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Journal articles on the topic 'Violazioni'

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Tapia, Guzmŕn Juan. "L'intervento del potere giudiziario in Cile durante e dopo il golpe militare del 1973." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (July 2009): 165–73. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003016.

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Abstract:
1. Il golpe e le principali violazioni dei diritti umani2. Come si comportň il potere giudiziario?3. Il potere giudiziario e la violazione dei diritti umani dopo la conclusione della dittatura4. Conclusioni.
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2

Savio, Guido. "Stranieri e diritto penale: non solo il reato di presenza illegale. Le altre modifiche introdotte dalla l. 94/2009." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (November 2009): 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-004006.

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Abstract:
Introduzione1. I nuovi impedimenti penali all'ingresso e soggiorno degli stranieri: le condanne ostative anche non irrevocabili2. I nuovi impedimenti all'ingresso e soggiorno degli stranieri conseguenti a condanne irrevocabili per violazioni della legge a tutela dei diritti d'autore o per violazioni degli artt. 473, 474 c.p.3. La rimodulazione del falso documentale ai fini dell'ingresso e soggiorno degli stranieri e le fattispecie di falso relative alla procedura di emersione di cui alla legge 102/094. L'inottemperanza all'ordine di esibizione documentale5. Le novitŕ in tema di favoreggiamento delle migrazioni illegali6. La nuova disciplina della permanenza dopo l'espulsione6.1. le modifiche all'ordine del questore6.2. La nuova versione dell'art. 14, co. 5 ter, parte prima6. 3. La nuova versione dell'art. 14, co. 5 ter, parte seconda6.4. L'espulsione dell'inottemperante all'ordine del questore6.5. La nuova disciplina dell'art. 14, co. 5 quater
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3

Pasquarelli, Emanuela. "Psicologia analitica e diritti umani." STUDI JUNGHIANI, no. 49 (May 2019): 101–6. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2019oa7911.

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Abstract:
Quali contributi può offrire la psicologia analitica nel riparare gravi violazioni dei diritti umani? La giustizia e l'etica hanno potere curativo? Quali sono gli effetti psicobiologici dell'essere testimoni della sofferenza dell'altro? Che contributo può offrire l'uso simbolico delle immagini nel curare un danno dell'anima? Questi gli spunti di riflessione della tavola rotonda che ha inaugurato l'anno associativo dell'AIPA.
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Leccardi, Giorgio. "Violazioni terapeutiche. Possibili modificazioni del setting nella prassi di matrice adleriana." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (January 2016): 715–30. http://dx.doi.org/10.3280/rip2015-004008.

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5

Pertile, Marco. "Le violazioni del diritto umanitario commesse da Hamas durante l'operazione Piombo fuso." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 2 (July 2009): 333–44. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2009-002006.

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Abstract:
- The article analyses, under international humanitarian law (IHL), the conduct of Hamas before and during the Israeli Operation Cast Lead. Hamas breached a number of cardinal rules. The firing of rockets and suicide attacks on civilians qualify as a breach of the principle of distinction and an act of terrorism. Hamas is also responsible for the taking of a hostage (the Israeli corporal Gilad Shalit) and, possibly, for the use of human shields. In the case at hand, it is however to be noted that the duty to take precautions in defence is limited by the peculiar topographical situation of the Gaza Strip. As to other possible violations of IHL, at the time of writing, the use of prohibited booby traps and the improper use of distinctive emblems had not been sufficiently substantiated on a point of fact. Having demonstrated that IHL has been clearly breached, one should try and understand which incentives and disincentives can be used to persuade a group of individuals, who are the object of the targeted killings policy of the State of Israel, that respect for IHL is not only a value, but also an opportunity. Under this perspective, it is of note that the declarations of the leaders of Hamas refer, often vaguely, to some fundamental concepts of IHL. That shows that the organization perceives, at least in terms of reputation, the importance of respecting IHL.
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Rohr Vio, Francesca. "'Femina lectissima': Giulia, madre di Marco Antonio, tra descrizione e rappresentazione." Romanitas - Revista de Estudos Grecolatinos, no. 11 (November 4, 2018): 43–63. http://dx.doi.org/10.17648/rom.v0i11.21817.

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Abstract:
Il contributo ricostruisce il profilo biografico di Giulia, madre di Marco Antonio, e analizza la rappresentazione della matrona nella tradizione letteraria. Da un lato indaga come le particolari condizioni della tarda repubblica incisero nella promozione da parte di Giulia di iniziative innovative rispetto agli indirizzi del modello matronale e dall’altro lato studia come tali violazioni del mos maiorum furono valutate nella rappresentazione della madre di Marco Antonio da parte delle fonti coeve e posteriori. In questa prospettiva si analizzano le ragioni della legittimazione della matrona anche presso autori ostili a suo figlio e gli argomenti e le modalità della sua valorizzazione.
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Viglianisi Ferraro, Angelo. "L’art. 1 del Primo Protocollo alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e la sua “turbolenta” applicazione in Italia." Revista Justiça do Direito 34, no. 1 (April 30, 2020): 106–30. http://dx.doi.org/10.5335/rjd.v34i1.11067.

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Abstract:
L’articolo si concentra sulla tutela in Italia del diritto di proprietà, sancito nell’art. 1 del Primo Protocollo Addizionale alla Convenzione europea per la protezione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e reso effettivo dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (che ha il potere di ritenere gli Stati responsabili di un mancato rispetto dei diritti contenuti nella Convenzione). L’Italia è stata più volte condannata dalla Corte di Strasburgo per le continue violazioni dell’art. 1 del Primo Protocollo Addizionale alla Convenzione europea. Al fine di garantire una reale efficacia del sistema CEDU, è necessario rafforzare e rendere effettiva a livello nazionale l’applicazione dei diritti proclamati nella Convenzione.
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Forgione, Paola. "Il contrasto al traffico di "diamanti insanguinati", fra guerre civili e violazioni dei diritti umani." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 3 (December 2010): 586–95. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2010-003008.

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Bianchi, Maria. "Il potere curativo della giustizia: un'esplorazione dei rapporti tra psicologia analitica e diritti umani." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 38–52. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9896.

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Abstract:
Esiste un archetipo della giustizia? E se esiste quale immagine ne danno le mitologie delle diverse culture? Come un tale archetipo ha contribuito alla formazione delle visioni religiose e filosofiche alla base dei diritti umani? La teoria dei tipi psicologici di C.G. Jung può far luce sulla tensione esistente tra legge e giustizia? La giustizia ha un potere curativo? L'autrice propone elementi di risposta alle domande poste per dimostrare l'importanza di abbinare l'azione legale a un approccio psicoterapeutico junghiano nel trattamento delle vittime di violazioni dei diritti umani.L'articolo presenta la progressiva convergenza tra il diritto relativo ai diritti umani e la psicologia, così come le similitudini tra il lavoro di chi opera nel campo dei diritti umani e nella pratica analitica.
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Guarriello, Fausta, and Luca Nogler. "Violazioni extraterritoriali dei diritti umani sul lavoro: un itinerario di ricerca tra rimedi nazionali e contrattazione collettiva transnazionale." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 166 (July 2020): 173–85. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-166002.

