavo dalla costruzione; il secondo composto di uno strato impermeabilizzante in EPDM; due strati di quarzo miscelato a resina appositamente formulata. La resina indurita aggrega il materiale minerale, che costituisce la pavimentazione a vista della piscina facendo comunque passare l’acqua in modo che la sua spinta venga trasferita interamente allo strato impermeabile e quindi al terreno migliorandone la consolidazione. Attraverso campionamenti settimanali si è potuto verificare il rispetto dei requisiti normativi dell’acqua di piscina per le due vasche prototipo provviste di filtro biologico. I requisiti normativi sono stati presi dalle linee guida della società di protezione paesaggistica tedesca (FLL) datate marzo 2017 e contenenti i requisiti di costruzione, uso e manutenzione da applicare a biopiscine e biolaghi balneabili ad uso pubblico e privato. Una seconda considerazione è stata fatta sulla qualità visiva dell’acqua. La valutazione è stata fatta comparando attraverso fotografie settimanali le due vasche valutando l’effetto della disinfezione UV-C per la rimozione di microorganismi patogeni e alghe, attuata attraverso una lampada installata sul primo sistema.
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Halilaj, Megi. "Analisi di un impianto di depurazione a fanghi attivi relativo ad acque reflue industriali alimentari: impianto di depurazione dell'azienda Tampieri s.p.a." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Nell'elaborato di prova finae si è voluto analizzare nel dettaglio le fasi di trattamento che caratterizzano l’impianto di depurazione della Tampieri s.p.a, analizzando i parametri principali del processo. E si è affrontata la questione delle efficienze di abbattimento dei principali parametri delle acque e la produzione dei fanghi.
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Bassani, Francesca. "Controllo e condizionamento delle acque nelle fontane a ricircolo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Il presente lavoro si riferisce alle acque delle fontane a ricircolo. Una fontana a ricircolo è un’opera monumentale le cui acque non sono erogate come potabili; inoltre le persone non vi si immergono ma potendo comunque venirne a contatto tramite schizzi o animali, vanno trattate con una disinfezione mirata ad eliminare gli agenti patogeni pericolosi per l’uomo. Dopo aver inquadrato il problema dal punto di vista normativo, nel primo capitolo, si è passati ad analizzare il problema sanitario, descrivendo microorganismi patogeni e indicatori di rischio. È stato tuttavia necessario tenere conto anche di un altro problema: quello dell’aggressività di certi prodotti disinfettanti sui materiali costituenti la fontana. A tal proposito è stato riportato l’esempio di un caso di studio, il restauro della Fontana delle Tartarughe di Roma. Infine, dopo varie considerazioni volte ad analizzare un adeguato compromesso tra problema sanitario e problema di aggressività/corrosione sui materiali, si è dimostrato come la tecnica di disinfezione a raggi UV sia preferibile per le fontane monumentali a ricircolo.
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Greco, Francesca. "Sistemi naturali di trattamento delle acque reflue: Bacini di fitodepurazione e lagunaggio di Melendugno." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7373/.

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Ciarrocchi, Elisa. "Sperimentazione di tecniche SBR nel trattamento "on site delle acque domestiche" per nuclei isolati e case sparse." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6749/.

