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Dissertations / Theses on the topic 'Università'

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1

LABARILE, MISA. "Il ruolo sociale delle Università il caso della partnership Boston University-Chelsea." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/306.

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Abstract:
La mia tesi in questo lavoro di ricerca è che le università possono costituire attori di sviluppo grazie ad un'azione immediata e diretta su un'area problematica locale condotta attraverso partnership e reti con altri attori pubblici e privati. L'obiettivo è di creare due fattori di sviluppo: capitale sociale e capitale umano. Ho contestualizzato questa idea nella letteratura dell'istruzione superiore, relativamente ai termini del dibattito intorno a un ruolo innovativo e attivo dell'università contemporanea nel contesto sociale. Di questo mi occupo nel capitolo 1. Nel capitolo 2 analizzo il problema di secondo livello, ovvero l'aspetto organizzativo che può assumere una forma innovativa di funzione sociale: le partnership pubblico-private. Le ipotesi che emergono nei primi due capitoli vengono testate nel terzo sul caso di studio, la partnership tra Boston University e il distretto scolastico di Chelsea, MA: un esperimento unico nel quale un'università privata ha gestito sistematicamente per due decenni un distretto scolastico pubblico. Benché il caso di studio sia unico nel suo genere, e quindi non comparabile, ho voluto contestualizzarlo nel capitolo 4 attraverso l'analisi di altri due casi relativi a problemi affini: riforme scolastiche per la qualità dell'istruzione, e le politiche e la missione delle istituzioni di istruzione superiore. Tutti i casi presentati in questo lavoro appartengono alla prospettiva statunitense.
My thesis in this work is that the universities could be active agents of development, intervening successfully on a local problematic area by networking with public and private actors in order to generate two specific factors of development: social and human capital. I set this idea in the context of the literature on higher education and the debates on innovative and active social functions for the contemporary university. This is the focus of Chapter 1. In Chapter 2 I approach the problem on a deeper level, in its organizational terms: I analyse the public-private partnerships as instruments for the universities to self-assign and re-interpret their local engagement for the creation of human and social capitals. The hypothesis presented in the first two chapters are tested in Chapter 3 on my case study: the Boston University-Chelsea Partnership, a unique example of the day-by-day management of a public district (the Chelsea public schools, MA) by a private university (the Boston University). My case study is set in context in Chapter 4, through the provision of other cases that, albeit not comparably, address similar concerns (quality of education and systems reform, and higher education policies and mission). All these cases are US-focused.
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LABARILE, MISA. "Il ruolo sociale delle Università il caso della partnership Boston University-Chelsea." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/306.

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Abstract:
La mia tesi in questo lavoro di ricerca è che le università possono costituire attori di sviluppo grazie ad un'azione immediata e diretta su un'area problematica locale condotta attraverso partnership e reti con altri attori pubblici e privati. L'obiettivo è di creare due fattori di sviluppo: capitale sociale e capitale umano. Ho contestualizzato questa idea nella letteratura dell'istruzione superiore, relativamente ai termini del dibattito intorno a un ruolo innovativo e attivo dell'università contemporanea nel contesto sociale. Di questo mi occupo nel capitolo 1. Nel capitolo 2 analizzo il problema di secondo livello, ovvero l'aspetto organizzativo che può assumere una forma innovativa di funzione sociale: le partnership pubblico-private. Le ipotesi che emergono nei primi due capitoli vengono testate nel terzo sul caso di studio, la partnership tra Boston University e il distretto scolastico di Chelsea, MA: un esperimento unico nel quale un'università privata ha gestito sistematicamente per due decenni un distretto scolastico pubblico. Benché il caso di studio sia unico nel suo genere, e quindi non comparabile, ho voluto contestualizzarlo nel capitolo 4 attraverso l'analisi di altri due casi relativi a problemi affini: riforme scolastiche per la qualità dell'istruzione, e le politiche e la missione delle istituzioni di istruzione superiore. Tutti i casi presentati in questo lavoro appartengono alla prospettiva statunitense.
My thesis in this work is that the universities could be active agents of development, intervening successfully on a local problematic area by networking with public and private actors in order to generate two specific factors of development: social and human capital. I set this idea in the context of the literature on higher education and the debates on innovative and active social functions for the contemporary university. This is the focus of Chapter 1. In Chapter 2 I approach the problem on a deeper level, in its organizational terms: I analyse the public-private partnerships as instruments for the universities to self-assign and re-interpret their local engagement for the creation of human and social capitals. The hypothesis presented in the first two chapters are tested in Chapter 3 on my case study: the Boston University-Chelsea Partnership, a unique example of the day-by-day management of a public district (the Chelsea public schools, MA) by a private university (the Boston University). My case study is set in context in Chapter 4, through the provision of other cases that, albeit not comparably, address similar concerns (quality of education and systems reform, and higher education policies and mission). All these cases are US-focused.
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Udrescu, Claudia Maria <1966&gt. "Politica nell'università. Politiche dell'università. Studio di caso: Università di Bucarest e Università di Bologna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3160/1/Claudia_Udrescu_Tesi.pdf.

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Abstract:
La mia tesi analizza il modo in cui è costruito il rapporto tra università e politica, con particolare sguardo sulle Università di Bucarest e di Bologna. E una ricerca empirica che si propone da una parte di fare una radiografia esatta della formulazione delle politiche dello stato in materia d’istruzione superiore, e dall’altro lato, di vedere la maniera in cui si sviluppa l’organizzazione interna delle università romene, prendendo come caso concreto l’Università di Bucarest. L’interesse per questo argomento è stato determinato dal fatto che la politica dell’educazione rappresenta una politica chiave nella ricostruzione dello stato democratico romeno dopo dicembre 1989. In secondo luogo l’intento di approfondire questo tema parte dal fatto che in Romania mancano degli studi consistenti sul percorso dell’università durante la transizione post communista, studi fatti nella prospettiva della scienza politica. In terzo luogo l’educazione è da sempre un argomento con portata politica. La tesi è articolata in tre parti, fondamentali per la comprehensione del rapporto tra politica è università: Università, Elites politiche e università, Stato e università. L’ipotesi è che l’educazione rappresenta un mezzo di legitimazzione per la politica, oppure, la carriera universitaria è un mezzo di legitimazzione per la carriera politica. Da qui deriva il fatto che l’università si constituisce in una fonte di reclutamento per i partiti politici e che in Romania le università private sono create per facilitare uno scambio di capitale, con lo scopo di facilitare il passaggio dal mondo politico verso il mondo accademico. Dal punto di vista metodologico, sono state utilizzate le fonti seguenti: archivio dell’università di Bucarest, fondo senato, periodo 1989-2004; archivio della Camera dei Deputati della Romania; l’archivio della Commisione per l’Insegnamento, la scienza e la gioventù della Camera dei Deputati e interviste semi-direttive con ex ministri dell’istruzione, consiglieri della Commisione per l’Insegnamento della Camera dei Deputati e altri politici. Inoltre, per il caso romeno è stata realizzata una banca dati con i membri del Parlamento romeno 1989-2008, per un totale di 2737 parlamentari, con lo scopo di realizzare il profilo educazionale dell’elite parlamentare nel post communismo. Nel periodo che abbiamo investigato, l’università si definisce attraverso il suo posizionamento verso il passato, da una parte perchè non esiste una politica dell’università romena che abbiamo incluso nello studio di caso, ma ci sono dei tentativi di conquistare i dirittti degli universitari, e dall’altra perchè il cambiamento dell’università è blocatto da routines di tipo burocratico. La relazione tra il mondo accademico e il mondo politico si costruisce a livello di cariera in un senso doppio: dal mondo accademico verso il mondo politico nello spirito della tradizione interbellica romena e dal mondo politico verso il mondo accademico, la cui comprensione è facilitata dal paragone con il caso italiano. Per la terza parte dello studio, possiamo osservare che lo stato è molto presente nello spazio educativo, fatto che rende difficile la negociazzione di una pertinente definizione dell’autonomia universitaria.
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Udrescu, Claudia Maria <1966&gt. "Politica nell'università. Politiche dell'università. Studio di caso: Università di Bucarest e Università di Bologna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3160/.

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Abstract:
La mia tesi analizza il modo in cui è costruito il rapporto tra università e politica, con particolare sguardo sulle Università di Bucarest e di Bologna. E una ricerca empirica che si propone da una parte di fare una radiografia esatta della formulazione delle politiche dello stato in materia d’istruzione superiore, e dall’altro lato, di vedere la maniera in cui si sviluppa l’organizzazione interna delle università romene, prendendo come caso concreto l’Università di Bucarest. L’interesse per questo argomento è stato determinato dal fatto che la politica dell’educazione rappresenta una politica chiave nella ricostruzione dello stato democratico romeno dopo dicembre 1989. In secondo luogo l’intento di approfondire questo tema parte dal fatto che in Romania mancano degli studi consistenti sul percorso dell’università durante la transizione post communista, studi fatti nella prospettiva della scienza politica. In terzo luogo l’educazione è da sempre un argomento con portata politica. La tesi è articolata in tre parti, fondamentali per la comprehensione del rapporto tra politica è università: Università, Elites politiche e università, Stato e università. L’ipotesi è che l’educazione rappresenta un mezzo di legitimazzione per la politica, oppure, la carriera universitaria è un mezzo di legitimazzione per la carriera politica. Da qui deriva il fatto che l’università si constituisce in una fonte di reclutamento per i partiti politici e che in Romania le università private sono create per facilitare uno scambio di capitale, con lo scopo di facilitare il passaggio dal mondo politico verso il mondo accademico. Dal punto di vista metodologico, sono state utilizzate le fonti seguenti: archivio dell’università di Bucarest, fondo senato, periodo 1989-2004; archivio della Camera dei Deputati della Romania; l’archivio della Commisione per l’Insegnamento, la scienza e la gioventù della Camera dei Deputati e interviste semi-direttive con ex ministri dell’istruzione, consiglieri della Commisione per l’Insegnamento della Camera dei Deputati e altri politici. Inoltre, per il caso romeno è stata realizzata una banca dati con i membri del Parlamento romeno 1989-2008, per un totale di 2737 parlamentari, con lo scopo di realizzare il profilo educazionale dell’elite parlamentare nel post communismo. Nel periodo che abbiamo investigato, l’università si definisce attraverso il suo posizionamento verso il passato, da una parte perchè non esiste una politica dell’università romena che abbiamo incluso nello studio di caso, ma ci sono dei tentativi di conquistare i dirittti degli universitari, e dall’altra perchè il cambiamento dell’università è blocatto da routines di tipo burocratico. La relazione tra il mondo accademico e il mondo politico si costruisce a livello di cariera in un senso doppio: dal mondo accademico verso il mondo politico nello spirito della tradizione interbellica romena e dal mondo politico verso il mondo accademico, la cui comprensione è facilitata dal paragone con il caso italiano. Per la terza parte dello studio, possiamo osservare che lo stato è molto presente nello spazio educativo, fatto che rende difficile la negociazzione di una pertinente definizione dell’autonomia universitaria.
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Maggio, Silvia <1992&gt. "Marketing delle università: un confronto internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10118.

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Abstract:
La tesi in oggetto prende in considerazione alcuni istituti universitari simili a Ca' Foscari per dimensione e materie di studi, e ne analizza l'attività di comunicazione rivolta a studenti e imprese/società.
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De, Bin Alberto <1995&gt. "Università e innovazione: la Flipped Classroom." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20704.

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Abstract:
È difficile trovare un termine più inflazionato e di moda di “innovazione”. D’altro canto questa diffusa attenzione verso il tema denota la necessità delle organizzazioni e degli individui di confrontarsi con la realtà della “economia della conoscenza”. La particolarità di occuparsi di innovazione nell’ambito della formazione nasce dal fatto che questa si pone sia come ambiente che come strumento del cambiamento. Attraverso la storia delle pratiche e delle politiche italiane ed europee si tracceranno i trend di sviluppo dell’istruzione superiore per comprendere la situazione e le prospettive delle innovazione presenti nel continente Europeo. E’ in questa cornice, infatti, che, con l’istituzione dell'European Higher Education Area (EHEA) nel 2010, i paesi aderenti al Processo di Bologna hanno puntato a costruire un sistema integrato che permetta la mobilità delle persone e delle buone pratiche. L’ambizione di questa istituzione - migliorare la qualità dell’apprendimento e dell’insegnamento, aumentare l’occupabilità degli studenti, creare un sistema più inclusivo e implementare riforme strutturali (Yerevan Communiqué, 2015) – definisce il framework su cui inserire ogni discorso di innovazione della didattica. Si analizzerà, quindi, la proposta della Flipped Classroom quale preziosa opportunità di recupero, di valorizzazione e di integrazione proprio di quelle metodologie e, dunque, di promozione dell’autoregolazione dell’apprendimento, della self-efficacy e della capacità.
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Assuncao, Cecilio Livia <1981&gt. "L'Insegnamento della Lingua Portoghese nelle Università Italiane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6094/1/Assuncao_Livia_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro si prefigge di descrivere e analizzare la realtà dell’insegnamento della lingua portoghese nelle università italiane, con particolare attenzione alla presentazione della varietà brasiliana, nel quadro dell’educazione linguistico-culturale in senso lato. Per poter cogliere l’insieme interrelato di fattori che compongono il processo di insegnamento/apprendimento in questa specifica situazione, la ricerca si sviluppa in tre ambiti: i) riflessione sulle varietà della lingua portoghese, basata sugli studi attuali in ambito linguistico e sociolinguistico relativi all’area lusofona, mettendo a fuoco il portoghese brasiliano; ii) ricognizione dell’attuale stato dell’insegnamento del portoghese all’interno degli atenei italiani, attuata tramite una ricerca quantitativa basata su un questionario online; iii) indagine qualitativa sulle pratiche didattiche, in presenza e online, basate rispettivamente sull’analisi dei materiali didattici in uso negli atenei e sull’analisi culturale e linguistica delle interazioni fra studenti in teletandem. L’analisi dei dati ha permesso di tracciare un quadro rappresentativo dell’insegnamento del portoghese nel contesto accademico nonché di delineare percorsi formativi integrativi alle lezioni tradizionali, che mettano in evidenza lo stretto legame fra lingua e cultura, e quindi per meglio contestualizzare l’apprendimento della lingua e della cultura brasiliana in Italia.
This thesis describes and analyses the teaching of Portuguese in Italian universities, paying particular attention to the Brazilian variety. In order to capture the inter-related set of factors composing the teaching/learning process in these particular settings, our research takes three main angles: i) a reflection on the geographical varieties of Portuguese, in particular Brazilian, on the basis of contemporary linguistic and sociolinguistic studies in this area; ii) a survey of the current state of teaching of Portuguese in Italian universities, with quantitative analysis of the results of an online questionnaire; iii) a qualitative account of teaching practices, both face-to-face and online, based respectively on the linguistic and cultural analysis of teaching materials used in universities, and on that of interactions between students working in teletandem. Our work has allowed us to trace a representative picture of the teaching of Portuguese in academia, and to show how online activities can complement traditional teaching, emphasising the links between language and culture and thereby contextualising the learning of the language and culture of Brazil.
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Assuncao, Cecilio Livia <1981&gt. "L'Insegnamento della Lingua Portoghese nelle Università Italiane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6094/.