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Castellaneta, Marina. "Vicenda Battisti atto secondo: la nuova decisione del Supremo Tribunal Federal e le persistenti violazioni del diritto internazionale." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 3 (December 2011): 537–49. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2011-003004.

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Saccucci, Andrea. "Accesso ai rimedi costituzionali, previo esaurimento e gestione "sussidiaria" delle violazioni strutturali della CEDU derivanti da difetti legislativi." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 2 (July 2012): 263–91. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2012-002002.

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Abstract:
The increasing number of judgments delivered by the Strasbourg Court in cases of human rights violations stemming from a systemic problem in the domestic legal system of a contracting State (so called "structural violations") and the development of the caselaw on the obligation of States to adopt general measures under Article 46 ECHR to remove the causes of such violations (including by amending the relevant legislation) are reinforcing the idea of Court as a sort of pan-European constitutional jurisdiction entrusted with the mandate to safeguard the European public order. At the same time, the "collective" dimension of the protection mandate must always be balanced against the need to afford individual justice to the "victims, calling for a better coordination of the two concurring interests. The article focuses on how to ensure that structural violations of ECHR rights caused by defects of domestic legislation are dealt with in accordance to the principle of subsidiarity, which is at the core of the entire protection mechanism established by the Convention. After highlighting the role of subsidiarity in respect of this particular kind of violations, the author explores two possible alternative developments of the Strasbourg case-law which would contribute to strengthening the cooperation between domestic constitutional jurisdictions and the ECHR system in those States (like Italy) where individuals do not enjoy direct access to constitutional justice. Notably, the author suggests a reinterpretation of the rule of previous exhaustion of domestic remedies in order to allow national judges to assess in the first place whether a law is compatible with the ECHR; in the alternative, the Court should conclude for a violation of the right to an effective remedy under Article 13, imposing on the contracting State the obligation to provide forms of individual constitutional justice at the domestic level that would ensure the "subsidiary management" of structural violations and of the mass litigation arising thereout
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Massa Ope, Simona. "Amanti di vita, amanti di morte: la violenza relazionale che non finisce sui giornali." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 53–68. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9665.

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Abstract:
L'articolo analizza il fenomeno della violenza relazionale "sottile" nel rapporto uomo-donna, e gli irretimenti derivanti dalla violenza simbolica, sedimentati storicamente nella psiche femminile; tali irretimenti forniscono l'elemento inconscio di collusione che espone la donna a numerose violazioni dell'alterità nel rapporto con l'uomo. A tal fine, l'autrice propone l'interpretazione in chiave simbolica di un noto film del regista W. Allen, Match Point (2005), in cui è rappresentata una situazione di violenza estrema nei confronti di una figura femminile da parte del partner maschile che, a causa del reciproco coinvolgimento sentimentale, sente minacciato il proprio equilibrio narcisistico e la sua scalata sociale. Si prospetta, dunque, un tradimento dell'anima che, come afferma il filosofo francese Lévinas, si manifesta attraverso "il volto dell'altro". Queste storie che sembrano riguardare l'ambito esclusivamente privato dei rapporti tra uomini e donne, in realtà hanno una corrispondenza nell'ambito della vita pubblica degli esseri umani, nella polis, perché ciò che accadenella psiche degli individui, nelle loro relazioni personali, è sempre anche una questione politica.
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Agnello, Francesco. "Corte internazionale di giustizia e liquidazione del danno derivante da violazioni dei diritti dell'uomo: la terza sentenza sul caso Ahmadou Sadio Diallo." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 3 (December 2012): 643–71. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2012-003009.

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Erkens, Yvonne. "Sustainable business agreements in the Netherlands: search for the missing link." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 169 (April 2021): 19–35. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-169002.

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Abstract:
Il disastro del Rana Plaza ha reso evidenti le violazioni dei diritti fondamentali sul lavoro che si verificano all'interno delle catene di subfornitura. Le possibili soluzioni per fronteggiare tale fenomeno vengono ricercate a tutti i livelli. Nei Paesi Bassi, in particolare, sono stati conclusi alcuni accordi commerciali internazionali per garantire una gestione responsabile della filiera: si tratta di accordi multi-stakeholder volti a far sì che le aziende promuovano il rispetto dei diritti fondamentali sul lavoro nelle loro catene di subfornitura. Recenti studi hanno dimostrato che tali accordi aumentano la consapevolezza del rischio e migliorano la due diligence in vari setto-ri, ma non è (ancora) possibile fornire una prova definitiva del fatto che essi contribuiscano anche a migliorare le condizioni nei Paesi di produzione. Ciò ha in parte condotto all'adozione della legge olandese sulla due diligence in tema di lavoro minorile, che obbliga le aziende a individuare le forme di lavoro minorile presenti all'interno delle loro catene di subfornitura e ad adottare le misure necessarie per contrastarle. Attraverso l'assunzione volontaria di obblighi in un contesto settoriale, gli stakeholder possono adempiere agli oneri loro imposti dalla legge. Ciò porta a concludere che gli accordi olandesi potrebbero rappresentare quel collegamento ad oggi mancante tra le disposizioni di soft law esistenti e le normative legali vincolanti.
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Vassallo, Paleologo Fulvio. "Il respingimento differito disposto dal questore e le garanzie costituzionali." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (June 2009): 15–29. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-002002.

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Abstract:
1. Il respingimento differito disposto dal questore2. I mezzi di ricorso contro il respingimento differito3. La riserva di giurisdizione in favore del giudice ordinario4. La violazione degli artt. 13, 24, co. 1, 2 e 3, e 113 Cost. e la connessa violazione dell'art. 10, co. 2, Cost.5. Sulla illegittimitŕ costituzionale del trattenimento nei CIE disposto a seguito di un provvedimento di respingimento "differito"
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Berntsen, Lisa, Nathan Lillie, and Ines Wagner. "Distacco dei lavoratori, violazione delle norme e cambiamento istituzionale." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 141 (February 2014): 71–90. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2014-141003.

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Nazzaro, Ubaldo. "LOTTA AL TERRORISMO INTERNAZIONALE TRA STRATEGIA DELLA TENSIONE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI." Revista de Direito Brasileira 21, no. 8 (March 19, 2019): 385. http://dx.doi.org/10.26668/indexlawjournals/2358-1352/2018.v21i8.5238.

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Lavarini, Barbara. "Violazione delle garanzie “processuali” della CEDU e rimedi post-iudicatum." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 4, no. 3 (October 31, 2018): 1003. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v4i3.184.