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Abstract:
Scopo di questo lavoro di tesi è quello di sperimentare “sul campo’’ la validità e l'efficacia di tecniche SBR per il trattamento delle acque domestiche per case sparse e nuclei isolati. Tuttavia quella SBR, pur essendo una tecnica impiantistica, può soddisfare queste esigenze. Grazie alla presenza di un adeguato volume d'accumulo ed al funzionamento ciclico dell'impianto sono annullati tutti i problemi determinati, nei normali impianti in continuo, dalla discontinuità dell'afflusso di reflui (picchi di portata). L'impianto è studiato per ridurre la necessità di manutenzione al minimo: tutte le apparecchiature tecniche sono collocate in un armadio esterno all'impianto ed in vasca ci sono solo le tubazioni. Ciò esclude ogni presenza interna al serbatoio di apparecchiature elettriche e di parti in movimento soggette a usura. Il vantaggio è evidente nella semplificazione delle operazioni di gestione/controllo/manutenzione dell’impianto che non richiedono, di norma, lo svuotamento della cisterna e consentono operazioni più agevoli e sicure.Tutti i movimenti di processo sono supportati da tre sistemi Air Lift azionati da un unico compressore che provvede anche all'immissione dell'ossigeno attraverso l'aeratore tubolare a membrana nella vasca SBR. Il compressore si caratterizza per lunga vita operativa e assoluta silenziosità di funzionamento. Per verificare l’efficacia del processo depurativo indotto dall’impianto SBR installato dalla GreenSolar abbiamo fatto dei prelievi sul liquame in entrata alla camera SBR e su quello in uscita da essa. I campioni così prelevati sono stati analizzati da un laboratorio autorizzato.I valori limite imposti dal DGR n. 1053 sono ampiamente rispettati, tuttavia i risultati ottenuti non sono soddisfacenti relativamente alle potenzialità dell'impianto.
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Di, Tanna Luca. "Ottimizzazione e sostenibilità economico-finanziaria delle linee di trattamento fanghi dei depuratori municipali: analisi e casi studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
L'obiettivo della mia tesi è quello di definire scenari di ottimizzazione operativi e gestionali della linea fanghi di un impianto di depurazione delle acque reflue municipali ubicato in Romagna.. L’attenzione è posta solamente sulla linea fanghi, in quanto questi ultimi, definiti come i residui derivanti dal processo di trattamento delle acque reflue, rappresentano uno dei principali problemi gestionali di un impianto di depurazione, sia dal punto di vista tecnico che economico. Il trattamento e lo smaltimento dei fanghi costituisce uno dei maggiori aspetti dell’intero ciclo di depurazione delle acque, con pesanti implicazioni economiche. I costi possono avvicinarsi al 45-50% dell’onere complessivo di esercizio dei depuratori, per tanto la riduzione dei quantitativi da smaltire riveste un ruolo determinante. I fanghi sono sempre stati considerati un problema, mentre oggi sono visti come una risorsa da valorizzare, sia dal punto di vista energetico che di recupero di materia. Vengono proposte delle soluzioni tecnologiche innovative di trattamento dei fanghi da inserire nello scenario impiantistico esistente, procedendo ad una nuova analisi della linea fanghi. L’inserimento di tecnologie innovative comporta minori oneri economici di smaltimento dei fanghi e un loro recupero energetico e di materia. Successivamente si verifica la fattibilità tecnico-economica delle soluzioni ipotizzate, attraverso una valutazione economico-finanziaria.
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Gridelli, Mattia. "Caratterizzazione geochimica di acque, sedimenti e suoli, in un'area prossima ad un impianto di trattamento per rifiuti non pericolosi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12054/.

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Abstract:
La produzione mondiale di rifiuti rappresenta un tema molto discusso e una sfida per la comunità globale. In questo frangente le direttive europee promuovono una politica di riduzione, riuso e riciclo del rifiuto; tuttavia gli impianti di discarica sono ancora una questione aperta. Di conseguenza, l’analisi ambientale pedologica e geochimica, in tali siti è di estrema importanza per verificare la capacità dell’ambiente, di supportare tale attività senza essere contaminato. Nel presente studio abbiamo considerato un impianto di trattamento per rifiuti non pericolosi, situato nel bacino idrografico del rio Rondinella, appartenente al bacino del fiume Santerno, in Emilia-Romagna, Italia. Lo scopo dello studio era di: a) definire lo stato di qualità ambientale generale dell’area rispetto alle normative di riferimento; b) verificare eventuali modificazioni nelle caratteristiche delle matrici ambientali, derivanti dall’attività di discarica. Grande attenzione è stata posta al piano di campionamento, che ha interessato l’intero bacino del rio Rondinella e una parte di due bacini attigui, quello del rio Sanguinario e quello del rio Naretta. La caratterizzazione dei suoli e dei sedimenti è stata effettuata con rilievi pedologici e tecniche di analisi geochimica come la fluorescenza a raggi X (XRF), la spettrometria in assorbimento atomico a fiamma (FAAS) e la spettrometria in assorbimento atomico a fornetto di grafite (GFAAS). Sono stati applicati metodi di analisi statistica, con lo scopo di effettuare un confronto tra i nostri risultati e quelli ottenuti in altri studi. Nei suoli non sono state misurate concentrazioni superiori ai limiti fissati dal D.lgs. 152/2006. Per i sedimenti, le variazioni osservate nei valori di concentrazione sono per lo più imputabili a differenze litologiche e granulometriche, fra i siti. In riguardo alle acque, il loro lo stato ecologico rispetta gli obiettivi riportati nel D.lgs. 152/2006.
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Borghi, Chiara Caterina. "Studio sperimentale sulla separazione di tensioattivi mediante adsorbimento su ossidi di ferro per il trattamento di acque reflue urbane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1466/.

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Innocenti, Caterina. "Prove di ozonolisi sui fanghi biologici prodotti da impianti di depurazione delle acque reflue urbane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amslaurea.unibo.it/52/.