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Abstract:
Il presente lavoro si prefigge di descrivere e analizzare la realtà dell’insegnamento della lingua portoghese nelle università italiane, con particolare attenzione alla presentazione della varietà brasiliana, nel quadro dell’educazione linguistico-culturale in senso lato. Per poter cogliere l’insieme interrelato di fattori che compongono il processo di insegnamento/apprendimento in questa specifica situazione, la ricerca si sviluppa in tre ambiti: i) riflessione sulle varietà della lingua portoghese, basata sugli studi attuali in ambito linguistico e sociolinguistico relativi all’area lusofona, mettendo a fuoco il portoghese brasiliano; ii) ricognizione dell’attuale stato dell’insegnamento del portoghese all’interno degli atenei italiani, attuata tramite una ricerca quantitativa basata su un questionario online; iii) indagine qualitativa sulle pratiche didattiche, in presenza e online, basate rispettivamente sull’analisi dei materiali didattici in uso negli atenei e sull’analisi culturale e linguistica delle interazioni fra studenti in teletandem. L’analisi dei dati ha permesso di tracciare un quadro rappresentativo dell’insegnamento del portoghese nel contesto accademico nonché di delineare percorsi formativi integrativi alle lezioni tradizionali, che mettano in evidenza lo stretto legame fra lingua e cultura, e quindi per meglio contestualizzare l’apprendimento della lingua e della cultura brasiliana in Italia.
This thesis describes and analyses the teaching of Portuguese in Italian universities, paying particular attention to the Brazilian variety. In order to capture the inter-related set of factors composing the teaching/learning process in these particular settings, our research takes three main angles: i) a reflection on the geographical varieties of Portuguese, in particular Brazilian, on the basis of contemporary linguistic and sociolinguistic studies in this area; ii) a survey of the current state of teaching of Portuguese in Italian universities, with quantitative analysis of the results of an online questionnaire; iii) a qualitative account of teaching practices, both face-to-face and online, based respectively on the linguistic and cultural analysis of teaching materials used in universities, and on that of interactions between students working in teletandem. Our work has allowed us to trace a representative picture of the teaching of Portuguese in academia, and to show how online activities can complement traditional teaching, emphasising the links between language and culture and thereby contextualising the learning of the language and culture of Brazil.
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Conte, Gabriele <1992&gt. "Il Web 2.0 nelle biblioteche delle università." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17919.

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Abstract:
Il nostro elaborato è incentrato sugli effetti che il fenomeno del Web 2.0 e i suoi strumenti hanno sortito sulle biblioteche delle università, soprattutto italiane. Il primo capitolo è dedicato alle biblioteche delle università. Abbiamo analizzato dapprima le tre funzioni dell'Università (1.1) e abbiamo cercato di dare successivamente un inquadramento storico delle biblioteche delle università in Italia (1.2); infine ci siamo concentrati a dare una definizione di biblioteca dell'università (1.3). Il capitolo 2 è incentrato sul Web 2.0. Nello specifico abbiamo trattato, nell'ordine che segue, le sue origini e le sue caratteristiche generali (2.1), gli aspetti positivi del fenomeno e le sue criticità (2.2) e da ultimo abbiamo analizzato uno per uno i principali strumenti del Web 2.0 (blog, wiki, social network, ecc.) (2.3). Nel capitolo 3 ci siamo dedicati allo studio delle modalità con cui gli strumenti del Web 2.0 sono stati utilizzati all'interno delle biblioteche delle università sul suolo italiano (3.1) e in un secondo momento all'integrazione che c'è stata tra i vari strumenti del Web 2.0 e tra questi ultimi e gli strumenti "1.0" (quegli strumenti tecnologici che erano presenti già prima dell'evoluzione del Web in Web 2.0) (3.2). Nel Capitolo 4 abbiamo infine cercato di tirare le somme della nostra ricerca, analizzando i cambiamenti generali che hanno interessato le biblioteche delle università italiane a causa del cambiamento del Web e dell'universo informativo a partire dalla nascita del Web 2.0 e della filosofia "open" in generale.
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10

KARAYOTOVA, MARIYA. "Università Carding: apprendimento del carding nei forum darkweb." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/70548.

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Abstract:
Il crescente utilizzo di pagamenti online ha reso le istituzioni finanziarie e i loro prodotti un obiettivo appetibile per i criminali informatici. I cryptomarkets e i loro forum facilitano sia la vendita di dati finanziari personali e la frode delle istituzioni finanziarie e dei loro clienti. Allo stesso tempo, la frode relative alle carte di pagamento è un crimine che richiede l'acquisizione di un certo livello di abilità per essere perpetrato. Nel darkweb, molti forum si sono trasformati in piattaforme in cui gli utenti possono condividere conoscenze su come effettuare frodi online in modo efficiente. Il presente studio ha avuto come obbiettivo quello di testare la capacità della teoria dell'apprendimento sociale di spiegare la frode online. In particolare, ha cercato di analizzare il ruolo delle piattaforme online nel processo di apprendimento sociale. Per raggiungere questi obiettivi lo studio ha utilizzato tecniche quantitative e qualitative, includendo un'analisi del contenuto di un forum e un questionario online. I risultati hanno dimostrato che gli elementi della teoria dell'apprendimento sociale influenzano la probabilità di essere coinvolti nella frode online. In particolare, la presenza di definizioni favorevoli alla frode online e rinforzi differenziali sembra avere l'effetto più forte su questo tipo di crimine. A differenza dei legami sociali del mondo reale, le associazioni online e l'imitazione online dei modelli hanno influenzato la perpetrazione delle frodi online.
The increased use of online payments and banking have turned financial institutions and their products into cybercriminals’ main target. Cryptomarkets and their forums facilitate both the sale of personal financial data and fraud of financial institutions and their customers. At the same time, carding is a crime that requires the acquisition of a certain level of skills to be perpetrated. Many darknet forums have turned into platforms where users can exchange knowledge on efficient methods to carry out the online fraud. The current study aimed to determine the significance of social learning theory in explaining carding offending. It tried to examine the mediating role of online platforms in the social learning process. To achieve these objectives the study relied on a mixed-method approach, including a content analysis of a forum content and an online survey. The results provided support for the influence of social learning theory elements on the probability of involvement in carding activities. The presence of favourable definitions and differential reinforcement seemed to have the strongest effect on the crime. Unlike real-world social ties, online associations and the online imitation of models influenced perpetration of carding offences.
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Tabone, Carla <1985&gt. "Report di sostenibilità nelle università: il caso Ca'Foscari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2339.

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Abstract:
Negli ultimi anni il problema ambientale è emerso con sempre maggior forza e incombenza: si è sentita l’esigenza, sia per le aziende private che per le istituzioni pubbliche, di rendicontare le proprie attività non solo dal punto di vista economico, ma anche da punto di vista sociale e ambientale; si è ravvisata la necessità di produrre un report che sintetizzi le tre prospettive contemporaneamente e con pari dignità.L’approccio multidimensionale alla base del report di sostenibilità è definito Triple Bottom-line (TBL) o “modello delle 3P” (profit, people and planet): la TBL aggiunge alla bottom –line economica anche la variabile ambientale e sociale quali dimensioni critiche da monitorare, tenendo anche conto di eventuali esternalità, che possono essere valutate tramite KPIs (key performance indicators).In Italia, diversamente dalla Francia, tale report non è obbligatorio per legge, ma è facoltativo e libero sia nei contenuti che nella periodicità. Affinchè questo non porti alla redazione di documenti puramente qualitativi e privi di attendibilità, sia la Comunità Europea che altri organismi, quali il GRI e il United Nations Global Compact, hanno redatto delle linee guida per la redazione dei report e per la scelta, il monitoraggio e la valutazione delle diverse variabili.Peculiarità del report di sostenibilità rispetto alla reportistica economica standard è l’approccio multi-stakholder, in quanto l’elemento caratterizzante del report è la maggiore apertura ai bisogni e alle aspettative dei diversi stakeholder - e non solo agli shareholders - sia interni che esterni, dando ad essi uguale rilevanza.La mappatura degli stakeholder è particolarmente rilevante e complessa nel caso delle università in quanto tali organizzazioni devono tenere conto di stakholder numerosi ed eterogenei: essa consiste nell’analisi di tutti i soggetti che si rapportano con l’università, evidenziando le necessità sia dei soggetti interni, quali studenti, personale docente e tecnico amministrativo, sia dei soggetti esterni, quali, ad es., fornitori, università con cui sono attive collaborazioni, comunità circostante e istituzioni. Essendo un report di sostenibilità, sia l’ambiente che la comunità cui l’università fa riferimento sono considerati come veri e propri stakeholder esterni.L’università Ca’Foscari è stata la prima università italiana ad aver sviluppato il report di sostenibilità. Per la mappatura degli stakeholder si è proceduto all’analisi di tutte le azioni svolte da Ca’Foscari, evidenziando quali sono i soggetti coinvolti, sia direttamente che indirettamente, e a quali bisogni tali azioni rispondono. Partendo dall’analisi dell’offerta formativa, sono state prese in considerazione tutte le azioni intraprese da Ca’Foscari, sia quelle esplicitamente rivolte alla tutela dell’ambiente, quali il progetto Ra.di.ca per la raccolta differenziata e il progetto pilota di Carbon Management, sia quelle apparentemente slegate da problematiche sociali e ambientali, quali i rapporti con i fornitori, le collaborazioni con il tessuto industriale circostante e le altre università italiane e straniere. Obiettivo di tale analisi è esplicitare lo stato di fatto come base per le azioni future, mettendo in luce sia gli ambiti in cui Ca’Foscari ha saputo eccellere sia quelli a cui è necessario prestare maggiore attenzione. Per raggiungere lo scopo sono stati utilizzati parzialmente sia le linee guida del progetto CAF sia gli standard GRI e Global Compact come riferimento nella scelta delle variabili da monitorare e nella loro valutazione.
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Parrino, Beatrice. "Didattica dell’interpretazione dialogica: un’indagine comparativa in sette università europee." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20860/.

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Abstract:
Obiettivo del mio elaborato è stato indagare la didattica dell’interpretazione dialogica in alcune università europee e analizzarne le differenze. A tal fine, è stata condotta un’indagine comparativa attraverso un questionario proposto a tredici professori di sette università europee (Forlì, Roma, Padova, Vienna, Colonia, Siviglia e Manchester). Sono state esposte e, successivamente, analizzate le risposte di ogni docente. Maggior attenzione è stata posta sullo strumento didattico del Role Play, sono stati illustrati e analizzati i vantaggi e gli svantaggi.
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CICCONE, ALESSIO. "L’introduzione della contabilità economico-patrimoniale e analitica nelle Università." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2020. http://hdl.handle.net/11697/144547.

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PAIS, IGNACIO. "Valutazione, università, accessibilità. La ricerca di un dialogo possibile." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3457278.