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Abstract:
O texto analisa os remédios disponíveis na Itália para dar execução às sentenças do Tribunal Europeu dos Direitos Humanos que, condenando o Estado pela violação das garantias convencionais “processuais”, determinam a reabertura post iudicatum do processo como um idôneo instrumento de reparação às vítimas das violações. Na contínua inércia do legislador, foi a Corte Constitucional quem introduziu a denominada “revisão europeia”, enxertando-a, todavia, sobre um instituto – a revisão tradicional – cujas finalidades são profundamente diferentes, e cuja disciplina, portanto, aparece inadequada a receber o novo remédio processual. Neste contexto delineado, verifica-se a dificuldade de especificar pressupostos, modalidades de desenvolvimento e êxitos decisórios da revisão “europeia”, conciliando as amplas margens de discricionariedade interpretativas reconhecidas pela Corte Constitucional italiana em favor do juiz ordinário em relação ao princípio de legalidade processual. Ademais, ao remédio introduzido pelo “Juiz das Leis” foi recentemente adicionado o novo instituto da rescisão do trânsito em julgado, que atualmente é utilizável como restauração das garantias convencionais do processo in absentia, e poderia futuramente oferecer o modelo ao qual reconduzir, com algumas adequações, qualquer hipótese de reabertura do processo em conformação aos cânones convencionais.
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Toderi, Stefano, and Guido Sarchielli. "Violazione del contratto psicologico e socializzazione organizzativa: uno studio esplorativo." RISORSA UOMO, no. 2 (June 2009): 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/ru2009-002002.

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Abstract:
- The relationship existing between Psychological Contract (PC) and Organizational Socialization (OS) has been studied only focusing the effect of the latter on the former. The aim is to highlight the importance of the reverse relation (the effect of PC on socialization) and to evaluate a first reference model. It is hypothesized that PC violations during socialization can impact on the adjustment strategies and that this relationship is moderated by personal variables (career anchors). The results concerning a longitudinal survey conducted on 78 employees of a firm, via questionnaire, show mixed support to the proposed model. Considering the obtained results it is suggested a development of studies on this issue and critical facets aimed to conduct future researches are presented.Keywords: organizational socialization, work role transition, psychological contract violation, career anchors.Parole chiave: socializzazione organizzativa, transizione di ruolo, violazione del contratto psicologico, ŕncore di carriera.
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Bruun, Niklas. "Sanzioni e rimedi per azioni collettive illegittime negli Stati membri del Nord Europa. Il diritto dell'Unione europea in context." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 385–403. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131003.

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Abstract:
Il saggio prende le mosse dalla questione, di centrale importanza quando si tratta di determinare la possibile responsabilitŕ economica dei sindacati che abbiano intrapreso un'azione collettiva in violazione del diritto dell'Unione, concernente il grado di effettivitŕ dei rimedi previsti dalle legislazioni nazionali, qualora casi come questi si verifichino a livello interno. Il saggio si propone di esaminare le tipologie di sanzioni comminabili nei diversi tipi di azioni collettive illegittime allo scopo di determinare se esse possano essere applicate anche nei casi in cui l'illegittimitŕ dell'azione č determinata unicamente dalla violazione del diritto dell'Unione, come nei casie. L'Autore descrive ilcomune ai Paesi del Nord Europa, per prendere poi specificamente in esame la situazione in Danimarca, Finlandia e Svezia. Egli conclude sostenendo che, nelle situazioni in cui viene violato il diritto dell'Unione, sembra che a livello nazionale siano previsti rimedi effettivi.
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Mancaleoni, Anna Maria. "Pratiche commerciali scorrette (dip pricing): sanzioni e ruolo dell'Authority in Australia e in Italia." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 19 (February 2018): 97–161. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-019005.

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Abstract:
Le due decisioni sopra riportate riguardano la violazione del regolamento sulle pratiche commerciali in due situazioni analoghe: in entrambi i casi il costo del biglietto pubblicizzato dall'impresa di trasporto non comprendeva un costo aggiuntivo che veniva addebitato al momento dell'effettivo acquisto del biglietto. Più precisamente, la decisione australiana che sanziona tale violazione segue un'altra decisione dello stesso tribunale che ha accertato la responsabilità: presenti due parti davanti al tribunale, l'Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) da un alto e la compagnia aerea Virgin dall'altro, la sanzione è applicata dal giudice con riferimento all'importo concordato tra le parti (sanzione congiunta), previa valutazione da parte del giudice dell'adeguatezza di tale importo. La decisione italiana è resa dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), la quale, in un procedimento avviato dall'Autorità stessa nei confronti della compagnia marittima Moby, ne stabilisce la responsabilità, vieta la diffusione e la prosecuzione della pratica e condanna la società stessa al pagamento di un sanzione
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Alpa, Guido. "I rimedi di diritto privato nella normativa di derivazione comunitaria." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 227–44. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002002.

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Abstract:
L'applicazione del principio di effettivitŕ combinato con il principio di sussidiarietŕ e con il principio della prioritaria competenza del legislatore nazionale e del preventivo ricorso ai rimedi previsti dal sistema processuale nazionale rispetto alla competenza del legislatore comunitario e alla operativitŕ dei rimedi previsti in ambito comunitario per la violazione di normative comunitarie, modella la disciplina dei rimedi previsti dall'ordinamento interno: si tratta sia di rimedi concernenti la violazione di normativa comunitaria, sui quali si č raccolta vasta letteratura, sia di rimedi concernenti i rapporti di diritto privato disciplinati dall'ordinamento comunitario nelle materie di propria competenza. In queste pagine mi occuperň di questo secondo aspetto. Comunque, in ciascuno dei due settori la disciplina dei rimedi e la loro applicazione da parte del giudice č affidata al diritto interno, sempre che esso provveda a tutelare gli interessi protetti in modo adeguato; altrimenti sovviene l'ordinamento comunitario. In questo senso il ricorso ai rimedi comunitari č solo residuale.
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Rossi, Stefania. "La responsabilità penale dell'albergatore per la violazione degli obblighi di sicurezza." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 24 (March 2019): 529–36. http://dx.doi.org/10.3280/dt2018-024005.

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Bontempelli, Manfredi. "La resistenza del giudicato alla violazione del principio di legalità penale." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 4, no. 3 (October 31, 2018): 1053. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v4i3.185.

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Abstract:
Deve-se submeter à atenta avaliação crítica a tese da jurisprudência e de uma parte da doutrina italiana segundo a qual a “coisa julgada” penal deveria “ceder” diante das violações dos direitos convencionais definidos pelo THDH, e das garantias constitucionais derivantes das intervenções da Corte Constitucional. O presente artigo analisa os espaços de conformidade do trânsito em julgado penal diante do juiz da execução segundo o “direito vivente”, e sobre seus relativos limites em razão da lei processual vivente. As mesmas exceções da força executiva da sentença irrevogável, previstas pelo c.p.p. taxativamente, confirmam a “intangibilidade” da “coisa julgada” e tornam implausível a hipótese de sua derrocada.
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Stolfa, Adriana. "IL DOCUMENTO DI VALURAZIONE DEI RISCHI: dimensione organizzativa e profili civilistici." Revista Direito das Relações Sociais e Trabalhistas 3, no. 2 (October 9, 2019): 73–81. http://dx.doi.org/10.26843/mestradodireito.v3i2.111.

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Abstract:
Il presente scritto riproduce l'intervento reso nell'ambito del convegno "La cultura della sicurezza fra organizzazione e formazione". L'autrice esamina la funzione ricoperta dal documento di valutazione dei rischi nell'ambito dell’organizzazione della sicurezza del lavoro aziendale e i risvolti della sua violazione sui rapporti di natura civilistica tra datore di lavoro e lavoratori.
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Masera, Luca. "Costituzionale il reato di clandestinitŕ, incostituzionale l'aggravante: le ragioni della Corte costituzionale." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (November 2010): 37–58. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-003003.