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Abstract:
La tecnica di ozonolisi viene applicata ai fanghi biologici derivanti da impianti di depurazione acque reflue urbane, e consiste nell'ottenere, grazie all'ozono, una minor massa fangosa da smaltire e una miglior trattabilità del fango residue. In questo elaborato si prendono in esame le sperimentazioni effettuate a Marina di Ravenna e si estraggono le prime conclusioni gestionali, economiche e ambientali sull'applicabilità del metodo a questo tipo di fango.
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Addorisio, Leonardo. "Affinamento mediante lagunaggio facoltativo dell'effluente del depuratore di Cesena." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/8046/.

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Abstract:
Nell’ambito dei trattamenti depurativi delle acque reflue, un ruolo di primaria importanza viene rivestito dalla tecnica di finissaggio. Si tratta di un sistema depurativo definito “naturale” ai sensi di legge, ed è adottato in regioni e luoghi tipicamente sensibili come zone lagunari o porti dove siano presenti particolari e restrittive normative sugli scarichi idrici. Normalmente si tratta di trattamenti appropriati per insediamenti con popolazione compresa tra 50 e 2000 A.E.(abitanti equivalenti), ma laddove il contesto ambientale lo consenta, può risultare opportuno il ricorso a queste tecniche di depurazione, suggerite dallo stesso D.Lgs. 152/99, anche per gli insediamenti di maggiori dimensioni adottando soluzioni integrate con impianti a fanghi attivi o a biomassa adesa a valle del trattamento, con funzione di affinamento dell'effluente. Nel presente lavoro, l’obiettivo è stato quello di analizzare l’entità dell’effetto di finissaggio esercitato su acque reflue in acque di transizione. Nello specifico si è studiato un tratto interno del Canale di Allacciamento (considerato alla stregua di uno stagno facoltativo), fra i comuni di Cesena e Cesenatico, il quale riceve a monte gli effluenti del depuratore di Cesena mentre a valle è influenzato dalle oscillazioni di marea.
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Sacco, Valerio. "Il trattamento integrato anaerobico/aerobico e recupero energetico dell'impianto di compostaggio di Salerno: soluzioni migliorative e potenziamento dell'impianto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8485/.

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Abstract:
La tesi mira ad affrontare le problematiche relative al potenziamento e all'adeguamento migliorativo di alcune sezioni dell’esistente impianto di trattamento finale della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, sito nel Comune di Salerno. Si è analizzata, in prima istanza, la gestione dei rifiuti in Campania negli ultimi anni: dall'inizio dell’emergenza negli anni ’90, fino ai giorni odierni con la stesura del “Piano Regionale per la Gestione dei rifiuti Solidi Urbani”. Si è posto, poi, l’accento sul modello che caratterizza la città di Salerno: una corretta gestione integrata dei rifiuti, contraddistinta da una raccolta “porta a porta” spinta e dalla realizzazione di un moderno impianto di compostaggio e produzione di biogas. Si è descritto l’impianto nella sua interezza, andando ad analizzare le singole sezioni che lo contraddistinguono: durante il periodo di funzionamento, dall'apertura dell’impianto, si sono riscontrate alcune criticità, che si è ritenuto di affrontare al fine di migliorarne l’efficienza. Si è elaborato, così, un progetto di potenziamento ed adeguamento migliorativo di alcune sezioni. In particolare, si è cercato di determinare quale fosse il sistema di depurazione dei reflui più adatto a questo tipo di realtà e si proceduto, quindi, al dimensionamento delle varie sezioni del sistema depurativo scelto. Si è ritenuto utile effettuare, anche, un confronto economico con il sistema attualmente in uso, che consiste nella depurazione dei liquami presso impianti terzi.
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Zanca, Caterina. "Separazione e recupero di ammonio da acque reflue municipali: sviluppo di un processo a scambio ionico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Lo sfruttamento efficiente delle acque reflue municipali (MWW), generalmente considerate solo come un rifiuto, consentirebbe di far fronte all’importante crisi idrica globale in atto. L’ammonio è il composto azotato più presente nelle MWW, dalle quali deve essere rimosso perché causa di eutrofizzazione degli ambienti acquatici. Allo stesso tempo, l’ammonio è alla base della produzione della maggior parte dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura, la cui filiera è responsabile di enormi consumi energetici ed emissioni di gas serra. Il presente lavoro di tesi si concentra su una tecnologia non convenzionale di rimozione ma anche di recupero dell’ammonio dalle MWW, il processo a scambio ionico. Data l’ampia varietà di materiali a scambio ionico disponibili, questa ricerca si focalizza sulla valutazione delle prestazioni della zeolite naturale (NZ) Cabasite/Phillipsite, condizionata in forma potassio e utilizzata nel trattamento di una MWW a forte concentrazione salina. La sperimentazione a piccola scala ha previsto prima l’esecuzione di test in batch per determinare la capacità di adsorbimento all’equilibrio della zeolite: i risultati sono stati interpolati tramite i modelli di Freundlich e Langmuir e confrontati con quelli relativi alla stessa NZ ma condizionata in forma sodio. La NZ è stata poi sottoposta a test in continuo in colonna, con lo scopo di definire le curve di breakthrough degli ioni presenti nella MWW trattata e il comportamento del materiale quando sottoposto a cicli ripetuti di adsorbimento/desorbimento. Il prodotto desorbito è una soluzione concentrata di NH4+, utilizzabile come base per la produzione di fertilizzanti, e K+, che rispetto al sodio non crea salinità nel suolo. Un altro materiale, il geopolimero G13, è stato testato con prove in batch, per verificare che le sue prestazioni fossero tali da giustificare un proseguimento della sperimentazione, quindi un confronto con la NZ e un’analisi economica del processo più approfondita.
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Capitelli, Silvia. "Analisi e valutazione dello scarico in un corpo idrico superficiale di un depuratore di uno stabilimento alimentare: confronto tra trattamento con fanghi attivi e MBBR." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il presente elaborato si pone l'obiettivo di confrontare ed analizzare due configurazioni diverse di un depuratore di acque reflue appartente ad un'azienda che produce alimenti. Le configuarazioni in questione sono: fanghi attivi e MBBR (Moving Bed Biofilm Reactor). L'analisi è stata effettuata mediante un modello di qualità delle acque, in particolare Qual2k, software gratuito promosso dall' Environmental Protection Agency (EPA). Infatti, è stato valutato il comportamento del corpo idrico in cui sversa lo scarico dell'azienda, prima nel caso di trattamento a fanghi attivi, poi nel caso di trattamento con MBBR. Si tratta di un canale di bonifica appartenente al Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, in particolare si tratta dello Scolo Diversivo in Valle. E' un canale di piccole dimensioni, infatti, dall'analisi è risultato che le reazioni di degradazione degli inquinanti che solitamente avvengono spontaneamente all'interno di un corpo idrico superficiale, in questo caso fanno fatica ad avvenire. Di fatti il volume di reazione non è sufficiente affinchè il corso d'acqua riesca ad autodepurarsi ed è quindi importante fare attenzioni alle concentrazioni degli scarichi che avvengono all'interno e cercare di adottare tecnologie sempre migliori per ovviare al problema.
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Sedda, Ilaria. "Utilizzo di Scenedesmus sp. (Chlorophyceae) nel trattamento delle acque reflue municipali in vista di una futura applicazione nel campo delle energie rinnovabili." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/2994/.

