Academic literature on the topic 'Tutela multilivello dei diritti umani'
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Journal articles on the topic "Tutela multilivello dei diritti umani"
Chiaromonte, William. "A proposito della tutela multilivello dei diritti fondamentali nel sistema giurisdizionale europeo: il diniego della carta di soggiorno opposto al coniuge non convivente di un cittadino dell'Unione." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (February 2011): 92–99. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-004007.
Full textBronzini, Giuseppe. "Tutela dei disoccupati, lotta alla povertŕ e contrasto dell'esclusione sociale nell'Europa del ‘dopo Lisbona'." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 45–62. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001004.
Full textFlores, Marcello. "I diritti umani, l'Occidente, la globalizzazione. Spunti per un approccio non ideologico." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 4 (October 2010): 125–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-004010.
Full textDe Cicco, Maria Cristina. "Diritti fondamentali e minori dal punto di vista del civilista. Quale tutela? Doi: 10.5020/2317-2150.2015.v20n3p917." Pensar - Revista de Ciências Jurídicas 20, no. 3 (December 29, 2015): 917–40. http://dx.doi.org/10.5020/23172150.2012.917-940.
Full textPineschi, Laura. "Lavoro infantile, globalizzazione e tutela dei diritti umani." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 125 (May 2010): 195–99. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125006.
Full textSpagnolo, Andrea. "La tutela dei diritti umani nell'ambito dell'attività di Frontex." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (April 2015): 32–63. http://dx.doi.org/10.3280/diri2014-003003.
Full textMarchegiani, Maura. "Emergenza carceri e sistema di tutela dei diritti umani." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 3 (January 2016): 161–71. http://dx.doi.org/10.3280/pri2015-003015.
Full textCalzolaio, Ermanno. "Europa dei diritti e giudice europeo." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001006.
Full textMongillo, Vincenzo. "Imprese multinazionali, criminalità transfrontaliera ed estensione della giurisdizione penale nazionale: efficienza e garanzie "prese sul serio"." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 179–213. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170002.
Full textLong, Joëlle. "Il contributo della Corte europea dei diritti umani alla definizione dei presupposti per l'adottabilità del minorenne: luci e ombre." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (January 2023): 30–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2022-001003.
Full textDissertations / Theses on the topic "Tutela multilivello dei diritti umani"
Mazzoni, Nicoletti Marco. "La tutela dei diritti umani tra Italia ed Europa. Il fenomeno della multilevel protection." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422974.
Full textCon la presente tesi di dottorato dal titolo “La tutela dei diritti umani tra Italia ed Europa. Il fenomeno della multilevel protection”, si intende svolgere una disamina del sistema “multilivello” di tutela dei diritti umani nel contesto europeo. Tale ambito di indagine, noto sotto la locuzione di “spazio giuridico europeo”, racchiude i singoli ordinamenti nazionali, l’Unione europea, nonché il sistema creato con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). In particolare, il lavoro si struttura in tre capitoli, dei quali, il primo, dedicato ad una riflessione sulla storia e sulla teoria generale dei diritti dell’uomo, costituisce il necessario punto di partenza dal quale prendere le mosse per un approfondimento sui diritti fondamentali e gli strumenti preposti alla loro tutela. Il secondo capitolo intende analizzare analiticamente i soggetti che agiscono nello “spazio giuridico europeo” di tutela dei diritti fondamentali e ne costituiscono, pertanto, i protagonisti. Tale analisi muove dall’esame delle forme e degli strumenti