Academic literature on the topic 'Vendita dei beni di consumo'

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Journal articles on the topic "Vendita dei beni di consumo"

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Ortu, Rosanna. "Alle origini della tutela giuridica del consumatore: fondamenti romanistici della disciplina europea." Zeszyty Naukowe KUL 60, no. 3 (October 27, 2020): 281–97. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.281-297.

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Abstract:
Nel presente contributo si sono voluti comparare taluni aspetti della disciplina della tutela del contraente debole nel contratto di compravendita, figura che attualmente coincide con quella del consumatore, concentrando l’attenzione su alcuni istituti presenti nel diritto romano, in cui emergono alcune situazioni di disparità contrattuale. Nella disciplina dell’Editto degli edili curuli, i magistrati repubblicani stabilirono una normativa speciale per la dichiarazione dei vizi occulti nelle vendite di schiavi ed animali, presupponendo una responsabilità oggettiva del venditore che non si fosse attenuto alle disposizioni edilizie. Un intervento importante che andò a definire una settorializzazione della materia, inquadrata all’interno della vendita in generale. Da ciò derivava una sovrapposizione in livelli della disciplina giuridica negoziale: sul piano orizzontale si collocava la regolamentazione della vendita prevista dal ius civile, mentre sul piano verticale si innestava quella speciale, di ius honorarium, prevista dall’Editto degli edili curuli. Tale modalità si riscontra anche in ambito europeo con la Direttiva 1999/44/CE, a proposito della vendita di beni di consumo, che rappresenta la manifestazione più eclatante del ruolo che il legislatore europeo ha nell’ambito della protezione del consumatore in materia contrattuale. Come nel mondo antico, nella Direttiva 1999/44/CE l’intervento normativo è giustificato dall’esigenza di creare uno spazio di tutele maggiori destinate a determinati soggetti, nonché delimitate per contenuto e ambito.
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2

Francesco, Menditto. "Il codice antimafia. Quale futuro per il giudice della prevenzione e per l'utilizzo a fini sociali dei beni confiscati?" QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 46–62. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006005.

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Abstract:
1. La diffusa richiesta del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione2. Gli obiettivi e i limiti della legge (delega) 13 agosto 2010 n. 1363. I gravi limiti dello schema di decreto delegato, le modifiche proposte, gli interventi del Governo4. Il contenuto complessivo del cd. codice antimafia (ovvero delle misure di prevenzione)5. I limiti delle disposizioni relative al procedimento di prevenzione, al sequestro e alla confisca dei beni6. I limiti (e le omissioni) delle disposizioni sull'amministrazione delle aziende sequestrate7. La tutela dei terzi: i limiti del procedimento, il giudice della prevenzione quale liquidatore dei beni sequestrati nell'interesse dei creditori8. I beni ipotecati: i limiti della nuova disciplina, l'assenza di norme transitorie9. L'incentivo alla vendita dei beni sequestrati e confiscati10. Verso una rapida modifica del cd. Codice antimafia.
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3

Ferraresi, Mauro. "Luoghi del consumo: una nuova organizzazione dello spazio." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 74–90. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116008.

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Abstract:
Questo saggio analizza i vari modi attraverso cui lo spazio diventa elemento comunicativo e di consumo all'interno dei punti vendita, dei centri commerciali e in generale dell'area cosiddetta della Consumosfera. L'analisi č condotta con esempi e casi specifici e include i risultati di una ricerca effettuata all'interno di alcuni centri commerciali dell'area di Milano.
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4

Abbamonte, Francesco, Antonia Arena, and Roberta Pacelli. "Le relazioni tra infrastruttura urbana e agentività imprenditoriale dei migranti a Napoli." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 119–25. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100014.

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Abstract:
Le dinamiche territoriali, economiche e sociali delle popolazioni migranti impattano le - e contribuiscono alle - trasformazioni della città. Il contributo presenta una prima indagine, condotta in una porzione di centro città di Napoli, sul fenomeno della grande diffusione delle attività per la vendita di beni di uso quotidiano con titolarità extra-ue. Lo studio è finalizzato a indagare, in termini di opportunità o limitazioni, da un lato le implicazioni che tali attività hanno sulle dinamiche territoriali, dall'altro il ruolo che l'apertura di questi piccoli negozi può avere nei percorsi migratori.
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Bonazzi, Michele. "Il calcio nelle dinamiche di consumo: le forme del marketing e la costruzione di un'identitŕ condivisa." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 41 (May 2012): 193–216. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041013.