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Abstract:
1. L'incostituzionalitŕ della c.d. circostanza aggravante della clandestinitŕ - 1.1 La violazione del principio di uguaglianza-ragionevolezza e del principio di offensivitŕ - 1.2 La differenza rispetto ad altre circostanze aggravanti soggettive e le dichiarazioni di incostituzionalitŕ consequenziali - 1.3 Brevi note critiche - 2. La costituzionalitŕ del c.d. reato di clandestinitŕ - 2.1 Premessa - 2.2 Premesse alla motivazione - 2.3 Le censure di carattere generale - 2.4 Le censure riguardanti aspetti specifici della disciplina - 2.5 Brevi note critiche
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Brino, Vania. "Diritti dei lavoratori e catene globali del valore: un formante giurisprudenziale in via di definizione?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 167 (October 2020): 451–70. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167001.

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Abstract:
Il saggio, muovendo dalla difficoltà di prevedere strumenti rimediali efficaci nelle ipotesi di violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori nelle catene globali del valore, sostiene la tesi della necessaria introduzione di meccanismi dotati di implicazioni extraterritoriali al fine di su-perare i vincoli imposti dalla territorialità della legge e dal dogma della personalità giuridica separata delle imprese. L'Autrice riprende alcune pronunce che, intervenute sia su profili di diritto sostanziale che processuale, concorrono a definire nuovi percorsi interpretativi promuo-vendo una più ampia giustiziabilità dei diritti.
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Montanari, Matteo. "Danno da vacanza rovinata da sinistro stradale." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 20 (October 2018): 300–328. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020007.

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Abstract:
Si sta facendo strada in giurisprudenza un orientamento volto a riconoscere profili di illiceità alla violazione del diritto di godere di una vacanza organizzata. La possibilità di risarcire il danno da vacanza rovinata va comunque analizzata secondo i principi fissati dalla Suprema Corte con riferimento al risarcimento del danno non patrimoniale, al fine di evitare una dilatazione indiscriminata del perimetro di tale danno. L'analisi di cui sopra dovrebbe essere condotta in maniera rigorosa al fine di evitare possibili tentativi di aggirare la valutazione del pregiudizio costituzionalmente individuato, che dovrebbe presiedere alla liquidazione del danno non patrimoniale diverso da quello normativamente stabilito.
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Bruno, Francesco. "La violazione dell'autorizzazione allo scarico di acque reflue tra sostanze pericolose, limiti tabellari e misure cautelari." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (February 2017): 11–30. http://dx.doi.org/10.3280/aim2015-001002.

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Malmberg, Jonas. "I rimedi nazionali contro le azioni collettive intraprese in violazione del diritto dell'Unione. Il caso svedese." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 371–84. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131002.

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Abstract:
La Corte di giustizia ha statuito che l'esercizio del diritto di sciopero puň, in presenza di determinate circostanze, violare la libera prestazione di servizi ed il diritto di stabilimento previsti dal Trattato (artt. 56 e 49 TFUE). Tuttavia, la Corte ha tralasciato di occuparsi della questione delle azioni esercitabili contro un sindacato che organizza uno sciopero ammesso dal diritto nazionale, ma illegittimo in base al diritto europeo. Tale questione č stata invece affrontata dalla Corte del lavoro svedese nella sentenza del dicembre 2009. Il saggio, dedicato a quest'ultima pronuncia, propone un'interpretazione alternativa dei requisiti previsti dal diritto dell'Unione in tema di azioni esercitabili contro un sindacato che organizza uno sciopero illegittimo per il diritto europeo.
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Turco, Federica. "Le femmine restano e i maschi partono. Dinamiche spaziali e diritti nelle moderne storie per l'infanzia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 13–22. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003002.

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Abstract:
In che modo le narrazioni e la realtà sociale interagiscono tra loro nella costruzione di significati condivisi? Questa sembra essere la domanda di partenza per cercare di inquadrare il problema della rappresentazione in generale, e della rappresentazione femminile in particolare, in tutti quei testi che forniscono, a livello simbolico e quindi semiotico, dei modelli d'identificazione per i loro fruitori (dai film ai cartoni animati, passando attraverso romanzi, fiabe, spot pubblicitari e così via). Si tenterà, nel breve saggio che segue, d'inquadrare la relazione tra rappresentazioni e modelli culturali, considerando principalmente alcune storie per bambine e bambini e il modo in cui queste forniscono dei percorsi d'interpretazione e stratificazione dei diritti dell'infanzia (e della loro violazione).
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Fuchs, Maximilian. "La lunga storia del caso Mangold." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 129 (March 2011): 81–94. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-129003.

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Abstract:
Il casoha acceso in tutta Europa un dibattito molto vivo. In Germania illustri giuristi hanno criticato in maniera molto aspra la sentenza della Corte di giustizia. In seguito ad un caso simile a quello oggetto della pronuncia, deciso dal Tribunale federale del lavoro tedesco sulla scia di quest'ultima sentenza, la societŕ Honeywell ha sollevato davanti alla Corte costituzionale tedesca una questione di legittimitŕ, ritenendo che la pronuncia della Corte di giustizia fosse in contrasto con la Costituzione tedesca. L'articolo ripercorre la lunga storia del controllo delle misure di diritto dell'UE operato dalla Corte costituzionale tedesca. Sulla base degli approdi cui č pervenuta la stessa Corte di giustizia («violazione sufficientemente qualificata del diritto comunitario»), la Corte costituzionale tedesca ha riconosciuto che la pronuncia della Corte di giustizia resa nel caso Mangold sia conforme al c.d. controllo.
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Faggioni, Maurizio P. "Il trapianto di gonadi: storia e attualità." Medicina e Morale 47, no. 1 (February 28, 1998): 15–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.840.

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Abstract:
L’articolo affronta il tema del trapianto di gonadi a partire dai primi tentativi tardo ottocenteschi sino agli sviluppi odierni, tenendo conto sia dell’aspetto biomedico sia di quello etico. Si prendono in esame due possibili situazioni, il trapianto finalizzato a ripristinare una ormonogenesi deficitaria e il trapianto finalizzato a ripristinare la fertilità, cercando sempre di riportare i problemi alla loro radice antropologica. Il primo tipo di trapianto, lecito in linea di principio, pone tuttavia delicati problemi riguardo alle possibili ripercussioni sulla personalità del trapiantato; il secondo non solo si configura come una variante sofisticata della fecondazione eterologa, ma determina in aggiunta una violazione dello spazio personale attraverso l’inserzione di informazione genetica estranea trasmissibile alla prole. Nella stessa prospettiva si esaminano infine anche le discusse questioni del trapianto di tessuti gonadici provenienti da feti abortiti e da cadaveri, mostrandone l’impraticabilità psicologica ed etica.
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Zahn, Rebecca, and Bruno de Witte. "La prospettiva dell'Unione europea: dare preminenza al mercato interno o rivedere la dottrina Laval?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 433–46. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131006.