preposti a tutela dei diritti umani dalla Costituzione italiana; in specie l’indagine si concentra sull’art. 2 Cost. e sulle argomentazioni tese ad offrire una risposta al quesito – che attraverso la multilevel protection si rinnova – se tale disposizione configuri una formula riassuntiva dei diritti singolarmente enumerati dal testo costituzionale, i quali costituirebbero pertanto una serie chiusa, ovvero se esso consenta, attraverso interpretazioni di tipo estensivo, l’apertura del catalogo ad altri diritti non enumerati. Successivamente l’analisi si sposta verso l’ordinamento nato dalla Convenzione che, sorta quale sistema di protezione dei diritti nei confronti degli Stati a seguito delle tragiche esperienze degli anni Trenta e Quaranta, ha sin da principio assunto il ruolo di vero e proprio “baluardo” della tutela dei diritti umani. Chiude il secondo capitolo l’approfondimento dell’ordinamento comunitario e della giurisprudenza della Corte di Giustizia. Quest’ultima, infatti, sin dai celebri casi Stauder del 1969 e Internationale Handellsgeselschaft del 1970, ha espressamente dichiarato la propria competenza a giudicare anche in materia di diritti fondamentali assumendo, in tal modo, l’ulteriore ruolo di garante del rispetto dei diritti fondamentali nel silenzio dei trattati comunitari, almeno sino all’approvazione della Carta di Nizza. Da ultimo, il terzo capitolo, affronta l’evoluzione dei rapporti fra gli ordinamenti “protagonisti” della mutilevel protection anche alla luce del Trattato di Lisbona che, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, ha introdotto due riforme essenziali in tema di diritti fondamentali: l’attribuzione di una piena efficacia normativa alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in virtù del richiamo ad essa fatto nel nuovo art. 6, par. 1 TUE, nonché la previsione dell’adesione dell’Unione alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. A conclusione dell’attività di ricerca condotta nel presente elaborato si osserva come la prossima adesione dell’Ue alla CEDU rappresenti insieme una aporia ed un traguardo a seconda del punto di vista dal quale la si osservi: nazionale ovvero sovranazionale. Una aporia in quanto l’adesione, incidendo sull’annoso problema del rango e dell’efficacia della CEDU rispetto al sistema delle fonti del diritto interno, potrebbe comportare la possibilità dell’applicabilità diretta della Convenzione, con il conseguente riconoscimento in capo ai giudici comuni di un potere diffuso di disapplicazione della norma nazionale in contrasto con le disposizioni convenzionali. In tal senso l’art. 6, co. 2, del TUE (nonostante l’adesione sia un processo ancora in fieri), ha già cominciato a produrre i primi effetti “destabillizzanti” sulla giurisprudenza italiana (cfr. C.d.S. n. 1220 del 2010 e T.A.R. Lazio n. 11984 del 2010) che ha evidenziato rinnovate tendenze a procedere alla disapplicazione delle norme interne contrarie alla CEDU, contravvenendo a quelle che erano state le precise indicazioni enunciate dalla Corte costituzionale nelle celebri sentenze nn. 348 e 349 del 2007. A tutt’altre conclusioni si è giunti invece analizzando le conseguenze che potrebbero derivare della prevista adesione ai rapporti fra CEDU e UE. L’accessione dell’Unione europea al sistema del Consiglio d’Europa costituisce infatti lo strumento ideale, l’”anello mancante”, per conseguire un importante e complesso obiettivo: elevare lo standard di tutela dei diritti dell’uomo nello “spazio costituzionale europeo”
FERRI, Marcella. "La tutela dei diritti culturali nel diritto internazionale dei diritti umani." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28977.
Full textNardocci, C. "LE DISCRIMINAZIONI ETNICO-RAZZIALI NEL SISTEMA MULTILIVELLO DI TUTELA DEI DIRITTI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/261871.
Full textDe, Vittor Francesca. "Immunità degli stati dalla giurisdizione e tutela dei diritti umani fondamentali." Université Robert Schuman (Strasbourg) (1971-2008), 2004. http://www.theses.fr/2004STR30002.