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Abstract:
Identificarsi con una squadra di calcio č un processo in grado di costruire una comunitŕ che unisce e distingue allo stesso tempo coloro che vi aderiscono. L'acquisizione di una comune identitŕ si manifesta anche nella proprietŕ di beni che sono un segno inequivocabile di appartenenza. La promozione di questi oggetti avviene attraverso l'adozione di pratiche di marketing tradizionale e di quelle forme di marketing non convenzionale che permettono al consumatore di assumere un ruolo attivo nei meccanismi di produzione. Il calcio č una parte di questa nuova dinamica che coinvolge produttori e consumatori nella vendita del prodotto-calcio e dell'intero universo di consumo che vi ruota intorno.
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6

Lupo, Eugenia. "Non riconoscibilità del trust liquidatorio istituito da società insolvente successivamente dichiarata fallita (Trib. Como, 15 marzo 2022)." Trusts, no. 4 (August 4, 2022): 677–80. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.152.

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Abstract:
Massima Il trust liquidatorio in cui una S.r.l. in liquidazione, successivamente fallita, conferisce il proprio patrimonio è nullo in quanto istituito quando la società era insolvente. Il guardiano è esonerato da responsabilità per la restituzione dei beni segregati in siffatto trust e dell’importo realizzato tramite la loro vendita qualora la persona designata non abbia mai ricoperto tale carica, non avendo sottoscritto l’atto istitutivo e avendo rifiutato l’incarico a mezzo pec. La mancanza di un guardiano, qualora tale figura sia prevista nell’atto istitutivo, importa la nullità del trust.
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7

Paltrinieri, Roberta. "L'uso dei beni: il rapporto tra consumi e felicitŕ." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 118–31. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116011.

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Abstract:
Il saggio discute sull'attualitŕ dell'homo oeconomicus e sulla teoria del consumo di matrice economica, proponendo alcune riflessioni sociologiche sui modelli di consumo nella societŕ globale alternative a quelle proposte dall'economia. A partire dai processi di individualizzazione si profila una nuova soggettivitŕ capace di scegliere responsabilmente, che fonda una teoria dell'azione valida per l'economia della responsabilitŕ sociale. Il cittadino-consumatore come homo civicus, cioč come soggetto dotato di senso morale diventa il presupposto per modelli di sviluppo economici e sociali sostenibili e comprensivi.
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8

Stevanato, Dario. "Su un’operazione di vendita di partecipazioni «affrancate» tramite trust (Risposta a interpello 2 agosto 2022, n. 401)." Trusts, no. 6 (December 1, 2022): 1128–34. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.225.

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Abstract:
Tesi Il riconoscimento dei valori fiscali per il trust è purtroppo privo di una specifica regolamentazione. Ciononostante, ragioni ed esigenze di ordine sistematico, quali l’evitare doppie imposizioni dello stesso reddito e vuoti d’imposta, militano in generale a favore dell’operare del principio di «continuità» dei valori fiscalmente riconosciuti, con conseguente subentro, da parte dell’avente causa, negli stessi valori fiscalmente riconosciuti al dante causa antecedentemente al trasferimento. Appare proprio questa la soluzione più plausibile anche con riguardo al trust: il costo fiscale dei beni di cui il trust viene dotato – e al quale giungono senza contropartita – dovrebbe ragionevolmente corrispondere all’ultimo costo fiscalmente riconosciuto in capo al disponente. Solo così, in effetti, verrebbe garantita la tassazione effettiva dei plusvalori rimasti allo stato latente, evitando il verificarsi di salti o duplicazioni d’imposta.   The author’s view The recognition of tax values for trust is unfortunately lacking specific regulation. Nevertheless, there are reasons of a systematic nature that underpin the «roll-over» of the values recognised for tax purposes, with the transferee taking over the same values recognised for tax purposes to the transferor. This finding is in keeping with the need of avoiding both double taxation of the same income and undue tax benefits: with respect to trust, the tax value of the assets transferred under trust at no cost should reasonably be equal to the last cost recognised for tax purposes to the settlor. This way, the taxation of capital gains would occur upon the sale of the asset, thus avoiding the occurrence of double or no taxation.
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9

Luceri, Beatrice. "L'influenza della politica assortimentale sul comportamento d'acquisto nel settore grocery." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (September 2009): 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/mc2009-003003.