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Abstract:
La Corte del lavoro svedese ha deciso il caso Laval con sentenza del 2 dicembre 2009. Essa ha applicato ai privati i principi del diritto dell'Unione relativi alla responsabilitŕ dello Stato al fine di condannare al risarcimento dei danni un'organizzazione sindacale per aver intrapreso un'azione collettiva illegittima. L'ampia interpretazione del diritto europeo data dai giudici svedesi č problematica sotto diversi punti di vista. Il rinnovato quadro costituzionale europeo, a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, pone in una nuova prospettiva non solo la decisione della Corte svedese, ma anche la stessa sentenzadella Corte di giustizia. Alla luce di ciň, gli autori si chiedono se la Corte svedese abbia adottato un'interpretazione corretta con riferimento alla questione della responsabilitŕ in caso di violazione del diritto dell'Unione, e discutono alcune delle piů vaste questioni sollevate dalla sentenza.
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Wolfe, Harriet. "L'impatto della violazione dei confini da parte di un leader psicoanalitico: la prova dell'esistenza di un "topos esterno" dell'inconscio." INTERAZIONI, no. 2 (November 2019): 11–15. http://dx.doi.org/10.3280/int2019-002002.

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Rocchetto, Fabrizio. "Il tradimento omosessuale nella coppia eterosessuale: rottura e possibile evoluzione del legame." INTERAZIONI, no. 2 (November 2020): 62–77. http://dx.doi.org/10.3280/int2020-002005.

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Abstract:
In questo lavoro viene affrontato il caso delle coppie ? sposate e more uxorio ? eteroses-suali che si trovano ad affrontare un inaspettato tradimento omosessuale da parte di uno dei partner. L'infedeltà non necessariamente porta alla rottura del legame, può rappresentare una violazione di accordi impliciti o espliciti che avevano caratterizzato la relazione ma anche un'evoluzione. Nel caso del tradimento omosessuale i partner si trovano oltre che con il tema dell'infedeltà a dover fare i conti con la questione omosessuale nel rapporto di coppia, rispetto ai propri figli, ai genitori e al contesto familiare e sociale. Le idee della coppia sull'omosessualità costituiscono un elemento rilevante per affrontare il tradimento. Nel lavoro l'autore illustra come la questione dell'omosessualità sia stata e sia complessa anche per la teorizzazione psicoanalitica, una considerazione che permette di comprendere il disorientamento della coppia eterosessuale che si trova a dover affrontare il tradimento omosessuale.
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Bertone, Tarcisio. "I cattolici e la società pluralista, le “leggi imperfette” e la responsabilità dei legislatori." Medicina e Morale 50, no. 5 (October 31, 2001): 855–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.734.

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Abstract:
L’autore argomenta la riflessione intorno al seguente quesito: in quale misura un cittadino cattolico può accettare di partecipare all’elaborazione di una legge che non corrisponde esattamente alle sue convinzioni? Dopo avere passato in rassegna il dibattito attuale - che registra l’indubbio pluralismo della società odierna, in cui coesistono diverse correnti di pensiero che si fondano sui diritti dell’uomo e che si vedono costrette a patteggiare per elaborare le leggi e applicarle – vengono illustrate tre tipi di leggi ingiuste: 1. quelle che permettono la violazione di un diritto umano fondamentale; 2. quelle che stabiliscono una politica pubblica che violi un tale diritto; 3. quelle che istituzionalizzano degli atti intrinsecamente cattivi. Esclusa moralmente ogni cooperazione formale a dette leggi, davanti a esse possono essere eticamente giustificabili, a seconda dei casi, tre atteggiamenti: l’opposizione, la tolleranza, la cooperazione materiale. Tali prese di posizione sono argomentate nel prosieguo del contributo con esempi concreti.
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Fasciglione, Marco. "Il principio di corporate responsibility in materia di violazione dei diritti umani da parte di imprese multinazionali: il caso Kiobel." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 1 (April 2011): 131–40. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2011-001007.

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Barszcz, Waldemar. "Przyczyny i procedury przeniesienia duchownych do stanu świeckiego na podstawie uprawnień Kongregacji ds. Duchowieństwa." Prawo Kanoniczne 54, no. 3-4 (December 10, 2011): 53–76. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2011.54.3-4.02.

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Abstract:
Il presente studio ha lo scopo di illustrare le tre facoltà speciali concesse dal Sommo Pontefice alla Congregazione per il Clero, al fine di procedere, in via amministrativa, alla riduzione allo stato laicale dei chierici che si trovano in situazione irregolare. Tali facoltà sono gli strumenti di cui possono servirsi tutti gli Ordinari (diocesani e religiosi), nei casi dove appare chiara una violazione della legge da parte del chierico e quando l’interessato non intende chiedere, in via graziosa, la dispensa dagli obblighi che derivano dall’Ordine Sacro. Le facoltà sono state concesse anzitutto le situazioni dove non è possibile, o non è conveniente, procedere per le vie già previste dalla legge. La competente Congregazione ha elaborato gli schemi che illustrano la procedura che ogni Ordinario deve seguire prima di presentare i singoli casi alla Sede Apostolica (cf. allegato). Il contenuto puntualizza innanzitutto le procedure, presentando, con indicazioni pratiche ed esplicative, l’applicazione delle norme particolari, specie a livello locale, prima della presentazione dei casi alla Sede Apostolica.
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Sobbrio, Paola. "Diritto all'informazione, partecipazione democratica del consumatore e Ogm." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 79–126. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003005.

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Abstract:
Il consumatore di alimenti prodotti con l'utilizzo di Ogm o che li contengono, ha diritto ad essere informato sia della loro immissione in commercio quanto dell'emissione deliberata nell'ambiente di questi organismi. Il diritto all'informazione non si limita ai soli strumenti dell'etichettatura e della tracciabilità ma si estende alla possibilità , prevista da diverse normative, per il cittadino/consumatore di rivolgersi alle Autorità competenti per richiedere tutte quelle informazioni da cui egli può trarre conoscenze sullo stato tanto dell'emissione nell'ambiente quanto dell'immissione in commercio degli Ogm. Le Autorità , inoltre, devono effettuare consultazioni pubbliche in merito alle decisioni da prendere in entrambe queste fasi. Tali consultazioni, per come vengono effettuate, non conferiscono effettività a tale diritto minando così il rapporto di fiducia tra Istituzioni e cittadini e facendo venire meno la possibilità che il diritto all'informazione si traduca in uno strumento di partecipazione democratica che crei le condizioni per una "co-produzione di conoscenza". Questo comporta una violazione del diritto all'informazione fonte di risarcimento del danno ex art. 2043 c.c.
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Santalucia, Giuseppe. "I rapporti tra Direzione nazionale antimafia e uffici di procura in una recente delibera del Csm." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 208–14. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005014.