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Abstract:
Il tema del presente lavoro è la valutazione nei contesti universitari. Ci si propone di indagare i processi valutativi riferiti agli apprendimenti degli studenti dal punto di vista delle culture (i valori e i significati associati al processo), delle politiche (le scelte strategiche e organizzative) e delle pratiche (gli strumenti, le procedure utilizzate). L’elemento di novità del presente lavoro rispetto alle indagini già esistenti sul tema è rappresentato dalla lente specifica che si è scelto di adottare nel leggere quanto emergerà dalla ricerca: la lente è quella dell’accessibilità. In contesti universitari in cui l’eterogeneità è inevitabilmente presente in diverse forme (attitudini nei confronti dell’apprendimento, esperienze formative pregresse, motivazione, facilitatori/ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione,..), diventa importante dare valore ad un costrutto come quello dell’accessibilità che nasce nell’ambito della filosofia dello Universal Design e che, in dialogo con la valutazione, rivela opportunità di ripensamento e miglioramento a partire da interrogativi come: è possibile pensare ad un processo valutativo che promuova l’accessibilità per tutti? Cosa significa progettare un processo valutativo universale? Il disegno di ricerca scelto è lo studio di caso. Gli strumenti utilizzati sono l’analisi di documenti (60 documenti), questionari (156 docenti e 380 studenti) e Focus Group (17 studenti).
The subject of this paper is assessment in university contexts. We intend to investigate the assessment processes related to students’ learning from the point of view of cultures (the values and meanings associated with the process), policies (strategic and organizational choices) and practices (tools, procedures used). The originality of this work with respect to the existing investigations on the subject is represented by the specific lens that has been chosen to adopt in reading what will emerge from the research: the lens is that of accessibility. In university contexts where heterogeneity is inevitably present in different forms (aptitudes towards learning, previous training experiences, motivation, facilitators / obstacles for learning and participation), it becomes important to give value to a construct such as that of Accessibility that arises in the context of philosophy of Universal Design and which, in dialogue with assessment, reveals opportunities for rethinking and improvement starting from questions such as: is it possible to think about an assessment process that promotes accessibility for all? What does it mean to design a universal assessment process? The chosen research design is the case study. The instruments used are document analysis (60 documents), questionnaires (156 teachers and 380 students) and Focus Groups (17 students).
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Procopio, Elisa <1989&gt. "Learning Italian at the University: an observation experience at Politecnico di Torino and Università degli studi di Torino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5718.

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Abstract:
La tesi si occupa della glottodidattica dell'italiano L2 ad adulti, e più precisamente a studenti universitari coinvolti in programmi di scambio - quali studenti Erasmus - o iscritti ad un corso di laurea in Italia. La glottodidattica ad adulti (conosciuta come andragogia, nella definizione di Knowles) presenta situazioni di apprendimento particolari e diversificate, che tengano conto dei bisogni tipici dei discenti adulti. Le sedi di ricerca, più nello specifico, sono il Politecnico di Torino e l'Università degli Studi di Torino; la tesi si basa su osservazioni dirette in due classi di italiano L2, tra di esse facilmente comparabili poiché composte unicamente di studenti universitari stranieri e poiché condividono lo stesso livello di competenze riferibili al Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: entrambe le classi, infatti, sono di livello A2. Tuttavia, le due classi sono numericamente molto differenti. Il dato appare interessante alla luce del fatto che la docente di riferimento per i due corsi è la medesima, e ciò mi ha permesso di focalizzare l'attenzione sulle diverse tecniche didattiche attuate in base al numero di studenti, sul materiale proposto e sulla risposta degli studenti stessi.
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Boraso, Claudia <1982&gt. "Aspetti peculiari della fiscalità delle Università e del “personale” universitario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15277.

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Abstract:
Lo scopo dell'elaborato è quello di analizzare la natura “particolare” dell’Università tra gli enti pubblici italiani, anche dal punto di vista fiscale e delle figure professionali e non che vi ci collaborano. L' autonomia funzionale universitaria e la sua capacità di autofinanziamento hanno, infatti, ampliato la platea del "personale non strutturato", che, per espressa previsione normativa, beneficia di regolamentazioni fiscali ad hoc. Sono analizzate nello specifico le figure degli assegnisti di ricerca e dei docenti a contratto, per passare, poi a istituti tipici dell'ambiente universitario, non riconducibili a figure professionali, quali le borse di studio e le borse di ricerca. Nell'ambito, invece, del “personale strutturato”, viene, analizzato il trattamento di agevolazione fiscale previsto per professori e ricercatori universitari che rientrano in Italia, definito “rientro dei cervelli”.
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Rubini, Isacco. "Radio via Web per le Università: un approccio alle infrastrutture tecnologiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/1869/.

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Cazzarò, Luca. "Il sistema d'identità dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna: un'analisi applicativa." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amslaurea.unibo.it/205/.

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Piras, Gian Battista <1992&gt. "L'importanza della Comunicazione Online per le Università, il caso Ca' Foscari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10122.

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Abstract:
L'elaborato ha l'obiettivo di capire come le università italiane, specie Ca' Foscari, utilizzano gli strumenti di comunicazione offerti dal Web. Sono analizzati gli obiettivi, gli strumenti e la loro efficacia. Sono stati somministrati dei questionari agli studenti iscritti per capire quanto efficaci sono effettivamente questi strumenti e più in generale la comunicazione online effettuata dall'Università Ca' Foscari di Venezia.
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FILIPPI, DAVIDE. "VITA CURRICULI. Ricercatori precari, università neoliberale e la rincorsa al CV." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/945575.

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MASOERO, Alberto. "La coscienza del progresso. Problemi e visioni dello sviluppo negli economisti dell'Università di Mosca sotto Alessandro II." Doctoral thesis, Università degli Studi di Torino, 1990. http://hdl.handle.net/10278/22337.

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Ferretti, Giorgia, and Lorenzo Indio. "Tra Università e città. Un progetto per la Corte d'Ercole di Palazzo Poggi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il titolo della tesi allude a un binomio che lega profondamente la storia della città e dell’antica istituzione che con essa si identifica. Palazzo Poggi, storico edificio rinascimentale situato nel cuore dell’asse universitario di via Zamboni, è spesso associato alla sede di rappresentanza dell’Università trascurando la sua dimensione pubblica, la sua vocazione al racconto di ciò che l’università rappresenta per la città e viceversa. Un binomio ricco di potenzialità e di contraddizioni, un luogo popolato di giorno da una moltitudine di studenti che di notte si svuota per divenire teatro di degrado. Da questa doppia identità prende le mosse il progetto di tesi che mira ad attribuire un rinnovato ruolo a Palazzo Poggi nella più ampia logica di rigenerazione che sta investendo l’intera zona universitaria. Il palazzo presenta, ad oggi, una situazione molto variegata al suo interno, ambienti aperti si alternano a locali chiusi, spazi privati si affiancano a funzioni pubbliche, molte delle quali risultano poco visitate o quasi sconosciute alla popolazione. Numerose sono state le trasformazioni e gli ampliamenti succedutisi nel tempo, ma ciò che invece è rimasto pressoché inalterato è l’originale impianto Cinquecentesco che ruota intorno alla Corte d’Ercole, prestigioso ambiente che risulta attualmente chiuso ai visitatori e generalmente poco visibile a chi attraversa il palazzo. Si concentra pertanto in questa area dell’edificio la proposta progettale: la Corte d’Ercole e gli spazi a essa adiacenti divengono spazi per la collettività, «luoghi antropologici» dove trascorrere del tempo, incontrarsi o dove semplicemente potersi fermare. Un luogo identitario, riconoscibile e fulcro ideale di tutto il complesso, il tramite per comunicare nel corso dell’intero anno ciò che avviene all’interno dell’Università favorendo una maggiore coesione con la città e i suoi abitanti e, allo stesso tempo, la valorizzazione del bene culturale e dell’Istituzione che rappresenta.
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Pantano, Giulio. "La relazione tra PMI e università negli Open Innovation Ecosystems: il caso SUGAR." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/19810/.

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Abstract:
Introdotto nel 2004, il paradigma dell’Open Innovation incomincia a permeare le pratiche aziendali di tutto il mondo ribaltando il concetto di collaborazione, dove adesso viene concepita come centrale una strategia di strutturazione di un ecosistema interdipendente. In questo lavoro di tesi si fornisce un’analisi della letteratura allargata in riferimento a due attori in particolare del sistema, ovvero le PMI e le università, di cui si identifi-ca una relazione in termini di strategie di Open Innovation. Le prime, di-fatti, risultano avere agilità nelle logiche di collaborazione, ma non di-spongono di una consulenza all’innovazione strutturata; le seconde, inve-ce, hanno una capacità significativa di trasferimento tecnologico e impatto sul territorio, ma sistemi di incentivi per i ricercatori disallineati. All’interno degli Open Innovation Ecosystems, l’obiettivo della tesi è dimostrare in via qualitativa il potenziale della relazione tra PMI e univer-sità, che si sostanzia in programmi quali ad esempio SUGAR.
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SASSANO, Roberta. "LA CAPITANATA NAPOLEONICA ISTITUZIONI E CETI DIRIGENTI DALLE UNIVERSITÀ ALLE MUNICIPALITÀ, AI COMUNI." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2020. http://hdl.handle.net/11563/142033.