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Abstract:
- The author aims to understand its role in channel and retail choice, consumers interest for diversification into products categories handled by specialist shops, the factors influencing a clear reading of the assortment, the relationship between brand and store loyalty. The objectives are attained through a survey involving loyal customers of a retailer, leader in the Italian supermarket and hypermarket market. As a result, marketing considerations and guidelines aimed at maximizing the effectiveness of the assortment policy have been outlined.Keywords: assortment, purchasing behaviour, grocery, store loyalty, brand loyaltyParole chiave: assortimento, comportamento d'acquisto, beni di largo consumo, fedeltÀ alla marca, fedeltÀ al punto vendita
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10

Cappello, Sonja, and Linda Manzone. "Farmer's market: una nuova forma di socialitŕ metropolitana." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 190–202. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043013.

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Abstract:
All'interno del campo di indagine sul consumo e le reti sociali, contesti che sembrano assumere un particolare rilievo sono i farmer's markets, ovvero i mercati contadini, luoghi nei quali vengono messi in vendita prodotti ortofrutticoli, direttamente dal produttore al consumatore. La finalitŕ principale della ricerca č stata comprendere le ragioni alla base della presenza e della durata nel tempo dei farmer's market e le relazioni sociali che si instaurano all'interno di questi luoghi. Questi mercati, infatti, non costituiscono solamente luoghi in cui si scambiano merci, ma questo scambio assume un significato sociologicamente rilevante, tale da ricondurre i visitatori a tornare. E si caratterizzano come spazi di convivialitŕ, dove il consumo non č piů solamente inteso come un atto funzionale e alienante, ma un tempo riconquistato al piacere e alla socialitŕ.
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Dissertations / Theses on the topic "Vendita dei beni di consumo"

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Cazacu, Valentin <1976&gt. "L'inadempimento e le garanzie per i vizi nella vendita dei beni di consumo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/121.

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2

Menin, Enrico <1990&gt. "La garanzia nella vendita di beni di consumo come indicatore di qualità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8790.

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Abstract:
Non essendo sempre possibile verificare le qualità di ogni singolo prodotto prima dell’acquisto e trovandosi ad operare in un mercato in cui le informazioni non sono distribuite simmetricamente, la garanzia del produttore si dimostra uno strumento fondamentale. In questo lavoro si analizzerà la garanzia prevalentemente dal punto di vista giuridico, osservando gli strumenti proposti dal legislatore a tutela della parte debole di ogni singola transazione. Si vorrà però fare una breve riflessione anche del profilo economico al fine di valutare tale negozio giuridico come opportunità reddituale per il produttore. Infine sarà dedicato l’ultimo capitolo ad un’analisi interpretativa del contesto fin lì esposto con l’obiettivo di dimostrare il carattere di indice di qualità della garanzia.
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Marchese, Andrea. "Ottimizzazione del processo di definizione del valore dei ricambi in una azienda produttrice di beni strumentali: il caso SACMI S.C." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16601/.

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Abstract:
Nel lavoro seguente è stato affrontato il tema del prezzo di vendita dei ricambi all’interno di una azienda produttrice di beni strumentali. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con SACMI S.C., in particolar modo con la funzione After-Sales appartenente alla divisione Closures & Containers. Dopo una prima parte introduttiva riguardante il mondo After-Sales è stato introdotto il mondo dei ricambi descrivendone con un discreto grado di dettaglio le diverse caratteristiche che lo contraddistinguono. Nei capitoli successivi, nel cuore dell’elaborato quindi, viene proposto uno processo finalizzato alla determinazione del prezzo di vendita. Il processo risulta suddiviso in vari sotto-obiettivi da perseguire, ognuno dei quali funzionali e propedeutici al macro-obiettivo finale. Tale processo prevede l’identificazione di famiglie di prodotto simili che permettono di snellire il numero di prodotti da gestire e calcolare il prezzo in maniera più semplice. Al fine creare al meglio le diverse famiglie di prodotto è previsto l’utilizzo di fondamenti di Cellular Manufacturing: algoritmi di clustering, indici di similarità. Nei capitoli finali sono riportati diversi test eseguiti a varie famiglie di prodotto SACMI, nei quali è stato applicato il processo proposto al fine di valutarne la bontà operativa. Alla luce dei risultati riportati dai test e dalle diverse potenzialità applicative emerse è verosimile che tale processo in particolare e strumenti di cellular manufacturing più in generale, possano essere applicati anche nel mondo del After-Sales.
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Titotto, Lisa <1997&gt. "Limited edition e co-branding: analisi cross-settoriale di strategie, rischi e benefici nel settore dei beni di consumo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20380.