Full textWe propose an analysis about the effects that the necessity of an effective protection of human right can produce on the international customary law concerning State accountability and responsability. In case of violations of fundamental rights, the easiest solution for the individual is to hold internal courts in order to obtain financial compensations from the foreign State. These recours are refused in application of the State immunity rules. We analyse theories which propose an exception to the immunity rule in case of fundamental human rights violations. We underline the reasons why these theories are not convincing. In the second part, we note that the jurisdictional solution of these questions, which are usually relevant for diplomatic relations, can be inopportune. We look for an alternative solution which could make a conciliation between human rights and jurisdictionnal immunity of foreign State, we propose an adaptation of diplomatic protection to actual exigencies
Zaru, Davide. "La tutela internazionale dei diritti umani: verso la "costituzionalizzazione" dell'ordine internazionale?" Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427421.
Full textLa presente ricerca si è proposta anzitutto di ricostruire il dibattito in dottrina teso ad indagare l’emergenza nell’ordine internazionale di una costituzione internazionale. Sulla base di tale indagine, abbiamo ricavato una definizione di costituzionalizzazione che riteniamo trasversale e applicabile ai diversi approcci presi in considerazione. Sarebbe da intendersi per costituzionalizzazione dell’ordine internazionale quel processo di creazione di una teoria tendente alla clarificazione/istituzionalizzazione dei meccanismi per lo svolgimento delle seguenti funzioni costituzionali: da una parte, la creazione delle regole che disciplinano la produzione ed esecuzione delle norme, la definizione della soggettività e della giurisdizione, così come la struttura, la divisione e la distribuzione delle sfere di giurisdizione, nonché – in secondo luogo – la funzione di controllo del potere pubblico e orientamento delle sue finalità, attraverso la definizione e attuazione dei valori giuridici fondamentali della Comunità internazionale. Non abbiamo scelto di aderire a quelle posizioni che vedono allo stato la possibilità di rintracciare nell’ordinamento internazionale un unico strumento che integri adequatamente le soprammenzionate funzioni, si tratti della Carta delle Nazioni unite, o in aggiunta ad esso di una serie di “trattati dell’ordine mondiale”, e che pertanto concentrano la loro analisi in una comparazione tra tali strumenti e le costituzioni al livello nazionale. La nostra ipotesi di lavoro è invece consistita nel confrontare il regime del diritto dei diritti umani, tanto da una prospettiva materiale quanto istituzionale, con la griglia interpretativa delle funzioni costituzionali. Da una prospettiva materiale, l’affermazione per cui il diritto dei diritti umani svolge un ruolo costituzionale si giustifica attraverso le peculiarità che caratterizzano la formazione e la resistenza delle norme sui diritti umani di diritto generale, ed il ricorso alle numerose soluzioni innovative integrate nell’ambito di produzione e attuazione di tale diritto convenzionale, le quali mirano ad un efficace adattamento di tali norme alla situazione speciale della tutela di individui. Inoltre, abbiamo sottolineato la predisposizione del diritto dei diritti umani a dare origine a regimi oggettivi il rispetto della cui integrità costituisce un interesse legittimo ed un dovere morale di ciascuno Stato partecipante a tale regime, se non addirittura un obbligo. Nell’analisi dell’influenza positiva del diritto dei diritti umani sulla costituzionalizzazione dell’ordine internazionale anche da un punto di vista istituzionale, si è messo l’accento sulle complesse modalità di garanzia di tale diritto, non limitandosi ad una considerazione degli effetti formali dell’atto finale del controllo, ma riconoscendo che meccanismi di controllo non-giurisdizionali, possono avere effetti altrettanto efficienti e funzionali. Gli organi giurisdizionali di garanzia, come quelli non-giurisdizionali di tutela dei diritti umani, svolgono la medesima attività sostanziale, in quanto entrambi determinano anzitutto i fatti rilevanti, sussumono poi tali fatti sotto le norme pertinenti, per valutarli e determinare quindi se quei fatti si concretano o meno nella violazione delle norme alle quali sono stati ragguagliati. Nonostante non si rivelino in grado di portare all’adozione, contro lo Stato responsabile, di provvedimenti atti a vincolare giuridicamente la condotta di tale Stato, gli organi di controllo non-giurisdizionale sono idonei ad individuare le infrazioni delle norme internazionali cui attengono, ad instaurare un dialogo con lo Stato al fine di determinare la cessazione dell’illecito ed eventualmente giustificano l’attivarsi di altri soggetti