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Abstract:
Obiettivo portante del lavoro di tesi è stato quello di analizzare, nel più complessivo contesto del Mezzogiorno continentale di età napoleonica, istituzioni e ceti dirigenti di Capitanata, con particolare attenzione al passaggio dalle Università di ancien régime alle Municipalità ed ai Comuni. A tal fine, ci si è concentrati su due città regie e due feudali, Foggia e Manfredonia, Cerignola e San Severo, contesti istituzionali e socio-economici differenti e, dunque, più funzionali a poter coglierne persistenze e trasformazioni lungo anni cruciali, quali quelli napoleonici, anche nella storia del Mezzogiorno d’Italia. Nel primo caso, quello delle città di Foggia e Manfredonia, lo scontro per il potere fra i ceti dirigenti fu più interno e legato strettamente alla ridefinizione dei requisiti di accesso alle cariche pubbliche, per censo e per merito, non più per ceto, mentre nel secondo, Cerignola e San Severo, coinvolse anche un “nemico” esterno, il feudatario, ritenuto colpevole di soprusi contro la relativa comunità, in misura maggiore nel caso di Cerignola rispetto a San Severo. In effetti, alla vigilia del 1799 in diverse Università della Capitanata stavano iniziando ad assumere rilevanza economica e, di conseguenza, politica, nuclei della borghesia terriera e delle professioni, homines novi, che avevano come scopo quello di scardinare il monopolio delle famiglie aristocratiche nelle varie amministrazioni cittadine, ancora fortemente condizionate dalla rigida divisione cetuale dell’ancien régime. In tale direzione erano, infatti, andate le riforme che, già dalla metà circa del Settecento, avevano interessato diversi Consigli cittadini, rappresentando, quindi, i prodromi di una maggiore partecipazione nelle dinamiche di potere locale dell’emergente ceto borghese. Si considerino, al riguardo, i cambiamenti che riguardarono i criteri ascrittivi al Reggimento di Foggia, al Consiglio cittadino di Manfredonia o al Decurionato di San Severo, tutti attuati fra gli anni Trenta e Sessanta del XVIII secolo, tra i quali non si può non ravvisare un parallelismo, probabilmente da attribuire a quel processo di accentuazione della mobilità sociale che caratterizzò diverse città meridionali proprio intorno alla metà del secolo XVIII. In questi tre centri, pertanto, la borghesia, sia mercantile e delle professioni, che proprietaria, dopo essersi consolidata sotto il profilo economico, cercava di legittimarsi ed acquisire rendite di posizione a scapito delle famiglie aristocratiche, fortemente ridimensionate ed indebolite, in linea con quanto si stava verificando, negli stessi anni, in diverse altre città pugliesi, dove il sistema della divisione dei ceti era entrato in crisi e stava subendo dei cambiamenti fondamentali. In molte realtà locali, infatti, si era cominciata ad evidenziare la costituzione di un terzo ceto, composto da famiglie di netta estrazione popolare, distinte dal secondo ceto, quello dei “civili”, che venne così sempre più a caratterizzarsi come il ceto borghese per antonomasia. Questo consentì alle famiglie del ceto civile di ritrovare un’identità meno ambigua, definendosi ormai con chiarezza come un vero ceto borghese di antico regime. Per quanto concerne, invece, Cerignola è da evidenziare che l’università presentava delle sue peculiarità rispetto agli altri tre casi di studio. In primo luogo, infatti, risulta evidente come a condizionarne la vita politico-amministrativa fossero soprattutto gli scontri tra la fazione baronale e quella demanialista, acuitisi alla fine del Settecento, nel cui solco si dipanavano tutte le dinamiche di potere cittadino, fortemente polarizzate. Relazioni, competenze professionali, spregiudicatezza, ma anche tendenza ad inserirsi abilmente e spregiudicatamente in nicchie protette dal potere centrale o locale furono, quindi, le qualità che servirono a propiziare ricchezza e rango sociale agli esponenti della borghesia emergente che si stava affermando nella Capitanata di fine secolo. Questa, dunque, la configurazione istituzionale portante ove si diffusero le idee-forza rivoluzionarie del 1799, che, infatti, trovarono sostegno soprattutto nei ceti borghesi emergenti, che speravano di poter sfruttare a proprio vantaggio i nuovi assetti istituzionali delle neocostituite Municipalità repubblicane, ritagliandosi nuovi spazi di potere, anche attraverso convergenze con gli strati sociali più deboli, pur nella diversità delle rispettive finalità. L’orizzonte delle Municipalità di Capitanata fu, perciò, caratterizzato da un continuo comporsi, scomporsi e ricomporsi delle alleanze sociali, a partire da un’iniziale azione comune, pur mossa da intenti differenti, nelle varie realtà locali, fra nuclei borghesi e contadini. Successivamente contadini poveri e, in genere, strati sociali più deboli, sempre più disillusi nella loro “fame di terra”, si andarono ricollocando in campo antirepubblicano, insieme, ma di nuovo per ragioni e obiettivi opposti, con esponenti dei ceti dirigenti, soprattutto aristocratici, grandi proprietari e rappresentanti della borghesia delle professioni. Nell’analisi dei quattro casi di studio, durante la contingenza del ‘99, emerge quindi fortemente l’atteggiamento trasformistico ed opportunistico dei ceti dirigenti cittadini, seppure con sfaccettature differenti tra le università regie e quelle infeudate. Per quanto, infatti, concerne le prime, Foggia e Manfredonia, è da annotare come le élites municipali, specie gli esponenti della borghesia emergente, cercassero soprattutto di sfruttare i cambiamenti politico-istituzionali introdotti nelle Municipalità a proprio vantaggio, per consolidare la propria posizione, senza tuttavia indulgere in eccessi che avrebbero potuto portare a derive pericolose e incontrollabili. Per quanto riguarda, invece, le seconde, le università feudali di Cerignola e San Severo, l’adesione al progetto repubblicano o a quello sanfedista fu dettato maggiormente da riposizionamenti interni ai ceti dirigenti locali e da aspri scontri fazionari che si celavano dietro false ed apparenti motivazioni ideologiche, prevalentemente usate come paraventi di facciata. Non sorretta da profonde e solide motivazioni ideologiche, ma inficiata da opportunistici interessi fazionari nei vari contesti locali, la stessa spinta propulsiva data in genere alle Municipalità repubblicane dalle Istruzioni generali ai Patrioti, finì per esaurirsi ben presto, anche a causa della svolta centralistica attuata dal governo della Repubblica con la decretazione del 9 febbraio 1799. Non casualmente, i ceti dirigenti di Capitanata accolsero in genere con compartecipazione il ritorno della restaurata monarchia borbonica, dalla quale erano comunque ancora ritenuti interlocutori affidabili ed imprescindibili, specie per mantenere l’ordine e la sicurezza nelle diverse comunità. Durante la Prima Restaurazione, perciò, si registrò, rispetto agli anni precedenti, una sostanziale continuità nella gestione del potere da parte delle élites, come è ampiamente risultato dall’analisi dei profili degli amministratori dei quattro casi di studio. Comunque, diversi protagonisti del 1799 continuarono a rivestire un ruolo centrale anche nel corso del Decennio napoleonico, a conferma di come il pentamestre repubblicano sia stato propedeutico alla stagione di riforme strutturali introdotte successivamente dai Napoleonidi. Infatti, dopo il transitorio ritorno alla pratica istituzionale-amministrativa di antico regime, che caratterizzò il breve arco temporale relativo alla prima restaurazione, con il Decennio si concretizzò un’organica riforma della complessiva rete istituzionale-amministrativa, centrale e periferica, che, pur ancora a lungo segnata da diffuse persistenze e resistenze, oggettivamente concorse ad affermare una reale ed incisiva presenza dello Stato nell’articolazione dei livelli d’esercizio dei suoi ruoli e delle sue funzioni sul territorio. Come in altre province, nel nuovo spazio istituzionale-amministrativo si andò, quindi, di fatto determinando un processo di rigerarchizzazione tra luoghi abitati ed ambiti territoriali, essenzialmente in ragione delle nuove funzioni istituzionali-amministrative localmente esercitabili, dai capoluoghi di provincia a quelli distrettuali, ai più piccoli comuni.Tale ridisegnato rapporto centro-periferia risulta evidente anche in Capitanata, dove, come si è avuto modo di descrivere, la nuova figura dell’Intendente incontrò spesso difficoltà e ritardi nell’espletamento delle sue funzioni, a causa delle resistenze messe in atto dai ceti dirigenti locali, timorosi di perdere le loro ataviche prerogative. Come altrove, pertanto, il Decennio napoleonico fu connotato da radicali riforme strutturali sotto il profilo istituzionale-amministrativo e socio-economico, portando a cambiamenti profondi nella cultura e nella pratica politica ed aprendo così nuovi spazi politico-istituzionali, quali, per esempio, il Consiglio generale provinciale e quelli distrettuali. In essi i ceti dirigenti locali cercarono d’inserirsi per legittimarsi, superando le mere logiche cittadine e muovendosi in un’ottica sovramunicipale. Allora, diversi esponenti di spicco dell’élite di Capitanata rivestirono nuove cariche sia nei Decurionati che nei Consigli, allo scopo di controllare le varie leve del potere provinciale. Rispetto alla conformazione di tali ceti dirigenti, lo stesso Decennio non produsse in Capitanata cambiamenti profondi rispetto agli anni precedenti, considerando che molti dei protagonisti della vita politica di fine Settecento-inizi Ottocento continuarono anche con i Napoleonidi ad occupare cariche e pubblici impieghi nei diversi livelli del pur nuovo sistema amministrativo provinciale e comunale. In particolare, per i casi di Foggia, Manfredonia e San Severo, si è potuto notare come le élites municipali del Decennio avessero iniziato ad acquisire rilevanza già dalla fine del Settecento, mentre per Cerignola si è riscontrata una maggiore discontinuità, dovuta all’accresciuta influenza acquisita dal “partito demanialista” nella temperie degli anni napoleonici. Il delicato passaggio dall’Università “alla Comune” risulta essere stato, quindi, caratterizzato, a livello di rappresentanze istituzionali, più da persistenze che da innovazioni, rilevabili, queste ultime, soprattutto nella presenza, accanto ad esponenti di già solide famiglie locali, di nuove rappresentanze socio-professionali, in larga parte riconducibili alla media e grossa borghesia, prevalentemente terriera, che ebbe modo di rafforzarsi attraverso l’acquisto di ex beni ecclesiastici e demaniali. E ciò in parte anche attraverso nuclei della borghesia delle professioni e impiegatizia, per la quale, come in altre aree del Mezzogiorno d’Italia, si erano venuti sempre più aprendo ampi e gratificanti spazi di esercizio del potere proprio sul terreno del governo locale. Il personale politico-amministrativo di questi anni risulta, perciò, in prevalenza connotato, nel suo nucleo più solido, da presenze riconducibili alla complessiva stagione politica napoleonica, dalle prime esperienze municipali del pentamestre repubblicano al Decennio ed alla rivoluzione costituzionale del 1820-21, fra resistenze ed innovazioni, congiuntamente con contingenti “adattamenti” a circostanze locali. Comunque, così come nelle province contermini, tale personale istituzionale-amministrativo risulta essere stato, nell’insieme, coprotagonista attivo all’interno di una più generale configurazione dei nuovi spazi politici moderni, esercitando un non trascurabile ruolo nel processo di formazione dell’identità nazionale, anche nel e da Sud.
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Montanaro, Davide <1989&gt. "Digital Ecosystems for Open Science - Il caso Università di Vienna, l'esempio di Phaidra." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11805.

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Abstract:
Partendo dal concetto di scienza aperta, tema discusso recentemente anche nell'apposita commissione di ambito europeo, il contenuto della tesi ruoterà attorno all'esperienza Phaidra e al mondo della conservazione e condivisione con fini di ricerca dei documenti digitali; il tutto con una particolare attenzione verso la dimensione riguardante delle immagini. Phaidra, piattaforma nata ormai dieci anni fa presso l'Univ. di Vienna e attualmente in uso presso altre università, merita uno studio accurato in quanto si tratta di un ottimo esempio di evoluzione in questo campo. L'elaborato si svilupperà partendo dall'introduzione all'ecosistema digitale in cui si inserisce Phaidra, per poi approfondire i servizi offerti, i soggetti coinvolti con i propri ruoli e competenze, la sua struttura interna passando attraverso la gestione, i processi e la sua architettura. In conclusione, l'attenzione si focalizzerà sull'uso della piattaforma presso il mio Ateneo, cogliendone le peculiarità in relazione ai concetti precedentemente sviluppati, quali politiche, governance, servizi, dati e infrastruttura.
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Midolo, Mauro. "Prototipo di un sistema data warehouse per le Università italiane basato su tecnologie semantiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7433/.

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BONELLI, EMANUELA. "Progettazione e sperimentazione di un intervento di Accoglienza Anticipata e Integrata in Università Cattolica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/143.

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Abstract:
La ricerca presentata si inserisce nell'ambito dell'orientamento universitario quale studio di nuove metodologie in tema di orientamento richieste dalla riforma universitaria (a partire dalla Legge delega 127 del 1997). Con il nuovo sistema universitario, l'orientamento acquista un rilievo di primo piano, infatti, il D.M. 509/99, in attuazione alla delega (Legge 127/97), include l'orientamento tra le attività formative che devono essere obbligatoriamente previste nei regolamenti didattici d'ateneo. Il suddetto scenario ha motivato la presente ricerca tale da prevedere all'interno dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano un intervento di accoglienza orientativa anticipata ed integrata che si inserisce nelle attività insite nei Progetti ponte con l'obiettivo di sostenere le nuove matricole alla presa di decisione orientativa, per accogliere adeguatamente gli studenti in università e favorirne l'inserimento nel nuovo contesto di studi. Si tratta, pertanto, di una ricerca applicata con la finalità di valutare il servizio di accoglienza erogato. Questa riflessione su nuove metodologie di azione orientativa ha delineato nuove collaborazioni del CROSS (Centro di Ricerche sull'Orientamento Scolastico-professionale e sullo Sviluppo delle organizzazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) sia con i servizi alla persona interni all'università sia con enti esterni al fine di garantire servizi orientativi adeguati ai bisogni della persona.
The introduced search becomes part in the University Guideline which study of new methodologies in topic of guideline demanded from the University Reform (the Law delegation 127 of 1997). With the new university system, the guideline acquires an important relief, as a matter of fact, the D.M. 509/99, in performance to the law 127/97, includes the guideline between the formative activities that must obligatorily be previewed in the didactic regulations of athenaeum. The aforesaid scene has motivated the present such search to inside preview of the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano as an participation of orientativa acceptance anticipated and integrated that becomes part in the activities inborn in the Progetti ponte to support the new matriculations to the taken one of orientativa decision, in order to receive adequately the students in university and to favor of the insertion in the new context of studies. This is, therefore, a search applied with the purpose to estimate the distributed service of acceptance. This reflection on new methodologies of orientativa action has delineated new collaborations of the CROSS (Centro di Ricerche sull'Orientamento Scolastico-professionale e sullo Sviluppo delle organizzazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) with the inner services to the person to this university and with external agencies to the aim to guarantee services oriented adapts to the needs of the person.
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BONELLI, EMANUELA. "Progettazione e sperimentazione di un intervento di Accoglienza Anticipata e Integrata in Università Cattolica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/143.

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Abstract:
La ricerca presentata si inserisce nell'ambito dell'orientamento universitario quale studio di nuove metodologie in tema di orientamento richieste dalla riforma universitaria (a partire dalla Legge delega 127 del 1997). Con il nuovo sistema universitario, l'orientamento acquista un rilievo di primo piano, infatti, il D.M. 509/99, in attuazione alla delega (Legge 127/97), include l'orientamento tra le attività formative che devono essere obbligatoriamente previste nei regolamenti didattici d'ateneo. Il suddetto scenario ha motivato la presente ricerca tale da prevedere all'interno dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano un intervento di accoglienza orientativa anticipata ed integrata che si inserisce nelle attività insite nei Progetti ponte con l'obiettivo di sostenere le nuove matricole alla presa di decisione orientativa, per accogliere adeguatamente gli studenti in università e favorirne l'inserimento nel nuovo contesto di studi. Si tratta, pertanto, di una ricerca applicata con la finalità di valutare il servizio di accoglienza erogato. Questa riflessione su nuove metodologie di azione orientativa ha delineato nuove collaborazioni del CROSS (Centro di Ricerche sull'Orientamento Scolastico-professionale e sullo Sviluppo delle organizzazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) sia con i servizi alla persona interni all'università sia con enti esterni al fine di garantire servizi orientativi adeguati ai bisogni della persona.
The introduced search becomes part in the University Guideline which study of new methodologies in topic of guideline demanded from the University Reform (the Law delegation 127 of 1997). With the new university system, the guideline acquires an important relief, as a matter of fact, the D.M. 509/99, in performance to the law 127/97, includes the guideline between the formative activities that must obligatorily be previewed in the didactic regulations of athenaeum. The aforesaid scene has motivated the present such search to inside preview of the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano as an participation of orientativa acceptance anticipated and integrated that becomes part in the activities inborn in the Progetti ponte to support the new matriculations to the taken one of orientativa decision, in order to receive adequately the students in university and to favor of the insertion in the new context of studies. This is, therefore, a search applied with the purpose to estimate the distributed service of acceptance. This reflection on new methodologies of orientativa action has delineated new collaborations of the CROSS (Centro di Ricerche sull'Orientamento Scolastico-professionale e sullo Sviluppo delle organizzazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) with the inner services to the person to this university and with external agencies to the aim to guarantee services oriented adapts to the needs of the person.
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QUERCIOLI, Alessio. "Studenti "italiani d'Austria" nelle università del Regno tra passione nazionale e mito culturale. 1880 - 1915." Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2008. http://hdl.handle.net/11562/337730.