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Abstract:
Il limited edition marketing è una strategia di sales promotion che prevede un’offerta inferiore alla possibile domanda e che intende conferire qualcosa di inedito rispetto alla versione standard del prodotto. Il limited edition è un trend che tramite contaminazioni, collaborazioni ed esclusività coinvolge tutti i settori, dal fashion al food. Scarsità, esclusività ed urgenza sono gli elementi caratterizzanti per far scattare l’attrazione verso un prodotto in edizione limitata. Tutto ciò che viene percepito come raro, da collezione ed irripetibile assume un valore più alto agli occhi del consumatore. Per il brand, invece, è l’occasione per incrementare le vendite e contemporaneamente l’awareness grazie anche allo user generated content creato per condividere l’acquisto esclusivo. La scarsa disponibilità rende il prodotto più prezioso, né è stato un esempio il caso delle scarpe Lidl: partendo da un prezzo di vendita decisamente basso, la logica della limited edition ha generato una rivendita delle scarpe su Ebay a prezzi maggiorati, il cosiddetto reselling è arrivato fino a 1000 euro per un paio. Oltre al caso Lidl molti sono i casi di edizioni limitate di successo. L’elemento principale che accomuna tutti questi prodotti è la continua attesa e percezione di unicità generata nei consumatori, alimentata da comunicazioni transmediali e passaparola. In questo contesto assumono rilevanza le community, in modo particolare quelle che utilizzano il consumo della marca come strumento di appartenenza e quelle che creano vere e proprie tribù di consumatori. Esse diventano il principale target obiettivo delle iniziative di limited edition e sono fondamentali per il successo e il raggiungimento dei macro obiettivi riportati all'interno del piano di marketing aziendale. All'interno dell'elaborato si cercherà, attraverso delle interviste qualitative e un'analisi tra settori diversi di determinare quali sono le tendenze, quali aziende possono utilizzare questo tipo di strategia e come essa viene inserita all'interno di un piano di marketing strutturato.
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5

Trecroce, Emma. "La disciplina della vendita dei beni di consumo." Thesis, 2007. http://hdl.handle.net/10955/277.

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6

REALMUTO, Giuseppe. "La vendita dei beni di consumo e il mercato." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/101749.

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7

ROMAGNOLI, Valentina. "La gestione dei resi dei clienti come strumento per lo sviluppo del commercio elettronico delle aziende: il caso Santoni S.p.A." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251107.