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Gallini, Emma. "La fitodepurazione per il trattamento di acque reflue: analisi dei meccanismi di rimozione di inquinanti e influenza dei principali parametri di processo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il lavoro si prefigge di analizzare in dettaglio i sistemi di fitodepurazione, investigando tra diverse esperienze, anche in corso di esecuzione, riportate in letteratura, e analizzando, quindi, le rese (in termini di rimozione dei contaminanti dalle acque) associabili a questo tipo di trattamento, i meccanismi di rimozione ed i principali parametri che influenzano il processo. Lo studio ha previsto anche una fase di attività sperimentale atta alla definizione delle procedure di start-up per un nuovo impianto pilota, realizzato nell’ambito del progetto di ricerca FIT4REUSE, finanziato dall’Unione Europea, che ha l’obiettivo principale “di fornire modalità di approvvigionamento idrico sicure, sostenibili a livello locale e accettate per il settore agricolo mediterraneo, sfruttando risorse idriche non convenzionali, ovvero acque reflue trattate e acqua desalinizzata” [https://fit4reuse.org]. L’impianto pilota è stato installato all’interno di un’area dedicata dell’impianto di depurazione di Granarolo dell’Emilia in provincia di Bologna (Italia), con lo scopo principale di trattare un refluo reale e quindi di investigare sulle potenzialità dell’implementazione della fitodepurazione in applicazioni reali.
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Monari, Luca. "Analisi di un Impianto per il Recupero di Fanghi Ceramici di Scarto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tendenza dell'industria ceramica è quella di ridurre al minimo gli scarti di produzione e i rifiuti da smaltire. Per soddisfare quest'ultima esigenza, varie aziende hanno cominciato a praticare la reintroduzione dei fanghi, provenienti dagli impianti di trattamento acque, all'interno dell'impasto ceramico. Questa semplice operazione a livello concettuale presenta, nella pratica, una grossa difficoltà nel realizzare un dosaggio accurato. È infatti fondamentale utilizzare materie prime a concentrazione il più possibile costante per la produzione di formati maggiori, richiesti ultimamente dal mercato. Di fronte a questa esigenza, l'azienda CAMI Depurazioni di Fiorano, propone una soluzione impiantistica in cui viene realizzato un sistema automatizzato di dosaggio, preparazione e invio al mulino di una miscela di fanghi di scarto ceramici. L'elaborato si propone pertanto di studiare questo impianto, analizzandone la struttura ed il funzionamento. Verrà poi realizzata una valutazione economica di costo e di redditività dell'investimento, basandosi su dati forniti da una azienda che ha adottato la soluzione proposta.
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Giani, Stefania. "Utilizzo di cellule MCF-7 in coltura per valutare la presenza di xenoestrogeni e composti genotossici in acque ad uso potabile pre- e post- trattamento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9655/.