nell’attuazione della responsabilità. Nella dimostrazione della valenza costituzionale del diritto dei diritti umani da un punto di vista sia materiale che istituzionale, si è di fatto insistito sull’esigenza di applicare in maniera rigorosa ma piena al diritto dei diritti umani gli istituti esistenti del diritto internazionale, come ad esempio il regime della responsabilità dello Stato. In questo senso, riteniamo che un approccio costituzionale offra una griglia interpretativa utile a valorizzare la forza giuridica di tale diritto, come la pregnanza giuridica dei momenti diversi dell’accertamento e del controllo del diritto dei diritti umani, nonché i gradi diversi di accountability di ciascun attore che partecipa alle attività di controllo o accertamento dell’esecuzione dei diritti umani, contrastando pertanto quegli approcci che vedono nei diritti umani dei valori etici che occorre prendere in considerazione, o ‘mainstream’, nell’azione governativa. In conclusione, l’incisività delle funzioni costituzionali promosse dal diritto dei diritti umani risulta chiara se si prendono in considerazione con maggiore dettaglio le seguenti considerazioni: la capacità di tale diritto di facilitare un’osmosi materiale tra ordinamento internazionali e ordinamenti interni e ordinamenti sui generis; l’alto grado di osservanza spontanea degli Stati alle decisioni degli organi di controllo, che si giustifica con l’importanza attribuita a tale corpus giuridico; la capacità di tale diritto di porre in essere regimi oggettivi caratterizzati dalla tutela di interessi comunitari, e di garantirne l’integrità; la capacità di alimentare una logica cooperativa per la promozione e protezione dei diritti garantiti; la capacità di modificare radicalmente le finalità del diritto internazionale.
Scuto, F. "La tutela dei diritti degli immigrati irregolari in un'ottica di costituzionalismo multilivello." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/43560.
Full textIosia, Davide. "La tutela dei diritti umani nel partenariato euro-mediterraneo. Focus sul Maghreb." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1370.
Full textCOCCO, Annalisa. "La sharing economy, fra esigenze di mercato e tutela dei diritti umani." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/97989.
Full textThe work analyses the so-called Sharing Economy and its implications in civil law, outlining the development over time and its salient features through the original framework proposed by the European Commission – in the exploratory opinion on New Sustainable Economic Models – and by the Parliamentary Intergroup on Technological Innovation, who wrote the Sharing Economy Act. The study examines several well-known electronic platforms, paying particular attention to the ‘worthiness’ profiles emphasized by the legislator to encourage activities that contribute to a more sustainable consumption through the sharing of goods. The functional approach to the phenomenon bases on solidarity among users the rationale of special treatment for operations falling within the ‘Sharing Economy’, still invoked without real uniformity of views. The role of the electronic platform in the context of negotiation between users is analyzed by relating the actual impact on their agreement to its liability provided by law according to the principle of Net Neutrality. Looking at the agreement concluded between users in the context of the platform, it is supported the qualification as a ‘contract’ according to Articles 1321 et seq of the Civil Code, differing from the doctrinal options that consider them merely friendly or ‘pure courtesy’ agreements. It implies the applicability of contract law and the enhancement of the substantial profile which identifies functional links between contracts, determining their regulation and liability issues. Within the framework of the so-called Digital Economy, it is highlighted the value of the personal interaction between users, making it crucial for the validity and the diachronic regulation of individual relationships. Making a comparison between the American ‘Relational Contracts’ and the Italian ‘Long-term Contracts’, it is underlined the similarity and the differences concerning the ‘Sharing Contracts’, connoted by own distinctive features which link them to an economy in which the peculiarities of the operators have assumed new importance, bringing the Sharing Economy closer to an ‘Intimate Economy’. In light of the value assumed by the personal relationship between users, it is also discussed the degree of freedom given to the subjects in the choice of the counterparty, considering the principles of equality and equal treatment in the context of virtual communities. Concerning the AirBnb platform, there is a reconstruction of some discriminatory episodes reported by users to examine provisions of the anti-discrimination legislation and its application in balance with the right to choose the