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Abstract:
Il settore del commercio elettronico è un settore in sempre più ampio e rapido sviluppo. Le motivazioni possono essere molteplici ma sono sicuramente legate al cambiamento dello stile di vita delle persone e alla possibilità di accedere all’acquisto di beni che altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile acquistare. La disciplina riguardante questo settore è anch’essa stata elaborata mano a mano che questo settore si è evoluto, per rispondere di volta in volta alle diverse necessità che si sono presentate. La disciplina è tutt’oggi ancora in evoluzione, soprattutto a causa del fatto che in questo settore ci sono molteplici forme contrattuali che vengono utilizzate per creare accordi commerciali dei più vari tipi, e ognuno dei quali prospetta problematiche diverse. In questo lavoro si parte dalla nascita e dallo sviluppo del commercio elettronico per analizzare l’evoluzione della disciplina associata. Dopodiché si analizza il tipo di contratto posto in essere tra la Santoni S.p.A. (noto marchio di calzature di alta gamma) e la Filoblu s.rl. (società veneta che si occupa della creazione e gestione di piattaforme e-commerce) per valutarne i punti cruciali. Dopo aver analizzato in dettaglio gli aspetti sopra citati, viene illustrata la disciplina delle denunce per difetto di conformità del bene e come queste vengono gestite dalla Santoni S.p.A., per passare poi all’analisi delle denunce per difetto di conformità degli ultimi 3 anni. Questo perché, come si noterà, questo è un campo in cui le problematiche sono controverse e gran parte della gestione viene lasciata alle ditte produttrici che si trovano di volta in volta di fronte alla scelta su come gestire il caso per rendere il cliente soddisfatto del servizio. La disciplina segue i suoi sviluppi e cerca di prevenire (per quanto possibile) situazioni sgradevoli sia per il fornitore del bene che per l’acquirente. L’entusiasmo mostrato dagli acquirenti per la comodità e la facilità dell’acquisto on-line, viene molto spesso smorzato dall’impossibilità di vedere e toccare con mano il bene oggetto della transazione, creando un senso di inquietudine legata alla qualità del bene che si sta acquistando. Per questo motivo, nel momento in cui un acquirente denuncia un difetto di conformità sul bene acquistato on-line o semplicemente la sua insoddisfazione su determinati aspetti del bene (colore, calzata, forma, ecc.), si attiva un meccanismo volto a valutare la presenza o meno di un eventuale difetto sul bene e di risolverlo nel modo più soddisfacente per l’acquirente. Dopotutto per un’azienda, gestire un negozio on-line equivale ad avere una vetrina di sé stessa attiva 24 ore su 24 e visibile a chiunque abbia un accesso al mondo di internet, e per questo motivo gestire i clienti che utilizzano questo tipo di servizio significa migliorare o peggiorare, in maniera esponenziale rispetto a quanto può avvenire in un negozio fisico, l’immagine percepita da ogni singolo acquirente. C’è però da dire che, in molti casi registrati, nonostante una perizia tecnica effettuata da operai specializzati sul prodotto venduto, la poca conoscenza dei processi di produzione dei singoli clienti, mette i venditori in situazioni difficili da gestire, in quanto il cliente non riesce a capire che quello che lui percepisce come un difetto in realtà non lo è, e che quindi non è imputabile all’azienda quello che lui crede che lo sia. Generalmente in questi casi, sempre per cercare di limitare degli inevitabili danni d’immagine, si offrono al cliente soluzioni alternative come resi gratuiti, omaggi di piccoli prodotti complementari o buoni sconto su acquisti successivi, ma sarebbe sicuramente necessaria una normativa completa e definitiva, che indichi in maniera risoluta come gestire casistiche particolari che si presentano frequentemente nella fase post-vendita. Viste le innumerevoli problematiche che si riscontrano frequentemente in questo ambito, la normativa a tutt’oggi presente non risulta essere sufficientemente soddisfacente per lo scopo a cui è stata creata. Come detto precedentemente, tutto il meccanismo che viene messo in atto all’interno di ogni azienda dopo una denuncia di difetto di conformità, si innesca per risolvere il problema ed evitare un inevitabile danno d’immagine, quindi si può concludere che, nonostante la presenza di una normativa (anche se ancora in via di sviluppo), l’arma migliore che un consumatore on-line può mettere in atto e che spaventa di più i venditori è sicuramente il danno d’immagine. Una cattiva recensione su un blog, un social network, o semplicemente un racconto di una brutta esperienza derivante da un acquisto on-line, può vanificare tutti gli sforzi fatti dal venditore per raggiungere una buona percezione del proprio marchio, e innestare un meccanismo a catena che non giova all’immagine aziendale.
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Books on the topic "Vendita dei beni di consumo"

1

Patti, Salvatore. Commentario sulla vendita dei beni di consumo. Milano: Giuffrè, 2004.

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2

Garanzia e responsabilità nella vendita dei beni di consumo. Milano: Giuffrè, 2010.

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3

Berti, Carlo. La Vendita dei beni di consumo: Commentario breve agli artt. 1519-bis ss. C.c. (artt. 1519-bis-1519-nonies C.c.). Milano: Giuffrè, 2004.

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4

Cristofaro, Giovanni De. Difetto di conformità al contratto e diritti del consumatore: L'ordinamento italiano e la direttiva 99/44/CE sulla vendita e le garanzie dei beni di consumo. Padova: CEDAM, 2000.

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5

Nigro, Giampiero, ed. Il commercio al minuto. Domanda e offerta tra economia formale e informale. Secc. XIII-XVIII / Retail Trade. Supply and demand in the formal and informal economy from the 13th to the 18th century. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-751-7.