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Abstract:
Nelle matrici ambientali sono spesso presenti xenoestrogeni, molecole sintetiche o di origine naturale ad attività estrogenica in grado di alterare il normale equilibrio ormonale di organismi esposti, incidendo negativamente su alcune funzioni vitali come la riproduzione ed il metabolismo. Diverse sostanze chimiche presenti in ambiente, tra cui alcune molecole ad attività estrogenica, sono anche potenziali composti genotossici, in grado, cioè, di interagire con il DNA ed esercitare effetti anche a lungo termine come l’insorgenza di tumori nei vertebrati, uomo compreso. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è stato quello di mettere a punto ed utilizzare due saggi biologici, il saggio E-screen ed il test dei micronuclei, per valutare la presenza di xenoestrogeni e composti genotossici in campioni di acque prelevate prima e dopo i trattamenti di potabilizzazione, utilizzando cellule MCF-7 di adenocarcinoma mammario come modello sperimentale in vitro. Le indagini biologiche sono state condotte sulla base di una convenzione di ricerca con la Società acquedottistica Romagna Acque- Società delle fonti e hanno previsto tre campagne di monitoraggio. I campioni di acqua sperimentale, raccolti prima e dopo i trattamenti presso diversi impianti di potabilizzazione, sono stati preventivamente filtrati, estratti in fase solida, fatti evaporare sotto leggero flusso di azoto, ed infine, saggiati sulle cellule. Il test E-screen, di cui abbiamo dimostrato un elevato livello di sensibilità, ha permesso di escludere la presenza di composti ad attività estrogenica nei campioni esaminati. Allo stesso modo, i risultati del test dei micronuclei hanno dimostrato l’assenza di effetti genotossici, confermando la buona qualità delle acque analizzate. Nell’ambito delle attività di monitoraggio, le indagini biologiche risultano essenziali per la valutazione di una potenziale contaminazione ambientale, in quanto forniscono informazioni anche quando non sono state condotte analisi chimiche. Inoltre, anche quando le analisi chimiche siano state condotte, i test biologici informano della potenzialità tossica di una matrice causata eventualmente da sostanze non oggetto del saggio chimico. Infine, i test biologici permettono di identificare eventuali sinergie tra più contaminanti presenti nelle acque, affermandosi come test da condurre in maniera complementare ai saggi chimici. I test biologici come quelli impiegati nel lavoro di tesi sono molto sensibili ed informativi, ma necessitano della definizione di protocolli standardizzati per garantirne un’uniforme applicazione alle acque ad uso potabile, almeno a livello nazionale.
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Orsini, Alessandro. "Upgrading di un impianto di trattamento acque a fanghi attivi mediante l’inserimento di una fase di ozonolisi dei fanghi di supero. Il caso di studio di Pile (AQ)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2801/.

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Viscarelli, Davide. "Comparison of photocatalyst immobilization methods in optical fiber reactors using radiometric and chemical performance as evaluation criteria." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di analizzare e di ottimizzare la degradazione fotocatalitica del blu di metilene, partendo innanzitutto da un’accurata ricerca bibliografica mirante all’individuazione di possibili migliorie da apportare ad alcuni dei fattori partecipanti al processo. Le modifiche apportate a tali fattori sono state, inoltre, testate sperimentalmente sia dal punto di vista radiometrico che delle performance chimiche di degradazione del blu di metilene, allo scopo di ottenere un confronto e una possibile correlazione tra i due diversi aspetti. I film di biossido di titanio (TiO2), usati come fotocatalizzatori, una volta applicati a fibre ottiche utilizzate come mezzi, sono state attivate ​​con irradiazione UV-LED. Diverse sono le soluzioni di rivestimento utilizzate e sottoposte a confronto: tra queste sono state considerate soluzioni a dispersione e sol-gel, tutte applicate alle fibre ricorrendo alla tecnica di rivestimento a immersione. Gli aspetti che sono stati messi in luce dalle sperimentazioni riguardano la resistenza meccanica del rivestimento e la dipendenza dalla lunghezza dello stesso, le modifiche applicate al reattore e alle fibre ottiche, i rivestimenti multipli e la dipendenza dalla potenza energetica fornita. Per ciascuno di questi sono stati conseguiti risultati interessanti, anche se la resa quantica ottenuta è risultata essere modesta e senz’altro migliorabile ulteriormente. Il confronto diretto tra il rivestimento a immersione tramite una dispersione rispetto al metodo sol-gel ha rivelato una stabilità meccanica e un’efficienza di resa quantica del secondo molto più elevata. Come metodo di rivestimento, il sol-gel si è dimostrato vantaggioso rispetto al semplice rivestimento a dispersione: la durata dello strato sol è significativamente maggiore, il che ne rende preferibile l'uso nel trattamento delle acque reflue.
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Medri, Vanessa. "Trattamenti mediante tecnologie basate sul plasma di carote julienne." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10842/.