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Abstract:
Novant’anni fa, con la fine della Prima guerra mondiale, i confini del Regno d’Italia si ampliano a comprendere quei territori, il Trentino, il Friuli orientale, la città di Trieste, l’Istria e parte della Dalmazia, che la retorica nazionale definisce «irredenti». Il termine «irredento» viene probabilmente usato per la prima volta da Matteo Imbriani, fondatore della Società Pro Italia Irredenta, nel 1877 e, da allora, indica gli abitanti delle province di lingua italiana che, dopo la terza guerra d’indipendenza, sono rimaste sotto il controllo dell’ Impero d’Austria. Pensare però come «irredenta» l’intera popolazione di questi territori è certo una forzatura e non è azzardato affermare che sono gli «irredentisti», intesi come attivisti politici e riuniti nel Regno in diverse associazioni, a raffigurare gli italiani d’Austria come «irredenti», cercando, specie nel periodo della neutralità, di presentare strumentalmente all’opinione pubblica italiana un Trentino o un Litorale Adriatico tutti anelanti la redenzione e il ricongiungimento alla madrepatria. La realtà, è noto, è ben diversa. Sebbene il Trentino sia italiano per lingua e cultura in maniera omogenea, la popolazione delle campagne e delle valli è in prevalenza quietamente indifferente, quando non palesemente filo-austriaca, per affetto dinastico o influenza del clero. Nei territori giuliani la questione è più complessa: qui l’elemento italiano, borghese e cittadino, si scontra soprattutto con quello slavo, abitante delle campagne e poi inurbato come proletariato industriale. L’ostilità all’Austria monta solamente verso la fine del secolo XIX, quando il governo di Vienna viene accusato di aiutare il cosiddetto «risveglio» del nazionalismo slavo in chiave anti-italiana. Se questo è vero non dobbiamo però cadere nell’errore di ritenere tutta la questione nazionale delle province italiane d’Austria l’invenzione propagandistica di gruppi politici aventi l’obiettivo di una guerra contro la duplice monarchia. A Trento come a Trieste, per usare una logora espressione, sebbene siano realtà radicalmente diverse, è possibile, con qualche generalizzazione, individuare nella borghesia cittadina, un elemento filo-italiano molto consistente in entrambe le società. Il sentimento di appartenenza all’Italia nasce fondamentalmente da due fattori: quello economico e quello politico-culturale. La borghesia trentina, che non vede possibilità di espansione all’interno della duplice monarchia, guarda all’Italia come sbocco naturale per attività di tipo imprenditoriale e anche come fonte di lavoro negli impieghi statali e nelle libere professioni. A Trieste ci si attende che l’Italia attui nell’Adriatico una politica di potenza e di espansione che l’Austria sembra non più in grado di perseguire così da ottenere crescita economica e protezione dall’elemento slavo. La borghesia in difficoltà, spinta a vedere nel Regno la soluzione, spesso idealizzata, di ogni problema, trova poi nella tradizione storico-culturale italiana, non solo un motivo di orgoglio e di rivalsa verso l’Austria, ma anche un elemento unificante attorno al quale riunirsi per rivendicare i propri diritti. [...]
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Covallero, Cinzia <1995&gt. "I rapporti tra università e musei. Lo status quo in Italia e uno sguardo all'estero." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17994.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca presenta la situazione attuale dei rapporti tra le università e i musei, d'arte e non. Si analizzeranno le ragioni di tali collaborazioni attraverso i fondamenti legislativi e deontologici, le questioni sollevate e le iniziative più interessanti con esempi significativi e casi studio. Inoltre, si dedicherà una certa attenzione alle attività e progetti promossi di comitati internazionali, come ICOM e UMAC a riprova dell' attualità del tema. Una particolare attenzione sarà dedicata alla situazione in Italia, soprattutto con quanto avviene nei musei universitari, luoghi privilegiati per tali collaborazioni e sperimentazioni, in rapporto con quanto succede nei paesi anglofoni dove il dibattito su tali tematiche è vivace. Per completare il quadro generale, un capitolo sarà dedicato a mostrare cosa succede negli altri Paesi europei, ma anche extraeuropei, con una selezione di esperienze significative tra le molte possibili.
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SPAGNUOLO, GIOVANNA. "Scenari per l’educazione degli adulti in una prospettiva europea: il ruolo dell’Università per un progetto di formazione integrale." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/351639.

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Abstract:
Giovanna Spagnuolo, Scenari per l’educazione degli adulti in una prospettiva europea: il ruolo dell’Università per un progetto di formazione integrale, Tesi di Dottorato in Pedagogia e Scienze dell’Educazione (XXVIII Ciclo), Università degli Studi di Foggia - Dipartimento Studi Umanistici, Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione, A. A. 2014-2015 La complessità, l’incertezza e le trasformazioni della società contemporanea influenzano la vita di ognuno di noi per l’intero corso della vita. L’adulto in particolare è obbligato ad affrontare le transizioni e se possibile ad anticiparle, elaborarle e riprogettarle. Diviene importante quindi che l’adulto sia in grado di comprendere interconnessioni e interdipendenze nella lettura di problematiche ormai di natura transnazionale, capace di acquisire le categorie della trasformazione, del rischio, della partecipazione e della “responsabilità” (Hans Jonas) per la costruzione di un “pensiero nomade e migrante” (Franca Pinto Minerva) e di un “pensiero plurale” (Isabella Loiodice). L’Università, quale luogo di apprendimento ed elaborazione critica delle conoscenze, è deputata a contribuire al raggiungimento di tali finalità e rappresenta un contesto ideale per continuare ad apprendere orientando le proprie attività ad un progetto di formazione integrale della persona. Attraverso la Tesi di Dottorato Scenari per l’educazione degli adulti in una prospettiva europea: il ruolo dell’Università per un progetto di formazione integrale si è indagato su come l’Università, nel sistema formale dell’apprendimento permanente, ha risposto alle esigenze e alla domanda espressa dall’utenza adulta; quali politiche e dispositivi organizzativi e curriculari sono stati attivati e possono attivarsi per incrementare la partecipazione e la parità di accesso alle attività di educazione e di formazione. Le attività di esplorazione, ricognizione statistica e qualitativa, descrizione e interpretazione dei risultati e di lettura delle pratiche hanno consentito di mettere a fuoco fattori chiave, punti positivi e criticità esistenti, di trarre alcune proposte e identificare ulteriori linee progettuali di ricerca.
Giovanna Spagnuolo, Scenarios for adult education in a European perspective: the role of the University for a project of integral formation, Doctoral thesis in Pedagogy and Educational Sciences ( XXVIII Cycle ), University of Foggia - Department of Humanities, Literature, Culture Heritage, Education Sciences, A. Y. 2014-2015 The complexity , uncertainty and transformations of contemporary society affect the lives of each of us for the entire lifetime (throughout the life-span). The adult in particular is obliged to deal with transitions and if possible to anticipate them, process them and redesign them. So it is important that the adult is able to understand the interconnections and interdependencies, in the reading of become transnational problems by the time, able to acquire the categories of transformation , risk, participation and “responsibility” (Hans Jonas) for the construction of a "nomadic and migrant thinking" (Franca Pinto Minerva) and of a " plural thinking " (Isabella Loiodice). The University, as a place of learning and critical processing of knowledge, is appointed to help achieve these aims and is an ideal setting to continue learning directing its activities to a project of integral formation of the person. Through the thesis Scenarios for adult education in a European perspective : the role of the University for a project of integral formation I have investigated as the University, in the formal system of lifelong learning, has responded to the needs and the demand expressed by adults; what policies and organizational and curricular devices were activated and can take steps to increase the participation and equal access to the activities of education and training. The activities of exploration, statistical overview and qualitative description and interpretation of the results and reading of practices have served to bring key factors into focus, positive points and existing problems, to draw some proposals and identify additional project lines of research.
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MCMANUS, KEVIN. "ARTISTI ITALIANI NELLE UNIVERSITA' AMERICANE: IL CASO DI HARVARD (1954-1970)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1851.

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Abstract:
La ricerca analizza l’attività didattica degli artisti italiani Costantino Nivola (1954-57, poi 1970), e Mirko Basaldella (1957-69) presso la Graduate School of Design della Harvard University, focalizzandosi in particolare sul Design Workshop, fondato nel 1956 anche grazie al contributo di Nivola, suo primo direttore, e poi coordinato da Basaldella fino alla sua morte nel 1969. Il caso particolare di due artisti così legati a forme archetipiche equidistanti tra astrazione e figurazione, ma spinti dal metodo dell’università americana a tenere corsi legati al concetto di “design”, impone di premettere, in due capitoli di taglio teorico, un inquadramento del problema della definizione di tale concetto e della sua particolare incidenza sui contenuti e le categorie didattiche dell’arte nell’università americana nella sua evoluzione nel Ventesimo secolo, soprattutto in relazione all’importazione del Bauhaus. Il rapporto con questo ingombrante modello è affrontato anche per spiegare la distanza tra l’arte prodotta dall’avanguardia americana di quegli anni e quella insegnata a livello universitario, esiti rispettivi di due diverse formulazioni del “modernismo”: proprio in questa distanza si colloca il lavoro di docenti di Nivola e di Mirko, ma anche di Bruno Munari, invitato a Harvard per un semestre nel 1967.
The research analyses the teaching careers of Italian artists Costantino Nivola (1954-57, 1970) and Mirko Basaldella (1957-69) at the Graduate School of Design, Harvard University, focusing in particular on the Design Workshop, founded – with the contribution of Nivola, its first director – in 1956, and directed by Basaldella from 1957 to his death in 1969. The peculiar case of two artists so involved with archetypal shapes defying both abstraction and figure, but forces to teach courses based on “design”, makes it necessary to introduce the subject with two chapters of theoretical character, addressing the problematic definition of “design” and its importance on the 20th-Century evolution of the contents and methods of art education in the American university, and particularly on the assimilation of the Bauhaus model. Such cumbersome influence is used as a way to clarify the distance between the art produced by the contemporary American avant-garde and the art taught at college level, mirroring the co-existence of two different formulations of modernism. In the space created by such distance Nivola, Mirko, and also Bruno Munari – Visiting Professor at Harvard in 1967 – work as college teachers.
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MCMANUS, KEVIN. "ARTISTI ITALIANI NELLE UNIVERSITA' AMERICANE: IL CASO DI HARVARD (1954-1970)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1851.

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Abstract:
La ricerca analizza l’attività didattica degli artisti italiani Costantino Nivola (1954-57, poi 1970), e Mirko Basaldella (1957-69) presso la Graduate School of Design della Harvard University, focalizzandosi in particolare sul Design Workshop, fondato nel 1956 anche grazie al contributo di Nivola, suo primo direttore, e poi coordinato da Basaldella fino alla sua morte nel 1969. Il caso particolare di due artisti così legati a forme archetipiche equidistanti tra astrazione e figurazione, ma spinti dal metodo dell’università americana a tenere corsi legati al concetto di “design”, impone di premettere, in due capitoli di taglio teorico, un inquadramento del problema della definizione di tale concetto e della sua particolare incidenza sui contenuti e le categorie didattiche dell’arte nell’università americana nella sua evoluzione nel Ventesimo secolo, soprattutto in relazione all’importazione del Bauhaus. Il rapporto con questo ingombrante modello è affrontato anche per spiegare la distanza tra l’arte prodotta dall’avanguardia americana di quegli anni e quella insegnata a livello universitario, esiti rispettivi di due diverse formulazioni del “modernismo”: proprio in questa distanza si colloca il lavoro di docenti di Nivola e di Mirko, ma anche di Bruno Munari, invitato a Harvard per un semestre nel 1967.
The research analyses the teaching careers of Italian artists Costantino Nivola (1954-57, 1970) and Mirko Basaldella (1957-69) at the Graduate School of Design, Harvard University, focusing in particular on the Design Workshop, founded – with the contribution of Nivola, its first director – in 1956, and directed by Basaldella from 1957 to his death in 1969. The peculiar case of two artists so involved with archetypal shapes defying both abstraction and figure, but forces to teach courses based on “design”, makes it necessary to introduce the subject with two chapters of theoretical character, addressing the problematic definition of “design” and its importance on the 20th-Century evolution of the contents and methods of art education in the American university, and particularly on the assimilation of the Bauhaus model. Such cumbersome influence is used as a way to clarify the distance between the art produced by the contemporary American avant-garde and the art taught at college level, mirroring the co-existence of two different formulations of modernism. In the space created by such distance Nivola, Mirko, and also Bruno Munari – Visiting Professor at Harvard in 1967 – work as college teachers.
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BAGNI, MARCO. "Le opinioni e l’atteggiamento degli studenti verso l’inglese e l’inglese lingua franca in una università italiana." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278098.