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Abstract:
Chiamato - in modo in veritŕ inusuale - a risolvere l'impasse sorta a seguito del diniego della Procura distrettuale di Palermo di soddisfare la richiesta della Procura nazionale antimafia di copia degli atti delle indagini relative alla cd. trattativa Stato-mafia, il Csm mostra di non avere dubbi. Il procuratore nazionale ha diritto di ottenere dai procuratori distrettuali copia degli atti d'indagine, al di lŕ dell'esistenza del segreto investigativo, e ciň per la decisiva ragione che, in difetto, non potrebbe esercitare le funzioni di impulso e coordinamento delle indagini che gli competono e, a fortiori, il potere di avocazione per accertata violazione dei doveri di coordinamento. Le cautele di un tempo sono accantonate, i poteri del procuratore nazionale sono ricostruiti nel modo piů ampio anche a dispetto di qualche non trascurabile forzatura, non suscitano piů timore i rischi di una interpretazione "espansionistica" degli stessi. Ma un approfondimento sulle ricadute istituzionali di questo orientamento non sarebbe inutile...
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Giustozzi, Sara. "Interruzione volontaria di gravidanza e obiezione di coscienza. Il Comitato Europeo dei diritti sociali accerta la violazione della Carta Sociale Europea." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (September 2015): 191–205. http://dx.doi.org/10.3280/pri2015-001017.

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Samardžić, Mila. "LA FRAMMENTAZIONE SINTATTICA E LE FRASI RELATIVE." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 113–24. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.7.

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Abstract:
Questo lavoro si occupa di un fenomeno frequente nella scrittura moderna (ma non di data recente essendo facilmente rintracciabile anche nella prima prosa in volgare), particolarmente in quei tipi di testi aperti alla violazione delle severe regole grammaticali e interpuntive presenti nella tradizionale manualistica. Nell’esempio A gennaio di quest'anno l'azienda ha chiesto il dissequestro dell'impianto. Che a giugno è stato invece negato dal gip un segno d’interpunzione forte si inserisce all’interno di una struttura sintatticamente legata e la frammenta creandone un costrutto marcato. In questo lavoro è messa a confronto questa struttura frantumata con quella convenzionale con l’obiettivo di individuarne differenze di ordine sintattico, testuale, informativo e comunicativo. Mi sono limitata all’analisi della frase relativa come costituente staccato dal resto del periodo con un punto fermo o, più raramente, con un altro segno forte. Ho cercato di rispondere al quesito se si tratti di un procedimento meramente sintattico e stilistico o se la sua funzione è primariamente quella comunicativa. L’analisi è stata effettuata in base all’esame degli esempi tratti dai quotidiani italiani.
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Polese Remaggi, Luca. "Pechino 1955. Intellettuali e politici europei alla scoperta della Cina di Mao." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (April 2011): 55–89. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003003.

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Abstract:
Questo saggio studia i viaggi che gruppi di intellettuali e politici europei (soprattutto italiani e francesi) intrapresero alla volta di Pechino nel 1955. L'attrazione intellettuale verso il regime di Mao si concretizzň in seguito all'invito che il primo ministro Zhou Enlai rivolse all'opinione pubblica mondiale nel corso della conferenza di Bandung. Il suo messaggio («venite a vedere») fu raccolto entusiasticamente da quegli intellettuali che faticavano a trovare una collocazione nel contesto della politica della guerra fredda in Europa. L'autore mostra che la formazione del nuovo regime comunista stimolň nel discorso politico l'immagine di una terza via rivoluzionaria e democratica. Nel corso delle visite degli intellettuali occidentali, le autoritŕ cinesi impiegarono i metodi che Mao aveva collaudato giŕ durante la Lunga Marcia: «sicurezza, segretezza, cordialitŕ e guide rosse». La volontŕ di credere dei visitatori rese il lavoro delle autoritŕ piů semplice. I viaggiatori infatti riportarono a casa l'immagine positiva di uno Stato-partito impegnato nello sforzo di sradicare la miseria e l'arretratezza. L'autore discute infine le ragioni per cui soltanto una parte dei viaggiatori si preoccupň della violazione dei diritti civili e delle libertŕ.
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Garlati, Loredana. "Alle origini della prova scientifica: la scuola di polizia di Salvatore Ottolenghi." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 2 (August 29, 2021): 883. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.597.

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Abstract:
Il saggio ripercorre le tappe che portarono alla nascita della Scuola di polizia scientifica (poi Scuola superiore a partire dal 1925), grazie all’opera di Salvatore Ottolenghi. La Scuola, istituita a Roma nel 1902, si proponeva di insegnare sia ai funzionari di pubblica sicurezza che a quelli della polizia giudiziaria un metodo scientifico per assolvere al meglio le proprie funzioni: nell’un caso la prevenzione dei reati, nell’altro fornire all’autorità giudiziaria dati “oggettivi” ai fini dell’accertamento della verità processuale. L’analisi è l’occasione per aprire uno squarcio su un periodo culturalmente vivace e di fideistico entusiasmo verso le cd. scienze ausiliarie (l’antropologia, la psicologia, la medicina legale, la statistica etc.), che irrompono sulla scena del processo penale, grazie anche all’impulso della Scuola positiva. Oggetto di attenzione sarà in particolare l’antropometria, messa a punto da Bertillon, e la dattiloscopia, grazie anche agli studi dell’italiano Gasti. Siamo agli albori della prova scientifica, che allora, come oggi, interroga sul ruolo del giudice, sulla legittimità dell’uso di pratiche tacciate di invasività e violazione dei diritti della persona, sul rapporto tra scienza e diritto e tra prova scientifica e discrezionalità (o libero convincimento) del giudice.
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Maria Samuelli, Anna. "Il diritto dei più vulnerabili e dei più deboli non è un diritto debole: povertà e difficoltà educative nel tempo della pandemia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004003.

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Abstract:
La pandemia ha reso visibile il tema della povertà educativa ereditato dal passato. Si parla di generazione Covid che vede il futuro come incognita. La mancanza di attenzione da parte della politica verso la scuola, la ricerca e la cultura non è nuova. Lo sviluppo economico teso alla conquista del benessere, ha subìto una accelerazione senza precedenti e ha determinato nel mondo globalizzato lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali con la conseguenza di catastrofi umanitarie. La violazione dei diritti umani solo formalmente conquistati ma di fatto negati hanno reso più fragili le nostre democrazie. Urge una mobilitazione civile, possibile se si ripensa il processo di formazione della persona. La sollecitazione alla resilienza e il ripristino del valore della relazione per ricreare la dimensione comunitaria, è compito degli educatori. La scuola è il luogo della cura, non il problema. Gariwo, Il Giardino dei Giusti dell'Umanità, propone un diverso approccio al lavoro storico nelle scuole, fondato sulla memoria del bene. I giusti che riconoscono il volto dell'altro, esemplificano il valore del coraggio, della libertà, dell'autonomia di pensiero e ripropongono il tema della responsabilità personale per affrontare le sfide del presente. Aprono al cambiamento e al futuro.
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Harhoff, Frederik. "Securing criminal evidence in armed conflicts abroad." Military Law and the Law of War Review 58, no. 1 (November 25, 2020): 2–30. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2020.01.01.