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Abstract:
Prodotti di IV gamma a base di frutta e verdura minimamente trattati o pronti all'uso non possono essere considerati sicuri da un punto di vista microbiologico e sono stati spesso associati a casi di tossinfezione. Per tali episodi è stato evidenziato che la qualità dell'acqua utilizzata per il lavaggio è una fase critica. D'altra parte è noto che la disinfezione è una delle fasi di lavorazione più importanti per i prodotti minimamente trattati in quanto ha effetti diretti sulla qualità dei prodotti finiti, sulla sicurezza e la loro shelf-life. Tradizionalmente, l'industria di IV gamma ha impiegato i composti derivati del cloro per la fase di disinfezione in virtù della loro efficacia, semplicità d'uso e basso costo. Tuttavia vi è una diffusa tendenza ad eliminare i prodotti a base di cloro a causa soprattutto della preoccupazione in relazione ai rischi ambientali e sanitari per il consumatore associati alla formazione di sottoprodotti alogenati cancerogeni. Tra le varie tecnologie emergenti, proposte come alternative al cloro, il plasma ha presentato buone potenzialità in virtù delle specie chimiche che lo compongono, principalmente specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto, che sembrano essere responsabili di stress ossidativo alle cellule microbiche, con conseguenti danni per DNA, proteine e lipidi. L’obiettivo generale di questo elaborato finale è stato quello di valutare la possibilità di utilizzare la tecnologia del plasma per la decontaminazione superficiale di carote julienne. In particolare si sono presi in considerazione trattamenti diretti in cui il vegetale è stato esposto al plasma per differenti tempi compresi tra 5 e 40 minuti. Inoltre, si è utilizzo il plasma per il trattamento di acqua che è stata successivamente impiegata per il lavaggio delle carote julienne. L'efficacia di entrambe le modalità di trattamento è stata verificata nei confronti sia della microflora naturalmente contaminante le carote, sia di alcuni microrganismi patogeni che possono essere associati a tale vegetale: Listeria monocytogenes, Salmonella Enteritidis ed Escherichia coli.
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Baldacci, Juri. "Sottoprodotti dell'industria olearia: possibili approcci per il loro trattamento, smaltimento e possibile valorizzazione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14591/.