contractual counterparty. Lastly, by enhancing the factual profile of the transactions concluded online, it is proposed a distinction based on the evaluation of the concrete circumstances depending both on the trading methods set by the platform and on the users’ sharing of goods. Thus, the applicability of the prohibition of discrimination – and the consequent invalidity of the contract – is recognized in all the cases in which there is not effective sharing of goods with an unjustified discriminatory effect for the user. Following the express provision of Article 3 of Directive 2000/113/CE, the prohibition of discrimination is inapplicable to transactions concerning private and family life, which is involved exclusively in cases where users share their residential property with others.
VARESANO, BRIGIDA. "I CRIMINI CONTRO IL PATRIMONIO CULTURALE: NUOVE PROSPETTIVE DI TUTELA DEI DIRITTI UMANI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/791194.
Full textThe principle of individual criminal responsibility plays a crucial role among all the different strategies to face the manifold criminal phenomena which currently undermine cultural heritage. Against the recent historical background, where the cultural heritage has been intentionally injured because of iconoclastic waves, the present research pursues a main objective, which can be summarized into the following query: is it possible to affirm the consolidation of the principle of the individual criminal responsibility vis-à-vis the intentional destruction of cultural property committed during peace time? In order to solve this question, the research follows the reasoning adopted by international criminal courts in order to affirm the principle of individual criminal responsibility for violations of international law. In particular the present work, which consists of two parts, aims to ascertain the fulfillment of the three criteria enunciated by the international criminal courts: (a) the existence of rules of international law laying down a specific obligation to protect cultural property; (b) the production of serious consequences in case of violation of such rules; (c) the generalized criminalization, into national legal systems, of a such offence. Consequently, the first part of the work – of an introductive character – is addressed to a systematic overview of the relevant legal framework, whose evolution highlights how the international tools have been characterized by either a progressive extension of cultural good notion, or an evolution of the pursued ratio legis. Therefore, the analysis takes moves from the ius in bello norms which have granted an immunity to cultural property, based on its civilian character and aiming to prevent those damages which are typically caused by armed conflicts. Finally, and especially, it considers those norms of a wider scope which – embracing the broader notion of cultural heritage – have interpreted the cultural property protection as a constituent part of the human rights protection system. Thus, addressing the attention on the most recent achievements of this evolutional process, the research turns to those legal instruments – such as Article 27 of the Universal Declaration of Human Rights (1948) and Article 15 of the International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights (1966) – whereby the international obligations related to cultural property could be interpreted as tools to defend a humankind interest, namely the peaceful enjoyment of the cultural rights: i.e. the right to take part to cultural life, as well as the right to have a cultural identity. However, the pivot of the present research is its second part, which is focused on the consequences deriving from the violations of the relevant international rules protecting cultural property and, consequently, from the cultural rights infringements. Indeed, the second part intends to establish whether the Rome Statute provisions has been overtaken by new rules of customary international law, according to which the intentional destruction of cultural heritage constitutes, besides a war crime, even a crime against humanity. To this scope, the analysis deals with the reactions that international actors have implemented for facing the iconoclasm plague. In order to ascertain the criminalization degree, the work firstly focuses on the pertinent case-law of the international criminal tribunals: indeed it is known that the International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia before, and the Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia then, have already condemned the intentional attacks directed against cultural sites as crimes against humanity sub specie of persecution. Ultimately, the object of the last part is represented by the national legal systems, whereby it is given to retrace the criminal relevance degree which is recognized to the destruction of cultural heritage.