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Abstract:
L’ascesa dell’inglese come lingua franca globale ha portato la linguistica applicata a mettere in discussione i fondamenti dell’insegnamento dell’inglese (ELT). Nello “expanding circle”, i modelli ‘inglese lingua straniera’ (EFL) tradizionalmente accettati appaiono oggi superati. Prima ancora che possano essere suggeriti con sicurezza cambiamenti nell’insegnamento dell’inglese, è importante comprendere le percezioni e le opinioni di chi è coinvolto in prima persona. L’importanza degli studi sull’atteggiamento linguistico in contesti di ELT è da tempo riconosciuta, e negli ultimi due decenni diversi studi di questo tipo hanno indagato vari aspetti dell’atteggiamento di insegnanti e apprendenti nei confronti dell’inglese in contesti educativi, rivelando la grande vitalità delle norme native dell’inglese. Ad oggi, la maggior parte degli studi che hanno preso in esame l’atteggiamento verso l’inglese di studenti universitari sono stati condotti in specifici contesti di ELT e sono necessari ulteriori studi che coinvolgano anche studenti che non si specializzano in inglese. Questa ricerca consiste in uno studio che indaga l’atteggiamento verso l’inglese, l’inglese come lingua franca (ELF) e l’insegnamento dell’inglese di una popolazione di studenti di tre dipartimenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia. La ricerca ha l’obiettivo di contribuire a valutare i modelli accettati EFL di insegnamento dell’inglese e di suggerire possibili indirizzi futuri sia a ricercatori in linguistica applicata sia a professionisti di ELT. Coerentemente con questo obiettivo, sono state generate le seguenti domande di ricerca: 1. Qual è l’atteggiamento degli studenti verso l’inglese? 2. Qual è l’atteggiamento degli studenti verso ELF? 3. Quali opinioni hanno gli studenti dell’insegnamento dell’inglese? 4. Un metodo aggiornato a ELF va incontro ai bisogni percepito dagli studenti? Il metodo adottato per questa ricerca attinge alla folk linguistics e ai metodi diretti di indagine sull’atteggiamento linguistico. Un metodo misto di raccolta dei dati ha integrato un questionario semi-strutturato e delle interviste non strutturate. Sono stati raccolti un totale di 254 questionari sono state condotte e 28 interviste valide, tra dicembre 2019 e maggio 2020. L’analisi dei dati ha combinato tecnica qualitativa e quantitativa, benché con un’enfasi sull’interpretazione qualitativa. I risultati suggeriscono in generale un orientamento positivo verso l’inglese. In larga maggioranza, i partecipanti percepivano l’inglese come uno strumento necessario all’inclusione sociale e una porta d’accesso a future opportunità professionali. Sebbene l’opinione che l’inglese appartiene ai parlanti nativi dello “inner circle” sia risultata prevalente, accanto ad essa coesisteva anche una concezione dell’inglese come strumento de-territorializzato e de-nativizzato di cui si possono appropriare anche i parlanti non nativi. Le opinioni dei partecipanti sullo ELT hanno dimostrato il prevalere di un orientamento verso le norme native dell’inglese e una significativa influenza di “native-speakerism” e ideologia della lingua standard. Tuttavia, i risultati hanno anche dimostrato che lo studio di ELF e della linguistica soprattutto, influenzano l’atteggiamento degli studenti verso le varietà di inglese, portandoli a mettere in discussione l’immagine di un inglese monolitico e l’idea di una legittimità esclusiva delle norme native. Indicando uno scarto tra i modi più tradizionali di insegnamento EFL e le realtà dell’inglese fuori da scuola, molti intervistati hanno criticato lo ELT nel sistema di istruzione italiano. I risultati suggeriscono la necessità di abbandonare il metodo tradizionale grammaticale-traduttivo e supportare l’apprendimento dell’inglese con una solida formazione in teoria linguistica.
The rise of English as a ‘global’ lingua franca has brought applied linguistic scholarship to question the tenets of English language teaching (ELT). In the expanding circle, the traditionally accepted English-as-a-foreign language (EFL) pedagogical model appears today outdated and possibly even obsolete. Before any changes in English language education can be confidently suggested it is important to understand the perceptions and the opinions of the ELT stakeholders. The importance of attitude studies related to the context of ELT has long been recognized and over the last two decades several such studies have investigated, with various foci, the teachers’ and learners’ attitudes towards English in educational contexts, revealing the high vitality of the native English norm. To date, most studies that examined the attitudes towards English of university students were conducted in specific ELT contexts and there is a need for further research that also involves students who do not specialize in English. This research consists of a study that investigates the attitudes towards English, English as a lingua franca (ELF) and English teaching of a population of students of three Departments of the Università di Modena e Reggio Emilia. The research has the objective of contributing to the task of assessing the established EFL models of English language pedagogy, and of pointing to possible future directions for both research in applied linguistics and ELT practitioners. In accordance with this objective, the following research questions were generated: 1. What are the students’ attitudes towards English? 2. What are their attitudes towards ELF? 3. What are the students’ opinions on the teaching of English? 4. Is an ELF-informed approach in tune with the students’ own perceived needs? The research method adopted for this study draws on folk linguistics and the direct approaches to the study of language attitudes. A mixed-methods approach was used for the collection of the data that integrated a structured questionnaire and semi-structured individual interviews. A total number of 254 questionnaire were collected and 28 valid interviews were conducted, between December 2019 and May 2020. The analysis of the data combined a qualitative and a quantitative technique, although with an emphasis on qualitative interpretation. The findings suggest a generalized favorable orientation towards English. By vast majority, the participants viewed English as a necessary tool for social inclusion and a gateway to future professional opportunities. Although the view that English belongs to the native English speakers from the inner circle was found to prevail, it nevertheless coexisted with an instrumental view of English as a de-territorialized and de-nativized tool that can be appropriated by the non-native speakers. The participants’ views on ELT revealed a prevailing orientation towards native English and a significant influence of native-speakerism and standard language ideology. However, the findings also demonstrated that ELF-aware instruction and especially training in linguistics influenced the students’ attitudes towards varieties of English, bringing them to question the image of a monolithic English, notions of ‘standard English’, and exclusive legitimacy of native-speaker norms. Pointing to a gap between the more traditional ways of EFL pedagogy and the realities of English in the out-of classroom, several interviewees were critical of ELT in their how country’s education system. The findings strongly suggest that there is a need to shift ELT practices in the Italian education system away from the traditional grammar translation (GT) method and support English learning with a solid training in linguistic theory.
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NOVAK, CHRISTIAN. "L 'università nello spazio urbano Materiali, relazioni, politiche. I casi dei campus di Uithof a Utrecht, dell'espansione di Manhattanville della Columbia University, della città universitaria di Louvain la Neuve e dell'American University in Bulgaria." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/11578/278519.

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Castellano, Mattia. "Business Process Management e tecniche per l'applicazione del Process Mining. Il caso Università degli Studi di Parma." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
In un mondo in cui l'apertura di nuovi mercati e l'introduzione di nuove tecnologie genera continuamente nuove opportunità, le aziende devono sempre più imparare ad adattarsi e a gestire il cambiamento. Con la diffusione del Process Thinking le organizzazioni iniziano a rendere propri concetti quali processi, attività, eventi, flussi, cambiamento e sviluppo. E' in questo scenario che nascono discipline orientate al cambiamento organizzativo e miglioramento dei processi aziendali, come il Business Process Re-engineering (BPR) e il Business Process Management (BPM). L'aumento della tecnologia e l'era dell'Information Technology (IT), i sistemi informativi assumono un ruolo sempre più importante nella vita dell'organizzazione, supportando l'esecuzione dei processi e iniziando a produrre grandi quantità di tracce relative all'esecuzione dei task. Comincia l'era dei Big Data e del Data Mining. La ricerca arriverà a soddisfare il bisogno aziendale di estrazione di valore tangibile dai dati, o log, con le tecniche di Process Mining. Le tecniche di Process Mining, considerate una forma di Business Intelligence (BI) vengono oggi applicate in vari settori industriali, primo fra tutti il settore dei Servizi. Verrà analizzata nel dettaglio un'applicazione delle tecniche di Process Mining in un progetto commissionato dall'Università degli Studi di Parma a HSPI S.p.A, azienda di consulenza direzionale nella quale ho svolto il tirocinio per Tesi e partecipato attivamente all'analisi. Il Process Mining si conferma una valida tecnica per l'analisi dei dati offline, e la ricerca è attualmente concentrata all'implementazione del Process Mining nell'analisi dei dati real-time, al fine di affrontare la necessità di cambiamento in modo tempestivo, e trarne un vantaggio competitivo.
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Roberto, Zotti. "Un analisi empirica dei percorsi formativi degli studenti universitari: il caso dell‟Università degli studi di Salerno." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/338.

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Abstract:
2010 - 2011
Il lavoro presenta uno studio di alcuni aspetti del sistema universitario in Italia sia attraverso un’analisi normativa, evidenziando il riconoscimento di un certo grado di autonomia alle università (in particolare didattica, scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile) e la costruzione di un sistema di valutazione delle stesse, che attraverso un’analisi empirica dei percorsi formativi degli studenti, avente come oggetto gli immatricolati ai corsi di laurea del nuovo ordinamento (post-riforma) dell’Università di Salerno, allo scopo di esaminare principalmente i parametri e gli indicatori che sono stati utilizzati per valutare le performances degli atenei. [a cura dell'autore]
X n.s.
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GIUSTI, Giuliana. "La sintassi dei sintagmi nominali quantificati. Uno studio comparativo. Tesi di Dottorato in Linguistica, Università di Padova." Doctoral thesis, UNIPRESS, 1992. http://hdl.handle.net/10278/31715.

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Aiello, Alessandra <1976&gt. "Riconoscere e certificare le competenze: il ruolo delle università nella valorizzazione degli apprendimenti informali e non formali." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/761.

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Moceri, Giacomo <1992&gt. "Venice Open Stage, Festival Internazionale del Teatro delle Università e delle Accademie - Analisi, valutazione e possibili sviluppi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14632.

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Abstract:
Il fulcro di questo lavoro è il Venice Open Stage, un festival internazionale di teatro dedicato agli allievi di scuole, accademie ed università. Nato in seno all’Università IUAV di Venezia nell’ambito dei laboratori finali di teatro destinati agli studenti del triennio, si è gradualmente aperto alla città, divenendo un evento ricorrente che coinvolge ancora oggi, da oltre sei anni, il tessuto urbano del sestiere di Dorsoduro, nello specifico Campazzo San Sebastiano. Un tipico campo veneziano diventa così non solo teatro all’aperto, ma anche luogo di scambio e di crescita professionale per tutti i giovani coinvolti. Il festival, infatti, è organizzato, su base volontaria, da uno staff composto da studenti ed ex-studenti ed è destinato agli allievi provenienti dalle più prestigiose scuole ed accademie di recitazione. Dopo una breve descrizione del contesto che ha portato alla nascita del Venice Open Stage, questo lavoro intende fornire una disamina delle principali attività che stanno alla base della sua ideazione, organizzazione e realizzazione. In un’ottica di analisi e valutazione particolare risalto viene dato non solo a tutte le buone pratiche che nel corso degli anni hanno permesso al progetto di strutturarsi e di ritagliarsi uno spazio all’interno dell’intrattenimento estivo della città, ma anche alle varie criticità che sono emerse dallo studio sul campo. Lo scopo del lavoro è infatti quello di cercare una o più soluzioni per minimizzarle e fornire una guida che possa permettere al festival di esprimere al meglio il suo potenziale.
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Bovo, Pietro <1993&gt. "Proposal and analysis for a sustainability report for an Italian public hospital, Azienda Ospedale Università di Padova." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21482.

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ARENA, GIULIA. "Il bilancio di genere nelle università italiane. Come il genere viene costruito attraverso le policy di genere." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1095933.

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Abstract:
This research stems from the necessity to critically understand a phenomenon "new" as gender budgeting, especially in the Italian university context. Gender budgeting is a tool that is traced back to the framework of gender mainstreaming and consists of a contextual and financial analysis of the different impact that political decisions have on men and women, starting from the assumption that there are no truly neutral decisions. The purpose of the research is to approach gender budgeting from a critical and feminist perspective and not merely a descriptive one, with the aim of investigating the theoretical frameworks used in implementing gender budgets. The main question that has guided the present research is how gender budgeting relates to the gender inequalities already present in academia and how it transforms the idea of gender equality that is promulgated by the university institution. The project's main contribution lies precisely in having applied to the case of university and Italian gender budgets a critical methodology, the so-called Critical Frame Analysis, which until now had only been used to analyze broader phenomena such as gender mainstreaming. The goal was to understand how the "gender budget" tool has taken on its own characteristics in the Italian academic context and what kind of gender narratives can be found in these documents. Four main theoretical frameworks that can serve as the informational basis for gender budgets were traced, thus debunking the idea that this type of tool can be attributed solely to the approach of gender mainstreaming. In conclusion, with the present work, an attempt was made to break down the gender budget into its constituent elements, in order to analyze to what kind of theoretical framework it was possible to relate each element, always taking into consideration how gender budgeting has been and is concretely implemented in the context of Italian universities, finally using the concrete experience of gender budgeting at the University of Genoa as a case study to analyze some of the phenomena that emerged in the course of this research.
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Cunha, Marion Machado. "O trabalho dos professores e a universidade do estado de Mato Grosso em SINOP/MT na década de 1990 : o sentido do coletivo." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2010. http://hdl.handle.net/10183/21858.