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Abstract:
Il sistema agroalimentare si basa sulla quotidiana trasformazione, produzione e distribuzione di milioni di tonnellate di alimenti e bevande, ciascuno dei quali, oltre ad avere un costo valido a compensare l'intera filiera, porta con sé un costo in termini di impatto ambientale. Per le imprese, trascurare questo aspetto, si traduce nell'avere oneri aggiuntivi futuri, dovuti a costi di gestione dello scarto e a possibili sanzioni dovute a scorrette procedure di smaltimento. Inoltre, non tutti gli scarti alimentari possono essere trattati allo stesso modo e perciò necessitano di operazioni preliminari specifiche. Un processo tecnologico tradizionale dei paesi dell'area mediterranea, è quello di trasformazione delle olive nei relativi oli vergini (distinguibili nelle categorie merceologiche "extra vergine", "vergine" e "lampante"). Questa tesi vuole focalizzare l'attenzione su ciò che viene prodotto in un frantoio parallelamente all'estrazione dell'olio, cioè alla corretta gestione dei sottoprodotti generati. Un corretto approccio alla gestione di tali sottoprodotti risponde anche ai continui allarmi riguardanti lo scorretto smaltimento dei reflui con conseguenze deleterie per la fertilità del suolo e la potabilità delle falde acquifere. Per un frantoiano la gestione dei sottoprodotti rappresenta un punto critico, che può però trasformarsi in un beneficio per l'azienda in termini economici e di impatto ambientale. Con le moderne tecnologie, infatti, è possibile gestire il sottoprodotto non più come "scarto" o "rifiuto", ma come possibile risorsa in grado di essere convertita in una fonte di reddito per l'azienda (es. estrazione e purificazione di molecole antiossidanti ad alto valore aggiunto). Questo è possibile grazie all’interessante composizione chimica propria dei due principali sottoprodotti che si ottengono dalla lavorazione delle olive, cioè la sansa e le acque di vegetazione. Comunque, tali sottoprodotti risultano caratterizzati da un elevato carico inquinante in termini di domanda chimica e biochimica di ossigeno (COD e BOD), che andrebbe a calare notevolmente se si estraessero tutti quei composti ritenuti interessanti per le possibili applicazioni in campo agrario, alimentare, cosmetico e farmaceutico. Verranno quindi esposti i trattamenti di maggior efficacia ed economicità con i quali è possibile trattare i reflui oleari così da renderli smaltibili/usabili in ottemperanza ai vincoli legislativi.
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De, Lauretis Laura. "Sanificazione delle acque di approvvigionamento in PVS Caso di studio: Sori-Kenya." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’elaborato è nato dall’interesse verso un progetto di un impianto di sanificazione delle acque in corso di realizzazione in Kenya. Valutando le differenti realtà di tale sito rispetto alla nostra quotidianità è nata l’esigenza di approfondire preliminarmente le varie tecnologie di approvvigionamento e sanificazione delle acque, più consone per siti in via di sviluppo. Oltre 2.5 miliardi di persone non hanno accesso ai cosiddetti “improved water supply and sanitation”, le fonti idriche migliorate: acquedotti e fognature pubbliche, eventualmente con collegamenti domestici, sorgenti e serbatoi protetti, cisterne per la raccolta delle acque piovane, ecc. Maggior interesse è stata attribuita alla qualità dell’acqua e ai possibili trattamenti di sanificazione. Impianti semplici, economici ed efficaci alla rimozione totale della carica microbiologica sono sicuramente bisogni di base e componenti essenziali di assistenza sanitaria primaria. Dove è possibile le soluzioni ottimali consigliate sono tecnologie a basso costo che sono facili da progettare, costruire e impiegare, e sono costituite da materiali facilmente disponibili nei luoghi dove si applicano. Nel villaggio di Sori, in Kenya, un impianto di ozonizzazione delle acque del Lago Vittoria, con un precedente trattamento di sedimentazione e filtrazione rende disponibili a 16000 abitanti circa 30 l/ab giorno microbiologicamente sana.
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Bosso, Francesca. "Valutazione di Impatto Ambientale di un Impianto Innovativo per il Trattamento ed il Recupero dell’Acqua nell'Industria Food & Beverage." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
In un contesto di continuo sviluppo industriale e di mutamenti climatici e del territorio, interrogarsi sulla sostenibilità dello sfruttamento delle risorse ambientali diventa di primaria, nonché impriscindibile, importanza. In particolare, il consumo dell’acqua dolce, risorsa scarsa sempre più difficilmente accessibile, deve essere necessariamente rallentato non solo attraverso un utilizzo più consapevole e controllato da parte delle industrie e della popolazione, ma anche grazie al supporto di tecnologie avanzate ed innovative per il trattamento ed il recupero dell’acqua di scarico, nel rispetto dei vincoli vigenti in materia di salute e tutela del territorio. In questa cornice si inserisce il progetto Niagara, lanciato da ADUE S.p.A, in collaborazione con CVAR LTD, il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna e co-fondato dall’Unione Europea tramite l’iniziativa Eco-Innovation. L’obiettivo è quello di integrare un classico impianto di riempimento dell’industria del Food & Beverage con un sistema integrato ed innovativo per il trattamento e recupero dell’acqua di scarico di processo prodotta e, normalmente, rigettata in ambiente. L’elaborato punta a sostenere il progetto Niagara proprio dal punto di vista dell’impatto ambientale, per comprovarne i considerevoli vantaggi derivabili rispetto allo scenario AS-IS attualmente adottato, di scarico diretto dei flussi d’acqua in ambiente. La quantificazione di tali vantaggi ambientali viene calcolata attraverso la metodologia di Life Cycle Assessment, dettata dalla norma ISO14040, che definisce gli stadi di valutazione dell’impatto del ciclo di vita di un qualcunque prodotto/servizio dalla fase di produzione ed assemblaggio, sino allo stadio di smaltimento, attraverso indicatori che stimano i danni apportati nei confronti dell’ambiente, delle risorse e dell’uomo.
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Puccio, Christian. "Monitoraggio tramite segnali indiretti per il controllo del processo di denitrificazione in un impianto a f.a. in scala di laboratorio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/124/.

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Rampa, Federico. "Trattamento plasma assistito di acqua con una sorgente Dielectric Barrier Discharge (DBD): analisi delle specie reattive prodotte e potere battericida." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11812/.