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Abstract:
This article concerns an issue that has become increasingly relevant for international coalition forces participating in joint military operations abroad, viz. the duty to collect, document, record and secure evidence of serious violations of international humanitarian law (IHL) and international human rights committed in armed conflicts. The point, simple as it seems, is that respect for justice and international humanitarian law requires that perpetrators of war crimes etc. be brought to justice. Yet prosecution and trial of these crimes cannot succeed without material proof and information that meet the standards for admission into evidence in criminal trials. However, judicial experience from international criminal trials suggests that much of the evidence produced in Court fails to meet this standard – and is therefore dismissed. The article highlights the need to secure evidence of these crimes and proposes five simple basic recommendations for military personnel who come across evidence of serious violations of international humanitarian law in armed conflicts: (1) be familiar with the elements of genocide, crimes against humanity, war crimes and aggression; (2) know the rules of the game regarding collection of evidence, including the duty to respect local norms and authorities and to follow any international rules or agreements, and the duty to comply with obligations to seek authorization for investigation from domestic authorities; (3) be careful in your registration and handling of evidence material; (4) be careful not to hurt yourself or others when you search for evidence; and (5) stay critical and impartial to all material and information you receive from others. Cet article aborde un problème que les forces armées des coalitions internationales rencontrent de plus en plus souvent lorsqu’elles participent à des opérations militaires conjointes à l’étranger: l’obligation de rassembler, de documenter, d’enregistrer et de garantir des preuves de violations graves du droit international humanitaire et des droits de l’homme lors de conflits armés. Aussi simple qu’il paraisse, le principe est le suivant: le respect de la justice et du droit international humanitaire implique que les auteurs de crimes de guerre et autres soient traduits en justice. Toutefois, les poursuites judiciaires et le procès qui s’ensuit ne peuvent aboutir sans preuves matérielles et informations qui répondent aux normes d’admission de la preuve dans les procès au pénal. L’expérience judiciaire de ces procès internationaux suggère néanmoins que bon nombre des preuves présentées au tribunal ne répondent pas à ces normes et sont dès lors rejetées. L’auteur insiste sur le besoin de fournir des preuves de ces crimes et propose cinq recommandations de base pour le personnel militaire qui aurait des preuves de violations graves du droit international humanitaire dans les conflits armés: (1) informez-vous sur les différents éléments qui composent le génocide, les crimes contre l’humanité, les crimes de guerre et les agressions; (2) connaissez les règles relatives au rassemblement de preuves, y compris le devoir de respecter les normes et autorités locales, de suivre les règles et accords internationaux, et de se conformer à l’obligation d’obtenir une autoris­ation des autorités nationales pour mener une enquête; (3) soyez prudents lorsque vous enregistrez et utilisez des éléments de preuve; (4) veillez à ne pas causer de tort aux autres ni à vous-même lorsque vous cherchez des preuves; et (5) restez critique et impartial lorsque vous recevez des informations d’autres personnes. Dit artikel bespreekt een kwestie die van toenemend belang is voor internationale coalitietroepen die deelnemen aan gezamenlijke militaire operaties in het buitenland, nl. de plicht om bewijs van ernstige schendingen van het internationaal humanitair recht (IHR) en van de mensenrechten in gewapende conflicten te verzamelen, te staven, vast te leggen en veilig te stellen. Het punt, hoe eenvoudig ook, is dat het respect voor de rechtspleging en het internationaal humanitair recht vereist dat de daders van oorlogsmisdaden enz. voor het gerecht worden gebracht. Toch kunnen deze misdaden niet succesvol vervolgd en berecht worden zonder materieel bewijs en informatie die voldoen aan de normen om als bewijs in strafprocessen te worden toegelaten. De ervaring uit internationale strafprocessen leert echter dat veel van het bewijsmateriaal dat in de rechtbank wordt aangedragen, niet aan deze norm voldoet – en daarom wordt verworpen. Het artikel benadrukt de noodzaak om het bewijs van deze misdaden veilig te stellen en stelt vijf eenvoudige basisaanbevelingen voor aan militairen die in gewapende conflicten bewijzen van ernstige schendingen van het internationaal humanitair recht aantreffen: (1) wees op de hoogte van de elementen van genocide, misdaden tegen de menselijkheid, oorlogsmisdaden en agressie; (2) ken de regels van het spel met betrekking tot het verzamelen van bewijs, met inbegrip van de plicht om de lokale normen en autoriteiten te respecteren en om alle internationale regels of overeenkomsten te volgen, evenals de plicht om te voldoen aan de verplichting dat aan binnenlandse autoriteiten toestemming moet worden gevraagd om een onderzoek in te stellen; (3) let op bij het registreren en behandelen van bewijsmateriaal; (4) zorg ervoor dat je jezelf of anderen geen schade berokkent wanneer je naar bewijs zoekt; en (5) blijf kritisch en onpartijdig ten opzichte van al het materiaal en de informatie die je van anderen ontvangt. El artículo aborda un problema que con el tiempo ha adquirido una importancia relevante para las fuerzas en coalición que participan en operaciones conjuntas en el exterior, tal cual es el deber de recoger, documentar, registrar y asegurar las pruebas de crímenes graves contra el Derecho Internacional Humanitario (DIH) y contra los derechos humanos cometidos en los conflictos armados. El asunto, tan simple como parece, es que el respeto por la justicia y el Derecho Internacional Humanitario exige que en definitiva los perpetradores de crímenes de guerra sean llevados ante la justicia. Sin embargo, la acusación y el enjuiciamiento de estos crímenes no pueden prosperar sin una prueba material e información que reúna los requisitos necesarios para ser admitida como prueba de cargo en juicios penales. Al hilo de esto, la experiencia judicial en procedimientos penales internacionales demuestra que muchas de estas pruebas presentadas ante un tribunal no cumplen con estos estándares y, por consiguiente, son rechazadas. El artículo resalta la necesidad de asegurar la prueba de estos crímenes y propone cinco recomendaciones básicas para el personal militar que deba requisar estas pruebas relativas a crímenes graves contra el Derecho Internacional Humanitario en conflictos armados: (1) Familiarizarse con los elementos constitutivos del crimen de genocidio, crímenes contra la humanidad, crímenes de guerra y crimen de agresión; (2) Conocer las reglas del juego relativas a la recogida de pruebas, incluido el deber de respetar las normas y a las autoridades locales y cualquier otra regla o acuerdo internacional, y el deber de cumplir con la obligación de solicitar autorización a las autoridades locales para llevar a cabo investigaciones; (3) Ser diligente en el registro y manejo de las pruebas materiales; (4) Tener cuidado de no dañarse o dañar a otros en la búsqueda de las pruebas; y (5) tener una actitud crítica e imparcial ante las pruebas e información que se reciba de otros. Questo articolo tratta di una questione che è diventata sempre più rilevante per le forze di coalizione internazionali che partecipano ad operazioni militari congiunte all’estero, vale a dire il dovere di raccogliere, documentare, registrare e mettere al sicuro le prove di gravi violazioni al diritto internazionale umanitario (IHL) e dei diritti umani commesse nei conflitti armati. Il punto, semplice come appare, è che il rispetto della giustizia e del diritto internazionale umanitario richiedono che gli autori di crimini di guerra etc. siano assicurati alla giustizia. Però l’azione penale e il processo per tali crimini non possono avere successo senza prove materiali e informazioni che soddisfino gli standard per l’ammissione come prova nei processi penali. Tuttavia, l’esperienza giudiziaria dei tribunali penali internazionali suggerisce che molte delle prove prodotte nei tribunali non soddisfano questi standard e perciò vengono respinte. Questo articolo evidenzia la necessità di garantire prove di questi crimini e propone cinque semplice raccomandazioni di base per il personale militare che si imbatte in prove di serie violazioni al diritto internazionale umanitario nei conflitti armati: (1) Conoscere gli elementi del genocidio, dei crimini contro l’umanità, dei crimini di guerra e dell’aggressione; (2) Conoscere le regole del gioco riguardo la raccolta delle prove, compreso il dovere di rispettare le norme e autorità locali e di seguire qualsiasi regola o accordo internazionale, e il dovere di rispettare gli obblighi di chiedere l’autorizzazione alle indagini alle autorità nazionali; (3) Fare attenzione nella registrazione e gestione del materiale probatorio; (4) Fare attenzione a non fare del male a se stessi od altri nella ricerca delle prove; e (5) Rimanere critici ed imparziali nei confronti di tutto il materiale e delle informazioni ricevute da altri. Dieser Artikel behandelt eine Angelegenheit, die für die Streitkräfte internationaler Koalitionen, die sich an gemeinsamen Militäreinsätzen im Ausland beteiligen, an Relevanz gewinnt, nämlich die Pflicht, Beweismittel schwerer Verletzungen des internationalen humanitären Rechts und internationaler Menschenrechte in bewaffneten Konflikten zu sammeln, zu dokumentieren, aufzuzeichnen und sicherzustellen. Der Kernpunkt, so einfach dieser scheinen mag, besteht darin, dass Respekt vor der Justiz und dem internationalen humanitären Recht erfordert, dass Täter von Kriegsverbrechen, usw. vor Gericht gebracht werden sollen. Dennoch können die Verfolgung und Ahndung dieser Verbrechen ohne materiellen Beweis und Informationen, die den Standards zur Zulassung als Beweismittel in Strafprozessen gerecht werden, nicht gelingen. Die gerichtliche Erfahrung internationaler Strafprozesse weist allerdings darauf hin, dass manche der dem Gericht unter­breiteten Beweise diesen Standards nicht gerecht werden, und somit abgewiesen werden. Der Autor unterstreicht, dass es notwendig ist, Beweise für diese Verbrechen sicher­zustellen, und schlägt fünf einfache Grundempfehlungen für Militärangehörige vor, die auf Beweise schwerer Verletzungen des internationalen humanitären Rechts in bewaffneten Konflikten stoßen: (1) Sorgen Sie dafür, dass Sie die Elemente des Genozids, der Verbrechen gegen die Menschlichkeit, Kriegsverbrechen und Aggressionen kennen; (2) seien Sie mit den Spielregeln hinsichtlich der Sammlung von Beweisen vertraut, und dies einschließlich der Pflicht, örtliche Normen und Autoritäten zu respektieren, irgendwelche internationale Regeln oder Abkommen zu befolgen und die Verpflichtungen zu erfüllen, um die Genehmigung zur Durchführung von Ermittlungen von den Behörden des betreffenden Landes einzuholen; (3) seien Sie vorsichtig bei Ihrer Erfassung von bzw. Ihrem Umgang mit Beweismaterial; (4) sorgen Sie dafür, dass Sie sich selbst oder anderen keinen Schaden zufügen, wenn Sie nach Beweisen suchen; und (5) bleiben Sie kritisch und unvoreingenommen in Bezug auf all das Material und alle Informationen, die Sie von anderen erhalten.
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Piccinini, Michela. "Analisi della migrazione femminile nigeriana in Italia. La violazione dei diritti delle donne vittime di migrazione forzata e tratta a scopo di sfruttamento sessuale." Collectivus, Revista de Ciencias Sociales 6, no. 2 (July 1, 2019): 159–68. http://dx.doi.org/10.15648/coll.2.2019.10.