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Abstract:
La distribuzione dei beni di consumo nell’Europa medievale e moderna era multiforme e coinvolgeva spazi e attori diversi. Nelle fiere e nei mercati, nelle botteghe più o meno grandi delle città si vendeva ogni tipo di derrate alimentari e di oggetti necessari alla vita quotidiana. Erano anche innumerevoli i piccoli ambulanti che tenevano banco per strada, i contadini che raggiungevano la città per offrire i prodotti dei loro orti o del pollaio, della caccia o della raccolta spontanea, passando di casa in casa. Mercanti ambulanti percorrevano con le loro balle e casse anche le vie meno frequentate, raggiungendo villaggi e frazioni disperse. Una grande molteplicità di attori economici che concorrevano assieme a raggiungere ogni tipo di consumatore, dai più agiati ai più umili. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di comprendere l’organizzazione economica e l’evoluzione di queste diverse forme di commercio al minuto. Sul piano dei risultati, i contributi raccolti in questo volume costituiscono la risposta storiograficamente più aggiornata ad alcune delle questioni proposte, come l’analisi dei legami tra le diverse scale spaziali (dalla bottega alle reti europee di mercanti ambulanti), del commercio formale e informale tra regola e pratica, della circolazione dei beni fra città e campagna, delle tensioni fra gli attori di questi scambi, le loro rivalità e i loro accordi, ma anche le attese dei consumatori e le esigenze dello stato, e degli effetti sull’organizzazione istituzionale e dei mestieri della distribuzione nel periodo compreso fra il Medioevo e il XVIII secolo.
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6

Iurilli, Cristiano. Autonomia contrattuale e garanzie nella vendita di beni di consumo. Milano: A. Giuffrè, 2004.

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7

Marzio, Mauro Di. I procedimenti di successione: Vendita dei beni ereditari, fissazione dei termini, sigillazione, inventario, eredità giacente. Milano: Giuffrè, 2002.

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8

Manaresi, Angelo. I programmi fedeltà: Creare vantaggio competitivo nel marketing dei beni di consumo. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2001.

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9

Pietro, Perlingieri, and Troisi Bruno, eds. Codice civile: Con Costituzione, trattati UE e FUE, leggi speciali e codici di settore : Codice dell'amministrazione digitale; Codice delle assicurazioni private; Codice dei beni culturali e del paesaggio; Codice delle comunicazioni elettroniche, Codice del consumo ... : 2010. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2010.

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10

Dallari, Filippo. Vincoli espropriativi e perequazione urbanistica. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg295.

Full text
Abstract:
Il volume ricostruisce in un’ottica evolutiva la teoria dei vincoli urbanistici, approfondendo l’analisi dei connessi istituti della perequazione e della compensazione urbanistica. Attraverso un’organica ricostruzione dell’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, si è rilevato che la questione posta dalla teoria dei vincoli urbanistici – l’eccessiva discrezionalità, discriminatorietà delle scelte urbanistiche – è tuttora irrisolta: le prescrizioni urbanistiche sono ancora oggi sottoposte ad un sindacato giurisdizionale debole, è vincolo espropriativo esclusivamente la prescrizione puntiforme e l’indennità di esproprio dipende da come l’Amministrazione ha previamente qualificato il bene da espropriare. A fronte del mancato intervento statale, le regioni hanno affrontato le problematiche imposte dalla teoria dei vincoli, disciplinando autonomamente la materia: è stato ridisegnato il sistema dei piani, è stato attribuito un ruolo primario alla cd. urbanistica negoziata e sono stati introdotti istituti nuovi (perequazione e compensazione) che tuttavia mancano di un idoneo substrato dogmatico ricostruttivo. Si è quindi cercato di individuare le condizioni e i limiti di tali innovazioni normative anche alla luce della teoria dei vincoli. Sotto altro profilo si è ricercato il punto di equilibrio tra la teoria dei vincoli e l’affermazione del nuovo principio del contenimento del consumo di suolo. In questo senso il fulcro del diritto di proprietà è stato rinvenuto non più nella facoltà di costruire, bensì nella facoltà di utilizzare in modo produttivo ed economico i beni anche modificandone la destinazione. In caso di superamento di tale limite, la sanzione dovrebbe consistere nell’illegittimità della prescrizione e non nell’imposizione dell’indennizzo
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