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Abstract:
La proliferazione di batteri in liquido è una problematica che riguarda anche le acque di fiumi e mari. In questo progetto di tesi sperimentale si indagherà un trattamento plasma assistito diretto di acqua sintetica riprodotta in laboratorio con l’obiettivo di ottenere un effetto battericida sul liquido contaminato. L’acqua trattata verrà analizzata chimicamente, in particolare si andranno a misurare i TRO (Total Residual Oxidant, composti dell’ossigeno derivanti dalla parziale ozonizzazione dell’acqua) che dovranno essere presenti in quantità minori di 0,1 mg/l. Il dispositivo utilizzato per i test biologici è una sorgente di tipologia DBD (Dielectric Barrier Discharge) indiretto. Gli elettrodi della sorgente sono separati dal solo strato di materiale dielettrico e uno di questi è composto da una rete metallica in acciaio inossidabile. Il plasma si forma tra le maglie della rete e induce la formazione di specie reattive, radiazioni UV, particelle cariche, campi elettromagnetici e calore. Ciò che raggiunge la soluzione contaminata è l’afterglow del plasma, ovvero tutte le specie reattive a lunga vita prodotte dalla ionizzazione dell’aria e dalle radiazioni UV. La sorgente è stata dapprima caratterizzata elettricamente studiando le forme d’onda di tensione e corrente a determinate condizioni operative. Il liquido da trattare è contaminato con il batterio Escherichia coli. è emerso che in tutti i casi testati i livelli degli ossidanti sono entro il limite prestabilito di 0,1 mg/l. Il trattamento plasma in soli 10 secondi è responsabile di una decontaminazione parziale del batterio E. coli. Da ulteriori studi si potranno trovare delle condizioni tali da inattivare totalmente la carica batterica presente date le grandi potenzialità di questo trattamento.
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Labate, Stefano. "Il controllo di processo degli impianti di depurazione di acque reflue urbane: efficacia di alcuni trattamenti chimico-fisici e biologici nell’abbattimento del fosforo e dei tensioattivi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12035/.

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Abstract:
Metodiche sperimentali per l'abbattimento del fosforo, mediante precipitazione chimica, con l'utilizzo di una miscela di PAC/Poliammina e degradazione dei tensioattivi, con l'impiego di un bioreattore, utilizzando ceppi batterici selezionati. L'applicazione in campo è stata effettuata sugli impianti di Sammichele di Bari, Noci e Castellana Grotte ricadenti nella provincia di Bari e gestiti dalla società Acquedotto Pugliese S.p.A.
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Iandoli, Mariaclara. "Applicazione di fiocchi di fibre di polistirene sindiotattico per la rimozione di composti organici volatili da matrici acquose." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23253/.

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Abstract:
L’obiettivo della ricerca sperimentale condotta è di valutare la possibile applicabilità di fiocchi di fibre di polistirene sindiotattico come materiale adsorbente da utilizzare nel processo di depurazione delle acque reflue. Il trattamento che potrebbe prevedere l’impiego dei fiocchi di fibre di polistirene sindiotattico è l’adsorbimento. Questo processo di separazione consiste nel trasferimento di uno o più componenti di una fase fluida sulla superficie di un solido poroso. Il mezzo adsorbente di comune impiego è il carbone attivo, per le elevate superfici specifiche e la buona affinità con un grande numero di composti. Il limite di questo materiale riguarda i costi, in particolare di rigenerazione e smaltimento. Le valutazioni economiche, determinanti ai fini dello sviluppo di processo, hanno spostato l’interesse verso materiali facilmente reperibili e che richiedono minori costi di gestione. Affinché si possa pensare di impiegare un materiale come adsorbente questo deve presentare caratteristiche chimico – fisiche che lo rendano idoneo all’applicazione. I fiocchi di fibre di polistirene sindiotattico, se sottoposti ad uno specifico trattamento con solventi, cristallizzano nella forma cristallina delta nanoporosa. In questo modo si ottiene un materiale che coniuga le proprietà dei sistemi porosi con le caratteristiche dei polimeri quali resistenza, basso costo, durabilità e facile processabilità. Il processo di adsorbimento di sostanze volatili in matrici acquose è generalmente condotto in colonne a letto fisso. La ricerca eseguita si può suddividere in due fasi, distinte innanzitutto da una specifica di progetto cioè la quantità di materiale adsorbente caricato in colonna. L’utilizzo di quantità di polimero piuttosto differenti, anche in termini di volume, ha reso necessario lo svolgimento delle prove con un diverso apparato sperimentale e ha permesso la valutazione di aspetti differenti del fenomeno.
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