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Abstract:
In questa tesi studiamo il lavoro degl’insegnanti della Università dello Stato di Mato Grosso (UNEMAT), nella decada de 1990, nel processo di colonizzazione della città di Sinop. Cerchiamo capire e spiegare le contraddizioni che hanno intervenuto i soggetti insegnanti della UNEMAT, Campus di Sinop, e le correlazioni di forza quanto all’insegnamento superiore nella città di Sinop nel periodo. Ci utilizziamo della ricerca qualitativa, sotto orientazione del metodo materialista dialettico e storico, fondato da Marx ed Engles. La centralità del lavoro, nella specificità dell’insegnante, in uno spazio marcato per lo e per il processo di cumulo e riproduzione del capitale, dimostra che la colonizzazione di Sinop nell’Amaziona Legal ha figurato come impresa capitalista, sustentata per lo necessario movimento di migrazione di lavoratori. Questa città, stata nel Nord di Mato Grosso, ha corrisposto, in sua natura specifica, come un negozio immobiliario, urbano e rurale, di una impresa privata della città di Maringá, Paraná, come spazio di disputa egemonica. La impresa, responsabile per la colonizzazione, si è tornata signore di un’area, approssimatamente, di 650 mille ettari. I migranti insegnanti, come lavoratori salariati, si hanno istituito come forza sociale e politica, si dispondo per lo mondo del lavoro scolare e per la dimensione dello spazio dello “vivere”, davanti della negazione della “terra di negocio” dello capitale. Le posizioni politiche e gli antagonismi di classi sociali, dello capitale e lavoro, si hanno vivificato per l’insegnamento superiore e nella istituzionalizzazione della UNEMAT, ritornata per formare insegnanti in una struttura di riproduzione dello capitale e di dominazione presente nella Impresa Colonizzatrice. L’esistenza della UNEMAT ha rivelato che la scuola improvvisata e gl’inseganti alla ventura sono stati strategici per una città privata.
Nesta Tese estudamos o trabalho dos professores da Universidade do Estado de Mato Grosso (UNEMAT), na década de 1990, no processo de colonização da cidade de Sinop. Priorizamos compreender e explicitar as contradições que mediaram os sujeitos professores, no Campus de Sinop, e as correlações de força quanto ao ensino superior na cidade de Sinop, no período. Valemo-nos da pesquisa qualitativa, sob orientação do método materialista dialético e histórico, fundado por Marx e Engels. A centralidade do trabalho, na especificidade do professor, em um espaço marcado pelo e para o processo de acumulação e reprodução do capital, mostra que a colonização de Sinop na Amazônia Legal figurou como empreendimento capitalista, sustentado pelo necessário movimento de migração de trabalhadores. Esta cidade, localizada no norte de Mato Grosso, correspondeu, em sua natureza específica, a um negócio imobiliário, urbano e rural, de uma empresa privada da cidade de Maringá, Paraná, como espaço de disputa hegemônica. A empresa, responsável pela colonização, tornou-se dona de uma área, aproximadamente, de 650 mil hectares. Os migrantes professores, como trabalhadores assalariados, instituíram-se como força social e política, orientando-se pelo mundo do trabalho escolar e pela dimensão do espaço do viver, diante da negação da “terra de negócio” do capital. As posições políticas e os antagonismos de classes sociais, do capital e trabalho, vivificaram-se pela disputa do ensino superior e na institucionalização da UNEMAT, voltada para formar professores em uma estrutura de reprodução do capital e de dominação presente da Empresa Colonizadora. A existência da UNEMAT revelou que a escola improvisada e os professores do acaso foram estratégicos para uma cidade privatizada.
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BIANCHI, Massimo. "La Terza Missione dell'università: evoluzione dei modelli organizzativi e dei processi di apprendimento nei contesti emergenti di università imprenditoriale." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1274338.

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Abstract:
L’idea di Entrepreneurial University indica un modello evolutivo del ruolo dell’Università, coerente con i cambiamenti richiesti dal contesto storico che identifica nella conoscenza uno dei pilastri fondamentali per promuovere sviluppo economico e sociale. L’Università aggiunge alle tradizionali missioni di alta formazione e ricerca quello di una terza missione il cui compito è integrare le altre due e contribuire alla costruzione di legami con i contesti territoriali per trasferire e acquisire conoscenza. L’affermarsi della terza missione porta con sé modelli innovativi di relazione che impongono risposte da parte delle governance accademiche riguardo le policies, l’organizzazione e l’allocazione delle risorse. L’impatto della terza missione sulle università stesse e sulle comunità genera le condizioni per un cambiamento di cultura del ruolo dell’Università. Scopo di questa ricerca è indagare le conseguenze sulle Università dello strutturarsi della terza missione. Si propongono due analisi: una sugli sviluppi innescati da uno dei più complessi campi di azione della terza missione, il public engagement, e l’altra relativa ad un aspetto organizzativo più strutturale e cioè l’introduzione in un contesto accademico di un processo di monitoraggio e valutazione dell’impatto. La prima parte della ricerca si concentra sull’evoluzione del ruolo dell’Università. L’analisi ripercorre, alla luce della letteratura, alcuni dei passaggi più rilevanti che hanno portato alla nascita dell’idea di Entrepreneurial University e di terza missione proponendo una lettura che colloca l’Università pienamente all’interno del sistema economico e sociale. Si indagano le relazioni dell’Università con i modelli evolutivi di generazione dell’innovazione affermatisi a partire dalla Triple Helix, dell’open innovation, delle politiche UE di Responsible Research and Innovation e dei riferimenti alla Social Innovation, sino ad arrivare alle definizioni di terza missione e di impatto sociale. Dato un quadro definitorio, il secondo capitolo si sofferma sulle implicazioni del public engagement e della co-creation tra Università e imprese con riferimento a casi di studio di entrepreneurship education relativi all’Università di Modena e Reggio Emilia, studiando come questi si mettono in moto, come si concretizzano e quali conseguenze generano. Lo studio approfondisce tematiche che in letteratura sono trattate meno diffusamente poiché si sono privilegiate analisi delle relazioni tra aziende e consumatori. Il capitolo successivo invece indaga un tema più di carattere organizzativo generale e cioè quello del monitoraggio e dell’impatto. La valutazione di quanto un’Università incida sui cambiamenti di sistema, nel contesto appunto dell’economia della conoscenza, è sempre più rilevante. La letteratura sembra orientata a confermare la difficoltà nel fornire metriche e indicatori generali condivisi poiché natura, storia e contesto di ciascuna Università non consentono l’individuazione di indicatori universali. Si propone a questo proposito un caso di studio legato all’introduzione dei processi di monitoraggio e valutazione della terza missione presso l’Università degli Studi di Milano: considerando gli elementi di complessità organizzativa di un sistema di monitoraggio e valorizzazione dell’impatto della terza missione in un grande Ateneo. Le conclusioni riassumono quanto emerso e forniscono una lettura coerente dei temi trattati, tenendo come filo conduttore, nella analisi dei casi di studio, i processi di apprendimento accumulati dalle Università indicando i cambiamenti generati in termini di policies, organizzazione, conoscenza e distribuzione delle risorse prefigurando, infine, alcuni percorsi di prospettiva.
The Entrepreneurial University concept represents an evolutive model of university, coherent with the required changes from the historical context which identifies the knowledge as a fundamental pillar to promote economic and social development. The University adds to the traditional high education and research missions a third mission, whose task is to integrate the first two and contribute building links with local contexts in order to transfer and acquire knowledge. The establishment of the third mission means innovative relationship models that require answers from the academic governance regarding policies, organization and resources allocation. The impact of the third mission on the universities and on the communities creates the conditions for a different culture and role of the University. The aim of this research is to investigate the consequences of the structuring of the third mission on universities. Two analyzes are proposed: first, the improvement triggered by public engagement, one of the most complex areas of the third mission; second, a structural organisation aspect, namely the introduction in the academic context of a monitoring process and an impact assessment. The first part of the research focuses on the evolution of the role of the University. The analysis recalls, in the light of the literature, some of the most relevant steps that created the idea of Entrepreneurial University and third mission, by proposing a view of the University as completly involved in the economic and social system. We investigate the relationships between the university with the growth models of innovation generation, starting from Triple Helix, open innovation, EU policies of Responsible Research and Innovation (RRI) and Social Innovation, up to the definitions of third mission and social impact. Starting from a theoretical framework, the second chapter focuses on the implications of public engagement and co-creation between universities and companies, with reference to case studies of entrepreneurship education related to the University of Modena and Reggio Emilia. In particular, we study how these implications are managed, how they are implemented and what consequences they generate. The study deepens subjects under researched in the literature which is more concentred in the mere analysis of the relations between companies and consumers. The third chapter investigate a more general organizational issue, namely the monitoring and impact. The assessment of the size of the structural changes generated by the university, in the context of the knowledge economy, is increasingly relevant. The literature seems to confirm the difficulties in providing shared metrics and indicators since the nature, history and context of each university do not allow the identification of universal indicators. In this regard, a case study related to the introduction of the monitoring and evaluation processes of the third mission at the University of Milan is proposed: by evaluating the elements of organizational complexity of a system aimed to monitore and enhance the impact of the third mission in a large university. The conclusions summarize the results of the research providing a coherent view of the topics covered. The common thread in the case studies analysis, refers to the learning processes gathered by the Universities, highlighting the changes generated in terms of policies, organization, knowledge and resources and, finally, forecasting a vision for the long run.
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Campatelli, Martina <1997&gt. "L’insegnamento del sistema verbale in italiano LS: Case study presso le università in Repubblica Ceca e proposte didattiche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21748.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce dalla volontà di far luce sulle modalità di insegnamento del sistema verbale italiano presso atenei in Repubblica Ceca. La tesi si compone di cinque capitoli. Il primo presenta il panorama didattico dell’ultimo secolo, in cui assumono rilievo le caratteristiche dell’insegnamento di una lingua straniera. Il secondo descrive la presenza della lingua italiana nei paesi di madrelingua slava, con focus su Slovacchia e Polonia. Il terzo compara, su base acquisizionale, il sistema verbale italiano con quello slavo, al fine di avanzare strategie per l’insegnamento della grammatica. Il quarto esplora l’insegnamento dell’italiano in Repubblica Ceca e indaga le metodologie e le difficoltà legate al sistema verbale riscontrate da docenti e studenti cechi con l’uso di questionari. Infine, sulla base dei risultati dei questionari, il quinto capitolo fornisce linee guida pratiche sull’insegnamento del sistema verbale ad apprendenti cechi, la cui madrelingua è tipologicamente distante da quella italiana.
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RUSSO, TULLIA. "Omotransfobia: Determinanti, impatto e politiche." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1245183.