SICCARDI, ILENIA. "DELITTO DI TORTURA: UN PASSO IN AVANTI NELLA TUTELA DEI DIRITTI UMANI IN ITALIA?" Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1046415.
Full textTalking about torture seems anachronistic today. It recalls the battles waged against it in the period of the Enlightenment. However, it is a phenomenon that «emerges forcefully from the past and threatens to have a future». It reappears in wars, in dictatorships in prisons and as an instrument in the fight against international terrorism. It is after the terrorist attacks of 11 September 2001 that the discourse regarding the legitimacy or otherwise of torture practices has returned, completely uncovering that Pandora's box that seemed to have been closed definitively by the Enlightenment. In this delicate historical moment governed by insecurity and fear due to the rampant terrorist phenomena, various issues resurface such as that of security, the state of emergency, the criminal law of the enemy. These are precisely the issues that risk losing sight of the fundamental rights of the human person, which are sacrificed in the face of the need for security and ever more pervasive forms of seeking proof. Only belatedly, on the impulse of the not rare convictions of the Strasbourg Court for violation of art. 3 of the ECHR, Italy has adapted to the 1984 UN Convention against torture by introducing, with law no. 110 of 2017, an (already) controversial offending case under art. 613-bis (torture), whose legislative drafting caused a lot of discussion right away. Faced with the new case and its defects in formulation, it seems appropriate to ask whether it would have been desirable to remain in the previous situation or whether its approval represents, in any case, a step forward for the protection of human rights. It will therefore be appropriate to start from a survey of the supranational order and then analyze the solutions adopted in the criminal laws of all European countries which will be divided by models according to a greater or lesser correspondence of the crime of torture introduced in the respective Criminal Codes to definition of the term contained in art. 1 of the 1984 UN Convention. The "vertical" and "horizontal" comparison will make it possible to identify which characteristics a "good crime of torture" should have, from a regulatory point of view, to establish some guidelines that attempt to solve the numerous interpretative problems posed by the unfortunate formulation of art. 613-bis of the Criminal Code and to answer the question on which the doctrine is wondering: "better a bad law than no law?".
Books on the topic "Tutela multilivello dei diritti umani"
Enzo, Balboni, ed. La tutela multilivello dei diritti sociali. Napoli: Jovene, 2008.
Find full textSaulle, Maria Rita. Dalla tutela giuridica all'esercizio dei diritti umani. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1999.
Find full textEstradizione, espulsione e tutela dei diritti umani. Roma: Aracne editrice S.r.l., 2012.
Find full textBianco, Giovanni L. C. La tutela dei diritti umani nella ricerca scientifica. Bari: Cacucci, 2006.
Find full textStefani, Paolo De, and Francisco Leita. La Tutela giuridica internazionale dei diritti umani: Casi e materiali. Padova: CEDAM, 1997.
Find full textConti, Roberto. L' occupazione acquisitiva: Tutela della proprietà e dei diritti umani. Milano: Giuffrè, 2006.
Find full textD'Atena, Antonio, and Pierfrancesco Grossi. Tutela dei diritti fondamentali e costituzionalismo multilivello: Tra Europa e stati nazionali. Milano: Giuffrè, 2004.
Find full textProsperi, Francesco. La tutela dei diritti umani tra teoria generale e ordinamento comunitario. Torino: G. Giappichelli, 2009.
Find full textBook chapters on the topic "Tutela multilivello dei diritti umani"
D'Amico, Marilisa. "La tutela dei diritti costituzionali dei migranti ai confini." In Confini, migrazioni e diritti umani, edited by Cecilia Siccardi, 17–46. Milano University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/milanoup.83.83.
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