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Abstract:
Cosa significa per una donna nigeriana decidere di lasciare il proprio Paese, di migrare, di separarsi dai propri figli, di rivolgersi a dei trafficanti che permettano loro di arrivare in Italia nonostante spesso siano al corrente che saranno coinvolte nel giro della prostituzione? Per capire questo tipo di migrazione forzata e il mecanismo della tratta è importante avere presente la situazione socio-economica e política della Nigeria, in particolar modo dagli anni ’80 in poi quando qui in Italia si è notato per la prima volta il boom di arrivi di immigrate e immigrati nigeriani. È solo comprendendo la situazione che queste donne vivono ogni giorno che si può prendere coscienza di cosa le spinga ad affidarsi a dei trafficanti per compiere questo viaggio, chiamato rotta del Mediterraneo Centrale. È solo immaginando di essere donna in un Paese misogino, povero e corrotto che si può capire perché decidano di affrontare questo esodo durante il quale il loro corpo diventerà un mero pezzo di carne, una materia prima da vendere e comprare. Nessuna di loro però si aspetta quello che realmente accadrà lungo il tragitto e che una volta arrivate a destinazione dovranno attraversare deserti, saranno detenute contro la propria volontà e senza una ragione, saranno picchiate, vendute più volte e stuprate da uomini, trafficanti, ufficiali, miliziani, saranno uccise. La proibizione di schiavitù e tortura sulla loro pelle non verrà applicata; i loro diritti al movimento, alla libertà, al cercare asilo da persecuzioni, alla vita saranno violati ogni giorno.
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Ceruti, Silvia, and Mario Picozzi. "La responsabilità giuridica nella Consulenza Etica in Ambito Sanitario." Medicina e Morale 69, no. 3 (November 3, 2020): 371–89. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.708.

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Abstract:
Scopo del presente contributo è delineare il perimetro entro il quale articolare una riflessione critica relativa alla questione della responsabilità giuridica connessa all’attività di Consulenza Etica in Ambito Sanitario (CEAS). Innanzitutto, saranno illustrate le ragioni per le quali ritenere che, al momento attuale, in Italia, la CEAS resa da un Consulente Etico singolo rappresenti il modello che meglio risponde all’esigenza di garantire un servizio di qualità ai pazienti e agli operatori sanitari. In secondo luogo, saranno analizzati gli elementi in base ai quali possa considerarsi ascrivibile in capo al Consulente Etico una responsabilità giuridica per violazione di una norma civile o penale. Infine, a partire dall’analisi dell’evoluzione giurisprudenziale e degli interventi legislativi di riforma in ambito sanitario, verrà avanzata una proposta in ordine alla disciplina applicabile all’operato del Consulente Etico in caso di danno procurato al paziente. Alla luce di quanto esposto, si tenterà di sostenere come il formale riconoscimento, anche giuridico, della figura del Consulente Etico possa risultare funzionale sia a dare contenuto all’effettivo ruolo svolto dal consulente nel processo di cura, sia a incentivare la stessa diffusione della cultura della CEAS, intesa come processo dialogico che ha lo scopo di contribuire al miglioramento dell’assistenza sanitaria mediante l’individuazione, l’analisi e la risoluzione dei dilemmi etici riconducibili alla pratica clinica.
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