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Abstract:
Numerosi studi dimostrano il grave impatto che la discriminazione omotranfobica ha sulle persone LGBT+, nell’educazione terziaria, nello sport e negli ambienti lavorativi (D’Augelli, Pilkington, Hershberger, 2002; Almeida et al., 2009; Di Giacomo et al., 2018; Taylor et al., 2013). Questa tesi è composta da tre saggi che trattano la discriminazione delle minoranze sessuali e le politiche in inclusione in tre diversi ambienti. Il Capitolo 1 introduce i tre saggi e descrive i principali risultati. Il primo saggio analizza un ambiente sportivo non-agonistico e popolare. Il suo scopo è duplice: esso analizza le determinanti della percezione della discriminazione omotransfobica e esplora, nell'analisi dei fattori dell’omotransfobia, la rilevanza della Contact Theory di Allport. Dalla nostra analisi empirica rileviamo che, tra le determinanti della percezione della discriminazione omo-transfobica, vi sono gli orientamenti sessuali bisex e omosex e un elevato livello di educazione. Inoltre troviamo evidenza del fatto che, tra i fattori connessi agli atteggiamenti omotransfobici, vi sono l’eterosessualità e il sesso biologico maschile. In riferimento alla Contact Theory, i nostri risultati mostrano che il contatto con le persone LGBT+ riduce la probabilità di essere discriminanti e che essere coinvolti in progetti che sottendono alle "condizioni di Allport" riduca la probabilità di avere comportamenti omotranfobici. Il secondo paper esplora l’omotransfobia e le politiche di inclusione rivolte alla popolazione LGBT+ nell’educazione terziaria. Questo studio fornisce il primo indice europeo di inclusione universitaria LGBT+, creato attraverso la logica fuzzy (Zadeh, 1965, 1988). Questo lavoro ha un duplice intento: da un lato quello di consentire alle università di auto-valutare il loro grado di inclusione LGBT+ attraverso le diverse dimensioni di cui si compone l’indice; dall’altro quello di applicare l'indice alle 58 università pubbliche italiane, che hanno tutte preso parte alla survey permettendoci di misurare il loro livello di inclusione. Grazie al supporto di sei associazione studentesche LGBT+ (o alleate), di quattro esperti e della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università, abbiamo potuto valutare l’efficacia di diverse pratiche di inclusione tenendone conto nella definizione del ranking. Il terzo saggio esamina la discriminazione per orientamento sessuale (o per altre caratteristiche) negli ambienti lavorativi, analizzando il database European Working Conditions Survey (EWCS) del 2015. Abbiamo esaminato la relazione tra i predittori della discriminazione, lo stress, la soddisfazione lavorativa e alcune variabili di moderazione come la posizione socio economica e l’età, mostrando che i dipendenti discriminati a livello intersezionale (per più di una caratteristica) riportano una minore soddisfazione lavorativa e maggiore livello di stress rispetto alla controparte. Abbiamo, infine, realizzato un modello di mediazione per rilevare ed esporre il meccanismo alla base della relazione tra un modello organizzativo inclusivo (la nostra variabile indipendente) e la soddisfazione lavorativa dei dipendenti o il loro livello di stress (le variabili dipendenti), attraverso l’inclusione della variabile di percezione della discriminazione per orientamento sessuale o per altre caratteristiche (variabile di mediazione). L’intento è quello di chiarire la natura della relazione tra le variabili dipendenti e le variabili indipendenti. Ognuno dei tre saggi esplora, inoltre, le migliori pratiche di inclusione rilevate nei tre ambienti analizzati e suggerisce interventi e politiche di inclusione volte a migliorare il livello di inclusione degli ambienti sportivi, educativi e lavorativi.
Several studies demonstrate the serious impact of homotransphobic discrimination on LGBT+ people, in tertiary education, in sports and in workplace (D’Augelli, Pilkington, Hershberger, 2002; Almeida et al., 2009; Di Giacomo et al., 2018; Taylor et al., 2013). This thesis consists of three essays on topics in sexual minorities discrimination and inclusion policies, in three different environments. Chapter 1 introduce the three essays and describes their main results. The first essay analyses a non-agonistic popular sports environment. It’s aim is twofold: firstly, it analyses the determinants of homotransphobic perceived discrimination; secondly, it explores, within the analysis of homotransphobia factors, the relevance of Allport's Contact Theory. From the empirical analysis we found that, among the determinants of homotransphobic perceived discrimination, there are individuals’ homosexual and bisexual orientation and a high level of education. Moreover, this study’s results reveal that among the factors related to homotransphobic behaviours and attitudes there are heterosexual orientation and male biological sex. Related to Contact Theory, our outcomes show that contacts with LGBT people typically reduce the probability of being homotransphobic and that being involved in projects aimed to put in contact LGBT with non-LGBT people reduces prejudice and discriminant attitudes. The second essay explores homotransphobia and policies inclusion in tertiary education. This study provides the first european index of LGBT+ inclusion for Universities, created using fuzzy logic techniques (Zadeh, 1965, 1988), that has a twofold aim: allow tertiary education institutions to assess their degree of gender inclusiveness with a shortcut assessment of the dimensions in LGBT+ inclusion that needs to be improved for reaching the aim of LGBT+ inclusion in tertiary education; Implement the proposed system to Italian universities that have promptly taken part to the survey thus making us in the condition to be able to show their achievements. With the support of six LGBT+ or ally students’ union, of four experts and of the National Conference of Equality Organs, we were able to evaluate the efficacy of the different practices in place and taking into account other. The third essay examines sexual orientation (and others) discrimination in workplaces, analysing European Working Condition Survey Data collected in 2015. We examine the relationship between discrimination’s predictors, stress, job satisfaction and moderating variables such as socio-economic position and age, showing that employees intersectionally discriminated are found to have more stress and less job satisfaction compared to their counterpart. Finally we realize a Mediation Model to detect and expound the mechanism underlies the relationship between an inclusive organizational model (the indipendent variable) and the employees' job satisfaction or their level of stress (the dependent variables), via the inclusion of sexual orientation (and others) discrimination variable (mediating variable) with the aim of clarifing the nature of the relationship between the independent and dependent variables. Each essay also explores LGBT+ inclusion best practices and suggests policy implications aimed to improve the inclusiveness of sports environments, workplaces and universities.
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Benzi, Chiara. "Lo spazio collettivo: proposta progettuale per piazzale Karl Marx a Cesena. Una nuova centralità tra stazione, Università e polo scolastico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
L’area che ospita la stazione ferroviaria di Cesena si trova in una posizione strategica all’interno del tessuto urbano: è uno snodo importante attorno al quale si diramano i principali poli della città. L’area di progetto è piazzale Karl Marx, che attualmente ospita diverse realtà: polo scolastico e universitario, autostazione e stazione ferroviaria. Non esiste però una progettazione del suolo pronta ad accogliere e indirizzare i flussi che ne derivano, al momento pressoché incontrollati. Al centro del piazzale, nella posizione di maggiore rilevanza, si trova la stazione delle autocorriere, che non veicola i flussi e si trova isolata da una recinzione su tre fronti. Il suo dislocamento permetterà di ripensare il piazzale e attribuirgli un ruolo più adeguato e più inclusivo. Tutta la zona si trova in uno stato di incipiente degrado, che si può facilmente attribuire alla mancanza di identità del luogo, che si trova ad essere unicamente luogo di passaggio. La proposta progettuale si muove quindi su due fronti: in primo luogo completare il progetto della città, ordinando e gerarchizzando spazi e percorsi, in secondo creare un nuovo collettore di servizi che sia pubblicamente accessibile e complementare alle attività già presenti nell’area. Si ragiona quindi con pieni e vuoti: un edificio va a chiudere il fronte strada e va a definire un accesso chiaro al piazzale, condensando al suo interno tutti i servizi, aldilà di esso la piazza rimane quindi libera e si trasforma in uno spazio di raccolta e aggregazione di qualità. La scelta di prolungare il sottopasso esistente facendolo arrivare fino al piazzale definisce lo spazio pubblico aperto su due diversi livelli, connessi da un’imponente scalinata. L'obiettivo è di quello di creare uno spazio collettivo, funzionale alla comunità studentesca e agli utenti della stazione ferroviaria, ma che sia anche in grado di acquisire un ruolo all’interno del tessuto cittadino nel suo complesso.
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Medici, Luca. "Una città nella città : Un centro per la cultura Germanica e una nuova facoltà di architettura nella "ciudad universitaria de Bogota'"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6089/.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi inizia da un’indagine svolta durante il Laboratorio di Sintesi Finale sulla città di Bogotá. Nello specifico ci si è occupati dello studio di una parte ristretta della città: la CUB, la città universitaria di Bogotá. Sì è in primo luogo analizzato gli aspetti salienti di quella parte di città, mettendone in evidenza sia gli elementi caratteristici che le criticità. Questo studio ha condotto alla definizione di alcune problematiche che, per importanza, sono state il centro del progetto successivamente proposto. La sintesi preliminare ha così prodotto una prima ipotesi progettuale che è stata il punto di partenza dello studio successivo. Nella fase successiva invece si è operato per un ulteriore approfondimento, passando sul piano reale e affrontando i temi scelti per l’area della Ciudad Universitaria de Bogotá. La CUB rappresenta il fulcro dell’offerta universitaria statale di Bogotá e i piani di sviluppo per il futuro la vedranno assoggettata ad un processo di forte saturazione delle aree ancora libere. Visto la dimensione di questo luogo, si è optato per la definizione di una possibile metodologia di intervento, più soddisfare il desiderio (a volte irrinunciabile) di ridefinizione della sua struttura interna, oggi particolarmente degradata. L’idea trova il suo senso anche nel desiderio di potere generare una maggiore integrazione tra l’uso degli spazi della CUB e i cittadini, che attualmente sono esclusi, primariamente per ragioni di sicurezza, dalla possibilità di godere di questo luogo. Il testo mette in evidenza, mediante un processo per tappe, il percorso intellettuale che ha portato alla definizione delle scelte progettuali rappresentate nelle tavole finali.
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DI, CARLO Stefania. "Verso una gestione manageriale delle università statali. La programmazione economica attraverso i Piani Integrati della Performance: primi risultati di una ricerca empirica." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2019. http://hdl.handle.net/11695/91393.

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Abstract:
Le Pubbliche Amministrazioni (PA) sono da tempo coinvolte in un processo di miglioramento attuato e voluto soprattutto per via normativa; infatti, a partire dagli anni Novanta si sono susseguiti molteplici provvedimenti legislativi che hanno scandito i tempi, le modalità di attuazione e gli strumenti da introdurre in ciascuna PA per realizzare nuovi percorsi di innovazione. Alla base dei continui mutamenti legislativi, tutt’ora in atto, vi è l’improrogabile necessità di attuare un uso più efficiente ed efficace delle risorse pubbliche che sono sempre più limitate. A tal proposito, diversi studiosi tra cui: Anselmi (1995), Meneguzzo e Rebora (1990), Mussari (2002), Borgonovi (2005) hanno evidenziato come la prospettiva economico–aziendale che trova centralità nella conduzione economica dell’azienda, rappresenti il presupposto necessario per far fronte al problema della scarsità delle risorse pubbliche. Premesso ciò, la prima parte della tesi ha l’obiettivo di analizzare il percorso di aziendalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni; a tal proposito sono approfonditi i paradigmi teorici del New Public Management e della Public Governance che hanno enfatizzato la gestione delle aziende pubbliche secondo i principi di economicità, trasparenza ed accountability promuovendo una nuova relazione con la comunità amministrata. Nella seconda parte della tesi l’attenzione è posta sulle Università statali, quali Pubbliche Amministrazioni che sono inquadrate come aziende poiché presentano i caratteri aziendali di coordinazione sistemica, autonomia e durabilità. In tale ambito l’obiettivo è evidenziare come le diverse riforme che si sono succedute nel tempo hanno incentivato una gestione manageriale degli Atenei statali. A tal proposito è approfondita la riforma degli organi di governance, il meccanismo di finanziamento performance-based funding e il nuovo sistema contabile e di Bilancio evidenziando come il passaggio dalla contabilità finanziaria alla contabilità patrimoniale abbia, almeno potenzialmente, rinnovato il processo di programmazione. Nell’ultima parte è stato approfondito lo sviluppo della pianificazione strategica e della performance che ha comportato l’adozione da parte delle Università statali dei Piani strategici triennali e dei Piani Integrati della Performance. A tal proposito, dopo aver condotto l’analisi della recente letteratura per evidenziare quali sono le caratteristiche che i Piani della performance dovrebbero presentare per essere considerati strumenti manageriali, è stata condotta la ricerca empirica per scoprire la loro reale valenza programmatica. In particolare, sono stati analizzati i Piani Integrati della performance pubblicati sul sito web dalle Università statali considerate dal Censis di piccole dimensioni in quanto caratterizzate da massimo diecimila iscritti. A conclusione del lavoro sono state svolte alcune riflessioni critiche sulla natura manageriale dei documenti esaminati con l’obiettivo di arricchire il dibattito scientifico sviluppato solo negli ultimi anni. Infine, si sottolinea che il tema analizzato è molto recente, infatti l’ANVUR ha dichiarato di emanare nuove linee guida con l’obiettivo di supportare gli Atenei a rendere il Piano Integrato un documento di programmazione economica. Ciò aprirà sicuramente la strada a nuove prospettive future di ricerca.
Public Administrations have been involved in a managerial transformation implemented above all through legislation; in fact, since the 1990s, many laws have stressed the times and the tools to realize in each Administration new paths of managerial innovation. At the base of the continuous legislative changes, still in progress, there is the need to implement a more efficient and effective use of public resources that are becoming more limited. In this regard, several scholars such as Anselmi (1995), Meneguzzo and Rebora (1990), Mussari (2002), Borgonovi (2005) have pointed out that the economic perspective is the necessary prerequisite to cut down the problem of public resources scarcity. In light of these considerations, the work is structured as follows. The first part aims at analyzing the “New Public Management” and the “Public Governance” which are the paradigms that have emphasized the adoption in the public sector of the principles of economy, transparency and accountability, encouraging a new relationship between Public Administrations and citizens. Considering the above mentioned aspects, in the second part the attention is focused on the change affecting public Universities which are analyzed as companies that present the corporate characteristics of a systemic coordination, autonomy and durability. In this context, the goal is to highlight how the various reforms have encouraged managerial direction of public Universities. To achieve this purpose, the chapter illustrates the reform of governance bodies, the new financing performance–based mechanisms and the transition from cash basis accounting to accrual basis accounting that have promoted, at least potentially, a new form of programming. Finally, the last part was furthered developed considering strategic planning and performance programming. To clarify this aims, literature review was examined to highlight what are the characteristics that performance plans should present to be considered managerial tools and the empirical research was conducted to find out their real programmatic value. In particular, this study was carried out about the Performance Integrated Plans published on the website by the small Universities characterized by a maximum of ten thousand enrolled students. At the end some critical reflections about managerial nature of the examined documents were carried out with the aim of enriching the scientific debate developed only in recent years. The topic analyzed is very recent, in fact the ANVUR has declared to issue new guidelines with the aim of supporting the Universities to make the Integrated Plan an economic document. So this event will certainly open the way for new future research prospects.
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Bindelli, Giulia <1990&gt. "L’Interpretazione Consecutiva dalla teoria alla pratica. Il caso di studio degli studenti di IC cinese-italiano – Cdl ITES, Università Ca’ Foscari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7197.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi consiste in un progetto di ricerca volto all’analisi di problematiche e strategie emerse durante il corso di IC dal cinese all’italiano dell’Università Ca’ Foscari. Questa sorta di esperimento ha potuto concretizzarsi come lavoro di analisi strutturato in tre capitoli principali. Il primo si propone di contestualizzare l’attività dell’interpretariato come pratica comunicativa e traduttiva, la sua evoluzione nella storia, ma anche la diversificazione assunta nel tempo in base a modalità lavorative e contesti di utilizzo. Ci si è focalizzati, in particolare, sulla descrizione delle prerogative dell’IC nelle sue tre fasi di elaborazione delle informazioni, presa di appunti e restituzione del messaggio in lingua di arrivo. Si sono illustrati, in seguito, la professione dell’interprete di consecutiva e i contesti lavorativi in cui l’IC è attualmente più richiesta. Il secondo capitolo riguarda, invece, la disciplina degli Interpreting Studies. Si è illustrato innanzitutto il dibattito contestuale alla nascita degli IS come scienza e disciplina indipendente rispetto ai più noti Translation Studies. Si è passati in seguito a descrivere il rinnovato interesse per la ricerca in campo di interpretariato e a illustrarne alcuni degli studi più significativi, perché prossimi per contenuti e impostazione al caso di studio. Il terzo capitolo, infine, è dedicato interamente all’esposizione delle fasi della ricerca condotta durante il primo e il secondo anno di corso di IC dal cinese all’italiano. Dalle difficoltà preliminari correlate alla scarsa esperienza in campo di IR, si è passati a illustrare i metodi utilizzati per reperire i dati necessari allo svolgimento dell’analisi, la metodologia di elaborazione dei dati e, infine, i risultati ottenuti in base alla loro classificazione in parametri scelti per ognuna delle tre fasi dell’IC osservata.
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